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4 Nucleosintesi Primordiale

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LA NUCLEOSINTESI

PRIMORDIALE
Referenze
• E. Kolb e M. Turner “The early Universe”
• T. Padmanabhan “Theoretical Astrophysics - Volume III:
Galaxies and Cosmology”
• Lezioni di Steigman:
http://nedwww.ipac.caltech.edu/level5/March04/Steigman/fra
mes.html
• Particle data book (sezione astrofisica e cosmologia):
http://pdg.lbl.gov/2008/reviews/contents_sports.html
Argomenti trattati
• Cenni di cosmologia (Principio Cosmologico, Legge di
Hubble, Universi di Friedmann)
• Gas di particelle (caso relativistico e caso non
relativistico)
• Termodinamica nell’Universo primordiale
• Protoni e neutroni in equilibrio statistico
• Temperatura di freeze-out delle interazioni deboli
• Sintesi del deuterio
• Sintesi dell’elio-4
• Sintesi degli altri elementi leggeri
• Materia barionica nell’Universo
• Confronto con i dati sperimentali di WMAP.
La nucleosintesi in breve 1
• La nuclesintesi primordiale (BBN) è la fase
dell’evoluzione cosmica durante la quale si formano i
nuclei di alcuni elementi leggeri, in particolare D, 3He,
4He e 7Li.

• Particolarmente importanti sono il D e il 4He perché non


ci sono processi astrofisici che possano produrre le
quantità osservate.
• Le quantità di elementi prodotti sono in ottimo accordo
con i dati sperimentali, nonostante il grande spread di
valori (si va da 4He/H ≈ 0.08 a 7Li/H ≈ 10-10 ).
• La BBN ha luogo quando l’universo ha qualche minuto di
età (da 3 a 20 minuti circa). Questo fa sì che non
vengano prodotti elementi più pesanti del berillio e allo
stesso tempo sopravvivano elementi molto leggeri (ad
es. il deuterio).
La nucleosintesi in breve 2
• I fattori che ne influenzano l’evoluzione sono la
densità di barioni e il tasso di espansione (o
energia) dell’universo.
• Costituisce il test più “antico” dell’universo
considerato attendibile in quanto basato su fisica
del modello standard.
• Consente una verifica del modello standard
cosmologico.
• Consente di mettere dei forti limiti sulla fisica oltre il
modello standard delle particelle elementari.
• In particolare dopo WMAP, è possibile il confronto
con lo spettro della radiazione cosmica di fondo
(CMBR), risalente a circa 380 000 anni dopo.
Cenni storici
1940: Gamow, Alpher and Herman: per produrre
cosmologicamente gli elementi presenti nell’universo,
proposero che l’universo primordiale fosse caldo e denso
(in analogia con un reattore nucleare).
1948: Alpher and Herman predissero l’esistenza della
radiazione cosmica di fondo (CMB o CMBR o CBR).
Primavera 1964: Doroshkevic e Novikov proposero il primo
apparato sperimentale per rilevarne l’esistenza
(radiometro di Dicke).
1965: Osservazione della CMB da parte di Penzias e Wilson
presso i laboratori della compagnia telefonica Bell.
SEZIONE 1:
CENNI DI COSMOLOGIA
(questi argomenti sono trattati in dettaglio
nel corso del prof. Dolgov “Relatività
generale e cosmologia”)
La legge di Hubble
• A cavallo tra gli anni ‘20 e gli anni ‘30 l’astronomo
E. Hubble osservò che l’universo è in espansione.
• Nel 1929 formulò la legge che ne porta il nome: le
galassie si allontanano alla velocità v=Hr dove v è
la velocità di allontanamento e r è la distanza dalla
Terra. H è la costante di Hubble, il cui valore è circa
70 km/s Mpc (1 pc = 3 anni-luce).
• (Il reciproco della costante di Hubble H-1 dà una
misura indicativa dell’età dell’universo, ≈1010 anni.)
• L’espansione dell’universo è una delle
conseguenze del modello cosmologico standard,
basato sulla teoria della relatività generale.
Il “modello standard” cosmologico 1
• Si basa sull’elaborazione fisico-matematica della teoria
della RG di Einstein. La sua formulazione precede di
qualche anno le osservazioni di Hubble.
• La RG collega il contenuto di energia dell’universo alla sua
geometria. In linea di principio è valida per qualunque
distribuzione di energia.
• Principio cosmologico, ovvero la versione moderna del
principio copernicano: esiste un sistema di riferimento in
cui l’Universo è omogeneo ed isotropo nelle coordinate
spaziali. Si può applicare al nostro universo su grandi
scale (> 100 Mpc).
• Universo omogeneo = Non esistono posizioni privilegiate.
• Universo isotropo = Non esistono direzioni privilegiate.
Il “modello standard” cosmologico 2
• Grazie al principio cosmologico possiamo
descrivere la geometria e l’evoluzione
dell’universo in funzione di due soli parametri:
1. k, ovvero il parametro di curvatura;
2. a(t) o R(t), ovvero il fattore di scala.
• Il fattore di scala è legato alla costante di
Hubble dalla relazione:
1 da(t)
H(t) =
a(t) dt
L’equazione di Friedmann
Consideriamo l’energia totale della buccia sferica:
1 r2 1 GmM r
E shell = − mk 2 = T + U = mv(t) −
2

2 a 2 r(t)
dalla quale, utilizzando la legge di Hubble, si ricava
l’equazione di Friedmann:
8π k
H =2
Gρ − 2 1)
3 a
dove ρ è la densità di energia. Considerando il I principio della
termodinamica (o equazione di Bianchi)
d d 3
(ρa ) = −P (a )
3
2)
dt dt
abbiamo un sistema di due equazioni per tre incognite (a,P,ρ). Quindi, se
conosciamo l’equazione di stato del fluido, possiamo almeno in linea di
principio risolvere il sistema.
SEZIONE 2:
TERMODINAMICA
Funzione di distribuzione
La funzione di distribuzione di un gas di particelle i non interagenti
all’equilibrio è:
gi 1
f i (q) =
(2π ) 3 ⎡ ε (q ) − μi ⎤
exp ⎢ ⎥ ±1
⎣ T i ⎦

gi è il numero di gradi di libertà interni (numero di stati di spin), Ti la


temperatura, μi il potenziale chimico ed il segno + è per un gas di
fermioni mentre quello - per uno di bosoni

Si hanno due parametri liberi, la temperatura ed il potenziale chimico


Il numero di gradi di libertà interni dipende dalla particella i
Gas di particelle
Il numero di particelle con posizione r nel volume infinitesimo d3r ed
impulso centrato in q ed intorno d3q si può calcolare dalla funzione
di distribuzione f(r,q) come
G G 3 3
f (r , q )d rd q
L’ipotesi di universo omogeneo implica f(r,q) = f(q)
mentre in un universo isotropo si ha f(q) = f(|q|)

Densità di energia
ρ = ∫ ε (q) f (q )d 3 q
ε (q) = m 2 + q 2

Pressione q2
P=∫ f (q )d 3 q
3ε (q )
Equazioni di stato
Caso relativistico ε(q) = q
(radiazione)
∫ qf (q)d 3q ∫
q
⇒ ρ= P= f (q)d 3q
3
1
⇒ P= ρ
3

q2
Caso non relativistico ε(q) = m + ≈m
2m
(polvere) ⎛ q2 ⎞ q2
⇒ ρ = ∫ ⎜m + ⎟ f (q)d q
3
P= ∫ f (q)d 3q
⎝ 2m ⎠ 3m
⇒ P << ρ ⇒ P=0
Gas di particelle relativistiche
qd 3q
∫ qf (q)d q = (2π ) ∫
g
ρ= 3
3 ⎡q⎤
exp⎢ ⎥ ± 1
⎣T ⎦
+∞
x 3 dx
∫ qf (q)d q = 2π ∫
q g
x≡ ⇒ ρ= 3
T 4

T 2
0 exp x ± 1
7 π2 4 π2
ρ FERMIONI
R = gT ρ BOSONI
R = gT 4
8 30 30

Allo stesso modo

d 3q
∫ ∫
g
n= f (q)d q =
3

(2π ) 3 ⎡q⎤
exp⎢ ⎥ ± 1
⎣T ⎦
3 ζ (3) 3 ζ (3) 3
n RFERMIONI = gT n RBOSONI = gT ζ (3) = 1.20206...
4 π2 π2
P + ρ − nμ 2π 2 3
s(T) = = qT
T 45
Gas di particelle non relativistiche
md 3q
∫ mf (q)d q = (2π ) ∫
g
ρ= 3
3 ⎡ m + q 2 /2m − μ ⎤
exp⎢ ⎥±1
⎣ T ⎦
⎡ m + q 2 /2m − μ ⎤ ⎡ m − μ⎤ ⎡ q2 ⎤ 3
∫ exp⎢⎣− 2mT ⎥⎦d q
gm
exp⎢ ⎥ >> 1 ⇒ ρ= exp⎢−
⎣ T ⎦ (2π ) 3 ⎣ T ⎥⎦
+∞
π
∫ exp[−α x ]dx =
2

α
0

⎛ mT ⎞ 3 / 2 ⎡ m − μ⎤
ρ NR = gm⎜ ⎟ exp⎢−
⎝ 2π ⎠ ⎣ T ⎥⎦

ρ NR ⎛ mT ⎞ 3 / 2 ⎡ m − μ⎤
n= ∫ 3
f (q)d q ⇒ n NR =
m
= g⎜ ⎟ exp⎢−
⎝ 2π ⎠ ⎣ T ⎥⎦
P + ρ − n μ 2π 2 7 3
s(T) = = qT
T 45 8
Equazioni dell’evoluzione dell’Universo (1)
Il primo principio della termodinamica (o identità di Bianchi) implica

d 3
dt
( ) d
a ρ = −P a3
dt
Universo dominato dalla radiazione

d 3
dt
( ) 1 d
a ρ = − ρ a3
3 dt
→ ρ
d 3
dt
d 1 d
a + a3 ρ = − ρ a3
dt 3 dt
4 1 d 3 1 d d d
a = − ρ → ln a 4 = − ln ρ
3
3 a dt ρ dt dt dt
d
dt
( )
ln a 4 ρ = 0 ⇒ ρR ∝
1
a4

Universo dominato dalla materia


d 3
dt
( )
a ρ =0 ⇒ ρ NR ∝
1
a3
Equazioni dell’evoluzione dell’Universo (2)
Nel nostro Universo abbiamo una componente relativistica (fotoni) ed
una componente non relativistica (DM, protoni e neutroni)
ρ NR ρ NR a (t BBN ) ρ NR
(t ) ∝ a (t ) ⇒ (t BBN ) = ⋅ (t0 )
ρR ρR a (t0 ) ρ R
ρ NR a(t BBN ) ρ NR
(t0 ) ≈ 10 4 ≈ 10 −8 ⇒ (t BBN ) ≈ 10 − 4
ρR a (t0 ) ρR

Quindi all’epoca della BBN l’universo è dominato dalla componente


UR, per cui l’equazione di Friedmann durante la BBN ha la forma:
8πGN
H =
2
ρR
3

Il termine proporzionale alla curvatura dell’Universo è stato omesso


perché è trascurabile durante la nucleosintesi (il CMBR ha mostrato
che è trascurabile ancora oggi).
Equilibrio cinetico ed equilibrio chimico
Un gas di particelle i ed un gas di particelle j non interagenti fra loro avranno in
generale temperature diverse. Se invece i due gas interagiscono e la velocità
dei processi di interazione è maggiore della velocità di espansione
dell’Universo i due gas avranno la stessa temperatura (equilibrio cinetico)
Tj = Ti
Se esistono processi di produzione e distruzione di particelle del tipo
A+B⌦C+D
ed il processo è rapido rispetto all’espansione dell’Universo, le concentrazioni
delle particelle non sono indipendenti e si ha (equilibrio chimico)
μ(A) + μ(B) = μ(C) + μ(D)
Considerando processi tipo e+e- ⇒ 2χ, e+e- ⇒ 3χ, e+e- ⇒ 4χ,…
all’equilibrio chimico, si deduce che il potenziale chimico dei fotoni è nullo (più
in generale si può vedere che il potenziale chimico per particelle relativistiche
può essere di solito trascurato) e quello delle particelle è uguale ma di segno
opposto rispetto a quello delle rispettive antiparticelle.
Asimmetria materia-antimateria
Consideriamo un gas di protoni, antiprotoni e fotoni.
Se il potenziale chimico di protoni ed antiprotoni fosse nullo, allo
scendere della temperatura avrei sempre meno particelle massive, fino
di fatto alla loro estinzione
Un potenziale chimico non nullo introduce una asimmetria fra materia
ed antimateria (la densità numerica delle particelle è diversa da quella
delle antipaticelle). Al diminuire della temperatura protoni ed antiprotoni
si annichilano e quando gli antiprotoni finiscono il numero di protoni si
congela. Quindi i protoni non sono più in equilibrio e la loro densità
numerica decresce come l’inverso del cubo del fattore di scala a(t)
(polvere).
Se il numero barionico totale dell’Universo è diverso da zero, non è
possibile che tutti i potenziali chimici siano uguali zero perché in tal
caso avrei una perfetta simmetria fra materia ed antimateria.
SEZIONE 3:
LA BBN
Espansione dell’Universo
Quando l’Universo ha un temperatura T≈10 MeV, nel
contesto del Modello Standard (SM) si hanno
Particelle relativistiche: e+, e-, νe, anti-νe, νλ, anti-νλ, ντ, anti-
ντ;
Particelle non relativistiche: p, n (le rispettive antiparticelle
non esistono più).
A queste temperature la densità dell’energia dell’Universo
è data con ottima approssimazione solo dalle particelle
relativistiche. Quindi nell’equazione di Friedmann trascuro
la materia non relativistica:

8πGN 8πGN π 2 4
H=
3
∑ρ iR =
3
g∗ T
30
i
Il numero di gradi di libertà
Il contenuto di energia dell’universo viene solitamente parametrizzato
mediante il numero di gradi di libertà g* . Alla BBN

[gELETTRONI + gPOSITRONI + N FAMIGLIE (gNEUTRINI + gANTINEUTRINI )] =


7
g∗SM (T = 10 MeV ) = gFOTONI +
8
[2 + 2 + 3⋅ (1+ 1)] = 10.75
7
=2+
8

La velocità di espansione dell’Universo è determinata dal numero di tipi


di particelle leggere. Quindi posso utilizzare la nucleosintesi per porre
limiti sulle possibili estensioni dello SM

g ∗ = g ∗SM + g~∗

Esempio:

g ∗ (T = 10 MeV ) = 10.75 +
7
(N FAMIGLIE − 3)
4
Velocità reazioni vs espansione Universo
Velocità della reazione (probabilità per unità di tempo della reazione)

Γ = n σV

Velocità di espansione dell’Universo (Universo dominato dalla radiazione)


1
H (t ) =
2t
Condizione per l’equilibrio della reazione (tempi di interazione molto più piccoli
della velocità di espansione dell’Universo)
Γ
(t ) >> 1
H
Reazione fuori dall’equilibrio (tempi di interazione molto più lunghi della
velocità di espansione dell’Universo)
Γ
(t ) << 1
H
Γ
Momento critico (“freeze-out” dell’interazione) (t ) ≈ 1
H
Temperatura di freeze-out
Γ = n σV
n ∝T3 σ ∝ GF2 ECM
2
∝ GF2 T 2 V ≈1 ⇒ Γ ∝ GF2 T 5

8πGN π 2
H= g∗ T 2
3 30

3
Γ ⎛ Tf ⎞ 10.75
(t f ) ≈ ⎜ ⎟ ≈1 ⇒ T f ≈ 1 MeV
H ⎜ 1 MeV ⎟ g∗
⎝ ⎠

Un calcolo più dettagliato porta a stimare la temperatura di freeze-out fra 0.8 e


0.7 MeV.
Ogni piccola variazione della temperatura di freeze-out può modificare in modo
significativo le abbondanze successive perché questa temperatura è molto
vicino al valore di Δm. Anche se la temperatura di freeze-out dipende
debolmente da g*, possiamo ottenere ugualmente limiti significativi.
Protoni e neutroni in equilibrio statistico
A T≈10 MeV neutroni e protoni sono all’equilibrio grazie alle reazioni deboli:

n + e+ ↔ p + ν e n + ν e ↔ p + e− n → p + e− + ν e
Quando T ≈ 0.8MeV le reazioni si “congelano” nel senso che la loro rate diventa
più piccola dell’espansione dell’universo (vd slide precedente). Il rapporto tra le
densità di neutroni e protoni in questo momento è dato dal valore di equilibrio:

nn ⎡ μn − m n μ p − m p ⎤ ⎡ Δm + μνe ⎤
= exp⎢ − ⎥ = exp⎢− ⎥⎦
np ⎣ T T ⎦ ⎣ T
Δm ≡ mn − m p = 1.29 MeV

e può essere considerato approssimativamente costante per tutta la durata della


BBN nonostante il decadimento del neutrone lo faccia diminuire leggermente.
Da notare che il rapporto tra numero di neutroni e protoni è sensibile ad un
eventuale asimmetria leptonica.
Annichilazione degli elettroni
Quando T≤1MeV la reazione ↔ γ fuori dall’equilibrio e gli
e e va + −

elettroni si annichilano in fotoni. Quindi la loro entropia viene trasferita


ai fotoni che di conseguenza diventano più caldi dei neutrini, già
disaccoppiati:
sν (Tν )
S = cos t ⇒
sγ + se + + se −
2π 2 7 2π 2 2π 2 7
sν (Tν ) = 6 ⋅ T 3ν sγ (Tγ ) = 2 ⋅ T 3γ se ± (Tγ ) = 4 ⋅ T 3γ
45 8 45 45 8

7 7
6 6 ⋅ T 3ν
8 Tν 3 4
=8 ⇒ =
7
2+ 4 2 ⋅ T 3
γ Tγ 11
8
Sintesi degli elementi (1)
L’abbondanza di neutroni è:
nn 1 1
X n (t < t f ) = = =
n p + nn n p ⎡ Δm ⎤
+ 1 exp ⎢ ⎥ +1
nn ⎣ T ⎦
⎡ t ⎤
X n (t > t f ) = X n (t f ) exp ⎢− ⎥ τ n = 885.7 s
⎣ τn ⎦
nA A
Definiamo la frazione in massa di una specie: XA =
nN
A −1
⎛ T ⎞
3
5 3A −5
A −1
1−A 2
A −Z ⎛ BA ⎞
X A = gA A 22 2
ς3 π 2
⎜ ⎟ η A −1 Z
X p Xn exp⎜ ⎟
⎝ mN ⎠ ⎝T ⎠
dove η rappresenta il rapporto neutroni su fotoni: η = n B /nγ
e l’energia di legame è BA = Z ⋅ m p + (A − Z) ⋅ m p − mA e assume valori che
variano da 2.22 MeV (2D) a 92.2MeV (12C). Questo corrisponde a energie di
legame per nucleone da 1 a 8 MeV circa.
Sintesi degli elementi (2)
Siccome i fotoni sono UR, la loro densità in numero è proporzionale alla
loro entropia. Quindi η è inversamente proporzionale all’entropia, il cui
alto valore inibisce la produzione degli elementi fino a T≈0.3MeV, che è
molto minore dell’energia di legame per nucleone bA. Una stima della
temperatura alla quale una specie diventa termodinamicamente favorita si
può stimare imponendo XA ≈1, da cui, numericamente:
T2 D = 0.07MeV b 2 D = 1.11MeV ; T3 He = 0.11MeV b 3 He = 2.57MeV

T4 He = 0.28MeV b 4 He = 7.07MeV ; T12 C = 0.25MeV b12 C = 7.68MeV

Al di sopra di TA sono favoriti i nucleoni liberi. Da notare il “Deuterium


bottleneck”: la temperatura di produzione del deuterio è molto bassa e su
questo si basa la produzione di tutti gli elementi più pesanti (vd slide
successiva).
Sintesi degli elementi (3)
La catena di reazioni che avviene è:
3

D + D →3 He + n ; He + D →4 He + p
3

D + D →3 H + p ; H + D →4 He + n
D + D →4 He + γ
Abbiamo visto in precedenza il valore del rapporto neutroni su protoni al freezing;
esso diminuisce ulteriormente quando avviene la BBN per effetto del decadimento
del neutrone:
n 1 n 1
(TW ) ≈ (TN ) ≈
p 6 p 7
A T<TN≈0.1MeV le quantità di deuterio ed elio prodotte sono determinate dalle
distribuzioni di equilibrio. Una stima approssimativa della quantità di 4He prodotta
si può ricavare assumendo che tutti i neutroni esistenti producano questo
elemento:
n
2 (TN )
4n n /2 p
X 4 He = = ≈ 0.25
n n + n p 1+ (T )
n
N
p
Sintesi del deuterio (1)
Relazione fra tempo e temperatura in un Universo dominato dalla radiazione
2
1 45 1 ⎛ 1 MeV ⎞
t= = ≈ ⎜⎜ ⎟⎟ s
2H 16π GN g ∗ T
3 2
⎝ T ⎠
Abbondanza di neutroni

nn 1 1
X n (t < t f ) = = =
n p + nn n p ⎡ Δm ⎤
+ 1 exp ⎢ ⎥ +1
nn ⎣ T ⎦
⎡ t ⎤
X n (t > t f ) = X n (t f ) exp ⎢− ⎥ τ n = 885.7 s
⎣ τn ⎦

Processo responsabile della formazione del deuterio


n+ p ↔ d +γ
Sintesi del deuterio (2)
All ' equilibrio chimico : n + p ↔ d + γ ⇒ μ n + μ p = μ d + μγ = μ d
⎡ μn + μ p ⎤
3/ 2
⎛m T ⎞ ⎡ m ⎤
nd = g d ⎜ d ⎟ exp ⎢− d ⎥ exp ⎢ ⎥
⎝ 2π ⎠ ⎣ T ⎦ ⎣ T ⎦
3/ 2
g d ⎛⎜ md ⎞⎟ ⎛ 2π ⎞ ⎡ m p + mn − md ⎤
3/ 2
nd
nd = n p nn = n p nn ⎜ ⎟ exp ⎢ ⎥
n p nn g p g n ⎜⎝ m p mn ⎟⎠ ⎝ T ⎠ ⎣ T ⎦
1
mN ≈ m p ≈ mn ≈ md Bd = m p + mn − md = 2.225 MeV
2
3/ 2
g ⎛ 2π ⎞ ⎡B ⎤
nd = n p nn d 23 / 2 ⎜⎜ ⎟⎟ exp ⎢ d ⎥
g p gn ⎝ N ⎠
m T ⎣T ⎦
3/ 2
nd n p nn g d 3 / 2 ⎛ 2π ⎞ ⎡B ⎤
Xd = = nB 2 ⎜⎜ ⎟⎟ exp ⎢ d ⎥
nB nB nB g p gn ⎝ mN T ⎠ ⎣T ⎦
np n n
Xp = Xn = n η= B
nB nB nγ
3/ 2
g d 3 / 2 ⎛ 2π ⎞ ⎡B ⎤
X d = X p X nη nγ 2 ⎜⎜ ⎟⎟ exp ⎢ d ⎥
g p gn ⎝ N ⎠
m T ⎣T ⎦
Sintesi del deuterio (3)
3/ 2
g d 3 / 2 ⎛ 2π ⎞ ⎡B ⎤
X d = X p X nη nγ 2 ⎜⎜ ⎟⎟ exp ⎢ d ⎥
g p gn ⎝ mN T ⎠ ⎣T ⎦
1
nγ ≈ T 3 g p = gn = 2 gd = 3
4
3/ 2
⎛ T ⎞ ⎡B ⎤
⇒ X d ≈ 8 X p X nη ⎜⎜ ⎟⎟ exp ⎢ d ⎥
⎝ mN ⎠ ⎣T ⎦

Stima della temperatura della sintesi del deuterio

Bd
Xd ≈ X p ≈ Xn ≈1 ⇒ Td ≈
3 ⎛T ⎞
− ln η − ln⎜⎜ d ⎟⎟
2 ⎝ mN ⎠

Procedendo per approssimazioni successive si trova una temperatura intorno a 0.07 MeV
Sintesi dell’elio-4
Una volta formatosi il deuterio in quantità ragionevoli, inizia la sintesi degli altri elementi leggeri che
non è ostacolata dai fotoni perché le loro energie di legame sono maggiori di quella del deuterio (E’ la
difficoltà di sintetizzare il deuterio che limita la formazione degli altri elementi – “deuterium bottleneck”)
Tempo di innesco della nucleosintesi (BBN)

2
⎛ 1 MeV ⎞
Td ≈ 0.07 MeV ⇒ t BBN ≈ ⎜⎜ ⎟⎟ s ≈ 3 min
⎝ Td(nucleo
Lo stato più fortemente legato fra gli elementi leggeri è l’elio-4 ⎠ doppiamente magico). Posso
considerare che tutti i neutroni sopravvissuti al tempo di inizio della BBN vadano a sintetizzare l’elio-4

2nn
Y ( 4He) = (t BBN ) = 2 X n (t BBN ) ≈ 0.25
n p + nn
IMPORTANTE: La BBN è responsabile della maggior parte dell’elio-4 del nostro Universo – I processi
stellari non sono in grado di spiegare una abbondanza in massa di elio-4 superiore all’1-2%
Ostacolo alla sintesi di elementi più pesanti
Dato che non esistono elementi stabili con numero di massa atomica fra A = 5
ed A = 8 non è possibile produrre elementi pesanti durante la BBN
Il berillio-8 è instabile
4
He+ 4He→8Be→ 4He+ 4He

L’elio-5 ha una vita media brevissima


4
He + n→5He τ ( 5He) ≈ 10 −23 s

L’elio-3 è poco abbondante per cui non è possibile produrre sufficiente litio-7 e
quindi elementi ancora più pesanti
4
He+ 3He→7 Be + γ
7
Be→7 Li + e + +ν e
SEZIONE 4:
CONFRONTO CON DATI
SPERIMENTALI E CON
LA CMB
Abbondanze degli elementi
La Standard BBN (SBBN) ha un unico parametro libero, il rapporto fra numero
di barioni e numero di fotoni η (il valore non cambia con il tempo).
Le abbondanze degli elementi leggeri possono essere ottenuti solo con calcoli
numerici dettagliati. Le previsioni teoriche sono:
Abbondanza in massa dell’elio-4: Y(4He) ≈ 0.25
Abbondanza in numero del deuterio: X(d) ≈ 10 -5 - 10 -4
Abbondanza in numero dell’elio-3: X(3He) ≈ 10 -5 - 10 -4
Abbondanza in numero del litio-7: X(7Li) ≈ 10 -10 - 10 -9
Per quanto riguarda le osservazioni sperimentali, dopo la fine della BBN il
deuterio viene bruciato nei processi stellari. Siccome non c’è un meccanismo
di produzione associato, le misure della sua abbondanza devono essere prese
come un limite inferiore dell’abbondanza primordiale. Per ricavare
l’abbondanza primordiale si cerca di osservare sistemi con bassa attività
stellare (a bassa metallicità) come alcuni quasar dove si dovrebbe osservare
un plateau. I dati indicano a 1 σ:
(X(d) = (2.8±0.3) 10 -5 (In ottimo accordo con WMAP)
Le misure dell’abbondanza di elio-3 e litio-7 primordiale sono ritenute non
attendibili a causa dei processi di distruzione e sintesi in cui questi elementi
sono coinvolti.
Produzione di elio 4 - da cosa dipende
Qualitativamente è possibile capire la dipendenza della produzione di
Y(4He) da alcuni parametri:
1- Un η più grande porta ad una sintesi del deuterio a temperature più
alte e quindi viene ridotto il tempo fra il freeze-out delle interazioni
protoni-neutroni e la formazione di nuclei (momento in cui i neutroni
diventano stabili). Decadono meno neutroni e si forma più elio-4 (La
dipendenza è comunque debole, di tipo logaritmico)
2- Un g* più grande (per esempio dovuto 4 famiglie leptoniche) aumenta
la temperatura di freeze-out delle interazioni protoni-neutroni e quindi
anche in questo caso viene ridotto il tempo in cui i neutroni sono liberi
ed instabili. Quindi si forma più elio-4.
3- Asimmetria leptonica ξ=μ/T da cui la BBN pone il vincolo
sull’asimmetria leptonica: |ξνe |<0.1.
4- La vita media del neutrone (885.7±0.8) s, che entra nel decadimento
della particella e nella sua dipendenza dalla costante di Fermi G, che a
sua volta influenza la rate delle interazioni deboli (slides 25-26).
L’elio 4 - misure sperimentali
Contrariamente a quanto avviene per il deuterio, l’abbondanza di elio 4
aumenta nel corso dell’evoluzione dell’universo grazie ai processi stellari.
Ancora una volta è quindi necessario sondare regioni “giovani” dell’universo, in
particolare nubi di idrogeno
ionizzato a bassa metallicità.
In figura l’abbondanza di elio
è raffigurata in funzione di
quella di ossigeno, considerato
un indicatore della metallicità.
Come si vede dalla figura, si
ha un’incertezza statistica
piuttosto bassa. Le stime
sull’abbondanza di elio
primordiale concordano sul
valore
YHe = 0.249 ± 0.009
Consistenza del modello
Consideriamo la fisica del modello
standard, quindi ignoriamo la possibile
esistenza di extra particelle, di
asimmetrie leptoniche etc. La
nucleosintesi primordiale dipende in
questo caso da un solo parametro
libero, ovvero il numero di barioni su
fotoni η. Quindi ogni misura di elementi
primordiali ne vincola il valore. Se il
modello è corretto chiaramente questi
vincoli su η devono essere consistenti
tra di loro. I dati presi nella modalità più
conservativa sono compatibili tra di loro
e indicano il valore
4.7 ≤ η10 ≤ 6.5 (95% C.L.)
N.B. Abbiamo utilizzato a un’età
dell’universo di circa 1s della microfisica
“standard” e abbiamo ottenuto dei
risultati compatibili per valori che
variano su ben 9 ordini di grandezza!!!
La radiazione cosmica di fondo 1
Come previsto dal modello cosmologico
standard, l’universo è permeato da un
fondo di fotoni (radiazione cosmica di
fondo o CMB) che hanno oggi uno
spettro di corpo nero con una
temperatura di circa 2.725 Kelvin.
Questa radiazione non è perfettamente
omogenea, ci sono delle variazioni di
temperatura tra diversi punti del cielo
(fluttuazioni) con dimensione relativa
circa 10-5. Le fluttuazioni sono state
misurate in particolare da due satelliti
lanciati dalla NASA: il Cosmic
Background Explorer (COBE, 1989-
1996) e il Wilkinson Microwave
Anisotropy Probe (WMAP, 2001-oggi).
N.B. Ad aprile dovrebbe partire Planck,
il satellite europeo!
La radiazione cosmica di fondo 2
In seguito alla BBN l’universo contiene nuclei atomici perfettamente
ionizzati. Questo perché la temperatura dei fotoni è così alta che gli
atomi vengono fotodissociati. Quando l’universo ha circa 400.000 anni,
la temperatura scende al di sotto dei 3000 K (2.7°C) e si formano gli
atomi. Questa fase va sotto il nome di “disaccoppiamento radiazione-
materia”. In seguito i fotoni propagano liberamente e la loro energia
viene “diluita” per effetto dell’espansione cosmica.
IMPORTANTE: le caratteristiche della CMB sono fissate al momento del
disaccoppiamento, ovvero 105 anni dopo la BBN!
La misura delle fluttuazioni della CMB permette la stima del rapporto
barioni su fotoni η. Secondo il modello cosmologico standard il valore di
η alla BBN e al disaccoppiamento radiazione-materia dovrebbe
coincidere. I risultati di WMAP danno η10 = 6.11 ± 0.19, in perfetto
accordo con la BBN e con le misure di deuterio ed elio-4.
Nota: il litio potrebbe dare indicazioni di fisica oltre il MS o soffrire delle
incertezze nel campo dell’astrofisica stellare. La seconda ipotesi è
considerata la più attendibile.
Densità di energia barionica (1)
Densità numerica dei fotoni oggi (CMBR): nγ (t0) circa 400 cm-3
Densità numerica di barioni oggi: nB (t0) η nχ (t0)

Densità critica dell’Universo (Universo con k = 0)


8πGN 3H 02
H =
2
ρCRIT (t0 ) ⇒ ρ CRIT (t0 ) =
8πGN
0
3
ρi
Ωi ≡
ρ CRIT
ρB mNη nγ (t0 )
ρ B (t0 ) = mN nB (t0 ) = mNη nγ (t0 ) ⇒ Ω B (t0 ) = (t0 ) =
ρ CRIT 3H 02
8πGN
km mNη nγ (t0 )
H 0 = 100h0 ⇒ Ω B (t0 )h02 =
s ⋅ Mpc ⎛ km ⎞
2

30000⎜⎜ ⎟⎟
⎝ s ⋅ Mpc ⎠
8πGN
Densità di energia barionica (2)
Abbiamo visto come le misure di
abbondanze di elementi primordiali e la
BBN siano consistenti con il range di valori
4.7 ≤ η10 ≤ 6.5.
Da qui si deduce che la densità di energia
barionica dell’universo è ΩB ≈ 0.04.
Se si uniscono i risultati delle supernovae
(SNe Ia), quelli dell’anisotropia della
radiazione cosmica di fondo (CMBR) e
quelli sulla formazione delle strutture a
grande scala si trova chiaramente il
risultato ΩMAT ≈ 0.3
Quindi la maggior parte della materia
massiva che è presente nell’Universo è di
natura non barionica ed a noi
completamente sconosciuta (Problema
della materia oscura (DM))
Attuali miglior candidati alla DM: particelle supersimmetriche massive, debolmente
interagenti ed elettricamente neutre (Neutralini)
SOMMARIO 1
1. A partire dalla teoria della relatività generale e dal modello
standard delle particelle elementari è possibile costruire il
modello della nucleosintesi primordiale, avvenuta quando
l’universo aveva pochi minuti.
2. Durante la BBN vengono prodotti i nuclidi leggeri (fino al
Li) con abbondanze molto eterogenee (da 0.25 a 10-10).
3. La BBN (in particolare l’abbondanza di 4He) è influenzata
dal contenuto di energia dell’universo, che all’epoca è
dominato dalla componente relativistica. Da qui si possono
mettere forti vincoli su eventuale fisica oltre il MS.
4. La BBN è influenzata dal rapporto barioni su fotoni η, che
cambia la produzione di diversi elementi (D, He, Li).
5. Le abbondanze di questi elementi si posso misurare nelle
zone “giovani” dell’universo. Dipendono tutte da η e indicano
valori di questo parametro in buon accordo tra di loro.
SOMMARIO 2
6. Lo stesso η si può misurare dalla radiazione cosmica di
fondo, le cui caratteristiche “descrivono” l’universo a circa
500.000 anni; i valori di η ricavati da deuterio ed elio-4
primordiali e dalla CMB sono compatibili.
7. Il litio, che sembrerebbe indicare un η più basso risente
delle incertezze sui modelli stellari.
8. Ci sono delle problematiche aperte, ad es. indicazioni di
Ωtot =1, da cui devono esistere materia ed energia oscura, la
cui natura ci è ignota.
9. Un altro problema ancora non risolto è l’origine della
asimmetria barionica e delle fluttuazioni.
CONCLUSIONI:
• Abbiamo una buona
comprensione di come sia
avvenuta la BBN.
• Possiamo effettuare misure
sperimentali e porre forti vincoli
sulla fisica oltre il MS.
• Tutto questo riguarda
il 4% del nostro universo.
• Tutto il resto
ci è totalmente ignoto!

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