� stata inaugurata lo scorso 21 febbraio allo Spazio Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella la mostra Le vedute
alpine di Vittorio Besso fotografo dedicata alla scoperta dell'Archivio Besso di propriet� della Fondazione e visitata in anteprima il 20
febbraio dal fotografo di fama mondiale Steve McCurry, celebre per le sue
immagini delle "terre alte", a Biella per una lectio magistralis, il quale ha voluto rendere
omaggio a uno dei padri della fotografia di montagna.
La mostra, visitata anche dalla famiglia
Besso giunta appositamente da Imperia, sar� visitabile fino al 27 aprile e fa
parte di un trittico di mostre dedicate alla montagna allestite presso Spazio Cultura, collegate idealmente alla mostra Steve McCurry. Uplands&Icons di Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero; l'esposizione intende valorizzare il consistente nucleo di panorami e
vedute delle Alpi dell'Archivio Besso, che, costituito non solo da riprese di
carattere montano, contiene immagini che spaziano dal ritratto alla
rappresentazione di opere storico-artistiche di grafica, pittura, scultura e
architettura, comprendendo anche campagne documentali e territoriali,
esemplificando nella sua interezza quello che fu il suo operato durante una lunga quarantennale carriera
(1859-1895), rappresentando la produzione tipica di un Gabinetto fotografico
dell'Ottocento.
"L'allestimento di questa mostra presso
Spazio Cultura, in contemporanea alla personale Steve McCurry.
Uplands&Icons allestita fra Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero,
rappresenta una straordinaria opportunit� per mettere in dialogo uno dei padri
della fotografia storica di montagna con uno dei grandi fotografi viventi che
alle "terre alte" ha dedicato immagini indimenticabili - commenta il
Presidente Michele Colombo - Un incontro e un rispecchiamento
emozionante, che si riscontra nel coraggio e nella determinazione con cui Besso affront� le campagne fotografiche alpine con i limitati e
disagevoli mezzi tecnici della sua epoca, come nell'urgenza di documentare e
ritrarre che ritroviamo nell'avventura di McCurry al seguito di bande di
ribelli e con pochi preziosi negativi cuciti addosso. Un virtuale muto dialogo
che la Fondazione ha voluto creare per rendere omaggio non solo alla visita di
McCurry a Biella, ma allo spirito di tutti i fotoreporter che hanno fatto del
loro lavoro una missione di vita".
L'esposizione si compone di un nucleo di
stampe fotografiche storiche affiancate a stampe fine-art contemporanee
ottenute dalle lastre originali di questo pioniere della fotografia italiana,
selezione estrapolata dalla sua produzione ascrivibile all'ultimo quarto del
XIX secolo: fotografie ad alta quota realizzate esplorando le Alpi lungo un
arco geografico che si estende dal Monviso alla catena del Monte Rosa al
seguito delle ascensioni alpinistiche del CAI e delle escursioni venatorie del
Re Vittorio Emanuele II. Ben un terzo delle fotografie del fondo Besso ha
soggetto montano; troviamo a fianco di quelle dal taglio paesaggistico quelle
che ritraggono personaggi ripresi all'alpeggio, portatori, pastori in posa a
proprio agio e naturali nelle posture. Talune serie sconfinano nel reportage
con valenza etnografica e antropologica, degne di una narrazione moderna e di
un sentire contemporaneo oltre alle preziosissime immagini che mostrano i
topografi di fine '800 all'opera, con tacheometro, stadia e squadro, strumenti usati in quel
periodo, con i cavalli e gli asini per il trasporto delle attrezzature,
probabilmente impegnati nel rilievo della prima levata della carta topografica
d'Italia.
Troviamo in mostra scatti singoli, visioni
d'insieme di vallate che ricalcano una tradizione iconografica gi� consolidata
linguisticamente nella produzione grafica e pittorica dall'ultimo quarto del
XVIII secolo e successivamente confermata nell'operato dei primi fotografi
della montagna. Affiancate abbiamo un altro gruppo di riprese, realizzate
spesso anch'esse ad alta quota ma adottando la tecnica della panoramica
circolare; dall'analisi e comparazione visiva condotte nel corpus delle
negative, diverse lastre accostate le une alle altre compongono una vista
d'insieme. Questa tipologia di immagini non seguiva l'intento di condurre in
un'esperienza immersiva, intendeva soppiantare la grafica nella
rappresentazione del territorio a fini scientifici, geognostici e topografici.
Le singole riprese delle panoramiche,
oggetto di negativi distinti, erano realizzate dal Besso per essere
successivamente affiancate dopo la stampa delle singole copie su carta, le
quali successivamente incollate le une accanto alle altre ricomponevano la
veduta d'insieme che veniva montata su un cartone di sostegno intestato e con
didascalia. � possibile prendere visione di questa tipologia di lavorazione
grazie a un originale storico esposto e di propriet� del Comitato Glaciologico Italiano, una ripresa del Monte Rosa intitolato Panorama del Ghiacciaio
del Lys e di un'illustrazione con didascalia Panorama del ghiacciaio del Lys,
visto dalla Morena, sinistra laterale (da fotografia di V. Besso), alle quali
sono state affiancate per l'occasione le lastre negative originali, che si
potranno contestualizzare e osservare insieme.
"Si � scelto di ricostruire per l'esposizione 9 esemplari delle vedute circolari delle vette delle Alpi, restituendole con stampe contemporanee fine-art ottenute dalla digitalizzazione delle lastre del fondo fotografico Vittorio Besso, le pi� lunghe delle quali hanno uno sviluppo compreso fra 160-200 cm circa. Per la stesura delle didascalie delle panoramiche, in mostra e in catalogo, si � aperta la collaborazione con il CGI che ha realizzato, a cura di Gianni Mortara e Stefano Perona, delle schede descrittive delle fotografie di Vittorio Besso nell'ambiente montano piemontese e valdostano, fornendo dove possibile l'ubicazione dei punti di ripresa e indicazioni sul soggetto anche tramite confronti e commenti, partendo dalle informazioni originali ricavate sulle schede di manutenzione conservativa redatte nel 2011, sulle quali erano state trascritte le didascalie originali - commenta la curatrice Daniela Giordi, che con Silvio Ortolani ha curato oltre alla mostra il riordino e il restauro del fondo.
Affiancate ai citati prestiti del Comitato Glaciologico Italiano, la sezione storica comprende una selezione di stampe dell'Ottocento e la macchina fotografica di Besso di propriet� della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Per arricchire l'esposizione, provengono dalla Fondazione Sella 19 stampe all'albumina di Besso montate sia su cartonatura storica di sostegno, che sui formati cabinet card e carte de visite. La Fondazione Sella ha fornito anche supporto condividendo per lo studio le carte, le immagini e la competenza di Andrea Pivotto, conservatore dell'archivio della Fondazione. Una curiosit� per gli appassionati della fotografia di montagna: fu proprio Vittorio Besso a prestare la propria camera fotografica a Vittorio Sella per la sua prima panoramica effettuata dal campanile di San Gerolamo di Biella nel giugno del 1879.
Le vedute alpine di Vittorio Besso fotografo
22 febbraio-27 aprile 2025
Spazio Cultura - Fondazione Cassa di Risparmio di
Biella (Biella, Via Garibaldi 14)
Mostra a cura di Daniela Giordi
Orari
Luned�-venerd�
10.30-12.30 / 16.00-17.30
Sabato e
domenica 16.00-19.00
20, 21 e 25 aprile 16.00-19.00
Ingresso libero
Presentazione della mostra:
Venerd� 21 febbraio, ore 15.00
Sala Convegni Fondazione Cassa di Risparmio di Biella
(Via Gramsci 14/A - Biella)
A seguire inaugurazione mostra allo Spazio Cultura
Per info sulla mostra: 015 0991868 | [email protected]