Repubblica Ligure: differenze tra le versioni
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}}La '''Repubblica Ligure''' ([[1797]]-[[1805]]; [[1814]]) è il nome che ha connotato un antico stato preunitario dell'[[Italia]] nord-occidentale, comprendente la [[Liguria]], l'[[Capraia Isola|isola di Capraia]], e la regione dell'[[Oltregiogo]]. |
}}La '''Repubblica Ligure''' ([[1797]]-[[1805]]; [[1814]]) è il nome che ha connotato un antico stato preunitario dell'[[Italia]] nord-occidentale, comprendente la [[Liguria]], l'[[Capraia Isola|isola di Capraia]], e la regione dell'[[Oltregiogo]]. |
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Il [[14 giugno]] [[1797]], con la convenzione di [[Mombello Monferrato]], il generale [[Napoleone Bonaparte]] fissava i termini della trasformazione della [[Repubblica di Genova]] in Repubblica Ligure. L'ultimo Doge era stato [[Giacomo Maria Brignole|Giacomo Maria Brignole Sale]]. |
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==Costituzione== |
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Al momento della sua costituzione la Repubblica Ligure confinava ad [[ovest]] ed a [[nord]] con il [[Regno di Sardegna]], ad [[est]] col [[Ducato di Parma e Piacenza]], a sud-est con la [[Repubblica Cispadana]] (che presto diverrà [[Repubblica Cisalpina]], assorbendo anche i territori dell'ex-[[Ducato di Milano]] nel frattempo divenuto [[Repubblica Transpadana]]) ed a [[sud]] col [[Mar Ligure]]. |
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==Origini== |
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Per gli eventi anteriori al [[1797]] si rimanda all'articolo sulla [[Repubblica di Genova]] |
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Prima ancora fu [[Repubblica di Genova]] e lo fu per quasi otto secoli: |
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* Repubblica dei Consoli |
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* Repubblica dei Podestà |
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* Repubblica dei Capitani del Popolo |
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* Repubblica dei Dogi a vita |
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* Repubblica dei Dogi biennali |
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Le idee democratiche si erano ampiamente diffuse in [[Liguria]] dalla vicina [[Francia]] rivoluzionaria, anche grazia all'opera di propaganda di [[Filippo Buonarroti]] e altri esuli, negli anni [[1794]]-[[1795]], avendo come base la cittadina di [[Oneglia]]. Le nuove idee liberali avevano trovato terreno fertile nel territorio di una repubblica oligarchica e aristocratica, che teneva ai margini del potere politico, un'ampia fetta della società, i cosiddetti "nobili poveri". |
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Le potenti [[famiglie genovesi]] si alternarono senza riuscire ad imporre il proprio dominio sulla città, mantenendo perciò un equilibrio interno senza mai creare di fatto una [[Signoria]]; subì le dominazioni straniere dei quattro [[Re di Francia]] ([[Carlo VI di Francia|Carlo VI]], [[Carlo VII di Francia|Carlo VII]], [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]], [[Francesco I di Francia|Francesco I]]), poi degli [[Sforza]] e dei [[Visconti]]. |
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Il partito antioligarchico diede segno di qualche debole attività, soprattutto in forma di protesta già nel [[1794]], e il regime reagì attraverso l'Inquisizione di Stato in maniera piuttosto blanda, dapprima rastrellando i sospetti, ma concludendo i processi con il rilascio di tutti gli arrestati e poche condanne in contumacia. |
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La prima campagna d'Italia di Napoleone segnò la fine della secolare repubblica che, per volontà dello stesso imperatore, si trasformò in Repubblica Ligure ad imitazione istituzionale della [[Repubblica francese]], seguendo di pochi giorni l'istituzione della [[Repubblica Cisalpina]] a [[Milano]]. |
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Il governo genovese decise probabilmente di non calcare la mano, per mantenere la propria neutralità e non apparire eccessivamente antifrancese. |
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Ma qualche anno più tardi, le vittorie di [[Napoleone]] nelle prima campagna d'Italia, e le sobillazioni e le attività di protezione dei giacobini liguri ad opera del ministro [[Guillaume-Charles Faipoult |Faipoult]], legato presso la Repubblica di Genova della Repubblica Francese, convinse i più accesi sostenitori della democrazia che era giunto il momento di un intervento più decisivo. |
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Visse così le vicende della rivoluzione in tutta la penisola: la nascita della [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] ([[febbraio]] [[1798]]) e di quella [[Repubblica Napoletana|Napoletana]] ([[gennaio]] [[1799]]), la rivolta [[sanfedismo|sanfedista]] nel Mezzogiorno.<br /> |
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Il [[22 maggio]] [[1797]], nel corso dell'abitudinale cambio della guardia dei Cadetti a Ponte Reale (il principale ingresso della città per chi giungeva via mare) ebbe inizio l'insurrezione giacobina. I rivoluzionari si impadronirono in breve tempo della Porta di Ponte Reale e di altri importanti ingressi alla città, mentre il Senato, colto di sorpresa e impreparato, adottava un atteggiamento passivo e attendista. |
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Ma la rivoluzione giacobina non riuscì ad ottenere un decisivo appoggio al di fuori Genova, dove ancora era forte l'influsso dell'antica nobiltà e delle autorità ecclesiastiche, favorevoli al regime esistente, in quanto principale fonte di lavoro per il popolo minuto; nel contempo, gli stessi nobili e gli stessi ecclesiastici, riuscirono a fare leva sulle masse popolari a loro fedeli, e a scatenare una controrivoluzione (i cosiddetti "Vivamaria", dal grido di battaglia usato in battaglia e dei santini appuntati al petto in segno di opposizione alla coccarda tricolore, simbolo dei rivoluzionari). |
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Il Senato Genovese, rincuorato da questa inaspettata manifestazione di volontà appoggiò la controrivoluzione e nel giro di una giornata la rivoluzione democratica si risolse in un fallimento. |
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Il governo, nonostante tutto, venne a trovarsi in una situazione fortemente imbarazzante, dovendo intraprendere un'azione repressiva nei confronti dei rivoluzionari, ma sottoposto a forti pressioni del governo francese affinché venisse escluso ogni coinvolgimento di cittadini francesi nella responsabilità della fallita rivoluzione (cosa del resto non corrispondente al vero). |
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La minaccia, neanche tanto velata, di un intervento diretto di Napoleone, di stanza a Milano, impose pertanto la necessità di adottare riforme in senso liberale. Le trattative tra i rappresentati del governo oligarchico si svolsero direttamente con il generale Bonaparte e si conclusero il [[14 giugno]] [[1797]], con la convenzione di [[Mombello Monferrato|Mombello]], in cui [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] fissava i termini della trasformazione della [[Repubblica di Genova]] in Repubblica Ligure. |
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==La Costituzione== |
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Di seguito è riportato un estratto della Costituzione del Popolo Ligur approvata il [[2 dicembre]] del [[1797]] dai comizi popolari:<ref>Fonte: |
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[http://www.francobampi.it/genova/territorio/cantoni_napoleone.htm Divisioni territoriali della Liguria in periodo napoleonico sul sito di Franco Bampi]</ref> |
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* Art. 1 - La Repubblica Ligure, è una e indivisibile. |
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* Art. 2 - L'universalità dei cittadini liguri è il sovrano. |
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* Art. 3 - La libertà e l'eguaglianza sono la base della repubblica. |
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* Art. 4 - La Repubblica Ligure conserva intatta la religione cristiana-cattolica, che professa da secoli. |
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* Art. 5 - Accorda una speciale protezione all'industria, al commercio alle arti e alle scienze. |
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* Art. 6 - Difende tutte le proprietà, e assicura le giuste indennizzazioni di quelle, delle quali la pubblica necessità, legalmente provata, esige il sacrifizio. |
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* Art. 7 - Conserva e tramanda a' posteri sentimenti di riconoscenza per la repubblica francese, e si dichiara naturale alleata di tutti i popoli liberi. |
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== Divisione territoriale == |
== Divisione territoriale == |
Versione delle 13:13, 7 giu 2008
Template:Stato StoricoLa Repubblica Ligure (1797-1805; 1814) è il nome che ha connotato un antico stato preunitario dell'Italia nord-occidentale, comprendente la Liguria, l'isola di Capraia, e la regione dell'Oltregiogo.
Costituzione
Di seguito è riportato un estratto della Costituzione del Popolo Ligur approvata il 2 dicembre del 1797 dai comizi popolari:[1]
- Art. 1 - La Repubblica Ligure, è una e indivisibile.
- Art. 2 - L'universalità dei cittadini liguri è il sovrano.
- Art. 3 - La libertà e l'eguaglianza sono la base della repubblica.
- Art. 4 - La Repubblica Ligure conserva intatta la religione cristiana-cattolica, che professa da secoli.
- Art. 5 - Accorda una speciale protezione all'industria, al commercio alle arti e alle scienze.
- Art. 6 - Difende tutte le proprietà, e assicura le giuste indennizzazioni di quelle, delle quali la pubblica necessità, legalmente provata, esige il sacrifizio.
- Art. 7 - Conserva e tramanda a' posteri sentimenti di riconoscenza per la repubblica francese, e si dichiara naturale alleata di tutti i popoli liberi.
Capitale
La capitale fu stabilita a Genova che all'epoca contava 89 mila abitanti mentre l'intera Repubblica ne contava 600 mila. La Repubblica Ligure usò la tradizionale bandiera genovese, una croce rossa in campo bianco.
Confini
Al momento della sua costituzione la Repubblica Ligure confinava ad ovest ed a nord con il Regno di Sardegna, ad est col Ducato di Parma e Piacenza, a sud-est con la Repubblica Cispadana (che presto diverrà Repubblica Cisalpina, assorbendo anche i territori dell'ex-Ducato di Milano nel frattempo divenuto Repubblica Transpadana) ed a sud col Mar Ligure.
Origini
Per gli eventi anteriori al 1797 si rimanda all'articolo sulla Repubblica di Genova
Le idee democratiche si erano ampiamente diffuse in Liguria dalla vicina Francia rivoluzionaria, anche grazia all'opera di propaganda di Filippo Buonarroti e altri esuli, negli anni 1794-1795, avendo come base la cittadina di Oneglia. Le nuove idee liberali avevano trovato terreno fertile nel territorio di una repubblica oligarchica e aristocratica, che teneva ai margini del potere politico, un'ampia fetta della società, i cosiddetti "nobili poveri".
Il partito antioligarchico diede segno di qualche debole attività, soprattutto in forma di protesta già nel 1794, e il regime reagì attraverso l'Inquisizione di Stato in maniera piuttosto blanda, dapprima rastrellando i sospetti, ma concludendo i processi con il rilascio di tutti gli arrestati e poche condanne in contumacia. Il governo genovese decise probabilmente di non calcare la mano, per mantenere la propria neutralità e non apparire eccessivamente antifrancese.
Ma qualche anno più tardi, le vittorie di Napoleone nelle prima campagna d'Italia, e le sobillazioni e le attività di protezione dei giacobini liguri ad opera del ministro Faipoult, legato presso la Repubblica di Genova della Repubblica Francese, convinse i più accesi sostenitori della democrazia che era giunto il momento di un intervento più decisivo.
Il 22 maggio 1797, nel corso dell'abitudinale cambio della guardia dei Cadetti a Ponte Reale (il principale ingresso della città per chi giungeva via mare) ebbe inizio l'insurrezione giacobina. I rivoluzionari si impadronirono in breve tempo della Porta di Ponte Reale e di altri importanti ingressi alla città, mentre il Senato, colto di sorpresa e impreparato, adottava un atteggiamento passivo e attendista.
Ma la rivoluzione giacobina non riuscì ad ottenere un decisivo appoggio al di fuori Genova, dove ancora era forte l'influsso dell'antica nobiltà e delle autorità ecclesiastiche, favorevoli al regime esistente, in quanto principale fonte di lavoro per il popolo minuto; nel contempo, gli stessi nobili e gli stessi ecclesiastici, riuscirono a fare leva sulle masse popolari a loro fedeli, e a scatenare una controrivoluzione (i cosiddetti "Vivamaria", dal grido di battaglia usato in battaglia e dei santini appuntati al petto in segno di opposizione alla coccarda tricolore, simbolo dei rivoluzionari).
Il Senato Genovese, rincuorato da questa inaspettata manifestazione di volontà appoggiò la controrivoluzione e nel giro di una giornata la rivoluzione democratica si risolse in un fallimento.
Il governo, nonostante tutto, venne a trovarsi in una situazione fortemente imbarazzante, dovendo intraprendere un'azione repressiva nei confronti dei rivoluzionari, ma sottoposto a forti pressioni del governo francese affinché venisse escluso ogni coinvolgimento di cittadini francesi nella responsabilità della fallita rivoluzione (cosa del resto non corrispondente al vero).
La minaccia, neanche tanto velata, di un intervento diretto di Napoleone, di stanza a Milano, impose pertanto la necessità di adottare riforme in senso liberale. Le trattative tra i rappresentati del governo oligarchico si svolsero direttamente con il generale Bonaparte e si conclusero il 14 giugno 1797, con la convenzione di Mombello, in cui Napoleone fissava i termini della trasformazione della Repubblica di Genova in Repubblica Ligure.
Il passaggio dei feudi imperiali a Genova
Il 17 ottobre 1797 con il Trattato di Campoformio, l'imperatore d'Austria Francesco II rinunciava ai feudi Imperiali liguri accettando la loro unione alla Repubblica Ligure.
I feudi imperiali costituivano una fascia territoriale che occupava l'immediato Oltregiogo Ligure, circondando i pochi accessi viari tenuti da Genova, lungo la strada della Bocchetta sino a Novi: erano feudi imperiali i piccoli centri a Levante e a Ponente di questa, come Busalla, Ronco, Arquata, etc. Al momento questi passavano pertanto alla Repubblica Ligure.
La Costituzione
Di seguito è riportato un estratto della Costituzione del Popolo Ligur approvata il 2 dicembre del 1797 dai comizi popolari:[2]
- Art. 1 - La Repubblica Ligure, è una e indivisibile.
- Art. 2 - L'universalità dei cittadini liguri è il sovrano.
- Art. 3 - La libertà e l'eguaglianza sono la base della repubblica.
- Art. 4 - La Repubblica Ligure conserva intatta la religione cristiana-cattolica, che professa da secoli.
- Art. 5 - Accorda una speciale protezione all'industria, al commercio alle arti e alle scienze.
- Art. 6 - Difende tutte le proprietà, e assicura le giuste indennizzazioni di quelle, delle quali la pubblica necessità, legalmente provata, esige il sacrifizio.
- Art. 7 - Conserva e tramanda a' posteri sentimenti di riconoscenza per la repubblica francese, e si dichiara naturale alleata di tutti i popoli liberi.
Divisione territoriale
La Repubblica Ligure era divisa in dipartimenti come la Francia rivoluzionaria ed erano i seguenti:
- Dipartimento del Centro, capoluogo e capitale Genova
- Dipartimento delle Palme, capoluogo Sanremo
- Dipartimento di Capo Verde, capoluogo Diano
- Dipartimento della Maremola, capoluogo Pietra
- Dipartimento del Letimbro, capoluogo Savona
- Dipartimneto della Cerusa, capoluogo Voltri
- Dipartimento della Polcevera, capoluogo Rivarolo
- Dipartimento del Lemme, capoluogo Gavi
- Dipartimento dei Monti Liguri Occidentali, capoluogo Rocchetta
- Dipartimento dei Monti Liguri Orientali, capoluogo Ottone
- Dipartimento del Bisagno, capoluogo San Martino d'Albaro
- Dipartimento del Golfo del Tigullio, capoluogo Rapallo
- Dipartimento dell'Entella, capoluogo Chiavari
- Dipartimento del Vara, capoluogo Levanto
- Dipartimento del Golfo di Venere, capoluogo La Spezia
L'assedio di Genova (1800)
L'arrivo degli eserciti austriaci e russi al nord segnò la fine della rivoluzione in tutta la penisola: solo Genova rimase in guerra, sostenendo grazie al generale André Masséna, sottufficiale di Napoleone, un rigido assedio da parte degli austriaci e degli inglesi: nel marzo del 1800 cominciò il blocco da parte delle navi inglesi, facendo sì fosse impossibile introdurre viveri dal mare.
Da terra, Genova era circondata da truppe austro-piemontesi e da quelle savonesi. La città resistette a lungo, nonostante la fame che uccise ancor più dei combattimenti.
La città era chiusa lato mare dal blocco navale inglese, da terra dalle truppe austriache il cui campo principale era alle Capanne di Marcarolo. Fu in queste circostanze che, forzando continuamente il blocco navale e attaccando direttamente con una vecchia galea le navi inglesi, mostrò le sue capacità marinare e tattiche il leggendario capitano Giuseppe Bavastro. Da terra si combatteva lungo la linea dei forti, ed a quei combattimenti partecipò anche Ugo Foscolo, rimasto ferito presso il Forte Puin.
Infine, messa allo stremo, la città fu costretta ad arrendersi. Gli assediati poterono cedere onorevolente, con il permesso di lasciare la città. Il tempo in cui aveva impegnato i nemici ad assediarla aveva però dato a Napoleone Bonaparte lo spazio necessario per poter trionfare nuovamente nella battaglia di Marengo, vicino ad Alessandria. Di conseguenza Napoleone era nuovamente arbitro delle sorti d'Italia: e Genova, chiusa con l'assedio la fase della Repubblica Ligure, nel 1805 fu annessa al primo Impero francese.
L'ultimo doge della Repubblica di Genova fu Gerolamo Durazzo (eletto il 10 agosto 1802, deposto il 29 maggio 1805 con l'annessione della Liguria all'Impero francese e poi nominato senatore il 31 ottobre 1805).
Dopo la fine di Napoleone, le potenze europee vollero ripristinare gli Stati nei loro vecchi limiti, ma affinché i possedimenti del regno sabaudo avessero confini più estesi verso la Francia, la Liguria rientrò al Regno di Sardegna. Il Congresso di Vienna, deliberò l'annessione della Liguria al Piemonte.
La fine della Repubblica di Genova fu sancita il 26 dicembre 1814. Il cambio della guardia avvenne il 7 gennaio 1815. Girolamo Serra, Ministro della Guerra e della Marina della Repubblica Ligure dal 1802, fu designato presidente del Governo Provvisorio della Repubblica Ligure nel gennaio del 1815.