Luigi Marcon’s Post

PRESENTARE UN’IDEA DI BUSINESS IN ASCENSORE Oggi vi parlo del cosiddetto “Elevator Pitch”. Si tratta di elaborare un discorso completo e incisivo per presentare la propria idea a qualcuno. Nell’immaginario, quel qualcuno si trova nel vostro stesso ascensore, e voi dovete essere pronti. Chi ha una startup, per esempio, deve saper raccontare la propria idea. Deve esercitarsi a racchiudere in trenta secondi, un minuto al massimo, la descrizione di quale sia il problema specifico su cui la startup sta lavorando, e con quale soluzione concreta intende affrontarlo, risolverlo. La sfida è che questo pitch cambia costantemente. Anche piccole novità in casa della startup ne modificano la storia. Per questo il pitch deve essere sempre aggiornato, perché la comprensione del problema migliora sempre di più e con essa anche la soluzione proposta. Io stesso, da quando ho avviato il progetto di venture capital con 2100 Ventures, ho scoperto diverse startup, conosciuto i loro founder e ascoltato i loro pitch. Nel mio caso, ad esempio, c’è una tattica che aiuta a catturare la mia attenzione. Ve ne parlo in questo #UnCaffèConAlessandro. Buona visione e buon pitch.

Pills for #wannabefounders: ribadiamo una lezione che in Italia non si vuole proprio apprendere: i #businessplan nelle startup sono CARTA STRACCIA. Sviluppando il concetto intorno a termini e definizioni: #startup significa "una organizzazione temporanea in cerca di un modello di business replicabile e scalabile", cioè qualcosa di profondamente diverso da una micro e piccola impresa, dato che quel 'in cerca' definisce tutta l'incertezza su cui si fonda l'innovazione. Appurato quindi che *startup ≠ PMI*, ricordiamo quali siano le fasi di validazione e fundraising tipiche delle startup: Pre-seed - funding della fase problem/solution fit. Seed: funding della fase product/market fit. Series A: funding della fase early scaling. Seguendo le implicazioni logiche di ciò che sono le fasi di p/s fit e p/m fit (stra-semplificando sono: "qualcuno comprerebbe il mio prodotto/servizio innovativo", e "come ci faccio quanti ricavi"), è evidente - anzi #ovvio - che nella raccolta pre-seed non sono #noti elementi sostanziali quali la validità della soluzione, la consistenza della customer base e l'ampiezza del mercato, e al seed mancano ancora praticamente tutte le metriche di business quali #arpu, #cac, #churn, #ltv, ecc ecc. È solo nella raccolta di un round series A che i fondi sono destinati ad alimentare un piano di penetrazione sul mercato basato su metriche note, ovvero privo di assumptions ed elementi ancora da validare. Quindi la prima fase in cui una startup debba condividere un vero business plan con i propri investitori è questa. Pertanto, quando si raccolgono un pre-seed ed un seed non si può altro che ipotizzare dei piani di spesa/impiego dei fondi raccolti, e le milestone da raggiungere grazie a questi, ma certamente non inserire flussi di ricavi: tutti gli elementi su cui ancorarli sono ancora talmente assenti od aleatori che la sola certezza di un bplan steso in tali fasi è che sia falso e fuorviante. La conclusione: i #founder devono sapere che una vera startup non parte mai da un business plan (diversamente da una impresa tradizionale che attua un business noto), e che un investitore che chieda un business plan al pre-seed è un improvvisatore che non ha idea di cosa sia una startup, mentre al seed è già accettabile come esercizio condiviso purché sia chiaro che diversi elementi al suo interno siano assumption da validare sul campo, e quindi assolutamente non vincolanti. In tutti i casi, prevedere proiezioni su un orizzonte temporale che vada oltre i 18 mesi fa ridere. Se vi capita un investitore che chiede un piano vincolante a 3, 4, 5 anni, è uno da cui #scappare. #innovationecosystem #cultureofinnovation #tech #startup #entrepreneurship #venturebusiness

Pills for #wannabefounders: ribadiamo una lezione che in Italia non si vuole proprio apprendere: i #businessplan nelle startup sono CARTA STRACCIA. Sviluppando il concetto intorno a termini e definizioni: #startup significa "una organizzazione temporanea in cerca di un modello di business replicabile e scalabile", cioè qualcosa di profondamente diverso da una micro e piccola impresa, dato che quel 'in cerca' definisce tutta l'incertezza su cui si fonda l'innovazione. Appurato quindi che *startup ≠ PMI*, ricordiamo quali siano le fasi di validazione e fundraising tipiche delle startup: Pre-seed - funding della fase problem/solution fit. Seed: funding della fase product/market fit. Series A: funding della fase early scaling. Seguendo le implicazioni logiche di ciò che sono le fasi di p/s fit e p/m fit (stra-semplificando sono: "qualcuno comprerebbe il mio prodotto/servizio innovativo", e "come ci faccio quanti ricavi"), è evidente - anzi #ovvio - che nella raccolta pre-seed non sono #noti elementi sostanziali quali la validità della soluzione, la consistenza della customer base e l'ampiezza del mercato, e al seed mancano ancora praticamente tutte le metriche di business quali #arpu, #cac, #churn, #ltv, ecc ecc. È solo nella raccolta di un round series A che i fondi sono destinati ad alimentare un piano di penetrazione sul mercato basato su metriche note, ovvero privo di assumptions ed elementi ancora da validare. Quindi la prima fase in cui una startup debba condividere un vero business plan con i propri investitori è questa. Pertanto, quando si raccolgono un pre-seed ed un seed non si può altro che ipotizzare dei piani di spesa/impiego dei fondi raccolti, e le milestone da raggiungere grazie a questi, ma certamente non inserire flussi di ricavi: tutti gli elementi su cui ancorarli sono ancora talmente assenti od aleatori che la sola certezza di un bplan steso in tali fasi è che sia falso e fuorviante. La conclusione: i #founder devono sapere che una vera startup non parte mai da un business plan (diversamente da una impresa tradizionale che attua un business noto), e che un investitore che chieda un business plan al pre-seed è un improvvisatore che non ha idea di cosa sia una startup, mentre al seed è già accettabile come esercizio condiviso purché sia chiaro che diversi elementi al suo interno siano assumption da validare sul campo, e quindi assolutamente non vincolanti. In tutti i casi, prevedere proiezioni su un orizzonte temporale che vada oltre i 18 mesi fa ridere. Se vi capita un investitore che chiede un piano vincolante a 3, 4, 5 anni, è uno da cui #scappare. #innovationecosystem #cultureofinnovation #tech #startup #entrepreneurship #venturebusiness

PRESENTARE UN’IDEA DI BUSINESS IN ASCENSORE Oggi vi parlo del cosiddetto “Elevator Pitch”. Si tratta di elaborare un discorso completo e incisivo per presentare la propria idea a qualcuno. Nell’immaginario, quel qualcuno si trova nel vostro stesso ascensore, e voi dovete essere pronti. Chi ha una startup, per esempio, deve saper raccontare la propria idea. Deve esercitarsi a racchiudere in trenta secondi, un minuto al massimo, la descrizione di quale sia il problema specifico su cui la startup sta lavorando, e con quale soluzione concreta intende affrontarlo, risolverlo. La sfida è che questo pitch cambia costantemente. Anche piccole novità in casa della startup ne modificano la storia. Per questo il pitch deve essere sempre aggiornato, perché la comprensione del problema migliora sempre di più e con essa anche la soluzione proposta. Io stesso, da quando ho avviato il progetto di venture capital con 2100 Ventures, ho scoperto diverse startup, conosciuto i loro founder e ascoltato i loro pitch. Nel mio caso, ad esempio, c’è una tattica che aiuta a catturare la mia attenzione. Ve ne parlo in questo #UnCaffèConAlessandro. Buona visione e buon pitch.

Qual è l'elemento più importante per una startup di successo? 👇 LA QUALITA' DELLE PERSONE. Certamente ci deve essere il product-market fit, un modello di business scalabile, capitali per finanziarla. Ma una startup funziona solamente se sa adattarsi velocemente al mercato, creando un sistema che impara costantemente. Solo un team forte saprà ascoltare il feedback dei clienti per migliorare il prodotto o il business model. Serve resilienza, focus, velocità, competenze trasversali. Feral è un team appassionato di imprenditori, scienziati, sommelier, birrai, gastronomi. Dal trentino portiamo innovazione alla categoria delle bevande analcoliche, e siamo già nel menu degustazione di tanti stellati europei. Stiamo cercando qualcuno che faccia quadrare i conti: un responsabile di amministrazione, finanza e controllo. Se sei interessato mandaci la tua candidatura! #startup #gastronomy #people

🇱🇻 La Lettonia innova nel finanziamento delle startup Continua la mia personale esplorazione sugli ecosistemi startup in giro per l'Est Europa. E dopo aver parlato di Romania e Polonia, penso che questo sulla Lettonia sia davvero interessante. Principalmente perché ricorda alcune difficoltà che affrontano anche le nostre startup e fa vedere come, pure in un paese decisamente più piccolo del nostro, l'ecosistema startup stesso abbiamo creato delle soluzioni al problema. Mia sintesi di un articolo di Zosia Wanat (well done! 👏) comparso su Sifted. Per l'articolo integrale 👉 https://lnkd.in/edGSMTFi La lettonia si sta distinguendo nella sua creatività nel finanziamento delle startup. Nonostante sia indietro rispetto ai vicini baltici nel finanziamento delle startup, si stanno verificando cambiamenti significativi. Il Paese ospita numerose startup pre-seed e seed-stage, come Trace.Space, Monetizr e Swotzy, che attirano l'attenzione degli investitori internazionali. Tuttavia accedere ai capitali è ancora difficile per i fondatori lettoni e i deal finanziati dai VC sono inferiori rispetto a quelli degli altri Paesi baltici. Di fronte a questa carenza di finanziamenti, i fondatori locali spesso si rivolgono a forme alternative di finanziamento, come il debito d'impresa, i prestiti o i finanziamenti pubblici. Ad esempio, Supliful, una startup che fornisce prodotti per la cura della pelle, la nutrizione e il cibo confezionato, ha optato per un "prestito mezzanino" da FlyCap, un fondo di capitale di crescita. Anche i finanziamenti pubblici hanno contribuito a colmare il divario. Aerones e Naco Technologies hanno ricevuto sovvenzioni dal Fondo europeo per l'innovazione e finanziamenti misti di sovvenzioni ed equity. Allo stesso modo, Exonicus ha ottenuto un finanziamento di $2.2 milioni dal governo degli Stati Uniti. Molti fondatori stanno ora considerando l'opzione di una crescita organica anziché concentrarsi esclusivamente sulla crescita rapida e il finanziamento esterno. È un'alternativa da tenere in considerazione, specialmente in un contesto in cui il capitale di rischio tradizionale è limitato. Ci trovi qualcosa di interessante per le nostre startup in Italia? - - - Sono Matteo Cerri. Su LinkedIn e dalle colonne di Millionaire scrivo principalmente di esperienze imprenditoriali, storie di italiani all’estero e di rigenerazione dei piccoli comuni italiani con ITS ITALY®. Nella mia newsletter aperiodica ‘Esco quando voglio’ parlo di quello che mi pare e piace. Per iscriverti alla newsletter: https://lnkd.in/enPRAK_B - - - #Startups #Finanziamento #Lettonia credits: istock

Costanza, Determinazione e Disciplina: le 3 chiavi per il successo di una startup. 🚀 Perché l’innovazione non è solo un’idea, ma il risultato di passi costanti, obiettivi chiari e impegno quotidiano. Chi sei oggi determina il tuo successo di domani. 🌟” #NAStartUp #StartupLife #CostanzaDeterminazioneDisciplina #InnovazioneCheConta #SuccessoImprenditoriale

Exits: El arte de estar preparado para el momento adecuado En nuestro panel de Mujeres EXITosas, Eugenia Maria Di Marco de Sisu Powerhouse compartió algunos insights sobre los #Exits y la importancia de estar preparados para el momento en que #Inversores, #Founders y #Startups reciben su recompensa. Uno de los tipos de exit más comunes es el #M&A (fusiones y adquisiciones), que suele aparecer temprano en la vida de una startup, incluso antes de la Serie B. La clave es planificar con tiempo y tener opcionalidad. Saber cómo manejar una negociación es crucial, ya que del otro lado puede haber profesionales con años de experiencia. Para los fundadores, educarse y estar preparados les da más poder cuando llega el momento de un exit, permitiéndoles enfrentar estas situaciones con tranquilidad.