Nei romanzi Ragazzi di z^z'/^( 1955) e Una vita violenta {\9'^S)), Pier Paolo Pasolini penetra nell' inferno del sottoproletariato romano, usando un linguaggio tutto particolare che vuole essere quello delle creature che popolano quel...
moreNei romanzi Ragazzi di z^z'/^( 1955) e Una vita violenta {\9'^S)), Pier Paolo Pasolini penetra nell' inferno del sottoproletariato romano, usando un linguaggio tutto particolare che vuole essere quello delle creature che popolano quel mondo. Crea così un legame tra linguag- gio e società. Di che società si tratta e quali sono le caratteristiche salienti di questo linguaggio? I personaggi pasoliniani fanno parte del jo^oproletariato. Vivono ai margini della società e assomigliano ai Vinti verghiani. Pasolini, parlan- do di loro, adopera la parola "casta": "Un borghese non immagina nemmeno la chiusura e la sufficienza a se stessa di questa casta. . . . "* suggerendo dunque che i suoi personaggi sono condannati a rimanere imprigionati nel loro isolamento. Nelle pagine seguenti cercherò di dimostrare come questa visione sociale si configura nella struttura linguistico-narrativa di Ragazzi di vita. Ragazzi di vita viene pubblicato nel 1955, in pieno dibattito neorealista, quando lo scrittore sente 1' impegno di cercare, anche attra- verso la sperimentazione linguistica, nuovi mezzi di comunicazione che si oppongano al "bello scrivere" del periodo fascista. La prosa "vestita", cioè eloquente e retorica di tipo dannunziano, cede il posto alla prosa "nuda" che in Ragazzi di vita riflette la povertà, la com- plicata semplicità dei protagonisti. Se la società pasoliniana è il sotto- proletariato, r autore deve scrivere nel linguaggio del sottoproletariato. Ma come si fa, quando si è nato borghese e settentrionale, a scrivere nella lingua del sottoproletariato di Roma? Il valore innovatore dei due romanzi romani sta allora non soltanto nel fatto che Pasolini ha adoperato il romanesco, o meglio UN romanesco, come mezzo espressivo, ma anche nel fatto che questi due romanzi sono preceduti da un intenso studio filologico e antropologico. Quindi, più che aver Riprodotto il parlato delle borgate romane, Pasolini ha PROdotto un linguaggio nuovo, che infatti è una illusione linguistica. Ĉome usa Pasolini il linguaggio popolare e quali effetti ottiene? Il repertorio linguistico dialettale è piuttosto ristretto come del resto quello di un ceto popolare che è quasi o del tutto analfabeta. Abbondano le espressioni forti come "fijo de na mignotta" o "li mortacci tua", che attraverso la ripetizione in contesti diversi, perdono ogni valore seman- tico. L'espressione forte è il momento di libertà, di anarchia. M. Jacq- main ha cercato di definire i vari valori affettivi di un'espressione come "li mortacci" ed ha constatato che può significare indifferentemente soddisfazione, imbarazzo, sdegno, vergogna, impazienza, collera ecc. Interessante è l'osservazione della stessa Jacqmain secondo cui l'autore si sente costretto a chiarire il valore espressivo da lui usato, il che sotto- linea la povertà del repertorio linguistico dialettale. Cito gli esempi della Jacqmain: ... Il Ciccione partì, e scivolando sull'orlo dell'asse, mentre cadeva in acqua, urlò con una risata feroce: ' 'Li mortacci sua\ " , e Remo sulla riva, scuotendo il capo, allegro borbottò: ''Li mortacci, che fforza che sei!". Pure il Bassotto lì accanto, lungo sul marciapiede, ghignava, quando gli arrivò tra i ricci un malloppetto di fanga. "Li mortacci vostra\" urlò voltandosi furente (. . .).' Il carattere popolare del romanzo sta anche nella sintassi: frasi brevi, interruzioni, esitazioni, spunti spontanei caratterizzano lo stile indiretto libero che tratterò in seguito. Gli avvenimenti vengono raccontati come passano per la mente dei parlanti. Le tendenze popolari risultano chiare per esempio nell'uso dell'onomatopea: ... e Alduccio, fumando, nemmeno aveva dato quattro pedalate, che crac, scric, scrac, la ruota del triciclo s'incastrò nella rotaia del tram e si ridusse a un colabrodo. {^^g-P-135)''