Piano pluriennale per gli stock di piccoli pelagici nel Mare Adriatico e per le attività di pesca che sfruttano tali stock (discussione)
Marco Affronte, a nome del gruppo Verts/ALE. – Signora Presidente, onorevoli colleghi, in due minuti avrei fatto veramente fatica a elencare tutti i punti che mi preoccupano di questo piano, che è passato in sede di commissione per la pesca, ma per fortuna molti di questi li ha ricordati il Commissario Vella.
Sono quattro anni e mezzo che sono in questo Parlamento europeo e sono quattro anni e mezzo che sento parlare in commissione per la pesca della situazione disastrosa del Mediterraneo, dell'85 % di specie sovrasfruttate, di un settore in grave difficoltà. Eppure, adesso che arrivano i piani pluriennali, che sono uno degli strumenti principi proprio della PCP, vediamo subito quanto questi vengano in qualche modo diluiti, dimenticati, rovinati, ridotti a qualcosa che non ha nessun senso, nessun valore, nessuna efficacia.
Il piano per l'Adriatico prevedeva come proposta iniziale le quote. In Mediterraneo di quote non si può parlare, sono un tabù e sono un qualcosa che non può essere nemmeno preso in considerazione. I colleghi che sono così tanto preoccupati delle ricadute socioeconomiche non pensano alla ricaduta socioeconomica di uno stock che può collassare, e che quindi lascerebbe a piedi le persone che lavorano e che guadagnano su questo stock, e non pensano nemmeno al fatto che dove gli stock sono pescati in maniera sostenibile, la redditività della pesca è aumentata in maniera notevole e quindi con grande ritorno proprio socioeconomico.
Adesso abbiamo per le mani un piano che non abbiamo mai visto negli altri piani pluriennali che abbiamo fatto. Non è pluriennale perché dura soltanto tre anni. È scomparso il concetto di massimo rendimento sostenibile e soprattutto non dà nessun ascolto alle preoccupazioni della scienza o meglio sceglie a quale scienza dare ascolto. Ricordo alla collega Gardini che gli Ecosurvey che lei ha citato sono fatti sui demersali, mentre questo qui è un piano per i pelagici. Sono due dati che non si possono mettere insieme, basterebbe un minimo di conoscenza scientifica per saperlo.
Invece lo CSTEP ci dice che gli stock sono in grave crisi e che uno dei due rischia di collassare. Quindi serve una misura molto più efficace di quella che abbiamo in questo piano e spero che l'alternativa che domani avrete in lista, cioè quella dell'Escapement Strategy, possa almeno passare per dare in modo ai pescatori di sostenersi con questa risorsa economica.