EGIF Copia 2
EGIF Copia 2
All'interno del sistema economico, da un lato si scambiano beni, servizi e forza lavoro, dando luogo al circuito (o
mercato o sistema) reale; dall'altro, in contropartita, si trasferisce la moneta o, in sua sostituzione, altri mezzi di
pagamento o strumenti finanziari, la cui complessiva gestione da luogo al circuito finanziario.
La struttura finanziaria dell'economia individua l'insieme dei circuiti diretti (mercati) e indiretti (intermediazione finanziaria)
attraverso i quali avviene il trasferimento delle risorse connesse al sistema dei pagamenti e al finanziamento degli
investimenti, in funzione delle preferenze e del comportamento degli agenti economici.
Il sistema finanziario, ossia la "sovrastruttura finanziaria dell'economia", costituisce l'ambito attraverso il quale si svolge
l'attività di intermediazione, cioè la produzione e l'offerta di mezzi di pagamento e di servizi e strumenti finanziari.
Il processo di trasferimento delle risorse è necessario in quanto nel sistema economico si registra la contemporanea
presenza di soggetti in avanzo finanziario (surplus) e in disavanzo finanziario (deficit).
I cicli economici
I cicli economici rappresentano fluttuazioni che caratterizzano l'intero sistema. L'andamento del ciclo incide in misura non
omogenea su comparti e settori produttivi, i quali sono definiti ciclici, anticiclici, prociclici.
Sulla base di questa classificazione si delineano alcune fasi tipiche del ciclo:
-Recessione: tecnicamente individuata quando vi sono due trimestri di crescita
negativa;
-Ripresa: breve fase (pochi mesi) durante la quale l'economia fa registrare una
inversione di tendenza (dopo un rallentamento o recessione;
-Espansione: fase di crescita inizialmente più lenta e poi con forte
accelerazione;
-Rallentamento: fase durante la quale la crescita della produzione decelera.
In un contesto fortemente globalizzato, è necessario considerare anche l'intersecarsi dei cicli caratteristici di ciascuna
economia governata da scelte differenti di politica economica. La crescita degli scambi internazionali e l'apertura delle
transazioni economiche e commerciali hanno progressivamente aumentato la sincronizzazione dei cicli, pur in presenza
di maggiori oscillazioni congiunturali; nel passato, al contrario, ciascuna economia mostrava un andamento proprio,
determinato da scelte individuali di politica economica e influenzato da variabili “esogene” riconoscibili in via generale nel
saldo della bilancia dei pagamenti e, ancor prima, della sola bilancia commerciale.
La politica economica deve essere in grado di selezionare gli strumenti più appropriati con riferimento agli obiettivi finali
perseguiti, ma tenendo conto della dinamica di breve periodo, e quindi del ciclo.
Nella teoria economica classica, nel presupposto della perfezione dei mercati, non si giustificano né la presenza né la
convenienza dell'attività svolta dagli intermediari.
L'inevitabile presenza di limiti e vincoli al trasferimento diretto ha, tuttavia, evidenziato progressivamente nel tempo la
convenienza economica dell'intervento degli intermediari, la cui capacità di ridurre le imperfezioni dovrebbe consentire di
accrescere in maniera rilevante qualità e dimensione degli scambi.
La necessità di disporre di soggetti deputati da un lato alla raccolta del risparmio e dall'altro all'allocazione delle risorse
finanziarie verso unità economiche meritevoli deriva, innanzitutto, dalla dissociazione tra risparmio e investimento.
FLUSSI
In entrata:
-ricavi da lavoro
-Interessi e dividendi ottenuti in funzione dell'impiego del risparmio
In uscita:
-costi per l'acquisto di beni di consumo e servizi
Differenza = Risparmio
STOCK
Fonti:
-Patrimonio (P)
-Indebitamento (PF)
Impieghi:
-Investimenti in attività reali (AR)
Investimenti in attività finanziaria (AF)
L'investimento in attività reali e finanziarie è reso possibile grazie al patrimonio detenuto e all'indebitamento effettuato
In termini di flussi, gli investimenti aggiuntivi in attività reali (I ) e la variazione delle attività finanziarie (DAF ) devono
essere coperti dal risparmio aggiuntivo (S ) e dalla variazione dell’indebitamento aggiuntivo (DPF ):
I + DAF = S + DPF
L’espressione può essere così riscritta:
SI = DAF DPF = SF (saldo finanziario)
Se il risparmio generato (S ) è maggiore dell’investimento reale effettuato (I ), il residuo viene definito saldo finanziario,
che in questo caso è positivo. Quindi, per ogni singola unità economica è possibile misurare il saldo finanziario (SI ) che,
per effetto delle decisioni assunte, può essere positivo (S > I ), negativo (S < I ) o nullo (S = I ).
Poiché la relazione tra i movimenti dei flussi reali e finanziari di un’unità economica deve anche considerare la possibilità
di compiere disinvestimenti (vendite) delle attività reali o finanziarie o riduzioni (rimborsi) delle passività finanziarie,
l’equazione del saldo finanziario si modifica e completa nel seguente modo:
Il saldo finanziario è espresso dal divario tra il risparmio e gli investimenti. Esso misura il surplus o il deficit di risorse
finanziarie di un'unità economica Sf = S - I
• Se Sf > 0 significa che il soggetto risparmia più reddito rispetto agli investimenti che effettua (unità in surplus). Questo
comporta un impiego (investimento) in attività finanziarie.
• Se Sf < 0 significa che gli investimenti superano il reddito prodotto (unità in deficit). Questo necessita un ricorso a
passività finanziarie.
In linea generale, gli operatori economici presentano le seguenti caratteristiche in termini di saldo finanziario aggregato:
Famiglie -> Avanzo finanziario -> Possibilità di investire;
Imprese -> Disavanzo finanziario -> Necessità di indebitamento;
Pubblica Amministrazione -> Disavanzo finanziario;
Estero -> dipende dai flussi derivanti da importazioni-esportazioni e dai movimenti dei capitali
L’ordinamento delle attività finanziarie è l’insieme organico delle norme che disciplinano le attività e le istituzioni
dell’intermediazione finanziaria in un dato contesto politico-amministrativo. L’intervento pubblico (autorità europee e Stati
membri) si manifesta a livello legislativo, esecutivo, amministrativo.
-Normativa primaria: ordinamento complessivo del sistema finanziario basato su norme comunitarie e statali
-Normativa secondaria: ordinamento specifico del sistema finanziario, con finalità di vigilanza, attuato da organi
espressamente previsti e delegati dalla legge.
-Sistemi orientati alle banche: sistemi finanziari in cui le imprese finanziano i loro investimenti e le loro necessità a
breve facendo ampio e prevalente ricorso al credito bancario
-Sistemi orientati al mercato: sistemi finanziari in cui le imprese finanziano i mezzi propri e il debito esterno ricorrendo
al mercato dei capitali (emettendo azioni e obbligazioni)
-Sistemi orientati alla securitization: sistemi finanziari in cui le imprese si finanziano smobilizzando dall’attivo i crediti
presenti e futuri ricorrendo alla loro trasformazione in titoli negoziabili.
Transaction banking e relationship banking sono due modelli di business utilizzati dalle istituzioni finanziarie per offrire
servizi ai propri clienti. Le differenze tra i due modelli sono le seguenti:
Transaction banking:
-Si concentra sulla fornitura di servizi di transazione, come bonifici, pagamenti, depositi e prelievi.
-Si basa su soluzioni immediate e servizi "one-off".
-Attrae i clienti potenziali offrendo tariffe competitive per il servizio richiesto.
-Richiede meno tempo e risorse da parte degli istituti finanziari per servire un singolo cliente.
Relationship banking:
-Si concentra sulla costruzione di relazioni a lungo termine con i clienti.
-Si basa sulla conoscenza delle esigenze finanziarie dei clienti e sulla fornitura di soluzioni personalizzate.
-Si concentra sulla fidelizzazione dei clienti attraverso la fornitura di una vasta gamma di prodotti e servizi finanziari.
-Richiede un maggiore investimento di tempo e risorse da parte degli istituti finanziari per servire un singolo cliente.
In generale, le banche commerciali tendono ad adottare il modello di business del relationship banking, mentre le banche
d'investimento e le società di gestione del patrimonio tendono ad adottare il modello di business del transaction banking.
Tuttavia, molte istituzioni finanziarie offrono entrambi i modelli di business per soddisfare le esigenze dei propri clienti.
I problemi di regolamentazione
I problemi di regolamentazione e controllo sul sistema finanziario riguardano la necessità di garantire la stabilità,
l'efficienza e la trasparenza del sistema finanziario, nonché la protezione degli investitori e la comprensione dei
meccanismi di funzionamento dei mercati e degli intermediari finanziari.
Tra i problemi vi sono:
-Complessa architettura delle autorità di vigilanza a livello europeo (rischio di inaction bias:mancanza di azione o di
intervento ).
-Problema dell'accountability (la presenza di diverse autorità di regolamentazione e vigilanza può creare problemi di
coordinamento e di conflitto di interessi, che possono compromettere l'efficacia dei controlli sul sistema finanziario).
-Gestione delle crisi di singole istituzioni (soprattutto se di grandi dimensioni).
Il fenomeno FinTech
Il fenomeno FinTech è un recente sviluppo nel settore finanziario che combina finanza e tecnologia per offrire soluzioni
innovative ai clienti. Le aziende FinTech cercano di trasformare l'industria finanziaria attraverso l'uso di soluzioni online o
mobili per pagamenti, assicurazioni, trasferimenti, investimenti, strumenti di contabilità e credito, tra gli altri servizi.Le
aziende FinTech stanno attirando l'attenzione degli investitori, ma devono ancora affrontare le sfide delle normative e dei
quadri legali di ciascun paese, che spesso non supportano l'implementazione di nuovi modi di fare le cose.
Le istituzioni finanziarie tradizionali possono essere riluttanti ad adottare soluzioni FinTech a causa della preoccupazione
per la violazione della prevenzione delle frodi.
I costi di transazione
Gli intermediari sfruttano le economie di scala e di diversificazione per ridurre i costi, facilitando le compravendite di titoli e
offrendo strumenti di investimento liquidi. Riducono anche I:
-costi di informazione: I costi di informazione riguardano la ricerca e la valutazione delle controparti per lo scambio e la
selezione delle migliori opportunità. Questi costi sono spesso impliciti e solo parzialmente oggetto di un prezzo esplicito.
-costi operativi : includono la definizione delle clausole contrattuali, la preparazione della documentazione e
l'effettuazione della transazione. Ci sono anche spese di trasporto sostenute dalle controparti per scambiarsi le
informazioni necessarie.
-costi di frazionamento: Nel contesto economico, il costo di frazionamento si riferisce ai costi associati alla suddivisione
di un'attività o di una produzione in diverse parti o segmenti separati. I costi di frazionamento possono includere: costi di
coordinamento, di comunicazione..
Esistono diverse tipologie di intermediari basate sulle diverse frazioni di costi che possono essere internalizzate da
soggetti diversi.
L'incertezza
L’incertezza è un elemento presente in ogni rapporto di scambio e assume un ruolo significativo nei contratti finanziari.
Gli intermediari finanziari si occupano di ridurre i rischi e risolvere le incompatibilità tra le parti coinvolte nelle transazioni,
sfruttando la loro capacità di gestire e trasformare i rischi attraverso la funzione creditizia. Grazie alle economie di scala
ottenute dalla gestione di un elevato numero di transazioni, gli intermediari sono in grado di affrontare diversi tipi di rischio
in modo più efficiente rispetto agli operatori singoli. Questa capacità di gestire i rischi si applica sia ai fornitori di fondi che
ai richiedenti di credito. Gli intermediari agiscono attraverso varie strategie, che vanno dalla semplice riduzione del rischio
senza assunzione diretta (come i fondi comuni di investimento) all'acquisizione, trasformazione e assunzione residuale
del rischio (come le banche e le compagnie di assicurazione). Gli intermediari sostituiscono il proprio grado di rischio a
quello dei prenditori di fondi. Inoltre, l'incertezza può essere ridotta anche tramite la redistribuzione dei rischi tra le parti di
un contratto di finanziamento, ad esempio utilizzando strumenti di copertura che trasferiscono parte dei rischi a soggetti
terzi. Gli intermediari finanziari, come i fondi comuni di investimento, le banche e le compagnie di assicurazione,
assumono diversi gradi di rischio e utilizzano strategie di diversificazione per rendere compatibili le preferenze dei
creditori e dei debitori. Tuttavia, l'approccio basato sull'incertezza presenta alcune limitazioni, come la mancata
considerazione di imperfezioni strutturali, normative, fiscali e di altri elementi che caratterizzano i sistemi finanziari,
l'offerta di strumenti di pagamento, la prestazione di servizi di consulenza da parte di diversi operatori e l'esistenza di
intermediari con funzione monetaria che minimizzano i costi, i tempi e i rischi del trasferimento dei saldi monetari.
Le asimmetrie informative
In un mercato con asimmetrie informative tra venditori e acquirenti, si verificano inefficienze nelle transazioni. L'esempio
dell'automobile usata di Akerlof illustra come la mancanza di informazioni possa portare a una diminuzione della qualità
media dei beni e al declino del mercato. Nel rapporto creditore-debitore, l'informazione limitata porta a una selezione
inefficiente dei prenditori di fondi e a un tasso di interesse medio che non riflette la qualità. Queste asimmetrie informative
possono portare al collasso degli scambi nel lungo termine.La presenza di asimmetrie informativa offre incentivi per
delegare i controlli agli intermediari, riducendo la necessità di valutazioni ripetute e consentendo una maggiore riduzione
delle asimmetrie informative. L'intermediario finanziario raccoglie informazioni sull'affidabilità dei clienti e le utilizza per
valutare i progetti di finanziamento e stabilire un tasso di interesse appropriato. Vi sono diversi strumenti utilizzati per
ridurre il gap informativo tra intermediari e investitori, come le informazioni fornite dalle Centrale dei Rischi, gli giudizi
delle agenzie di rating, i documenti informativi e le analisi fornite dagli intermediari.
Costi di agenzia
La teoria del rapporto di agenzia è importante per comprendere l'intermediazione finanziaria. Questa teoria si basa sulla
delega di compiti da parte di un soggetto (principal o mandante) a un gestore (agente o mandatario) che si presume
svolga il compito in modo più efficiente, consentendo una specializzazione nella divisione del lavoro.
La teoria del rapporto di agenzia spiega i conflitti di interesse nell'intermediazione finanziaria. Gli agenti possono agire
contro gli interessi dei mandanti, generando costi di agenzia. Per mitigare questi costi, sono necessari incentivi e controlli
per garantire un comportamento adeguato degli agenti. Ciò si applica sia ai rapporti tra azionisti e aziende, investitori e
intermediari, che tra intermediari e debitori. I costi di agenzia includono i costi di controllo, l'assicurazione contro
comportamenti scorretti e le perdite dovute a comportamenti non ottimali degli agenti. Questi costi si manifestano sia nei
circuiti diretti, tra creditore e debitore, che nei processi di intermediazione, tra intermediario e mandante. Alcune soluzioni
per ridurre i costi di agenzia includono tariffe più elevate per i prestiti a rischio e contratti flessibili.
I rischi finanziari possono essere classificati in base alla loro natura e alle loro conseguenze. La distinzione principale
riguarda i rischi sistemici e i rischi non sistematici.
I rischi sistemici derivano da situazioni generali e dall'andamento delle variabili di mercato, indipendentemente dalla
situazione specifica di un intermediario finanziario. Si riferisce ai rischi imposti da interconnessioni e interdipendenze in
un sistema o mercato, in cui il fallimento di una singola entità o gruppo di entità può causare un fallimento a cascata, che
potrebbe potenzialmente mandare in bancarotta o far crollare l'intero sistema o mercato.
Nel contesto della vigilanza finanziaria europea, è stato istituito il Comitato europeo per il rischio sistemico (ESRB)
responsabile della vigilanza macroprudenziale e dell'identificazione dei rischi per la stabilità del sistema finanziario
europeo.
I rischi non sistemici, invece, dipendono dalle peculiarità della gestione di ciascun intermediario e possono essere di
natura operativa, di business, strategica o reputazionale.
Il rischio puro
Il concetto di "rischio puro" si riferisce al rischio intrinseco o fondamentale associato a un'attività o a un evento senza
alcuna possibilità di ottenere un guadagno. Si tratta di un rischio che comporta solo la possibilità di subire perdite o danni
senza alcuna potenziale ricompensa.
Il rischio puro è spesso considerato in contrasto con il concetto di rischio speculativo, che implica sia la possibilità di
guadagni che di perdite. Mentre nel rischio speculativo si assume un certo livello di incertezza nella speranza di ottenere
profitti, nel rischio puro non ci sono prospettive di guadagno.
Il concetto di rischio puro è spesso utilizzato nell'ambito dell'assicurazione e della gestione dei rischi, in cui l'obiettivo
principale è quello di proteggersi dalle potenziali perdite o danni, senza la prospettiva di un guadagno diretto.
Nella gestione del rischio puro, sono fondamentali due principi:
● Il principio della legge dei grandi numeri, Il principio della legge dei grandi numeri è un concetto fondamentale
nella teoria delle probabilità e della statistica. Afferma che, all'aumentare del numero di prove o osservazioni
indipendenti, la media dei risultati si avvicinerà sempre di più al valore atteso o alla probabilità teorica.
● Il principio della mutualità, che si basa sull'idea di mettere in comune i rischi tra un gruppo di soggetti che
potenzialmente potrebbero essere colpiti dallo stesso rischio. Questo implica una contribuzione proporzionale al
rischio e la copertura delle conseguenze negative dei rischi considerati.
Per l'applicazione del principio della mutualità, i rischi assicurativi devono soddisfare alcune condizioni:
● Devono essere dispersi geograficamente, in modo che il collettivo di soggetti esposti al rischio sia abbastanza
ampio e solo una frazione di essi subisca le conseguenze negative, evitando che gli effetti si verifichino tutti
contemporaneamente.
● Devono essere omogenei qualitativamente, cioè le conseguenze del rischio devono derivare dalle stesse fonti e
avere la stessa tipologia di manifestazione.
● Devono essere omogenei quantitativamente, il che significa che il rischio deve avere, in media, lo stesso impatto
su tutti i soggetti colpiti.
Il rischio finanziario
Il rischio finanziario è di natura speculativa in quanto si manifesta attraverso l'oscillazione del valore di mercato di un
titolo, di una posizione o di un portafoglio nel corso del tempo. Questo valore può aumentare o diminuire rispetto al valore
iniziale, fino a raggiungere lo zero. Sebbene il termine "rischio" sia spesso associato a una connotazione negativa, in
realtà un livello maggiore di rischio rappresenta sia una minaccia che un'opportunità e comporta l'incertezza dei risultati,
con una maggiore probabilità di ottenere sia perdite elevate che guadagni elevati. Il rischio finanziario viene tipicamente
misurato attraverso indicatori statistici di volatilità e distribuzione dei rendimenti intorno alla media.
La relazione diretta tra rischio e rendimento dovrebbe essere confermata nel medio-lungo termine su tutti i mercati
finanziari, anche se nel breve periodo possono verificarsi situazioni e andamenti diversi da quelli attesi, che sembrano
premiare gli investimenti meno rischiosi.
Poiché le persone hanno capacità diverse nel sopportare l'incertezza (tolleranza al rischio), la definizione degli obiettivi di
rendimento deve tenere conto della propensione al rischio basata su fattori oggettivi e soggettivi.
I fattori oggettivi includono le condizioni di investimento, come la situazione dei mercati, le tipologie delle asset class, la
liquidità, ecc. Inoltre, devono essere considerati fattori misurabili legati alle condizioni dell'investitore, come la capacità di
generare risparmio finanziario, la consistenza e la stabilità delle disponibilità patrimoniali, gli obiettivi dell'investimento e
l'orizzonte temporale.
I fattori soggettivi che possono influenzare la propensione al rischio includono le esperienze negative di investimento
passate, il livello di cultura finanziaria, l'età e l'orizzonte temporale prescelto.
La misurazione dell'incertezza associata alle previsioni dei rendimenti attesi (e quindi al rischio) può essere effettuata
utilizzando la deviazione standard dei rendimenti storici. Questo indicatore consente di calcolare la media degli
scostamenti dei rendimenti periodici rispetto al rendimento medio nel periodo considerato.
Il rendimento e il rischio possono essere misurati sia ex ante, prima dell'effettuazione dell'investimento, utilizzando valori
futuri ponderati per la probabilità di manifestazione, sia ex post, dopo il completamento dell'operazione, utilizzando i valori
effettivamente verificatisi e il loro scostamento rispetto ai valori previsti inizialmente.
Esistono diversi approcci e indicatori per misurare il rischio finanziario, compresi indicatori di rischio assoluto che
misurano la variabilità complessiva, indicatori di rischio relativo che confrontano l'andamento con un elemento esterno di
riferimento e indicatori di sensibilità che misurano la variabilità rispetto a un fattore di rischio specifico. La scelta degli
indicatori dipende dalle caratteristiche dell'attività, del portafoglio o della posizione finanziaria considerata.
Rischi esterni
I rischi esterni si riferiscono ai fattori o agli eventi al di fuori dell'organizzazione che possono influenzare le operazioni, le
prestazioni o la reputazione. Questi rischi sono al di là del controllo diretto dell'organizzazione stessa. Di seguito sono
riportate alcune delle categorie comuni di rischi esterni:
-Rischi di mercato: I rischi di mercato sono legati alle fluttuazioni dei mercati finanziari, come i cambiamenti nei tassi di
interesse, i movimenti dei prezzi delle materie prime, le fluttuazioni dei tassi di cambio e le condizioni economiche globali.
Questi rischi possono influire sulle entrate, sui costi, sulla redditività e sulla stabilità finanziaria dell'organizzazione.
-Rischi concorrenziali: I rischi concorrenziali derivano dalle azioni e dalle strategie dei concorrenti dell'organizzazione.
Questi rischi includono l'introduzione di nuovi concorrenti sul mercato, la competizione per il mercato e i clienti,
l'innovazione tecnologica dei concorrenti e la pressione sui prezzi. Questi rischi possono influire sulla quota di mercato,
sui ricavi e sulla sostenibilità dell'organizzazione.
-Rischi normativi e legali: I rischi normativi e legali riguardano le leggi, le normative e i requisiti normativi che
un'organizzazione deve rispettare nel suo settore o nella sua giurisdizione. Questi rischi includono cambiamenti
normativi, nuove leggi o regolamenti, contenziosi legali, azioni legali dei clienti o dei fornitori e questioni di conformità. La
mancata conformità può portare a multe, sanzioni legali e danni alla reputazione.
-Rischi di natura ambientale: I rischi di natura ambientale riguardano gli impatti ambientali o le catastrofi naturali che
possono influenzare l'organizzazione. Questi rischi includono cambiamenti climatici, inquinamento, deterioramento delle
risorse naturali, eventi meteorologici estremi e disastri naturali. Possono avere un impatto significativo sulle operazioni,
sulle infrastrutture, sulla reputazione e sulle responsabilità legali dell'organizzazione.
-Rischi geopolitici: I rischi geopolitici si riferiscono a eventi o situazioni politiche, sociali o economiche in determinate
regioni o paesi che possono influenzare l'organizzazione. Questi rischi includono instabilità politica, conflitti internazionali,
terrorismo, sanzioni internazionali, cambiamenti nelle politiche commerciali o restrizioni commerciali. Possono influenzare
l'accesso ai mercati, la catena di approvvigionamento, la reputazione e la sicurezza dell'organizzazione.
-Rischi tecnologici: I rischi tecnologici riguardano le minacce o gli impatti derivanti da cambiamenti o problemi
tecnologici. Questi rischi includono cyber-attacchi, violazioni della sicurezza informatica, malfunzionamenti dei sistemi
tecnologici, cambiamenti tecnologici rapidi o obsoleti e dipendenza da fornitori tecnologici.
La lettura del sistema dei rischi degli intermediari negli aggregati di bilancio
Gli intermediari finanziari, come le banche, sono esposti a diversi tipi di rischio legati alla loro attività.
Gli intermediari possono operare attraverso due modelli principali: l'intermediazione "leggera", che si concentra sulla
produzione di servizi e gestione di fondi per conto terzi, e l'intermediazione "pesante", che coinvolge l'acquisizione di
risorse tramite l'emissione di strumenti finanziari per effettuare investimenti per proprio conto.
Gli intermediari finanziari possono combinare diverse attività e offrire una gamma diversificata di prodotti e servizi. Ad
esempio, una banca può offrire servizi bancari, come conti correnti e pagamenti, e contemporaneamente raccogliere
fondi attraverso depositi e fornire prestiti generando interessi.
Le principali aree di rischio includono il rischio di interesse e credito associato alla concessione di finanziamenti e il
rischio di prezzo legato all'attività di negoziazione di strumenti finanziari. Inoltre, le normative di vigilanza influenzano la
gestione dei rischi e impongono vincoli e requisiti di adeguamento patrimoniale.
Lo stato patrimoniale e il conto economico delle banche sono documenti importanti che riflettono la loro situazione
finanziaria e l'andamento della gestione. Le voci principali in questi documenti forniscono informazioni sulle diverse aree
di attività e esposizione al rischio degli intermediari finanziari.
ELEMENTI DI CLASSIFICAZIONE
DEI TITOLI AZIONARI
ELEMENTI DI CLASSIFICAZIONE
DEI TITOLI OBBLIGAZIONARI
Mentre il termine "prodotto finanziario" si riferisce a una categoria generale di strumenti di investimento o veicoli
finanziari, lo "strumento finanziario" indica uno specifico tipo di asset o contratto che rappresenta un diritto o un obbligo
finanziario per l'investitore.
Le ABS (Asset-Backed Securities) sono strumenti finanziari che vengono creati combinando diversi tipi di prestiti, come i
prestiti per case o per auto. Questi prestiti vengono raggruppati insieme per formare un gruppo di prestiti chiamato "pool".
Quindi, il pool di prestiti viene trasformato in titoli chiamati ABS.
Quando acquisti un ABS, stai essenzialmente acquistando una piccola parte di questo gruppo di prestiti. In cambio, ricevi
dei pagamenti regolari, come interessi e rimborsi del capitale, che sono generati dai pagamenti dei debitori dei prestiti
inclusi nel pool.
Gli ABS sono utilizzati per diversi motivi. Per esempio, permettono alle banche di ottenere liquidità immediata vendendo i
prestiti invece di aspettare che i debitori li ripaghino. Inoltre, gli ABS permettono agli investitori di investire in un insieme di
prestiti diversificati, riducendo così il rischio complessivo.
Le ABS possono essere classificate in base al tipo di attività sottostante, ad esempio Mortgage-Backed Securities (MBS)
per prestiti ipotecari o Collateralized Loan Obligations (CLO) per prestiti aziendali.
Tuttavia, è importante capire che durante la crisi finanziaria del 2008, alcuni ABS legati a prestiti immobiliari rischiosi
hanno subito perdite di valore significative. Ciò ha portato a una maggiore attenzione e regolamentazione per garantire
che gli ABS siano trasparenti e basati su prestiti di qualità.
I covered bond sono titoli emessi dalle banche che hanno una "doppia protezione" per gli investitori.
In caso di insolvenza della banca emittente, gli investitori possono rivendicare sia gli attivi del pool che la garanzia
generale della banca. Ciò li differenzia da altri strumenti finanziari, come gli ABS, in cui gli investitori dipendono
esclusivamente dai flussi di cassa generati dagli attivi sottostanti.
-Strumenti di capitale: Gli strumenti di capitale rappresentano la proprietà di un'azienda o di un'entità. Chi investe in questi
strumenti diventa un azionista o un socio dell'azienda. Alcuni esempi comuni di strumenti di capitale sono le azioni
ordinarie e le azioni privilegiate. Gli investitori che acquistano azioni di una società diventano proprietari e partecipano ai
profitti e alle perdite dell'azienda. Inoltre, gli azionisti possono avere diritti di voto e partecipare alle decisioni chiave
dell'azienda durante le assemblee degli azionisti.
-Strumenti di debito: Gli strumenti di debito rappresentano un prestito che un'azienda o un'entità riceve da investitori o
istituzioni finanziarie. L'azienda emette un titolo di debito, noto anche come obbligazione, e gli investitori che acquistano
queste obbligazioni diventano creditori dell'azienda. L'azienda si impegna a restituire il capitale e a pagare gli interessi sul
debito entro determinate scadenze. A differenza degli azionisti, i detentori di obbligazioni non partecipano alle decisioni
aziendali e non hanno diritti di voto, ma ricevono pagamenti regolari di interessi durante la durata del prestito.
1. Approccio basato sul processo di scambio: In questo approccio, il prezzo degli strumenti finanziari è determinato
dal processo di scambio sul mercato. Si considerano le condizioni di efficienza tecnica e informativa del mercato,
e gli operatori stabiliscono i valori di domanda e offerta. Attraverso la contrattazione, si raggiunge un prezzo di
equilibrio che soddisfa entrambe le parti.
2. Approccio basato sui flussi di pagamento futuri: Questo approccio si concentra sulla valutazione degli strumenti
finanziari indipendentemente dal processo di scambio. Si considera il prezzo come la somma dei flussi di
pagamento futuri generati dall'investimento, scontati utilizzando un tasso di sconto. Questo approccio è spesso
utilizzato per la rappresentazione contabile degli strumenti finanziari. Tuttavia, può essere limitato
dall'assunzione di stabilità dei tassi di interesse nel tempo e dalla difficoltà di determinare i flussi di pagamento
per strumenti finanziari caratterizzati da incertezza o variabilità.
Il fair value rappresenta il valore teorico del titolo, che viene confrontato con la sua quotazione di mercato (valore
effettivo). L'analisi ha, infatti, la finalità di valorizzare i titoli rispetto ai risultati economici e, di conseguenza, di verificare se
la loro quotazione è sovrastimata (fair value minore del prezzo di mercato) o sottostimata (fair value maggiore prezzo di
mercato).
L'impairment test verifica che le attività in bilancio siano iscritte ad un valore non superiore a quello effettivamente
recuperabile. La stima del valore recuperabile delle attività iscritte in bilancio è definita sul maggiore tra il valore d'uso
(value in use) e il fair value meno i costi di vendita, come previsto dal principio contabile internazionale IAS 36.
I rating sono utilizzati dagli investitori e dagli operatori di mercato come strumento di valutazione del rischio e di
orientamento nella selezione degli investimenti. Gli investitori possono utilizzare i rating come indicatore della qualità del
credito di un'entità o di un titolo e come base per prendere decisioni di investimento informate. Tuttavia, è importante
considerare che i rating sono soggetti a revisioni e possono cambiare nel tempo in base alle condizioni economiche,
finanziarie e al miglioramento o peggioramento della situazione dell'entità valutata.
In sintesi, il factoring è uno strumento finanziario mediante il quale le imprese possono ottenere anticipi di liquidità
cedendo i propri crediti commerciali a una società specializzata, il factor, che si assume il rischio del credito e fornisce
liquidità immediata all'impresa cedente.Nel factoring pro solvendo l'impresa cedente mantiene un certo grado di
responsabilità e rischio di credito, mentre nel factoring pro soluto l'impresa cedente si libera completamente dalla
responsabilità e dal rischio di insolvenza del debitore.
Il credito al consumo è una forma di finanziamento offerta dalle istituzioni finanziarie ai consumatori per consentire loro
di acquistare beni o servizi e pagare in seguito, spesso a rate mensili. Questo tipo di credito è ampiamente utilizzato per
l'acquisto di automobili, elettrodomestici, arredi, elettronica di consumo, vacanze e altre spese personali.
1. Stipula di un accordo tra il venditore del bene (per esempio, A produttore o il distributore di beni e/o servizi) e la società
finanziatrice, volto a finanziare i clienti del venditore
2. Il consumatore procede all'acquisto del bene/servizio e richiede un finanziamento direttamente presso i locali del
venditore
3.Il venditore trasferisce la richiesta di finanziamento e tutta la documentazione necessaria alla società finanziatrice per la
valutazione del merito creditizio
4. in caso di accettazione della richiesta di finanziamento, la società finanziatrice eroga d finanziamento al venditore del
bene/servizio
5. Il venditore del bene/servizio procede alla consegna del bene e/o all'erogazione del servizio acquistato dal
consumatore
6. Il consumatore procede al pagamento periodico delle rate del finanziamento
Nel credito al consumo non finalizzato, il consumatore ha più flessibilità nell'utilizzo dei fondi, mentre nel credito al
consumo finalizzato, i fondi sono specificamente destinati all'acquisto di un bene o servizio specifico
BOT (Buoni Ordinari del Tesoro): titoli di debito privi di cedola emessi dallo Stato a breve termine
CTZ (Certificati del Tesoro Zero Coupon): titoli di debito privi di cedola emessi dallo Stato a medio termine.
CCT (Certificati di Credito del Tesoro): titoli di debito con cedole variabili emessi dallo Stato a medio-lungo termine
BTP (Buoni del Tesoro Poliennali): titoli di debito con cedole fisse emessi dallo Stato a lungo termine.
L'emissione dei TITOLI DI STATO risponde all'esigenza di finanziare il debito pubblico e avviene mediante collocamento
tramite aste alle quali possono partecipare solo intermediari autorizzati. Nel mercati secondari, questi titoli sono negoziati
sul MOT (Mercato Obbligazionario Telematico) e, per quantitativi all'ingrosso, sull'MTS (Mercato Telematico dei titoli di
Stato).
OBBLIGAZIONE SOCIETARIE
LE OBBLIGAZIONI BANCARIE
Le Istruzioni della Banca d'Italia stabiliscono che:
1. il taglio minimo non deve essere inferiore a 10.000 euro;
2. è consentito un taglio minimo di 1.000 euro se l'emissione è pari o superiore a 150 milioni di euro e se la banca
emittente presenta le seguenti caratteristiche:
(a) un patrimonio di vigilanza almeno pari a 25 milioni di euro;
(b) i bilanci degli ultimi tre esercizi in utile;
(c) l'ultimo bilancio certificato. Le obbligazioni bancarie devono avere durata originaria minima pari ad almeno 36 mesi,
ovvero inferiore a 36 mesi, purché la durata media non risulti inferiore a 24 mesi.
Alle banche si applicano le norme previste dal Testo Unico della Finanza per l'appello al pubblico risparmio, che
prevedono l'obbligo di redigere un prospetto informativo in caso di emissione di prestiti obbligazionari. Sono contemplati,
tuttavia, alcuni casi di esenzione
Le azioni di risparmio: emesse solo dalle società quotate in mercati regolamentati italiani o di Paesi dell'UE; presentano
privilegi di natura patrimoniale ma scontano un'assenza totale del diritto di voto.
Le azioni privilegiate: garantiscono al possessore alcuni privilegi nella ripartizione degli utili e nella restituzione del
capitale in caso di liquidazione della società, ma hanno una limitazione dei diritti amministrativi.
- se il prezzo dell'azione sul mercato supera il suo valore intrinseco, l'azione è sopravvalutata, quindi il suo valore è
destinato a scendere;
- in caso contrario, l'azione è sottovalutata e si formeranno aspettative di apprezzamento del suo valore di mercato.
E’ possibile confrontare il valore dell'azione di una azienda con quelle di imprese simili, mediante il calcolo dei cosiddetti
"multipli":
- price to earnings ratio (P/E): il prezzo dell'azione è rapportato all'utile unitario
- price to book value ratio (P/BV): rapporta il prezzo dell'azione al valore contabile(PN/numero azioni);
- price to sales ratio (P/S): il prezzo dell'azione è rapportato ai ricavi delle vendite
Limitandoci a valutare la rischiosità di un unico titolo azionario in portafoglio, l'indicatore che sintetizza la variabilità dei
rendimenti è la deviazione standard (o)
Gli strumenti derivati
Gli strumenti derivati sono contratti a termine, il cui valore dipende (deriva) dall'andamento del prezzo di una o più attività
sottostanti. Il sottostante di uno strumento derivato (anche definito underlying asset) può avere natura reale (commodity
derivative), oppure avere natura finanziaria (financial derivative).
II TUF propone una classificazione nelle seguenti macrocategorie in cui sono:
1. contratti a termine: (Forward): Sono accordi tra due parti per acquistare o vendere un'attività sottostante a un prezzo
prefissato in una data futura. Questi contratti sono personalizzabili e non sono negoziati su mercati regolamentati.
2. contratti futures: I financial futures sono contratti a termine standardizzati, trattati sui mercati regolamentati, mediante
i quali acquirente e venditore si impegnano a scambiarsi una determinata quantità di un certo strumento finanziario a un
prezzo prefissato, con liquidazione differita a una data futura prestabilita. A differenza dei Forward, qui interviene un
garante dell'operazione.
L'unità garante è la cosiddetta CH (Clearing House) : istituzione dei mercati future e option che funge da diretta
controparte nei contratti tra operatori, segue l’andamento dei prezzi e controlla la congruità dei margini. Poiché tutti gli
acquisti e tutte le vendite sono fatti con la CH, essa consente di ridurre sensibilmente il rischio di credito nelle transazioni.
La CH limita, mediante una selezione preventiva, i soggetti ammessi ad accedere alle negoziazioni, i quali sono chiamati
a diventare soci della CH a versare un 'margine iniziale”.
L’organismo analogo in Italia è rappresentato dalla Cassa di Compensazione e Garanzia.
3. contratti di opzione Con il contratto di opzione una parte si riserva la facoltà di effettuare un acquisto o una vendita a
termine, in cambio del pagamento di un premio alla controparte. Colui che si riserva la facoltà di eseguire l'operazione è
detto buyer. Il soggetto che incassa il premio e rimane vincolato alla decisione della controparte è detto writer.
Le opzioni si distinguono in call e put:
- un'opzione call conferisce al buyer la facoltà di acquistare a termine a un prezzo prefissato, detto strike price (o prezzo
di esercizio);
- un'opzione put, invece, conferisce al buyer la facoltà di vendere a termine a un prezzo prefissato detto anche in questo
caso strike price (o prezzo di esercizio).
L’opzione può essere negoziata sia sui mercati ufficiali sia su quelli OTC.
A seconda delle tipologie contrattuali, inoltre, è possibile distinguere:
- le opzioni europee : la facoltà di acquisto o di vendita può essere esercitata solo in determinati periodi di tempo;
- le opzioni americane in cui l'esercizio del diritto può essere compiuto in qualsiasi momento fino alla scadenza
4. contratti swap sono strumenti finanziari derivati in cui due parti si accordano per scambiarsi flussi di cassa o
rendimenti finanziari basati su un determinato sottostante. I contratti swap sono spesso utilizzati per gestire il rischio
finanziario, speculare sui movimenti dei tassi di interesse o delle valute, o per ottenere determinati vantaggi finanziari.
Ci sono diversi tipi di contratti swap, tra cui:
1. Swap di tasso di interesse:
2. Swap valutario
I contratti swap sono negoziati privatamente tra le parti coinvolte e non su mercati regolamentati. Questo offre flessibilità
e personalizzazione nella struttura e nelle condizioni del contratto. Tuttavia, comporta anche il rischio di controparte,
poiché le parti dipendono dal rispetto degli obblighi contrattuali dell'altra parte.
I fondi comuni d'investimento sono veicoli di investimento collettivo in cui i partecipanti (investitori) combinano le
proprie risorse finanziarie per formare un pool di denaro gestito da una società di gestione del fondo. Questi fondi
raccolgono denaro da diversi investitori al fine di investirlo in una varietà di strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni,
titoli di Stato, liquidità e altri asset finanziari.
Le SICAV (Société d'Investissement à Capital Variable) sono una forma di veicolo d'investimento collettivo molto
diffusa in diversi paesi, specialmente in Europa. Sono organizzazioni di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM)
che offrono agli investitori la possibilità di partecipare a un portafoglio diversificato di strumenti finanziari.
Gli ETF (Exchange-Traded Fund) sono fondi di investimento che replicano l'andamento di un indice di mercato
specifico. Gli ETF sono diventati molto popolari tra gli investitori per diversi motivi, tra cui la facilità di negoziazione, la
diversificazione, i costi relativamente bassi e la trasparenza. Offrono agli investitori la possibilità di partecipare a un'ampia
gamma di mercati e settori con un unico strumento di investimento. Tuttavia, è importante considerare attentamente gli
obiettivi di investimento, la performance storica e i costi associati agli ETF prima di prendere una decisione di
investimento.
Sindacati
Le imprese di solito si avvalgono della collaborazione di più intermediari finanziari organizzati in sindacati di collocamento
per raccogliere le adesioni degli investitori. I sindacati possono essere di puro collocamento (senza garanzie) o di
collocamento e garanzia, che garantiscono il collocamento integrale dei titoli. La struttura dei sindacati può prevedere un
capofila, manager e collocatori. Le emissioni di maggiori dimensioni richiedono la partecipazione di più sindacati, con un
coordinatore globale che gestisce il coordinamento tra di essi. L'offerta può essere organizzata con una responsabilità
individuale o solidale per l'accollo dell'invenduto.
Merchant banking: Gli intermediari diventano partner delle imprese target attraverso la sottoscrizione di una
partecipazione azionaria. L'obiettivo è valorizzare l'azienda e ottenere profitti elevati al momento del disinvestimento. Se
l'investitore apporta anche esperienza professionale e competenze manageriali, si parla di private equity.
Corporate finance: Gli intermediari offrono servizi di consulenza per ottimizzare le scelte finanziarie delle imprese in
situazioni di crescita o ristrutturazione. Questa attività si concentra sulla consulenza strategica. Include l'assistenza nelle
operazioni di fusioni e acquisizioni (M&A) e nella ristrutturazione aziendale, come la rinegoziazione del debito (debt
restructuring) e la vendita di attività non strategiche (asset restructuring).
Mobile payments
Gli anni più recenti sono stati caratterizzati da un'evoluzione e da un ampliamento delle possibilità attraverso le quali
disporre un pagamento. In particolare, sono state introdotte tecnologie che consentono di far ricorso ad un dispositivo
mobile (smartphone, smartwatch, tablet ...) per disporre pagamenti digitali in mobilità.
I device, dotati di tecnologia NFC (near fear communication), possono utilizzare attraverso apposite applicazioni carte di
pagamento e fungono da portafogli virtuali (digital wallet). Tra i più diffusi vi sono Apple Pay, Samsung Pay, Google pay.
Insieme ai pagamenti NFC si stanno sviluppando soluzioni alternative che sfruttano la geolocalizzazione e il qr code.
CAPITOLO 6 I MERCATI
Le funzioni dei mercati finanziari
Il mercato finanziario è uno spazio in cui domanda e offerta di strumenti e servizi finanziari si incontrano per soddisfare gli
obiettivi dei vari attori economici. Le principali funzioni del mercato finanziario sono:
1. Trasferimento delle risorse finanziarie.
2. Semplificazione degli scambi
3. Contenimento dei costi di transazione
4. Formazione dei prezzi
5. Informazione su strumenti e operatori finanziari
6. Trasferimento dei rischi
L’efficienza dei mercati finanziari
I mercati finanziari offrono diversi benefici che devono essere valutati in termini di efficienza economica. Le diverse
funzioni dei mercati finanziari corrispondono a definizioni diverse di efficienza. Il trasferimento delle risorse finanziarie e
dei rischi può avvenire in condizioni di efficienza allocativo-funzionale. La formazione dei prezzi e la produzione e
diffusione di informazioni determinano l'efficienza informativa (debole, semi-forte e forte) . Il contenimento dei costi di
transazione e la semplificazione degli scambi realizzano l'efficienza tecnico-operativa e viene misurata in base a
parametri come l'ampiezza, lo spessore, l'immediatezza e l'elasticità.
Se molte ricerche supportano l’ipotesi di efficienza dei mercati (soprattutto nella forma debole e semi-forte) in letteratura
esistono tuttavia altrettanti studi i cui risultati sembrano invece mettere in dubbio l’ipotesi di efficienza dei mercati nelle
sue varie forme. La presenza di anomalie, specie se persistenti, infatti, mina l’ipotesi di efficienza dei mercati, come vista
fino ad ora. In letteratura, sono state identificate diverse forme di anomalie: le anomalie fondamentali, tecniche e di
calendario.
1. Anomalie fondamentali: Le anomalie fondamentali si riferiscono alle discrepanze tra il valore fondamentale di
un titolo (determinato da fattori come utili, flussi di cassa, fondamentali aziendali) e il suo prezzo di mercato.
Queste anomalie possono verificarsi quando i prezzi dei titoli non riflettono pienamente le informazioni
fondamentali. Alcuni esempi di anomalie fondamentali includono l'effetto value (titoli con valutazioni basse
tendono a sovraperformare quelli con valutazioni alte) e l'effetto momentum (titoli con buone performance
passate tendono ad avere anche buone performance future).
2. Anomalie tecniche: Le anomalie tecniche si basano sull'analisi dei modelli e dei dati storici dei prezzi per
individuare opportunità di profitto. Queste anomalie si basano sull'idea che i prezzi dei titoli seguano determinati
schemi o tendenze nel breve termine. Ad esempio, l'analisi tecnica si concentra sull'identificazione di modelli
grafici, indicatori e altre caratteristiche dei prezzi al fine di prevedere le future direzioni dei prezzi e prendere
decisioni di trading.
3. Anomalie di calendario: Le anomalie di calendario si riferiscono a modelli osservati nei rendimenti dei titoli in
determinati periodi di tempo o eventi stagionali. Queste anomalie possono essere basate su fattori psicologici,
comportamentali o regolamentari che influenzano i prezzi dei titoli. Ad esempio, l'effetto del mese di gennaio
suggerisce che i rendimenti azionari tendono ad essere più alti nel mese di gennaio rispetto ad altri mesi. Altri
esempi di anomalie di calendario includono l'effetto giorno della settimana (rendimenti diversi in base al giorno
della settimana) e l'effetto festività (rendimenti diversi durante periodi di festività).
Diversamente dal broker, il dealer opera nel mercato come controparte diretta dello scambio: dispone, infatti, di un
portafoglio di proprietà che varia in funzione delle operazioni di acquisto e vendita condotte sul mercato. L’intermediario
diffonde due tipologie di prezzo: il prezzo bid (o “prezzo denaro”) e il prezzo ask (o “prezzo lettera”). Il primo (prezzo bid)
rappresenta il prezzo al quale l’intermediario è disposto ad acquistare lo strumento finanziario oggetto della negoziazione;
il secondo (prezzo ask) è invece il prezzo al quale l’intermediario è disposto a vendere lo stesso strumento (ed è sempre
più alto del prezzo bid). La differenza fra i due prezzi costituisce il c.d. bid-ask spread (o “forbice denaro-lettera”) e
rappresenta la remunerazione per il dealer. L’ampiezza di questa differenza tende ad aumentare quando la volatilità dei
prezzi degli strumenti negoziati è elevata, in ragione del maggior rischio a carico del dealer.
Esistono, infine, mercati che combinano le caratteristiche delle due tipologie appena descritte e per questo sono definiti
come “ibridi”.
Il mercato monetario
Il mercato monetario è un segmento del mercato finanziario in cui vengono negoziati strumenti finanziari a breve termine,
di solito con scadenze di un anno o meno. Il suo obiettivo principale è facilitare la gestione delle riserve di liquidità degli
operatori economici e garantire la stabilità finanziaria del sistema.
a. Gli strumenti finanziari a breve termine sono negoziati tra banche, imprese, istituzioni finanziarie e governi, sotto la
supervisione della banca centrale.
Caratteristiche del mercato monetario:
1. Strumenti finanziari a breve termine
2. Liquidità e negoziabilità: Gli strumenti del mercato monetario sono altamente liquidi e negoziabili, consentendo agli
operatori di convertire rapidamente gli investimenti in denaro liquido senza perdita significativa di valore.
3. Bassi rischi: Gli strumenti del mercato monetario sono generalmente considerati a basso rischio, poiché sono emessi
da entità finanziariamente solide come governi, banche e società ben valutate.
4. Importi elevati: Le transazioni nel mercato monetario coinvolgono spesso importi elevati, poiché sono destinati a
soddisfare le esigenze di liquidità delle grandi istituzioni finanziarie e degli investitori istituzionali.
Il mercato valutario
Il mercato valutario, noto come Forex, è dove avviene lo scambio di valute tra di loro. Il prezzo al quale avviene lo
scambio viene chiamato "tasso di cambio". Ci sono due modalità di quotazione delle valute: la prima è "certo per incerto",
che indica la quantità di valuta estera in cambio di una unità di valuta domestica; la seconda è "incerto per certo", che
indica la quantità di valuta domestica in cambio di una unità di valuta estera. L'euro e il dollaro statunitense sono
generalmente quotati secondo il metodo "certo per incerto", tranne quando sono scambiati con altre valute come la
sterlina inglese e il dollaro australiano.
Ad esempio, se il tasso di cambio tra euro e dollaro è 1,2015, possiamo ottenere il tasso di cambio "incerto per certo"
calcolando 1 diviso 1,2015, che è uguale a 0,8323.
Quando una valuta aumenta di valore rispetto a un'altra, si parla di apprezzamento, mentre se diminuisce di valore si
parla di deprezzamento. Ad esempio, se il tasso di cambio euro-dollaro sale da 1,20 a 1,21, l'euro si apprezza rispetto al
dollaro, mentre se scende a 1,18 l’euro si deprezza. In altre parole, quando il tasso di cambio sale, l'euro si apprezza
perché corrisponde a una maggiore quantità di dollari, e viceversa.
Il mercato valutario è il mercato più importante a livello internazionale per volumi e numero di transazioni. È un mercato
globale non regolamentato, dove le transazioni avvengono in diverse valute internazionali 24 ore al giorno, ad eccezione
della domenica. Gli scambi avvengono tra intermediari collegati tra loro, iniziando con l'apertura dei mercati asiatici,
seguiti da quelli europei e statunitensi.
È importante notare che il prezzo di una valuta dovrebbe essere uguale indipendentemente dalla posizione geografica in
cui viene negoziata. Se ci fossero disallineamenti evidenti nelle quotazioni, potrebbero verificarsi opportunità di
arbitraggio. A causa della numerosità delle valute negoziate e dell'alta liquidità del mercato, gli operatori hanno sviluppato
un gergo per riferirsi alle principali valute e ai tassi di cambio.
Le coppie di valute più comuni nel mercato valutario sono quelle che coinvolgono il dollaro statunitense. Tuttavia, se una
coppia di valute non è immediatamente disponibile sul mercato, è possibile determinare il valore del tasso di cambio
"certo per incerto" utilizzando il dollaro come valuta di riferimento e calcolando il tasso di cambio incrociato.
Le transazioni nel mercato valutario possono avvenire secondo due modalità: operazioni a pronti (spot) e operazioni a
termine (forward). Nel caso delle operazioni a pronti, le transazioni vengono effettuate immediatamente ai tassi di cambio
correnti. Le operazioni a termine, invece, prevedono la fissazione di un tasso di cambio oggi per una transazione futura,
che avverrà a una data specifica.
Le oscillazioni dei tassi di cambio sono influenzate da diversi fattori, tra cui i tassi di interesse, l'inflazione, la politica
economica, gli eventi geopolitici e le aspettative dei partecipanti al mercato.
L’intermediazione creditizia
L'intermediazione creditizia comprende diverse forme di attività finanziaria, oltre a quella bancaria. Queste attività
consistono nella concessione di finanziamenti sotto varie forme, inclusi prestiti ipotecari, crediti al consumo, finanziamenti
legati a locazioni finanziarie, acquisti di crediti e rilascio di fideiussioni. Gli intermediari finanziari, diversi dalle banche,
sono autorizzati a svolgere queste attività e si avvalgono di forme di raccolta di fondi diverse da quella dei risparmiatori
pubblici, il che può comportare costi più elevati. Inoltre, la definizione di intermediazione creditizia si è evoluta, includendo
anche forme come il peer-to-peer lending (è un modello di finanziamento in cui gli individui possono prestare denaro
direttamente ad altri individui o piccole imprese senza l'intermediazione di istituzioni finanziarie tradizionali, come banche
o istituti di credito).
L’intermediazione mobiliare
Imprese d’investimento
Le imprese di investimento possono offrire una vasta gamma di servizi finanziari al pubblico, come negoziazione per
conto terzi, gestione di portafogli, consulenza in materia di investimenti e altri. La normativa comunitaria ha introdotto
regole specifiche per la prestazione del servizio di consulenza su base indipendente, che richiede la valutazione di una
gamma diversificata di strumenti finanziari disponibili sul mercato, evitando limitazioni agli strumenti emessi o forniti dal
prestatore del servizio o da entità con stretti legami. Inoltre, sono vietati benefici monetari o non monetari provenienti da
terzi, tranne se di entità minima che migliorano la qualità del servizio e sono comunicati ai clienti.
Le imprese di investimento dell'UE e dei Paesi terzi possono operare in Italia, previa autorizzazione della CONSOB.
Viceversa, le imprese italiane devono notificare la loro intenzione di operare all'estero. La CONSOB pubblica un elenco di
imprese autorizzate, e le imprese autorizzate devono seguire le regole riguardanti i servizi finanziari.
Intermediazione assicurativa
Previdenza complementare
I tre pilastri della previdenza.
Il sistema previdenziale italiano si basa su tre pilastri: la previdenza pubblica di base, la previdenza complementare
collettiva e la previdenza complementare individuale. Il primo pilastro è rappresentato dal sistema pensionistico
pubblico obbligatorio, gestito principalmente dall'INPS. Il sistema si basa sul meccanismo della ripartizione, in cui i
contributi dei lavoratori attivi vengono utilizzati per pagare le pensioni dei pensionati. Tuttavia, l'invecchiamento della
popolazione e i cambiamenti demografici hanno generato preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema. L'Italia presenta
una situazione demografica particolarmente critica, con un'età mediana più elevata rispetto alla media europea. La
riforma Dini del 1995 ha introdotto il metodo contributivo, che calcola le pensioni in base ai contributi effettivamente
versati e alla speranza di vita del soggetto. Tuttavia, il sistema pensionistico pubblico continua a funzionare sulla base
della ripartizione, utilizzando i contributi correnti per pagare le pensioni attuali.
Le pensioni pubbliche sono state ridotte a causa delle riforme successive e delle misure di spending review. Il tasso di
sostituzione, che rappresenta il rapporto tra la pensione e la retribuzione percepita, è diminuito ulteriormente. Di
conseguenza, lo Stato promuove l’adesione alla previdenza complementare, che è volontaria e si basa sul principio della
capitalizzazione.
La previdenza complementare collettiva e individuale mira a soddisfare le esigenze previdenziali dei lavoratori in modo
più personalizzato. La previdenza complementare può essere a contribuzione definita o a prestazione definita, con
diverse modalità di calcolo delle pensioni e dei contributi.
Le nuove tecnologie
La blockchain è una delle nuove tecnologie a maggiore impatto nell'industria finanziaria. Essa rientra all'interno delle
Distributed Ledger Technologies (DLTs), meccanismi tecnologici che consentono Il trasferimento di Informazioni e di valori
tra due o più soggetti, senza un'autorità centrale di riferimento che possiede, autorizza e certifica l'annotazione all'interno
di un registro proprietario (processo «peer to peer»). L'interesse verso questa tecnologia e la sua notorietà nell'ambito dei
servizi finanziari si deve prevalentemente alla diffusione del fenomeno Bitcoin.
La blockchain può essere rappresentata come un registro digitale all'interno del quale sono trascritte tutte le informazioni
in forma anonima delle transazioni avvenute, le cui "pagine" sono definite in gergo tecnico «blocchi».
I blocchi contengono le informazioni delle transazioni concluse all'interno della blockchain in ordine temporale. Ogni
blocco è identificato in modo univoco da un "hash", cioè una stringa di codice.
Le regole di funzionamento per la scrittura di un nuovo blocco sono contenute all'interno del "protocollo” della
blockchain. Le entità che partecipano alla blockchain si definiscono “nodi".
Esistono diverse classificazioni delle blockchain. Rispetto alla natura della proprietà, essa si distingue in:
-pubblica: una volta rilasciato il codice, chiunque può partecipare come nodo alla blockchain, secondo un protocollo non
modificabile. Non esistono privilegi tra i nodi della rete e il registro delle transazioni è trasparente e consultabile da tutti in
ogni istante;
-privata: una rete gestita da un’autorità centrale che può identificare e autorizzare i nodi che partecipano alla blockchain,
secondo un protocollo proprietario – sprovvisto di meccanismi di consenso distribuito – e che può essere oggetto di
modifica unilaterale;
-consortile: l’accesso alla blockchain è selettivo ed eterogeneo, cioè i nodi anche di diverse entità sono identificati e
autorizzati ex ante e partecipano alla blockchain attraverso un protocollo modificabile con il consenso delle parti, le quali
operano sulla rete con una finalità comune.
La finanza decentralizzata
La DeFi (Decentralized Finance) è un sistema finanziario basato su smart contract che mira a sostituire gli intermediari
finanziari tradizionali. Gli smart contract fungono da controparti alternative, consentendo il trasferimento di valore tra i
nodi della blockchain. Tuttavia, ci sono rischi legati alla fiducia basata sul codice e alla mancanza di regolamentazione e
identificazione degli utenti. La DeFi ha portato alla creazione dei mercati decentralizzati (DEX), dove gli asset digitali
vengono scambiati direttamente tra gli utenti. Tuttavia, i mercati decentralizzati hanno ancora sfide da affrontare, come
inefficienze strutturali e rischi di sicurezza.
L'open banking è un modello di interazione aperto e regolamentato che consente la condivisione dei dati finanziari tra
soggetti esterni e interni al settore bancario. Questi dati rappresentano informazioni sensibili e di alto valore commerciale,
in quanto consentono di ottenere una panoramica dettagliata delle abitudini finanziarie e di consumo delle persone. In
questo modo si migliora il livello di relazione e fidelizzazione con i clienti. L'open banking beneficia anche i consumatori,
che possono avere una visione più completa del loro risparmio, degli investimenti e delle transazioni bancarie, nonché
usufruire di servizi aggiuntivi. Inoltre, la maggiore concorrenza generata da un ecosistema di servizi aperto può portare a
una riduzione dei costi per i clienti.
Le API (Application Programming Interfaces) fungono da protocolli per consentire l'interazione tra diverse applicazioni
software. Nell'ambito dell'open banking, le API consentono il trasferimento di dati tra le parti coinvolte, consentendo, ad
esempio, la consultazione di informazioni o l'esecuzione di azioni come la configurazione di servizi personalizzati o l'avvio
di transazioni.
Banche digitali
Le banche digitali sono aziende FinTech che offrono servizi finanziari digitali senza filiali fisiche.
Le challenger bank sono banche digitali con una licenza bancaria, mentre le neobank sono aziende FinTech senza una
licenza bancaria che offrono prodotti e servizi finanziari di base simili a quelli delle banche tradizionali.
Queste banche digitali sono emerse nel contesto di sfiducia verso le banche tradizionali a seguito della crisi finanziaria
del 2007 e sono state influenzate dalla crescita della sharing economy e dalle aspettative dei clienti nei confronti dei
servizi finanziari.
Le Criptovalute
L'innovazione tecnologica nel settore finanziario ha portato alla creazione di nuovi strumenti finanziari digitali, tra cui le
criptovalute e i token digitali. Le criptovalute, come il Bitcoin, sono valute virtuali negoziate sulla blockchain che
consentono transazioni senza intermediari finanziari. I token digitali possono essere classificati in base alla loro funzione:
i token di pagamento sono utilizzati per effettuare transazioni, i token di investimento sono strumenti di investimento e i
token di utilizzo consentono l'accesso a servizi o prodotti digitali.
Questi strumenti hanno suscitato un crescente interesse da parte del pubblico e del mercato finanziario, sia per
motivazioni tecniche e speculative che per l'influenza dei media e di importanti personalità. La criptovaluta non esiste in
forma fisica (anche per questo viene definita 'virtuale'), ma si genera e si scambia esclusivamente per via telematica. La
criptovaluta, ove ci sia consenso tra i partecipanti alla relativa transazione, può essere scambiata in modalità peer-to-peer
(ovvero tra due dispositivi direttamente, senza necessità di intermediari) per acquistare beni e servizi (come fosse moneta
a corso legale a tutti gli effetti).
Un'altra classificazione in uso prevede la suddivisione tra moneta virtuale 'chiusa', 'unidirezionale' e 'bidirezionale'. La
differenza tra le tre fattispecie risiede nella possibilità o meno di poter scambiare la criptovaluta con moneta a corso
legale (o valuta 'ufficiale' o 'moneta fiat', secondo altre comuni denominazioni) e nella tipologia di beni/servizi acquistabili.
Il bitcoin, ad esempio, è una moneta virtuale bidirezionale in quanto può essere facilmente convertita con le principali
valute ufficiali e viceversa.
Crowdfunding
Il fintech ha avuto un grande impatto nel settore della raccolta di capitali attraverso forme alternative di finanziamento,
principalmente tramite il crowdfunding. Il crowdfunding è definito come una richiesta di finanziamento pubblica, effettuata
attraverso piattaforme online, da parte di soggetti che necessitano di fondi per sviluppare progetti personali o aziendali.
Queste piattaforme facilitano l'incontro tra coloro che richiedono fondi e coloro che sono disposti a finanziare i progetti,
che possono essere individui, imprese o associazioni senza scopo di lucro. Gli investitori possono fornire fondi come
donazione o in cambio di una ricompensa specifica. Il crowdfunding è considerato un'alternativa ai canali di
finanziamento tradizionali come banche, fondi di private equity, venture capital o business angels, ed è particolarmente
importante per famiglie e piccole imprese che hanno difficoltà ad ottenere finanziamenti dalle fonti tradizionali. Internet ha
reso possibile il crowdfunding riducendo i costi di diffusione delle informazioni e di transazione, grazie allo sviluppo dei
pagamenti elettronici e dei sistemi di pagamento smart.
CAPITOLO 10 IL CONTROLLO SUL SISTEMA FINANZIARIO NEL QUADRO DELL’UNIONE BANCARIA EUROPEA
STRUTTURALE incidere direttamente sulla struttura del settore in termini ● condizioni di entrata
di: numero degli operatori, concentrazione delle quote di ● vincoli all’operatività
mercato, condizioni di entrata e uscita, gamma di attività ● interventi amministrativi sulla quantità
esercitabili da ciascun intermediario, grado di e sui prezzi
differenziazione dei prodotti e servizi offerti
PRUDENZIALE verificare il rispetto dei corretti principi di gestione al fine di ● requisiti minimi di capitali
limitare i rischi assunti dagli intermediari, garantendo il ● limiti alla concentrazione dei rischi
mantenimento di condizioni di solvibilità e liquidità ● requisiti di onorabilità per coloro che
svolgono funzioni di direzione
● separatezza organizzativa e contabile
per contrastare le situazioni di conflitto
di interesse
INFORMATIVA attività conoscitiva nei confronti dei soggetti sottoposti al ● strumenti per garantire la trasparenza
controllo. e la correttezza delle informazioni
fornite agli investitori e ai clienti
ISPETTIVA verifica condotto direttamente presso l'intermediario per ● ispezioni periodiche o disposte sulla
valutare anche gli aspetti più soft e qualitativi, difficili da base di necessità specifiche
cogliere mediante una comunicazione di tipo documentale
PROTETTIVA prevenire la crisi e limitarne le conseguenze ● Sistemi di early warning
● credito di ultima istanza
● amministrazione straordinaria
● liquidazione coatta amministrativa
● sistemi di amministrazione
LE AUTORITA’ DI VIGILANZA
La Banca d’Italia è competente per quanto riguarda il contenimento del rischio, la stabilità patrimoniale e la sana e
prudente gestione degli intermediari.
La CONSOB è competente per quanto riguarda la trasparenza e la correttezza dei comportamenti.
La Banca d’Italia e la CONSOB esercitano i poteri di vigilanza nei confronti dei soggetti abilitati; ciascuna vigila
sull’osservanza delle disposizioni legislative e regolamentari secondo le rispettive competenze.
La Banca d’Italia e la CONSOB operano in modo coordinato anche al fine di ridurre al minimo gli oneri gravanti sui
soggetti abilitati e si danno reciproca comunicazione dei provvedimenti assunti e delle irregolarità rilevate nell’esercizio
dell’attività di vigilanza.
L’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) è l'autorità di vigilanza italiana responsabile della regolamentazione
e supervisione del settore assicurativo e riassicurativo in Italia. È un'agenzia indipendente che opera sotto la supervisione
del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
La COVIP svolge un ruolo fondamentale nella vigilanza e regolamentazione dei fondi pensione in Italia, garantendo la
trasparenza, la corretta gestione e la tutela degli aderenti e dei loro risparmi destinati alla previdenza complementare.
L’AGCM è un'autorità indipendente che promuove la concorrenza leale e tutela i consumatori, monitorando intese
restrittive della concorrenza, abusi di posizione dominante e operazioni di concentrazione, nonché contrastando pratiche
commerciali scorrette e pubblicità ingannevole.
IL CONTROLLO PRUDENZIALE DI BANCHE E ASSICURAZIONI
Per ridurre l'esposizione complessiva e mitigare il rischio, è stata introdotta la leva finanziaria ratio (Leverage Ratio), che
rappresenta il rapporto tra mezzi propri (Tier 1) e il totale attivo, inclusi gli elementi fuori bilancio. Questo indicatore è
semplice da calcolare, difficile da eludere e di immediata interpretazione. Il requisito minimo della Leverage Ratio è del
4% (3% per le banche con un rating elevato). Inoltre, sono stati introdotti vincoli di liquidità per evitare l’illiquidità delle
banche e le sue ripercussioni sul mercato interbancario. Il Liquidity Coverage Ratio (LCR) richiede che le banche
detengano attività liquide di elevata qualità in grado di coprire i flussi di cassa previsti per un periodo di 30 giorni. Il Net
Stable Funding Ratio (NSFR) impone che le banche mantengano un ammontare minimo di finanziamento stabile in
relazione al grado di liquidità delle loro attività.
⦁ Buffer di conservazione del capitale, costituito da azioni ordinarie e riserve da utili pari al 2,5% di RWA;
⦁ Buffer anticiclico, applicabile qualora si ritenga che la crescita del credito possa determinare un eccessivo accumulo di
rischio sistemico, fino al 2,5%.
Inoltre, le banche sistemiche, che presentano un elevato grado di interconnessione e rischio sistemico, sono soggette a
requisiti patrimoniali aggiuntivi in base alla loro rilevanza sistemica. Questi requisiti variano da 1% a 2,5% delle
esposizioni ponderate per il rischio.
IL SECONDO PILASTRO
L'ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) è un processo interno che le istituzioni finanziarie devono
seguire per valutare e gestire il proprio capitale in relazione ai rischi a cui sono esposte. Si tratta di un approccio di
gestione del rischio volto a garantire che le istituzioni dispongano di un capitale sufficiente per coprire le perdite attese e
non attese derivanti dalle proprie attività.
Le principali fasi del processo ICAAP:
1. Identificazione dei rischi:
2. Valutazione del capitale
3. Analisi delle lacune di capitale
4. Piani di mitigazione del rischio
5. Monitoraggio e reporting
6. Revisione e audit
Il SREP (Supervisory Review and Evaluation Process) è un processo di revisione e valutazione da parte delle autorità di
vigilanza per valutare la solidità finanziaria e la gestione dei rischi delle istituzioni finanziarie. L'obiettivo principale del
SREP è garantire che le banche e altre istituzioni siano in grado di gestire i rischi in modo adeguato e di mantenere un
adeguato livello di capitale per far fronte a tali rischi.
Secondo pilastro
Il secondo pilastro del controllo prudenziale nell'ambito delle compagnie di assicurazione si basa sul monitoraggio della
solvibilità da parte della compagnia stessa e dell'autorità di vigilanza competente. Questo approccio è simile a quello
adottato per le banche.
Ciascuna compagnia di assicurazione deve effettuare un processo di autovalutazione chiamato ORSA (Own Risk and
Solvency Assessment) per valutare l'adeguatezza e il profilo di rischio assunto in relazione alle sue strategie aziendali.
L'obiettivo dell'ORSA è ottenere una valutazione interna indipendente del livello di rischio e dell'efficacia della solvibilità,
che si integri con il requisito patrimoniale.
Terzo pilastro
ll Report to Supervisor (RTS) che contiene le informazioni da trasmettere periodicamente all'Autorità di vigilanza sul
sistema di governance e organizzazione interna, sulle attività esercitate e I rischi sopportati, sui principi di valutazione
utilizzati ai fini di vigilanza e sulla gestione del capitale;
Il Solvency and Financial Condition Report (SFCR) redatto annualmente per il mercato, che contiene, oltre ai dettagli
sulle valutazioni di bilancio e il calcolo del requisiti patrimoniali, anche una descrizione del business, della struttura
societaria, dell'ambiente esterno, degli obiettivi e delle strategie.
In Italia, ci sono due sistemi di garanzia: il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e il Fondo di Garanzia dei
Depositi del Credito Cooperativo (FGDCC). Questi fondi intervengono in caso di crisi delle banche per garantire il
rimborso dei depositi.
La MIFID (Markets in Financial Instruments Directive) ha introdotto diverse novità riguardanti il funzionamento dei mercati
mobiliari e le attività delle società di gestione. Alcune delle principali novità sono:
● Abolizione dell'obbligo di concentrazione degli scambi: Prima della MIFID, era obbligatorio negoziare ogni
strumento finanziario all'interno del mercato ufficiale di negoziazione. Questo obbligo è stato eliminato per
favorire la concorrenza tra diverse soluzioni di negoziazione e consentire l'attività anche a nuove figure
professionali.
● Introduzione di MTF (Multilateral Trading Facilities) e IS (Internalizzatori Sistematici): La MIFID ha introdotto
nuove forme di negoziazione, come gli MTF, che sono sistemi multilaterali di negoziazione gestiti da imprese di
investimento o gestori di mercato. Gli IS sono invece imprese di investimento che negoziano per conto proprio al
di fuori di un mercato regolamentato o di un MTF.
● Nuove norme di trasparenza "pre-trade" e "post-trade": La MIFID ha introdotto requisiti di trasparenza sia prima
che dopo la negoziazione.
Organi di governance: complesso degli organi con funzioni di supervisione strategica, di gestione e di controllo. In
relazione ai diversi modelli di amministrazione e controllo e alle scelte statutarie, più funzioni possono essere svolte dallo
stesso organo e più organi possono condividere la stessa funzione.
Funzioni di controllo: strutture di supporto agli organi di amministrazione e controllo i cui compiti si riferiscono a tre
distinti livelli:
1. controlli di linea;
2. gestione dei rischi e conformità delle attività svolte rispetto agli obiettivi aziendali e alla normativa vigente;
3. certificazione di adeguatezza rispetto all’operatività del complessivo sistema dei controlli interni degli intermediari
finanziari.
Funzione internal auditing: funzione che si occupa di verificare l’efficienza del sistema dei controlli interni e di individuare,
eventualmente, le azioni correttive ai problemi che si presentano.
Funzione risk management: funzione che si occupa della gestione e del controllo dei rischi al fine di orientare l’attenzione
degli organi preposti alla formulazione delle strategie e della gestione corrente.
Funzione compliance: funzione che si occupa di assicurare l’idoneità delle specifiche procedure e dei codici di
comportamento adottati, nonché il rispetto di tutte le norme di riferimento, allo scopo di preservare e rafforzare l’immagine
aziendale verso tutti gli stakeholder.
-Organo con funzione di supervisione strategica: organo che svolge attività di indirizzo della gestione dell’impresa
mediante la determinazione delle strategie e la verifica della loro attuazione.
Organo con funzione di gestione: organo cui spettano o sono delegati compiti di gestione corrente, mediante la
conduzione dell’operatività aziendale volta a realizzare le strategie deliberate nell’ambito della funzione di supervisione
strategica.
Gli intermediari finanziari devono diffondere strumenti di comunicazione per consentire ai cittadini di comprendere meglio
alcuni prodotti finanziari comuni. Questi strumenti includono guide pratiche, fogli informativi, annunci pubblicitari (se
riguardano finanziamenti con il costo del credito dichiarato, devono riportare il TAEG, Tasso Annuo Effettivo Globale, e il
suo periodo di validità) e documenti di sintesi.
Il sistema stragiudiziale di risoluzione delle controversie comprende l'Arbitro Bancario Finanziario (ABF) istituito
dalla Banca d'Italia nel 2009 e l'Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) istituito dalla CONSOB nel 2016.
Entrambi sono organi terzi che prendono decisioni basate sui documenti presentati dalle parti coinvolte.
L'ABF si occupa delle controversie relative a operazioni bancarie, servizi finanziari e servizi di pagamento fino a un limite
massimo di 200.000 euro, mentre l'ACF affronta le controversie riguardanti prodotti, servizi o attività con finalità di
investimento fino a un limite massimo di 500.000 euro. Le decisioni prese da questi organi non sono giuridicamente
vincolanti e le parti possono comunque rivolgersi al giudice ordinario. L'IVASS sta inoltre lavorando alla creazione di un
sistema simile per le controversie assicurative al fine di ampliare la protezione dei consumatori.
È importante fissare obiettivi specifici e utilizzare indicatori per monitorare il progresso nel tempo. Ad esempio, il PIL,
l'occupazione, i prezzi al consumo e la bilancia dei pagamenti sono alcuni degli indicatori utilizzati. Tuttavia, spesso esiste
un trade-off tra gli obiettivi, ad esempio tra inflazione e occupazione o tra crescita economica e equità nella distribuzione
del reddito.
La globalizzazione rappresenta una sfida per l'efficacia delle decisioni di politica economica nazionale, e le aspettative dei
soggetti economici devono essere considerate. Inoltre, la politica monetaria richiede il supporto di politiche di bilancio
sane, politiche strutturali efficaci e una gestione responsabile delle trattative salariali.
Infine, la politica monetaria può influenzare gli aggregati reali nel breve periodo, ma nel lungo periodo il reddito e
l'occupazione sono determinati da fattori non monetari come il progresso tecnologico, la crescita della popolazione, le
preferenze degli operatori economici e il quadro economico-istituzionale.
È importante valutare l'efficacia della politica monetaria nel medio termine e garantire un equilibrio e coordinamento tra le
diverse politiche economiche.
Il moltiplicatore della moneta: capacità del sistema bancario di moltiplicare la moneta ma non la ricchezza.
Moltiplicatore della moneta = 1 / rapporto di riserva
Dove il rapporto di riserva è il rapporto tra le riserve bancarie richieste e i depositi bancari. Ad esempio, se il rapporto di
riserva è del 10% (0,10), il moltiplicatore della moneta sarà di 10 (1 / 0,10), il che significa che ogni unità di base
monetaria può essere moltiplicata per generare 10 unità di denaro nella forma di prestiti o nuovi depositi.
Tuttavia, è importante notare che il processo di moltiplicazione della moneta non è lineare e può essere influenzato da
vari fattori, come la domanda di prestiti, la capacità delle banche di attrarre depositi e la politica monetaria della banca
centrale. Inoltre, nei sistemi finanziari moderni, dove possono esistere strumenti finanziari complessi e diverse istituzioni
finanziarie, il moltiplicatore della moneta potrebbe essere influenzato da fattori aggiuntivi al di fuori del rapporto di riserva.
La trasmissione a 1 o 2 stadi
Esistono due schemi di base per le strategie di politica monetaria:
Schema a 1 stadio: la banca centrale si concentra principalmente sul controllo diretto di una variabile economica
specifica, come il tasso di interesse o la quantità di moneta in circolazione. Questo schema si basa sull'idea che il
controllo di una variabile chiave possa indurre gli effetti desiderati sull'economia nel suo complesso.
Schema a 2 stadi: In questo schema, la banca centrale utilizza una variabile intermedia per raggiungere gli obiettivi di
politica monetaria. Questa variabile intermedia può essere ad esempio la quantità di credito, la crescita dei prestiti o il
tasso di cambio. Questo schema si basa sull'idea che l'intermediazione finanziaria e altri canali di trasmissione possano
essere utilizzati per ottenere gli effetti desiderati sulla politica monetaria.
È importante notare che l'efficacia del meccanismo di trasmissione può variare in base alle condizioni economiche,
finanziarie e istituzionali. Inoltre, la politica monetaria non agisce immediatamente sull'economia, ma richiede del tempo
affinché gli effetti si manifestino pienamente. Pertanto, la Banca Centrale deve monitorare attentamente l'economia e
adottare misure adeguate per raggiungere i propri obiettivi di stabilità dei prezzi e crescita economica.
In sintesi, la BCE ha adottato politiche monetarie espansive e misure non convenzionali per affrontare la crisi finanziaria e
stimolare l'economia dell'area dell'euro, ma ha anche riconosciuto la necessità di coordinare le politiche monetarie con
altre politiche economiche per ottenere risultati efficaci.