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Fondamenti Di Economia Aziendale

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Fondamenti di Economia Aziendale

Economia aziendale (Università degli Studi di Bergamo)

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1.1) Il problema economico

L’ uomo compie una pluralità di scelte indirizzate da logica etica ed economica, studiare il problema
economico è studiare l’ individuo in tutta la sua pienezza. L’ essere umano ha bisogni da soddisfare di varia
natura e per soddisfarla acquisisce mezzi atti a soddisfarla (es: fame→ cibo).

Nel tempo i bisogni si sono evoluti a causa del continuo desiderio di miglioramento. La relazione che
intercorre è caratterizzata da un rapporto di illimitatezza sul fronte dei bisogni e di limitatezza su quello dei
mezzi, si ha anche una contrapposizione tra utilità derivante dal soddisfacimento dei bisogni e lo sforzo
necessario per l’ acquisizione dei mezzi.

Il problema economico si esprime in due momenti fondamentali: produzione e consumo.

Volume di mezzi Volume di bisogni


Limitatezza Illimitatezza
sforzo Utilità

PRODUZIONE CONSUMO

Economia individuale: un soggetto produce autonomamente ciò di cui ha bisogno. Inserite in contesto
collettivo si crea una specializzazione del lavoro in base alle abilità ottenendo ciò di cui ha bisogno tramite
scambio.

IL PROBLEMA ECONOMICO
Uomo
Collettività
Divisione del lavoro
Specializzazione
Produzione Scambio Consumo

Primo metodo di scambio è il baratto il quale era praticato utilizzando beni d’ uso come bestiame, sale. Con
il tempo si è reso necessario concentrare valore in poco spazio, si è creata la moneta.

Funzioni della moneta


• Strumento di scambio
• Misura del valore dei beni
• Riserva di valore

1.2) Problema economico nello spazio e nel tempo

Esempio: acquisto di cellulare

Si pensi ad un soggetto che acquista uno smartphone, in ottica spaziale il problema è caratterizzato dall’
area di mercato, ovvero il negozio e i suoi concorrenti. In ottica temporale la scelta è indirizzata anche dai
dati sull’ andamento storico del prezzo e dalle previsioni future, di carattere probabilistico, sulle variazioni
che esso potrà subire. Ogni previsione porterà ad uno scarto di valore tra la previsione e il dato effettivo.

Due tipi di scarto:

• Ex ante: al momento della previsione, data dall’ incertezza insita nella previsione stessa.
• Ex post: riferita ad eventi imprevedibili al momento della prima valutazione e legata a fatti nuovi.

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Dati storici→ relativamente certi


Previsioni→ determinazione probabilistica
Fatti nuovi→ indeterminati

1.3) Problema economico aziendale nello spazio tempo

Considerando un azienda produttrice di beni o servizi, il problema economico si fonda su i seguenti


elementi: obiettivo, che L’ azienda intende perseguire, nei mezzi a disposizione e nelle diverse soluzioni
alternative tra le quali deve operare una scelta, finalizzata a massimizzare il valore dell’ obiettivo
perseguito o a minimizzare L’ impiego dei mezzi limitati di cui dispone. La scelta, come ogni scelta
economica, è basata su dati collocati nello spazio e nel tempo.

Caso Bag and bag srl

Azienda di borse in pelle dalle discrete vendite. Hanno individuato la possibilità di incrementare le vendite
attraverso la produzione di cartelle professionali di alta qualità da offrire a clientela potenziale. Richiede
nuovi macchinari e nuove tecnologie. L’ azienda per questo motivo si dota di un nuovo capannone dove
sarà collocata L’ entità produttiva. Dopo aver determinato L’ entità dell’ investimento in relazione alla
produzione che si vuole garantire ad essa, i responsabili devono scegliere i nuovi macchinari e questa va
compiuta tra i diversi macchinari dei diversi produttori, i quali differiscono per caratteristiche compresi
investimenti di diversa entità.

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Elementi del problema economico aziendale

Gli elementi del problema sono i seguenti:

• OBIETTIVI (E SOTTOBIETTIVI): aumento della ricchezza legato a incremento produzione e vendita a


nuova clientela.
• MEZZI A DISPOSIZIONE (LIMITATI): ricchezza, propria o di terzi, necessaria per acquistare mezzi che
permettano nuova produzione.
• SOLUZIONI ALTERNATIVE (TRA CUI SCEGLIERE): diverse tipologie di macchinari.

La scelta è da compiersi per massimizzare il valore degli obiettivi perseguiti attraverso L’ uso di mezzi
imitati. Tale scelta va compiuta attraverso serie di dati ambientali, in particolare dati di mercato,
progresso tecnologico e stato delle istituzioni.

Posizione del problema nello spazio tempo

Spazio

La scelta va effettuata tra le diverse aziende produttrici di macchinari che concorrono. Nell’ istante di
tempo (ti) il singolo produttore offre macchinari i cui dati (prezzi, c. Contrattuali) e tecnici (contenuto
tecnologico) che condizionano la scelta dell’ acquirente.

Tempo

La soluzione si colloca al ti ma è legata ai dati precedenti e alle previsioni future.

1.4) Aspetti oggettivi, soggettivi ed extra-economici del problema economico

Dati oggettivi: dati quantitativi e qualitativi

BISOGNI MEZZI
Quantità: n° 1 Quantità: 600
Qualità: tipo di oggetto (es. stereo) Qualità: denaro (euro)

Dati soggettivi: differenze tra tipologia per caratteristiche, fattori sentimentali e di piacere individuale.

L’ individuo si colloca all’ interno della collettività che è regolata da un ordinamento giuridico, esso può
influenzare la scelta agevolando oppure vincolando determinate aree economiche e produttive.

Capitolo 2: Concetto di azienda e tipologie

2.1) Azienda nelle scienze

Macroeconomia: riconduce le aziende a parti del più ampio sistema economico, si studia il suddetto.

Microeconomia: il problema viene trattato sul soggetto produttore e sul consumatore, di cui viene studiato
comportamento e metodo.

L’ economia aziendale studia le aziende a scopo di controllo con strumento peculiare quello contabile.

2.2) Economia aziendale e relative discipline

Nasce grazie a Gino Zappa a inizio ‘900 perché le aziende passano da familiarità più grandi.

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L’ economia aziendale è formata da tre discipline:

Problema ha aspetti: organizzativi, gestionali e contabili

2.3) Concetto di azienda negli studi di e.a.

Zappa sposta l’attenzione sul concetto di coordinazione dell’ azienda che cosi passa da essere insieme
statico di fattori a dinamico.

2.4) Teoria dei sistemi

Concetto di sistema: complesso di elementi materiali e non che dipendono gli uni dagli altri in modo da
formare un tutto organizzato. Ludwig von Bertalanffy, biologo, apre la via alla teoria generale dei sistemi,
viene studiata rispettivamente da studiosi in relazione a diversi ambiti scientifici per definire principi
generali da applicare alle diverse scienze.

Il sistema può essere studiato in base:

1. Alla quantificazione degli elementi che lo contengono


2. Alla qualificazione dei suddetti elementi
3. All’ analisi delle relazioni che si instaurano tra gli elementi quantificati e qualificati (teoria
generale dei sistemi)

Kenneth Boulding e Jay Forrester danno un importante apporto alla teoria, Forrester pensa an
impostazione metodologica rappresentabile in due tipi di variabili: i livelli e i flussi, i livelli sono lo stato
attuale del sistema in un determinato momento, i flussi sono le variazioni a tali livelli. Sistema molto valido,
per lui l’azienda è un sistema che recupera risultati di azioni passate e su questa base indirizza le future. Egli
considera L’ azienda come un processo di conversione dell’ informazione in azione attraverso la decisione

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2.5) Caratteristiche dell’ azienda come sistema

Inoltre il sistema è scomponibile in sub-sistemi:

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2.6) Aziende di produzione e di erogazione

Due categorie di azienda:

➢ Le aziende di produzione (o imprese)


➢ Le aziende di erogazione (o di consumo)

Le aziende di produzione hanno lo scopo di creare ricchezza, mentre quelle di erogazione hanno quello di
erogare ricchezza per bisogni umani da diverse fonti (sussidi, contribuzioni, esercizio attività professionale
ecc..) si tratta di un’ area molto vasta che comprende sia soggetti pubblici (stato, regioni, comuni ecc..) che
privati come famiglie, associazioni, fondazioni. Esistono anche aziende di erogazione composte che
acquisiscono ricchezza attraverso attività economiche, gestioni lucrative ecc. Difficile che esista pura
erogazione in quanto solitamente affiancata da gestioni patrimoniali mobili, immobili e in molti casi
gestione di vere e proprie imprese.

2.7) Non profit

Possono essere pubbliche che fanno riferimento allo stato oppure aziende private divise in tre categorie:

➢ Aziende autoproduttrici: destinano la produzione a soggetti predeterminati, nascono ad esempio


dall’aggregazione di più individui con lo scopo di acquisire specifici beni a condizioni più favorevoli.
➢ Aziende di erogazione: cedono gratuitamente o in cambio di prestazione simbolica la loro
produzione a favore di determinati soggetti o della collettività, possono trarre risorse da
contribuzioni volontarie, enti pubblici, da beni patrimoniali. Sono ad esempio fondazioni che sono
finanziate sostanzialmente da un patrimonio attribuito dai soggetti che le costituiscono.
➢ Imprese sociali: destinano la loro produzione al mercato, non hanno scopo di profitto, sono ad
esempio imprese che cercano occupazione a persone che non sarebbero assorbite dal mondo del
lavoro, offrire beni/servizi che ne lo stato ne il mercato produce a prezzi per ceti disagiati. Si
potrebbe collocare tra stato e mercato.

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2.8) Protagonisti della vita aziendale

Ci sono diversi tipi Di soggetto da individuare. Si distingue il soggetto giuridico da quello economico, il
soggetto giuridico assume i diritti e i doveri delle operazioni aziendali, quello economico domina e controlla
L’ azienda traendone il prevalenza i vantaggi.

L’imprenditore stabilisce gli obiettivi, elabora e coordina i pani dell’ azienda la cui realizzazione necessita di
mezzi finanziari forniti dai finanziatori, esempio banche, e dai capitalisti. Questi ultimi sono una particolare
forma di finanziatori in quanto immettono mezzi propri in azienda, diventandone proprietari o
comproprietari. L’ attuazione dei piani è curata dagli amministratori che si avvalgono dei dirigenti, che
completano è realizzato la sua opera coordinando, in particolare gli esecutori.

2.8.1)Impresa individuale

Il signor Bianchi apre un’ autofficina investendo ricchezza propria ed è sia soggetto giuridico che economico

2.8.2)Società di capitali: controllo di diritto

La società di capitali Kappa srl ha un capitale ripartito tra i seguenti soggetti:

✓ Signor Rossi—> 55%


✓ Signor Bianchi—> 15%
✓ Signor Verdi—> 15%
✓ Signor Neri—> 15%

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Soggetto giuridico Kappa srl, soggetto economico Signor Rossi perché ha più del 50%.

2.8.3) Società di capitali: controllo di fatto

La società di capitali Zeta spa ha un capitale ripartito dai seguenti soggetti.

✓ Signor Rossi—> 45%


✓ Signor Bianchi—> 25%
✓ Signor Verdi—> 15%
✓ Signor Neri—> 15%

Soggetto giuridico è la società Zeta spa, il soggetto economico Signor Rossi perché ha la maggioranza
relativa.

2.8.4)Società di capitali: partecipazioni

La società di capitali Elle spa ha un capitale ha un capitale ripartito tra i seguenti soggetti:

✓ Signor Rossi—> 60%


✓ Signor Bianchi—> 40%

La società Elle spa ha partecipazioni nella società Emme spa e Enne spa, rispettivamente pari al 55% (il 45%
restante è frazionato tra una pluralità di altri soci) e al 40% (il 60% restante è frazionato tra una pluralità di
altri soci, ciascuno dei quali con percentuale inferiore al 40%).

Nelle tre società considerate i soggetti economici e giuridici sono i seguenti:

➢ Società Elle spa


Soggetto giuridico: società Elle spa
Soggetto economico: Signor Rossi (controllo di diritto)
➢ Società Emme spa
Soggetto giuridico: Emme spa
Soggetto economico: Signor Rossi (controllo di diritto)
➢ Società Enne spa
Soggetto giuridico: Enne spa
Soggetto economico: Signor Rossi (controllo di fatto)

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2.8.5)Azienda di erogazione: Stato

CAPITOLO 3: L’ISTITUZIONE DELL’ AZIENDA DI PRODUZIONE

3.1) L’ azienda di produzione nel suo momento di istituzione

Tre diversi profili tecnici della produzione:

1. Attività industriale (realizzazione di prodotti)


2. Attività commerciale (compravendita di merci)
3. Bancaria o finanziaria (realizzazione di servizi bancari o finanziari).

Il profilo economico del processo produttivo, è dato dal sostenimento di costi per la realizzazione del
processo produttivo e dal connesso conseguimento di ricavi dalla vendita.

Tre fondamentali fasi nell’arco della vita (t0-tn) di una azienda:

1. Fase dell’ istituzione (t0)


2. Fase del funzionamento (t0-tn)
3. Fase della cessazione (tn)

La Fase dell’ istituzione (t0) è preceduta da un ulteriore fase detta pre-aziendale, di preliminare valutazione
della convenienza e della modalità di istituzione dell’impresa in relazione alle alternative di investimento
presenti sul mercato. I promotori dell’ azienda in questa fase preliminare determinano un piano aziendale
da realizzare (business plan), la ricchezza da allocare al progetto, il risultato economico atteso. In
particolare partendo dall’ idea imprenditoriale (business idea) la sviluppa definendo i programmi di
produzione, di vendita, i mercati coinvolti, i beni o i servizi che si realizzeranno e le relative condizioni di
offerta. Quantifica inoltre il risultato economico derivante dalla la differenza tra i ricavi di vendita e i costi
da sostenere per lo svolgimento dei programmi previsti, considerando sia i flussi finanziari sia quelli
economici attesi dalla realizzazione degli stessi, al fine di valutare la capacità di ottenere un equilibrio
finanziario, tra fabbisogni finanziari e fonti disponibili, e L’ equilibrio economico tra costi di produzione e
ricavi di vendita. In tale momento si collocano anche la scelta della localizzazione e di forma giuridica.
Riguardo la localizzazione la scelta deriverà da una valutazione di rischi/opportunità relativi a infrastrutture,
mercati di approvvigionamento sia in materie prime che in risorse umane, mercati di sbocco, eventuali
agevolazioni legate alla promozione di impresa in determinate aree ecc.

La definizione della forma giuridica è influenzata da numerosi fattori. Realtà di piccole dimensioni saranno
società individuali, la scelta di forme collettive può derivare dal fabbisogno finanziario legato alle
dimensione dell’azienda che si intende realizzare oppure anche dal desiderio di coinvolgere nel progetto
soggetti con formazione e competenze imprenditoriali diverse.

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In particolare L’ opzione per la società di persone, caratterizzata dalla responsabilità illimitata e solidale dei
soci, si adotterà per le realtà che vedranno l’ intervento di un numero limitato di soggetti in prevalenza
direttamente coinvolti nell’attività di impresa.

a. Società in accomandita: scelta dai promotori che vogliono detenere la gestione, lasciando agli altri
soci un ruolo che non li coinvolga nelle scelte operative, prevede responsabilità e poteri diversi per i
promotori e gli altri soci. Ai primi soci accomandatari, compete l’ amministrazione e hanno una
responsabilità illimitata, ai secondi, soci accomandanti, non spettano poteri di gestione e hanno
una responsabilità limitata alla ricchezza conferita.
b. Società a responsabilità limitata: scelta quando risulta si vuole limitare la responsabilità di tutti i
soci alla quantità di ricchezza allocata. Prevede che i soci rispondano delle obbligazioni nei limiti dei
loro conferimenti.
c. Società per azioni: scelta quando oltre a limitare le responsabilità c’è L’ esigenza di avere maggiori
opportunità di accesso al mercato dei capitali, quali la possibilità di ricorso al mercato borsistico o
quella di emissione di prestiti obbligazionari.

Non va inoltre trascurato che nella scelta tra le diverse forme influisce la componente fiscale, ovvero
l’incidenza di regimi fiscali previsti dalle relative forme e la più o meno rilevante incidenza degli obblighi
connessi alla forma, quali ad esempio quelli legati all’informativa economico-finanziaria.

Un successivo momento della fase di istituzione è ricerca di capitali (propri o di terzi) e delle risorse umane,
coerenti con il progetto. In tale stadio ci sarà il conferimento del capitale proprio (o di rischio)(che può
essere attraverso apporto di denaro o di altri beni (immobili, macchinari, crediti ecc.), da parte
dell’imprenditore individuale o dei soci, l’erogazione di finanziamenti eventualmente richiesti a terzi
finanziatori, la selezione e l’addestramento delle risorse umane. Allo stesso tempo si procederà all’
acquisizione della sede produttiva, degli impianti e dei macchinari atti all’avviamento della produzione. Se i
beni conferiti provengono da una azienda già funzionante si avrà un istituzione basata su tale apporto di
azienda pre-esistente.

3.2) La nozione generica di capitale

L’avvio di azienda comporta raccolta di beni per realizzare il processo produttivo. Si parla di beni economici
in relazione alla loro utilità strumentale nel processo produttivo essi saranno rappresentati sotto forma di
denaro fattore generico della produzione e da fattori specifici (impianti, macchinari, materie prime ecc.).
Tali fattori sono disponibili di diritto e di fatto per l’ azienda dove sono complementari e coordinati nel
processo. Questo insieme di beni è detto capitale lordo dell’azienda. Tale complesso rappresenta
investimenti di ricchezza, propri o di finanziatori, e per giungere a un capitale netto bisogna considerare la
parte di capitale lordo non gravata da debiti. Per raggiungere tale risultato si calcolano sia i beni a
disposizione dell’ azienda sia i debiti. In particolare si definiscono attività (A) i valori dei beni economici e
passività (P) i valori dei debiti, il capitale netto (N) è dato dalla differenza tra attività e passività.

A= P+N N = A-P
Tale relazione in un prospetto contabile può essere così rappresentata:

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Prospetto di rappresentazione del capitale (stato patrimoniale). A=P+N (equazione del capitale)

3.3) Il capitale di istituzione dell’ impresa: istituzione ex-novo

Alla sua istituzione convergono due tipologie di beni:

✓ Beni di natura finanziaria: appartengono a tale categoria denaro e crediti. Il denaro è sia quello
versato nelle casse aziendali sia quello sui conti correnti, mentre riguardo i crediti rientrano nella
categoria sia i crediti ricevuti in apporto sia quelli verso i soci per impegni che gli stessi hanno preso
nei confronti della società .
✓ Beni di natura specificamente produttiva: costi di primo impianto e i fattori produttivi durevoli e
non durevoli ricevuti in apporto.

Inoltre ai fini del calcolo del capitale netto vanno considerati i passivi che possono distinguersi in:

✓ Debiti derivanti dai primi acquisti


✓ Debiti derivanti da apporti
✓ Debiti per finanziamenti

Sulla base della relazione A=P+N, la differenza tra il valore delle attività (A) e delle passività (P)
rappresenterà il capitale netto (N). La rappresentazione del capitale iniziale in sede di istituzione ex novo di
azienda di produzione è la seguente. Nella prima sezione ci sono le attività distinte per la loro natura, nella
seconda sezione le passività distinte per tipologia e il capitale netto.

3.4) Il capitale di istituzione dell’impresa: istituzione da azienda pre-esistente

Se l’avviamento dell’ azienda avviene anche sulla base di un’ azienda che viene conferita già funzionante, il
valore dell’ azienda sarà dato dalla sua capacità di produrre ricchezza come complesso già funzionante,
ovvero discenderà dalla capitalizzazione dei redditi medi attesi. Se il valore di apporto (W), determinato in
funzione della redditività attesa:

W= f (redditi attesi)

È superiore al capitale netto (N) dell’ azienda apportata, dato dalla differenza tra attività e passività:

N = A-P

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Si ha un plusvalore dell’ unita aziendale rispetto al valore dei singoli elementi che la compongono,
espressione di un attitudine a produrre redditi che indicano profitto.

In tale situazione il capitale lordo dell’ azienda di nuova istituzione sarà cosi composto:

➢ Dai beni di natura finanziari e produttiva provenienti dall’azienda conferita


➢ Da eventuali conferimenti di singoli beni
➢ Dall’ avviamento: risorsa immateriale, dato dalla pre-esistente capacità dell’azienda conferita di
produrre ricchezza, della quale l’azienda di nuova istituzione può subito disporre. Esso è
determinato dalla differenza tra il valore di apporto (W) e capitale netto (N).

Avviamento= W-N

Per la configurazione netta del capitale bisognerà sottrarre al capitale lordo i debiti dei primi acquisti, i
debiti derivanti da apporti (singoli o dell’azienda pre-esistente) e i debiti di finanziamento. La
rappresentazione del capitale secondo la relazione A=P+N è di seguito indicata, evidenziando i beni di
diversa natura che formano il capitale lordo ed esplicitando la componente di avviamento e i diversi tipi di
di attività e passività.

Esempio:

I soci Rossi e Bianchi costituiscono in t0 la società Nova spa conferendo rispettivamente:

✓ Il socio Rossi 300'000 euro, rappresentati da crediti per 250'000 euro e denaro per 50'000 euro.
✓ Il socio Bianchi la società Alfa spa, valutata 500'000 euro, con la seguenti composizione:

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1) Determinazione del valore «nominale» dell’ azienda apportata e calcolo dell’avviamento:

Il capitale netto dell’azienda Alfa apportata (N), dato dalla differenza tra le attività e le passività è pari a
450'000 €:

A–P=N
A 570'000 - P 120'000 = N 450’000

Il valore (prezzo) di apporto (W) attribuito all’ azienda in sede di conferimento è pari a 500'000 €:

W = f (redditi attesi)
W = 500’000

La differenza tra Valore di apporto (W) e capitale netto (N) rappresenta l’avviamento:

W – N = Avviamento
W 500'000 - N 450'000 = Avviamento 50’000

2) Determinazione della composizione del capitale dell’azienda Nova spa in t0:

CAPITOLO 4: L’AZIENDA DI PRODUZIONE O IMPRESA

4.1) La gestione nell’azienda di produzione

La gestione aziendale in un senso ampio è una continua raccolta di informazioni, sulla cui base i soggetti
decisori sceglieranno tra varie possibilità tenendo conto dei mezzi e dello scopo aziendale senza
dimenticarsi del contesto temporale che richiede valutazione delle scelte della concorrenza e della
successione temporale. Le decisioni che derivano diventano operazioni aziendali la cui sequenza varia a
seconda del tipo di azienda, se si considera un’azienda di produzione industriale, la successione è
questa:

1. Raccolta di capitali
2. Acquisizione fattori produttivi
3. Processo produttivo

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4. Cessione dei beni realizzati


5. Rimborsi e remunerazioni

Significa che si raccolgono i capitali (derivanti dall’imprenditore e/o dai finanziatori) per lo svolgimento
dell’attività aziendale, si utilizzano per acquistare fattori produttivi sia durevoli (macchinari) che non
durevoli (materie prime), si producono i beni e si cedono sul mercato ottenendo entrate che vanno a
remunerare chi ha immesso capitali e per riattivare il ciclo produttivo riacquistando le materie prime
necessarie. Lo studio dell’ azienda di produzione permette di inquadrare le sequenze di operazioni in uno
schema di analisi che sarà di riferimento per lo studio dell’equilibrio aziendale e per lo sviluppo del modello
contabile.

Il processo di gestione nella sua ampia accezione:

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La gestione come sequenza di operazioni:

4.2) Attività complessiva dell’azienda di produzione: schema rappresentativo

Esistono tre tipi di schema:

1. Lo schema 1 dà una rappresentazione statica dell’ attività aziendale eliminando il fattore tempo, in
tale schema sono messi in rilievo l’aspetto finanziario e quello economico.
2. Lo schema 2 considera l’azienda di produzione come un sistema aperto evidenziando in particolare
il rapporto con i mercati.
3. Lo schema 3 introduce il tempo evidenziando la dinamicità dell’attività aziendale, attraverso la
raffigurazione dei circuiti che si instaurano nell’operare aziendale.

Gli schemi dell’attività complessiva sono uno strumento fondamentale per comprendere il funzionamento
del sistema aziendale, per lo studio delle sue condizioni di equilibrio e consente una prima analisi delle
grandezze che sono sotto rilevazione contabile.

4.3) Il ramo finanziario e il ramo economico della gestione

Lo schema 1 elimina il tempo dando una rappresentazione statica, in particolare mette in evidenza due
rami:

➢ Il ramo finanziario, rappresentato nella parte superiore.


➢ Il ramo economico, rappresentato nella parte inferiore.

Il ramo finanziario coinvolge le grandezze finanziari: denaro, crediti e debiti sia di funzionamento che di
finanziamento. I crediti e i debiti di funzionamento sono quelli che sorgono nel funzionamento aziendale

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(esempio crediti verso i clienti e i debiti verso i fornitori), mentre quelli di finanziamento sorgono in
relazione a finanziamenti concessi (crediti) o ottenuti (debiti) esempio mutuo.

Il ramo economico coinvolge invece Reddito e Capitale. In particolare nel reddito sono in evidenza i costi
per i fattori di produzione (fxp) e i ricavi di vendita dei beni realizzati (qxp).

o Il simbolo fxp = costo del fattore produttivo, è il prodotto tra f quantità non monetaria del fattore
(ad esempio 100 kg) e p prezzo del fattore stesso ( esempio 10 €)
o Il simbolo qxp = ricavo da vendita ed è il prodotto tra q quantità non monetaria di un bene (ad
esempio 1000 unità) e p prezzo dello stesso (ad esempio 30 €)

Il Reddito infatti è quella grandezza che deriva dalla differenza tra ricavi totali, relativi ad un intervallo
temporale, e costi totali inerenti a quei ricavi. Reddito positivo—> ricavi, negativo —> perdite.

Il Capitale è rappresentato dalla ricchezza immessa nell’azienda dall’imprenditore (o dai soci). Esso è
denominato capitale netto, proprio o di rischio.

In seguito alle attività aziendali si avranno variazioni (positive o negative) finanziarie ed economiche.

Il ramo finanziario riguarda:

✓ +/- denaro: entrate/uscite di denaro nelle casse aziendali


✓ +/- crediti di funzionamento o di finanziamento: sorgere/estinguersi di crediti di funzionamento o
finanziamento
✓ +/- debiti di funzionamento o di finanziamento: sorgere/estinguersi di debiti di funzionamento o
finanziamento.

Entrate:

❖ + denaro
❖ + crediti di funzionamento o finanziamento
❖ - debiti di funzionamento o finanziamento

Uscite:

❖ - denaro
❖ - crediti di funzionamento o finanziamento
❖ + debiti di funzionamento o finanziamento

Il ramo economico riguarda invece i ricavi (qxp), i costi (fxp) e gli aumenti o riduzioni del capitale proprio
(+/- Cn):

✓ Il fattore qxp: ricavi derivanti dalla vendita di beni o servizi


✓ Il fattore fxp: costi dei fattori di produzione
✓ Aumenti o riduzioni di capitale proprio (+/- Cn): variazioni del capitale proprio in termini di
raccolta o restituzione di capitale (o erogazione di utili)

Variazioni economiche positive:

❖ qxp: ricavi derivanti dalla vendita


❖ Aumenti di capitale proprio (+Cn): raccolta di capitale proprio

Variazioni economiche negative:

❖ fxp: costi dei fattori della produzione


❖ Riduzione di capitale proprio (-Cn): restituzione di capitale proprio (o erogazione di utili)

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4.4) Le relazioni con i mercati

Lo schema 2 mostra come L’ azienda si relaziona coi mercati che sono essenzialmente tre:

➢ Il mercato dei capitali e del credito


➢ Il mercato dei fattori
➢ Il mercato dei prodotti

Il mercato dei capitali fornisce all’azienda i mezzi per alimentare il processo produttivo, raccoglie il denaro
sia dall’imprenditore sia da eventuali finanziatori (capitale netto). Il mercato dei fattori è quello che
fornisce i fattori per realizzare il processo produttivo. Infine, il mercato dei prodotti (o di sbocco) è quello in
cui cede i beni che realizza. Il mercato dei capitali alimenta L’ impresa e ne è rialimentato.

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4.5) Il circuito dei finanziamenti e il circuito della produzione

Nello schema 3 si introduce la componente temporale evidenziando l’aspetto dinamico dell’azienda. In


questo funzionamento dinamico si individuano due circuiti:

✓ Circuito dei finanziamenti


✓ Circuito della produzione

Il circuito dei finanziamenti consiste nell’acquisizione dei mezzi finanziari per la realizzazione della
produzione. Ruota in senso antiorario nello schema, generando entrate finanziarie, investendo nel ramo
economico e terminando dopo un certo periodo di tempo con uscite finanziarie. I mezzi immessi sono
utilizzati per acquistare i fattori produttivi. Questo determina la creazione del circuito della produzione,
che ruota in senso orario, creando uscite finanziarie e, dopo un certo periodo di tempo creando entrate. L’
acquisizione dei fattori comporta uscite, che sono costo (fxp) mentre la vendita crea entrate calcolate con
(qxp). Importante che in ottica statica semplificata si può immaginare un solo circuito di finanziamenti e
uno solo di produzione. In senso dinamico invece i circuiti sono molteplici e tra loro interdipendenti.

4.6) Sintesi applicativa dello schema generale

Nel seguente schema indichiamo le variazioni finanziarie con VF (+-) e quelle economiche con VE(+-).
Esempio:

1. Il sig. Bianchi e il sig. Verdi costituiscono un azienda dotandola di un capitale di 20'000 €, versato in
contanti e in parti uguali.
2. Per dare vita all’attività produttiva si acquistano fattori della produzione (materie prime), per
5'000 €, pagamento differito.
3. I fattori acquistati sono utilizzati per la realizzazione di 8'000 € di prodotti, incasso differito.
4. Si paga metà del debito relativo all’acquisto dei fattori.

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1. La costituzione dell’azienda con versamento in contanti di 20'000 € da origine dal punto di vista
finanziario a un’entrata di denaro nelle casse aziendali e dal punto di vista economico a un
incremento del capitale netto:
RAMO FINANZIARIO: + denaro 20'000 (variazione finanziaria +)
RAMO ECONOMICO: + Cn 20'000 (variazione economica +)
2. L’ acquisto di fattori della produzione per 5'000 €, pagamento differito, da origine dal punto di vista
finanziario al sorgere di un debito (di funzionamento) e dal punto di vista economico a un costo:
RAMO FINANZIARIO: + debiti 5'000 (variazione finanziaria -)
RAMO ECONOMICO: fxp 5'000 (variazione economica -).
Se l’operazione si fosse realizzata con pagamento in contanti le variazioni sarebbero state le
seguenti:
RAMO FINANZIARIO: - denaro 5'000 (variazione finanziaria -)
RAMO ECONOMICO: fxp 5'000 (variazione economica -)
3. La vendita sul mercato dei prodotti per 8'000 € con incasso differito da origine dal punto di vista
finanziario a un credito (di funzionamento) e dal punto di vista economico a un ricavo:
RAMO FINANZIARIO: + crediti (variazione finanziaria +)
RAMO ECONOMICO: qxp 8’000 (variazione economica +)
Se l’operazione si fosse realizzata con incasso in contanti le variazioni sarebbero state:
RAMO FINANZIARIO: + denaro (variazione finanziaria +)
RAMO ECONOMICO: qxp 8'000 (variazione economica +)
4. Il pagamento di metà del debito relativo all’ acquisto di metà dei fattori da origine dal punto di vista
finanziario a un’ uscita di denaro dalle casse e contemporaneamente all’ estinguersi di metà del
debito (di funzionamento):
RAMO FINANZIARIO: - denaro 2'500 (variazione finanziaria -)
- debiti 2'500 (variazione finanziaria +)
L’ operazione di pagamento di debito non coinvolge il ramo economico. Si hanno due variazioni
finanziarie dello stesso importo ma di segno opposto, si parla in questo caso di permutazioni
finanziarie.

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Nell’istante iniziale t0 L’ azienda ha una ricchezza di 20'000 € di capitale impegnato in liquidità nelle casse, è
rappresentabile dalla relazione impieghi/fonti:

Fc t0 20'000 = Cn t0 20’000
Impieghi fonti

Cn t0 è il capitale netto al momento t0. Fc t0 è il fondo di cassa nel momento t0 : è una grandezza finanziaria
che indica il livello di denaro in un determinato momento.

Si può raffigurare con uno schema dello stato patrimoniale:

SP t0
Cassa 20’000 Capitale netto 20’000
(Impieghi) (Fonti)

Nel periodo considerato L’ azienda ha sostenuto costi (fxp) per 5'000 € di fattori, utilizzati per produrre beni
che hanno generato ricavi per 8'000 €. L’attività aziendale ha dato quindi un aumento di ricchezza cioè un
reddito per 3'000 €, determinabile attraverso L’ equazione:

fxp 5'000 + R 3'000 = qxp 8'000

La relazioni impieghi/fonti in t1, dopo il compimento delle operazioni risulterà:

Fc t1 17'500 + Cb t1 8'000 = Db t1 2'500 + Cn t1 (Cn t0 20'000 + R 3'000)

Dove:

✓ Fc t1 —> rappresenta il fondo cassa nell’ istante t1: 17'500 è dato dal livello iniziale 20'000 meno L’
uscita di denaro di 2'500 dell’ operazione 4.
✓ Cb t1 —> rappresenta il credito nei confronti dei clienti nell’ istante t1: deriva dalla vendita con
incasso differito per 8'000.
✓ Db t1 —> rappresenta il debito coi fornitori in t1: dopo le 4 operazioni L’ azienda ha 2'500 di debito
avendo già pagato metà del debito.
✓ Cn t1 —> rappresenta il capitale netto nell’ istante t1: è la somma del capitale netto in t0 e il reddito
del periodo: Cn t0 20'000 + R 3'000.

Le due relazioni si possono rappresentare negli schemi di conto economico (CE) e stato patrimoniale (SP):

Con questo esempio vediamo come con lo schema complessivo si rappresenta il funzionamento
dell’impresa, esponendone struttura, aspetti significativi e le grandezze di sintesi, capitale e reddito,
oggetto di indagine sia nello studio dell’ equilibrio aziendale che in quello delle rilevazioni contabili.

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CAPITOLO 5: L’EQUILIBRIO AZIENDALE E IL SUO MODELLO

5.1) La teoria dell’ equilibrio aziendale

In termini generali un sistema è in equilibrio quando è soddisfacente lo stato delle sue condizioni oggettive
di composizione e funzionamento. Nel sistema aziendale oltre alle oggettive ci sono anche condizioni
soggettive determinate dal giudizio dell’ imprenditore in relazione al raggiungimento dell’ obiettivo. Le
condizioni di equilibrio dell’ azienda sono quindi:

➢ Condizioni minime di equilibrio: generalmente valide, atte a definire uno stato di equilibrio
oggettivo
➢ Condizioni di equilibrio soggettivo: che dipendono dal giudizio dell’ imprenditore

Le condizioni minime si verificano quando l’attività aziendale consente la sola remunerazione di tutti i
fattori della produzione, compreso l’interesse su capitale immesso dall’ imprenditore (interesse di
computo) e il compenso per l’attività direzionale da lui svolta (stipendio direzionale). Si tratta di una
condizione di economicità minima, che consentirà in prospettiva di raggiungere obiettivi più elevati. Le
condizioni soggettive, si verificano quando, raggiunte le condizioni minime, L’ imprenditore giudica
soddisfacente lo stato del sistema aziendale in relazione agli obiettivi.

In un sistema aperto e dinamico come quello aziendale le condizioni di equilibrio dell’azienda sono
comunque rappresentate da relazioni costanti che, quando un termine è ignoto diventano equazioni.
Trattandosi di un sistema complesso si considerano molte condizioni, dove però la verifica dell’equilibrio
generale non esclude la necessità di verificare gli equilibri delle sue parti:

• Condizioni fondamentali esprimono la convenienza e la possibilità di mantenere in vita l’azienda


nel tempo
• Condizioni particolari la cui verifica è strumentale al raggiungimento delle condizioni fondamentali

La definizione delle condizioni di equilibrio implica la verifica di una pluralità di condizioni fondamentali e
particolari individuate

o Nell’equilibrio economico Condizioni fondamentali


o Nell’equilibrio tra fabbisogno finanziario e fonti di finanziamento totali
o Nell’equilibrio tra impieghi e fonti
o Nell’equilibrio monetario Condizioni particolari

Queste creano sistemi di equazioni che rappresenta il sistema delle condizioni di equilibrio dell’azienda ed
è composto dalle seguenti equazioni:

✓ Equazione economica
✓ Equazione del fabbisogno di finanziamento
✓ Equazione degli accertamenti e degli impegni
✓ Equazione di cassa

Si suddividono a loro volta in base al periodo temporale:

➢ Sistema delle condizioni di equilibrio di lungo periodo: riferito all’intero arco di vita aziendale t0-tn
➢ Sistema delle condizioni di equilibrio di breve periodo: riferito ad un intervallo breve tx- tx+1
solitamente individuato nel periodo amministrativo nell’arco di vita

Schema:

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Equazione di accertamenti e impegni e equazione di cassa (equazioni di equilibrio particolare) differiscono


solo per l’arco temporale di riferimento, mentre le equazioni di equilibrio fondamentale differiscono anche
per composizione. Nel lungo periodo al termine (tn) tutti i cicli di produzione e vendita sono terminati, nel
breve periodo invece sono in atto sia all’ inizio (tx) che alla fine (tx+1) e comportano una diversa
formulazione dell’ equazione economica rispetto a quella di lungo. Nel breve inoltre le equazioni del
capitale e impieghi/fonti rappresentano un caso particolare di determinazione del fabbisogno finanziario, la
cui formulazione è diversa da quella di lungo periodo.

5.2) il modello dei fattori di vita, impulso e sviluppo e delle condizioni di equilibrio del sistema aziendale

Tra i fattori di impulso e le condizioni di equilibrio si instaura un rapporto di causa-effetto, in tutti e due i
versi, in quanto i fattori portano al raggiungimento dell’ equilibrio che a loro volta influenzano i fattori
stessi.

I fattori di impulso, detti anche di vita o di sviluppo si possono raggruppare in quattro categorie:

✓ Le energie umane
✓ I capitali
✓ I fattori organizzativi
✓ I fattori ambientali

Per energie umane si intendono le risorse umane, ovvero le abilità di tutte quelle persone che collaborano
con l’azienda.

Per capitali si intendono tutte le ricchezze immesse in azienda, dal proprietario (capitale proprio/di rischio)
che da ricchezza proveniente da terzi a titolo di finanziamento. Il capitale totale è detto capitale investito,
mentre quello proveniente da terzi è detto di finanziamento o di terzi appunto. La differenza tra il capitale
investito e quello di terzi è il capitale proprio (o di rischio) come nella seguente relazione:

Capitale investito = Capitale di terzi + Capitale netto

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La terza categoria riguarda l’ organizzazione nei suoi aspetti legali (società di capitali o di persone), la sua
capacità di programmare la gestione, natura delle fonti del capitale o la natura degli investimenti ecc.
importante elemento che ha legami con le risorse umane ed economiche e cerca L’ impostazione più
conveniente per l’azienda.

La quarta categoria riguarda i fattori ambientali e congiunturali. Questi riguardano l’ambiente in cui si
pone, la continua interazione coi mercati, lo stato delle istituzioni e il progresso tecnologico, azienda e
ambiente sono interdipendenti. In questo ambito si possono individuare sottoclassi ad esempio, la politica
economica generale, la politica fiscale, la disponibilità di fonti energetiche, le vie di comunicazione ecc.

Tutte queste quattro categorie diventano complementari nello spazio e nel tempo, i fattori portano all’
equilibrio che a sua volta influenza i fattori. Nella tabella sono rappresentati i fattori qui analizzati e le
condizioni di equilibrio espresse nel sistema di lungo (sistema 1) e breve periodo (sistema 2)

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5.3) Il sistema delle condizioni di equilibrio di lungo periodo

Il sistema delle equazioni di lungo periodo è composto da queste quattro equazioni:

Analizziamo le equazioni:

1. Equazione economica

SIMBOLOGIA SIGNIFICATO

f Quantità (non monetaria) dei fattori della


produzione materiali e immateriali

p Prezzi di acquisizione dei fattori della produzione,


prezzi di vendita dei prodotti. Prezzi di scambio.

fxp Costo dei fattori della produzione (valore)

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q Quantità (non monetaria) di beni e servizi


prodotti (numero unità realizzate)

qxp Ricavo di vendita dei beni/servizi (valore)

α Profitto puro, cioè (variazione della ricchezza in


un certo periodo causata dalla gestione) al netto
dei costi figurativi (costi misurati da prezzi d’uso
p’) quali gli interessi sul capitale proprio allocato
all’ impresa (interesse d computo) e lo stipendio
direzionale. Il profitto puro remunera il rischio
d’impresa.

Costi dei fattori a lento ciclo di utilizzo, dei fattori a rapido ciclo di utilizzo e costi figurativi

L’equazione economica

Può essere ulteriormente disaggregata per meglio evidenziare gli elementi compresi nella sommatoria
costi, ovvero i costi dei fattori a lento ciclo di utilizzo, i costi dei fattori a rapido ciclo di utilizzo e i costi
figurativi (per semplicità espositiva in questa rappresentazione si trascurano gli indicatori delle
sommatorie):

Dove

Fxp Costi dei fattori a lento ciclo di utilizzo (a fecondità ripetuta o durevoli)
esempio impianti, macchinari ecc.

fxp Costi dei fattori a rapido ciclo di utilizzo (fecondità semplice o non durevoli)
esempio materie prime, energia e mano d’opera
f x p’ Costi figurativi sono costi misurati da prezzi d’uso (p’) che non comportano
esborso monetario. Sono “costi-opportunità”, legati alla mancata opportunità
di usare il capitale in modo alternativo, cosi come le capacità direzionale
dell’imprenditore. Sono interesse di computo e stipendio direzionale.
L’interesse di computo è la remunerazione che si sarebbe ottenuta investendo
il capitale proprio in forme alternative di investimento prive di rischio. Lo
stipendio direzionale è la remunerazione che l’imprenditore avrebbe ottenuto
per la propria attività direzionale (lo stipendio direzionale si considera nei costi
figurativi (f x p’) solo se non è già stata considerata nei costi di esercizio (f x p) in
termini di compenso all’ amministratore.)

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2. Equazione del fabbisogno finanziario totale

SIMBOLOGIA SIGNIFICATO
f Quantità (non monetaria) dei fattori della produzione, sia
materiale che immateriale
p Prezzi di acquisizione dei fattori, prezzi di vendita dei
prodotti. Prezzi di scambio.
fxp Costo dei fattori della produzione (valore). Nell’ equazione
del fabbisogno totale si considerano i costi dei fattori
durevoli (F x p) e dei fattori non durevoli (f x p). Sono esclusi
gli oneri figurativi in quanto essi non comportano esborsi
monetari.
Vi Velocità di circolazione dei fattori della produzione.
Rappresenta il numero di volte in cui l’investimento ritorna
attraverso ricavi in un determinato periodo di tempo,
oppure il numero di volte che si rende necessario
l’investimento in relazione ai programmi della produzione e
di vendita. È espressa da un rapporto di tempi Vi = tempo di
riferimento/tempo di ritorno dell’investimenti i.
Fc MIN Fondo di cassa minimo, ossia eventuale livello minimo di
liquidita che viene aggiunto al fabbisogno finanziario
(determinato attraverso la sommatoria dei rapporti tra costi
dei fattori e le rispettive velocità di circolazione) cosi che il
livello del denaro non si azzeri.
Ci Capitale investito, la ricchezza complessiva da allocare
all’azienda in relazione ai programmi di produzione e di
vendita, valorizzati rispettivamente con le espressioni f x p e
q x p.

3. EQUAZIONE DEGLI ACCERTAMENTI E DEGLI IMPEGNI

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SIMBOLOGIA SIGNIFICATO
Cl Capitale liquido netto ad un certo istante. È una grandezza
finanziaria di livello composta dal livello di cassa (Fc) e dal
livello dei crediti a breve termine (Cb) detratto il livello dei
debiti a breve (Db) : Fc + Cb – Db.
È una differenza algebrica che può essere anche negativa
ovvero un Cl negativo, deficit di capitale liquido, il che indica
uno stato di tensione finanziaria.
Il capitale liquido lordo è dato invece dalla somma del livello
cassa e del livello dei crediti a breve.
A Accertamenti. Sono i flussi finanziari positivi, relativi a un
dato intervallo di tempo, che incrementano il capitale
liquido netto. Essi sono entrate di denaro (E), l’aumento dei
crediti a breve (Cb+) e il decremento dei debiti a breve (Db-) :
A = E + Cb+ + Db-.
M Impegni. Sono i flussi finanziari negativi, relativi a un dato
intervallo di tempo, che decrementano il capitale liquido
netto. Essi sono le uscite di denaro (U), L’ aumento dei debiti
a breve (Db+) e il decremento dei crediti a beve (Cb-):
M = U + Db+ + Cb-.

La figura di seguito riportata rappresenta il livello del capitale liquido netto (Cl) in un certo istante e i flussi
finanziari che lo incrementano (A = accertamenti) e lo decrementano (M = impegni) in un intervallo di
tempo.

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Per una più agevole costruzione dell’equazione si espongono verticalmente le grandezze che compongono i
singoli livelli (Clt0, Cltn) e flussi (∑ At, ∑ Mt):

Fct0 E U Fctn
+Cbt0 Cb+ Cb- +Cbtn
-Dbt0 Db- Db+ -Dbtn
Livello in t0 Accertamenti flussi + Impegni flussi - Livello in tn
Dove:

Clt0 Capitale liquido netto t0 = Fct0 + Cb

Accertamenti = E + Cb+ + Db-

∑ Mt +
Impegni = U + Cb- + Db+
Cltn Capitale liquido netto in tn = Fctn + Cbtn – Dbtn
Fct0, Fctn Fondo cassa in t0 e in tn (livelli)
Cbt0, Cbtn Crediti a breve in t0 e in tn (livelli)
Dbt0, Db Debiti a breve in t0 e in tn (livelli)
E Entrate di cassa (flussi finanziari positivi) (A)
Cb+ Incremento dei crediti a breve (flussi finanziari positivi) (A)
Db- Decremento dei debiti a breve (flussi finanziari positivi) (A)
U Uscite di cassa (flussi finanziari negativi) (M)
Cb- Decremento dei crediti a breve (flussi finanziari negativi) (M)
Db+ Incremento dei debiti a breve (flussi finanziari negativi) (M)

4. Equazione di cassa

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Le entrate e le uscite sono intese in senso stretto, cioè solo entrate/uscite di denaro.

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SIMBOLOGIA SIGNIFICATO
Fc Fondo di cassa ad un certo istante. È una grandezza
finanziaria di livello che indica il livello del denaro ad un
certo istante.
E Entrate. Sono i flussi finanziari positivi di denaro, relativi a un
dato intervallo di tempo, che incrementano il livello di cassa.
U Uscite. Sono i flussi finanziari negativi di denaro, relativi a un
dato intervallo di tempo, che decrementano il livello di
cassa.

La figura di seguito rappresenta il livello di cassa (Fc) in un certo istante e i flussi finanziari che lo
incrementano (E = entrate) e lo decrementano (U = uscite) in un intervallo di tempo.

Fct0 Fondo cassa in t0 (livello finanziario)

Entrate di cassa (flusso finanziario positivo)

Uscite di cassa (flusso finanziario negativo)

Fctn Fondo di cassa in tn (livello finanziario)

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5.4) Il sistema delle condizioni di equilibrio di breve periodo

È composto dalle seguenti quattro equazioni

1. EQUAZIONE ECONOMICA

SIMBOLOGIA SIGNIFICATO
f Quantità (non monetaria) dei fattori della produzione
materiali/immateriali
p Prezzi di acquisizione dei fattori, di vendita dei prodotti
fxp Costo dei fattori della produzione (valore).
Nell’ equazione di breve periodo si calcolano i costi dei
fattori a rapido ciclo di utilizzo (f x p) e il prezzo d’uso dei
fattori a lento ciclo di utilizzo (f x p’), che prende il nome di
quota di ammortamento.
Non si calcolano gli oneri figurativi mentre in quella di lungo
periodo si.

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q Quantità (non monetaria) dei beni prodotti (numero unità


realizzate).
qxp Ricavo di vendita dei beni/servizi (valore).
Ra Rimanenze attive, cioè rettifiche di costi.
Rimanenze attive finali Ratx+1: le rimanenze attive se riferite
al termine del periodo considerato tx+1 indicano costi rinviati
al futuro, che diventeranno nel periodo successivo costi
provenienti dal passato.
Rimanenze attive iniziali Ratx: le rimanenze attive riferite
all’inizio del periodo considerato tx indicano costi provenienti
dal passato.
Rpass Rimanenze passive, cioè rettifiche di ricavi.
Rimanenze passive finali Rpasstx+1: se riferite al termine del
periodo considerato tx+1 indicano ricavi rinviati al futuro, che
nel periodo successivo diventeranno ricavi provenienti dal
passato.
Rimanenze passive iniziali Rtx : se riferite a inizio periodo
considerato tx indicano ricavi provenienti dal passato.
R Reddito netto di esercizio (breve periodo).
Il reddito è la variazione della ricchezza (incremento o
decremento) generato dalla gestione in un certo periodo.

Differenze con l’equazione di lungo periodo:

✓ Nel lungo periodo si ipotizza di avere consumato tutti i fattori e di avere venduto tutti i prodotti, si
ipotizza che i fattori durevoli abbiano valore residuo nullo. Dato che si prende in considerazione il
periodo t0-tn tutti i cicli si considerano terminati. Nell’ equazione a lungo termine non si hanno
quindi le rimanenze attive/passive rispettivamente costi/ricavi provenienti dal passato se
rimanenze iniziali, dal futuro se rimanenze finali.
✓ Nella sommatoria dei costi di esercizio (fti x pi) il lungo periodo tiene conto di: fattori produttivi
durevoli (F x p), di quelli non durevoli (f x p)e degli oneri figurativi (interesse di computo e stipendio
direzionale).
La sommatoria del breve periodo invece tiene conto di: costi dei fattori non durevoli valutati al
prezzo di scambio (f x p) e il prezzo d’uso dei fattori durevoli (f x p’), ovvero della cosiddetta quota
di ammortamento, che quantifica il consumo del fattore durevole nel periodo considerato (tx-tx+1).
✓ L’ equazione di lungo periodo permette di determinare il profitto puro (α), mentre quella di breve
quantifica Rt il reddito del periodo.
Il profitto puro α rappresenta il reddito che lascia la gestione dopo avere remunerato tutti i fattori
della produzione sia durevoli che non e anche gli oneri figurativi.
Il reddito Rt è la variazione di ricchezza generata dalla gestione di un periodo dopo aver recuperato
tutti i costo, esclusi gli oneri figurativi, attraverso i ricavi.
Con temo di riferimento uguale α e Rt sono legati dalla relazione:
α = Rt – oneri figurativi
Rt = α + oneri figurativi

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Dove: oneri figurativi = interesse di computo + stipendio direzionale

2. Equazione del capitale (impieghi fonti)

SIMBOLOGIA SIGNIFICATO
Fc tx+1
Fondo di cassa in tx+1.
Cb tx+1 Crediti a breve in tx+1.
Ra tx+1 Rimanenze attive finali. Costi rinviati al futuro e sono
impieghi di capitale.
Ft tx+1 Fattori tecnici netti. Valore dei fattori a lento ciclo di utilizzo
(F x p) al netto delle quote di ammortamento (f x p’).
Rappresentano il Capitale fisso.
Db tx+1 Debiti a breve in tx+1.
Dl tx+1 Debiti a medio lungo termine in tx+1.

Cn tx+1 Capitale di proprietà (capitale netto o capitale proprio) in


tx+1.

L’ equazione del capitale è una forma di determinazione del fabbisogno finanziario riferita al breve periodo.
Nell’ equazione di breve periodo il fabbisogno è dato dal capitale allocato in azienda ovvero capitale
investito (Ci) che è la ricchezza necessaria allo svolgimento delle operazioni aziendali. L’ individuazione del
capitale investito permette di definire la ricchezza da acquisire (Ca) attraverso capitali propri (Cpr) o di terzi

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(Ct). La rappresentazione dell’ equazione estesa avrebbe anche le rimanenze passive (Rpasstx+1) al secondo
membro rispetto all’uguale ma per meglio evidenziare le relazioni impieghi (o investimenti)/fonti di
finanziamento, si trascurano.

Il primo membro dell’ equazione rappresenta il capitale investito (Ci), formato dal capitale circolante lordo
(Ccl = Fc + Cb + Ra) e dal capitale fisso (Cf = Ft).

Il secondo membro rappresenta il capitale acquisito (Ca), dato dal capitale di terzi (Ct = Db + Dl) e dal
capitale proprio (Cpr = Cn).

Configurazioni possibili della relazione impieghi/fonti:

✓ Capitale liquido lordo


Clltx+1 = Fctx+1 + Cbtx+1
✓ Capitale liquido netto
Cltx+1 = Clltx+1 – Dbtx+1
✓ Capitale circolante lordo
Ccl tx+1= Cll tx+1 + Ra tx+1
✓ Capitale circolante netto
Ccntx+1= Ccl tx+1 - Db tx+1
✓ Capitale fisso
Cf tx+1 = Ft tx+1
✓ Capitale investito
Ci tx+1 = Ccl tx+1 + Cf tx+1
✓ Capitale di terzi
Ct tx+1 = Db tx+1 + Dl tx+1
✓ Capitale proprio
Cpr tx+1 = Cn tx+1
✓ Capitale permanente
Cp tx+1 = Dl tx+1 + Cpr tx+1
✓ Capitale acquisito
Ca tx+1 = Ct tx+1 + Cpr tx+1

3. Equazione degli accertamenti e degli impegni

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Accertamenti/impegni differisce da lungo periodo solo per il periodo considerato.

SIMBOLOGIA SIGNIFICATO
Capitale liquido netto ad un certo istante. È dato dal livello di cassa (Fc) + i
Cl
crediti a breve (Cb) – i debiti a breve: Fc + Cb - Db
Accertamenti. Sono flussi finanziari positivi che aumentano il Cl dati da: entrate
A di denaro (E), aumento dei crediti a breve (Cb+) e decremento di debiti a breve
(Db-): A = E + Cb+ + Db-.
Impegni. Flussi finanziari negativi, sono: uscite di denaro (U), aumento dei
M
debiti a breve (Db+) e decremento crediti a breve (Cb-): M = U + Db+ + Cb-.

4. Equazione di cassa

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Anche questa equazione differisce dal lungo periodo solo per il periodo considerato.

SIMBOLOGIA SIGNIFICATO

Fc Fondo cassa. Indica livello di denaro in un certo istante.

E Entrate. Flussi finanziari positivi che incrementano il livello.

U Uscite. Flussi finanziari negativi che decrementano il livello.

CAPITOLO 7: CARATTERISTICHE DELL’ AZIENDA DI EROGAZIONE

Nella macroeconomia ci sono due classi di azienda: di produzione e di erogazione. L’azienda di erogazione
nasce per erogare ricchezza per il soddisfacimento dei bisogni umani. Esse possono essere pubbliche (stato,
regione, comune ecc.) oppure private (famiglia, associazioni, fondazioni). La famiglia eroga ricchezza ai suoi
membri tramite reddito dei suoi componenti, investimenti patrimoniali fruttiferi e/o gestione aziende. Le
associazioni nascono da soggetti per raggiungere obiettivi comuni non lucrativi (cultura, sport, politica
ecc.), sono finanziate dai contributi degli associati e di terzi. In queste prevale l’elemento personale rispetto
al patrimoniale. Nelle fondazioni invece prevale il patrimonio in quanto, il fondatore, mette L’ elemento
costitutivo che è il patrimonio, per conseguire tramite gestione attenta il fine non lucrativo assegnato.
(Culturale, scientifico, assistenziale ecc.).

Le aziende di erogazione sono composite e complesse in esse ci sono più gestioni interconnesse: quella
erogativa, quella patrimoniale e quella produttiva. Si possono individuare 3 nuclei nelle quali si svolge la
dinamica aziendale:

a. Il nucleo dell’attività puramente erogativa: acquisizione di risorse e loro utilizzo per


soddisfacimento bisogni.

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b. Il nucleo del sistema economico-patrimoniale.


c. Il nucleo della gestione degli eventuali sistemi economici di impresa.

La gestione puramente erogativa consiste nel raccoglimento di ricchezza da varie fonti, pubbliche/private,
in forma monetaria o in natura che vengono trasferite nel piano dei consumi definito con riferimento
all’obiettivo.

Si vengono a formare due semicircuiti, uno delle provviste e uno dei consumi, il primo si occupa della
gestione dell’afflusso dei mezzi e l’altro si occupa del loro impiego nei consumi. Oltre a questo nucleo si
vengono a creare altri nuclei di gestione generati dal divario quantitativo e temporale tra i flussi di impiego
e provvista. Se i flussi di provviste sono maggiori di quelli di impiego si ha un segno positivo quindi
guadagno, e questo genera investimenti di tipo mobiliare o immobiliare (beni fruttiferi, terreni, immobili,
oppure azioni depositi bancari/postali, obbligazioni, azioni) si generano i rami patrimoniale nel suddetto

caso e ramo produttivo se L’ investimento ricade sulla gestione di imprese. Viceversa nel caso in cui gli
impieghi sono maggiori delle provviste si vengono a creare contrazioni di debito di finanziamento.

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Il soggetto decisore dell’azienda di erogazione (pater familias), diviene in tal caso imprenditore. Non lo
diventa se si limita ad investire in azioni o beni senza assumersi rischio di impresa, cosi non si instaura il
terzo ramo. Nella figura lo schema della dinamica di azienda con tutti e tre i rami.

7.2) La formazione del risultato dell’azienda di erogazione

In linea generale non esiste mai il solo il nucleo di pura erogazione, infatti di solito abbiamo i tre rami o al
minimo i due con quello patrimoniale. Nella centrale gestione di pura erogazione si contrappongono flussi
di segno positivo o negativo il cui saldo genera: avanzo, disavanzo, pareggio della gestione del processo
erogativo puro. A questo risultato si sommano algebricamente gli effetti della gestione patrimoniale,
rendite da beni mobili, immobili e costi di amministrazione degli stessi, oltre alla contrazione di prestiti
onerosi. A questo punto si ha un risultato intermedio di due dei tre processi e il saldo genera: avanzo,
disavanzo, pareggio della gestione del processo erogativo-patrimoniale. In ultimo si sommano i redditi
positivi/negativi dell’eventuale gestione di aziende e si ottiene il risultato di tutte e tre le gestioni.

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Un’ altra possibile illustrazione dei componenti è quella relativa ai mezzi, dove si evidenziano i mezzi
disponibili per la gestione erogativa e quelli non consumati. Il complesso dei mezzi disponibili è dato dalla
somma del reddito netto del patrimonio, il reddito delle imprese e i proventi da tributi, da lavoro e da
elargizione. La differenza tra questi e le spese determina la quantità di mezzi non consumati.

Dopo aver mostrato la formazione del risultato del periodo si espongono i prospetti contabili che mostrano
la composizione del patrimonio e del risultato economico.

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CAPITOLO 6: Il metodo contabile

6.1) Il metodo contabile

Il conto è un insieme di scritture, annotazioni di un oggetto per determinate l’aspetto qualitativo e


quantitativo di esso in un determinato momento e nel tempo. Il conto è semplicemente un prospetto nel
quale ci sono due sezioni DARE e AVERE a sinistra e a destra, non hanno significato adesso servono solo a
identificare le sezioni del prospetto.

L’ oggetto è il tipo di operazione, ade esempio il conto cassa accoglie la movimentazione delle liquidità.

Nella sezione dare il valore è indicato con addebitare, nella sezione avere da accreditare.

Il conto accoglie i valori di conto, il saldo del conto rappresenta il valore che devo inserire all’interno del
conto per pareggiare le due sezioni. Conti che accolgono una sola sezione e nell’altra eventuali rettifiche
sono dette unilaterali mentre dove ne accolgono due bilaterali.

Unilaterale Bilaterale

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La quantificazione del saldo comporta:

• Il calcolo della differenza tra la somma dei valori addebitati (5'000 e 12'000) e la somma di quelli
accreditati (14'000), pari a 3’000
• L’ inserimento del valore nella sezione con importo minore per pareggiare

6.2) Le scritture contabili e la loro classificazione:

Le scritture sono classificate in base a diversi criteri:

• In base al momento in cui vengono redatte:


✓ Antecedenti: prima che i fatti a cui sono riferite si verifichino
✓ Concomitanti: quando si verificano contemporaneamente o entro un breve tempo
✓ Susseguenti: dopo l’attuazione delle operazioni con l’obiettivo di dare conto della stessa o di un
gruppo di operazioni
• In base allo strumento di rilevazione:
✓ Contabili: quando sono rilevate con strumento fondato sulla metodologia del conto
✓ Extracontabili: quando rilevate tramite metodo statistico-matematico (grafici, tabelle ecc..)
• In base all’oggetto:
✓ Elementari: si riferiscono a oggetti semplici, ad esempio singoli elementi del reddito, si cui
si controllano le variazioni ma senza indagare le relazioni in riferimento all’oggetto
complesso di cui fanno parte
✓ Complesse: insieme di annotazioni collegate per determinare la consistenza e le variazioni
dell’oggetto complesso tramite le variazioni relative agli oggetti semplici che lo
compongono
• In base ai criteri di rilevazione:
✓ Cronologiche: annotazioni secondo successione cronologica

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✓ Sistematiche: ordinano le operazioni in relazione ad aspetti di cui si vuole avere


conoscenza, sono costituite da conti che accolgono valori relativi a fatti di tempi diversi
ordinati secondo l’aspetto comune a cui si riferiscono
• In base ai diversi momenti del periodo amministrativo:
✓ Iniziali: compiute all’ inizio del periodo amministrativo considerato
✓ Di gestione: svolte nel periodo per monitorare le operazioni dello stesso
✓ Finali: poste al termine per predisporre la formazione del bilancio d’esercizio
• In base alle norme di legge:
✓ Obbligatorie: imposte dalla legge
✓ Facoltative: poste su base volontaria

6.3) La partita doppia e le sue leggi

Si fonda sulla regola fondamentale che prevede la costante uguaglianza tra addebitamenti (SX) e
accreditamenti (DX) nei conti, e sulle tre leggi che ne derivano:

❖ 1° legge della partita doppia:


In ogni momento la somma degli importi in dare di tutti i conti è uguale alla somma degli importi in
avere in tutti i conti
❖ 2° legge della partita doppia:
In ogni momento la somma dei saldi in dare di tutti i conti è uguale alla somma dei saldi in avere di
tutti i conti
❖ 3° legge della partita doppia:
In ogni momento la somma algebrica dei saldi di una parte dei conti e uguale e di segno opposto
alla somma algebrica dei saldi della restante parte dei conti

Esempio:

Evidenziati sono i saldi

Verifica della 1° legge: somme degli importi in dare e avere


1’000 + 2'000 + 500 + 0 = 2'000 + 0 + 1'000 + 500

Verifica della 2° legge: somme dei saldi uguali in dare e avere

1'000 + 500 + 500 = 2’000

Verifica della 3° legge: ipotizziamo di dividere in due parti. La prima conti 1-2 la seconda conti 3-4
attribuendo segno + ai saldi in dare

+1'000 -2'000 = +500 +500

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6.4) Sistemi di scritture

6.5) Il sistema del capitale e del risultato economico

Composto da:

• Conti finanziari
• Conti economici

Con i prospetti cosi composti:

In sintesi:

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I conti finanziari si dividono in tre tipologie:

• I conti finanziari certi accolgono il denaro (ad esempio il cono cassa) considerati anche i suoi
sostituti immediati tipo assegni circolari
• I conti finanziari assimilati accolgono i valori dei sostituti temporanei del denaro (crediti/debiti di
finanziamento/funzionamento)
• I conti finanziari presunti accolgono valori finanziari presunti che misurano costi o ricavi di
competenza dell’esercizio ma che si manifesteranno in futuro (conti ratei attivi/passivi, fondi spese
future e fondi rischi)

I conti economici si distinguono in conti economici di reddito e conti economici di capitale

I conti economici di reddito sono di tre tipologie diverse:

• Conti economici di reddito accesi ai costi e ai ricavi di esercizio ad esempio i conti materie prime
c/acquisto, prodotti c/vendite ecc.
• Conti economici di reddito accesi ai costi pluriennali dove sono accolti i costi dei fattori durevoli
impianti, macchinari ecc.
• Conti economici di reddito accesi alle rimanenze che accolgono rimanenze attive/passive a cui
appartengono le rimanenze di magazzino, i risconti attivi/passivi.

I conti economici di capitale sono di due tipi:

• Conti accesi al capitale (capitale netto)

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• Conti accesi alle sue parti ideali (utile di esercizio, perdite di esercizio, riserve ecc)

6.7) operazioni aziendali

Le operazioni aziendali danno origine a variazioni economiche e/o economiche che danno 4 combinazioni:

E si instaurano i seguenti tipi di operazioni:

a) VFN = VEN
b) VFP = VEP
c) VFP = VFN Permutazione finanziaria
d) VFP = VFN + VEP Permutazione finanziaria non totale VFP > VFN

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e) VFN = VFP + VEN Permutazione finanziaria non totale VFN > VFP
f) VEP = VEN Permutazione economica

Esempi:

a) VFN = VEN acquisto di fattori della produzione


Acquisto materie prime per 7'000 pagamento differito
VFN —> +Db 7’000
VEN —> fxp 7’000
b) VFP = VEP vendita beni o servizi
Vendo prodotti per 12'000 incasso differito
VFP —> +Cb 12’000
VEP —> qxp 12’000
c) VFP = VFN permutazioni finanziarie
Incasso un credito verso i clienti di 15’000
VFP —> +d (E) 15’000
VFN —> -Cb 15’000
d) VFP = VFN + VEP pagamento debito più abbuono
e) VFN = VFP + VEN incasso credito più abbuono
f) VEP = VEN passaggio di utili in sospeso in aumento di capitale (es. 40'000)
VEP = +Cn 40’000
VEN = -Cn 40’000

6.8) Dal modello delle condizioni di equilibrio al modello contabile

Sostanzialmente si passa dall’esprimere le grandezze in modo matematico (equazioni, sistemi) alla


rappresentazione attraverso lo strumento del conto, quindi le vicende aziendali non sono più illustrate da
espressioni ma da prospetti riepilogativi finali, ossia ai conti di Stato Patrimoniale e Conto Economico che
accolgono le grandezze delle due equazioni di breve periodo fondamentali rispettivamente la relazione
impieghi/fonti (SP) e l’equazione economica (CE). Questi due conti insieme alla Nota integrativa
costituiscono il bilancio di esercizio dell’azienda.

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6.9) Il passaggio dai valori di conto a quelli di bilancio

Nella rilevazione n delle operazioni di gestione dell’ azienda si segue il principio della manifestazione
finanziaria, secondo cui un fatto di gestione viene rilevato se da origine a variazioni finanziarie positive o
negative. I valori trovati dai conti di gestione devono essere integrati dagli assestamenti e qui si usa il
principio della competenza economica, il succo, un costo è di competenza economica di un periodo se
indica un consumo del periodo stesso, mentre un ricavo è competenza di un periodo se rappresenta la
reintegrazione di un costo di competenza del periodo. Questo allinea la dinamica finanziaria a quella
economica che è quella che analiticamente usata per determinare il reddito di esercizio. Al termine
dell’intervallo il sistema dei coni presenta:

✓ Costi o ricavi che pur manifestatisi finanziariamente nel periodo considerato non competono
economicamente ad esso e vanno rinviate al futuro, scritture di assestamento di storno (dal
presente al futuro)
✓ Costi o ricavi che pur manifestatisi nel futuro competono economicamente al periodo considerato
e vanno immesse nel presente con le scritture di imputazione (dal futuro al presente)

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Di seguito gli schemi che sintetizzano la sequenza e la composizione del bilancio di esercizio

6.10) Le scritture di assestamento

Le scritture di assestamento si dividono in due tipologie:

a. Scritture di completamento
b. Scritture per la determinazione della competenza:
• Scritture di storno (o di rettifica)
• Scritture di imputazione (o di integrazione)
a) Scritture di completamento

Le scritture di completamento riguardano la rilevazione di operazioni di cui non si conosceva l’importo


durante il periodo tx - tx+1 che scadono al termine dello stesso. Esempio tipico è dato dagli interessi
maturati sul conto bancario e liquidati dalla banca alla fine dell’anno. Ipotizzando che la banca liquidi 5'000:

VF+ +crediti banca c/c 5'000 D

VE+ qxp Interessi attivi 5'000 D

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b) Scritture per la determinazione della competenza: storno

Le operazioni di storno comportano il rinvio al futuro di costi o ricavi rilevati con la manifestazione
finanziaria ma che economicamente non competono al periodo tx – tx+1. Queste scritture si riferiscono alla
rilevazione delle rimanenze attive e passive (rimanenze di magazzino, risconti attivi e passivi) e alla
rilevazione dell’ammortamento degli Fxp.

Le rimanenze attive e passive: le rimanenze di magazzino

Un fattore produttivo acquistato in un esercizio se utilizzato interamente in esso non necessita di rettifica
ma se rimane un avanzo esso deve essere calcolato come rimanenza. Ad esempio Ra 20'000 su 30'000 di
fxp:

VE- Ratx+1 Materie prime 20'000 D

VE+ Ratx+1 Materie prime c/rimanenze finali 20'000 D

In tale modo nel conto economico confluisce in dare (sx) il costo delle materie prime e in avere (dx) il valore
delle rimanenze che non essendo competenza del periodo sono rinviate al periodo successivo. Lo stato
patrimoniale indica invece nella sezione dare (sx) come impiego il valore delle rimanenze.

La scrittura di rettifica permette che nella determinazione del reddito a fine periodo non incida tutto il
costo del fattore ma solo i 10'000 consumati.

Le rimanenze attive e passive: i risconti attivi e passivi

I risconti sono rimanenze contabili indicano un costo rinviato al futuro se attive e di un ricavo rinviato al
futuro se passive ed entrambi sono c/economico di reddito acceso alle rimanenze.

Ad esempio: si è stipulato in data 01/11/200X un contratto di affitto annuo di 24'000 da pagare in contanti
in via anticipata. Le variazioni date dall’operazione saranno:

VF- -denaro Cassa 24'000 A

VE- -fxp Fitti passivi 24'000 D

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Con conseguente rilevazione contabile in data 1/11

FITTI PASSIVI a CASSA 24’000/24’000

Il costo 24'000 investe però non solo questo esercizio ma anche il prossimo essendo annuale e essendo
iniziato in tale data, quindi al 31/12 si deve rinviare all’esercizio successivo la quota di costo che non è di
competenza di quello in chiusura essa la troviamo dividendo il costo annuo diviso i 12 mesi e moltiplicando
il risultato per i mesi di non competenza quindi: (24'000:12) x 10 = 20'000 da rinviare. A differenza delle
rimanenze di magazzino la rettifica dei risconti avviene direttamente nel conto acceso ai costi di esercizio
considerati, rilevando cioè nella sezione avere la variazione economica positiva che indica la parte del costo
da sospendere. Il rinvio avviene attraverso l’utilizzo del conto risconti attivi che accoglie nella sezione avere
la quota da rinviare.

VE+ -fxp Fitti passivi 24'000 D

VE- Ratx+1 Risconti attivi 24'000 D

Dopo la rettifica nel conto economico ci va in dare (sx) il conto fitti passivi il cui saldo 4'000 indica il costo di
competenza del periodo, mentre nello stato patrimoniale si a in dare il costo rinviato al futuro ovvero
20'000.

Conto economico

Fitti passivi 4’000

Stato patrimoniale
Risconti attivi
20’000

Risconti passivi

Il discorso per i risconti passivi è lo stesso, sono coinvolte la cassa ma in questo caso i fitti non sono passivi
ma attivi e i risconti non sono attivi ma passivi. Dopo la rettifica i valori nel conto economico vanno in
avere.

L’ammortamento dei fattori durevoli

Contabilmente non si fa come nelle rimanenze ma si calcola indicando il costo del fattore tra gli impieghi di
capitale e si rileva poi ogni esercizio la quota di ammortamento con la rettifica poi del valore del fattore. Ad
esempio:

Macchinario 10'000 aliquota 10%

VE- fxp’ Ammortamento macchinari 2'000 D

VE+ Fxp- Fondo ammortamento macchinari 2'000 A

Quindi:

Amm.to macchinari a fondo amm.to macchinari 2’000/2’000

È simile alle condizioni di equilibrio si contano come fxp’ nell’eq.economica e come Ft- in quella del
capitale.

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Nel bilancio i conti diventano cosi:

Conto economico
Amm.to
macchinari 2’000

Stato patrimoniale
F.do amm.to
Macchinari 10’000
macchinari 2’000

Dove:

Ammortamento macchinari: conto ec. Acceso ai costi di esercizio

Macchinari: conto ec. Acceso ai costi pluriennali

Fondo ammortamento macchinari: conto ec. Di reddito che accoglie le rettifiche dei costi pluriennali
esposti nel conto macchinari.

Il ragionamento è lo sesso delle eq. Di equilibrio.

b) SCRITTURE DI IMPUTAZIONE

Si usano quando vanno indicati a bilancio costi o ricavi che si manifestano nel futuro ma che sono
competenza in parte del periodo considerato ad esempio affitti posticipati attivi o passivi. I valori finanziari
presunti sono:

Valori finanziari presunti positivi

Ratei attivi: si ha la certezza che si verifichino, del tempo in cui si verificherà e dell’importo.

Valori finanziari presunti negativi

Ratei passivi: come i ratei positivi

Fondi spese: si ha la certezza che si manifestino, ma non si sa quando e quanto.

Fondi rischi: non si sa ne se si manifesteranno ne quando ne per che valore—> principio di prudenza

• I ratei attivi/passivi

Esempio:

Un azienda stipula in data 1/6/200X un contratto d’affitto con canone annuo 36'000 e pagamento
posticipato. Il costo che si manifesterà l’anno dopo è competenza del periodo considerato per 7 mesi nei
quali è utilizzato essendo dal 1/6. Come prima calcoliamo la competenza:

(36’000/12) x 7 = 21'000 costo di competenza dell’esercizio attuale

Le variazioni sono:

VF presunta- Ratei passivi 21'000 A

VE- Fitti passivi 21'000 D

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La rilevazione al 31/12 sarà:

Fitti passivi —> Ratei passivi 21'000 –> 21’000

Conto economico e stato patrimoniale diventano:

Conto economico

Fitti passivi 21’000

Stato patrimoniale
Ratei passivi
21’000

Le modalità per i ratei attivi è la stessa, ratei e fitti prendono la denominazione attiva, cambieranno segno,
e conto economico e stato patrimoniale diventano cosi (caso con data di contratto 1/8/200X, 18'000
posticipati):

Conto economico

Fitti attivi 7’500

Stato patrimoniale

Ratei attivi 7’500

• I fondi spese future

Sappiamo si verificheranno ma non sappiamo quando e quanto. Al termine de periodo si dovrà valutare
l’eventuale esistenza di costi a manifestazione differita, questi costi vengono imputati al’esercizio con una
variazione finanziaria negativa presunta, accolta in conti definiti Fondi spese future. Si consideri il caso delle
manutenzioni cicliche, beni come ad esempio gli eredi necessitano di manutenzioni cicliche da fare a
determinati intervalli. Il costo di queste non può gravare solo sull’esercizio in cui si manifesta ma va
imputato ai vari esercizi la cui manutenzione ciclica si riferisce. Ipotizzando una manutenzione triennale di
90'000 e stimato il costo di competenza è 30'000 e le variazioni coinvolte saranno:

VF presunta- Fondo manutenzioni cicliche 30'000 A

VE- Acc.to a fondo manutenzioni cicliche 30'000 D

Dopo questa integrazione nel conto economico confluisce in dare il conto accantonamento a fondo
manutenzioni cicliche il cui saldo 30'000 è competenza del periodo considerato, mentre nello stato
patrimoniale si avrà in avere il fondo manutenzioni cicliche:

Conto economico
Acc.to a fondo
man. Cicliche
30’000

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Stato patrimoniale
Fondo manut.
Cicliche 30’000

Dove:

acc.to a fondo manutenzioni cicliche: c/economico di reddito acceso ai costi di esercizio

Fondo manutenzioni cicliche: c/finanziario presunto

In questo modo la variazione presunta accolta nel conto fondo manutenzioni cicliche, ha permesso di
imputare un costo di competenza dell’esercizio, accolto nel conto accantonamento a manutenzioni cicliche.

• I fondi rischi

Si tratta di costi che si potrebbero o no verificare ma vengono imputati, per il principio della prudenza,
all’esercizio perché devono a esso la loro causa generatrice. Sono costi connessi a eventi futuri sfavorevoli.
Consideriamo l’evento futuro sfavorevole di perdite sui crediti. I crediti sono variazioni finanziarie positive
che misurano ricavi e partecipano alla formazione del reddito. Se una parte diviene inesigibile va rilevata
una variazione finanziaria presunta negativa che misura questa quota perché la sua causa generatrice è al
momento della vendita nell’esercizio della stessa quindi. Esempio:

In sede di determinazione di reddito dell’anno x si ipotizza una futura inesigibilità dei crediti commerciali,
montanti a 80'000 in misura del 3%. Le variazioni coinvolte sono:

VF presunta- Fondo svalutazione crediti 2'400 A

VE- svalutazione crediti 2'400 D

Dopo questa integrazione:

Conto economico
Svalutazione crediti
2’400

Stato patrimoniale
F.do valutazione
Crediti vs clienti
crediti
80’000
2’400

Ricapitolando:

✓ In caso di manifestazione anticipata (rimanenze, risconti, ammortamento) si rinvia dal presente al


futuro.
✓ In caso di manifestazione futura ma di competenza economica dell’esercizio (Ratei attivi, ratei
passivi, fondi spese future, fondi rischi) si ha l’immissione di queste dal futuro al presente.

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6.11.1) la costituzione dell’azienda di produzione

Nella costituzione di un azienda si possono individuare due momenti distinti:

• Il momento della sottoscrizione del capitale: in questo momento i sogni si impegnano verso la
società di dotarla di un capitale rappresentato dai beni che in essa verranno conferiti. In questo
momento sorge un credito a favore della società verso i soci (VF+) che misura dal punto di vista
economico il capitale della società (VE+).
• Il momento del versamento degli impieghi conferiti: è il momento dell’effettivo conferimento dei
beni (denaro, crediti, fattori durevoli e non. Si ha quindi un venire meno di un credito sorto al
momento della sottoscrizione (VF-) a fronte delle variazioni economiche della natura dei beni
conferiti.
❖ Ipotizziamo la costituzione di una società dal signor Rossi e Bianchi:

Signor Rossi: denaro per 100’000

Signor bianchi: un macchinario di 180'000 e crediti per 20’000

Al momento della sottoscrizione del capitale le variazioni e la rilevazione sono:

VF+ +crediti Azionisti c/sottoscrizione 300'000 D

VE+. +capitale sociale 300'000 A

Dove:

Azionisti c/sottoscrizione: c/finanziario assimilato

Capitale sociale: c/economico di capitale acceso al capitale sociale.

Al momento del conferimento:

VF- -crediti azionisti c/sottoscrizione 300'000 A

VF+ +denaro cassa 100'000. D

VE- Fxp. Macchinari. 180'000 D

VF+ +crediti. crediti verso clienti. 20'000 D

❖ Nel caso di conferimento di azienda preesistente:

Ipotizzando la costituzione dell’azienda new star di rossi e bianchi, conferiscono rispettivamente:

Rossi: denaro per 50'000 e crediti per 50’000

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Bianchi: società omega del valore di 200'000 (W—> redditi attesi) di capitale di seguito rappresentato

metto foto comunque facciamo le attività (210'000) meno le passività (30'000) e troviamo cap netto
(180'000), W-CAP netto = 20'000 –> avviamento

Al momento della sottoscrizione del capitale: tutto come in precedenza

VF+ +crediti Azionisti c/sottoscrizione 300'000 D

VE+. +capitale sociale 300'000 A

Al momento del conferimento:

VF- -crediti azionisti c/sottoscrizione 300'000 A

VF- +debiti Fornitori 300'00 A

VF+ +denaro cassa 70'000 D

VF+ +crediti crediti vs clienti 80'000 D

VE- Ratx materie prime 60'000 D

VE- Fxp macchinari 100'000 D

VE- Fxp avviamento 20'000 D

6.11.2) Le operazioni gravate dall’IVA

L’IVA esiste dal 1972 in Italia ed è un imposta indiretta che colpisce i consumi, è applicata in tutti i paesi
dell’Ue. Essa colpisce i consumatori finali mentre per le aziende è rappresenta un debito o un credito con
l’erario a seconda che le operazioni di vendita superino quelle di acquisto e viceversa. La fattura è il
documento di riferimento negli scambi commerciali e rappresenta la fonte primaria di informazioni per il
compimento delle rilevazioni contabili. Al momento del ricevimento della fattura di acquisto le variazioni
coinvolte sono:

VF- +debiti fornitori K A

VE- fxp materie prime c/acquisti H D

VF+ +crediti Iva ns. credito Z D

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Con: Z = aliquota IVA x H

K=H+Z

La rilevazione contabile di acquisto è la seguente:

Diversi: a fornitori K

Materie prime c/acquisti H

IVA ns. credito Z

Al momento del pagamento della fattura ce una permutazione finanziaria, abbiamo una VF+ per una VF- la
prima data dall’estinguersi di un debito la seconda per l’uscita di denaro dalla cassa :

VF+ -debiti fornitori K D

VF- -crediti banca c/c K A

FORNITORI a BANCA C/C K K

La rilevazione della fattura e il suo pagamento vanno tenute distinte anche quando avvengono
contestualmente in quanto i documenti relativi ai due momenti sono diversi (fattura e mandato di
pagamento) e i soggetti che compiono l’operazione sono diversi per questioni di controllo interno. Inoltre
facendo transitare l’acquisto nel conto fornitori si possono ottenere informazioni sul volume di affari
generato con ciascun fornitore.

Per l’azienda fornitrice le variazioni coinvolte sono:

VF+ +crediti clienti K D

VE+ qxp prodotti c/vendite H A

VF- +debiti IVA ns. Debito Z A

La rilevazione contabile sarà:

CLIENTI a diversi: K

PRODOTTI c/vendite H

IVA ns. debito Z

Al momento dell’incasso, si ha una permutazione finanziaria con VF- data dall’estinguersi del credito e una
VF+ data dall’entrata di denaro in cassa.

VF+ -debiti fornitori K D

VF- -crediti banca c/c K A

BANCA a CLIENTI K K

6.11.3) La liquidazione dell’IVA

La liquidazione dell’IVA consiste nell’accertamento della posizione creditoria o debitoria nei confronti
dell’erario, in un determinato periodo, mensile o a volte trimestrale. Al momento della liquidazione si
chiudono i conti a ostro credito e a nostro debito facendo confluire i valori in un unico conto riepilogativo
che permette di accertare in che posizione siamo se di credito o di debito. Le variazioni coinvolte sono:

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VF+ +Crediti Erario c/IVA X D

VF- -Crediti IVA ns. credito X A

VF+ -Debiti IVA ns. debito Y D

VF- +Debiti Erario c/IVA Y A

• Posizione debitoria (Y>X), l’eccedenza (Y-X) andrà successivamente versata all’erario nei termini
stabiliti dalla legge.
• Posizione creditoria (Y<X), L’eccedenza (X-Y) verrà portata a riduzione dell’importo da versare nelle
liquidazioni successive.

6.11.4) Gli anticipi

Gli anticipi dai clienti

1) Ricevimento dell’anticipo

Per il fornitore ricevere un anticipo comporta una permutazione finanziaria che vede contrapposte due
variazioni finanziarie di segno opposto:

• Una riduzione del credito verso i clienti, ancor prima che esso sorga, in seguito alla riscossione
anticipata rispetto alla consegna dei beni.
• Un aumento di liquidità (se l’anticipo è in contanti) o della disponibilità sul conto correte (se
corrisposto tramite banca)

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La riduzione del credito nei confronti de clienti è una VF- posta in avere del conto clienti, mentre l’aumento
di disponibilità sul conto è una VF+ che viene posta dare del conto banca c/c:

Ipotizzando, a fronte di una fornitura di beni complessiva di 14'000 + IVA 20%, di ricevere un anticipo di
2'400, le variazioni al momento del ricevimento dell’anticipo sono:

VF+ +Crediti Banca c/c 2'400 D

VF- -Crediti Clienti 2'400 A

BANCA C/C a CLIENTI 2’400/2’400

Dove:

Banca c/c: conto finanziario assimilato

Clienti: conto finanziario assimilato

2) Emissione della fattura di anticipo

La normativa sull’IVA prevede che il fornitore che riceve anticipo debba emettere fattura, per fare questo è
necessario scorporare l’IVA, ovvero, partendo dall’ammontare complessivo ricevuto si deve distinguere
l’imponibile dall’imposta attraverso il seguente calcolo (scorporo dell’IVA):

Facciamo la proporzione: Anticipo : X = 120 : 100

Dove X è l’imponibile da determinare: X = (Anticipo x 100) /120

Determinato l’imponibile X per differenza si trova l’IVA: IVA = Anticipo – Imponibile

In tal modo distinguiamo Anticipo, Imponibile e IVA : Anticipo = Imponibile + IVA

L’anticipo complessivo indica un credito verso il cliente (+Cb), ossia un VF+ che sarà accolta in dare nel
conto clienti, chiudendo in tal modo la posta aperta in sede di ricevimento dell’anticipo; imponibile e IVA
sono VF- che indicano un debito (+Db) verso il cliente per l’imponibile e verso l’erario l’IVA.

Riprendendo l’esempio di ottenimento di un anticipo di 2'400, lo scorporo dell’IVA sarà cosi quantificato:

2'400 : X = 120 : 100

X = (2'400 x 100) / 120 = 2'000 —> Imponibile

IVA = Anticipo 2'400 – Imponibile 2'000 = 400

Le variazioni coinvolte sono:

VF+ +Crediti Clienti 2'400 D

VF- +Debiti Clienti c/anticipi 2'000 A

VF- +Debiti IVA ns. debito 400 A

CLIENTI a diversi: 2'400

CLIENTI C/ANTICIPI 2’000

IVA NS. DEBITO 400

3) Emissione della fattura della fornitura

Al momento dell’emissione della fattura per l’intera fornitura si rilevano:

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a) La vendita, con conseguente sorgere di un credito verso il cliente che genera una VF+ in dare,
l’indicazione del ricavo pari al valore complessivo della fornitura (qxp) che genera una VE+ in avere
del conto Prodotti c/vendite, e infine di un debito verso l’erario per l’IVA che genera una VF- e sarà
calcolato tenendo conto della precedente fatturazione dell’anticipo.
b) Lo storno dell’anticipo VF+, già ricevuto e fatturato, accolto nel conto clienti c/anticipi, a
decurtazione del credito accolto nel conto clienti (VF-).

Proseguendo con l’esempio dei 14'000 + iva 20%, per la quale si era ricevuto un anticipo di 2'400 (2'000 +
iva 20%), al momento della fattura per l’intera fornitura avremo le seguenti variazioni riferite all’operazione
di vendita:

VF+ +Crediti Clienti 16'400 D

VE+ qxp Prodotti c/vendite 14'000 A

VF- +Debiti IVA ns. debito 2'400 A

Si osservi che l’IVA è calcolata non sull’intero ricavo di vendita, ma sulla differenza tra questo valore
(14'000) e la parte già assoggettata a IVA al momento della fatturazione dell’anticipo (2'000), ossia è
calcolata su 12'000.

Sarà inoltre necessario a procedere allo storno al conto clienti dell’anticipo accolto nel conto clienti
c/anticipi, permettendo in tal modo di mantenere evidenziato nel conto clienti la parte di credito ancora da
incassare (14'400)

4) Incasso del saldo: Al momento dell’incasso si rileva una permutazione finanziaria con l’estinzione
del credito verso i clienti (VF-) e aumento della liquidità (con incasso in contanti), o della
disponibilità sul conto corrente (se tramite banca)

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Nell’ipotesi fin qui considerata, l’incasso comporta:

VF+ +Crediti Banca c/c 14'400 D

VF- -Crediti Clienti 14'400 A

BANCA C/C a CLIENTI 14’400/14’400

Dove banca c/c e clienti sono conti assimilati.

Riprendendo l’esempio, attraverso le scritture sistematiche si avrà:

Il conto clienti c/anticipi è un conto assimilato che accoglie un debito, ciò significa che in chiusura dei conti
se questo è ancora aperto, all’interno dello stato patrimoniale si colloca tra le passività nella sezione avere.

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Gli anticipi ai fornitori

Sono simmetriche agli anticipi dai clienti, le fasi sono anche qui 4:

1) Corresponsione dell’anticipo

L’invio dell’anticipo comporta una permutazione finanziaria:

• Una riduzione del debito verso i fornitori ancora prima che si venga a creare
• Una diminuzione di liquidità (se in contanti) o della disponibilità su conto corrente per banca)

VF- -Crediti Banca c/c A

VF+ -Debiti Fornitori D

2) Ricevimento della fattura di anticipo

Comporta:

• Il sorgere di un debito verso il fornitore (+Db), ovvero una VF- che sarà accolta in avere del conto
fornitori (chiudendo in questo modo la posta aperta in sede di ricevimento dell’anticipo.
• Il sorgere di un credito verso il fornitore (+Cb) determinato dalla corresponsione dell’anticipo e
rappresenta una VF+, accolta nel conto Fornitori c/anticipi nella sezione dare.
• Il sorgere del credito nei confronti dell’erario (+Cb) per l’IVA, accolto nel conto IVA ns. credito nella
sezione dare:

VF- +Debiti Fornitori A

VF+ +Crediti Fornitori c/anticipi D

VF+ +Crediti Iva ns. credito D

3) Ricevimento della fattura della fornitura

Al momento del ricevimento della fattura per l’intera fornitura di beni si rileveranno:

a) L’acquisto, con conseguente sorgere di un debito verso il fornitore (VF-) che sarà accolto in avere
del conto Fornitori, indicazione del costo pari al valore complessivo della fornitura (VE-) che sarà
accolto nel conto materie prime c/acquisti e del credito reso l’erario per l’IVA (VF+) che sarà
calcolato tenendo conto della precedente fatturazione dell’anticipo:

VF- +Debiti Fornitori A

VE- fxp Materie prime c/acquisti D

VF+ +Crediti IVA ns. credito D

b) Lo storno dell’anticipo (VF-), già corrisposto e fatturatoci, accolto nel conto Fornitori c/anticipi a
decurtazione del debito accolto nel conto fornitori (VF+):

VF+ -Debiti Fornitori D

VF- -Crediti Fornitori c/anticipi A

4) Pagamento del saldo

Al momento del saldo abbiamo una permutazione finanziaria, con riduzione del debito verso i fornitori
(VF+) e diminuzione della liquidita se in contanti e credito sul conto se per banca (VF-).

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VF- -crediti Banca c/c A

VF+ -Debiti Fornitori D

Esempio:

Ipotizzando, a fronte di una fornitura di beni per 15'000 + iva 20%, di versare al fornitore un anticipo di
6'000, le rilevazioni cronologiche e sistematiche saranno le seguenti:

1) Corresponsione dell’anticipo
FORNITORI a BANCA C/C 6'000 / 6’000
2) Ricevimento della fattura di anticipo
Diversi: a FORNITORI 6’000
MATERIE PRIME C/ ACQUISTI 5’000
IVA NS. CREDITO 1’000
3) Ricevimento della fattura della fornitura
Diversi: a Fornitori 17’000
MATERIE PRIME C/ACQUISTI 15’000
IVA NS. CREDITO 2’000
FORNITORI a C/ANTICIPI 5'000 5’000
4) Pagamento del saldo
FORNITORI a BANCA C/C 12'000 12’000

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6.11.5) La cessione dei fattori durevoli

Come sappiamo alla fine di ogni esercizio per i fattori durevoli va valutata una quota di ammortamento
dovuta al consumo dato dall’utilizzo di esso. Ad esempio, ipotizzando un periodo di vita quinquennale di un
macchinario di costo storico X, le variazioni coinvolte e le rilevazioni di fine esercizio saranno le seguenti,
dove il valore della quota di ammortamento Z è stimato dividendo per 5 il costo storico del fattore
durevole, sulla base della sua vita utile:

VE- fxp’ ammortamento macchinari Z D

VE+ Fxp- fondo ammortamento macchinari Z A

AMM.TO MACCHINARI a FONDO AMM.TO MACCH. Z Z

Si osserva che il conto ammortamento accogliendo un costo di esercizio (fxp’) confluirà nel conto
economico come costo di competenza del periodo. Il conto fondo ammortamento, accogliendo una
rettifica (Fxp-) di un costo pluriennale (Fxp) indicato nel conto macchinari presente nello stato patrimoniale
in dare come impiego di capitale, sarà collocato nella sezione avere dello stato patrimoniale.

Alla vendita di un bene durevole per prima cosa si deve valutare il suo valore netto contabile (VNC), ovvero
la differenza tra il suo costo storico e l’ammortamento in quel momento. In seguito a questo va valutato il
prezzo di vendita (PZ) a cui esso è venduto, se esso e maggiore del valore netto contabile (VNC) allora ci
troviamo davanti a una plusvalenza (PV, componente positiva di reddito) mentre se inferiore a una
minusvalenza (MV, componente negativa di reddito). In caso di plusvalenza essa sarà accolta in avere in un
conto denominato plusvalenze, mentre in caso di minusvalenza verrà collocata in dare di un conto
chiamato minusvalenze.

Contabilmente si procede cosi:

1) Chiusura del fondo di ammortamento


2) Il saldo Y è girato in avere al conto acceso al fattore durevole che accoglierà in dare anche il valore
storico del fattore stesso X.
3) Il saldo del conto che accoglie il fattore durevole (X-Y), confrontato con il prezzo di vendita del
fattore (PZ) determinerà plusvalenza o minusvalenza.
4) Inoltre si procederà alla rilevazione del credito verso i clienti che accoglierà in dare l’importo K pari
al prezzo di cessione più l’IVA (I) (lVA=I, va quantificata applicando l’aliquota IVA es. 20% al prezzo

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di cessione del fattore durevole (PZ): I = aliquota IVA x PZ), alla chiusura del conto acceso al fattore
durevole, il cui saldo sarà dato dal VNC = X – Y e alla rilevazione dell’IVA a debito relativo alla
vendita (I), calcolata sul prezzo di cessione del fattore durevole.

Le variazioni e le rilevazioni sono le seguenti:

VE- Fxp- fondo ammortamento macchinari Y D

VE+ Fxp macchinari Y A

VF+ +crediti Clienti K D

VE+ -Fxp macchinari X-Y A

VE+ qxp plusvalenze PV A

VF- +debito Iva ns. debito I A

FONDO AMMORTAMENTO a MACCHINARI Y Y

Diversi a Diversi

CLIENTI K

MINUSVALENZE MV

MACCHINARI X-Y

IVA NS. DEBITO I

Di seguito si riportano alcuni schemi riepilogativi sulla cessione dei fattori durevoli nei casi di plusvalenza e
minusvalenza evidenziando i conti utilizzati, i valori e le relazioni tra le grandezze accolte nei coni stessi, è
inoltre indicato un prospetto di verifica di uguaglianza degli addebitamenti e degli accreditamenti dei conti.

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Analisi caso Plusvalenza:

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Analisi caso minusvalenza:

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Si espongono di seguito gli effetti sul bilancio nelle due ipotesi, nel caso della plusvalenza, essendo un
conto economico acceso ai ricavi di esercizio, il conto confluirà nel conto economico nella sezione avere tra
i ricavi, mentre nel caso della minusvalenza, trattandosi di un conto economico per costi di esercizio, il
conto confluirà nella sezione dare tra i costi.

6.11.6) Il trattamento di fine rapporto

Il trattamento di fine rapporto è una retribuzione differita al termine del rapporto di lavoro, essa matura in
proporzione alla durata del rapporto di lavoro. Quantificata la quota di competenza, sulla base delle
retribuzioni corrisposte e con una predefinita rivalutazione delle quote già accantonate , l’azienda in a fine
esercizio (tx+1 ) rileva un costo (VE-), il debito verso i dipendenti relativo al TFR.

Le variazioni coinvolte sono le seguenti:

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VF- +Debiti Debiti per TFR 1'000 A

VE- fxp Trattamento di fine rapporto 1'000 D

Al termine del rapporto di lavoro si chiuderà la parte di debito relativa agli anni precedenti e se la chiusura
del rapporto avviene in corso d’anno si rileverà la quota maturata dall’inizio dell’esercizio. Ipotesi:
dimissioni a giugno di un dipendente il cui TFR maturato negli anni precedenti sia pari a 300 e la quota di
competenza dell’esercizio sia pari a 150, le variazioni coinvolte sono le seguenti:

VF- +Debiti Debiti c/liquidazione 1'000 A

VF+ -Debiti Debiti TFR 300 D

VE- fxp Trattamento di fine rapporto 150 D

Diversi: Dipendenti c/liquidazione 450

Debiti per trattamento di fine rapporto 300

Trattamento di fine rapporto 150

Al momento della corresponsione del TFR si ha una permutazione finanziaria, con diminuzione del debito
verso il dipendente, relativo alla liquidazione, e il diminuire della disponibilità sul conto corrente.

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