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Motoria

Il documento tratta delle abilità motorie fondamentali come camminare, correre, saltare e lanciare, evidenziando l'importanza di eseguire questi movimenti correttamente per evitare infortuni e migliorare le prestazioni. Viene discusso il ruolo di ciascun movimento nell'atletica e come questi schemi motori siano alla base di diversi sport. Infine, si descrivono le tecniche e le regole di gare specifiche come la corsa a ostacoli e la staffetta.

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Il documento tratta delle abilità motorie fondamentali come camminare, correre, saltare e lanciare, evidenziando l'importanza di eseguire questi movimenti correttamente per evitare infortuni e migliorare le prestazioni. Viene discusso il ruolo di ciascun movimento nell'atletica e come questi schemi motori siano alla base di diversi sport. Infine, si descrivono le tecniche e le regole di gare specifiche come la corsa a ostacoli e la staffetta.

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ABILITA’ MOTORIE

Da
Matranga Gregorio,
Braj Salvatore,
Geraci Davide,
Lupia Gabriele,
La Manna Giovanni,
Caldararo Salvatore.

I MOVIMENTI FONDAMENTALI (Matranga Gregorio)


I principali movimenti fondamentali sono
camminare, correre, saltare, lanciare,
arrampicare, rotolare e nuotare / mentre
quando si ha un buon livello di espressione si
può parlare di abilità motorie.

L'esecuzione della maggior parte dei gesti viene


da noi compiuta ogni giorno in maniera
naturale, le abilità motorie consentono di
perfezionare gli schemi motori elementari
combinando e armonizzando azioni diverse tra
loro.

I movimenti fondamentali, dunque, sono


relativamente pochi mentre le abilità motorie
sono infinite e acquisibili.

CAMMINARE
Camminare è il movimento movimenti alternato eseguito dagli
arti inferiori che permette di spostarsi mantenendo il contatto
con il terreno.

Oltretutto presenta numerosi vantaggi, come degli effetti


benefici a livello psicofisico: aiuta il funzionamento
dell'apparato cardiovascolare e respiratorio, rinforza le ossa e
mantiene il peso sotto controllo regolando il livello di zuccheri
e colesterolo.

QUANTO È IMPORTANTE CAMMINARE


BENE?
Con il tempo camminare diventa un movimento automatico che però non tutti eseguono nella. maniera più
corretta, ciò può a lungo andare provocare dolore nel movimento, per evitare ciò si hanno diversi consigli:

- Abituarsi a camminare spesso

 -Controllare il livello di sforzo e aumentarlo


quindi gradualmente

 -Calcolare il consumo delle calorie

 -Variare i percorsi fatti (che siano un misto tra


pianeggianti con tratti in salita e in discesa)

 -Fare attenzione alle calzature ed evitare che


esse siano scomode

CORRERE
Correre è un esercizio che consiste nella
successione di balzi in cui si alterna il
piede destro con il sinistro.

Correre è un modo più veloce per


spostarsi rispetto al camminare, ma serve
un maggiore dispendio di energia, la
corsa è una successione dei movimenti di
appoggio-spinta-volo (Il volo è quella fase
della corsa in cui il corpo non sta a
contatto con il terreno).

Per appropriarsi al massimo di questa


tecnica è essenziale imparare a dosare le
forze usate (soprattutto se si parla di
corsa di resistenza o tempo prolungato),
per migliorare la resistenza si può imparare:

- -a controllare l'intensità della spinta

- -regolare l'ampiezza del passo

- -monitorare la frequenza dei passi

Tutte cose che variano tra la corsa veloce e quella di resistenza.


SALTARE (Braj Salvatore)
“Saltare” è il movimento fondamentale che produce un
volo del corpo provocato dalla spinta degli arti inferiori,
creando una proiezione nello spazio.

Tra gli schemi motori fondamentali, saltare è uno dei più


complessi poiché la capacità di contrastare la forza di
gravità, grazie anche allo sviluppo di alcune capacità
motorie, tra cui velocità, forza veloce, equilibrio,
coordinazione, mobilità muscolare e articolare, ritmo. Il
salto sarà efficace se si riesce a valutare con esattezza lo
spazio e il tempo dell’esecuzione.

Esistono vari tipi di salti: verso l'alto, verso il basso, in lungo


(ostacoli naturali, salto in lungo, salto triplo), i salti possono poi essere eseguiti da fermi o con rincorsa, con
stacco su un solo piede o su due piedi.

Il salto da fermi si effettua con una spinta simultanea di entrambi gli arti inferiori, sfruttando forza
muscolare mobilità delle caviglie, delle ginocchia e dell'anca. Quando la spinta è esercitata in verticale
sopra il punto di appoggio del piede, il salto sarà verso l'alto; se invece la spinta è rivolta in avanti, si avrà un
salto in alto e in lungo. Quando invece eseguiamo un salto con rincorsa la spinta viene prodotta da un solo
piede. Solo nei casi in cui serva un forte impulso per salire in verticale, come nella schiacciata della
pallavolo, il salto sarà eseguito utilizzando la forza di entrambi gli arti.

Vengono considerati salti anche i passi della corsa: sono degli stacchi brevi definiti balzi. A ogni balzo, nel
momento dell'appoggio dell'arto a terra, si effettua un unico caricamento che permette l'esecuzione del
balzo successivo.

Il salto a sua volta è costituito da 4 fasi:

 Rincorsa: è quella lunghezza che permette di raggiungere una velocità ottimale per eseguire
correttamente il salto.
 Stacco: è la spinta eseguita dagli arti inferiori; per essere eseguita serve coordinazione e armonia in
quegli’ arti.
 Volo: momento del distacco dal suolo, qui serve controllo dell’equilibrio, dello spazio e del tempo,
se si ha una buona coordinazione si può raggiungere una traiettoria ottimale.
 Atterraggio: la ultima fase, il momento in cui si deve avere un buon senso dell’equilibrio e cercare
di ammortizzare l’atterraggio senza procurare danni ai muscoli e alle articolazioni.
LANCIARE
“lanciare” è un gesto istintivo, ma allo
stesso tempo molto complicato poiché
richiede equilibrio ma anche
coordinazione oculo manuale, mira,
forza e potenza.

Un lancio può essere eseguito in vari


modi, permettendoci di compiere un
volo ad un oggetto, contro la forza di
gravità, in questo movimento le gambe
svolgono la funzione di coordinazione,
mentre le braccia direzionano il lancio.

Esiste una distinzione tra getto e


lancio:

Il lancio indica il momento in


cui l’arto passa da una
posizione lunga ad un'altra.
 Il getto il momento dove l’arto passa da una posizione corta ad una lunga.

Il lancio, come il getto, si suddivide in 3 fasi:

 Fase di avvio, o potenza.


 Fase di rincorsa, dove si ha un primo movimento di accelerazione.
 Fase finale, il momento dove gli arti inferiori arrivano prima dell’lancio dell’oggetto.

DAI MOVIMENTI FONDAMENTALI ALL’ATLETICA


Le capacità motorie, o
movimenti
fondamentali sono
movimenti che si
apprendono in modo
spontaneo, e che
consentono di praticare
gli altri sport.

Ciò che rappresenta


questo percorso negli
schemi di base è
l’atletica, essa infatti
poiché è basata su questi
movimenti che l’uomo fa fin dalla sua comparsa, ha origini risalenti ai primi giochi olimpici fatti in Grecia
nel 776 a.C.

Già sin da quei tempi si era fatta una distinzione tra atletica leggera e pesante: la prima riguarda sport più
semplici basati sui movimenti fondamentali di base, mentre quella pesante riguarda sport più pesanti come
la lotta, il pugilato o il sollevamento pesi.
Ogni gare viene tenuta nel suo stadio di atletica: un esempio è la pista atletica lunga 400 m e suddivisa in
6/8 corsie distanti da 1,22 a 1,25 m l’una, un esempio è la corsa tenuta in diverse prove e disputate in
modo
diverso a
seconda
del campo
di gioco,
oppure le
gare di salti
tenute
sulle
apposite
pedane.

L’esempio
di corsa
più
conosciuta
è la corsa
veloce

differenziata in 100, 200 e 400 m; gli atleti corrono nelle varie corsie partendo al colpo di pistole (una falsa
partenza porta la squalifica), in quelle più lunghe, inoltre, ci sono i vari blocchi che permetto maggiore
stabilità sugli appoggi rispetto alla partenza in piedi.

LA CORSA AD OSTACOLI (Geraci Davide)


La corsa a ostacoli è una corsa veloce che si
corre in pista sui 100, 110 o 400 m e nella
quale si devono superare 10 ostacoli. La
partenza avviene dai blocchi e l'atleta deve
correre all'interno della sua corsia e superare
l'ostacolo solo frontalmente.
L'abbattimento dell'ostacolo non comporta la
squalifica. Gli ostacoli sono strutture metalliche
che sorreggono una sbarra di legno.

La struttura metallica poggia sulla pista solo con


la parte inferiore, in modo di non creare
problemi all’atleta in caso l’ostacolo si
ribaltasse.
L’altezza degli ostacoli varia in base alla
specialità, nonostante ciò, sono sempre posti a
distanze regolari: quindi, tra un ostacolo e l'altro l'atleta deve eseguire un numero di passi costante
mantenendo il giusto ritmo.

Nelle gare sui 110 m e sui 100 m la distanza tra un ostacolo ed un altro è di 4 appoggi (quindi in 3 passi),
in modo da scavalcare la barriera senza interrompere il ritmo della corsa; dopo ogni serie di appoggi ci
sarà un'interruzione del ritmo dovuta alla fase della sospensione. Se il ritmo non fosse costante ma
casuale, l'atleta dovrebbe cambiare di volta in volta la gamba di attacco, pregiudicando la velocità
dell'azione.
Il superamento delle barriere prende il nome
di «passaggio dell'ostacolo»: la tecnica infatti
non prevede un vero e proprio salto, bensì
un passo più lungo degli altri
che permette di accentuare la fase di
sospensione durante la quale si supera
l’ostacolo
Ciò permette di spezzare il meno possibile
l'azione della corsa.

Nella maggior parte dei casi il principiante


supera l'ostacolo con un salto piuttosto che
con un'azione orizzontale e radente. Per
questo motivo e fondamentale capire prima
di tutto che la corsa deve essere molto
rapida e continua.

LA STAFFETTA
La staffetta è una corsa veloce a
squadre composte da quattro
atleti ognuno dei quali compie una
frazione dell'intero percorso
reggendo una sorta di tubo
chiamato testimone.
Al termine della sua frazione,
l'atleta che regge il testimone
deve cederlo al frazionario
successivo.
Vince la squadra il cui quarto
componente taglia per primo il
traguardo.
La staffetta si corre sulla pista di
atletica. Ne esistono due tipi:
4x100m: in cui i quattro
componenti di ogni squadra corrono
per 100 m ciascuno, e la 4 x 400 m, in cui i frazionisti devono correre per 400 m ciascuno.

Nelle gare 4 x 100 m la partenza si effettua dai blocchi che però, sono sfalsati per compensare lo
svantaggio delle corsie esterne, dato che l'atleta ha l'obbligo di mantenere la sua corsia.

I blocchi di partenza del primo frazionista sono posti in un punto che precede la prima curva dopo il
traguardo: in questo modo il primo e il terzo frazionista corrono in curva, il secondo e il quarto lungo i
rettilinei opposti.
Per permettere agli atleti di passarsi il testimone senza ostacolarsi, il regolamento stabilisce che il cambio
avvenga in una zona ben delimitata della pista chiamata zona di cambio, della lunghezza complessiva di 30
m. Però in realtà il passaggio vero e proprio può avvenire solo negli ultimi 20 m. I primi 10 m, che prendono
il nome di zona di precambio, servono solo per lanciare la corsa di chi deve ricevere il testimone, senza
pregiudicare la velocità della prova. Quindi in totale abbiamo tre zone di scambio all’interno della pista. La
fase più delicata della staffetta è il passaggio del testimone. Il frazionista che deve ricevere il testimone si
pone all'inizio della zona di precambio: quando il compagno con il testimone gli è abbastanza vicino
comincia a correre in modo che il
compagno in arrivo possa raggiungerlo
nella zona di cambio.
Nella staffetta 4 x 100 m il primo
frazionista regge il testimone nella
mano destra correndo all'interno della
sua corsia e lo consegna al secondo
che, correndo all'esterno della corsia, lo
riceve con la mano sinistra. Il terzo
frazionista aspetta il cambio sull'interno
della corsia e riceve il testimone nella
mano destra; dopo aver percorso la sua
frazione lo passa nella mano sinistra
dell'ultimo frazionista che corre
all'esterno e arriva al traguardo.

Nella staffetta 4 x 400 m, invece, la disposizione dei frazionisti e i cambi


sono diversi.
Secondo il regolamento, infatti, il primo frazionista deve mantenere la sua corsia, mentre il secondo,
dopo 120 m, può scendere alla corda (prima corsia)
e il terzo e il quarto possono correre alla corda le rispettive frazioni.

LA CORSA DI RESISTENZA
La corsa di resistenza si differenzia rispetto alla corsa veloce per il passo meno ampio e frequente e per le
problematiche dovute alla durata e all'adattamento fisiologico allo sforzo. Le conseguenze di tale
adattamento sono:
 l'aumento dei battiti e l'affanno
respiratorio, che segnalano la
carenza di ossigeno e di sostanze
energetiche;
 il fegato, organo che filtra e pulisce
il sangue dalle scorie e dall'acido
lattico, s'ingrossa e duole; questo
accade perché entra più sangue di
quanto ne possa uscire
(epatopatia da sforzo);
 la milza è un organo che produce
sostanze che formano
l'emoglobina, si spreme e duole; questo avviene perché un complesso sistema di recettori ha
segnalato l'esigenza di avere più emoglobina.
Se si ricevono questi segnali, è sufficiente abbassare il ritmo e aumentare l'ossigenazione.
La corsa praticata per molto tempo, soprattutto su superfici dure, può comportare un superlavoro dei
tendini: è quindi importante indossare calzature appropriate, idonee ad assorbire il più possibile l'impatto
con il terreno.
La corsa di resistenza varia in base al posto in cui viene praticata. Per esempio, se viene praticata per
strada, si avrà uno sforzo fisico diverso, rispetto alla corsa praticata in natura, dato che l’attrito tra il
piede ed il terreno cambia anche in base al materiale da cui è fatto il terreno, portando risultati a livello
di sforzo fisico diverso.

IL SALTO IN ALTO
Gli stili con cui si può effettuare il salto in
alto sono due: ventrale (o straddle) e
dorsale analizzeremo il salto dorsale, la cui
esecuzione prevede quattro fasi: rincorsa,
stacco, volo e atterraggio. La rincorsa si
effettua per circa 8-10 passi, partendo a
destra se l'atleta stacca di sinistro e
viceversa. L'atleta si posiziona
esternamente al ritto e percorre una linea
curva che in chiusura diviene quasi
rettilinea. Per regolare la lunghezza della
rincorsa si segnano due aree, di cui la prima
delimita la par-tenza, la seconda il cambio di
direzione della corsa. Le misure di queste
aree possono subire oscillazioni a seconda
dell'età degli atleti. È fondamentale che il
tipo di rincorsa sia scelto in base alle
capacità e alle caratteristiche del e al suo
sviluppo psicomotorio. La rincorsa deve essere compiuta con estrema naturalezza, in modo da
incrementare la velocità gradualmente ed entrare nel tratto curvo senza repentini cambi di direzione si
deve aumentare
progressivamente l'inclinazione del busto, evitando torsioni inutili, mentre le braccia devono compiere
ampie oscillazioni.
In prossimità dell'asticella, dopo avere effettuato il caricamento sull'arto di stacco, l'atleta deve flettere
l'altro arto verso l'alto;
contemporaneamente, gli arti superiori
devono muoversi in modo coordinato
per agevolare la ricerca dell'elevazione.
Tale gesto determina una rotazione
sull'asse verticale del corpo, verso
l'esterno, e favorisce
così la fase di volo. L'atleta, quando si
trova trasversalmente al di sopra
dell’asticella, effettua lo svincolo ed
estende simultaneamente le gambe e le
cosce, per evitare di abbattere l'asta.
L'atterraggio viene effettuato di schiena,
perciò richiede notevole attenzione da
parte dell'atleta: una sua errata posizione rispetto all'asticella potrebbe infatti farlo atterrare sul bordo del
materasso o addirittura al di fuori. L'atleta deve cercare di atterrare con la parte alta del dorso. Per evitare
che nell'impatto le gambe colpiscano il viso, deve tenerle flesse e leggermente divaricate.
-------------------------------------
IL SALTO IN LUNGO (Lupia Gabriele)
Il salto in lungo richiede doti di velocita, equilibrio, coordinazione e forza esplosiva.

Perché un salto risulti valido, lo stacco deve essere eseguito non oltre la zona prestabilita, delimitata
dall'asse di battuta larga 20 cm.

In una gara di salto in lungo ogni saltatore ha diritto a tre prove. I migliori otto saltatori avranno diritto ad
altre tre prove supplementari e il miglior salto in assoluto designerà il vincitore.

Tecnicamente l'esecuzione del salto in lungo si divide in quattro fasi: rincorsa, stacco, volo e atterraggio.

Lo scopo della rincorsa è raggiungere la massima velocità controllabile dall'atleta, cioè la velocità limite in
cui egli è in grado di eseguire uno stacco proficuo.

Per trovare il giusto ritmo di


rincorsa e l'esatta ampiezza dei
passi si consiglia di effettuare
all'avvio movimenti ampi con gli
arti superiori e spinte decise con
quelli inferiori, allo scopo di
interiorizzare e automatizzare
una ritmica precisa e costante
dei passi.

Particolare attenzione deve


essere posta sugli ultimi tre
appoggi, quelli da cui scaturisce
lo stacco: il penultimo passo
risulta solitamente più lungo e radente.

Lo stacco è il momento in cui la velocità orizzontale deve essere trasformata nella migliore elevazione
possibile.

La lunghezza del volo dipenderà dalla velocità orizzontale, che deve essere la massima compatibile con
un'elevazione che la conservi, esistono vari tipi di movimento: il cosiddetto Step-style, in cui l'atleta compie
in aria un passo e mezzo, due passi e mezzo oppure tre e mezzo, e lo stile Hang.

L'atterraggio migliore è quello che porta il baricentro il più lontano possibile dalla linea di stacco senza
che vi sia una caduta indietro dell'atleta.

IL GETTO DEL PESO


Il getto del peso consiste nello
scagliare il più lontano
possibile, servendosi di un solo
braccio, un peso in metallo di
forma sferica, dalla superficie
levigata, che deve atterrare nel
settore delimitato.

Il getto viene effettuato da una


pedana circolare in cemento
del diametro di 2,135 m.
Per regolamento gli atleti possono effettuare tre lanci, i migliori sei-otto lanciatori vanno in finale, dove
hanno a disposizione tre lanci ciascuno.

Il lancio è nullo quando:

 il peso non atterra nel settore delimitato;


 l'atleta esce dalla pedana per l'eccessivo slancio o sale con un piede sul fermapiedi;
 al termine dell'esecuzione del lancio l'atleta non esce da dietro il diametro della pedana.

Ci concentreremo sulla tecnica di lancio cosiddetta O'Brien, ideata dall'atleta statunitense William Patrick
"Parry" O'Brien nei primi anni Cinquanta; questa tecnica si differenzia dal metodo fino ad allora usato

perché prevede la partenza con il dorso rivolto verso la pedana.

Le tecniche del getto del peso sono:

 Posizione di partenza.
 Fase preliminare.
 Massimo caricamento e inizio della traslocazione.
 Traslocazione o scivolamento.
 Fase di lancio.
 Inizio della fase di spinta.
 Completamento della spinta e uscita dell'attrezzo.

IL LANCIO DEL DISCO


Il lancio del disco consiste nello scagliare, il più lontano
possibile, e servendosi di un solo braccio, un disco dalla
forma a lente e dal peso di 1kg per le donne e di 2 kg per
gli uomini.

L'esercizio deve essere eseguito su una pedana circolare


che misura 2,5 m di diametro ed è circondata per 3/4 da
una rete protettiva.

Il lancio non vale se:

 l’atleta tocca il cordolo che delimita la pedana o


fuoriesce dalla stessa per eccessivo slancio;
 l’attrezzo non cade nel settore designato per il lancio;
 l’atleta non esce da dietro il diametro della pedana al termine dell'esecuzione.

Da un punto di vista tecnico, la progressione delle fasi del lancio comprende: posizione di partenza e
oscillazioni preliminari; traslocazione e rotazione; posizione di lancio e finale.

Tecniche del lancio del disco:

 Posizione di partenza.
 Oscillazioni preliminari.

ARRAMPICATA (La Manna Giovanni)


L’arrampicata serve per salire lungo una superfice naturale o artificiale (montagne, alberi..). Tutti gli arti ci
danno la spinta e vengono usati quasi tutti i muscoli e articolazioni (i muscoli più sollecitati sono quelli
dell'avambraccio e della mano, braccio, cinto toracico scapolare, dorsali addominali). Da un punto di vista
fisico questa attività ci abitua a continue variazioni di equilibro, accresce il senso dell'orientamento e
migliore la coordinazione tra mani e
piedi. bisogna avere una grande
preparazione tecnica in tutte le capacità
condizionali e coordinative. dal punto di
vista mentale diventa un'occasione di
crescita psicologiche dell'autocontrollo
delle nostre emozioni e insegna a
relazionarci col nostro compagno di
arrampicata. Il movimento e la tecnica
per eseguire questa attività variano in
base alla disciplina e del terreno da
scalare.

il movimento è regolato da una perfetta


sincronia dagli arti inferiori (devono dare
la spinta verso l'alto) e superiori (insieme
al busto devono dare equilibrio); bisogna
allenare bene gli avambracci e le mani dato che sono sottoposti a sforzi notevoli che, se non controllati,
possono portare a infiammazioni ai tendini e stress muscolari. Durante la salita viene applicata la forza
resistente, bisogna allenare anche la componente aerobica. nelle discipline sportive, questo movimento
fondamentale si esprime nell'alpinismo, free climbing ("arrampicata libera") e nell'arrampicata sportiva.

ARRAMPICATA SPORTIVA
l'arrampicata sportiva non si è fermata solo sulle rocce in ambiente naturale, ma si è diffuso così tanto da
svilupparsi nell'ambito didattico su muri
artificiali

nelle palestre. vengono usate misure di


sicurezza (ad esempio corde e ancoraggi
che evitano di farci raggiungere il suolo se
si cade). nei programmi dei giochi sportivi
studenteschi prevedono varie prove tecniche per testare gli studenti: prove di abilità e tecniche relative alle
manovre di

assicurazione, prove di difficoltà nell'arrampicata su parete e prove di velocità. l'allenamento


dell'arrampicatore sportivo (climber) deve essere preceduto da un lungo riscaldamento, dato dallo
stretching, ci si deve allenare anche dal punto di vista

mentale: bisogna "leggere" il muro, capire i segnali del corpo e mantenere la massima concentrazione.

REGOLA E TECNICA DELL'ARRAMPICATA


l'obiettivo di un climber è quello di superare pareti sempre più difficili senza usare nessun mezzo artificiale,
usando solo appoggi e appigli naturali (possano
essere installati appigli nella roccia per sicurezza. la
differenza tra appoggi e appigli è le seguenti:

APPIGLI: sono asperità della roccia usate dagli arti


superiori per progredire verso l'alto. hanno alle volte
disposizioni varie da permettere di trasformare la
forza applicata in movimento. Il movimento più
delicato è quello di cambiare mano su una singola
presa (o "accoppiata se l'appiglio è abbastanza largo).

gli appigli possono essere:

Larghi e orizzontali, (possono essere chiamate


"maniglie) sono abbastanza grandi da dare una presa
più facile aderendo ancora di più le dita.

-stretti e orizzontali, sono molto più difficili dato che


sono meno profondi e ci possono entrare solo le
prime falangi delle dita o addirittura solo la punta
delle dita.

- buchi, possono contenere solo 1 o 2 dita e solo per


breve tempo.

-svasati o tondeggianti; questi appigli sfruttano l'aderenza della pelle sulla roccia e proprio per questo
motivo devono essere usati per breve tempo. –

-verticali, sono utili specialmente per gli spostamenti laterali.

-canne d'organo, sono costituiti da buchi vicini o fessure verticali. si usa a mo’ di pinza (il pollice è
contrapposto alle altre dita).

APPOGGI: sono protuberanze della parete che permettono ai piedi di scaricare il peso del corpo. Possono
essere:

-netti, appoggi ben definiti che permettono l'appoggio della

- parte anteriore del piede. tacctie, piccole sporgenze che permettono l'appoggio della sola punta del piede.

-a incastro, fessure sufficientemente grandi da poterci incastrare (per larghezza o lunghezza) il piede al suo
interno.

FASI DELL'ARRAMPICATA
possono essere riassunti in movimenti standard: -posizione di partenza, posizione stabile; la mano che
verrà posata sull'appiglio successivo viene scrollata e il braccio rilassato

-preparazione del movimento, viene ricollocata la mano libera sull'ultimo appoggio e prepara il movimento
dei piedi, mantenendo pe braccia distese il più possibile.

-avvio del movimento, è il lavoro di trazione con sostegno delle gambe

-fase di presa, si afferra l'appiglio previsto

-conclusione del movimento, si porta il corpo in una situazione stabile, attraverso lo spostamento del
baricentro e il relativo lavoro delle gambe, il braccio che ha eseguito la trazione può essere scrollato

REGOLE

Le gare d'arrampicata si svolgono perlopiù su percorsi


artificiali. L'obiettivo del climber è quello di
completare (o andare più in alto degli altri) senza
appoggiarsi agli ancoraggi (non c'è nessun limite di
tempo).

L'atleta deve far passare la corda dentro tutti gli


ancoraggi (moschetto aggio), la pena è la squalifica

LA GINNASTICA ARTISTICA (Caldararo Salvatore)


La ginnastica artistica si
basa su diverse specialità
e competizioni:

Gli atleti eseguono esercizi


obbligatori stabiliti dalla
federazione di ginnastica
artistica.

I punteggi ottenuti
individualmente in tutte le
specialità vengono
sommati per poi
determinare la squadra
vincitrice.

Poi, i ginnasti con il miglior


risultato nel concorso a
squadre parteciperanno
alla gara di finale
individuale.

I concorrenti che hanno


ottenuto più punti in ogni singolo attrezzo gareggiano nella finale individuale di specialità.
La tecnica della capovolta in avanti è fondamentale. Durante il rotolamento, il corpo si deve appoggiare
sulla parte alta del dorso, la parte lombare e il bacino, mantenendo i gomiti paralleli. Le mani si staccano
da terra quando il dorso è in appoggio.

Invece, nella tecnica della ruota, il rovesciamento avviene da sinistra verso destra. Le mani si portano in
avanti e la schiena si alza da terra per poi tornare alla
posizione eretta alla fine del rotolamento. La gamba
destra cerca l’appoggio al suolo, che viene seguita
dall’appoggio della mano destra e poi della mano
sinistra.

La ginnastica artistica è uno sport che si divide in


sezione maschile e femminile. Vediamo le specialità di
ciascuna:

 Specialità maschili: Cavallo con maniglie:


Esercizi di slanci eseguiti con gli arti superiori
tesi. Anelli: Azioni verticali e orizzontali sostenute solo dagli arti superiori. Parallele simmetriche:
Evoluzioni all’interno delle parallele. Sbarra: Slanci, oscillazioni, giri ed esercizi con fase di volo.
 Specialità femminili: Parallele
asimmetriche: Passaggio da un’asta
all’altra con giri, prese e voli. Trave:
Serie di traslocazioni, capovolte,
giri, salti, balzi e ruote in equilibrio
sull’attrezzo. Entrambe le sezioni
condividono il corpo libero e il
volteggio. Nel corpo libero, gli atleti
eseguono routine coreografiche
senza attrezzi, mentre nel volteggio
si compiono salti su una tavola che
si trova sulla pedana elastica.
L’allenamento richiede coordinazione, forza, velocità e agilità.

Nella ginnastica ritmica, gli attrezzi utilizzati includono il cerchio, la fune, la palla, le clavette e il nastro:

 Cerchio: Rigido e realizzato in materiale sintetico, ha un diametro di 80-90 cm e un peso di circa


300 g. Viene utilizzato per eseguire
giri, lanci, rotolamenti, oscillazioni,
circonduzioni e salti.
 Fune: Realizzata in canapa o
materiale sintetico, la fune ha una
lunghezza proporzionata all’altezza
della ginnasta. Con la fune si
eseguono slanci, giri, salti e lanci
durante il volo.
 Palla: La palla è in gomma o
materiale sintetico, con un diametro
di 18-20 cm e un peso di circa 400 g.
Gli esercizi prevedono slanci,
oscillazioni, palleggi e lanci.
 Clavette: Le clavette sono utilizzate sempre in coppia. Sono lunghe 40-50 cm, pesano 150 g
ciascuna e possono essere in legno o materiale sintetico. Con le clavette, la ginnasta compie slanci,
giri, mulinelli e lanci simili a quelli eseguiti con il cerchio.
 Nastro: L’attrezzo a nastro è lungo e sottile, utilizzato per creare movimenti fluidi e coreografie
durante le esibizioni.

NUOTO
Nuotare è un movimento fondamentale che permette di muoversi e
avanzare nell'acqua in modo efficace e veloce. L'acquaticità, ovvero la
capacità di muoversi nell'acqua a proprio agio, è essenziale per
imparare a nuotare e svolgere attività fisiche in acqua.
L'ambientamento in acqua è il primo passo, e si completa quando si
riesce a mantenere la posizione di galleggiamento verticale e
orizzontale.

Il principio di Archimede afferma inoltre che un corpo immerso in un


fluido riceve una spinta verticale verso l'alto che è uguale al peso del
volume del
fluido
spostato; Ciò permette di annullare la forza
di gravità mentre siamo in acqua.

Per potenziare e sviluppare la nostra capacità


di nuotare dobbiamo innanzitutto renderci
conto della grande diversità che c'è tra
l'ambiente acquatico e quello terrestre, in
base alla quale è necessario adottare un
differente modo di respirare e di muoverci.

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