- Leggenda vuole che un antenato del Cirò sia stato il primo vino ufficiale delle antiche Olimpiadi, un nettare rinomato tra i greci e da donare agli atleti vincitori dei giochi. Oggi Caparra & Siciliani, storica azienda nel territorio di Cirò sul versante ionico, sotto il claim "Autoctoni per passione" punta a valorizzare la tradizione secolare della viticoltura calabrese con le moderne tecnologie e con la guida tecnica dell'enologo Jacopo Vagaggini. Una scelta vincente visti i recenti riconoscimenti nelle guide di DoctorWine e per quanto riguarda i rosati dell'Associazione italiana Sommelier.
Il giovane Vagaggini ha condotto a Roma una degustazione di quattro vini (Curiale Cirò Bianco DOC 2023; Vintage Cirò Rosso Classico Superiore 2021; Mastrogiurato IGT Calabria Rosso 2021; Lice Cirò 2021) insieme ai titolari dell'azienda Francesco Siciliani, Carlo Siciliani e Salvatore Caparra.
Il Gaglioppo, ha detto l'enologo Jacopo Vagaggini, "è estremamente interessante, ma bisogna saperlo trattare con estrema gentilezza per non cadere in un risultato piuttosto rustico e per superare la concezione di vino molto strutturato.
Per capirne al meglio la matrice e rendergli onore sono iniziate tutta una serie di prove di vinificazione con macerazioni.
Abbiamo identificato ed isolato una particella che era estremamente interessante perché c'erano delle viti con oltre 30 anni di età. Per questi vini abbiamo prolungato il periodo di affinamento in rovere francese per 18 mesi e abbiamo dovuto giocare molto sul discorso delle tostature del legno, cercando quelle più equilibrate per arrivare ad un risultato ottimale.
Dopo la permanenza in legno un passaggio in cemento grezzo, che serve al vino per ritrovare un po' del suo equilibrio e per la naturale ossigenazione e infine dentro la bottiglia un anno. Il risultato finale è un vino che è il più identitario della zona di produzione".
L'azienda conta 26 soci, una community di figli e nipoti della compagine iniziale di 70 anni fa. "Siamo una grande famiglia ancestralmente legata" spiega Carlo Siciliani nel sottolineare il nuovo corso dell'azienda innescato dalla collaborazione con Jacopo Vagaggini negli ultim tre-quattro anni. "Abbiamo fatto dei bianchi più interessanti, togliendo - precisa - lo Chardonnay per tornare nella Doc mettendo in produzione uve locali. Organizzati come una cooperativa con tanti conferitori, però la cooperativa dovrebbe essere aperta, mentre qui non esce e non entra e nessuno. Siamo noi. Una amicizia storica che lega queste due famiglie e tutti i loro derivati. Ci piacerebbe molto trasmettere alle nuove generazioni questo sentimento che ci ha tenuto uniti per 50 anni. E continuare a fare squadra per raccontare la Doc Cirò e la Calabria tutta che, con le sue 40 cantine, guarda al futuro".
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