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Yōji Yamada

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Yōji Yamada nel 2019.

Yōji Yamada (山田 洋次?, Yamada Yoji; Toyonaka, 13 settembre 1931) è un regista e sceneggiatore giapponese.

Nato a Toyonaka, nella prefettura di Osaka, figlio di un ingegnere che lavorava presso la Ferrovia della Manciuria meridionale, all'età di due anni Yamada fu costretto a trasferirsi a Dalian in Cina, dove - se si escludono pochi rientri in patria -, trascorse buona parte dell'infanzia e dell'adolescenza.

Due anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1947, la famiglia Yamada tornò a vivere stabilmente in Giappone, a Ube nella prefettura di Yamagata, dove Yōji rimase dai 15 ai 18 anni di età.

Spinto dal desiderio di vivere a Tokyo, nel 1950 si trasferì nella capitale per iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Tokyo. Pur studiando con diligenza, Yamada capì presto di non essere interessato alla materia e frequentò le lezioni con scarsa regolarità; nonostante questo, riuscì a conseguire la laurea nel 1954.

Carriera artistica

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I primi lavori

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Dopo aver terminato gli studi, Yamada decise di intraprendere una carriera nel cinema. Nel 1954 riuscì a ottenere un posto nella storica Shochiku, una delle maggiori case di produzione e distribuzione cinematografica del Giappone. Inizialmente le sue mansioni erano di collaboratore alle sceneggiature, in seguito venne preso come assistente alla regia da Yoshitarō Nomura e Yasujirō Ozu, regista che ha influenzato molto il suo stile e del quale oggi viene considerato il maggiore erede[1].

La prima sceneggiatura scritta da Yamada risale al 1958, mentre la sua prima regia è del 1961 con Nikai no Tanin.

La serie di Tora-san

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Per diverso tempo, Yamada è stato noto in Giappone e nel mondo per aver diretto una lunghissima serie di pellicole che va sotto il nome di Otoko wa tsurai yo (in italiano si può tradurre con "È dura essere un uomo"). Questi film hanno per protagonista Tora-san, un simpatico vagabondo sfortunato in amore, personaggio che ha accompagnato Yamada per 26 anni della sua carriera artistica.

Infatti, dal 1969 al 1995, il regista ha diretto ben 46 capitoli della serie sui 48 di cui è composta (non diresse solo il terzo e il quarto). Otoko wa tsurai yo, dopo la serie di pellicole di arti marziali di Wong Fei Hung, viene attualmente[2] considerata la serie cinematografica più lunga della storia del Cinema[3].

La fortunata serie fu interrotta a causa dei problemi di salute del protagonista, Kiyoshi Atsumi, alla morte del quale Yamada decise di non proseguire, nemmeno per dare un finale che molti fan chiedevano. Nel 2018 si è però avviato un progetto per una pellicola celebrativa con uscita nel 2019, a 50 anni dal primo film della serie[4].

Dopo Tora-san

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Alla chiusura di Otoko wa tsurai yo, Yamada seppe andare oltre dirigendo altri film di successo come Il fazzoletto giallo (1977) e, soprattutto, la cosiddetta "Trilogia dei samurai" composta da Il crepuscolo del samurai (2002), Kakushi ken: Oni no tsume (2004) e Love and Honor (2006).

Nella sua lunghissima carriera ha ricevuto innumerevoli premi, soprattutto in patria, dove è uno dei registi più apprezzati dalla critica e dal pubblico. Ha presieduto il sindacato dei registi giapponesi ed è docente alla Università Ritsumeikan.

Riconoscimenti

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Nel 1972 è stato premiato con il Kikuchi Kan Prize, riservato a coloro che promuovono la cultura giapponese[5]. Nel 2012 è stato insignito dell'Ordine della Cultura. Nel 2010 a Berlino ha ricevuto la Berlinale Kamera, premio onorifico per la sua carriera[6].

Il crepuscolo del samurai ricevette il numero record di 12 premi agli Awards of the Japanese Academy del 2002 e fu anche candidato all'Oscar al miglior film in lingua straniera l'anno seguente.

Filmografia parziale

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Sceneggiatore

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  1. ^ Il cinema di Yoji Yamada in prima tv su Fuori Orario da stanotte - SentieriSelvaggi, su sentieriselvaggi.it. URL consultato l'11 aprile 2018.
  2. ^ Dicembre 2023.
  3. ^ (DE) Tora-San, Our Lovable Tramp (1969), su molodezhnaja.ch. URL consultato l'11 aprile 2018.
  4. ^ (JA) 男はつらいよ50 おかえり、寅さん, su tora-san.jp. URL consultato l'11-4-2019.
  5. ^ (JA) 菊池賞 (Kikuchi Prize), su bunshun.co.jp. URL consultato il 20 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2013).
  6. ^ (EN) Prizes & Honours 2010, su berlinale.de. URL consultato il 26-3-2018 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2019).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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