Lavoratori extra Ue, più posti che domande. Boom di richieste per l’assistenza familiare
Per colf e badanti le richieste dei datori di lavoro sono state oltre il doppio delle quote disponibili, nonostante i 10mila posti aggiuntivi per badanti di over 80 e disabili
di Bianca Lucia Mazzei e Valentina Melis
I punti chiave
3' di lettura
La stretta sui controlli, introdotta dal decreto legge 145/2024 per contrastare le truffe sugli ingressi dei lavoratori extraeuropei, ha fortemente ridotto il numero di richieste presentate dai datori di lavoro. Le istanze per il 2025, precaricate nel portale del ministero dell’Interno dal 1° al 30 novembre, sono state addirittura inferiori rispetto ai posti disponibili: 180.012 domande contro i 191.450 ingressi stabiliti per il prossimo anno.
La novità consiste nel fatto che il primo giorno dei vari click day per il 2025 (ne sono previsti quattro: il 5, il 7 e 12 febbraio e il 1° ottobre) a presentare le domande potrà essere solo chi le ha già precaricate. Chi, invece, non lo ha fatto potrà inviare la richiesta solamente dal giorno successivo a quello di apertura di ogni click day – ad esempio, dal 6 febbraio per i lavoratori subordinati non stagionali – e sino al 31 dicembre 2025. Queste istanze finiranno in coda e la loro probabilità di essere accolte sarà più bassa.
Il numero complessivo delle domande per il 2025 è destinato, perciò, a salire ma è difficile che raggiunga i record delle due tornate precedenti di click day: per i 136mila posti del 2023 erano state presentate 609mila domande, mentre per i 151mila ingressi del 2024 le richieste erano state oltre 702mila. Numeri che avevano suonato come campanello d’allarme di illeciti e pratiche scorrette.
Per evitare le truffe, il decreto 145 sull’immigrazione (convertito in legge la settimana scorsa) ha anticipato la fase di precaricamento delle istanze sulla piattaforma telematica del ministero dell’Interno, in modo da consentire un controllo preventivo sulla veridicità delle istanze e sulla congruità delle richieste, attuato grazie all’incrocio delle banche dati. Le domande successive ai click day saranno sottoposte agli stessi controlli.
Le verifiche in fase di precompilazione (uso dell’identità digitale e Pec) hanno però reso più complicata la procedura di inserimento delle richieste, anche per le associazioni datoriali. Alcune hanno, quindi, chiesto di permettere il precaricamento di nuove istanze e di ampliare la finestra temporale nella quale sarà possibile completare le richieste già presentate (dal 13 al 19 gennaio).
I numeri
Dai dati che il ministero dell’Interno ha fornito al Sole 24 Ore del Lunedì emerge innanzitutto che, a essere rimaste al di sotto dei posti disponibili, sono state le richieste per i lavoratori stagionali (turismo e agricoltura): ne sono state precaricate 66.761 contro 110mila posti, lasciandone scoperti quasi il 40%.
Situazione opposta per colf e badanti. Le richieste dei datori di lavoro sono state infatti oltre il doppio delle quote disponibili, nonostante i 10mila posti aggiuntivi per badanti di over 80 e disabili introdotti dal Dl 145/2024 (le richieste sono state 49.766 per 19.500 posti). «Se rimarranno quote disponibili nell’ambito dei 10mila nuovi ingressi previsti per il 2025 - spiega Andrea Zini, presidente di Assindatcolf - potremo presentare altre istanze dall’8 febbraio». Per il lavoro non stagionale le istanze sono, invece, di poco superiori al numero di ingressi consentito dal decreto flussi 2023-2025.
Semplificazioni
Oltre a rafforzare i controlli, il Dl 145 ha introdotto anche uno step di verifica durante la procedura di ingresso del lavoratore extra-Ue. Prima del rilascio del visto da parte dell’ufficio consolare, il datore di lavoro avrà sette giorni per confermare la domanda presentata al click day, pena la revoca del nulla osta. «Non siamo contrari - dice Roberto Caponi, direttore politiche del lavoro e welfare di Confagricoltura - ma serve un tempo più lungo: la Pec di comunicazione può sfuggire e il mancato rispetto dei termini fa decadere tutta la procedura».
Il decreto 145 ha inoltre “liberalizzato” le conversioni di permessi di soggiorno stagionali in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, escludendole dalle quote: non hanno più limiti numerici e possono essere effettuate in qualsiasi periodo dell’anno. «È una novità importante - spiega Romano Magrini, responsabile relazioni sindacali, lavoro e immigrazione di Coldiretti - ma il portale del ministero dell’Interno ancora non consente di farlo, nonostante il decreto 145 sia in vigore dall’11 ottobre».