Violenza sulle donne con disabilità, servono interventi strutturati e servizi dedicati
Un fenomeno ancora nascosto ma che dati e rilevazioni disaggregate possono aiutare a far emergere. L'Oscad conta un aumento dei "reati spia" del 66% nell'ultimo anno. Passi avanti anche nel Libro Bianco
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Servono dati, servono servizi dedicati, serve maggiore attenzione e impegno. Le discriminazioni multiple a cui sono sottoposte le donne con disabilità che subiscono violenza di genere richiedono un’attenzione specifica per essere conosciute, evitate e quindi affrontate. A livello internazionale, il richiamo è arrivato dall’Oms che ha sottolineato come le donne con disabilità corrano rischi particolari di essere vittime di abusi, proprio perché la loro situazione è ampiamente nascosta nella maggior parte delle rilevazioni sulla violenza di genere. Eppure, la situazione di vulnerabilità le espone a un rischio maggiore di essere vittima di violenza di genere, un rischio – secondo il Forum europeo sulla disabilità – da due a cinque volte maggiore rispetto a quello delle altre donne. «Bisogna comprendere la particolarità del caso in cui donne che sono già discriminate nella loro vita, nel lavoro, nell’accesso alla sanità e sono quindi indebolite nei loro diritti diventano quindi più esposte alla violenza di genere. Serve un intervento che affronti la dimensione totale della donna con disabilità», dice Silvia Cutrera, coordinatrice donne e vicepresidente Fish Onlus.
Una violenza che ha caratteristiche proprie
Un’analisi e uno spaccato dei numeri (seppur parziale) arrivano dal monitoraggio portato avanti dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad). Il rapporto raccoglie i dati dall’ottobre 2023 al 30 settembre 2024 e mette in evidenza, tra le altre cose, la consapevolezza dell’autore dell’abuso di rivolgere la sua violenza nei confronti di una persona che può difendersi solo in maniera limitata, rispetto all’offesa subita, per ragioni che possono essere fisiche o cognitive. Questi i casi, per esempio, degli abusi sulle donne ricoverate in strutture sanitarie. Un’altra caratteristica che si amplifica è quella dell’isolamento e della difficoltà oggettiva di chiedere aiuto o, a volte, di saper rappresentare le violenze subite. Spesso, sottolinea il rapporto, la violenza è esercitata proprio da quelle persone che dovrebbero essere deputate alla cura e alla protezione delle donne.
I numeri dell'Oscad
I dati raccolti dall’ottobre 2023 al settembre 2024 mostrano un aumento del 66% dei cosiddetti “reati spia” rispetto al periodo precedente, sono emersi 540 reati contro donne con disabilità. Questo aumento è legato soprattutto al cambiamento nella raccolta dati, che permette ora il riconoscimento della caratteristica di disabilità. Un aumento quindi, dovuto sì al miglioramento della qualità del dato ma anche all’emersione di un fenomeno ancora largamente sommerso. Nel dettaglio, i maltrattamenti contro familiari commessi nei confronti di donne con disabilità sono aumentati del 34% (319 casi, di cui 15 nei confronti di minori), le violenze sessuali segnano un +74% (94 casi, di cui 11 sui minori) mentre gli atti persecutori contano 127 casi (+296%) di cui 32 nei confronti di minori. Un primo segnale quindi che si può leggere in positivo e che può aprire la strada ad avere dati disaggregati completi.
I passi avanti del Libro Bianco
Per Cutrera, «un buon punto di partenza» è anche il fatto che nel Libro Bianco redatto dal comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne ci sia una parte dedicata alle discriminazioni multiple e ai rischi che corrono le donne con disabilità, da cui dovrebbero scaturire nel triennio le linee guida per i centri antiviolenza e per tutti gli enti che si occupano di prevenzione e fuoriuscita dalla violenza. Qualcosa si sta muovendo dunque, ma la strada per garantire pari diritti e sostegno alle donne con disabilità è ancora lunga.