Perché le persone migrano? Esplorare le cause dei flussi migratori

Le cause della migrazione sono numerose e vanno da sicurezza, demografia e diritti umani fino al cambiamento climatico

Un gruppo di migranti cammina lungo una linea ferroviaria. Tra le cause della migrazione ci sono guerra, conflitti e condizioni ambientali. ©Ajdin Kamber/AdobeStock
Tra le cause della migrazione ci sono guerra, conflitti e condizioni ambientali ©Ajdin Kamber/AdobeStock

Secondo Eurostat (l'istituto statistico dell'UE) al 1º gennaio 2021, il numero totale di cittadini extracomunitari residenti nell'UE era di 23,7 milioni, ovvero il 5,3% della popolazione dell'UE. La

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maggior parte dei cittadini stranieri presenti nei paesi dell'UE proveniva da paesi terzi.

Per saperne di più sull'immigrazione in Europa.

Il fenomeno migratorio

La migrazione è il movimento di persone da un luogo all'altro, per stabilirsi in una nuova posizione. La migrazione è spesso il risultato di problemi strutturali e disuguaglianze socio-economiche, che costringono le persone a cercare condizioni di vita migliori altrove. Il processo migratorio può anche portare a sfruttamento e discriminazione, mettendo in evidenzia le difficoltà nella gestione e il rispetto dei diritti umani globali. 


Motivi della migrazione: fattori di spinta e di attrazione

I fattori di spinta sono i motivi che spingono le persone a lasciare il proprio paese. I fattori di attrazione sono invece i motivi per cui le persone si spostano verso un determinato paese. Ci sono tre principali fattori di spinta e di attrazione: fattori socio-politici, fattori demografici ed economici e fattori ambientali.


Fattori socio-politici

Tra i motivi socio-politici che spingono le persone a scappare dal proprio paese ci sono le persecuzioni etniche, religiose, razziali, politiche e culturali. Anche la guerra o la minaccia di un conflitto e la persecuzione da parte dello stato sono fattori determinanti per la migrazione. Coloro che fuggono da conflitti armati, violazioni dei diritti umani o persecuzioni possono essere definiti profughi o migranti umanitari. Questa loro condizione influenza la loro destinazione, in quanto ci sono paesi che hanno un approccio più liberale di altri per per quanto riguarda l’accoglienza dei richiedenti asilo. Questi migranti vengono accolti solitamente nel paese più vicino che accetta richiedenti asilo. Il fulcro del diritto internazionale umanitario è rappresentato dalle Convenzioni di Ginevra, le quali stabiliscono norme per la condotta nei conflitti armati con l'obiettivo di mitigarne le conseguenze.

Negli ultimi anni le persone arrivano in Europa per fuggire da conflitti, terrore e persecuzione nel paese d’origine. Nel 2019, nell’UE è stato riconosciuto lo statuto di protezione a 384.245 richiedenti asilo, oltre un quarto dei quali provenienti dalla Siria, seguiti da profughi afgani e venezuelani.

Scopri la nostra infografica sulle richieste d'asilo nell’UE


Fattori demografici ed economici

I cambiamenti demografici determinano come le persone si spostano e migrano. Fattori come l’invecchiamento o la crescita della popolazione possono influire sia sulle opportunità lavorative nei paesi d’origine sia sulle politiche d’immigrazione nei paesi di destinazione.

L’immigrazione demografica ed economica è legata alle scarse condizioni di lavoro, a agli alti tassi disoccupazione e stato di salute generale dell’economia di un paese. Tra i fattori di attrazione ci sono salari più alti, maggiori possibilità di lavoro, miglior qualità di vita e opportunità di studio. Se le condizioni economiche non sono favorevoli e sono a rischio di ulteriore declino, le persone tenderanno a spostarsi verso paesi con prospettive migliori.

Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite, nel 2019 erano circa 169 milioni i lavoratori migranti nel mondo, ovvero le persone che migrano per trovare lavoro, pari a oltre due terzi dei migranti internazionali. Quasi il 70% si trovava in paesi ad alto reddito, il 18,6% in paesi a reddito medio-alto, il 10,1% in paesi a reddito medio-basso e il 3,4% in paesi a basso reddito.


Fattori ambientali

L’ambiente è da sempre una delle cause della migrazione: le persone scappano da disastri naturali come inondazioni, uragani e terremoti. Con i cambiamenti climatici si prevede un peggioramento degli eventi climatici estremi e quindi un aumento del numero di persone in movimento.

Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni, “i migranti ambientali sono coloro che a causa di improvvisi o graduali cambiamenti ambientali, che colpiscono negativamente la loro vita o condizioni di vita, sono obbligati a lasciare la propria abitazione, temporaneamente o in modo permanente, e che si spostano in un’altra area del proprio paese o all’estero.”

Fattori come crescita della popolazione, povertà, sicurezza umana e conflitti rendono difficile calcolare con precisione il numero di migranti ambientali presenti nel mondo. Le stime variano dai 25 milioni a un miliardo di migranti ambientali entro il 2050.


In che modo l'UE sta affrontando queste cause?

Facilitare i percorsi legali per i lavoratori migranti

L'Unione europea ha incoraggiato la migrazione legale per affrontare la carenza di manodopera, colmare le lacune di competenze e stimolare la crescita economica. Questi includono:

• la Carta Blu UE: un permesso di lavoro e di soggiorno che consente ai cittadini extracomunitari di lavorare e vivere in un paese dell'UE, a condizione che siano in possesso di una laurea o di un titolo equipollente, e un'offerta di lavoro che soddisfi una soglia salariale minima.

• Il Permesso Unico: un permesso combinato di lavoro e soggiorno, rilasciato per un massimo di due anni dal paese dell'UE.

• Status di soggiornante di lungo periodo nell'UE: consente alle persone provenienti da paesi extra UE di soggiornare, lavorare e circolare liberamente nell'UE per un periodo indefinito.


Maggiori informazioni sui percorsi legali per lavorare all'interno dell'UE.



Nuovo patto UE sull’immigrazione e asilo

Gestire efficacemente la migrazione per gestire i richiedenti asilo e proteggere le frontiere esterne è una priorità dell'UE da molti anni. L'UE ha lavorato a un nuovo patto sulla migrazione e l'asilo e nell'aprile 2024 il Parlamento ha appoggiato un accordo con il Consiglio per rinnovare le leggi dell'UE in materia di asilo e migrazione.

Il patto prevede procedure migliori e più rapide in tutto il sistema di asilo e migrazione dell'UE. Esso rivede il regolamento di Dublino, che determina il Paese responsabile del trattamento di ogni richiesta di asilo. Il nuovo sistema prevede diversi tipi di contributi da parte dei Paesi dell'UE, tra cui la ricollocazione dei richiedenti asilo dal Paese di primo ingresso, contributi finanziari o la fornitura di supporto operativo e tecnico. Il nuovo sistema si basa sulla solidarietà e su forme di sostegno flessibili, che potrebbero diventare necessarie nei momenti di pressione.

Una volta entrate in vigore le nuove regole, i Paesi dell'UE avranno due anni di tempo per incorporarle nelle loro leggi nazionali.

Scoprite di più sulla risposta europea alla sfida migratoria.

Ulteriori informazioni sull’immigrazione in Europa:

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