Febbraio da record per l’Europa, a Milano boom di Leonardo (+30%)
Il Ftse Mib sale del 6% nel mese grazie al settore bancario e a quello della difesa. A Piazza Affari i conti e la guidance deludente penalizzano Interpump e Prysmian
di Laura Bonadies e Martina Soligo
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Chiusura record nel mese di febbraio per le Borse europee spinte dai venti di pace sull'Ucraina innescati dai colloqui Trump-Putin. Venti di pace che però hanno visto contestualmente gli Usa tirarsi fuori dalla difesa europea.
Una mossa che ha portato l'Europa a correre ai ripari iniziando a discutere per uno stanziamento di risorse più ingenti proprio per il settore della difesa. Sullo sfondo restano i timori per i dazi commerciali annunciati da Donald Trump che hanno impattato maggiormente sui mercati nell'ultima settimana.
Così in questo contesto con molte luci e qualche ombra a mettere a segno il rialzo più consistente è stato il listino spagnolo (+6,9%) seguito dal Ftse Mib di Milano (+6%) che nell’ottava ha riagguantato i 39mila punti (soglia che non si vedeva da dicembre 2007) per poi tornare giù. Seguono Francoforte (+3,8%), nonostante le incertezze dell’esito delle elezioni politiche e Parigi (+2%). A livello settimanale, invece, la migliore performance è stata messa a segno dal Ftse 100 di Londra (+1,7%), seguito da Francoforte (+0,9%), mentre Milano è salita dello 0,6%. Quadro completamente opposto per Wall Street con il Nasdaq che ha lasciato sul terreno il 5,8% in scia ai timori sulla tenuta del comparto dell’Ai; il Dow Jones e lo S&P hanno lasciato sul terreno il 3,5%.
Venendo ai singoli settori europei, ha messo il turbo quello bancario (+12% a livello mensile e +3,7% nell’ottava) trascinato dai conti e dal risiko che vede protagonista diversi istituti di credito italiani; vola anche il comparto della difesa che a Milano ha trascinato al rialzo Leonardo. Segue quello del food&beverage (+5,7% nel mese e +2,5% nell’ottava) e quello delle assicurazioni (+5% nel mese e +3,5% nell’ottava) in scia anche alle future nozze tra Generali e Natixis. Venendo a Piazza Affari, anche in questo caso il comparto che ha meglio performato è stato quello delle banche che a febbraio ha messo a segno un rialzo del 12% (+5,3% nell’ottava).
Regina di Piazza Affari è stata Leonardo che ha chiuso il mese in progresso del 30,2% (+9,7% nell’ottava) galvanizzata da un lato dalle prospettive di un aumento della spesa da parte dell’Europa per il settore della difesa, dall’altro dai conti sopra le attese del 2024. Seguono Iveco (+26,6%) e Popolare di Sondrio (+21,6% nel mese e +7,8% nell’ottava) con l’Opa lanciata da Bper. Sempre in tema di risiko bancario bene Unicredit e Banco Bpm che salgono entrambe del 12,9% (+5,8% e +5,9% nell’ottava). Fronte opposto per Interpump che nel mese ha segnato un calo del 19,7% (-3,7% nell’ottava) a causa dei conti 2024 in calo. Prysmian ha lasciato sul terreno il 14,2% scontando delle guidance per il 2025 poco accattivanti (-17% nell’ottava). Da segnalare inoltre Poste Italiane che ha raggiunto anche il nuovo record di capitalizzazione superando i 20 miliardi di euro.
L'escalation sui dazi frena l'Europa nella seduta del 28 febbraio
Recuperano dai minimi di giornata le Borse europee, che però chiudono deboli l’ultima seduta della settimana. A preoccupare gli investitori è il botta e risposta sui dazi tra Usa ed Europa, con il presidente francese Emmanuel Macron che replica alle minacce di tariffe commerciali del suo omologo americano Donald Trump. Il premier francese ha infatti detto che l’Unione Europea reagirà alle tariffe del tycoon con «dazi reciproci» su acciaio e alluminio e dovrà «rispondere» sugli altri prodotti.
Così, con il timore che la politica commerciale possa inficiare le mosse delle banche centrali (soprattutto della Fed), il Ftse Mib di Milano resiste e termina a +0,08%. Su livelli simili il Cac di Parigi (+0,1%), mentre calano il Dax di Francoforte (-0,2%) e l’Aex di Amsterdam (-0,5%). In rialzo dello 0,6% l'Ibex di Madrid.
Wall Street chiude in rialzo, Dj +1,39%, Nasdaq +1,63%
Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones sale dell’1,39% a 43.839,99 punti, il Nasdaq avanza dell’1,63% a 18.847,28 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell’1,58% a 5.954,41 punti.
A Milano vola Nexi (+9%), scivolano Saipem e St
A Piazza Affari, Nexi ha chiuso da prima della classe mettendo a segno un rialzo del 9% in scia ai conti 2024 che hanno visto il ritorno all’utile e la distribuzione del dividendo. Bene anche Hera (+1,7%) che beneficia dell’acquisizione di Ambiente Energia. Dopo i cali della vigilia, chiude con il segno più Stellantis (+0,7%). Poco mossa, invece, Banco Bpm (+0,4%) con l’assemblea dei soci che ha approvato a larghissima maggioranza il rilancio dell'Opa su Anima (+0,5%) e l'attribuzione al cda della delega per poter eventualmente rinunciare ad alcune condizioni di efficacia dell'operazione. Fronte opposto per St (-1,8%) che risente della debolezza generalizzata del settore e dei timori per la tenuta del comparto dell’Ai. Segno meno anche per Saipem (-2,1%) ed Eni (-1,5%); quest’ultima in scia ai cali del petrolio, nonostante gli analisti promuovano i conti e il piano della società presentati alla vigilia. Fuori dal listino principale da segnalare Juventus (+6,5%) spinta dal ritorno all’utile nel primo semestre dell’esercizio 2024/2025.
Spread in rialzo a 108 punti
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale italiano e il pari scadenza tedesco si è attestato a 108 punti base, in aumento rispetto ai 107 punti della chiusura della vigilia. Cala il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato oggi un'ultima posizione al 3,46% dal 3,49% del closing precedente.
Petrolio in calo, il Bitcoin tenta il recupero
Sul mercato valutario, in calo il cambio euro/dollaro che si attesta a 1,040 (da 1,047 alla vigilia in chiusura), l’euro/yen a 156,58 (da156,29) mentre il cross tra il biglietto verde e la divisa nipponica è a 150,55 (da 149,26). Il gas scende sotto la soglia dei 45 euro a euro al Megawattora (-1,4%); in calo anche il petrolio con il Wti a 69,6 (-1%) e il Brent a 73,1 dollari (-1,2%). Tenta il recupero il Bitcoin che scambia a 84.751,0 dollari (+0,4%) dopo aver toccato i minimi dal 9 novembre, agli albori del rally innescato dall’elezione di Donald Trump.