Anna Castelli Ferrieri
Anna Castelli Ferrieri (Milano, 6 agosto 1918 – Milano, 22 giugno 2006) è stata una designer, architetta e accademica italiana.
Biografia
Anna Ferrieri nasce a Milano il 6 agosto 1920[1]. Il padre Enzo, intellettuale, editore e fondatore della rivista Convegno, aveva dato vita ad un circolo culturale, frequentato da figure quali Luigi Pirandello, Umberto Saba e Eugenio Montale[2][3].
Stimolata dalle avanguardie della Bauhaus[2], nel 1938 inizia a studiare architettura presso il Politecnico di Milano[4]; durante questi anni sarà allieva di Franco Albini da cui apprenderà l'approccio razionalistico[1]. Lavorando nel suo studio entra in contatto con architetti quali Piero Bottoni ed Ernesto Nathan Rogers, impegnati nella ricostruzione di Milano[3].
Laureatasi in architettura nel 1942 presso il Politecnico di Milano, lascia Milano durante l'occupazione tedesca a fianco del marito Giulio Castelli, con il quale crescerà due figli[2][5], Valerio e Maria. Rientrata, nel 1946 fonda un proprio studio, diventa caporedattrice della rivista di architettura, Casabella Costruzioni[2] e corrispondente italiana del periodico inglese Architectural Design[3][5].
Muore il 22 giugno 2006[6][7].
Carriera
Per la Triennale di Milano del 1947 cura con di Luciano Canella, l'allestimento della Mostra del Mobile per il quale riceve il Diploma d'Onore, e la Medaglia d'Oro per un letto per bambini e una poltrona[3]. Tra il 1959 e il 1973 collabora, e in seguito ne diviene associata, con Ignazio Gardella, un architetto razionalista - organico.[1][2]
Tra le opere realizzate vi sono gli uffici dell'Alfa Romeo ad Arese, della Tecnitub a Podenzano, della Castek a Milano, e della Kartell a Binasco[2][3][5]. Cura inoltre il restauro e la ricostruzione di edifici storici, tra i quali, il Chiostro del Bramante a Milano, e Palazzo Benci a Firenze[2][5]. Si occupa anche di urbanistica, con i piani regolatori di Milano, Torino e Genova, e di alcune aree di Vicenza, Stintino, Sharestenak (Iran) e in Algeria[2][3][5].
A partire dal 1966 collabora con la Kartell[4], fondata dal marito nel 1949, azienda pioniera in Italia nella produzione di oggetti di plastica d'uso quotidiano.[8] Tra i principali progetti vi sono la sedia sovrapponibile 4870[9], vincitrice del Compasso d'oro, e i mobili 4970/84, contenitori componibili per la casa[10][11], in linea con l'ideale di Anna Castelli Ferrieri secondo cui, agli oggetti di uso comune, poteva coniugarsi un design funzionale[2].
Dal 1984 al 1986 insegna Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano, e dal 1985 al 1992 è docente alla Domus Academy[1][3]. Nel 1994 progetta per la Sambonet la linea di posateria Hannah, grazie alla quale riceve nuovamente il Compasso d'oro.
Dal 1969 al 1971 Anna Castelli Ferrieri è presidente dell'Associazione per il Disegno Industriale (ADI) , socia dell'Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) e fondatrice del Movimento di studi per l'architettura (MSA)[3]. Nel 1990 fonda, assieme ai suoi ex allievi, il gruppo di progettazione ACF Officina.[2][3].
Opere e progetti
Riconoscimenti
Anna Castelli Ferrieri ha ricevuto:
- 1947 - Medaglia d'oro alla VIII Triennale di Milano
- 1973 - Bundespreis Gute Form per gli elementi componibili 4970/84
- 1987 Compasso d'oro per la sedia 4870 di Kartell (1987)
- 1994 - Compasso d'oro per la posata Hannah di Sambonet (1994).
- 1994 - Kölner Klopfer del Köln International School of Design[12]
- Nel 2016 il Comune di Milano ha deciso che il suo nome venga iscritto nel Pantheon di Milano, all'interno del Cimitero Monumentale[13].
- Nel dicembre 2017 il Comune di Milano le ha intitolato un tratto viario nella zona Citylife[14].
Note
- ^ a b c d Lezioni di design - Anna Castelli Ferrieri, Rai Educational
- ^ a b c d e f g h i j Anna Castelli Ferrieri, scienzaa2voci.unibo.it
- ^ a b c d e f g h i G. L. Ciagà, Gli archivi di architettura in Lombardia. Censimento delle fonti, Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, Soprintendenza Archivistica della Lombardia, Politecnico di Milano, 2003
- ^ a b Anna Castelli Ferrieri, AT Casa, Corriere della Sera
- ^ a b c d e Rachele Farina, Dizionario biografico delle donne lombarde, Baldini Castoldi Dalai, 1995 - pp. 447-448
- ^ È morta a Milano Anna Castelli Ferrieri, exibart.com
- ^ (EN) Julie V. Iovine, Anna Castelli Ferrieri, 87, Force in Postwar Modern Italian Design, Dies, New York Times, 28/06/2006
- ^ Raffaella Fagnoni, Design e...: primo approccio al mondo degli oggetti, Alinea Editrice, 2001 - p. 19
- ^ Piero Polato, Giovanni Sacchi, Il modello nel design, la bottega di Giovanni Sacchi, Hoepli, 1991 - pp. 81-90
- ^ Componibili di Kartell - AT Casa
- ^ Elena Frankel, Classics, Rockport Publishers, 01/nov/2001 - p. 124
- ^ (EN) 1999: Anna Castelli Ferrieri Archiviato il 18 ottobre 2011 in Internet Archive., Köln International School of Design
- ^ Decise all'unanimità le 15 personalità illustri da iscrivere nel Pantheon di Milano, su comune.milano.it, 20 settembre 2016. URL consultato il 28 settembre 2017.
- ^ A Citylife l’omaggio ad Anna Maria Ortese e Anna Castelli Ferrieri, su comune.milano.it, 11 dicembre 2017. URL consultato il 12 dicembre 2017.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Anna Castelli Ferrieri, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Anna Castelli Ferrieri, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 79423887 · ISNI (EN) 0000 0001 1772 1769 · SBN CFIV084988 · ULAN (EN) 500059451 · LCCN (EN) n82239009 · GND (DE) 119421801 · J9U (EN, HE) 987007527150605171 |
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