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FREUD

Storia della filosofia

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LA NASCITA DELLA PSICOANALISI

FREUD il padre della psicoanalisi, cioè di quella scienza strettamente legata alla psicologia, che
indaga sull'inconscio della psiche umana. Nato in una cittadina della Moravia conseguendo la
laurea in Medicina nel 1881, si recò a Parigi presso la clinica Salpêtrière,per iniziare le sue
ricerche nel campo della neurologia; l'anno dopo, aprì uno studio professionale di terapeuta
utilizzando la pratica dell'ipnotismo.
-nel 1891 pubblicò il saggio su Come intendere le afasie e nel 1895 gli Studi sull'isteria,
- L'interpretazione dei sogni segna la nascita ufficiale della psicoanalisi con il passaggio dalla
fase dell'ipnotismo a quella della "interpretazione dei sogni".
-Al di là del principio di piacere
-la Psicopatologia della vita quotidiana (1901),
-i Tre saggi sulla teoria sessuale (1905),
-le Cinque lezioni sulla psicoanalisi (1910),
-le Precisazioni sui due principi dell'accadere psichico (1911),
-Totem e tabù
le Considerazioni attuali sulla guerra e la morte (1915) e i saggi di Metapsicologia (pure del
1915) anticipano il contenuto di Al di là del principio di piacere. Pertanto tra gli anni 1899 e 1920
il padre della psicoanalisi sviluppa la propria teoria, passando da una concezione monistica
della psiche (fondata sul principio di piacere) ad una concezione dualistica della psiche (fondata
sulle due pulsioni di eros e di thanatos). A questo punto i testi di riferimento sono: Psicologia
delle masse e analisi dell'Io
(1921), L'Io e l'Es (1923), La negazione (1925), Inibizione, sintomo e angoscia (1925),
L'avvenire di un'illusione (edito nel 1927 con la conseguente risposta, l'anno dopo, del pastore
luterano Oskar Pfister con L'illusione di un avvenire). Inoltre occorre ricordare gli ultimi scritti: Il
disagio della civiltà (1929), le Lezioni introduttive alla psicoanalisi (1932), la corrispondenza con
Albert Einstein sul tema Perché la guerra?L'uomo Mosè e la religione monoteistica (steso tra il
1934 ed il 1938), Analisi terminabile e interminabile (1937) ed il Compendio di psicoanalisi
Freud, fu influenzato dalla neurologia del tempo, sino a giungere all'accettazione piena del
metodo ipnotico praticato per l'analisi dell'inconscio della psiche umana.
In questo ambito Freud fece molteplici esperienze di carattere epistemologico, sino a quando
non si dedica all'interpretazione dei sogni; isteria, ipnosi, nevrosi sono i termini di riferimento per
confermare che taluni malesse-ri, di natura apparentemente somatica, sono legati al disagio
vissuto nella propria interiorità; (indicata come Anna O.), la giovane donna affetta da isteria,
ossia da disturbi fisici, la cui causa di natura psichica era riconducibile alla morte del padre.
,il primo sintomo somatico (lo strabismo convergente) e quelli successivi (la paresi in varie parti
del corpo) furono scambiati per malesseri organici, viveva una condizione di profondo disagio
interiore, che andava letto nel proprio inconscio (ossia nella parte più remota della propria
psiche); essendo affetta da una forma peculiare di nevrosi, la medicina tradizionale di tipo
organicistico andava sostituita con la nuova terapia, fondata sulla comprensione e sulla presa di
coscienza da parte della stessa paziente, supportata dallo psicoterapeuta. Il metodo, utilizzato
in questa fase propedeutica della psicoanalisi, è ancora quello dell'ipnosi; si tratta però di un
metodo che consente a Freud di penetrare nel profondo della psiche, leggendo ed interpretando
l'inconscio della paziente (affetta da nevrosi) attraverso la spontanea disposizione al dialogo
sotto l'effetto dell'ipnosi.
Compito dello psicoanalista (che interroga e pone domande) è di comprendere la tipologia della
nevrosi del paziente (che risponde alle domande postegli); infatti lo psicoanalista deve sapere
scrutare nell'inconscio del paziente, interpretando correttamente quanto detto dal soggetto
affetto da nevrosi. Non a caso Freud paragona la psicoanalisi all'archeologia, cioè ad una
disciplina che sa indagare sulle pulsioni umane, così come l'archeologo codifica i reperti
apparentemente muti e privi di significato. Ne L'interpretazione dei sogni
Freud descrive la psiche come se fosse composta da tre parti: il conscio, il preconscio e
l'inconscio; dobbiamo stare attenti a intendere la psiche come una componente materiale, quasi
che sia un organo nascosto all'interno del corpo; inoltre dobbiamo stare attenti a considerare il
conscio come la parte razionale e l'inconscio come la parte irrazionale della psiche. Se il
conscio è la parte, per così dire, sana della psiche, di cui l'uomo è pienamente consapevole
, l'inconscio è la parte dove si sedimentano le nevrosi, che agiscono e prevalgono sul conscio.
La condizione del soggetto affetto da nevrosi dipende dall'incapacità, seppure momentanea, di
padroneggiare il proprio inconscio. Pertanto il conscio viene rappresentato come la parte
superficiale, ove risiede la componente consapevole della psiche; invece l'inconscio come la
parte profonda, ove il paziente nasconde la causa della nevrosi da cui è affetto; infine il
preconscio come la parte intermedia tra l'inconscio e il conscio. Lo strumento di indagine
dell'inconscio (e quindi della nevrosi che in esso risiede) consiste nella capacità da parte del
terapeuta di interpretare il significato simbolico del sogno. Infatti interpretare un sogno significa
riuscire a giungere nel profondo della psiche umana.
Rimanendo fermi alla prima fase della produzione di Freud, rappresentata da L'interpretazione
dei sogni, occorre sottolineare la teoria monistica della sua psicoanalisi fondata sul principio di
piacere; la Psicopatologia della vita quotidiana, i Tre saggi sulla teoria sessuale, le
Considerazioni attuali sulla guerra e la morte ed i saggi di Metapsicologia sono le opere più
significative, nelle quali l'autore espone i risultati delle sue ricerche, che lentamente lo portano
alla svolta rappresentata dall'apparizione di Al di là del principio di piacere. In tali scritti
compaiono almeno due termini sui quali è opportuno soffermarsi: quelli di libido e di piacere.
L'inconscio della psiche umana è dominato dalla libido, che tradotto dal latino significa
"piacere". Tale termine non è inteso da Freud nel senso edonistico di piacere materiale, ma nel
significato che acquisisce dal punto di vista psichico. La libido rappresenta il desiderio della
propria sessualità, la cui teoria è da Freud esposta soprattutto nei Tre saggi sulla teoria
sessuale. A tal proposito Freud spiega che lo stato di malessere o di nevrosi, che si determina
dentro la psiche, deriva dal mancato soddisfacimento della libido, che appunto egli definisce
sessualità oppure principio di piacere.
Nel corso della vita infantile, Freud distingue più fasi:
1)quella orale (dalla nascita sino ai diciotto mesi circa) corrispondente all'attività della suzione
dal seno materno;
2)quella anale (dai diciotto mesi ai tre anni) corrispondente all'attività intestinale del proprio
corpo;
3)quella fallica (dai tre ai sei anni circa) nel corso della quale il bambino realizza la differenza tra
i due sessi. A questa fase della vita degli uomini Freud riferisce la teoria sul "complesso di
Edipo", basato sul rapporto di amore-odio che sitra figli e genitori di sesso opposto (figlio-madre,
figlia-padre)
4)la fase di latenza (dai sei anni all'età della pubertà), coincidente con un periodo di sopore
della libido, prima di pervenire alla fase genitale, che affiora nell'età della pubertà.

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