Lettera al risparmiatore

La strategia di Lindt: il cioccolato premium contro il rialzo del cacao

Con i prodotti alto di gamma, venduti a prezzi più alti, l’azienda resiste meglio al boom delle materie prime. Da inizio anno il titolo è debole in Borsa

di Carlini Vittorio

6' di lettura

«Irresistibile scioglievolezza». È il noto claim di uno dei cioccolatini di Lindt & Sprungli. Prodotti la cui realizzazione - evidentemente - deve fare i conti (anche) con il prezzo delle materie prime. Soprattutto: il cacao.

La dinamica delle commodity

Già, il cacao. A inizio anno la commodity valeva circa 3.817 dollari per tonnellata. Poi, in aprile, ha raggiunto un primo massimo annuale in area 8.700 dollari. Di lì, il “cibo degli dei” ha ritracciato fino al livello di 5.649 dollari. Oggi danza intorno ai 9.180 dollari. Si tratta di numeri i quali, negli ultimi 12 mesi, implicano - al 27/11/2024 - l’incremento del 119,6%. Vale a dire: un bel balzo all’insù delle quotazioni che - giocoforza- incide sugli oneri di Lindt & Sprungli.

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È la stessa società che, nella presentazione della prima semestrale del 2024 (ultimo dato disponibile), rimarca come i costi delle materie prime - rettificati per le scorte - siano saliti al 31,6% dei ricavi. Cioè: una percentuale inferiore al dato del primo semestre del 2020 (35,3%) e del 2021 (33,1%), ma maggiore a quello della prima metà del 2022 (31,5%) e del 2023 (30%). Peraltro, l’incidenza della voce contabile sul giro d’affari è “contenuta” anche grazie all’espansione del giro d’affari. Nel momento in cui si guarda il numero assoluto, il trend descritto risalta ancora con maggiore forza. Al 30/6/2024 gli oneri per le materie prime - sempre rettificati per le scorte - si sono assestati a 683 milioni di franchi svizzeri, a fronte del 627 dello stesso periodo di un anno prima. In conclusione: la “fabbrica del cioccolato” deve fare i conti con l’elevato costo della materia prima. In particolare, del cacao.

SEMESTRI A CONFRONTO

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La sfida

Ciò detto, il risparmiatore si pone la domanda: come, e se, la società è in grado di gestire la situazione? Con riferimento al primo semestre dell’anno, va segnalato che il fatturato e - soprattutto - la redditività sono saliti. Le vendite organiche hanno registrato l’aumento del 7% (+3,5% in franchi svizzeri). L’utile operativo, dal canto suo, si è assestato a quota 292 milioni di franchi svizzeri (+14,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Non solo. L’Ebit margin - rapporto tra l’utile operativo e il fatturato - è stato del 13,5%. Vale a dire: una percentuale che è la più alta tra tutti i primi semestri dal 2020 ad oggi. Quindi, il gruppo è riuscito a fronteggiare l’aumento del prezzo delle materie prime.

In che modo? Al di là di un evento contabile una tantum - legato alla positiva risoluzione di una causa negli Usa -, Lindt & Sprungli da una parte ha sfruttato la leva del pass-through; e, dall’altra, si è concentrata sull’efficientamento operativo. In tal senso, rispetto al primo fronte, l’azienda rimarca che - del 7% dell’aumento delle sales - il 6,1% è da attribuirsi al trend dei prezzi dei prodotti (pass-through). Con riferimento, invece, al secondo tema Lindt & Sprungli - tra le altre cose - sottolinea come le spese operative siano scese al 27,4% dei ricavi (erano il 28,5% un anno prima). Lo stesso costo del personale, poi, è si aumentato a 520 milioni di franchi svizzeri. Ma la società, sempre come percentuale del giro d’affari, tiene a precisare che la salita - rispetto al primo semestre del 2023 - è molto contenuta. Insomma: il messaggio è che, a fronte della crescita aziendale, il pressing su efficienze e sinergie di scala (oltre che di scopo) sta dando i frutti.

DINAMICA DELLE VENDITE

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Il futuro

Sennonché, questo è il passato. Un arco di tempo dove - nella parte finale - lo stesso prezzo del cacao era sceso. Quali, invece, le prospettive riguardo alla seconda parte dell’anno in cui, va sottolineato, “il cibo degli dei” ha toccato nuovi massimi annuali? L’azienda, nella presentazione dei numeri al 30/6/2024, ha definito la guidance sull’intero esercizio. Questa prevede la crescita organica del 6-8%. L’Ebit margin, invece, è atteso ad un rialzo nella fascia alta dell’intervallo tra 20 e 40 punti base rispetto all’anno precedente. Con riferimento, infine, al medio periodo il gruppo si è detto confidente nel confermare la salita dell’Ebit margin tra 20 e 40 basis point l’anno.

I COSTI DELLE MATERIE PRIME

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Il giudizio del mercato

Gli obiettivi, anche per l’indicata ripresa del prezzo del cacao, sono ambiziosi. Tanto che le stime di consensus, secondo FacSet, prevedono un rialzo dei ricavi più contenuto (+5,5%). Alcuni operatori, però, affermano che simili target sono raggiungibili. Ubs - che è azionista di Lindt - ha una previsione sul giro d’affari nel 2024 superiore (+7%). La banca d’affari, a sostegno della sua valutazione, propone diverse argomentazioni. Dapprima viene sottolineato che circa l’80% dei prodotti della società sono cosiddetti “indulgence/gift”. Si tratta, cioè, di cioccolatini (et similia) premium. Non solo: da un lato - viene spiegato - il cliente tipo acquista le ”prelibatezze” aziendali una volta ogni 4-8 settimane; dall’altro, il 50% delle vendite di Lindt è legato alla realizzazione (da parte dell’acquirente) di un regalo. Ebbene: il mix di condizioni descritto rende la domanda dei prodotti fortemente anelastica rispetto alla dinamica del prezzo. Quindi: il trasferimento dei più alti oneri sulle materie prime al listino finale non impatta - oltre un certo limite - i volumi. Di più. Sempre Ubs rimarca come il business di Lindt & Sprungli sia maggiormente esposto alla stagionalità conseguente alle festività (Natale e Pasqua). Un’ulteriore caratteristica la quale, vista la propensione al consumo di cioccolata durante i periodi in oggetto, agevola l’attività dell’azienda svizzera. La considerazione positiva sul 2024 è confermata anche da Bloomberg Intelligence che, richiamando il potere sulla leva del prezzo, stima come l’incremento dell’Ebitda margin tra 20 e 40 basis point sia ragionevole. Sennonché c’è chi invece, sul medio periodo, avanza dei dubbi. È il caso di JP Morgan. L’istituto statunitense, sottolineando l’aumento delle pressioni esterne nel 2025, afferma che per centrare il target dell’incremento annuale del rapporto tra Ebit e ricavi dovrà esserci un rialzo dei prezzi a doppia cifra. Il che mette alla prova l’abilità dell’azienda nel mantenere intatti volumi di vendita.

LA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (PNF)

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Le geografie

Ma non è solamente una questione di leva del prezzo, cioccolato alto di gamma o efficientamento operativo. Altro aspetto cui il risparmiatore guarda - anche perché riduce il rischio ed agevola il business- è l’articolazione geografica. Lindt & Sprungli divide l’attività in tre aree: Europa, America e Resto del Mondo. Nel primo semestre del 2024 il Vecchio continente - dove la società realizza quasi la metà delle vendite - è stato contraddistinto dalla salita organica del 9,3%. Il Nord America, dal canto suo, ha visto il business aumentare solamente del 3%. Qui però - spiega l’azienda - vengono scontati due eventi: il primo è la riduzione delle scorte ad opera dei clienti ; il secondo riguarda le diversa date della festività pasquale nel 2023 e 2024. Senza il duplice fatto il rialzo sarebbe stato del 6%. Ciò detto, il gruppo stima che nella seconda metà dell’anno il segmento potrà accelerare. Infine: il Resto del Mondo. Le vendite di questi mercati - sempre nella prima metà dell’anno - si sono assestate a 293 milioni di franchi svizzeri. Il dato implica l’espansione organica del 10%. Una marcia che può essere mantenuta? Il gruppo risponde positivamente e stima - sempre al momento della pubblicazione della semestrale - l’incremento a doppia cifra percentuale per il medio termine.

Il titolo in Borsa

Fin qua alcune suggestioni su business e prospettive. Qual’è però, nel contesto descritto, l’andamento di Lindt & Sprungli in Borsa? La società, quotata al Six Swiss Exchange, ha nel breve periodo un andamento debole. Da inizio anno il titolo, in franchi svizzeri, guadagna lo 0,4% al 28/11/2024 (+1,75% con il dividendo re-investito). Nel biennio, invece, il rialzo è dello 0,9% (+3,4%). Su un arco di tempo medio (ultimo triennio) la dinamica è negativa (-10,3%). Più sul lungo periodo, infine, la performance torna positiva rispettivamente del 33,6% (5 anni) e 110,7% (10 anni). Con il total return che, nell’ultimo caso, vale il 143,17%. Lo scenario descritto -evidentemente -non deve stupire. Il settore dell’alimentare è un comparto da cassettisti. Risparmiatori fai-da-te i quali devono porre attenzione al fatto che il P/e prospettico sul 2024, calcolato da Bloomberg, è di 35,3 (tra il 2021 e il 2023 l’indicatore ha oscillato tra 28,9 e 66,3). Il Price to book value, dal canto suo, è di 4,49. Un valore, quest’ultimo, non così basso. Di conseguenza l’azione deve essere maneggiata con cura.

L’andamento del titolo
L’analisi tecnica del titolo
L’analisi di Finlabo research 

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