Ribellione del Gruppo Wagner
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Citazioni sulla ribellione del Gruppo Wagner.
Citazioni
[modifica]- Alla domanda se Vladimir Putin esca da questa ribellione armata più solido o più fragile, la risposta non dei suoi nemici ma dei suoi sostenitori è che Putin si è indebolito. E il popolo degli ex militari patriottici con libertà di esprimere la loro opinione si dichiara sbalordito dalle assenze, poi recuperate: per quasi ventiquattro ore Putin è sparito per riapparire in video senza certificazione di data e di ora. Altrettanto hanno fatto il ministro della Difesa Shoigu e il comandante Gerasimov. Sembrava sparito anche Prigozhin, il nemico pubblico numero uno che non si è capito, se sia il vincitore e lo sconfitto, riapparso al piano bar di un hotel di Minsk. (Paolo Guzzanti)
- Come ha illustrato la ribellione di Prigožin nell'estate 2023, la prospettiva di disordini sociali sul fronte interno è motivo di preoccupazione anche per la leadership russa. La rivolta armata guidata da Prigožin, è bene ricordarlo, era motivata dalla convinzione che a Mosca mancasse lo spirito guerriero, non quello pacifista. Data la precarietà della situazione politica in entrambi i Paesi, è improbabile che Kyiv o Mosca possano fare concessioni tali da raggiungere un cessate-il-fuoco duraturo, per non parlare di un accordo di pace. (Andreas Umland)
- Durante la rivolta molti russi hanno sostenuto Prigozhin sui social media, e questo significa che stanno perdendo la guerra e si incolpano a vicenda. Stanno cercando i colpevoli per le loro sconfitte in Ucraina. Dobbiamo approfittare di questa situazione per cacciare i nostri nemici dalla nostra terra. (Volodymyr Zelens'kyj)
- Durante la rivolta tutti hanno visto che [Vladimir Putin] era perso, non sapeva cosa fare. I suoi avrebbero dovuto agire automaticamente per proteggerlo, ma erano paralizzati. Aspettavano ordini o cercavano di lavarsene le mani. Si è vista la mancanza di qualunque sistema o istituzione. Tutto dipende da relazioni informali fra persone e le persone hanno paura, anche se comandano centinaia di migliaia di persone. Nessuno li ha mai preparati a pensare in maniera indipendente e ad agire autonomamente. (Boris Bondarev)
- È difficile fare valutazioni, se non quelle sulla consapevolezza del caos all'interno della Federazione russa che stona un po' con certa propaganda che abbiamo visto negli ultimi mesi. (Giorgia Meloni)
- Il capo del Cremlino esce sicuramente indebolito dalla crisi. Certo, il presidente ha mantenuto il potere, ha scongiurato una guerra civile e ha riportato l’ordine a Mosca. Ma la sua è una vittoria di Pirro. (Pierre Haski)
- L'anno scorso con l'avventura di Yevgeny Prigozhin abbiamo visto che persone armate motivate e ben guidate che hanno potuto fare quasi tutto senza che nessuno nella popolazione si opponesse. Dunque, se la situazione dovesse cambiare, qualcuno potrebbe farsi avanti. (Boris Bondarev)
- La fragile dittatura di Putin è caduta: hanno cominciato a rosicchiarsi a vicenda per potere e denaro. (Kyrylo Budanov)
- Le azioni di Prigozhin sono una vera pugnalata alla schiena e non possono essere percepite diversamente da me. (Igor' Girkin)
- La rivolta è stata pianificata ed eseguita molto meglio [della battaglia di Bachmut]: per Bakhmut ci sono voluti 11 mesi, mentre Prigozhin è arrivato a Rostov e Voronezh in meno di 11 ore, aiutato da comandanti e soldati che sembravano aspettare il suo arrivo. (Anne Applebaum)
- Ora c'è così tanto caos che nessuna menzogna può nasconderlo. La debolezza della Russia è evidente. [...] Per molto tempo la Russia ha fatto ricorso alla propaganda per mascherare la sua debolezza e la stupidità del suo governo. E ora c'è così tanto caos che nessuna bugia può nasconderlo. (Volodymyr Zelens'kyj)
- Prigozhin era da diverse settimane stretto all'angolo. Aveva provato a defenestrare il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov e il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, entrando irrimediabilmente in rotta di collisione con Putin: restava solo da capire chi avrebbe colpito per primo. Ha provato a essere lui ad attaccare, poi ha visto che Mosca era ben munita e ha aderito alla proposta del capo bielorusso Aljaksandr Lukashenko che ovviamente era in contatto con Putin. I veri termini della trattativa non li conosceremo mai. (Sergej Gurijev)
- Prigožin – l’uomo scelto per fare il lavoro sporco, il capo dei mercenari, il padrone delle "fabbriche di troll" all’avanguardia nella disinformazione – ha svelato che il re è nudo. Manovrando pericolosamente la Wagner, i ceceni e i clan che dividono il suo esercito, Putin ha finito per perdere il controllo. (Pierre Haski)
- Putin era consapevole di quanto stava organizzando la Wagner e ha lasciato che agissero. Ovviamente non so fino a che punto comunicassero i due, se Putin fosse informato nei dettagli, ma credo che Prigozhin tenesse informato lui o qualcuno a lui vicino e credo che questo sia il motivo per cui alla fine si è sentito tanto fiducioso da agire in questo modo. Inoltre, è per questo che Putin non ha lasciato Mosca, perché sapeva che Prigozhin non avrebbe effettivamente attaccato la capitale, che ci sarebbe andato vicino, ma poi si sarebbe fermato. Ne era certo. (Il'ja Ponomarëv)
- Putin ha costruito intorno a sé e all’interno di questo Paese un complicato palazzo di specchi. Ora però gli scontri inevitabili — lo scontro di Putin con la realtà oltre che il suo scontro con Prigozhin — sono giunti al loro culmine. (Anne Applebaum)
- Putin ha perso i superpoteri di garante della stabilità. (Paolo Guzzanti)
- Quello che sta accadendo non è un ultimatum al ministero della Difesa. È una sfida per lo Stato e contro questa sfida è necessario radunare tutti attorno al leader della nazione: l'esercito, le forze di sicurezza, i governatori e la popolazione civile. I soldati del ministero della Difesa e della Guardia Nazionale nella Repubblica cecena sono già partiti per le zone di tensione. Faremo di tutto per preservare l'unità della Russia e proteggere lo stato. (Ramzan Kadyrov)
- [«Domanda naturale: c'era la Cia, che ha ammesso di sapere quello che stava per accadere, dietro la mossa di Prigozhin? Dopotutto, è un mercenario.»] Sono abbastanza sicuro di no, se fosse stata la Cia a organizzare tutto l'operazione sarebbe stata gestita meglio e portata a compimento. Quello che non si può escludere, piuttosto, è che nel corso della giornata siano arrivate a Prigozhin delle proposte economiche da parte di qualcuno della cerchia di Putin perché desistesse, mentre Mosca si preparava a una strenua difesa. (Sergej Gurijev)
- Sono tempi difficili, il Paese combatte, non me l'aspettavo. Che cos'è? La marcia di Mussolini su Roma? (Vladimir Solov'ëv)
Citazioni in ordine temporale.
- La Wagner da sola non può affrontare una guerra civile a meno che non ci sia l'adesione di altre forze armate.
- Prigozhin da tempo prende posizioni molto dure, per alcuni avevano uno scopo tattico nascosto, in poche parole erano solo una sceneggiata. Le ultime dichiarazioni le fece proprio prima di completare l'occupazione di Bakhmut: sembrava una manovra a uso dei media ma non era così e, con quanto è stato fatto a Rostov, si chiarisce che c'è qualcosa di sostanziale.
- Certamente è strano che una milizia, che è stata protagonista delle azioni più importanti in Ucraina e non solo, cambi all'improvviso posizione. Ciò pone molti interrogativi: bisogna vedere come reagirà la Russia e se ha gli anticorpi rispetto a questa azione che arriva in un momento molto delicato, in cui le operazioni in Ucraina stavano premiando lo sforzo russo.
- Gli avvenimenti delle ultime ore in Russia sono da un lato sorprendenti e gravissimi, dall’altro sono il frutto di circostanze senza precedenti: mai prima d’ora, e in un paese fortemente autoritario come la Russia di oggi, era capitato che una milizia privata arrivasse ad assumere un tale potere da permettersi di rivaleggiare con lo stato maggiore della Difesa. Lo scontro aperto mostra come Vladimir Putin, che finora sembrava controllare le frizioni tra il capo della Wagner e i suoi generali, in realtà non abbia la situazione in mano. Tutto dipenderà da cosa accade nelle prossime 48 ore e da come reagiranno le unità dell’esercito di fronte alla sfida aperta da Prigozhin. Anche se quello lanciato dal capo della Wagner sembra più l’azzardo di un giocatore spregiudicato che il piano di uno stratega.
- La possibilità che scoppi una guerra civile in un paese come la Russia, bicontinentale e con un arsenale nucleare, è incredibile e terribile. Evidentemente c'è stata una desistenza delle forze regolari alla marcia della Wagner. E a Rostov una collaborazione dei vertici militari.
- Non credo a Putin regista occulto dell'operazione. Esce indebolito da questa storia. L'immagine di sicurezza, che ha sempre emanato, è incrinata.
- Più che rivoluzionaria è una situazione da tardo impero. Simile a una guerra fra bande che si contendono il controllo dello Stato, con la guida indebolita.
- Se Prigozhin non fosse tornato indietro, una guerra civile russa avrebbe avuto riflessi devastanti.
- Di sicuro è stato un episodio particolare, che ha mostrato il fallimento di molte parti diverse del regime, ma in particolare di Putin, che avrebbe dovuto fermare la rivalità tra Prigožin e il ministro della Difesa Shoigu. Ma Putin, o per sufficienza o perché non sapeva cosa fare, ha lasciato che il problema si incancrenisse. La seconda cosa che mi ha colpito, è che si è trattato di un segnale d'allarme preoccupante per il regime.
- Dopo l'ammutinamento di Prigozhin il governo ha iniziato a perseguitare persino gli stessi turbo-patrioti che sostengono l'invasione.
- È stato interessante notare che quando messi di fronte alla necessità di dare un voto di fiducia al regime, in così tanti si siano astenuti. Quello che indica questa storia credo sia una lenta disintegrazione del regime. Putin è ancora forte, non ci sono dubbi. Può arrestare e uccidere chiunque vuole. Ma penso che il regime stia diventando più fragile. La sua capacità di gestire le crisi è ridotta. Nell'amministrazione giorno per giorno va tutto bene. Ma che succede quando arriva l'inaspettato?
- Prigozhin non stava cercando di destituire Putin o cose simili. Quello che stava cercando di fare era convincere Putin, con una dimostrazione di forza, a sostenerlo contro il suo principale rivale, il ministro della Difesa di allora, Sergej Shoigu. E l'impresa è assolutamente fallita.
- L'esercito russo, a quanto pare, ha di fatto cessato di esistere come struttura unitaria. Soldati e ufficiali seduti in trincea durante il massacro scatenato da Putin, probabilmente ieri hanno finalmente capito l'assoluta inutilità della guerra contro l'Ucraina, alla luce del fatto che un gruppo di criminali nelle retrovie può percorrere 600 km in un giorno, spazzando via tutto sul loro cammino e poi essere amnistiati dopo aver ucciso piloti e civili.
- La Russia potrebbe trovarsi di fronte ad una guerra sanguinosa, non una guerra civile, ma una guerra di clan, di gruppi armati e di eserciti privati: ceceni, sostenitori di Prigožin, mercenari armati, che si separeranno da Prigožin o da altre PMC e saranno assunti dai clan locali per proteggersi da invasori esterni.
Tutte le grandi imprese e gli oligarchi probabilmente creeranno (se non lo hanno già fatto) eserciti privati, come Gazprom ha già fatto per proteggersi.
I conflitti e la ridistribuzione delle proprietà saranno risolti con la forza. Saranno i nuovi anni '90, ma molto peggio, allo stile e al genere di Mad Max di un film d'azione distopico. - Nessuno in Russia può più sentirsi al sicuro. Né funzionari, né oligarchi, né ufficiali dell'FSB che pensavano di essere i dominatori della vita. Putin ha smesso ieri di detenere il monopolio della violenza in Russia. È stato dimostrato che le fazioni con più armi e determinazione decidono tutto.
- [«Cos'ha scatenato, per lei, la rivolta di Prigozhin?»] Il decreto che sanciva il passaggio dal primo luglio di tutte le milizie private sotto il controllo del ministero della Difesa. A quel punto Prigozhin non aveva niente da perdere: gli avrebbero tolto il controllo della Wagner e sapeva che sarebbe stato mandato a morire in prima linea.
- Putin nel suo video ha detto che la Russia veniva pugnalata alle spalle come nel 1917, ma l’analogia che mi viene in mente è con la presa del potere di Mussolini. Marciò su Roma nel 1922 facendo leva sulle recriminazioni dei reduci di guerra. Così Prigozhin ha cercato di marciare su Mosca per abbattere il potere, anche se poi ha deciso di fermarsi.
- Putin non può restare al potere a lungo dopo aver perso la sua aura, il suo status di leader supremo. L’immagine che lascia da ieri è quella di un dittatore che scappa per salvarsi la vita. Per qualche ora si è assistito al collasso dell’intera catena di comando russa.
- Prigozhin ha distrutto il mito e l'illusione della stabilità in Russia creato da Putin che ora è molto nervoso. Ha capito che i funzionari di governo non lo vedono più come un moderatore o un protettore dei loro interessi. Non è visto come un leader forte e capace ma come un uomo debole che non è stato in grado di proteggere due città russe di un milione di abitanti come Rostov sul Don e Voronež. E neanche Mosca, dove questo esercito illegale aveva iniziato a spostarsi.
- Prigozhin voleva che Putin e i generali rispettassero le promesse, che il suo ruolo e tutto quello che aveva fatto, soprattutto la lunga e sanguinosa battaglia di Bakhmut, gli venisse riconosciuto.
- Putin era sconvolto dall'ammutinamento, la mattina aveva detto che bisognava arrestare quei criminali e avviare un'azione penale, ma la sera tutto è stato annullato. Prigozhin ha ricevuto i suoi soldi e ha lasciato liberamente la Russia. È stato un affare privato tra Putin e Prigožhin dall'inizio alla fine, senza la partecipazione di nessuna istituzione statale, il coinvolgimento del leader bielorusso Aleksandr Lukashenko è stato solo di facciata.
- L'evento, io lo chiamo così, ha dimostrato che il Paese si trova in una situazione anomala e si sta muovendo in una direzione sbagliata. Dopo quel che è accaduto, una rivolta che era molto vicina alla vittoria e in parte ad una guerra civile, ci devono essere cambiamenti.
- L’insurrezione di Prigozhin tradisce una palese disfunzionalità del governo e la presenza di un grande scontento. Se il presidente non controlla completamente le strutture di forza, è chiaro che non ha una posizione salda.
- La Russia o cercherà un modo per uscire da questa situazione, anche tramite una mezza capitolazione, oppure indurirà fortemente la sua posizione, compresa la mobilitazione generale e un brusco rafforzamento della potenza militare con l’eventualità dell’uso di armi nucleari tattiche.
- [«Come ne è uscito Putin?»] Molto indebolito, perché intanto ha lasciato che il Paese finisse in questa situazione. Tutti, dall’alto verso il basso, hanno capito che stiamo andando in una direzione sbagliata. E poi, mi scusi, poche migliaia di uomini armati hanno quasi raggiunto Mosca. Nella capitale quasi si scavavano trincee e si erigevano fortificazioni. Va intesa così la sicurezza?
- Lo sviluppo degli eventi attuali dimostra che le azioni di coloro che hanno organizzato la ribellione militare si adattano pienamente allo schema di un colpo di stato ben congegnato e orchestrato.
- Non consentiremo a pazzi criminali ed ai loro sostenitori di prendere il potere nel Paese.
- Se l'arsenale nucleare della Russia finisse sotto il controllo dei banditi, il mondo intero sarebbe sull'orlo della distruzione.
- Emerge un leader debole a capo di un sistema di potere fragile e questo stravolge la tesi di chi pensava che la guerra dovesse finire con la sconfitta ucraina. [...] Ormai è iniziato il caos interno. Putin ha perso il controllo, il re è nudo. Dunque, il mondo democratico dovrebbe comprendere che non è più lui il partner con cui negoziare.
- La tragicommedia degli ultimi giorni spiega in modo eloquente ai leader di altri Paesi perché l'Ucraina non vede come sia possibile negoziare oggi con la Russia di Putin. [...] Con chi possiamo parlare di qualsiasi cosa se l'interlocutore principale ha il potere che gli scivola via dalle mani come sabbia e tutti si stanno pulendo le scarpe col suo comando strategico? I giorni per questa gang sono ormai contati e in casa non c'è un padrone.
- Quanto sta accadendo è solo l’inizio e le prossime 48 ore definiranno lo status della nuova Russia. [...] La divisione fra le élite è troppo evidente. Accettare e fingere che tutto si sistemerà, non funziona più. Che sia una vera e propria guerra civile o una transizione di potere negoziata o una tregua temporanea, prima della prossima fase della caduta del regime di Putin, tutti i potenziali giocatori stanno ora scegliendo da che parte stare. Fino ad ora c'è un assordante silenzio dell'élite in Russia.
Citazioni in ordine temporale.
- Il Consiglio dei Comandanti Wagner ha preso una decisione: il male portato dalla leadership militare del Paese deve essere fermato. Trascurano la vita dei soldati. Hanno dimenticato la parola "giustizia" e noi la riporteremo. Coloro che hanno distrutto oggi i nostri ragazzi, che hanno distrutto decine, decine di migliaia di vite di soldati russi saranno puniti. (24 giugno 2023)
- Tutti quelli che cercheranno di resistere, li considereremo un pericolo e li distruggeremo immediatamente, compresi eventuali posti di blocco sulla nostra strada. E qualsiasi aviazione che vediamo sopra le nostre teste. (24 giugno 2023)
- Ci occuperemo di coloro che distruggono i soldati russi. E torneremo in prima linea. La giustizia nell'esercito sarà ripristinata. E dopo questo, giustizia per tutta la Russia. (24 giugno 2023)
- Questo non è un colpo di stato militare, ma una marcia della giustizia, le nostre azioni non interferiscono in alcun modo con le truppe. [...] Il gruppo Wagner ha deciso che coloro che hanno responsabilità militari per il Paese devono essere fermati. (24 giugno 2023)
- Tutti sapevano quale fosse l’obiettivo della marcia. Volevamo evitare l’annientamento della Wagner e chiamare alla responsabilità le persone che con azioni poco professionali hanno commesso un numero enorme di errori nel corso della Operazione militare speciale. Ci siamo fermati nel momento in cui è diventato evidente che avanzando si sarebbe sparso molto sangue. (26 giugno 2023)
- In ventiquattro ore abbiamo percorso la distanza che corrisponde a quella dal punto di partenza delle truppe russe il 24 febbraio del 2022 fino a Kiev, e da quel punto ancora fino a Usgorod. Perciò se all’inizio del conflitto il lavoro fosse stato eseguito da uomini con lo stesso livello dei nostri, forse tutto sarebbe durato un giorno. Abbiamo dimostrato il livello di organizzazione che doveva essere proprio dell’esercito russo. Per questo siamo stati festeggiati dalla popolazione civile. La gente ha visto nella nostra marcia un sostegno alla lotta contro la burocrazia e gli altri mali che oggi affliggono il nostro Paese. (26 giugno 2023)
Citazioni in ordine temporale.
- Questa è una pugnalata alle spalle del nostro paese e della nostra gente. Un colpo simile fu inferto alla Russia nel 1917, quando il paese stava conducendo la prima guerra mondiale: la vittoria le venne rubata. Intrighi, litigi, politica dietro le spalle dell’esercito e del popolo si sono trasformati nel più grande choc, la distruzione dell'esercito e il crollo dello stato, la perdita di vasti territori. E, come conseguenza, la tragedia della guerra civile. I russi hanno ucciso russi, fratelli: e ogni sorta di avventurieri politici e forze straniere, che hanno diviso il paese, lo hanno fatto a pezzi, hanno ottenuto guadagni egoistici.
Non permetteremo che accada di nuovo. (24 giugno 2023) - Quello a cui ci troviamo di fronte è proprio un tradimento. Ambizioni esorbitanti e interessi personali hanno portato al tradimento. Al tradimento del nostro paese, del nostro popolo e della causa stessa per la quale, fianco a fianco con le nostre altre unità, i soldati e i comandanti del gruppo Wagner hanno combattuto e sono morti. (24 giugno 2023)
- Questo è un duro colpo per la Russia, per il nostro popolo. E le nostre azioni per proteggere la Patria da una tale minaccia saranno dure. Tutti coloro che hanno deliberatamente intrapreso la via del tradimento, che hanno preparato una ribellione armata, intrapreso la via del ricatto e dei metodi terroristici, subiranno inevitabili punizioni, risponderanno sia davanti alla legge che davanti al nostro popolo. (24 giugno 2023)
- Coloro che hanno organizzato e preparato la ribellione militare, che hanno alzato le armi contro i loro compagni d'armi, hanno tradito la Russia. E ne risponderanno. (24 giugno 2023)
- La rivolta sarebbe stata comunque soffocata, ma fin dall'inizio degli eventi, sono stati presi provvedimenti, su mie dirette istruzioni, per evitare un grande spargimento di sangue. (26 giugno 2023)
- Gli organizzatori della ribellione volevano spaccare e indebolire il Paese nel momento in cui si trova di fronte a una colossale minaccia esterna, pressioni senza precedenti dall'esterno quando al fronte i nostri compagni muoiono con le parole "non un passo indietro!". Gli organizzatori della ribellione, avendo tradito il loro paese, il loro popolo, hanno anche tradito coloro che sono stati spinti a commettere crimini. Hanno mentito, li hanno spinti alla morte, sotto il fuoco, a sparare contro la loro stessa gente. (26 giugno 2023)
- I nemici della Russia e i neonazisti a Kiev e i loro protettori occidentali, volevano, così come tutti i tipi di traditori della nazione, il fratricidio. Volevano che i soldati russi si uccidessero a vicenda, che la nostra società si dividesse, annegasse in un sanguinosa guerra civile. Si sono fregati le mani sognando di vendicarsi dei loro fallimenti al fronte e della cosiddetta controffensiva, ma hanno fatto male i calcoli. (26 giugno 2023)
Citazioni in ordine temporale.
- È vero che nella storia russa i colpi di Stato sono stati portati avanti anche da piccoli gruppi militari, ma Putin dovrebbe richiamare soldati dall’Ucraina per fermare la Wagner, sguarnendo così il fronte. A meno che non voglia bombardare le proprie città: uno scenario che, oltre a essere inquietante, non so dove possa portarlo.
- I media italiani fanno fatica a chiamare le cose con il loro nome. Quello in corso è un golpe.
- Putin ne esce malissimo in qualunque caso. Mettiamo il caso che Prigozhin arrivi a Mosca, Putin è morto almeno politicamente. Se invece riuscisse a fermarlo, ha avuto comunque un golpe in casa. Anche perché Prigozhin è il frutto del sistema putiniano, ovvero la sostituzione dello Stato con una corte. È un ex criminale diventato ricco grazie agli appalti ricevuti, che si è costruito il suo esercito di galeotti perché Putin ha avuto l’idea geniale che un esercito privato potesse aiutarlo.
- [«E se dietro tutto questo ci fosse lo zampino dell’Occidente, che ha soffiato sul fuoco delle divisioni interne per rovesciare il regime di Putin?»] Ne dubito. Forse Prighozin qualche contatto lo ha anche cercato, ma credo con più probabilità che si sia sentito con Kiev. Questo è più probabile. Se vuole andare a Mosca, deve inevitabilmente sentire i nemici della Russia.
- Pochi giorni fa c’è stato un attacco di droni alle porte di Mosca, di cui si è parlato poco perché ormai sono ordinaria amministrazione fin quando non colpiscono un bersaglio. Ma questi in particolare sembravano diretti contro la base della divisione carrista dell’esercito russo, quella che normalmente interviene nel caso di un golpe a Mosca. Mi chiedo: è una coincidenza che rientra nella logica della guerra o un tentativo di mettere fuori gioco la più probabile linea di difesa nel caso di un colpo di Stato? Per Kiev è naturalmente un’opportunità. La domanda è se stanno guardando ciò che accade con i popcorn in mano o se ci sia qualcosa di più su un loro coinvolgimento.
Citazioni in ordine temporale.
- [Su Evgenij Prigožin] C'erano diverse persone che potremmo definire suoi sostenitori. Le sue invettive erano favorite dalla tacita approvazione dello stesso Putin che lo usava come contrappeso contro l'esercito e il ministero della Difesa Sergej Shojgu. Molte persone condividevano le sue critiche contro i vertici militari: che non fossero abbastanza brutali contro gli ucraini e che non stessero avanzando rapidamente. Lo appoggiavano diversi generali come il viceministro della Difesa Mikhail Mizintsev che è poi stato nominato vicecomandante del gruppo Wagner. Non era l'unico. Probabilmente alcuni di questi suoi sostenitori erano a conoscenza dei preparativi della rivolta. Secondo le mie fonti, lo stesso Putin ne era al corrente da mesi, ma non ha preso le informazioni sul serio.
- Ci sono i fedelissimi che fanno parte della "super-élite", della cerchia ristretta di Putin. Loro dipendono personalmente da lui. Non hanno alternative. E come lui, sono lontani dalla realtà. Lo hanno seguito a San Pietroburgo alla festa Vele Scarlatte perché come lui sottovalutavano la minaccia di Prigozhin. Pensano tuttora che il regime sia stabile e che sia tutto sotto controllo. Ci sono poi i grandi uomini d'affari o decisori che non sono sul libro paga di Putin. Per loro la rivolta di Prigozhin è stata uno shock. Ha cambiato per sempre la loro prospettiva. Sono andati nel panico: pensavano davvero che Prigozhin potesse arrivare a Mosca e che sarebbe stato il caos. E per la prima volta hanno avuto la prova di quanto Putin e il suo cerchio magico non abbiano invece alcun contatto con la realtà. Non credono più che il regime sia così stabile. Hanno iniziato a pensare che Putin sia un'anatra zoppa e che abbia i giorni contati. Ma ciò non significa che organizzeranno una rivolta o si schiereranno con Prigozhin o con altri. Vuol dire però che hanno finalmente capito che il sistema di potere non funziona.
- Non ci sarà più una rivolta militare. La prossima rivolta, se mai ci sarà, non assomiglierà alla ribellione di Wagner perché non ci sarà più qualcuno con un esercito privato come Prigozhin.
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