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Partito Comunista del Vietnam

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Partito Comunista del Vietnam
(VI) Đảng Cộng sản Việt Nam
SegretarioTô Lâm
StatoVietnam (bandiera) Vietnam
SedeHanoi
Fondazione3 febbraio 1930
IdeologiaComunismo
Marxismo-leninismo
Nazionalismo di sinistra
Pensiero di Ho Chi Minh
Fino al 1954
Indipendentismo
CollocazioneEstrema sinistra
CoalizioneFronte della Patria Vietnamita
Affiliazione internazionaleIncontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
Seminario Comunista Internazionale
Seggi Assemblea nazionale
485 / 500
TestataNhân Dân
Organizzazione giovanileUnione Giovanile Comunista Ho Chi Minh
Iscritti5.300.000 (2021)
ColoriRosso
Sito webdangcongsan.vn
Bandiera del partito

Il Partito Comunista del Vietnam (in Lingua vietnamita Đảng Cộng sản Việt Nam) è il partito politico dominante della Repubblica Socialista del Vietnam. È un partito comunista marxista-leninista supportato dal Fronte della Patria Vietnamita, unico partito legale all'interno del Paese sudest-asiatico.

Colonizzazione francese dell'Indocina

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A partire dal 1858, la Francia iniziò a colonizzare il Vietnam. Dopo aver conquistato territori nell'Annam, nel centro dell'odierno Vietnam, e a sud in Cocincina, l'intera nazione fu assoggettata dopo la vittoria nella guerra franco-cinese nel 1885. La colonizzazione della Cambogia ebbe inizio nel 1863 e fu portata a termine nel 1906 sottraendo al Siam, l'odierna Thailandia, il controllo delle province occidentali cambogiane. Anche l'odierno Laos fu sottratto ai siamesi, che avevano in parte annesso e in parte reso stati vassalli i precedenti regni laotiani; iniziata nel 1893, la conquista del Laos ebbe termine nel 1907. Fondata nel 1887 con capitale a Saigon, la federazione coloniale Indocina francese assorbì gradualmente tutti i territori conquistati nella regione. Nel 1902 la capitale fu spostata ad Hanoi.

Primi movimenti anti-francesi

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Le prime organizzazioni anti-colonialiste indocinesi nacquero in Vietnam agli inizi del XIX secolo ed erano di stampo monarchico e illuminista. Le prime dimostrazioni ebbero luogo nel 1908 e furono duramente represse dal governo coloniale, che nel disperderle fece diverse vittime. Al termine della prima guerra mondiale, le ribellioni cominciarono anche tra i vietnamiti arruolati nell'esercito coloniale. Vi partecipò anche il giovane imperatore vietnamita Duy Tân, che fu catturato e deportato nella remota isola della Reunion. Tra i più importanti capi delle rivolte vi fu Phan Bội Châu, che preparò l'insurrezione sotto il profilo politico e militare; messo agli arresti domiciliari nel 1925, sarebbe stato di esempio per i rivoluzionari dei periodi successivi. Al suo arresto, larghi strati della popolazione meno abbiente organizzarono dimostrazioni di protesta.[1]

Nascita del movimento comunista

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Nel 1925, l'espatriato vietnamita Ho Chi Minh fondò in Cina la Thanh Nien Cach Menh Dong Chi Hoi (Lega della Gioventù Rivoluzionaria). Dopo aver girato il mondo lavorando nelle navi, a Parigi aveva maturato le idee del marxismo-leninismo, diventando nel 1920 uno dei fondatori del Partito Comunista Francese. Dopo aver partecipato a Mosca alla sessione del 1924 del Comintern, si era stabilito per i due anni successivi nella città cinese di Canton, allo scopo di esercitare giovani vietnamiti alla rivoluzione. In quel periodo fondò anche la Lega della Gioventù Comunista (Thanh Nien Cong San Doan). Tra le sue principali attività vi fu la stampa e la distribuzione in Indocina di un giornale che prospettava la via comunista all'indipendenza. Con l'ascesa al potere di Chiang Kai-shek, si rifugiò in Russia nel 1927.[2]

Lo stesso argomento in dettaglio: Partito Comunista Indocinese.

Il 17 giugno 1929, alcuni tra i membri più radicali della Gioventù Comunista fondarono ad Hanoi il Partito Comunista Indocinese, che si espanse subito ed organizzò diverse manifestazioni e scioperi. Nel giro di un mese fu in grado di indire il primo Congresso Nazionale dei Sindacati Rossi. In quello stesso periodo si formarono altri partiti comunisti; i rimanenti membri della Gioventù Comunista diedero vita al Partito Comunista dell'Annam (An Nam cộng sản Đảng), e altri ancora formarono Lega dei Comunisti Indocinesi (Đông Dương cộng sản liên đoàn). La frammentazione del movimento fu ampiamente criticata dal Comintern, che esortò Ho Chi Minh a recarsi a Hong Kong per unificare i vari partiti.[2]

Alla presenza di Ho e di diversi rappresentanti di tali partiti, il 3 febbraio 1930 fu fondato a Hong Kong il Partito Comunista del Vietnam (Viet Nam Cong San Dang). Poco tempo dopo, su richiesta del Comintern, alla prima seduta plenaria della nuova formazione il suo nome fu cambiato e fu ripreso l'originale Partito Comunista Indocinese, coinvolgendo in tal modo anche i comunisti di Laos e Cambogia. Fu data una struttura alla nuova compagine, Ho diede la direttiva di formare varie organizzazioni affiliate al partito, tra cui sindacati, associazioni di donne, giovani e contadini, e presentò gli obiettivi da raggiungere.[2]

Il primo Congresso nazionale del Partito si svolse in segreto a Macao nel 1935. In quel periodo, il congresso del Comintern a Mosca adottava la politica dei fronti nazionali contro il fascismo e stabilì l'alleanza dei movimenti comunisti del mondo con le forze anti-fasciste, nonostante il loro giudizio sul marxismo. Esso richiese al PCI di vedere i partiti nazionalisti in Indocina come potenziali alleati.

Fondazione del movimento Viet Minh

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Nel 1940, Ho Chi Minh si trasferì a Kunming, nella Cina del sud-ovest, dopo sette anni trascorsi a Mosca. Vi stabilì il quartier generale e riprese i contatti con i vertici del partito. Tornò in Vietnam nel febbraio del 1941, dopo trent'anni di assenza, ed organizzò un altro quartier generale nelle grotte di Pac Bo, vicino alla frontiera cinese, dove in marzo si tenne l'ottava sessione plenaria del partito. Fu in tale circostanza che venne fondato il movimento Viet Minh, un progetto egemonizzato dal partito comunista.

I primi obiettivi che si pose Viet Minh furono la diffusione del suo apparato su tutto il territorio vietnamita e il consolidamento delle basi settentrionali in mano ai guerriglieri, lontane dal controllo dei francesi ma vicine alla Cina dove era possibile fuggire o esercitarsi. I Viet Minh si attestarono nella zona di Viet Bac, che comprendeva diverse province settentrionali.

Formale dissoluzione

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L'11 novembre 1945, il Comitato Centrale dichiarò la dissoluzione del Partito Comunista Indocinese, con la quale fu proclamato che i suoi membri da quel momento si sarebbero consacrati all'unità nazionale all'interno del Viet Minh.[3] In realtà il partito rimase in vita, la dissoluzione fu solo una formalità per mascherare l'influenza comunista all'interno del Viet Minh, ma i vertici continuarono a riunirsi in segreto e a stabilire le direttive su cui i comunisti vietnamiti avrebbero dovuto muoversi.[4] Ufficialmente, i comunisti continuarono a riunirsi nell'Associazione di Studio del Marxismo.

Scissione del Partito Comunista Indocinese e sviluppo di quello vietnamita

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Con la crescita dei movimenti nazionali nei Paesi vicini, al secondo Congresso nazionale a Tuyen Quang, tenutosi nel 1951, il Partito si scisse in tre distinte formazioni: in Vietnam prese il nome Partito dei Lavoratori del Vietnam (Đảng lao động Việt Nam), in Laos divenne il Partito Rivoluzionario del Popolo Lao, che è tuttora al potere, mentre in Cambogia fu formato il Partito Comunista di Kampuchea dei Khmer rossi, che si sarebbe dissolto nel 1981. Il Congresso si svolse nel territorio del Vietnam settentrionale controllato dai Viet Minh. Il terzo Congresso nazionale, svoltosi ad Hanoi nel 1960, formalizzò il compito di costruzione del socialismo in quello che era il Vietnam del Nord, o Repubblica Democratica del Vietnam (RDV), e impegnò il Partito nell'adempimento della rivoluzione di liberazione nel sud. Al quarto Congresso nazionale, che si svolse nel 1976 dopo la fine della guerra del Vietnam con la riunificazione del paese, il nome del Partito fu cambiato in Partito Comunista del Vietnam.

Organizzazione

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Il PCV è un partito marxista-leninista basato sul centralismo democratico. Il supremo corpo direttivo è il Politburò guidato dal segretario generale. Il Politburò è eletto dal Comitato Centrale, ed il Comitato Centrale è eletto dal Congresso Nazionale. Nel 1976, dopo la riunificazione del Nord e del Sud del Vietnam, il Comitato Centrale fu esteso a 133 membri anziché a 77 e il Politburò crebbe da 11 a 17 membri mentre il Segretariato fu ampliato da 7 a 9 membri.

I membri del Partito passarono da 760.000 nel 1966, a 1.553.550 nel 1973, rappresentando il 3,1% della popolazione totale del paese.

Il titolo di presidente del Comitato Centrale, esistito da 1951 al 1969, fu ricoperto da Hồ Chí Minh. Questa posizione era considerata come la massima carica del Partito.

Il Congresso Nazionale del PCV ha luogo ogni cinque anni. A causa delle guerre combattute contro le truppe della Francia e degli USA, i primi 4 Congressi non si svolsero secondo il classico regolamento. Dopo il Congresso Fondativo, hanno avuto luogo altri 12 Congressi Nazionali.

  • I Congresso, Macao (Portogallo), 1935.
  • II Congresso, Tuyen Quang, 1951.
  • III Congresso, Hanoi, 1960.
  • IV Congresso, Hanoi, 1976.
  • V Congresso, Hanoi, 1982.
  • VI Congresso, Hanoi, 1986.
  • VII Congresso, Hanoi, 1991.
  • VIII Congresso, Hanoi, 1996.
  • IX Congresso, Hanoi, 2001.
  • X Congresso, Hanoi, 2006.
  • XI Congresso, Hanoi, 2011.
  • XII Congresso, Hanoi, 2016.
  • XIII Congresso, Hanoi, 2021.

Dieci persone sono divenute Primi Segretari (1960-1976) e/o segretari generali (1930-1969 e dal 1976):

  • Trần Phú (1930-1931),
  • Lê Hồng Phong (1935-1936),
  • Hà Huy Tập (1936-1938),
  • Nguyễn Văn Cừ (1938-1940),
  • Trường Chinh (1941-1946 e 1986),
  • Lê Duẩn (1960-1986),
  • Nguyễn Văn Linh (1986-1991),
  • Đỗ Mười (1991-1997),
  • Lê Khả Phiêu (1997-2001),
  • Nông Đức Mạnh (2001-2011),
  • Nguyễn Phú Trọng (dal 2011 -2024).
  • Tô Lâm (dal 2024).

Al sesto Congresso Nazionale del Partito, avvenuto nel dicembre 1986, Nguyễn Văn Linh fu eletto segretario generale, con un Politburò di 14 membri ed il Comitato Centrale ampliato a 173 membri.

Al nono Congresso Nazionale nel 2001, Nong Duc Manh fu eletto segretario generale. È stato riconfermato al decimo Congresso Nazionale del 2006.

L'attuale Politburò è stato eletto nel gennaio 2016, esso determina le linee guida del governo, e il Segretariato segue giorno per giorno l'esecuzione della politica. Anche se c'è stato un tentativo di evitare che le alte cariche del Partito occupassero posti di potere nello Stato, questa pratica continua. La Commissione Militare Centrale del Partito, composta da membri del Politburò e altri dirigenti militari, determina la politica militare.

Il Congresso Nazionale, comprendente 1.510 delegati al suo dodicesimo raduno a gennaio 2016, si incontra ogni 5 anni per stabilire la direzione del Partito. Il Comitato Centrale si incontra solitamente due volte all'anno, il Politburò ancora più frequentemente e il Segretariato responsabile delle attività quotidiane sotto la direzione del segretario generale.

Il Partito Comunista del Vietnam ha assunto il marxismo-leninismo e il pensiero di Hồ Chí Minh come base ideologiche proprie e della rivoluzione. Nonostante ciò, ha avviato e sostenuto riforme di mercato nel paese.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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