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Gran Premio del Portogallo 1984

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Portogallo (bandiera) Gran Premio del Portogallo 1984
404º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 16 di 16 del Campionato 1984
Data 21 ottobre 1984
Nome ufficiale XIII Grande Prêmio de Portugal
Luogo Estoril
Percorso 4,350 km
Distanza 70 giri, 304,500 km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Brasile (bandiera) Nelson Piquet Austria (bandiera) Niki Lauda
Brabham-BMW in 1'21"703 McLaren-TAG Porsche in 1'22"996
(nel giro 51)
Podio
1. Francia (bandiera) Alain Prost
McLaren-TAG Porsche
2. Austria (bandiera) Niki Lauda
McLaren-TAG Porsche
3. Brasile (bandiera) Ayrton Senna
Toleman-Hart

Il Gran Premio del Portogallo 1984 è stata la sedicesima, e ultima, gara del Campionato mondiale di Formula 1 1984. Si è corsa domenica 21 ottobre sul Circuito di Estoril. La gara è stata vinta dal francese Alain Prost su McLaren-TAG Porsche; per il vincitore si trattò del sedicesimo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il compagno di scuderia, l'austriaco Niki Lauda e il brasiliano Ayrton Senna su Toleman-Hart.

Grazie a questi risultati Niki Lauda si aggiudicò, per la terza volta in carriera, il Campionato mondiale piloti di Formula 1. Quello di Senna fu il terzo, e ultimo, podio per la Toleman.[1] Il Gran Premio fu anche l'ultimo per la scuderia tedesca ATS.

Sviluppi futuri

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L'ingegner Carlo Chiti annunciò il suo abbandono dall'Alfa Romeo, per passare alla Motori Moderni.[2]

All'indomani del Gran Premio d'Europa, in una riunione a Parigi, la FISA pubblicò una seconda bozza del calendario per il 1985. Veniva confermata la partenza da Dallas, il 24 marzo, e la chiusura 26 ottobre in Sudafrica. La grossa novità era l'esclusione del Gran Premio di Monaco. Il problema riguardava il contratto televisivo concluso dagli organizzatori della gara monegasca con il network statunitense ABC, che escludeva dagli introiti la FISA e la FOCA. Veniva prevista anche una gara a Roma, solo però come riserva nel caso una delle gare ammesse al calendario non fosse stata confermata.[3]

Analisi per il campionato

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La FISA, nella riunione di Parigi, decise anche di riscrivere tutte le classifiche dei gran premi disputati, non tenendo conto dei piazzamenti dei piloti della Tyrrell, squalificata per irregolarità tecniche.[3] Ciò portò a ridurre di un punto il vantaggio con cui Niki Lauda comandava la classifica riservata ai piloti, sul compagno di scuderia Alain Prost. L'austriaco, che ora aveva solo 3,5 punti di margine, si sarebbe aggiudicato il suo terzo titolo piloti se:

  • Fosse giunto primo o secondo;
  • Fosse giunto terzo o quarto, con Prost non vincente;
  • Fosse giunto quinto o sesto, con Prost né primo né secondo;
  • Prost non fosse giunto a podio.

Nelle altre combinazioni di risultato Prost avrebbe conquistato il suo primo titolo.

Di seguito è riportata la situazione, in base ai piazzamenti e alle possibili combinazioni, tra i due contendenti del campionato:

Piazzamenti totali
Pos Pilota Punti
1 Austria (bandiera) Niki Lauda 5 3 0 1 0 0 66
2 Francia (bandiera) Alain Prost 6[4] 1 1 1 0 0 62,5
Condizioni per ogni pilota per vincere il campionato
Pilota Risultato
(punti totali)
Punti rivale
(punti totali nel caso)
Lauda Prost
Austria (bandiera) Niki Lauda 75 — (68,5)
72 — (71,5)
70 2° (68,5)
69 2° (68,5)
68 3° (66,5)
67 3° (66,5)
≥ 6° 66 4° (65,5)
Francia (bandiera) Alain Prost 71,5 3° (70)
68,5 5° (68)
66,5 ≥ 6° (66)

Avendo la gara di Montecarlo assegnato solo metà punti, i due piloti non possono trovarsi a pari punti al termine del gran premio del Portogallo, a meno che anche tale gara non termini assegnando solo metà dei punti previsti. Il regolamento 1984 prevedeva che contassero solo i migliori 11 risultati: né Lauda né Prost dovevano scartare nulla.

Aspetti tecnici

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Anche sulla Toleman di Stefan Johansson venne montata l'iniezione elettronica. Entrambe le Brabham vennero dotate di freni a carbonio SEP.[1]

Aspetti sportivi

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La Formula 1 tornava in Portogallo dopo 24 anni (ultima apparizione nel 1960 con vittoria di Jack Brabham su Cooper-Climax). Il Gran Premio del Portogallo si era poi svolto, tra il 1964 e il 1966, prima con vetture sport, poi con vetture di Formula 3. La gara veniva ospitata sul Circuito di Estoril, poco più lungo di 4 kilometri, situato nei pressi di Cascais, costruito nel 1972. I lavori di adeguamento del circuito vennero completati prima della gara, mentre rimasero ancora incomplete le opere a supporto degli spettatori.[1]

L'inserimento della gara portoghese fu favorito dal mancato accordo per l'inserimento, nel calendario iridato, del Gran Premio di Spagna,[5] tanto che solo a giugno venne fissato, per il 21 ottobre, il gran premio.[6]

La Renault iscrisse una terza vettura (che non avrebbe potuto però iscrivere punti iridati), affidata al pilota collaudatore della scuderia francese, Philippe Streiff, al suo esordio nel mondiale di F1. Streiff aveva corso, nella stagione, in Formula 2. Era la prima volta che la casa francese faceva correre più di due vetture in uno stesso gran premio. Anche la McLaren iscrisse una terza vettura, per Stefan Bellof, in uscita dalla Tyrrell. In questo caso però l'ingaggio fu abbandonato. La Spirit cercò di far correre di nuovo Huub Rothengatter, già impegnato in diverse gare della stagione, ma l'iscrizione venne rifiutata, in quanto giunta troppo tardi.

Nelle prove libere del giovedì il più veloce fu Alain Prost, che fece segnare 1'26"196. Il francese precedette Elio De Angelis, staccato di circa sei decimi, e Ayrton Senna, staccato di cinque centesimi dal tempo dell'italiano della Lotus. L'altro pilota che lottava per il titolo, Niki Lauda, chiuse quarto. La pista risultò poco gommata, anche a causa dei lavori degli ultimi mesi, che avevano depositato molta polvere sul tracciato. I piloti si lamentarono per qualche imperfezione dell'asfalto.[7]

Al venerdì Teo Fabi dovette abbandonare il circuito per la perdita del padre. La Brabham, non potendo ricorrere nemmeno al fratello Corrado, impiegato in stagione al posto di Teo, scelse, per la seconda vettura Manfred Winkelhock, appiedato dall'ATS.[1]

La sessione di prove ufficiali del venerdì si svolsero, quasi interamente, con pioggia e nebbia. Il drenaggio della pista risultò scarso: Gerhard Berger fu vittima di un grosso incidente, che ferì anche tre commissari, che furono portarti all'ospedale per accertamenti. I migliori tempi, in questa fase, erano delle due McLaren e di De Angelis.

Solo al termine della sessione il sole rifece capolino, ciò che permise ai piloti di migliorare i tempi della prima parte delle qualifiche. Quando venne indicato ad Alain Prost di rientrare ai box, il francese fece invece un ulteriore giro, ottenendo il miglior tempo. Prost rientrò poi, ma fermandosi in una posizione che impediva a Lauda di effettuare il cambio gomme. L'austriaco decise di abbandonare la vettura e le qualifiche, ma venne convinto a cercare un giro veloce da Ron Dennis, team principal alla McLaren. Il poco tempo a disposizione non consentì però a Lauda di cogliere un tempo. Prost spiegò la sua manovra, al fine di evitare di investire qualcuno dei meccanici delle varie scuderie, nel caos che si era creato nei box. In questa fase finale di sessione Nelson Piquet ruppe il motore della sua Brabham, spandendo olio sul rettifilo dei box; sulla macchia scivolò Philippe Streiff, che fu costretto a parcheggiare la sua monoposto al bordo della pista. Poco dopo anche Jacques Laffite perse il controllo della sua monoposto nello stesso punto, uscendo di pista e colpendo la macchina di Streiff.[8]

Stefan Johansson ottenne il quarto tempo, ottenuto nei primissimi minuti della sessione, nei quali il tempo era ancora sereno. In quella fase si erano trovate nelle prime posizioni anche le due Osella.[9]

Al sabato le qualifiche si svolsero con pista asciutta, cosa che ribaltò la graduatoria. Nelson Piquet bruciò nei minuti finali Prost, conquistando la sua nona pole position della stagione, eguagliando così il record di partenze al palo per un pilota in una stagione, che apparteneva anche a Ronnie Peterson (1973) e a Niki Lauda (1974 e 1975).[10] Prost rimase secondo, mentre Lauda fu solo undicesimo: l'austriaco ebbe problemi elettrici al mattino, poi commise un errore nel suo primo tentativo veloce, poi venne bloccato dalla rottura del motore. Senna conquistò il terzo tempo, accompagnato in seconda fila da Keke Rosberg. Il finlandese ruppe due motori e due turbo. Non qualificato a pochi minuti dalla fine della sessione, il pilota della Williams passò al muletto e colse il tempo che lo portò in quarta posizione. L'unico non qualificato era Philippe Alliot, ma a causa della tardiva iscrizione di Manfred Winkelhock alla Brabham, i commissari ammisero al via anche il francese della RAM.[1][11]

I risultati delle qualifiche[12] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 1 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 1'21"703 1
2 7 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 1'21"774 2
3 19 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 1'21"936 3
4 6 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 1'22"049 4
5 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 1'22"291 5
6 12 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 1'22"319 6
7 15 Francia (bandiera) Patrick Tambay Francia (bandiera) Renault 1'22"583 7
8 27 Italia (bandiera) Michele Alboreto Italia (bandiera) Ferrari 1'22"686 8
9 16 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Francia (bandiera) Renault 1'22"801 9
10 20 Svezia (bandiera) Stefan Johansson Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 1'22"942 10
11 8 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 1'23"183 11
12 22 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'24"048 12
13 33 Francia (bandiera) Philippe Streiff Francia (bandiera) Renault 1'24"089 13
14 23 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'24"235 14
15 5 Francia (bandiera) Jacques Laffite Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 1'24"437 15
16 17 Svizzera (bandiera) Marc Surer Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 1'24"688 16
17 28 Francia (bandiera) René Arnoux Italia (bandiera) Ferrari 1'24"848 17
18 18 Belgio (bandiera) Thierry Boutsen Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 1'25"115 18
19 2 Germania (bandiera) Manfred Winkelhock Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 1'25"289 19
20 26 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Francia (bandiera) Ligier-Renault 1'26"082 20
21 25 Francia (bandiera) François Hesnault Francia (bandiera) Ligier-Renault 1'26"701 21
22 24 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 1'26"840 22
23 14 Austria (bandiera) Gerhard Berger Germania (bandiera) ATS-BMW 1'28"106 23
24 30 Austria (bandiera) Jo Gartner Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 1'28"229 24
25 21 Italia (bandiera) Mauro Baldi Regno Unito (bandiera) Spirit-Hart 1'29"001 25
26 10 Regno Unito (bandiera) Jonathan Palmer Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 1'29"397 26
Vetture non qualificate
NQ 9 Francia (bandiera) Philippe Alliot Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 1'30"406 27[13]

Al termine del warm up Alain Prost decise, in seguito a una perdita d'olio, di cambiare il motore della sua monoposto.

Keke Rosberg e Nigel Mansell furono autori di una bella partenza, che li portò nei primi due posti, davanti a Alain Prost e Nelson Piquet. Il brasiliano, nel corso del primo giro, finì in testacoda alla Esses: Piquet fu capace di riprendere la gara, ma fu costretto a veder sfilare tutto il plotone di vetture. Al secondo giro Prost sfruttò un errore di Mansell, per passare secondo. Nei giri seguenti il francese si mise alla caccia di Rosberg, che resistette a un primo attacco, al sesto giro. Lauda, invece, aveva iniziato la sua rimonta, ma risultava ancora al di fuori della zona dei punti.

Al nono giro, dopo un altro tentativo infruttuoso, Prost colse il comando passando Rosberg. Seguivano poi Mansell, Ayrton Senna, Michele Alboreto, Elio De Angelis, Derek Warwick, Stefan Johansson e Niki Lauda. Il giro dopo Warwick passò De Angelis, mentre Rosberg dovette resistere al tentativo di sorpasso di Mansell. Il britannico e il finlandese sfiorarono la collisione in un paio di occasioni, mentre al giro 13 Mansell effettuò infine il sorpasso.

Al tredicesimo giro Warwick finì in testacoda, fallendo un tentativo per passare Alboreto: fu poi costretto subito ai box, per cambiare gli pneumatici. Lauda, ora ottavo, mise pressione su Johansson; l'austriaco contava già venti secondi di distacco da Prost che, al momento, sarebbe stato campione del mondo. Al diciottesimo passaggio, sfruttando la perdita di potenza del motore della Lotus di De Angelis, sia Johansson che Lauda passarono il pilota italiano. Il giro seguente Senna passò Rosberg, per il terzo posto.

Lauda, al giro 27, cercando di sfruttare una piccola sbavatura di Johansson, tentò un sorpasso: la vettura dell'austriaco danneggiò per l'alettone anteriore della Toleman, ma finalmente Lauda poté sopravanzare lo svedese. Il giro dopo Lauda passò anche Alboreto, portandosi al quinto posto, non ancora sufficiente però per scalzare Prost dal titolo mondiale. Al giro 30 Johansson fu costretto a fermarsi ai box per sostituire l'alettone.

La rimonta di Niki Lauda proseguì al trentunesimo passaggio, quando ebbe la meglio anche su Rosberg. Due giri dopo, e il pilota della McLaren superò anche Senna, sul rettilineo dei box. Per vincere il titolo però Lauda, con Prost sempre primo, avrebbe dovuto scalare secondo, passando Mansell, che aveva un ampio margine. Al giro 39 fu costretto all'abbandono Keke Rosberg, per la rottura del motore.

Al quarantaquattresimo giro Alboreto, in lotta con Senna per il quarto posto, terminò in testacoda, ma fu capace di proseguire la gara, tra l'altro senza perdere posizioni. Lauda si trovò, nei giri successivi, ancora Johansson davanti, questa volta però da doppiato. Lo svedese chiuse la traiettoria all'austriaco, che faticò mezzo giro a passarlo. Poco dopo l'austriaco si trovò a doppiare un piccolo plotone di piloti, cosa gli fece perdere altro tempo prezioso.

Al cinquantaduesimo giro ci fu la svolta decisiva per il titolo: un problema ai freni sulla Lotus di Mansell, portò fuori pista il britannico, costringendolo al ritiro. Lauda si ritrovò secondo, posizione, che per solo mezzo punto, gli avrebbe consentito di cogliere il titolo piloti. Le due McLaren abbassarono il ritmo di gara, che consentì a qualche pilota di sdoppiarsi.

Al sessantaquattresimo giro Nelson Piquet, dopo una lunga rimonta, entrò in zona punti, passando Patrick Tambay. Poco prima era giunto sul duo proprio Lauda, che evitò qualsiasi possibile contatto. Il giro dopo l'austriaco si trovò un nuovo pericolo sulla sua strada, quando, poco davanti alla sua vettura, esplose il motore dell'Osella di Piercarlo Ghinzani.

Alain Prost vinse la sua settima gara stagionale, eguagliando il record di vittorie in stagione che apparteneva a Jim Clark. Lauda, col secondo posto, si aggiudicò il suo terzo titolo mondiale, a 7 anni di distanza dal secondo. Lauda prevalse col margine di solo mezzo punto sul francese, compagno di team. Senna giunse terzo, segnando l'ultimo podio per la Toleman e anche ultima volta che il team inglese andò a punti.[1]

I risultati del gran premio[14] furono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Griglia Punti
1 7 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 70 1h41'11"753 2 9
2 8 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 70 + 13"425 11 6
3 19 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 70 + 20"042 3 4
4 27 Italia (bandiera) Michele Alboreto Italia (bandiera) Ferrari 70 + 20"317 8 3
5 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 70 + 1'32"169 5 2
6 1 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 69 + 1 giro 1 1
7 15 Francia (bandiera) Patrick Tambay Francia (bandiera) Renault 69 + 1 giro 7  
8 22 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Italia (bandiera) Alfa Romeo 69 + 1 giro 12  
9 28 Francia (bandiera) René Arnoux Italia (bandiera) Ferrari 69 + 1 giro 17  
10 2 Germania (bandiera) Manfred Winkelhock Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 69 + 1 giro 19  
11 20 Svezia (bandiera) Stefan Johansson Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 69 + 1 giro 10  
12 26 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Francia (bandiera) Ligier-Renault 69 + 1 giro 20  
13 14 Austria (bandiera) Gerhard Berger Germania (bandiera) ATS-BMW 68 + 2 giri 23  
14 5 Francia (bandiera) Jacques Laffite Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 67 + 3 giri 15  
15 21 Italia (bandiera) Mauro Baldi Regno Unito (bandiera) Spirit-Hart 66 + 4 giri 25  
16 30 Austria (bandiera) Jo Gartner Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 65 Mancanza di benzina[15] 24  
17 23 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Alfa Romeo 64 + 6 giri 14  
Rit 24 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 60 Motore 22  
Rit 12 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 52 Testacoda 6  
Rit 16 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Francia (bandiera) Renault 51 Cambio 9  
Rit 33 Francia (bandiera) Philippe Streiff Francia (bandiera) Renault 48 Trasmissione 13  
Rit 6 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 39 Motore 4  
Rit 25 Francia (bandiera) François Hesnault Francia (bandiera) Ligier-Renault 31 Problemi elettrici 21  
Rit 18 Belgio (bandiera) Thierry Boutsen Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 24 Trasmissione 18  
Rit 10 Regno Unito (bandiera) Jonathan Palmer Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 19 Cambio 26  
Rit 17 Svizzera (bandiera) Marc Surer Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 8 Problemi elettrici 16  
Rit 9 Francia (bandiera) Philippe Alliot Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 2 Motore 27  
NA 32 Germania (bandiera) Stefan Bellof Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche
ES 34 Paesi Bassi (bandiera) Huub Rothengatter Regno Unito (bandiera) Spirit-Hart Iscrizione rifiutata
  1. ^ a b c d e f (FR) 16. Portugal 1984, su statsf1.com. URL consultato l'8 gennaio 2019.
  2. ^ Tra Chiti e l'Alfa l'addio è ufficiale, ricerca.repubblica.it, 19 ottobre 1984. URL consultato il 22 aprile 2009.
  3. ^ a b Montecarlo cancellato dalla F.1, in La Stampa, 10 ottobre 1984, p. 23. URL consultato il 22 novembre 2017.
  4. ^ Il Gran Premio di Monaco assegna solo metà punti così la vittoria portò a Prost solo 4,5 punti.
  5. ^ (ES) Fuengirola, un gran premio condenado, in El Mundo Deportivo, 23 maggio 1984, p. 34.
  6. ^ (ES) Estoril, por Fuengirola, in El Mundo Deportivo, 2 giugno 1984, p. 40.
  7. ^ Cristiano Chiavegato, Il re del Portogallo è subito Prost, in La Stampa, 19 ottobre 1984, p. 27. URL consultato l'11 gennaio 2019.
  8. ^ Alboreto è ottavo Solo 21° Arnoux, in La Stampa, 20 ottobre 1984, p. 23. URL consultato l'11 gennaio 2019.
  9. ^ Cristiano Chiavegato, Lauda e Prost, quasi una rissa, in La Stampa, 20 ottobre 1984, p. 23. URL consultato l'11 gennaio 2019.
  10. ^ (FR) Statistiques Pilotes-Pole positions Dans une année, su statsf1.com. URL consultato l'11 gennaio 2019.
  11. ^ Cristiano Chiavegato, Prost all'attacco, Lauda all'inseguimento, in La Stampa, 21 ottobre 1984, p. 25. URL consultato l'11 gennaio 2019.
  12. ^ Risultati delle qualifiche, su statsf1.com.
  13. ^ Inizialmente non qualificato, Philippe Alliot venne ammesso al via dai commissari.
  14. ^ Risultati del gran premio, su statsf1.com.
  15. ^ Jo Gartner, pur se ritirato, venne classificato, avendo coperto più del 90% della distanza.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1984
 

Edizione precedente:
1966
Gran Premio del Portogallo Edizione successiva:
1985
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