Cei 64-8-5
Cei 64-8-5
PROGETTO
Progetto Data Scadenza Inchiesta
C. 1327 17-12-2023
Data Pubblicazione
2023-10
Classificazione
64-8/5
Titolo
Impianti elettrici a tensione nominale non superiore a 1 000 V in
corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua
Parte 5: Scelta e installazione dei componenti elettrici
Title
Low-voltage electrical installations
Part 5: Selection and erection of electrical equipment
INDICE
PREMESSA 5
PARTE 5 SCELTA ED INSTALLAZIONE DEI COMPONENTI ELETTRICI 7
CAPITOLO 51 REGOLE COMUNI 7
510 INTRODUZIONE 7
511 CONFORMITÀ ALLE NORME E CORRETTA INSTALLAZIONE 7
512 CONDIZIONI DI SERVIZIO E INFLUENZE ESTERNE 8
513 ACCESSIBILITÀ 32
514 IDENTIFICAZIONE 32
515 PREVENZIONE DI INFLUENZE RECIPROCHE DANNOSE 35
CAPITOLO 52 SCELTA E MESSA IN OPERA DELLE CONDUTTURE (ELETTRICHE) 38
520 GENERALITÀ 38
521 TIPI DI CONDUTTURE 39
522 SCELTA ED INSTALLAZIONE IN FUNZIONE DELLE INFLUENZE ESTERNE 49
523 PORTATE 55
524 SEZIONI DEI CONDUTTORI 58
525 CADUTA DI TENSIONE NEGLI IMPIANTI UTILIZZATORI 60
526 CONNESSIONI ELETTRICHE 60
527 SCELTA E MESSA IN OPERA DELLE CONDUTTURE AVENTE LO 63
SCOPO DI RIDURRE AL MINIMO LA PROPAGAZIONE DELL’INCENDIO
528 VICINANZA A CONDUTTURE DI ALTRI SERVIZI 65
529 SCELTA E MESSA IN OPERA IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI 67
PER LA MANUTENZIONE, COMPRESA LA PULITURA
CAPITOLO 53 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE, DI SEZIONAMENTO E DI COMANDO 69
530 GENERALITÀ E PRESCRIZIONI COMUNI 69
531 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 70
MEDIANTE INTERRUZIONE AUTOMATICA DELL’ALIMENTAZIONE
532 DISPOSITIVI PER LA PROTEZIONE CONTRO IL RISCHIO DI INCENDIO 77
533 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI 79
534 DISPOSITIVI PER LA PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI TRANSITO- 86
RIE
535 DISPOSITIVI PER LA PROTEZIONE DI MINIMA TENSIONE 119
536 SOSTITUITO DA SEZIONE 570
537 DISPOSITIVI DI SEZIONAMENTO E DI COMANDO 120
538 DISPOSITIVI DI CONTROLLO 129
CAPITOLO 54 MESSA A TERRA E CONDUTTORI DI PROTEZIONE 134
541 GENERALITÀ 134
542 COLLEGAMENTI A TERRA 134
543 CONDUTTORI DI PROTEZIONE 139
544 IMPIANTI DI TERRA DI PROTEZIONE 145
545 IMPIANTO DI TERRA FUNZIONALE 145
546 IMPIANTO DI TERRA COMBINATO DI PROTEZIONE E FUNZIONALE 146
547 CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI 146
CAPITOLO 55 APPLICAZIONE DELLE PRESCRIZIONI PER LA SICUREZZA 156
551 GRUPPI GENERATORI DI BASSA TENSIONE 156
557 CIRCUITI AUSILIARI 167
559 APPARECCHI E IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE 175
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Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
PREMESSA
Questa Parte 5 “Scelta ed installazione dei componenti elettrici” della Norma CEI 64-8, fornisce le pre-
scrizioni relative alla scelta ed alla installazione dei componenti elettrici necessari per la attuazione delle
misure di protezione trattate nella Parte 4. In particolare sono trattate le prescrizioni riguardanti la scelta
delle condutture elettriche, le loro modalità di posa e la determinazione delle loro portate, le prescrizioni
riguardanti gli impianti di terra e quelle riguardanti la scelta dei dispositivi destinati alla protezione contro
i contatti elettrici e contro le sovracorrenti e dei dispositivi di sezionamento e di comando.
Questo fascicolo deve essere utilizzato congiuntamente alle altre 7 Parti che costituiscono la
Norma CEI 64-8.
Note informative
Questa edizione della Norma CEI 64-8, rispetto alla precedente edizione, oltre ad alcune modifiche e cor-
rezioni evidenziate con una riga a lato, sostituisce completamente il Capitolo 52 e la sezione 537 come
di seguito descritto.
Nel Capitolo 52 le principali modifiche si riferiscono ai cavi, per i quali il 1° luglio 2017 sono entrate pie-
namente in vigore le disposizioni del Regolamento sui prodotti da costruzione ((UE)
n. 305/2011 (CPR)) per quanto riguarda la Reazione al fuoco. Questi requisiti sono ora espressi con rife-
rimento alle classi pertinenti secondo la norma EN 13501-6*.
NOTA Il CPR armonizza i metodi di valutazione e di prova, i mezzi di dichiarazione della prestazione del prodotto e il sistema di
valutazione della conformità dei prodotti da costruzione, ma NON i regolamenti edilizi nazionali. La scelta delle classi richieste per il
particolare uso previsto è lasciata alle autorità di regolamentazione e ai committenti del settore pubblico/privato a livello nazionale.
Tuttavia, è essenziale che tali classi richieste siano espresse in modo coerente (linguaggio tecnico) come utilizzato nelle specifiche
tecniche armonizzate”.
* Principali Norme CEI per cavi CPR: CEI UNEL 35016, CEI 20-13, CEI 20-38, CEI 20-45, CEI 20-107/3
La Sezione 537 è stata adattata per fornire i requisiti sull’attuazione delle misure previste nel Capitolo 46
e i requisiti per il corretto funzionamento, in termini di scelta e installazione di apparecchiature elettriche
per il sezionamento e manovra. Un’altra modifica tecnica significativa è l’introduzione dell’allegato A.
NOTA il testo del Capitolo 46 è stato rivisto in modo da includere solo i requisiti generali sulle misure di sezionamento e manovra
per garantire la sicurezza delle persone, degli animali e dei beni.
– Nelle applicazioni per l’illuminazione di emergenza sono stati aggiunti requisiti per evitare che i sistemi
di illuminazione di emergenza siano influenzati negativamente da qualsiasi sistema di controllo.
– Aggiunta di requisiti per gli apparecchi per l’illuminazione d’emergenza per fornire la piena potenza
luminosa di progetto in caso di qualsiasi guasto al circuito finale.
– Aggiunta di un nuovo Allegato D (informativo): Dispositivo antincendio.
– Aggiunta di un nuovo Allegato E (informativo): Esempio di metodi di installazione dei servizi di sicurez-
za con tubi, canalizzazioni/passerelle ecc..
– Aggiunta di un nuovo Allegato F (informativo): Condutture
– Aggiunta di un nuovo Allegato G (informativo): Guida ai luoghi adatti per le sorgenti elettriche per i
servizi di sicurezza.
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51 Regole comuni
510 Introduzione
Commento
511 L’uso dei componenti elettrici conformi alle relative Norme CEI riguardanti la sicurezza permette
di soddisfare le prescrizioni di questa Sezione. Con riferimento alla Direttiva Bassa Tensione 2014/35/
CE (ex Direttiva 73/23/CEE), la rispondenza ai requisiti di sicurezza dei componenti elettrici d’im-
pianto, ricadenti nel campo di applicazione previsto dalla Direttiva stessa, dovrà essere comprovata
dalla presenza della marcatura CE, attestante la rispondenza ai requisiti essenziali di tale Direttiva.
La marcatura CE è obbligatoria e deve venire apposta dal fabbricante, importatore o rappresentante
autorizzato il quale dichiara, in tal modo, che il prodotto rispetta i requisiti base della legislazione euro-
pea applicabile (Direttiva BT e altre Direttive applicabili al prodotto - es: Direttiva EMC). Ove esista una
norma tecnica (armonizzata, internazionale o nazionale) relativa a componenti elettrici soggetti alla
Direttiva BT, la rispondenza di un componente elettrico a tale norma è accettata come conformità ai re-
quisiti essenziali della Direttiva. In tal caso la presenza eventuale sul componente elettrico, in aggiunta
alla marcatura CE, di un marchio di conformità (per esempio il marchio IMQ) alla norma, garantisce
la conformità alla norma stessa. Se il componente elettrico non è provvisto di marcatura CE, oppure
in caso di componente elettrico non soggetto ad altre Direttive, di altra adeguata documentazione
(marchi di conformità, attestati rilasciati da organismi indipendenti e riconosciuti dalla UE, dichiarazio-
ne del costruttore di rispondenza alle norme, relazione rilasciata da un organismo riconosciuto dalla
UE) il componente elettrico deve comunque rispettare la Direttiva Sicurezza Prodotti (2001/95/CE; in
Italia D.L. n. 172 21/05/2004). In quest’ultimo caso è opportuno che l’installatore richieda al costrutto-
re, all’importatore o al rappresentante autorizzato, la documentazione attestante che il componente
elettrico è costruito a regola d’arte.
La dichiarazione di conformità del componente elettrico alla regola dell’arte, può essere contenuta
anche nei cataloghi del costruttore.
511.1 Ogni componente elettrico deve essere conforme alle prescrizioni di sicurezza delle Norme CEI
che lo riguardano e deve essere installato in accordo con le prescrizioni della presente Norma e con le
istruzioni fornite dal costruttore, tenendo conto in particolare delle condizioni ambientali.
Commento
511.1 La schiuma deve superare la prova al filo incandescente a 650 °C.
In caso di pareti cave la schiuma, eventualmente utilizzata in aggiunta ai mezzi di fissaggio della
scatola alla parete cava (mezzi normalmente presenti nelle scatole per pareti cave), deve superare la
prova al filo incandescente a 850 °C anziché a 650 °C.
511.2 Quando non esistono norme CEI applicabili, il componente elettrico deve essere scelto mediante
speciale accordo tra il committente e l’installatore.
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512.1.1 Tensione
I componenti elettrici devono essere adatti alla tensione nominale (valore efficace in c.a.) di alimentazio-
ne dell’impianto.
Se, negli impianti IT, il conduttore di neutro è distribuito, i componenti elettrici collegati tra fase e neutro
devono essere isolati per la tensione tra le fasi.
NOTA Per alcuni componenti elettrici può essere necessario tenere conto della tensione più elevata e/o della tensione più bassa
che si possono avere nell’esercizio ordinario.
Commento
512.1.1 La tensione nominale di un componente elettrico non deve essere inferiore alla tensione no-
minale dell’impianto. Per i componenti elettrici il cui funzionamento dipenda dalla tensione, le Norme
CEI che li riguardano danno indicazioni sulla scelta del valore della loro tensione nominale, tenendo
conto delle variazioni della tensione nominale dell’impianto.
512.1.2 Corrente
I componenti elettrici devono essere scelti tenendo conto della corrente (valore efficace in c.a.) che li
percorre nell’esercizio ordinario.
I componenti elettrici devono essere anche in grado di sopportare le correnti che li possono attraversare
in condizioni di esercizio non ordinario per periodi di tempo determinati dalle caratteristiche dei dispositivi
di protezione.
512.1.3 Frequenza
Se la frequenza ha influenza sulle caratteristiche dei componenti elettrici, la frequenza nominale di tali
componenti elettrici deve corrispondere alla frequenza della corrente nel circuito corrispondente.
512.1.4 Potenza
I componenti elettrici scelti in base alle loro caratteristiche di potenza devono essere adatti alle condizioni
ordinarie di servizio, tenendo conto dei coefficienti di utilizzazione.
512.1.5 Compatibilità
A meno che non siano adottate opportune precauzioni durante la messa in opera, tutti i componenti elet-
trici devono essere scelti in modo da non causare effetti dannosi agli altri componenti elettrici, né all’ali-
mentazione durante il servizio ordinario, comprendendo in questo anche le manovre.
NOTA Le informazioni sui parametri da prendere in considerazione sono riportate nella Norma CEI 64-8/4 Sezione 444.
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Commento
512.1.5 Secondo quanto stabilito dal Decreto Ministeriale 37/08, la persona responsabile dell’instal-
lazione (impianto) fissa, in Italia, è il responsabile tecnico dell’impresa installatrice.
Il livello di dettaglio della documentazione può variare da informazioni molto semplici a documentazio-
ne molto più dettagliata per installazioni complesse che potrebbero comportare importanti aspetti di
compatibilità elettromagnetica
Quando le installazioni sono costituite unicamente da apparecchi disponibili sul mercato, conformi
alla Direttiva EMC e marcati con la marcatura CE, le prescrizioni di documentazione sono soddisfatte
fornendo, su richiesta, le istruzioni per l’installazione, l’utilizzo e la manutenzione fornite dal costruttore
di ciascun apparecchio.
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Allegato 51A
(informativo)
Influenze esterne
51A.1 I componenti elettrici devono essere scelti e messi in opera secondo i requisiti della Tabella 51A.1
che indica le caratteristiche che i componenti elettrici devono possedere in accordo alle influenze esterne
ai quali i componenti potrebbero essere soggetti.
Le caratteristiche dei componenti devono essere determinate in accordo al grado di protezione o attra-
verso la conformità a delle prove.
51A.2 Se un componente elettrico non ha, per costruzione, le caratteristiche adeguate alle influenze
esterne del luogo di installazione, può, ciò nonostante, essere utilizzato a condizione che gli sia fornita
un’adeguata protezione supplementare al momento della messa in opera dell’impianto. Tale protezione
non deve influenzare in modo negativo il funzionamento del componente elettrico così protetto.
51A.3 Quando diverse influenze esterne si presentano contemporaneamente, esse possono avere un
effetto indipendente o possono influenzarsi reciprocamente ed i gradi di protezione devono essere scelti
di conseguenza.
51A.4 La scelta dei componenti in accordo alle influenze esterne è necessaria non solo per garantirne il
corretto funzionamento, ma anche per assicurare l’affidabilità delle caratteristiche di protezione volte alla
sicurezza in conformità alle regole generali della CEI 64-8. Le caratteristiche di protezione garantite dai
componenti per costruzione sono valide solo nelle condizioni date delle influenze esterne e solo se
le prove sono state eseguite dal costruttore dei componenti in tali condizioni.
Commento
NOTA 1 Quando il termine “normale” appare nella terza colonna della Tabella 51 significa che la scelta del componente in
accordo ai requisiti minimi forniti da ciascuna norma applicabile a tale componente consente di garantire i requisiti della tabella.
NOTA 2 Ai fini della seguente norma, le seguenti classi di influenza esterna sono considerate normali:
La Tabella 51 fornisce una classificazione e codifica delle influenze esterne da considerare per il progetto e l’installazione
degli impianti elettrici.
Ogni condizione di influenza esterna è identificata da un codice che contiene sempre un gruppo di due lettere maiuscole e un
numero, come segue:
– La prima lettera si riferisce alla categoria generale di influenza esterna:
- A = Ambientale
- B = Uso
- C = Costruzione dell’edificio
– La seconda lettera identifica la natura della influenza esterna: A ..., B ..., C ...
– Il numero identifica la classe della influenza esterna: 1 ..., 2 ..., 3 ...
Per esempio, il codice AC2 identifica:
- A = ambientale
- AC= altitudine
- AC2: altitudine > 2 000 m
NOTA 3 la codifica definita nella Tabella 51 non è destinata ad essere utilizzata ai fini della marcatura dei prodotti.
NOTA 4 in questa edizione della norma, l’utilizzo dei codici è limitato e non è esteso a tutte le condizioni presenti nelle norme
IEC e HD equivalenti. L’allineamento sarà fatto nelle prossime varianti, in funzione del recepimento e aggiornamento dei
nuovi documenti internazionali e europei.
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Tabella 51A - Indice delle caratteristiche dei componenti elettrici in relazione alle influenze
esterne
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Tabella 51A.1
Caratteristiche
Classe di Applicazioni ed richieste per la scelta Riferimenti
Codice Caratteristiche
designazione esempi ed installazione del normativi
componente
Per la scelta dei cavi
Temperatura ambiente (AA) fare riferimento alla
tabella 52A
La temperatura Per la definizione di
è quella dell’aria temperature ambiente,
dell’ambiente nel luogo vedi 21.4
di installazione.
Il valore medio su
Si assume che la un periodo di 24 ore
temperatura ambiente non deve eccedere
consideri gli effetti il valore superiore di
degli altri componenti temperatura di 5 °C.
installati nello stesso
luogo. Per certe tipologie di
ambienti, potrebbe
La temperatura essere necessario
ambiente da combinare due intervalli
considerare per il tra quelli definiti
componente è la successivamente (per
temperatura del luogo es. tra 25 °C e +40 °C:
dove il componente AA3 + AA5).
deve essere Le installazioni esposte
installato risultante a temperature diverse
dall’influenza degli altri da queste gamme
componenti, quando devono essere soggette
sono in funzione, a requisiti specifici.
non considerano il
contributo termico
del componente da
installare.
La classe della
temperatura ambiente
si applica solo laddove
l’umidità non abbia
influenza.
Valore limite
inferiore e superiore
dell’intervallo
di temperature
ambiente
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Caratteristiche
Classe di Applicazioni ed richieste per la scelta Riferimenti
Codice Caratteristiche
designazione esempi ed installazione del normativi
componente
AA2 Molto freddo -40 °C +5 °C La classe AA2 Componenti Include gli intervalli di
corrisponde a appositamente temperatura della CEI
condizioni speciali, progettati o con EN 6072133, classe
come per esempio celle accorgimenti speciali a) 3K7, con temperatura
frigorifere. alta ristretta a +5 °C.
In ogni caso, se
la temperatura è Include gli intervalli di
inferiore a 25 °C, si temperatura della CEI
devono applicare EN 6072134,classe
precauzioni speciali 4K3, con temperatura
come per esempio dell’aria ristretta a +5
rivestimenti isolanti °C.
con caratteristiche
termiche e
meccaniche.
AA3 Freddo -25 °C +5 °C Componenti Include gli intervalli di
appositamente temperatura della CEI
progettati o con EN 60721 33, classe
accorgimenti speciali a) 3K6, con temperatura
alta ristretta a +5 °C.
In ogni caso, se
la temperatura è Include gli intervalli di
inferiore a 10 °C, temperatura della CEI
le condutture con EN 6072134,classe
guaina di isolamento 4K1, con temperatura
in PVC non possono dell’aria ristretta a
né essere maneggiate +5 °C.
né soggette a stress
meccanici.
AA4 Temperato -5 °C +40 °C Le installazioni Normale Include gli intervalli
all’interno degli edifici di temperatura della
ricadono nella classe CEI EN 6072133,
AA4. classe 3K5, con alta
temperatura ristretta a
+40 °C.
AA5 Caldo +5 °C +40 °C Normale Identica agli intervalli
di temperatura della
CEI EN 6072133,
classe 3K3.
AA6 Molto caldo +5°C +60°C La classe AA6 Componenti Include gli intervalli di
corrisponde a appositamente temperatura della CEI
condizioni speciali, progettati o con EN 60721-3-3, classe
come per esempio accorgimenti specialia). 3K7, con temperatura
forni per specifiche bassa ristretta a +5
applicazioni, saune. °C.e con temperature
alta ristretta a +60 °C
Include gli intervalli di
temperatura della CEI
EN 6072134,classe,
con temperatura
bassa ristretta a +5
°C.
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Caratteristiche
Classe di Applicazioni ed ri-chieste per la scel- Riferimenti
Codice Caratteristiche
designazione esempi ta ed installazione normativi
del componente
AA7 Esterni con -25°C +55°C Componenti Identica agli intervalli
riparo appositamente di temperatura della
progettati o con CEI EN 60721-3-3,
accorgimenti speciali a) classe 3K6.
In ogni caso, se la
temperatura è in
feriore a -10 °C, le
condutture con guaina
di isolamento in PVC
non possono né
essere maneggiate
né soggette a stress
meccanici.
AA8 Esterni senza -50°C +40°C Componenti Identica agli intervalli
riparo appositamente di temperatura della
progettati o con CEI EN 60721-3-4,
accorgimenti speciali a) classe 4K3.
In ogni caso, se
la temperatura è
inferiore a -25°C, si
devono applicare
precauzioni speciali
come per esempio
rivestimenti isolanti
con caratteristiche
termiche e
meccaniche.
a) Possono essere necessari alcuni accorgimenti speciali (per es. lubrificazione speciali)
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Caratteristiche
Classe di richieste per
Codi- Applicazioni ed Riferimenti norma-
de-signa- Caratteristiche la scelta ed
ce esempi tivi
zione installazione del
componente
Condizioni climatiche (Influenza combinata di temperatura e umidità) (AB)
Temperatura Umidità Umidità
dell’aria relativa assoluta
(%) (g/m3)
(°C)
AB1 Freddissimo -60 +5 3 +100 0,003 7 Ambienti interni Devono Include gli intervalli di
ed esterni con essere adottati temperatura della CEI
temperature speciali EN 60721-3-3, classe
estremamente accorgimenti b). 3K8, con temperatura
basse. alta ristretta a +5 °C.
Include gli intervalli di
temperatura della CEI
EN 60721-3-4, classe
4K4,con temperatura
bassa ristretta a
-60 °C and alta air
temperature ristretta a
+5 °C.
AB2 Molto freddo -40 +5 10 100 0,1 7 Ambienti interni ed Devono essere Include gli intervalli
esterni con basse adottati speciali di temperatura della
temperature. accorgimenti b). CEI EN 60721-3-3,
classe 3K7, with
alta temperature
ristretta a +5 °C.
Include gli intervalli di
temperatura della CEI
EN 60721-3-4, classe
4K4, con temperatura
bassa ristretta a
-60 °C and alta air
temperature ristretta a
+5 °C.
AB3 Freddo -25 +5 10 100 0,5 7 Ambienti interni ed Devono Include gli intervalli di
esterni con basse essere adottati temperatura della CEI
temperature. speciali EN 60721-3-3, classe
accorgimenti b). 3K6, con temperatura
alta ristretta a +5 °C.
Include gli intervalli di
temperatura della CEI
EN 60721-3-4, classe
4K1, con temperatura
alta ristretta a +5 °C.
AB4 Temperato -5 +40 5 95 1 29 Luoghi protetti Normale Identica agli intervalli
dalle intemperie di temperatura della
dove non sia CEI EN 60721-3-
controllata né la 3, classe 3K5 con
temperatura né temperatura alta
l’umidità. ristretta a +40 °C.
Riscaldamento può
essere utilizzato
per aumentare
la temperatura
minima.
AB5 Caldo +5 +40 5 85 1 25 Luoghi protetti Normale Identica agli intervalli
dalle intemperie di temperatura della
dove sia controllata CEI EN 60721-3-3,
la temperatura. classe 3K3
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AB6 Molto caldo +5 +60 10 100 1 35 Luoghi interni Devono Include gli intervalli di
ed esterni con essere adottati temperatura della CEI
temperature speciali EN 60721-3-3, classe
ambiente accorgimenti b). 3K7, con temperatura
estremamente bassa ristretta a +5
elevate. °C con temperatura
L’influenza alta ristretta a +60
dovuta a basse °C.
temperature Include gli intervalli di
ambiente è temperatura della CEI
esclusa. EN 60721-3-4, classe
4K4, con temperatura
Presenza di bassa ristretta a +5
radiazione solare °C.
e termica.
AB7 Esterni con -25 +55 10 100 0,5 29 Luoghi interni Devono Identica agli intervalli
riparo protetti dalle essere adottati di temperatura della
intemperie dove speciali CEI EN 60721-3-3,
non sia controllata accorgimenti b).. classe 3K6.
né la temperatura
né l’umidità.
Tali luoghi posso-
no avere aperture
sull’esterno ed
essere soggette
alla radiazione
solare.
AB8 Esterni -50 +40 15 100 0,04 36 Luoghi esterni e Devono Identica agli intervalli
senza riparo non protetti dalle essere adottati di temperatura della
intemperie con speciali CEI EN 60721-3-4,
temperature alte e accorgimenti b). classe 4K3.
basse.
NOTA 1 Tutti I valori specificati sono massimi o valori limiti con scarsa probabilità di essere superati. .
NOTA 2 I valori bassi ed alti di umidità relative sono limitati dai valori alti e bassi di umidità assoluta cosi che per esempio per
I parametri ambientali della temperature dell’aria e della umidità relativa, I valori limite possono non essere presenti simultanea-
mente.
b)
Questo significa che tali speciali accorgimenti dovrebbero essere adottati a seguito di un accordo, per esempio, tra il progetti-
sta dell’impianto e il costruttore del componente (per es. componente appositamente progettato).
Caratteristiche richieste
Classe di Applicazioni ed Riferimenti
Codice Caratteristiche per la scelta ed installa-
designazione esempi normativi
zione del componente
Altitudine (AC)
AC1 Bassa ≤ 2 000 m Normale
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Caratteristiche
Classe di Applicazioni ed richieste per la scelta Riferimenti
Codice Caratteristiche
designazione esempi ed installazione del normativi
componente
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Caratteristiche
Classe di Applicazioni ed richieste per la scelta Riferimenti
Codice Caratteristiche
designazione esempi ed installazione del normativi
componente
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Caratteristiche richieste
Classe di Applicazioni ed Riferimenti
Codice Caratteristiche per la scelta ed installa-
designazione esempi normativi
zione del componente
CEI EN 60529
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Progetto
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Vibrazioni (AH)
AH1 Bassa Gli effetti delle Componenti per uso Normale. CEI EN 60721-3-3,
severità vibrazioni sono domestico e similare dove gli classi 3M1/3M2/3M3
trascurabili. effetti delle vibrazioni sono
generalmente trascurabili. CEI EN 60721-3-4,
classi 4M1/4M2/4M3
AH2 Media Vibrazioni di Installazioni industriali di tipo Componenti specialmente CEI EN 60721-3-3,
severità frequenza comune. progettati o accorgimenti classi 3M4/3M5/3M6
compresa tra 10 speciali
Hz e 50 Hz e con Particolare attenzione CEI EN 60721-3-4,
un’ampiezza non dovrebbe essere prestata classi 4M4/4M5/4M6
superiore a alle connessioni delle
0,15 mm. apparecchiature soggette o
che generano vibrazioni.
Potrebbero essere adottate
misure di tipo localizzato
come per esempio cavi
flessibili.
AH3 Alta Vibrazioni di Installazioni industriali di tipo Componenti specialmente CEI EN 60721-3-3,
severità frequenza severo progettati o accorgimenti classi 3M7/3M8
compresa tra 10 speciali
Hz e 150 Hz e con Particolare attenzione CEI EN 60721-3-4,
un’ampiezza non dovrebbe essere prestata classi 4M7/4M8
superiore a alle connessioni delle
0,35 mm apparecchiature soggette o
che generano vibrazioni.
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Progetto
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Armoniche o inter-armoniche
Trasmissioni di segnale
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Campi elettrici
AM- Livello 3 di
Alto livello Rinforzato
25-3 CEI EN 61000-4-3
Scariche elettrostatiche
AM- Livello 3 di
Livello alto Normale
31-3 CEI EN 61000-4-2
Ionizzazione
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
1 gal = 1 cm/s2
Il valore caratteristico (S) degli
effetti sismici, espresso in
gals, è ottenuto moltiplicando
l’accelerazione sismica (g) per un
fattore che dipende dall’altezza
dell’edificio rispetto al suolo e che
è pari a:
• 2,0 sino al 3° piano;
• 3,0 dal 4° all’ 8° piano;
• 4,0 dopo l’8° piano.
Vibrazioni che possono causare la
distruzione dell’edificio non sono
inclusi in questa classificazione.
La frequenza non è presa
in considerazione in questa
classificazione, a meno che l’onda
sismica non entri in risonanza con
l’edificio.
In generale, la frequenza
dell’accelerazione sismica è
compresa tra 0 Hz e 10 Hz.
Trascura-
AP1 S ≤ 30 Gal Normale
bile
Bassa
AP2 30 < S ≤ 300 Gal Allo studio
severità
Media
AP3 300 < S ≤ 600 Gal Allo studio
severità
Commento
Tabella 51A.1 AP Vedi CEI 0-23 - Guida per progettazione ed installazione di sistemi e componenti
elettrici per BT in ambienti soggetti a rischio sismico.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Fulminazioni (AQ)
Il livello isoceraunico (Nk) è il numero di giorni per anno nei quali è possibile udire un tuono
La densità di fulmini al suolo (Ng) è il numero di fulmini per km2 per anno
AQ2 Fulminazione Nk > 25 giorni per anno Installazioni Un metodo attraverso il quale Sezione 443
indiretta Ng > 2,5 alimentate da linee è possibile effettuare l’analisi
aree del rischio è descritto nella
Sezione 443.
AQ3 Fulminazione Pericolo originato Parti dell’installa- Nel caso in cui sia necessario CEI EN 62305
diretta dalla esposizione delle zioni posizionate garantire la protezione nei
apparecchiature all’esterno confronti delle fulminazioni,
Le classi AQ2 e essa deve essere implementata
AQ3 possono esser in accordo alle norme vigenti,
trovate in aree parti- Un metodo attraverso il quale
colarmente esposte è possibile effettuare l’analisi
agli effetti della del rischio è descritto nelle
fulminazione. norme CEI EN 62305.
AR2 Medio 1 m/s < velocità ≤ 5 m/s Devono essere adottate misure
appropriate
AR3 Alto 5 m/s < velocità ≤ 10 m/s Devono essere adottate misure
appropriate
Vento (AS)
AS2 Medio 20 m/s < velocità ≤ 30 m/s. Devono essere adottate misure
appropriate
AS3 Alto 30 m/s < velocità ≤ 50 m/s Devono essere adottate misure
appropriate
La protezione nei confronti degli
effetti del vento è ottenuta
attraverso un appropriato
fissaggio dell’apparecchiatura in
accordo alla forza esercitata dal
vento sull’apparecchiatura stessa.
Questa condizione si riferisce
principalmente alle linee aeree
(vedi 522.13)
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
BA3 Disabili Luoghi con presenza di In funzione della Secondo la natura della disabilità CEI 64-21
persone non in possesso tipologia e gravità (vedi CEI 64-21).
di tutte le loro abilità fisiche della disabilità. Inaccessibilità delle
e intellettuali (persone apparecchiature le temperature
malate, persone anziane…) superficiali accessibili superano i
60 ° C.
L’altezza dei dispositivi operativi è
limitata a 1,30 m.
Si consiglia di installare pulsanti
elettrici e interruttori ad un’altezza
massima di 1,30 m e le prese a
un’altezza compresa tra 0,40 me
1,30 m.
BA4 Avvertite Luoghi con presenza di Area elettrificata. Le apparecchiature non protette
persone adeguatamente nei confronti dei contatti diretti
istruite o supervisionate da sono ammesse solamente in aree
persone esperte, che siano accessibili da parte di persone
capaci di evitare pericoli autorizzate.
derivanti dall’elettricità
(personale operativo o
personale addetto alla
manutenzione escluso
quella di tipo elettrico)
BA5 Esperte Luoghi con presenza Area elettrificata Le apparecchiature non protette
di apparecchiature non chiusa nei confronti dei contatti diretti
protette nei confronti sono ammesse solamente in aree
dei contatti diretti il cui accessibili da parte di persone
accesso è consentito solo autorizzate.
a persone autorizzate con
conoscenze
tecniche sufficienti
ed esperienza tali da
poter evitare pericoli da
elettrocuzione (per es.
persone abilitate).
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
BB3 Molto bassa Condizioni di Circostanze nelle quali le Impianto elettrico Classe II Sezioni 701 e 702
immersione persone sono immerse in
acqua
Presenza di bagni, docce o
piscine
Contatto delle persone con il potenziale di terra (BC) Le classi di apparecchiature defi-
nite nella Norma CEI EN
61140 rispetto alla protezione
nei confronti dei contatti elettrici
sono definite nella Sezione 23
della Norma CEI 64-8.
BC1 Nessuno Persone in locali non Locali virtualmente non Sezione 441
conduttivi esistenti e non considerati
nella pratica
BC2 Occasionale Le persone, in con- Locali rari
dizioni occasionali,
possono entrare in
contatto con masse
estranee o stazio-
nare su superfici
conduttive.
BC3 Frequente Le persone sono Locali comuni
frequentemente in
contatto con masse
estranee o stazio-
nano su superfici
conduttive.
BC4 Continuo Le persone sono Contenitori metallici quali Sezione 706.
immerse in acqua o in boiler, serbatoi.
contatto permanente Locali dove la libertà di
di lunga durata con movimento è ristretta
superfici metalliche
dalle quali la possbi-
lità di interrompere il
contatto è limitata.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Installazioni/pose in opera
dove l’aumento della tem-
peratura o la produzione di
scintille da parte del disposi-
tivo elettrico non costituisca-
no fonte di innesco per un
incendio esterno all’installa-
zione/posa
in opera.
BE3 Rischio di Lavorazione o deposito di Esempi includono le raffine- La Direttiva 1999/92/CE del CEI EN 60079-14
esplosione materiali esplosivi o con un rie, aree di stoccaggio degli 16/12/99 definisce le zone
basso “flash point” (tempera- idrocarburi, silos e strutture e le categorie delle appa-
tura di infiammabilità), com- industriali. recchiature da utilizzare in
prese le polveri combustibili accordo alle
stesse.
Locali soggetti alla classi-
ficazione BE sono clas- Inizialmente recepita con
sificati in zone in accordo il D.Lgs. 233/2003, che
alla frequenza e alla durata modificava e integrava il
dell’atmosfera esplosiva. D.Lgs. 626/94, la Direttiva
attualmente è richiamata
nel Titolo XI Protezione da
atmosfere esplosive (artt.
287-297) del D.Lgs. 81/08.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
BE4 Rischio di Presenza di derrate alimentari Industria alimentare, cucine: Alcune precauzioni
contaminazione non protette, farmaci e prodotti potrebbero essere necessarie
simili privi di protezione in caso di guasto per evitare
che il materiale in lavorazione
possa essere contaminato
dai dispositivi elettrici, ad
esempio la rottura di una
lampada.
Caratteristiche richieste
Classe di Riferimenti nor-
Codice Caratteristiche Applicazioni ed esempi per la scelta ed installa-
designazione mativi
zione del componente
Materiale da costruzione (CA)
CA1 Non- Normale Normale
combustibile
CA2 Combustibile Edifici costruiti principalmente Edifici in legno La protezione è garantita Sezione 422.4.
con materiali combustibili alle condizioni indicate nella
Sezione 422.4.
Vengono montati solo i cavi
C1 o C2.
Vengono montati solo
condotti ignifughi, canaline
e passerelle portacavi.
513 Accessibilità
513.1 Generalità
Tutti i componenti elettrici, comprese le condutture elettriche, devono essere disposti in modo da facili-
tare la loro manovra, la loro ispezione, la loro manutenzione e l’accesso alle loro connessioni. Tali pos-
sibilità non devono essere ridotte in modo significativo a causa del montaggio dei componenti elettrici in
involucri o in compartimenti.
Commento
513.1 Le prescrizioni di questa Sezione non precludono l’installazione di componenti elettrici in luoghi
non accessibili, per es. interrati, né l’uso di connessioni isolate con miscela. Si raccomanda di realizza-
re le condutture, con la eccezione di quelle interrate, in modo da potere sostituire i conduttori o i cavi
deteriorati, di non annegare cioè i cavi direttamente in pareti. Questa raccomandazione non si applica
ai cavi con isolamento minerale con guaina aggiuntiva in materiale non metallico, purché le giunzioni
siano eseguite entro cassette, ed ai cavi scaldanti (vedi 521.1 e Tabella 52 A).
514 Identificazione
514.1 Generalità
Devono essere fornite targhe o altri mezzi appropriati di identificazione per indicare la funzione degli
apparecchi di manovra e di comando, a meno che non ci sia possibilità di confusione.
Se il funzionamento degli apparecchi di manovra e di comando non può essere rilevato dall’operatore
e se ciò può dar luogo a pericoli, deve essere previsto, in posizione visibile per l’operatore, un adatto
indicatore in accordo, per quanto applicabile, con le Norme CEI EN 60073 e CEI EN 60447.
Le condutture elettriche devono essere disposte o contrassegnate in modo tale da poter essere identifi-
cate per le ispezioni, le prove, le riparazioni o le modifiche dell’impianto.
Commento
514.2 In genere le diverse condutture elettriche di un impianto sono sufficientemente differenziate le
une dalle altre, come tipo, dimensione o tracciato, per permetterne la identificazione. Quando tuttavia
questa identificazione risulta difficile, si deve stendere uno schema topografico dell’impianto ed indi-
care opportunamente la destinazione dei vari circuiti, per es. con etichette. Laddove si faccia uso dei
colori per distinguere i cavi unipolari senza guaina o le anime dei cavi multipolari, per l’individuazione
dei colori distintivi dei cavi ci si deve attenere alla Tabella CEI-UNEL 00722. Per l’identificazione dei
conduttori di neutro e di protezione vedi anche 514.3.
514.3.1 Generalità
Se non diversamente indicato da 514.3.2 a 514.3.8, l’identificazione dei conduttori deve essere confor-
me alla Norma CEI EN 60445.
Commento
514.3.1 Per i conduttori di messa a terra per ragioni funzionali, e non per ragioni di sicurezza, non è
imposto alcun colore: essi non devono esser tuttavia identificati con la doppia colorazione giallo-ver-
de ed i morsetti corrispondenti devono portare i segni grafici corrispondenti definiti nella Norma CEI
EN 60445.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
In assenza del conduttore neutro (o del conduttore mediano) nell’impianto un cavo di colore blu può es-
sere usato come conduttore di fase (Norma CEI EN 60445, par. 6.2.2).
NOTA Per certi tipi di cavi, vedi da 514.3.3 a 514.3.8.
– giallo/verde su tutta la loro lunghezza con, in aggiunta, fascette blu alle estremità;
– blu su tutta la loro lunghezza con, in aggiunta, fascette giallo/verde alle estremità.
Il conduttore PEM deve, se isolato, essere contrassegnato con bicolore giallo/verde per tutta la loro lun-
ghezza con, in aggiunta, fascette blu alle estremità.
Si raccomanda che i conduttori di fase siano identificati, per tutta la loro lunghezza, dai colori marrone o
nero o grigio. Il conduttore di neutro deve essere identificato dal colore blu e il conduttore di protezione
deve essere identificato dalla combinazione bicolore giallo/verde. Per cavi da 2 a 5 anime che sono uti-
lizzati per circuiti ausiliari o di comando, ciascun conduttore deve essere identificato per mezzo di colori
o per contrassegni.
I conduttori identificati da numeri e utilizzati come PEN o PEM devono essere marcati dalla combinazione
dei colori giallo/verde e blu a ogni estremità.
Per i cavi aventi più di 5 conduttori, ciascun conduttore deve essere identificato dai colori o dai numeri
secondo la Norma CEI EN 60445. I conduttori identificati dai numeri e usati come conduttore di protezio-
ne o conduttore di neutro devono essere marcati rispettivamente giallo/ verde o blu, a ciascuna estremità.
I cavi unipolari con o senza guaina conformi alla loro relativa norma che non sono disponibili con isola-
mento giallo/verde o blu, per es. nel caso di grandi sezioni, superiori a 16 mm², possono essere usati
come:
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
514.4 Il senso di manovra degli attuatori ed il colore degli indicatori sono indicati nelle Norme CEI
EN 60447 e CEI EN 60073.
514.5 Schemi
Commento
514.5 Gli schemi e le altre indicazioni che indichino la natura e la formazione dei circuiti e le caratte-
ristiche e la posizione dei dispositivi di protezione devono essere forniti quando questo sia specifica-
to negli accordi tra committente ed installatore, ed in ogni caso quando sia necessario per l’esercizio
e la manutenzione dell’impianto.Vedi in ogni caso quanto disposto dal DM 22 gennaio 2008, n. 37.
514.5.1 Quando appropriato, devono essere forniti gli schemi, i diagrammi o le tabelle conformi alla
Norma CEI EN 81346-1 e alla serie di Norme CEI EN 61082, che indichino:
– il tipo e la composizione dei circuiti (punti di utilizzo serviti, numero e dimensione dei conduttori, tipo
di canalizzazioni);
– le caratteristiche necessarie per l’identificazione dei dispositivi che svolgono le funzioni di pro-
tezione, isolamento e commutazione e loro disposizione;
Per gli impianti non soggetti ad obblighi di progettazione, le seguenti informazioni possono essere forni-
te sotto forma di elenco dei relativi componenti elettrici.
NOTA Si raccomanda che gli schemi e i documenti comprendano le seguenti informazioni dettagliate:
– tipo e sezione dei conduttori;
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
514.5.2 I simboli usati devono essere conformi alle norme del CT 3/16.
515.1 I componenti elettrici devono essere scelti ed installati in modo da evitare qualsiasi influenza dan-
nosa tra l’impianto elettrico e gli impianti non elettrici.
I componenti elettrici non provvisti di una piastra di appoggio posteriore non devono essere installati su
superfici di un edificio a meno che non siano soddisfatte le seguenti prescrizioni:
– sia impedita la propagazione del potenziale alle superfici dell’edificio;
– sia prevista una segregazione contro l’incendio fra il componente elettrico e le eventuali superfici com-
bustibili dell’edificio.
Se la superficie dell’edificio non è né metallica né combustibile, non sono richiesti provvedimenti addi-
zionali.
Nel caso contrario, le precedenti prescrizioni possono essere soddisfatte mediante uno dei seguenti
modi:
– se la superficie dell’edificio è metallica, essa deve essere collegata al conduttore di protezione
– (PE) o al conduttore del collegamento equipotenziale dell’impianto, in accordo con il Capitolo 41 e il
Capitolo 54 della presente Norma;
– se la superficie dell’edificio è combustibile, il componente elettrico deve essere separato da
essa mediante uno strato intermedio di materiale isolante avente un grado di infiammabilità FH 1 se-
condo la Norma CEI EN IEC 60695.
515.2 Quando i componenti elettrici percorsi da correnti di tipo diverso o di tensione diversa sono rag-
gruppati in uno stesso assieme (quale un quadro, un armadio, un banco di comando o una cassetta), tutti
i componenti elettrici che appartengono ad uno stesso tipo di corrente o ad una stessa tensione devono
essere separati in modo efficace quando questo sia necessario per evitare un’influenza reciproca dannosa.
Commento
515.2 In proposito vedi anche le norme CEI di prodotto, in particolare le Norme della serie CEI EN
61439.
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
515.3.1.2 I componenti elettrici devono essere scelti con livelli di emissione sufficientemente bassi in
modo che non possano causare interferenze elettromagnetiche mediante conduzione o propagazione
elettrica nell’aria con altri componenti elettrici all’interno o all’esterno dell’edificio. Se necessario, si de-
vono installare mezzi di attenuazione per diminuire le emissioni (Vedi l’Allegato 4A della Parte 4 della
presente Norma).
NOTA Gli apparecchi o i componenti elettrici dovrebbero essere conformi alle Norme CEI EN 55011, CEI EN 55012, CEI EN 55013,
CEI EN 55014-1, CEI EN 55015, CEI EN 55022 e serie di Norme EN 61000, secondo il caso.
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Allegato 515A
(informativo)
Tabella A1 – Cavi con anima giallo/verde
(b) In questa tabella un conduttore concentrico non isolato, tipo guaina metallica, fili armati o schermati, non è considerato un’a-
nima. Un conduttore concentrico è identificato dalla sua posizione e, pertanto, non necessita di essere identificato dal colore.
2 Blu Marrone
(b) In questa tabella un conduttore concentrico non isolato, tipo guaina metallica, fili armati o schermati, non è considerato un’a-
nima. Un conduttore concentrico è identificato dalla sua posizione e, pertanto, non necessita di essere identificato dal colore.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
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520 Generalità
520.1 Nella scelta e nella messa in opera delle condutture (elettriche) si devono prendere in considerazio-
ne i principi fondamentali del Capitolo 13 della Parte 1 applicabili ai cavi ed ai conduttori, ai loro morsetti
e alle loro giunzioni, ai loro supporti ed ai loro involucri o metodi di protezione contro le influenze esterne.
Commento
520.1 Le prescrizioni di questo Capitolo si applicano anche ai conduttori di protezione, per quanto non
in contrasto con le prescrizioni del Capitolo 54.
Le principali Norme CEI riguardanti le condutture ed i loro elementi componenti sono le seguenti:
a) Per i cavi:
– Norma CEI 20-38
– Norma CEI EN 60702 (serie)
– Norma CEI 20-13
– Norma CEI 20-14
– Norma CEI 20-45
– Norma CEI 20-105
– Norma CEI 20-105
– Norma CEI EN 50525,serie (CEI 20-107 serie)
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
521.1 I tipi di posa delle condutture in funzione del tipo di conduttore o di cavo utilizzato, devono essere
in accordo con la Tabella 52A.
Commento
521.1 I cavi senza guaina sono sempre unipolari. Quando si citano i cavi con guaina si intendono
cavi unipolari con guaina o cavi multipolari.
Per l’uso di cavi piatti per posa sotto tappeto a posa fissa (moquette) ci si deve attenere alle istruzio-
ni che deve fornire il costruttore ed in ogni caso i relativi circuiti devono venire protetti con interruttori
differenziali aventi corrente differenziale nominale ≤ 30 mA. Si fa presente che le Norme CEI relative
ai cavi piatti sono state abrogate.
521.2 I tipi di posa delle condutture in funzione delle varie situazioni devono essere in accordo con la
Tabella 52B.
NOTA Sono ammessi altri tipi di posa di condutture non inclusi nella Tabella 52B, a condizione che soddisfino ai requisiti del
presente capitolo.
Commento
521.2 I tipi di posa 52 e 53 riguardano i cavi con guaina incassati direttamente nella muratura.
Si raccomanda di realizzare impianti con cavi che possano essere sfilati, per tutti gli evidenti vantaggi
che questo tipo di impianto comporta in caso di riparazioni e di ampliamenti.
Per gli impianti nelle unità immobiliari a uso abitativo vedi anche il Capitolo 37, art. 37.2 della Parte 3
della presente Norma. Vedi anche il Commento alla Sezione 513.
I condotti sbarre devono essere in accordo con la Norma CEI EN 61439-6 e i binari elettrificati devono
essere in accordo con la serie di Norme CEI EN 61534. Entrambi i sistemi devono essere messi in opera
secondo le istruzioni del costruttore, tenendo conto delle influenze esterne.
La loro installazione deve tener conto delle prescrizioni delle Sezioni 522 (con l’eccezione degli articoli
522.1.1, 522.8.1.6, 522.8.1.7, 522.8.1.8), 525, 526, 527, 528 e 529.
I conduttori e i cavi unipolari in c.a. installati entro involucri di materiale ferromagnetico devono essere
disposti in modo che i conduttori di ciascun circuito siano contenuti nello stesso involucro. NOTA Se questa
condizione non è soddisfatta, si possono avere riscaldamenti pericolosi dovuti ad effetti induttivi.
Quando tali conduttori entrano in un involucro metallico, essi devono essere posati in modo tale che siano
circondati da materiale ferromagnetico solo collettivamente.
Cavi unipolari armati con fili di acciaio o nastro di acciaio non devono essere utilizzati per circuiti in cor-
rente alternata.
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Commento
521.5 Nei sistemi TN e IT (nel caso in cui dopo il primo guasto si presentino le condizioni dei sistemi
TN) anche il conduttore di protezione dovrebbe essere contenuto nello stesso involucro, se di materia-
le ferromagnetico, dei conduttori attivi; in caso contrario l’impedenza del circuito di guasto può risultare
aumentata in modo tale da non potere rispettare le condizioni di protezione contro i contatti indiretti.
521.6 È permesso posare diversi circuiti nella stessa conduttura, a condizione che tutti i conduttori sia-
no isolati per la tensione nominale più elevata presente.
Tabella 52A - Scelta dei conduttori e dei cavi in funzione dei tipi di posa
Tipo di posa
Conduttori nudi — — — —
Cavi senza guaina — — + +
Cavi con guaina
(compresi i cavi provvi-
sti di armatura Multipolari + + + +
e
Tipo di posa
Conduttori nudi — — + —
Cavi senza guaina + — + —
Cavi con guaina
(compresi i cavi provvi-
sti di armatura Multipolari + + o +
e
LEGENDA
+ permesso
- non permesso
o non applicabile o non usato in genere nella pratica
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Progetto
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Tabella 52B - Scelta dei conduttori e dei cavi in funzione dei tipi di posa
Tipo di posa
Interrata 62-63 o 61 —
Immersa 81 81 o —
Tipo di posa
Accessibili 23 12-13 — o
Entro cavità di
14-15-16
strutture
Non accessibili 23 o — —
Entro cunicoli o 12-13-14-15-16 — —
Interrata 61 o — —
Incassata nella 24 o — —
struttura
Montaggio spor- 4 12-13-14-15-16 18 —
gente
Aerea — 12-13-14-15-16 18 17
Immersa o o — —
(*) Per gli esempi indicati con un numero ed una lettera (per es. 4A) valgono le condizioni indicate per gli esempi indicati con un
solo numero (per es. 4).
LEGENDA
Numeri: permesso (il numero (*) si riferisce agli esempi nella Tabella 52C)
- non permesso
o non applicabile o non usato in genere nella pratica
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Progetto
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Le figure non sono destinate a rappresentare prodotti effettivi o di pratica messa in opera ma sono indi-
cative dei metodi descritti.
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Progetto
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Progetto
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Progetto
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Progetto
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Progetto
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Progetto
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Progetto 48
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522.1.1 Le condutture devono essere scelte e messe in opera in modo da essere adatte per la tempe-
ratura ambiente locale più elevata o più bassa e da assicurare che la temperatura limite indicata nella
Tabella 52D (523.1.1) non sia superata.
Commento
522.1.1 La temperatura di riferimento per il calcolo delle condutture non interrate è di 30 °C; tale valore
può essere assunto come temperatura ambiente anche se la temperatura effettiva in estate arriva per
qualche ora a 35 °C ed eccezionalmente a temperature superiori.
Per le condutture interrate la temperatura di riferimento per il calcolo della portata è di 20 °C.
522.1.2 I componenti delle condutture, compresi i cavi ed i loro accessori, devono essere messi in ope-
ra e manipolati solo a temperature comprese entro i limiti fissati dalle relative Norme o, in mancanza di
esse, indicati dal costruttore.
Commento
522.1.2 Durante le operazioni di posa o di spostamento dei cavi per installazione fissa, la loro tempe-
ratura, per tutta la loro lunghezza e per tutto il tempo in cui essi possono venire piegati o raddrizzati,
non deve essere inferiore a:
– per cavi con rivestimento con materiale termoplastico (es. FS17, FG16OR16): 0 °C
– per cavi con rivestimento con materiale elastomerico (es. FG18OM18): -25 °C
I limiti di temperatura qui sopra ricordati sono da riferirsi ai cavi stessi, come riportato nelle Guide CEI
20-40 e CEI 20-67 e non all’ambiente. Si deve tenere presente che i cavi avvolti su bobina seguono
con molto ritardo le variazioni della temperatura ambiente.
In ogni caso quando la temperatura ambiente è inferiore a -10 °C, i cavi che hanno involucri isolanti o
guaine in materiale termoplastico è preferibile che non vengano né manipolate né sottoposte a sforzi
meccanici.
522.1.3 Quando cavi che abbiano differenti temperature massime di funzionamento sono posati nel-
lo stesso involucro, la temperatura massima di funzionamento del sistema di cavi deve essere presa
tenendo conto della più bassa tra temperature massime di funzionamento di tutti i cavi.
522.2.1 Per evitare gli effetti del calore proveniente da sorgenti esterne, si deve utilizzare uno o più dei
seguenti metodi, oppure altri metodi parimenti efficaci, per proteggere le condutture:
– schermi di protezione;
– sufficiente allontanamento dalla sorgente di calore;
– scelta della conduttura tenendo conto delle sovratemperature che si possono presentare;
– rinforzo locale o modifica del materiale isolante.
NOTA Il calore proveniente da sorgenti esterne può essere trasmesso per irraggiamento, convezione o conduzione, da:
– tubazioni di distribuzione dell’acqua calda;
– apparecchi di illuminazione ed altri componenti dell’impianto elettrico;
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
– processi di fabbricazione;
– azione diretta del sole o del suo mezzo circostante; oppure
– mediante trasmissione da parte di materiali conduttori del calore.
522.3.1 Le condutture devono essere scelte e messe in opera in modo che nessun danno possa venire
causato dall’ingresso dell’acqua. Ciò si ottiene in genere quando ogni elemento della conduttura, dopo
la messa in opera, risulti conforme al grado di protezione IP necessario per il luogo nel quale esso sia
installato.
NOTA In generale, le guaine dei cavi per posa fissa possono essere considerati, quando non siano stati danneggiati, a prova di
penetrazione di acqua. Può essere necessario prendere speciali precauzioni per i cavi che si prevede siano soggetti a frequenti
getti d’acqua o siano sommersi.
Commento
522.3.1 Si devono prendere precauzioni affinché i cavi unipolari senza guaina non rimangano a con-
tatto con l’acqua all’interno delle condutture: in particolare se queste condutture devono attraversare
muri posti tra locali presentanti condizioni di umidità molto diverse, tali da dare luogo a condensa di
acqua, queste condutture se non sono otturate, devono venire inclinate verso il locale più umido.
522.3.2 Quando, nelle condutture, l’acqua si possa accumulare o condensare, si devono prendere prov-
vedimenti per la sua evacuazione.
522.3.3 Quando le condutture possono essere sottoposte ad onde, si deve assicurare la protezione con-
tro il danneggiamento meccanico mediante uno dei metodi di cui in 522.6, 522.7 e 522.8.
Commento
comune a 522.3 e 522.4 Nel caso di torrette o calotte (sporgenti dal pavimento) e di cassette
(affioranti sul pavimento) situate in edifici a destinazione primariamente residenziale (vedi Commento
a 314.1 della Parte 3), si raccomanda che le loro parti, ad esclusione delle singole prese incorporate,
assicurino almeno il grado di protezione IP52 per l’accoppiamento meccanico sul piano del pavimento.
Il grado minimo di protezione di cui sopra non si riferisce all’applicazione particolare su pavimenti
sopraelevati o riportati (a pannelli accostati) per la cui pulitura non si prevedono spargimenti di liquidi.
522.4.1 Le condutture devono essere scelte e messe in opera in modo da rendere minimi i danni cau-
sati dall’ingresso di corpi solidi. Ciò si ottiene in genere quando ogni elemento della conduttura, dopo
la messa in opera, risulti conforme al grado di protezione IP necessario per il luogo nel quale esso sia
installato.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
522.4.2 Nei luoghi in cui la polvere sia presente in quantità significativa si devono prendere precauzioni
supplementari per impedire l’accumulo di polvere o di altre sostanze in quantità tali da potere influenzare
in modo negativo la dissipazione del calore delle condutture.
NOTA Può essere necessario ricorrere a condutture che facilitino la rimozione della polvere (vedi Sezione 529).
522.5.1 Quando la presenza di sostanze corrosive o inquinanti, compresa l’acqua, possa dare origine a
corrosioni o a deterioramenti, le parti della conduttura che potrebbero esserne influenzate devono essere
adeguatamente protette oppure costruite con materiali resistenti a tali sostanze.
NOTA Metodi di protezione supplementare adatti per l’applicazione durante l’installazione, possono consistere in nastrature protet-
tive, vernici o grassi.
Commento
522.5.1 Quando le sostanze corrosive o inquinanti siano di origine atmosferica o, se dovute a processi
chimici di uso corrente, siano tali da presentarsi solo in modo intermittente o accidentale, è sufficiente
utilizzare cavi con guaina in PVC o condutture aventi involucri in PVC.
Quando invece le sostanze corrosive o inquinanti siano dovute a processi chimici nocivi e siano tali
da presentarsi in modo permanente, si devono utilizzare cavi speciali protetti secondo la natura degli
agenti chimici.
522.5.2 Metalli diversi che possano dare luogo a coppie elettrolitiche non devono essere posti in contatto
tra di loro, a meno che vengano prese speciali precauzioni per evitare le conseguenze di tali contatti.
Commento
522.5.2 Si ricorda che nell’Appendice J della Norma CEI EN 60950-1 (CEI 74-2) è riportato un elenco
dei potenziali elettrochimici per un certo numero di coppie di metalli comunemente utilizzati. In questa
Norma CEI EN 60950-1 (CEI 74-2) è precisato inoltre che la corrosione dovuta ad azione elettrochimi-
ca fra metalli diversi a contatto è ridotta al minimo se il potenziale elettrochimico combinato è inferiore
a circa 0,6 V.
522.5.3 Materiali che possano causare deterioramenti reciproci o individuali oppure degradazioni perico-
lose non devono essere posti in contatto tra di loro.
Commento
522.6 Si possono utilizzare cavi che possano essere sottoposti in alcuni tratti del loro percorso ad urti
meccanici che non siano in grado di sopportare, a condizione di prevedere per quei tratti una prote-
zione meccanica supplementare.
522.6.1 Le condutture devono essere scelte e messe in opera in modo tale da rendere minimi i danni
provocati da sollecitazioni meccaniche, per es. da urti o schiacciamenti, durante la posa, l’uso e la ma-
nutenzione.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
522.6.2 Quando negli impianti fissi possano aversi urti di media o di elevata intensità, la protezione può
essere assicurata mediante uno dei seguenti metodi:
522.7 Vibrazioni
522.7.1 Quando le condutture siano sostenute da o fissate a strutture o ad altri componenti soggetti a
vibrazioni di media o di elevata intensità, esse devono risultare adatte per queste condizioni, per quanto
riguarda cavi e loro connessioni.
NOTA Si deve prestare particolare attenzione alle connessioni ad apparecchiature vibranti. In questo caso si possono adottare
localmente adeguati provvedimenti, quali l’uso di cavi flessibili.
Commento
522.7.1 Vibrazioni di media e di elevata intensità non si verificano in edifici a destinazione residenziale
o similare.
Esse si possono verificare in alcune applicazioni industriali: in questi casi l’uso di cavi rigidi è sconsi-
gliato.
Commento
522.8.1 La Tabella 52C mostra esempi di applicazione delle condutture che rispondono alle prescri-
zioni del presente paragrafo.
Per i cavi interrati e la loro modalità di posa si applicano le prescrizioni, relative ai cavi di bassa ten-
sione, della Norma CEI 11-17.
Per la posa diretta nella muratura, è necessario distinguere i seguenti tipi di cavo.
a) Cavi per tensioni fino a 450/750 V
La Guida CEI 20-40 “Guida per l’uso dei cavi di bassa tensione” fornisce le indicazioni relative
all’utilizzo di questi tipi di cavo. In particolare:
– cavi per posa fissa (par. 3.3.2 della citata Guida) non devono essere direttamente interrati mentre
la posa sotto intonaco, senza alcuna protezione, si configura invece come un interramento;
inoltre per questi tipi di cavo non è prevista la posa sotto intonaco.
b) Cavi flessibili
Questi cavi sono destinati all’impiego mobile; tuttavia, anche ipotizzandone l’utilizzo per posa
fissa, le condizioni limite di impiego previste nella Guida CEI 20-40, con particolare riferimento
al tipo servizio, alla presenza d’acqua e di sostanze corrosive o contaminanti, consentirebbero
soltanto l’uso dei cavi H07RN-F e H07RN8-F. Infatti, durante la reazione di indurimento dell’into-
naco, il cavo in esso incorporato risulta immerso in un ambiente umido e chimicamente aggres-
sivo per una durata non breve e risulta inoltre difficile controllare lo stress meccanico ad esso
applicato.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
In conseguenza di quanto sopra esposto, per procedere alla posa diretta sotto intonaco, la tipologia di
cavi adatti è quella prevista dalle Norme CEI 20-13 e CEI 20-14 e precisamente i cavi con guaina e 0,6/1
kV, per esempio FG7(O)R 0,6/1 kV e N1VV-K. Vedi la Guida CEI 20-67 “Guida per l’uso dei cavi 0,6/1
kV”.
Per tutti questi tipi di cavo è infatti prevista l’interrabilità diretta (quindi la capacità di resistere a solle-
citazioni meccaniche di sensibile entità e, in virtù delle caratteristiche dello spessore della guaina, una
resistenza alle sostanze corrosive o contaminanti certamente maggiore a quella dei cavi sopra indicati).
Si raccomanda per evitare danni agli isolamenti, di prestare attenzione durante le operazioni di sguai-
namento del cavo, effettuate allo scopo di realizzare le relative connessioni; si raccomanda inoltre di
asportare una lunghezza minima della guaina per evitare cambiamenti delle caratteristiche di resistenza
meccanica / umidità del cavo stesso.
Infine, se si considera il cosiddetto “filtubo” occorre verificare che il tubo utilizzato possa fornire una resi-
stenza meccanica allo schiacciamento simile a quello dei tubi in plastica normalmente inglobati nei muri
delle abitazioni. In caso contrario è evidente la possibilità di trasmettere sollecitazioni meccaniche ai cavi
in esso contenuti ed il complesso così realizzato non soddisfa alcune delle prescrizioni sopra indicate.
522.8.1.1 Le dimensioni interne dei tubi protettivi e dei relativi accessori devono essere tali da permettere
di tirare i cavi dopo la messa in opera di questi tubi protettivi e relativi accessori.
Commento
522.8.1.1 Si raccomanda di prevedere la sfilabilità dei cavi. Per gli impianti nelle unità immobiliari ad uso
abitativo, vedi anche il Capitolo 37, art. 37.2 della Parte 3.
522.8.1.2 I raggi di curvatura delle condutture devono essere tali che i conduttori ed i cavi non ne risultino
danneggiati.
522.8.1.3 Quando i conduttori ed i cavi non siano sostenuti per tutto il loro sviluppo da supporti, anche
per il tipo di posa scelto, essi devono essere sostenuti mediante mezzi adeguati ad intervalli tali che i
conduttori ed i cavi non risultino danneggiati dal loro stesso peso.
522.8.1.4 Quando le condutture siano sottoposte in modo permanente a trazione (per es. a causa del
proprio peso su percorsi verticali), si devono scegliere tipi di cavi aventi sezione tale e tipi di posa tali da
evitare qualsiasi danno ai cavi, alle loro connessioni ed ai loro supporti.
522.8.1.5 Le condutture nelle quali i cavi debbano venire tirati devono avere mezzi di accesso adeguati
per permettere questa operazione.
Commento
522.8.1.5 Questa prescrizione si applica in particolare alla posa di tubi protettivi entro cunicoli o in
cavità (entro strutture).
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
522.8.1.6 Le condutture incassate nei pavimenti devono essere sufficientemente protette per impedirne
danneggiamenti.
Commento
522.8.1.6 I tubi protettivi di materiale plastico installati sotto pavimento sono in genere considerati
adeguati se rispondenti alla Norma CEI EN 50086-1 (CEI 23-39) e classificati di tipo medio, per la
resistenza allo schiacciamento.
522.8.1.7 Le condutture che siano fissate all’interno di pareti in modo rigido devono essere orizzontali o
verticali o parallele agli spigoli delle pareti.
Le condutture che non siano fissate in modo rigido all’interno di pareti possono seguire il percorso che
sia in pratica più corto.
Le condutture nei soffitti o nei pavimenti possono seguire il percorso che sia in pratica più corto.
Commento
522.8.1.7 Le prescrizioni riportate nel primo capoverso non si oppongono a percorsi obliqui per tratti
molto brevi o a curvature quando tali curvature siano necessarie per aggirare ostacoli oppure in pareti
prefabbricate quando questo venga richiesto da tecniche di fabbricazione.
I tubi protettivi destinati ad essere annegati in strutture prefabbricate devono essere del tipo in grado di
resistere senza danneggiarsi alle sollecitazioni meccaniche (ed alle temperature massime e minime)
che possono verificarsi durante la predisposizione e la formazione della struttura stessa. In particolare
i tubi protettivi pieghevoli autorinvenenti di materiale termoplastico conformi alla serie di Norme CEI
EN 61386 sono considerati adatti ad essere annegati in strutture prefabbricate.
522.8.1.8 I cavi flessibili devono essere installati in modo tale da evitare sforzi eccessivi sui conduttori e
sulle connessioni.
Commento
522.8.1.8 Si raccomanda di fissare le guaine e gli altri mezzi di protezione in modo sicuro alle due
estremità.
522.8.1.9 I supporti dei cavi e gli involucri non devono avere spigoli taglienti.
522.9.1 Quando si sappia o si preveda che le condizioni siano tali da costituire un pericolo, le condutture
devono essere scelte di conseguenza oppure devono essere adottate misure di protezione particolari.
NOTA Può essere necessario ricorrere ad un tipo di posa che faciliti la rimozione di tali flore o muffe.
522.10.1 Quando si sappia o si preveda che le condizioni siano tali da costituire un pericolo, le condutture
devono essere scelte di conseguenza oppure devono essere adottate misure di protezione particolari,
come per esempio:
– scelta di condutture aventi caratteristiche meccaniche adeguate;
– scelta di un luogo adatto;
– uso, anche solo locale, di protezioni meccaniche supplementari;
o una combinazione dei precedenti metodi.
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Progetto 54
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
522.11.1 Quando si sappia o si preveda di avere notevoli irraggiamenti solari, si devono scegliere e
mettere in opera condutture adatte a queste condizioni oppure deve essere prevista una schermatura
adeguata.
NOTA Vedi anche 522.2.1 per quanto riguarda le sovratemperature.
Commento
522.11.1 Devono essere presi in considerazione i rischi di invecchiamento dei materiali: relative
informazioni devono essere chieste ai costruttori degli elementi costruttivi sottoposti ad irraggiamen-
to solare.
522.12.1 Le condutture devono essere scelte ed installate tenendo in debita considerazione i rischi si-
smici del luogo di installazione.
522.12.2 In presenza di rischi sismici si deve prestare particolare attenzione a quanto segue:
522.13.1 Vedi quanto indicato in 522.7 (Vibrazioni) ed in 522.8 (Altre sollecitazioni meccaniche).
522.14.1 Quando la struttura degli edifici presenta rischi di movimento, i supporti dei cavi ed i sistemi di
protezione utilizzati devono essere tali da permettere il movimento relativo in modo che i conduttori ed i
cavi non siano sottoposti a sollecitazioni meccaniche eccessive.
522.14.2 Per le strutture flessibili, deboli o soggette a movimento o instabili si devono utilizzare condut-
ture flessibili.
NOTA Vedi quanto indicato in 522.7 (Vibrazioni), in 522.8 (Altre sollecitazioni meccaniche) ed in 522.12
(Effetti sismici).
523 Portate
Le prescrizioni del presente articolo sono destinate ad assicurare una durata di vita soddisfacente
dei conduttori e degli isolamenti sottoposti agli effetti termici causati dal passaggio della corrente per pe-
riodi prolungati ed in condizioni ordinarie di esercizio. Altre considerazioni influenzano peraltro la scelta
della sezione dei conduttori, quali le prescrizioni per la protezione contro i contatti indiretti, la protezione
contro gli effetti termici, la protezione contro le sovracorrenti
(rispettivamente Capitoli 41, 42 e 43 della Parte 4), la caduta di tensione e le temperature massime am-
messe per i morsetti dei componenti ai quali i conduttori sono collegati.
La presente Sezione si applica ai cavi con tensioni nominali sino a 1 kV, in c.a., o a 1,5 kV, in c.c., com-
presi. Essa non tratta i cavi previsti per essere immersi in acqua.
Commento
523 Per i cavi previsti per essere immersi in acqua si possono applicare le prescrizioni riportate nella
Norma CEI 11-17.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
523.1 Generalità
523.1.1 La corrente massima (portata) ammissibile per periodi prolungati da qualsiasi conduttore in
servizio ordinario deve essere tale che la temperatura massima di funzionamento non superi il valore
appropriato indicato nella Tabella 52D. Il valore di tale corrente deve essere scelto in accordo con 523.1.2
oppure deve essere determinato in accordo con 523.1.3.
(2) Per i cavi con isolamento minerale possono essere ammesse temperature di funzionamento più elevate in funzione delle
temperature ammissibili per il cavo e le sue terminazioni, delle condizioni ambientali e di altre influenze esterne.
Commento
Tabella 52D La massima temperatura di funzionamento è di 60 °C per gli isolamenti in gomma, ma si
ammette che le portate siano le stesse che per i cavi isolati in PVC/Termoplastici.
Per un isolamento in gomma siliconica, la massima temperatura di funzionamento è di 180 °C.
HEPR: Gomma etilenpropilenica alto modulo.
523.1.2 Le prescrizioni di 523.1.1 sono considerate come soddisfatte se le correnti non superano le
portate scelte secondo le relative Tabelle CEI-UNEL (35024/1, 35024/2 e 35026). Per i tipi di cavi non
trattati in queste Tabelle, le portate devono essere determinate in accordo con quanto indicato in 523.1.3.
Commento
523.1.2 Le variazioni pratiche nella costruzione dei cavi e le tolleranze di fabbricazione danno luogo
per ogni dimensione nominale ad una gamma di dimensioni effettive possibili: i valori indicati nelle ta-
belle sono stati scelti in modo da tenere conto di queste variazioni con sufficienti margini di sicurezza.
Quando si conoscano le dimensioni effettive dei cavi, i loro materiali, il loro numero e le condizioni di
posa in opera, le portate possono venire determinate in accordo con 523.1.3.
Le Tabelle CEI-UNEL 35024/1 e 35024/2, basate sul Rapporto CENELEC R 64-001, hanno lo scopo
di fornire i valori delle portate con preciso riferimento agli esempi di condutture mostrati nella Tabella
52C.
Per la portata dei cavi interrati vedi la Tabella CEI UNEL 35026.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
523.1.3 I valori della portata e dei fattori di correzione per i raggruppamenti di cavi che soddisfino le pre-
scrizioni di 523.1.1 possono essere determinati secondo i metodi della serie di Norme CEI 20-21, oppure
mediante prove o con calcoli utilizzando un metodo riconosciuto, a condizione che questo metodo venga
precisato. Può essere necessario tener conto delle caratteristiche del carico.
Il valore della temperatura ambiente cui riferirsi è quella del mezzo circostante quando i cavi in esame
non sono sotto carico.
523.3 (Omesso)
523.4 (Omesso)
523.5.1 Il numero dei conduttori da considerare in un circuito è quello dei conduttori che portano effetti-
vamente la corrente di carico. Quando si può supporre che in circuiti polifase i conduttori portino correnti
equilibrate, non è necessario prendere in considerazione il corrispondente conduttore di neutro.
Quanto sopra non è valido in caso di tasso di terza armonica, e di ordine multiplo di tre, maggiore del 15
%.
523.5.2 Quando il conduttore di neutro porta una corrente senza che si abbia una corrispondente ridu-
zione nel carico dei conduttori di fase, il conduttore di neutro deve essere preso in considerazione nella
determinazione del numero dei conduttori sotto carico.
Se il tasso di terza armonica e di ordine multiplo di tre è maggiore del 15 %, la sezione del conduttore
neutro non deve essere minore di quella dei conduttori di fase. Per correnti armoniche più elevate vedi
l’Allegato 52A e anche l’art. 524.2.
523.5.3 I conduttori utilizzati solo come conduttori di protezione non devono essere tenuti in conto. I con-
duttori PEN devono essere considerati allo stesso modo dei conduttori di neutro.
Quando cavi multipolari sono installati in parallelo, ciascun cavo deve contenere un conduttore di ciascu-
na fase e l’eventuale neutro.
Nel caso in cui due o più conduttori siano collegati in parallelo sulla stessa fase o sul PEN o sulla stessa
polarità, ci si deve assicurare che:
a) la corrente si ripartisca in modo che ogni cavo sia percorso da una corrente non superiore alla portata
e sia protetto dal sovraccarico dall’unico dispositivo a monte, oppure
b) la corrente si ripartisca in modo sostanzialmente uguale tra essi e, comunque, con una differenza non
superiore al 10 % a regime termico.
Nel caso b) i cavi in parallelo devono essere dello stesso tipo, sezione e lunghezza; non devono avere
circuiti in derivazione lungo il loro percorso e devono far parte dello stesso cavo multipolare oppure sono
cavi unipolari disposti a spirale. Nel caso si tratti di cavi unipolari non disposti a spirale, è necessario
prendere disposizioni particolari caso per caso quando la sezione del conduttore sia superiore a 50 mm2
se in rame o a 70 mm2 se in alluminio. I singoli cavi devono avere una portata maggiore o uguale a 1,1
IB/n, dove IB è la corrente di impiego del circuito ed n è il numero di conduttori per fase.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
523.6 Le disposizioni particolari da prendere nel caso di cavi unipolari non disposti a spirale consi-
stono in genere nel posare i conduttori delle diverse fasi con opportune trasposizioni e nel prevedere
raccordi identici e montati allo stesso modo.
L1 L2 L3
2 L1 L2 L3 L3 L2 L1
L3 L2 L1
L1 L2 L3
3 L1 L2 L3 L3 L2 L1 L1 L2 L3 L3 L2 L1
L1 L2 L3
L1 L1
2
L2 L3 L3 L2
Quando i conduttori ed i cavi sono posti in opera lungo un percorso le cui condizioni di dissipazione termi-
ca variano, le loro portate devono essere determinate in funzione della parte del percorso che presenta
le condizioni più severe.
Se tuttavia per ragioni di protezione meccanica un cavo posato su pareti viene fatto passare entro un
tratto di tubo protettivo o di canale di limitata lunghezza, non è necessario ridurre la portata a condizione
che questo tratto di tubo protettivo o di canale non sia incassato.
Commento
523.7 Un tratto di tubo protettivo o di canale viene considerato di limitata lunghezza se non più lungo
di un metro.
524.1 La sezione dei conduttori di fase nei circuiti in c. a. e dei conduttori attivi nei circuiti in c.c. non deve
essere inferiore ai valori dati nella Tabella 52E.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Cu 1,5
Circuiti di potenza
Al 10 (Nota 1)
Cavi
Circuiti di segnale e circuiti
Cu 0,5 (Nota 2)
ausiliari di comando
Condutture fisse
Cu 10
Circuiti di potenza
Al 16 (Nota 4)
Conduttori nudi
Circuiti di segnale e circuiti
Cu 4 (Nota 4)
ausiliari di comando
(1) Si raccomanda che i mezzi di connessione usati alle estremità dei conduttori di alluminio siano provati ed approvati per que-
sto uso specifico.
(2) Nei circuiti di segnale (segnalazione e di comando) destinati ad apparecchiature elettroniche è ammessa una sezione minima
di 0,1 mm2.
(3) Per i cavi flessibili multipolari, che contengano sette o più anime, si applica la Nota 2.
(4) Sono allo studio prescrizioni particolari per circuiti di illuminazione a bassissima tensione.
524.2 L’eventuale conduttore di neutro deve avere almeno la stessa sezione dei conduttori di fase:
– nei circuiti monofase a due fili, qualunque sia la sezione dei conduttori;
– nei circuiti polifase (e nei circuiti monofase a tre fili) quando la sezione dei conduttori di fase sia inferiore
o uguale a 16 mm2 se in rame o a 25 mm2 se in alluminio;
– nei circuiti trifase in cui il tasso delle correnti armoniche di ordine tre e multiplo dispari di tre è compreso
tra 15 % e 33 %.
NOTA 1 Tali livelli di armoniche si possono trovare, per esempio, nei circuiti di illuminazione, con lampade a scarica, come quelle
fluorescenti.
Quando il tasso delle correnti armoniche di ordine tre e multiplo dispari di tre è maggiore del 33 % può
essere necessario aumentare la sezione del conduttore di neutro, rispetto a quella del conduttore di fase.
NOTA 2 Questi livelli si hanno per esempio nei circuiti dedicati alla tecnologia dell’informazione (IT).
Per cavi multipolari, la sezione del conduttore di fase è uguale alla sezione del conduttore di neutro, es-
sendo questa sezione scelta perchè il neutro porti 1,45 x IB del conduttore di fase.
Per cavi unipolari la sezione del conduttore di fase può essere più bassa della sezione del neutro, tenen-
do conto che il calcolo si riferisce a:
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
524.2 Se il conduttore di neutro è utilizzato anche come conduttore di protezione (conduttore PEN), le
prescrizioni di questo articolo sono applicabili solo nel caso siano compatibili con quelle della Sezione
543.1.
524.3 Nei circuiti polifase i cui conduttori di fase abbiano una sezione superiore a 16 mm2 se in rame o
a 25 mm2se in alluminio il conduttore di neutro può avere una sezione inferiore a quella dei conduttori di
fase se sono soddisfatte contemporaneamente le seguenti condizioni:
– la corrente massima, comprese le eventuali armoniche, che si prevede possa percorrere il conduttore
di neutro durante il servizio ordinario, non sia superiore alla corrente ammissibile corrispondente alla
sezione ridotta del conduttore di neutro;
NOTA La corrente che fluisce nel circuito nelle condizioni di servizio ordinario deve essere praticamente equilibrata tra le fasi.
In ogni caso il conduttore di neutro deve essere protetto contro le sovracorrenti in accordo con le prescrizioni di 473.3.2 della Parte
4.
– la sezione del conduttore di neutro sia almeno uguale a 16 mm2 se in rame o a 25 mm2 se in alluminio.
Commento
524.3 Quando gli apparecchi utilizzatori producano correnti armoniche di forte valore, la sezione del
conduttore di neutro non deve essere inferiore a quella dei conduttori di fase, anche se le potenze de-
gli apparecchi utilizzati sono ripartite in modo uniforme tra le diverse fasi. Questo è vero in particolare
quando gli apparecchi alimentati contengono lampade a scarica.
Si ricorda che il neutro può essere sovraccaricato anche a causa di correnti parzializzate
(controllo di fase).
Cadute di tensione più elevate possono essere ammesse per i motori durante i periodi di avviamento, o
per altri componenti elettrici che richiedano assorbimenti di corrente più elevati, con la condizione che ci
si assicuri che le variazioni di tensione rimangano entro i limiti indicati nelle relative norme CEI.
Possono non essere prese in considerazione condizioni transitorie dovute ad un funzionamento di tipo
non ordinario.
Commento
525 Si raccomanda che la caduta di tensione non superi, in qualsiasi punto dell’impianto utilizzatore e
col relativo carico di progetto, il 4 % della tensione nominale solo in mancanza di specifiche indicazioni
da parte del committente.
526.1 Le connessioni tra i conduttori e tra i conduttori e gli altri componenti devono assicurare una conti-
nuità elettrica duratura e presentare un’adeguata resistenza meccanica.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
526.1 Le connessioni devono essere realizzate con morsetti scelti in modo tale da assicurare che le
stesse connessioni possano sopportare le sollecitazioni provocate dalle correnti ammissibili nelle con-
dutture in servizio ordinario, dalle correnti di cortocircuito determinate sulla base delle caratteristiche
dei dispositivi di protezione e dalle vibrazioni previste nelle condizioni ordinarie di servizio.
Le norme CEI riguardanti i mezzi di connessione sopra citati forniscono in genere sufficienti informa-
zioni al riguardo.
Le connessioni realizzate all’interno di apparecchiature, per es. di quadri, devono venire realizzate in
accordo con le Norme relative a queste apparecchiature: vedi in particolare la Norma CEI EN 61439-1.
In canali e passerelle, le giunzioni e le derivazioni devono avere isolamento elettrico e resistenza mec-
canica almeno equivalenti a quelli richiesti per i cavi, in relazione alle condizioni di installazione; esse
inoltre devono avere nei confronti delle parti attive un grado di protezione almeno IPXXB per i canali
e comunque adatto al luogo di installazione per le passerelle.
In canali e passerelle le giunzioni e le derivazioni devono essere nel minor numero possibile; le giun-
zioni devono unire cavi dalle stesse caratteristiche e dello stesso colore delle anime. Inoltre le con-
dizioni del coefficiente di riempimento devono tenere conto anche delle giunzioni e delle derivazioni.
526.2 Le connessioni devono essere situate in involucri che forniscano una protezione meccanica ade-
guata.
Commento
526.3 La connessione sui terminali di un apparecchio di conduttori che servono alla alimentazione
di altri apparecchi (il cosiddetto “repiquage”) è ammesso solo se i terminali sono destinati a questo
scopo (come per es. per certi tipi di prese), o sono dimensionati in modo da potere ricevere la sezione
totale dei conduttori da collegare, e se la corrente ammissibile sugli stessi terminali non è inferiore alla
corrente di impiego del circuito a monte.
Per gli impianti nelle unità immobiliari ad uso abitativo vedi anche il Capitolo 37, art. 37.3.3 della Parte
3.
526.4 Tutte le connessioni devono essere accessibili per l’ispezione, le prove e la manutenzione, con
l’eccezione dei seguenti casi:
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
– connessioni tra le estremità fredde e gli elementi riscaldanti, per esempio, dei sistemi di riscaldamen-
to dei soffitti e dei pavimenti;
– giunzioni eseguite mediante saldatura, saldatura ad arco, brasatura o con mezzi appropriati;
– giunzioni che formano parte dell’apparecchiatura in accordo con le relative norme di prodotto.
NOTA Una giunzione impregnata con composto è, per esempio, quella riempita con resina.
Le cassette di derivazione sono riservate ai cavi e relativi dispositivi di connessione e ai componenti che
nell’uso ordinario dissipano una potenza trascurabile.
L’installazione al loro interno di altri componenti elettrici che normalmente dissipano una potenza non
trascurabile è ammessa solo se le cassette sono dichiarate conformi alla Norma CEI EN 60670-24 e se
la potenza totale dissipata all’interno della cassetta moltiplicata per 1,2 è minore di quella dissipabile dalla
cassetta stessa.
Tali cassette devono essere dotate di dispositivo di supporto adatto a sostenere tali dispositivi
(per es. barra DIN).
NOTA Apparecchi che normalmente dissipano una potenza non trascurabile sono per es.: trasformatori per citofonia, suonerie e
comunque dispositivi per i quali il costruttore fornisca un valore di potenza dissipata.
Commento
526.4 Questa prescrizione si applica in particolare alle cassette di derivazione, che sono destinate a
fungere da rompitratta oppure a contenere dispositivi di giunzione, derivazione o altri componenti non
manovrabili dall’esterno, ispezionabili mediante rimozione o apertura del coperchio, ed alle scatole,
che sono destinate a contenere apparecchi di protezione, sezionamento e comando. Si raccomanda
di non effettuare giunzioni entro scatole.
526.5 Si devono prendere precauzioni per evitare che la temperatura raggiunta nel servizio ordinario
dalle connessioni e dalle apparecchiature danneggi l’isolamento dei conduttori e modifichi le prestazioni
delle apparecchiature (vedi anche 511.1).
Commento
526.5 Tali precauzioni, da prendere in particolare nel caso di collegamenti a portalampade, fusibili ed
interruttori automatici, possono essere, per esempio:
– distanziamento degli apparecchi;
– sistemazione appropriata degli apparecchi;
– aumento del volume all’interno dei quadri;
– ventilazione naturale o forzata;
– declassamento della corrente nominale degli apparecchi;
– impiego di cavi con sezione maggiorata;
– uso di capicorda;
– uso di cavi con isolamento in grado di sopportare temperature elevate.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
527 Scelta e messa in opera delle condutture avente lo scopo di ridurre al minimo la
propagazione dell’incendio
Commento
527 Per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio le prescrizioni della presente Sezione vanno
integrate con quelle riportate nella Sezione 751 della Parte 7.
527.1.1 Il rischio di propagazione dell’incendio deve essere ridotto al minimo mediante la scelta di mate-
riali adeguati e la messa in opera in accordo con le prescrizioni di questa Sezione.
NOTA I rischi d’incendio possono essere limitati mediante la scelta appropriata di conduttori e cavi isolati che garantiscano un
comportamento migliore in caso di incendio. Tali prodotti possono limitare la propagazione dell’incendio, offrire una minore emissio-
ne di fumi e, in caso di incendio, possono persino fornire un servizio continuo di funzioni importanti per un certo periodo di tempo.
Limitare il rischio di incendio applicando conduttori e cavi isolati con un migliore comportamento al fuoco è particolarmente impor-
tante per le installazioni in cui viene identificato un particolare rischio di incendio, come previsto nei luoghi classificati con i codici
BD2, BD3 e BD4 nella sezione 751.
Tutti i cavi installati in modo permanente nelle costruzioni devono essere conformi al Regolamento Europeo sui Prodotti da Costru-
zione (CPR) che richiede di informare sulle prestazioni al fuoco dei conduttori e dei cavi isolati facendo riferimento solo alle classi
definite nella Norma EN 13501-6 e di rispettare le disposizioni della Norma EN 50575.
Commento
527.1.1 In Italia sono state normalizzate le tipologie di cavi riportate nella tabella CEI UNEL 35016.
527.1.2 Le condutture devono essere installate in modo tale che non siano ridotte le caratteristiche della
struttura dell’edificio e la sicurezza contro l’incendio.
527.1.3 I cavi che soddisfano almeno i requisiti della classe Eca come definiti nella Norma EN 13501-6 e
i prodotti classificati come non propaganti la fiamma secondo l’articolo 527.1.5 possono essere installati
senza particolari precauzioni.
NOTA Nelle installazioni in cui è stato identificato un particolare rischio di incendio, potrebbero essere necessari cavi conformi alla
classe Cca-s1, d2, a1 o B2ca-s1, d2, a1 come definito nella Norma EN 13501-6. Vedi anche 422.2.1.
Commento
527.1.3 Vedi, a titolo di esempio, il punto b) di 751.04.2.8 della Sezione 751 della Parte 7.
527.1.4 I cavi non conformi, almeno, ai requisiti della Norma CEI EN 60332-1-2 (CEI 20-35/1-2) o della
classe Eca devono, se utilizzati, essere limitati a brevi lunghezze per il collegamento di apparecchi a
sistemi di cablaggio permanenti e non devono, in ogni caso, passare da un compartimento separato dal
fuoco a un altro.
Commento
527.1.4 Non è necessario prendere precauzioni particolari per le condutture di qualsiasi tipo incassate
in strutture non combustibili.
527.1.5 Le condutture realizzate con cavi che non soddisfano almeno le prescrizioni relative alla propa-
gazione della fiamma contenute nella Norma CEI EN 60332-1-2 (CEI 20-35/1-2) e altri elementi (26.1)
che non soddisfano le prove di reazione al fuoco delle altre norme CEI devono essere completamente
racchiuse entro elementi costruttivi realizzati in materiale non combustibile.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
527.1.5 Vale la stessa considerazione fatta nel Commento a 527.1.4
I tubi protettivi che non siano del tipo non propagante la fiamma devono essere di colore arancione
oppure marcati con il segno grafico e possono venire utilizzati solo se annegati in materiali non
combustibili.
527.2 Sigillature
527.2.1 Quando una conduttura attraversa elementi costruttivi di separazione classificati ai fini della resi-
stenza al fuoco, le aperture che restano tra l’elemento costruttivo e la conduttura devono essere sigillate
in modo da ripristinare le prestazioni di resistenza al fuoco dell’elemento costruttivo attraversato.
527.2.2 Gli elementi da incasso non devono alterare le prestazioni di resistenza al fuoco dell’elemento
costruttivo attraversato.
Commento
527.2.2 A tal fine si faccia riferimento alla certificazione di prova dei prodotti da costruzione rilasciati
dal fabbricante o alle indicazioni contenute al punto S.2.15, comma 4 del DM 18/10/2019.
527.2.3 A disposizione
527.2.4 Le condutture che attraversano elementi costruttivi classificati ai fini della resistenza al fuoco
devono essere sigillate per ripristinare le prestazioni di resistenza al fuoco dell’elemento attraversato se
e come previsto dal sistema di sigillatura impiegato di cui all’art. 527.2.1.
Commento
comune a 527.2.1, 527.2.2 e 527.2.4 Le prescrizioni degli articoli 527.2.1, 527.2.2 e 527.2.4 sono
considerate soddisfatte se vengono utilizzati prodotti corredati di:
527.2.5 Nessuna conduttura deve attraversare un elemento costruttivo portante di un edificio, a meno
che la capacità portante dell’elemento, anche in condizioni di incendio (prestazione R secondo S2 del DM
18/10/2019), possa essere assicurata dopo tale attraversamento.
527.2.6 Le sigillature di cui agli articoli 527.2.1 e 527.2.2 devono soddisfare le seguenti prescrizioni, oltre
che quelle di 527.3:
– devono essere tali da non danneggiare, per es. meccanicamente, termicamente, chimicamente o
elettricamente i materiali delle condutture con cui sono in contatto;
– devono permettere gli spostamenti relativi delle condutture dovuti a fenomeni termici;
– devono avere una stabilità meccanica adeguata per sopportare le sollecitazioni che possono prodursi
in seguito a danneggiamenti dei supporti delle condutture causati da un incendio.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
527.3.1 Le sigillature di cui agli articoli 527.2.1 e 527.2.2 nonché gli sbarramenti tagliafiamma devono
essere in grado di resistere alle influenze esterne cui sono sottoposti.
NOTA per sbarramenti tagliafiamma si intendono barriere in materiale incombustibile disposte sui percorsi dei cavi aventi forma e
dimensione adatte ad impedire lo scavalcamento (propagazione) della fiamma (vedi punto 5.7.3 CEI 11-17).
527.4.1 A disposizione.
527.4.2 Durante i lavori di modifica degli impianti, le sigillature devono essere ripristinate il più rapida-
mente possibile.
527.5.1 Le sigillature devono essere ispezionate nel corso della loro posa per verificare che siano rea-
lizzate secondo le istruzioni fornite dal relativo costruttore, conformemente a quanto indicato in 527.2.3.
527.5.2 Le sigillature devono essere verificate secondo le indicazioni fornite dal produttore.
528.1.1 I circuiti di categoria 0 e I non devono essere contenuti nelle stesse condutture, a meno che ogni
cavo non sia isolato per la tensione più elevata presente o ogni anima di cavo multipolare non sia isolata
per la tensione più elevata presente nel cavo.
Questa prescrizione non è richiesta a cavi completamente dielettrici (per es. i cavi in fibra ottica, sia in
vetro sia in plastica, senza rinforzi metallici o conduttori metallici).
In alternativa i cavi devono essere isolati per la tensione del loro sistema e installati in un compartimento
separato di un tubo protettivo o di un canale; oppure si devono utilizzare tubi protettivi o canali separati.
NOTA Problemi particolari di interferenza elettromagnetica o elettrostatica possono sorgere nei circuiti di telecomunicazione, nei
circuiti di trasferimento di dati ed in circuiti simili.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
528.1.1 Per le considerazioni di interferenza elettrica vedi il Capitolo 33 della Parte 3 ed il relativo
Commento. Esse non si applicano ai cavi con rivestimento metallico collegato a terra.
Secondo la presente Norma CEI 64-8, ai fini della protezione contro i contatti diretti ed indiretti, è
possibile contenere, (senza interposizione di setti separatori), in un unico canale, in un unico tubo
protettivo, in un’unica passerella cavi per energia (aventi isolamento equivalente al doppio isolamento,
in accordo con 413.2.4 della Parte 4) e cavi per sistemi di categoria zero
(0) (citofonico, TV, coassiali) conformi alle relative norme di prodotto, se non diversamente specificato
in altre norme.
I canali e loro accessori conformi alle Norme di prodotto, che prevedono un sistema di cablaggio con
una non completa separazione fisica dei cavi a tensioni diverse, in corrispondenza degli incroci, sono
considerati conformi alle prescrizioni della presente Norma, dal momento che la separazione è assicu-
rata (senza ricorrere a cavi aventi isolamento equivalente al doppio isolamento), nel brevissimo tratto
di intersezione, dalla configurazione prevista dalle norme di prodotto sopra citate.
Cavi di segnale con tensione verso terra (Uo) almeno uguale a 400 V, in accordo con la Tabella CEI
UNEL 36762, possono essere installati insieme ai cavi di energia utilizzati per sistemi a tensione no-
minale verso terra fino a 400 V.
La presente Norma consente che il conduttore di protezione possa essere posato in un tubo protettivo
(o canale) unitamente al cavo citofonico (apriporta/apricancello) e ai cavi per segnalazione (TV, cam-
panelli, allarme, ecc), se non diversamente specificato in altre norme.
Per quanto riguarda i montanti negli edifici a destinazione prevalentemente residenziale, vedi anche
il Commento di 520.1.
Per quanto riguarda i sistemi PELV e SELV, vedi anche l’art. 411.1.3.2.
528.1.2
Per le condutture elettriche poste in vicinanza alle condutture per telecomunicazione, vedi la Norma CEI
11-17.
In caso di vicinanza fra cavi di distribuzione per segnali radio e televisivi e sistemi power line (onde con-
vogliate), si raccomanda di tenere conto della serie di Norme CEI EN 60728.
NOTA Per il collegamento delle prese a spina per telecomunicazione (anche senza fili) e i sistemi power line (onde convogliate), si
raccomanda di tenere conto della Norma CEI EN 62949.
528.2.1 Le condutture (elettriche) non devono essere installate in prossimità di servizi che producono ca-
lore, fumi o vapori che potrebbero essere dannosi per le condutture stesse, a meno che non siano protet-
te da tali effetti dannosi mediante schermi disposti in modo da non influenzare la dissipazione del calore.
Commento
528.2.1 Se si devono annegare tubi protettivi deformabili al calore in pavimenti che contengano ele-
menti scaldanti si deve aver cura di allontanarli il più possibile dagli elementi scaldanti: in particolare
si deve lasciare negli incroci uno spessore sufficiente di calcestruzzo.
528.2.2 Quando una conduttura (elettrica) si trovi al di sotto di condutture non elettriche che siano tali da
dare luogo a condensazione (quali le tubazioni d’acqua, di vapore o di gas), si devono prendere precau-
zioni per proteggere la conduttura elettrica dagli effetti dannosi della condensazione.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
528.2.3 Quando condutture (elettriche) debbano venire installate in prossimità di condutture non elettri-
che, esse devono essere disposte in modo che qualsiasi operazione che si preveda debba venire effet-
tuata su una conduttura non rischi di causare danni alle altre.
NOTA Questo si può ottenere mediante:
Commento
528.2.3 I pericoli che potrebbero derivare dalla presenza di condutture di altri servizi sono dovuti in
particolare ad aumenti di temperatura causati dalla presenza di condutture di vapori o di acqua calda,
a condensa e a fuoriuscite di liquidi causate da guasti nelle condutture contenenti liquidi: in questi
ultimi casi deve essere prevista la possibilità di una evacuazione dell’acqua di condensa o degli altri
liquidi.
528.2.4 Quando una conduttura (elettrica) sia posta nelle immediate vicinanze di una conduttura non
elettrica, devono essere soddisfatte entrambe le seguenti condizioni:
– le condutture elettriche devono essere protette in modo adeguato contro i pericoli che potrebbero
derivare dalla presenza di condutture di altri servizi; e
– la protezione contro i contatti indiretti deve essere assicurata in accordo con le prescrizioni della Se-
zione 413 della Parte 4, considerando le condutture metalliche non elettriche come masse estranee.
529 Scelta e messa in opera in relazione alle condizioni per la manutenzione, compresa la pulitura
529.1 Le conoscenze e l’esperienza della persona o delle persone destinate ad effettuare la manutenzio-
ne devono essere prese in considerazione nella scelta e nella messa in opera delle condutture.
529.2 Quando sia necessario rimuovere una qualsiasi misura di protezione per effettuare la manutenzio-
ne, si deve provvedere affinché la stessa misura di protezione possa essere ripristinata senza ridurre il
grado di protezione originariamente previsto.
529.3 Si deve provvedere a fornire un accesso sicuro ed adeguato a tutte le parti della conduttura che
possono richiedere la manutenzione.
NOTA In alcune situazioni, può essere necessario fornire mezzi permanenti di accesso quali scale, passaggi, ecc.
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Allegato 52A
(normativo)
La corrente nel neutro di un sistema trifase equilibrato è dovuta alle correnti di fase aventi un contenuto
armonico che non si annulla nel neutro. L’armonica più significativa che non si annulla nel neutro è ge-
neralmente la terza armonica. La corrente di neutro dovuta alla terza armonica può superare la corrente
di fase a frequenza di esercizio. In tal caso, la corrente di neutro avrà un effetto significativo sulla portata
dei cavi.
I fattori di riduzione riportati in questo Allegato si applicano ai circuiti trifase equilibrati; la situazione è più
difficile se solo due delle tre fasi sono caricate. In questa situazione, il conduttore di neutro porterà le cor-
renti armoniche oltre alla corrente di squilibrio. Una tale situazione può condurre ad un sovraccarico del
conduttore di neutro. Le apparecchiature che possono causare correnti armoniche significative sono, per
esempio, le catene luminose fluorescenti e le alimentazioni in corrente continua tipo quelle dei computer.
Ulteriori informazioni sui disturbi armonici possono essere reperite nella serie di Norme CEI EN 61000.
I fattori di riduzione riportati nella Tabella A.52.1 si applicano solo ai cavi nei quali il conduttore di neutro
all’interno di un cavo quadripolare o pentapolare, è costituito dallo stesso materiale ed ha la stessa sezio-
ne dei conduttori di fase. Questi fattori di riduzione sono stati calcolati basandosi sulle correnti armoniche
di terzo grado. Se sono presenti le armoniche di grado più elevato, per es. nono e maggiori del 50 %, si
possono applicare fattori di riduzione inferiori.
I fattori di riduzione riportati nella tabella che segue, quando applicati alla portata di un cavo con tre con-
duttori caricati, indicano la portata di un cavo con quattro conduttori caricati dove la corrente del quarto
conduttore è dovuta alle armoniche. I fattori di riduzione tengono conto anche dell’effetto termico della
corrente armonica nei conduttori di fase.
Quando si prevede che la corrente di neutro sia superiore alla corrente di fase, allora la sezione del cavo
deve essere scelta sulla base della corrente di neutro.
Se la corrente di neutro è superiore al 135 % della corrente di fase e la sezione del cavo è scelta sulla
base della corrente di neutro, allora i tre conduttori di fase non saranno caricati fino alla portata. La ridu-
zione di calore generato dai conduttori di fase compensa il calore generato dal conduttore di neutro al
punto che non è necessario applicare alcun fattore di riduzione alla capacità di portare corrente per i tre
conduttori di fase.
Tabella A.52.1 – Fattori di riduzione della portata dei cavi quadripolari e pentapolari in
presenza di armoniche
Contenuto della terza armonica della Fattore di riduzione
corrente di fase Scelta della sezione basata sulla Scelta della sezione basata sulla
% corrente di fase corrente di neutro
0 – 15 1,0 –
15 – 33 0,86 –
33 – 45 – 0,86
> 45 – 1,0
NOTA Il contenuto della terza armonica della corrente di fase è il rapporto tra la terza armonica e la fondamentale
(prima armonica), espresso in %.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Le prescrizioni del presente Capitolo rappresentano un supplemento alle regole comuni del Capitolo 51.
La presente Sezione della Norma CEI 64-8 tratta le prescrizioni generali per il sezionamento, la protezio-
ne, il comando ed il controllo nonché le prescrizioni per la scelta e l’installazione dei dispositivi destinati
a tali funzioni.
530.2 Omesso
530.3.1 comando
1) azione intenzionale risultante dal funzionamento di un apparecchio;
2) dispositivo che dà inizio al funzionamento di un apparecchio
530.3.2
sezionamento
funzione intesa per rendere sicura tutta o una parte di installazione elettrica, o una sezione, da qualsiasi
sorgente di energia elettrica
530.3.3 controllare
acquisire un valore di una grandezza in modo continuo o sequenziale per verificare se esso rientra nei
limiti di funzionamento normale e, quando appropriato, per segnalare se esso supera i suoi limiti di tol-
leranza
530.3.4
interruzione
funzione destinata a stabilire o interrompere la corrente in uno o più circuiti elettrici
530.4.2 I contatti mobili di tutti i poli dei dispositivi multipolari per il sezionamento e la commutazione
devono essere accoppiati meccanicamente in modo da poter stabilire ed interrompere il circuito sostan-
zialmente insieme.
I contatti mobili dei dispositivi di commutazione multipolari marcati per la connessione del neutro o del
punto di mezzo possono chiudersi prima ed aprirsi dopo gli altri contatti.
530.4.3 Nei circuiti polifase non devono venire inseriti dispositivi unipolari di interruzione nel solo condut-
tore di neutro.
530.4.4 I dispositivi in grado di assicurare più di una delle funzioni definite nei paragrafi successivi, devo-
no rispondere a tutte le prescrizioni del paragrafo corrispondente a ciascuna di queste funzioni.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
530.4.5 Le apparecchiature destinate solo alla protezione, non devono essere previste per la commuta-
zione funzionale dei circuiti.
NOTA La commutazione funzionale non comprende l’apertura e la separazione dei circuiti ai fini delle prove relative alla revisione
ed alla manutenzione.
530.5.1 Le apparecchiature devono essere installate secondo le istruzioni del costruttore in modo che le
connessioni tra i cavi e le apparecchiature non siano soggette a sollecitazioni o sforzi eccessivi risultanti
dall’uso previsto delle apparecchiature.
530.5.2 Le apparecchiature non racchiuse in involucro devono essere montate entro una scatola o in un
involucro appropriati conformemente alle Norme CEI EN 60670, CEI EN 62208 o ad altre relative norme
come la serie CEI EN 61439.
530.5.3 Le apparecchiature quali gli interruttori automatici, gli interruttori commutatori, le prese, l’appa-
recchiatura di comando, ecc. possono essere installate in o su un sistema di canali conformemente alla
serie di Norme CEI EN 50085.
531 Dispositivi di protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica dell’ali-
mentazione
531.1 Generalità
La richiusura automatica dei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione auto-
matica dell’alimentazione è permessa negli impianti in cui l’accesso è limitato solo alle persone avvertite
o alle persone esperte. La richiusura automatica dei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti me-
diante interruzione automatica dell’alimentazione è permessa anche nei locali dove l’accesso è consen-
tito alle persone ordinarie, ai bambini o alle persone disabili, qualora i dispositivi di richiusura automatica
siano dotati di mezzi di valutazione della corrente secondo 4.3.2 della Norma CEI EN 63024.
Le prescrizioni per la scelta del tipo dei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti mediante interru-
zione automatica dell’alimentazione sono fornite nei paragrafi seguenti.
Nei sistemi IT, i seguenti dispositivi di controllo possono essere usati per rilevare condizioni di guasto
dell’isolamento:
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
531.2.1 Generalità
Quando i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti sono usati per la protezione contro i contatti
indiretti mediante interruzione automatica dell’alimentazione, essi devono essere scelti conformemente
a 533.
531.2.2 Sistemi TN
Nei sistemi TN, i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti, quando usati come dispositivi per la
protezione contro i contatti indiretti, devono essere scelti ed installati in modo da soddisfare le prescrizioni
specificate nella Parte 4, Capitolo 41.
Nel caso di alcune apparecchiature o per certe parti dell’impianto, il tempo di intervento massimo della
Tabella 41A non possa essere soddisfatto dai dispositivi di protezione contro le sovracorrenti, quelle parti
devono essere protette da un interruttore differenziale (RCD) conforme a 531.3.5.2.
Nei sistemi TN-S, non è necessario interrompere il neutro se le condizioni di alimentazione sono tali che
il conduttore di neutro può essere considerato affidabilmente al potenziale di terra.
531.2.3 Sistemi TT
Nei sistemi TT in c.a., per la protezione contro i contatti indiretti si devono usare solo interruttori differen-
ziali (RCD).
531.2.4 Sistemi IT
I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti quando usati come dispositivi per la protezione contro i
contatti indiretti, in caso di un secondo guasto, devono essere conformi a:
– 531.2.2, tenendo conto delle prescrizioni di 413.1.5.4.a), quando le masse sono interconnesse; op-
pure
– 531.2.3, tenendo conto delle prescrizioni di 413.1.5.4.b), quando le masse sono messe a terra in
gruppi o individualmente.
Nei sistemi IT, in caso di un secondo guasto, il funzionamento del dispositivo di protezione contro le so-
vracorrenti deve dare luogo all’apertura di tutti i corrispondenti conduttori attivi, compreso il conduttore di
neutro, se presente (vedi anche 473.3.2.2 del Capitolo 47).
Nei sistemi IT, qualora l’interruzione richiesta dal Capitolo 43 in caso di un secondo guasto a terra non
possa essere ottenuta mediante un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti devono essere utiliz-
zati uno o più interruttori differenziali (RCD).
NOTA Si fa anche riferimento a 413.1.4.3 quando un collegamento equipotenziale di protezione supplementare è richiesto in quei
casi in cui l’interruzione automatica secondo 413.1.1.1 non può essere ottenuta.
I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti usati nei sistemi IT devono avere poli adatti in caso di un
secondo guasto d’isolamento, a funzionare alla tensione tra le fasi ed un polo di neutro, se applicabile,
adatto a funzionare alla tensione tra fase e neutro.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
531.3.1 Generalità
Un interruttore differenziale deve assicurare l’interruzione di tutti i conduttori attivi del circuito protetto.
Il conduttore di protezione non deve passare attraverso il circuito magnetico dell’interruttore differenziale
(RCD), eccetto casi eccezionali in cui il passaggio attraverso il circuito magnetico è inevitabile, per es. nel
caso di cavi armati. In tali casi eccezionali, il solo conduttore di protezione deve attraversare nuovamente
il circuito magnetico, ma nella direzione opposta. Il conduttore di protezione deve essere isolato e non
deve essere messo a terra né al primo né al secondo passaggio attraverso il sensore.
La corrente del conduttore di protezione non deve contribuire alla misura della corrente differenziale.
Gli interruttori differenziali devono essere scelti ed installati in modo da limitare il rischio di intervento
intempestivo. Si deve prendere in considerazione quanto segue:
– suddivisione dei circuiti mediante l’uso di interruttori differenziali (RCD) individuali associati a ciascu-
na linea. Gli interruttori differenziali devono essere scelti ed i circuiti elettrici devono essere suddivisi
in modo che nessuna corrente di dispersione verso terra, che potrebbe presentarsi durante il funzio-
namento normale del carico collegato, possa causare un intervento indesiderato del dispositivo. Vedi
anche 314.
– Per evitare l’intervento intempestivo a causa delle correnti circolanti nel conduttore di protezione e/o
delle correnti di dispersione verso terra, da parte del conduttore di protezione, si deve fare in modo
che la sommatoria di tali correnti a valle dell’interruttore differenziale
– (RCD) non sia superiore a 0,3 volte la corrente differenziale nominale di funzionamento.
NOTA 1 Ciò permetterà anche una scelta migliore del tipo di interruttori differenziali (RCD) secondo la natura del circuito
o del carico.
NOTA 2 Gli interruttori differenziali (RCD) possono funzionare a qualsiasi valore della corrente differenziale superiore al
50 % della corrente differenziale nominale di intervento.
– Uso di interruttori differenziali (RCD) a breve tempo ritardato purché le prescrizioni applicabili del Ca-
pitolo 41 siano soddisfatte;
NOTA 3 Nel caso di effetti transitori, l’intervento dell’interruttore differenziale può verificarsi per la carica dei condensatori di
derivazione o per altri disturbi elettromagnetici.
– Coordinamento degli interruttori differenziali (RCD) di tipo generale, di tipo selettivo e a ritardo di tem-
po (CBR e MRCD secondo la Norma CEI EN 60947-2) come trattato in 573.1.4.2.
– Coordinamento degli interruttori differenziali (RCD) con limitatori di sovratensioni secondo
573.1.4.2.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Esistono tipi diversi di interruttori differenziali in funzione del loro comportamento in presenza di compo-
nenti continue e frequenze diverse dalla frequenza nominale:
– interruttore differenziale (RCD) di tipo AC: Interruttore differenziale il cui sgancio è assicurato per
correnti alternate sinusoidali differenziali applicate improvvisamente o lentamente crescenti;
– interruttore differenziale (RCD) di tipo A: interruttore differenziale il cui sgancio è assicurato per
correnti alternate sinusoidali differenziali e per correnti unidirezionali differenziali pulsanti applicate
improvvisamente o lentamente crescenti;
NOTA 1 Per gli interruttori differenziali (RCD) di tipo A, l’intervento è assicurato per le correnti pulsanti unidirezionali sovrappo-
ste ad una corrente continua uniforme fino a 0,006 A.
– Interruttore differenziale (RCD) di tipo F: interruttore differenziale per il quale l’intervento è
assicurato come per il tipo A ed inoltre:
- per le correnti differenziali composite, applicate all’improvviso o lentamente ascendenti destinate
al circuito alimentato tra fase e neutro o tra fase e conduttore centrale messo a terra;
- per le correnti differenziali pulsanti unidirezionali sovrapposte alla correnti continua uniforme.
NOTA 2 Per gli interruttori differenziali di tipo F, l’intervento è assicurato per le correnti pulsanti unidirezionali sovrapposte
ad una corrente continua uniforme fino a 0,01 A.
531.3.4.1 Negli impianti a corrente alternata, dove gli interruttori differenziali sono accessibili alle persone
ordinarie (non istruite), ai bambini o alle persone disabili, gli interruttori differenziali devono essere con-
formi alle seguenti Norme:
531.3.4.2 Negli impianti a corrente alternata, dove gli interruttori differenziali (RCD) sono accessibili
solo alle persone avvertite o alle persone esperte, gli interruttori differenziali devono essere conformi alle
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
seguenti norme:
531.3.5.1 Generalità
L’uso degli interruttori differenziali (RCD) deve assicurare la protezioni contro i contatti indiretti conforme-
mente a 413.
La scelta degli interruttori differenziali (RCD) dipende dal tipo di sistema di messa a terra del sistema
(vedi 531.3.5.2, 531.3.5.3 e 531.3.5.4).
531.3.5.2 Sistema TN
Gli interruttori differenziali (RCD) devono essere installati all’origine della parte dell’impianto da protegge-
re. Si deve tener conto anche delle prescrizioni per l’intervento intempestivo secondo 531.3.2.
NOTA Eccetto restrizioni particolari per la selettività, più circuiti possono essere protetti dallo stesso dispositivo.
La divisione del conduttore PEN nel conduttore di neutro e nel conduttore di protezione deve aver luogo
sul lato alimentazione degli interruttori differenziali (RCD).
Sul lato carico dell’interruttore differenziale (RCD), la connessione tra i conduttori di protezione e di neutro
non è permessa.
Nei sistemi TN-C non si devono usare gli interruttori differenziali (RCD).
531.3.5.3 Sistema TT
531.3.5.3.1 Posizione degli interruttori differenziali (RCD)
Gli interruttori differenziali (RCD) devono essere installati all’origine della parte dell’impianto da protegge-
re. Si deve tener conto anche delle prescrizioni per l’intervento intempestivo secondo 531.3.2.
NOTA Quando esiste più di un’origine, questa prescrizione si applica a ciascuna origine.
REè la somma della resistenza in Ω del dispersore di terra e del conduttore di protezione per le masse.
Tabella 1 – Correlazione tra il valore massimo della resistenza di terra RE e la corrente
differenziale di intervento nominale dell’interruttore differenziale (RCD)
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
5.1.2 Stato del neutro – collegamento a terra delle masse dell’impianto utente
La rete BT del Distributore è gestita con neutro direttamente a terra. Il neutro viene distribuito ed è
fatto divieto agli Utenti di impiegare il neutro come conduttore di protezione, nonché di collegare il
neutro del Distributore alla terra di protezione dell’impianto di utenza.
Dal punto di vista della sicurezza, il sistema impiegato è di tipo TT, come definito nella Norma CEI
64-8 art. 312.2.2.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
– la messa a terra del neutro da parte del Distributore abbia un valore di Rn (vedi Figura 1) inferio-
re a 180 Ω;
– la resistenza RE (che ricade sotto la responsabilità dell’Utente) abbia un valore opportunamente
coordinato con i requisiti indicati nella Norma CEI 64-8, 413.1.4.
La sussistenza di tale condizione deve essere verificata dal Distributore su richiesta dell’Utente, qua-
lora si rilevi che il superamento del limite di 180 Ω impedisca il corretto funzionamento delle protezioni
differenziali dell’Utente medesimo. In questi casi l’Utente è tenuto a trasmettere al Distributore il rap-
porto tecnico comprovante il mancato funzionamento delle protezioni differenziali, redatto dall’impresa
installatrice abilitata ai sensi del DM 37/08, ovvero da professionista iscritto all’albo, ovvero da ente di
verifica di cui DPR 462/01 (ASL, ARPA, INAIL o organismo abilitato).
531.3.5.4 Sistema IT
531.3.5.4.1 Generalità
Nei sistemi IT, la protezione del conduttore di neutro mediante l’interruttore differenziale (RCD) è permes-
sa purché le prescrizioni di 473.3.2.2 del Capitolo 47 siano soddisfatte.
531.3.5.4.2 Caso di secondo guasto su un altro conduttore attivo quando le masse sono inter-
connesse
Quando gli interruttori differenziali (RCD) sono usati secondo 413.1.5.4 a), si deve usare un interruttore
differenziale (RCD) per circuito.
Le caratteristiche di funzionamento degli interruttori differenziali (RCD) devono essere scelte secondo la
Tabella 41A.
531.3.5.4.3 Caso di secondo guasto su un altro conduttore attivo quando le masse non sono
interconnesse
Quando, in un impianto, tutte le masse non sono interconnesse, un interruttore differenziale
(RCD) deve proteggere ciascun gruppo di masse interconnesse.
Le condizioni per determinare le caratteristiche dell’interruttore differenziale (RCD) devono essere quelle
per i sistemi TT definite in 413.1.4.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Quando installato all’origine del circuito finale o di un gruppo di circuiti finali, un interruttore differenziale
(RCD) con una corrente nominale non superiore a 30 mA può assicurare simultaneamente la protezione
dai contatti diretti e la protezione addizionale. In questo caso, non tutti i circuiti finali alimentati da un cir-
cuito di distribuzione comune dovranno essere interrotti da questo RCD.
Gli interruttori differenziali (RCD) per la protezione addizionale negli impianti in corrente alternata devono
essere conformi alle seguenti Norme:
Gli interruttori differenziali (RCD) per la protezione delle prese devono essere installati all’origine
del circuito finale, eccetto quando questa protezione supplementare è fornita da interruttori differenziali
(RCD) che sono parte integrante delle prese o sono associati a prese fisse all’interno della stessa scatola
di montaggio o nelle immediate vicinanze.
532.1 Generalità
Nei luoghi in cui esiste un rischio particolare di incendio, sono richieste misure di protezione preventive
contro il rischio di incendio.
Per la scelta dei dispositivi di protezione e di comando, si deve tener conto del possibile impatto sulla fun-
zione prevista, per es. correnti di guasto di frequenze più elevate, correnti continue di guasto o aumento
delle correnti di dispersione.
NOTA In caso di impedimenti tecnici, in alternativa alle misure riportate da 532.2 a 532.6, si possono usare i seguenti sistemi:
– Dispositivi destinati a fornire una protezione automatica
– Dispositivi destinati a fornire una segnalazione di allarme
I dispositivi conformi alla Norma CEI EN 60947-2 marcati con il valore di tensione seguito dal segno grafico IT non devono essere
usati nei sistemi IT per tale tensione.
Commento
532.1 Allo scopo possono essere utilizzati sensori di calore, fumo, fiamma.
Per protezione automatica si intende l’intervento di un qualunque sistema di messa in sicurezza del
guasto (es. disalimentazione automatica del circuito, sistema di protezione antincendio).
Si devono usare interruttori differenziali (RCD) con una corrente differenziale di intervento nominale non
superiore a 300 mA.
Gli interruttori differenziali (RCD) devono essere installati all’origine del circuito da proteggere.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
532.2 Prescrizioni particolari negli ambienti a maggior rischio di incendio, sono indicate nella Sezio-
ne 751 della presente Norma.
Il valore di corrente differenziale nominale pari a 300 mA indicato nel presente articolo per i
dispositivi differenziali è a garanzia della sicurezza rispetto al rischio incendio negli ambienti di tipo
ordinario.
Inoltre, negli ambienti ordinari qualora siano utilizzate condutture che presentano un basso rischio di
innesco incendio (ad esempio condutture equivalenti a quelle di tipo a) e b) di cui all’art. 751.04.2.6 )
si può omettere la protezione del dispositivo differenziale da 300 mA a questi fini.
Scelte progettuali legate alla selettività delle protezioni differenziali possono portare comunque ad
adottare anche un dispositivo con corrente differenziale nominale IΔn= 300 mA o superiore purché, per
i soli sistemi TT, nel rispetto del paragrafo 531.3.5.3.2.
532.3 Indicatori di corrente differenziale (RCM) per la prevenzione del rischio di incendio nei si-
stemi IT
Nei sistemi IT, gli indicatori di corrente differenziale (RCM) possono essere usati come alternativa agli in-
terruttori differenziali (RCD), conformemente a 532.2, purché il luogo sia controllato da persone avvertite
o esperte.
Gli RCM devono essere conformi alla Norma CEI EN 62020 e devono funzionare congiuntamente ad una
apparecchiatura adatta al sezionamento.
532.4 Dispositivi per il controllo dell’isolamento (IMD) per la prevenzione del rischio di incendio
nei sistemi IT
I dispositivi per il controllo dell’isolamento (IMD) applicati nei sistemi IT per la prevenzione del rischio di
incendio devono essere conformi alle prescrizioni di 538.
Si può anche usare un sistema di localizzazione del guasto conforme alla prescrizione di 538.2 in grado
di localizzare il circuito difettoso.
Quando richiesto per applicazioni speciali, per interrompere i circuiti guasti si possono scegliere disposi-
tivi di protezione contro le interferenze d’arco (anche noti come sistemi di rilevamento ottico) che rilevino
un guasto dovuto all’arco insieme ad un sistema di protezione.
NOTA Questa interruzione viene effettuata normalmente in un tempo molto breve.
Quando impiegati, gli AFDD devono essere installati all’origine dei circuiti finali (terminali) da proteggere
e nei circuiti monofase o bifase in c.a. non superiori a 240 V.
Il coordinamento degli AFDD con i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti, se necessario, deve
essere conforme alle istruzioni del costruttore.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
– CEI 32-12;
– CEI 32-13;
– CEI EN 60269-4;
– CEI EN 60898-1;
– CEI EN 60898-2;
– CEI EN 60947-2;
– CEI EN 60947-3;
– CEI EN 60947-6-2;
– CEI EN 61009-1;
– CEI EN 61009-2-1;
– CEI EN 62423.
I seguenti dispositivi di protezione possono essere usati per la protezione contro la sola protezione contro
la corrente di cortocircuito:
– interruttori automatici ad intervento istantaneo (ICB) conformi all’Allegato O della Norma CEI EN
60947-2;
– fusibili di tipo aM e aR conformi alle Norme CEI 32-12 o CEI 32-13.
Le basi dei fusibili conformi alla Norma CEI 32-13 devono essere usate solo insieme a calibratori che
impediscano l’uso di cartucce di corrente nominale più elevata di quanto ammissibile.
NOTA 1 Ciò è valido anche per le basi dei fusibili in combinazione con gli interruttori.
NOTA 2 Il calibratore è superfluo nei casi in cui la corrente nominale della cartuccia corrisponde a quella della base del fusibile.
I fusibili o le unità combinate, aventi cartucce che possono essere rimosse o sostituite solo da persone
avvertite o esperte, devono essere installati in modo da assicurare che le cartucce possano essere ri-
mosse o sostituite senza venire in contatto accidentale con parti attive. Questi dispositivi devono essere
installati in modo che non possano essere accessibili alle persone comuni non addestrate.
Le basi dei fusibili devono essere disposte in modo da escludere la possibilità che il portafusibili venga a
contatto con parti conduttrici appartenenti a due basi di fusibili adiacenti o con una parte conduttrice del
quadro.
Commento
533.1.2 I fusibili-sezionatori devono essere installati in modo tale che a circuito aperto le cartucce si
trovino fuori tensione.
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Progetto
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Quando gli interruttori automatici possono essere manovrati da persone diverse dalle persone avvertite o
esperte, essi devono essere progettati o installati in modo che non sia possibile modificare la regolazione
della taratura dei loro sganciatori di sovracorrente senza un’azione intenzionale che comporti l’uso di una
chiave o un attrezzo, e che dia luogo ad un’indicazione visibile della loro regolazione o taratura.
NOTA 1 Alle persone avvertite o esperte è permesso l’accesso alla regolazione, se esistente, delle caratteristiche di sovracorrente
degli interruttori automatici.
NOTA 2 Le prescrizioni di questo articolo si applicano anche agli apparecchi integrati di manovra e protezione (CPS) conformi alla
Norma CEI EN 60947-6-2.
In certi casi, per evitare l’intervento intempestivo, quando si seleziona la curva di intervento devono es-
sere prese in considerazione le variazioni della corrente di carico.
Nel caso di un carico ciclico, il valori di In e I2 devono essere scelti sulla base dei valori di IB e Iz corrispon-
denti a carichi costanti termicamente equivalenti.
Dove:
Quando il contenuto armonico nel conduttore di neutro in un circuito trifase può superare il valore consi-
derato nel progetto del circuito, si deve prevedere per questo conduttore un sistema in grado di rilevare i
sovraccarichi. Questo rilevamento deve causare la sconnessione dei conduttori di fase ma non necessa-
riamente del conduttore di neutro. Quando il neutro viene scollegato, si applicano le prescrizioni di 473.3.
In alternativa, per i cavi multipolari che portano correnti armoniche, si può applicare il fattore di correzione
indicato nell’Allegato 52A del Capitolo 52 e la corrente nominale del dispositivo di protezione contro le
sovracorrenti deve essere scelta tenendo conto del valore ridotto di Iz.
NOTA Altri mezzi, quali i filtri, possono essere usati per attenuare gli effetti delle correnti armoniche.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
533.3 Scelta dei dispositivi per la protezione delle condutture contro i cortocircuiti
Commento
533.3 Come corrente di cortocircuito minima si considera quella corrispondente ad un cortocircuito che
si produca tra fase e neutro (o tra fase e fase se il conduttore di neutro non è distribuito), nel punto più
lontano della conduttura protetta e, nel caso l’impianto sia alimentato da più sorgenti non in parallelo, si
deve prendere in considerazione solo la sorgente corrispondente alla corrente di cortocircuito minima.
La determinazione della minima corrente di cortocircuito presunta, nella maggior parte dei casi che si
presentano in pratica, può essere effettuata con le formule a) e b) riportate qui di seguito, ammettendo
un aumento del 50 % della resistenza del circuito rispetto al valore a 20 °C, dovuto al riscaldamento
dei conduttori causato dalla corrente di cortocircuito, e tenendo conto di una riduzione all’80 % della
tensione di alimentazione, per effetto della corrente di cortocircuito, rispetto alla tensione nominale di
alimentazione.
Nel caso in cui invece si conosca il valore dell’impedenza del circuito a monte, il coefficiente 0,8 deve
essere sostituito da un valore più preciso.
0,8U
a) I= quando il conduttore di neutro non è distribuito
2L
1,5ρ
S
dove:
U= tensione concatenata di alimentazione in (V);
ρ= resistività a 20 °C del materiale dei conduttori (Ω · mm2/m) (0,018 per il rame – 0,027 per l’al-
luminio);
0,8U 0
b) I = quando il conduttore di neutro non è distribuito
L
1,5ρ (1 + m)
S
dove:
Uo = tensione di fase di alimentazione in (V);
m= rapporto tra la resistenza del conduttore di neutro e la resistenza del conduttore di fase (nel
caso essi siano costituiti dallo stesso materiale, esso è uguale al rapporto tra la sezione del
conduttore di fase e quella del conduttore di neutro).
Le precedenti formule a) e b) non tengono conto della reattanza della conduttura, con un errore che
diviene sensibile per i cavi di sezione superiore a 95 mm2.
Per tenere conto di questa reattanza si possono applicare ai valori della corrente di
cortocircuito presunta I i seguenti valori di riduzione:
– 0,90 per la sezione di 120 mm2;
– 0,85 per la sezione di 150 mm2;
– 0,80 per la sezione di 185 mm2;
– 0,75 per la sezione di 240 mm2.
La massima corrente di cortocircuito presunta capita in genere ai morsetti del dispositivo di protezione
e può essere calcolata quando si conoscano i parametri della rete di alimentazione e della parte di
impianto situato a monte del dispositivo di protezione.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Per soddisfare le prescrizioni del Capitolo 43 della Parte 4 i dispositivi di protezione devono soddisfa-
re le seguenti condizioni c) e d), rispettivamente per gli interruttori automatici e per i fusibili, tenendo
presente la condizione e).
c) Determinazione della corrente minima (Iccmin.) e della corrente massima (Iccmax) di cortocir-
cuito quando la protezione sia assicurata da interruttori automatici.
Per gli interruttori automatici la caratteristica dell’integrale di Joule (I2t) lasciato passare ha un
andamento del tipo indicato nella seguente Figura a):
La corrente di cortocircuito che si produce per un guasto all’estremità della conduttura più lontana dal
punto di alimentazione (Icc min.) non deve essere inferiore ad Ia:
Icc min ≥ Ia
La corrente di cortocircuito che si produce per un guasto franco all’inizio della conduttura
(Icc max) non deve essere superiore ad Ib:
Icc min ≤ Ib
d) Determinazione della corrente minima di cortocircuito (Icc min.) quando la protezione sia
assicurata da fusibili.
Per i fusibili la caratteristica dell’integrale di Joule (I2t) lasciato passare ha un andamento del tipo
indicato nella seguente Figura b):
Figura b)
F = curva dell’I t lasciato passare dal fusibile
2
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La corrente di cortocircuito che si produce per un guasto franco all’estremità della conduttura più lon-
tana dal punto di alimentazione (Icc min.) non deve essere inferiore ad Ia:
Icc min ≥ Ia
Nel caso in cui la Norma che riguarda i dispositivi di protezione, come nel caso della Norma CEI EN
60947-2 riguardante gli interruttori automatici destinati ad usi generali, specifichi un potere di inter-
ruzione nominale estremo ed un potere di interruzione nominale di servizio, è ammesso di scegliere
il dispositivo di protezione sulla base del potere di interruzione nominale estremo per la protezione
contro le massime correnti di cortocircuito.
Necessità di impianto possono tuttavia giustificare la scelta del dispositivo di protezione sulla base del
potere di interruzione nominale di servizio, per es. quando il dispositivo di protezione è posto all’origi-
ne dell’impianto.
533.3.1 Generalità
Per la scelta corretta dei dispositivi per la protezione delle condutture contro i cortocircuiti si devono
prendere in considerazione le seguenti prescrizioni.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
In alcuni casi, per es. quando un dispositivo di protezione è posto all’origine dell’impianto, è auspicabile
scegliere il dispositivo di protezione in base al potere di interruzione di servizio in cortocircuito. Le ca-
ratteristiche nominali Ics di un interruttore automatico possono essere applicate quando è necessario
assicurare la continuità di servizio dopo un guasto per cortocircuito.
NOTA 2 Secondo le norme di prodotto applicabili, i poteri di interruzione in cortocircuito in servizio sono definiti come segue:
– nella Norma CEI EN 60947-2: Ics è il potere di interruzione estremo in cortocircuito, potere di interru-
zione per il quale le condizioni prescritte secondo una sequenza di prova specificata, com-
prendono la capacità dell’interruttore automatico di portare con continuità la sua corrente nominale;
– nella CEI EN 60898-1: Ics è il potere di interruzione per il quale le condizioni prescritte secondo una
sequenza di prova specificata comprendono l’attitudine dell’interruttore automatico di portare 0,85
volte la sua corrente di non intervento per il tempo convenzionale.
Quando il potere di interruzione in cortocircuito del dispositivo di protezione è inferiore alla corrente di
cortocircuito prevista nel suo punto di installazione, è richiesta la conformità alle prescrizioni di 573.2.1
per la protezione contro i cortocircuiti combinati.
Commento
533.3.2 Gli apparecchi di protezione per la protezione dal cortocircuito devono essere conformi ai
requisiti delle norme CEI che trattano interruttori automatici e fusibili, ma deve essere tenuto in con-
siderazione anche che le condizioni di installazione negli impianti possono essere diverse da quelle
previste in quelle norme, in particolare con riferimento a:
– Il fattore di potenza della corrente di corto circuito, in un sistema a corrente alternata in un im-
pianto, può essere inferiore a 0,2, valore minimo previsto dalle norme di prodotto (Interruttori)
per la prova di cortocircuito in apertura;
– La riduzione della componente c.a. e c.c. della corrente di cortocircuito
La conseguenza è che il rapporto tra il potere d’interruzione nominale limite di cortocircuito Icu ed il
potere di chiusura nominale in cortocircuito Icm corrispondente, nelle normali condizioni dei sistemi
di distribuzione, può essere inadeguato.
In questi casi, gli interruttori automatici devono essere scelti in base al loro potere di chiusura Icm
potere di chiusura nominale in cortocircuito. (short-circuit making capacity), anche se il loro potere
d’interruzione nominale, riferito alle condizioni normali, può risultare superiore a quello richiesto dalla
effettiva applicazione.
Per i valori di corrente di cortocircuito massima nel punto di connessione (ai fini del dimensionamento
delle apparecchiature) vedi Norma CEI 0-21 Articolo 5.1.3
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
L’applicazione delle prescrizioni di 434.3.2 per i cortocircuiti con durata non superiore a 5 s deve tener
conto dei valori delle correnti di cortocircuito minimo e massimo.
Le seguenti condizioni per i fusibili e gli interruttori automatici si ottengono considerando le loro specifi-
che caratteristiche:
a) Nel caso di fusibili: la corrente di cortocircuito minima presunta non deve essere inferiore a X1
(Figura 533A).
Legenda
C curva corrente/tempo corrispondente alla sollecitazione termica ammissibile nella conduttura protetta
F curva di fusione del fusibile (limite superiore della zona di funzionamento) X1 corrente di
cortocircuito minima per la quale il fusibile protegge la conduttura
Quando il tempo di funzionamento del fusibile per la corrente X1 è superiore a 5 s, la corrente X1 è sosti-
tuita dalla corrente di fusione del fusibile in 5 s (If).
NOTA If è la corrente di fusione che dà luogo ad un tempo di intervento entro 5 s.
b) Nel caso di interruttori automatici: per gli interruttori automatici, il cortocircuito minimo deve
essere almeno uguale a X1 (Figura 533B). Poiché la curva di intervento dell’interruttore automatico
può intersecare in due punti la linea relativa alla massima sollecitazione termica sopportabile dal
conduttore, può essere necessario verificare la protezione sia alla corrente di guasto minima che a
quella massima. Per le correnti di guasto superiori alla soglia di intervento istantaneo (generalmen-
te la linea verticale della curva di intervento dell’interruttore automatico), si dovrebbe usare il valore
di energia passante ottenuto dal costruttore:
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Legenda
C curva corrente/tempo corrispondente alla sollecitazione termica ammissibile nella conduttura protetta D1 curva di
intervento dell’interruttore automatico
X1 corrente di cortocircuito minima per la quale l’interruttore automatico protegge la conduttura
534.1 Generalità
Il presente articolo contiene disposizioni per l’applicazione della limitazione della tensione, allo scopo di
realizzare il coordinamento dell’isolamento nei casi descritti nelle Norme: CEI 64-8/4, CEI EN 60664-1,
CEI EN 62305-1, CEI EN 62305-4 e nella Guida CEI 37-11.
Il presente articolo si focalizza principalmente sulle prescrizioni relative alla scelta e all’installazione degli
SPD per la protezione contro le sovratensioni transitorie richiesta dall’art. 443 della Parte 4 della presente
Norma, nella serie di Norme CEI EN 62305, o come altrove specificato.
Il presente articolo si applica ai circuiti di alimentazione in corrente alternata. Per quanto pertinenti, le
prescrizioni del presente articolo possono essere applicate anche ai circuiti di alimentazione in corrente
continua.
534.2 A disposizione
SPD o gruppo di SPD, in entrambi i casi inclusi tutti i corrispondenti dispositivi di distacco richiesti dal
costruttore degli SPD, che forniscono la protezione richiesta contro le sovratensioni per un tipo di messa
a terra del sistema
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
dispositivo per il distacco di un SPD, o parte di un SPD, dal sistema di alimentazione in caso di guasto
dell’SPD
NOTA Il dispositivo di distacco non è richiesto per ottenere una capacità di sezionamento ai fini della sicurezza. Esso ha lo scopo
di impedire un guasto persistente sul sistema ed è utilizzato per fornire un’indicazione di guasto dell’SPD. I dispositivi di distacco
possono essere interni (integrati) o esterni (richiesti dal costruttore) o entrambi. Il dispositivo per il distacco può avere più funzioni,
per es. una funzione di protezione dalle sovracorrenti e una funzione di protezione termica. Queste funzioni possono essere in
unità separate.
534.3.3
modo di protezione di un SPD
percorso di corrente previsto, tra i terminali che contengono i componenti di protezione, per esempio tra
le fasi, tra fase e terra, tra fase e neutro, tra neutro e terra
[CEI EN 61643-11:2012-10]
534.3.4
valore nominale d’interruzione della corrente susseguente
Ifi
corrente presunta di cortocircuito che un SPD è in grado di interrompere senza l’intervento di un dispo-
sitivo di distacco
[CEI EN 61643-11:2012-10]
534.3.5
corrente nominale di cortocircuito
ISCCR
massima corrente di cortocircuito presunta del sistema di alimentazione per la quale l’SPD, associato al
dispositivo di distacco specificato, è previsto
[CEI EN 61643-11:2012-10]
534.3.6
livello di protezione della tensione
UP
tensione massima prevista ai terminali dell’SPD, dovuta ad una sollecitazione impulsiva con una
definita ripidità della curva di tensione, ed una sollecitazione con una corrente di scarica ad impulso di
ampiezza e forma d’onda date
NOTA 1 Il livello di protezione della tensione è fornito dal costruttore e non può essere superato:
– dalla misura della tensione misurata determinata sulla base della tensione di intervento sul fronte d’onda (se applicabile) e
dalla tensione di protezione misurata, determinata dalle misure della tensione residua ad ampiezze corrispondenti, rispettiva-
mente, per le classi di prova II e/o I a In e/o Iimp;
– dalla tensione di protezione misurata alla tensione a circuito aperto (UOC) del generatore di onde combinate, determinata per
la forma d’onda combinata per la classe di prova III.
NOTA 2 Le informazioni sulla correlazione che intercorre tra i diversi tipi di SPD e le classi di prova conformi alla Norma di pro-
dotto, sono riportate nell’Allegato B.
534.3.7
tensione nominale di tenuta a impulso
UW
valore della tensione di tenuta ad impulso, assegnato dal costruttore all’apparecchiatura, o ad una sua
parte, che caratterizza la capacità di tenuta specificata del suo isolamento nei confronti delle sovraten-
sioni transitorie [CEI EN 60664-1:2007, 3.9.2, mod. — È stata aggiunta l’abbreviazione ‘UW’.]
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
534.3.8
tensione massima continuativa
UC
massimo valore della tensione efficace che può essere applicata permanentemente per il modo
di protezione dell’SPD
NOTA Il valore di UC trattato dalla presente Norma può superare i 1 000 V.
[CEI EN 61643-11:2012-10]
534.3.9
corrente nominale di scarica per la classe di prova II
In
valore di picco della corrente che circola nell’SPD e che ha forma d’onda 8/20 μs
NOTA Le informazioni sulla correlazione che intercorre tra i diversi tipi di SPD e le classi di prova, conformi alla Norma di prodot-
to, sono riportate nell’Allegato B.
534.3.10
corrente di scarica impulsiva per la classe di prova I
Iimp
valore di picco di una corrente di carica che circola nell’SPD, con un trasferimento di carica specificato
Q ed un’energia specificata W/R, per una durata specificata
NOTA Le informazioni sulla correlazione che intercorre tra i diversi tipi di SPD e le classi di prova conformi alla Norma di
prodotto sono riportate nell’Allegato B.
534.3.11
tensione a circuito aperto
UOC
tensione a circuito aperto del generatore d’onda combinata, nel punto di connessione del
dispositivo in prova
[CEI EN 61643-11:2012-10]
534.3.12
SPD a due porte
SPD avente una specifica impedenza in serie collegata tra le connessioni di entrata e di uscita separate
[CEI EN 61643-11:2012-10]
Se la struttura è dotata di un sistema di protezione esterno dei fulmini o se è, in altro modo, specificato
un sistema di protezione contro gli effetti della fulminazione diretta si devono utilizzare gli SPD di Tipo
1.
NOTA 1 L’origine dell’impianto, ai fini dell’installazione degli SPD, in genere corrisponde al punto in cui la linea di alimentazione
entra nell’edificio, oppure quello in cui si trova il quadro di distribuzione principale.”
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Conformemente alla Norma di prodotto, gli SPD devono essere marcati come segue:
– per gli SPD di Tipo 1 con “Tipo 1” e/o “ T1 ” (T1 racchiuso in un quadrato);
– per gli SPD di Tipo 2 con “Tipo 2” e/o “ T2 ” (T2 racchiuso in un quadrato);
– per gli SPD di Tipo 3: con “Tipo 3” e/o “ T3 ” (T3 racchiuso in un quadrato).
NOTA 2 Le informazioni sulla correlazione che intercorre tra i diversi tipi di SPD e le classi di prova conformi alla Norma di prodotto
sono riportate nell’Allegato B.
Per proteggere adeguatamente l’impianto secondo quanto indicato in 534.4.4.1 possono essere neces-
sari SPD aggiuntivi di Tipo 2 o di Tipo 3, e questi devono essere collocati all’interno dell’impianto elettrico
fisso, per esempio all’interno dei quadri secondari o sulle prese. Questi SPD non devono essere installati
senza che vi siano altri SPD collegati all’origine dell’impianto e devono essere coordinati con gli SPD
posti a monte (vedi quanto indicato in 534.4.4.5).
Se un SPD di Tipo 1 non è in grado di fornire una protezione conforme a 534.4.4.2, esso deve essere
accompagnato da un SPD di Tipo 2 o di Tipo 3 coordinato, in modo da assicurare il livello richiesto di
protezione della tensione.
Possono essere necessari ulteriori SPD di Tipo 2 o di Tipo 3 posti vicino all’apparecchiatura sensibile,
per proteggerla adeguatamente secondo quanto indicato in 534.4.4.2 e questi devono essere coordinati
con gli SPD posti a monte.
NOTA 3 Questi SPD aggiuntivi possono far parte dell’impianto elettrico fisso o possono essere SPD portatili.
Possono essere necessari ulteriori SPD per fornire una protezione contro le sovratensioni transitorie
dovute ad altre sorgenti quali:
La presenza di SPD installati a valle di un quadro di distribuzione (ad esempio in una presa) deve essere
indicata in modo permanente (ad esempio per mezzo di un’etichetta) in questo quadro di distribuzione.
La protezione tra i conduttori attivi e quello di PE (inclusa quella tra il neutro e il PE, qualora sia presente
il conduttore di neutro) è obbligatoria.
La protezione tra i conduttori attivi ed il neutro (se il conduttore del neutro è presente) è raccomandata
per assicurare la protezione dell’apparecchiatura.
Alcune apparecchiature possono richiedere sia la protezione di modo comune (per la tenuta agli impulsi)
che la protezione di modo differenziale (per l’immunità agli impulsi).
NOTA 3 Per esempio, le apparecchiature elettroniche di classe I o di classe II con connessione FE richiedono la protezione di modo
comune e quella di modo differenziale per assicurare la protezione completa contro le sovratensioni transitorie dovute a manovra
o di origine atmosferica.
Tipo di collegamento CT1 (ad esempio la configurazione 3+0 o 4+0): assieme di SPD che fornisce un
modo di protezione tra ciascun conduttore attivo (conduttori di fase e di neutro, quando disponibili) e il PE
o tra ciascun conduttore di fase ed il PEN.
Nella Figura 534.2 e nella Figura 534.3 sono mostrati due esempi di collegamento di tipo CT1 per appli-
cazioni nei sistemi trifase.
Tipo di collegamento CT2 (ad esempio la configurazione 3+1): l’assieme di SPD che fornisce un modo di
protezione tra ciascun conduttore di fase ed il conduttore del neutro e tra il conduttore del neutro ed il PE.
Un esempio di tipo di collegamento CT2 per applicazioni nei sistemi trifase è mostrato nella Figura 534.4.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
S S S
P P P
D D D
Figura 534.3 – Tipo di collegamento CT1 (configurazione 3+0) per un sistema trifase
L1 L2 L3 N
S S S
P P P
D D D
S
P
D
PE
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Nell’assemblaggio degli SPD, si dovrebbe fare attenzione alla scelta dei parametri degli SPD collegati tra
N e PE, in funzione del tipo di collegamento.
Nei sistemi TN-S o TN-C-S, l’SPD collegato tra il neutro ed il PE può essere omesso se la distanza tra il
punto di separazione tra il PE ed N ed il punto in cui sono installati gli SPD è inferiore a 0,5 m, oppure se
il punto di separazione e gli SPD sono posti nello stesso quadro di distribuzione.
Dal punto di vista dell’applicazione del presente paragrafo se un conduttore di fase è collegato a terra,
viene considerato tecnicamente equivalente al conduttore di neutro. Tuttavia, la scelta corretta dei para-
metri degli SPD richiede, in questa situazione, considerazioni speciali.
534.4.4.1 Generalità
– il livello di protezione della tensione (Up) e la tensione nominale di tenuta a impulso (UW) dell’apparec-
chiatura da proteggere (vedi 534.4.4.2);
– la tensione continuativa (Uc), vale a dire il sistema di alimentazione (TT, TN, IT) (vedi 534.4.4.3);
– la corrente nominale di scarica (In) e la corrente impulsiva di scarica (Iimp) (vedi 534.4.4.4);
– il coordinamento degli SPD (vedi 534.4.4.5);
– la corrente di cortocircuito prevista (vedi 534.4.4.6);
– i valori nominali di interruzione della corrente susseguente (vedi 534.4.4.7).
Gli SPD devono essere conformi alle prescrizioni della CEI EN 61643-11.
NOTA Ulteriori informazioni relative alla scelta e all’applicazione sono riportate nella Guida CEI 37-11.
534.4.4.2 Scelta del livello di protezione della tensione (Up) in funzione della tensione nominale di
tenuta a impulso (UW) dell’apparecchiatura
Il livello di protezione della tensione Up degli SPD deve essere scelto in funzione della tensione nominale
di tenuta a impulso richiesta, conforme alla categoria di sovratensione II della Tabella 534.1. Al fine di
fornire una protezione adeguata dell’apparecchiatura, il livello di protezione della tensione tra i conduttori
attivi ed il PE non deve, in nessun caso, superare il valore della tensione nominale di tenuta a impulso
richiesta dell’apparecchiatura indicato nella Tabella 534.1.
NOTA 1 Nel caso debbano essere protette solo apparecchiature di categoria di sovratensione III o IV, si fa riferimento al valore della
tensione nominale di tenuta all’impulso richiesta della Tabella 443.2.
Quando il valore del livello di protezione della tensione combinato tra il conduttore di fase ed il PE non sia
riportato nel foglio delle caratteristiche fornito dal costruttore, esso deve essere calcolato aggiungendo
i livelli di protezione della tensione indicati per i singoli modi di protezione degli SPD collegati in serie.
Si raccomanda che il livello di protezione della tensione fornito dagli SPD non superi l’80 % del valore
della tensione nominale di tenuta all’impulso richiesta per l’apparecchiatura indicato nella Tabella 534.1,
che corrisponde alla categoria di sovratensione II, ma, in nessun caso, deve superare il valore della ten-
sione nominale di tenuta all’impulso richiesta per l’apparecchiatura.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Questa raccomandazione non è necessaria nel caso si verifichi uno dei seguenti casi:
– nel caso in cui un’apparecchiatura sia collegata direttamente ai terminali dell’SPD;
– quando sia già stato adottato uno schema di protezione conforme alla Figura 534.9;
– quando la caduta di tensione attraverso la protezione di sovracorrente nel circuito di diramazione
– delle SPD sia già stata tenuta in considerazione dal livello di protezione della tensione Up;
– quando viene fornita una protezione conforme alla categoria di sovratensione II, ma in quel punto
sono installate solo apparecchiature di categoria di sovratensione III o IV.
NOTA 2 La Guida CEI 37-11 fornisce ulteriori informazioni relative alla tensione nominale di tenuta a impulso dell’apparecchiatura
e indica il valore di Up per gli SPD.
Tabella 534.1 - Tensione nominale di tenuta a impulso richiesta per l’apparecchiatura (UW)
V V kV kV
V
50 0,5 0,33
230/400
300 2,5 1,5
277/480
1 000 1 000 6 4
1 500 c.c. 8c 6c
Tra i conduttori attivi può essere necessario installare altri SPD, per evitare malfunzionamenti dell’appa-
recchiatura. Il livello di protezione adeguato della tensione deve essere valutato sulla base delle prescri-
zioni di immunità e di disponibilità dell’apparecchio (vedi la Guida CEI 37-11).
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Quando il livello di protezione della tensione richiesto non può essere realizzato con un singolo assie-
me di SPD, per assicurare tale livello devono essere aggiunti altri SPD coordinati.
Per la corrente alternata, la tensione massima continuativa Uc degli SPD deve essere uguale o superio-
re al valore richiesto nella Tabella 534.2.
o (0,64× U) o (0,64 × U)
1,1U
Conduttore di fase e conduttore PEN √3 N/A N/A
o (0,64 × U)
1,1U
Conduttore di neutro e conduttore PE U/√3a U/√3 a
√3
o (0,64 × U)
Conduttori di fase 1,1 U 1,1 U 1,1 U
NOTA 1 N/A: non applicabile.
NOTA 2 U è la tensione tra le fasi del sistema a bassa tensione.
a Questi valori si riferiscono alle condizioni di guasto peggiori, di conseguenza la tolleranza del 10 % non viene tenuta in consi-
derazione.
534.4.4.4 Scelta degli SPD in funzione della corrente di scarica nominale (In) e della corren-
te impulsiva di scarica (Iimp)
All’origine o in prossimità dell’origine dell’impianto, gli SPD devono soddisfare una delle seguenti condi-
zioni, secondo quanto applicabile:
– se l’edificio è protetto contro la fulminazione diretta, gli SPD collegati all’origine dell’impianto
– devono essere scelti conformemente a quanto indicato in 534.4.4.4.2 e nella Tabella 534.4;
– in tutti gli altri casi, gli SPD devono essere scelti conformemente a quanto indicato in 534.4.4.4.1.
Gli ulteriori SPD installati a valle di quelli installati all’origine o in prossimità dell’origine
dell’impianto devono essere conformi anche alle prescrizioni di coordinamento indicate in 534.4.4.5.
Le sovratensioni dovute a manovra possono avere durata maggiore ed un contenuto maggiore di ener-
gia rispetto alle sovratensioni transitorie di origine atmosferica. Questo aspetto deve essere tenuto in
considerazione nella scelta degli SPD relativamente alla corrente di scarica nominale ed alla corrente
impulsiva di scarica.
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Commento
534.4.4.4 La corrente nominale di scarica In è caratterizzata dalla tipica forma d’onda a impulso
8/20 μs.
La corrente di prova a impulso Iimp è caratterizzata dalla tipica forma d’onda a impulso 10/350 μs.
Quando all’origine o in prossimità dell’origine dell’impianto sono richiesti SPD di Tipo 2, la loro corrente
nominale di scarica non deve essere inferiore al valore indicato nella Tabella 534.3.
Tabella 534.3 – Corrente di scarica nominale (In), espressa in kA, in funzione del
sistema di alimentazione e del tipo di collegamento
Sistema di alimentazione
Collegamento Monofase Trifase
CT1 CT2 CT1 CT2
L-N 5 5
L - PE 5 5
N – PE 5 10 5 20
Quando all’origine o in prossimità dell’origine dell’impianto sono richiesti SPD di Tipo 1, si applica una
delle seguenti condizioni:
a) quando non viene effettuata l’analisi del rischio conforme alla Norma CEI EN 62305-2, la corrente
impulsiva di scarica (Iimp) non deve essere inferiore al valore riportato nella Tabella 534.4.
Tabella 534.4 – Scelta della corrente impulsiva di scarica (Iimp) quando gli edifici sono
protetti contro la fulminazione diretta
Iimp in kA
NOTA La presente tabella utilizza i livelli di protezione III e IV definiti nella Norma CEI EN 62305-2
b) Quando viene effettuata un’analisi del rischio conforme alla Norma CEI EN 62305-2, la corrente im-
pulsiva di scarica (Iimp) deve essere determinata come indicato nella serie di Norme CEI EN 62305.
534.4.4.5 Coordinamento di due o più SPD
All’interno dell’impianto deve essere assicurato il coordinamento degli SPD. Le istruzioni del costrutto-
re, su come realizzare tale coordinamento tra gli SPD, devono essere seguite facendo riferimento alla
Guida CEI 37-11.
534.4.4.6 Scelta degli SPD in funzione della corrente nominale di cortocircuito ISCCR In generale
la corrente nominale di cortocircuito ISCCR dell’SPD dichiarata dal costruttore, non deve essere inferiore
alla massima corrente di cortocircuito prevista nei punti di collegamento dell’assieme di SPD. Vedi la
Figura 534.5.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Questa prescrizione non si applica agli SPD collegati tra il conduttore del neutro e quello del PE nei siste-
mi TN o TT, in quanto questi sono già trattati dalla Norma di prodotto CEI EN 61643-11.
Per gli SPD collegati tra il conduttore di neutro e quello di PE nei sistemi IT, la corrente nominale di corto-
circuito ISCCR dell’SPD non deve essere inferiore alla massima corrente di cortocircuito prevista nei punti
di collegamento dell’SPD, in presenza di un doppio guasto di terra nelle condizioni peggiori.
Commento
534.4.4.6 Per “massima corrente di cortocircuito prevista nei punti di collegamento dell’SPD” si deve
intendere la corrente di cortocircuito monofase.
534.4.4.7 Scelta degli SPD in funzione dei valori nominali di interruzione della corrente sus-
seguente
In generale, i valori nominali di interruzione della corrente susseguente Ifi dell’SPD, quando dichiarati dal
costruttore, non devono essere inferiori alla massima corrente di cortocircuito prevista nei punti di colle-
gamento dell’assieme di SPD. Vedi la Figura 534.5.
Questa prescrizione non si applica agli SPD collegati tra il conduttore del neutro e quello di PE nei sistemi
TN o TT, in quanto questi sono già trattati dalla Norma di prodotto CEI EN 61643-11.
Per gli SPD collegati tra il conduttore di neutro e quello di PE nei sistemi IT, i valori nominali di interruzione
della corrente susseguente I fi dell’SPD, quando dichiarati dal costruttore, non devono essere inferiori al
valore della massima corrente di cortocircuito prevista nei punti di collegamento dell’SPD in presenza di
un doppio guasto di terra nelle condizioni peggiori.
Legenda
534.4.5.1 Generalità
Le installazioni di SPD devono essere protette contro le sovracorrenti di cortocircuito. Questa protezione
può essere interna e/o esterna all’SPD, in funzione delle istruzioni fornite dal costruttore.
I valori nominali e le caratteristiche del o dei dispositivi esterni di protezione contro le sovracorrenti
(OCPD) per la protezione dell’assieme di SPD devono essere scelti:
– conformemente alla Sezione 434; e
– i più alti possibili, per assicurare un’elevata capacità di corrente impulsiva per l’intero assieme, ma
non devono superare i valori nominali e le caratteristiche richieste nelle istruzioni di installazione del
costruttore dell’SPD per la massima protezione dalle sovracorrenti.
Commento
534.4.5.1 Nel caso di utilizzo di SPD con dispositivo di protezione integrato, la protezione
contro il cortocircuito ed il coordinamento tra il dispositivo e l’SPD è garantito dal costruttore, qualora
la scelta delle caratteristiche elettriche del dispositivo integrato siano compatibili con i valori di cor-
rente di cortocircuito presunta nel punto di installazione dell’impianto e qualora per la scelta dell’SPD
siano stati seguiti i criteri presenti nella presente Sezione.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Legenda
OCPD dispositivo di protezione contro le sovracorrenti (dispositivo di distacco dell’SPD) richiesto dal costruttore dell’SPD
SPD limitatore di sovratensione
AeB punti di collegamento dell’assieme SPD
E/I apparecchiatura o impianto da proteggere
Figura 534.6 – Esempio di protezione dalle sovracorrenti nel circuito derivato dell’SPD
utilizzando un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti esterno dedicato
– Se il dispositivo di protezione contro le sovracorrenti per l’SPD è installato a monte del circuito di
derivazione dell’SPD, è probabile che non venga garantita la continuità dell’alimentazione in caso di
guasto dell’SPD (vedi la Figura 534.7). Tuttavia, in un tale allestimento, il livello effettivo di protezione
della tensione all’interno dell’impianto è mantenuto al suo valore minimo.
Tuttavia, la protezione mostrata nella Figura 534.6 deve essere applicata anche nel caso in cui i valori
nominali del dispositivo di protezione contro le sovracorrenti (OCPD) a monte siano superiori al livello
massimo di protezione contro le sovracorrenti raccomandato dal costruttore dell’SPD.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Legenda
OCPD dispositivo di protezione contro le sovracorrenti dell’impianto utilizzato per proteggere l’SPD
Commento
534.4.5.2 Nel caso in cui dovesse risultare necessario proteggere dalla sovratensione apparecchi fa-
centi parte dei servizi di sicurezza, questa dovrebbe essere realizzata impiegando configurazioni che
garantiscano la continuità dell’alimentazione (Figura 534.6); OCPD e SPD dovrebbero essere corredati
di segnalazione di intervento/guasto rinviata a distanza.
Provvedimenti analoghi devono essere adottati per linee dati di gestione dei servizi di sicurezza.
Quando richiesto, la necessità della selettività tra i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti deve
essere presa in considerazione, in funzione delle condizioni dell’impianto, nei punti di installazione
dell’SPD e delle informazioni fornite dal costruttore (vedi l’art. 573.2.1 della Norma CEI 64-8/5).
534.4.5.4 Capacità di tenuta alla corrente impulsiva dei dispositivi posti a monte
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Per la maggior parte degli impianti (ad esempio i contatori, i terminali, i dispositivi di protezione, gli inter-
ruttori, etc.) installati a monte dell’SPD, le corrispondenti Norme di prodotto non prescrivono una capacità
di tenuta alla corrente impulsiva.
L’installazione degli SPD, il più vicino possibile all’origine dell’impianto, conformemente a quanto indicato
in 534.4.1, riduce le correnti impulsive che circolano attraverso i dispositivi dell’impianto posti a valle.
Per maggiori informazioni vedi la Guida CEI 37-11, insieme alle informazioni fornite dal costruttore.
La protezione contro i contatti indiretti, come definita nella Norma CEI 64-8/4, deve rimanere efficace
nell’impianto protetto anche in caso di guasto dell’SPD.
b) l’installazione di SPD a monte dell’RCD principale. A causa del possibile guasto di un SPD col-
legato tra il conduttore di neutro e quello di PE, le condizioni specificate in 413.1 del Capitolo 41
devono essere rispettate e gli SPD devono essere installati conformemente al tipo di collegamen-
to CT2.
– nei sistemi IT, non sono necessarie ulteriori misure di protezione.
I limitatori di sovratensione installati all’origine o in prossimità dell’origine dell’impianto devono essere
collegati come mostrato nella Tabella 534.5.
Se gli SPD sono installati conformemente a quanto indicato in 534.4.1 e sono posizionati a valle del
dispositivo differenziale, il o gli RCD possono essere del tipo con o senza ritardo, ma devono essere
immuni alle correnti impulsive sino almeno a 3 kA 8/20.
NOTA 1 Gli RCD di tipo S conformi alla CEI EN 61008-1 ed alla CEI EN 61009-1 soddisfano questa prescrizione.
NOTA 2 Nel caso di una corrente impulsiva superiore a 3 kA 8/20, l’RCD può intervenire provocando l’interruzione dell’alimenta-
zione.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
NOTA 3 Questo aspetto può non essere applicabile agli RCD installati a monte di SPD aggiuntivi previsti per proteggere le appa-
recchiature sensibili.
Il livello effettivo di protezione della tensione all’interno dell’impianto dipende in modo significativo dal col-
legamento e dalla lunghezza del cablaggio, oltre che dalla disposizione dell’SPD stesso e dei dispositivi
di distacco degli SPD richiesto.
Tutti i conduttori e le interconnessioni alle corrispondenti linee che devono essere protetti, come pure i
collegamenti tra gli SPD ed il dispositivo di distacco esterno dell’SPD devono essere i più brevi e rettilinei
possibile e deve essere evitata la formazione di anelli di cavi non necessaria.
La lunghezza dei conduttori di collegamento è definita dalla somma delle lunghezze a+b+c del percorso
dei conduttori utilizzati dal conduttore attivo sino al PE, misurata tra i punti di collegamento A e B, come
mostrato nella Figura 534.8.
Si dovrebbe prestare attenzione a limitare la lunghezza totale dei cavi dei conduttori tra i punti di connes-
sione dell’assieme di SPD (vedi la successiva Figura 534.8) ad un valore non superiore a 0,5 m.
Legenda
101
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Per soddisfare queste prescrizioni il conduttore principale di protezione deve essere collegato al mor-
setto di terra nel punto più vicino possibile all’SPD, aggiungendo, quando necessario, un morsetto di
terra intermedio (vedi gli schemi nella Figura 534.9).
Per determinare la lunghezza totale dei conduttori di collegamento, secondo la Figura 534.9, le seguen-
ti lunghezze dei cavi:
La lunghezza (e di conseguenza l’induttanza) dei cavi tra gli SPD ed il morsetto principale di messa a
terra deve essere ridotta al minimo. Gli SPD possono essere collegati al morsetto principale di messa a
terra o al conduttore di protezione attraverso parti metalliche, ad esempio gli involucri metallici dell’as-
sieme (vedi 543.2.1), purché questi siano collegati al PE, e devono soddisfare le prescrizioni per un
conduttore di protezione conforme alla IEC 60364-5-54. Il collegamento del o dei corrispondenti SPD al
morsetto principale di messa a terra e, in aggiunta, al conduttore principale di protezione, può migliora-
re il livello di protezione della tensione.
Se la lunghezza totale del cablaggio (a +b +c), come definita nella Figura 534.8, supera gli 0,5 m, deve
essere scelta almeno una delle seguenti opzioni:
– scegliere un SPD con livello di protezione della tensione Up inferiore (un tratto di lunghezza 1 m di
cavo rettilineo che conduce una corrente di scarica di 10 kA (8/20) aggiunge una caduta di tensione
di circa 1 000 V);
– installare un secondo SPD coordinato in prossimità dell’apparecchiatura da proteggere, in modo da
adeguare il livello di protezione della tensione Up alla tensione nominale di tenuta a impulso dell’appa-
recchiatura da proteggere;
– utilizzare l’installazione mostrata nella Figura 534.9.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Legenda
Commento
534.4.8 Quando un SPD è connesso all’apparato da proteggere, la caduta di tensione induttiva ΔU
sui conduttori di connessione può sommarsi al livello di protezione UP dell’SPD.
L’effettivo livello di protezione risultante UP/F, definito come la tensione ai capi dell’SPD dovuta al livello
di protezione ed alla caduta di tensione sulle connessioni, può essere assunto pari a:
– UP/F = UP + ΔU, per SPD a intervento a limitazione;
– UP/F = max (UP, ΔU), per SPD a intervento a innesco.
NOTA Per alcuni tipi di SPD a innesco può essere richiesto di aggiungere a ΔU la tensione d’arco. Questa tensione d’arco può
raggiungere centinaia di volt. Per gli SPD combinati può essere necessaria una formula più complessa.
Quando l’SPD è installato sulla linea entrante nella struttura, si raccomanda di assumere ΔU = 1 kV
per metro di lunghezza. Se la lunghezza delle connessioni è ≤ 0,5 m, si può assumere UP/F = 1,2 x UP.
Quando l’SPD è interessato da impulsi indotti, ΔU può essere trascurata e quindi ridurne l’efficacia nei
confronti della protezione richiesta.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
– un SPD aggiuntivo installato il più vicino possibile all’apparecchiatura da proteggere; il suo il livello
di protezione della tensione UP non deve in nessun caso superare il valore richiesto per la tensione
nominale di tenuta a impulso UW dell’apparecchiatura; oppure
– l’uso di SPD ad una porta collegati all’origine o in prossimità dell’origine dell’impianto; il loro livello di
protezione della tensione UP non deve, in nessun caso, superare il 50 % del valore richiesto per la
tensione nominale di tenuta a impulso UW dell’apparecchiatura da proteggere. Questa misura dovreb-
be essere implementata insieme ad altre, come l’uso di cablaggio schermato all’interno di tutti i circuiti
protetti; oppure
– l’uso di SPD a due porte collegati all’origine o in vicinanza dell’origine dell’impianto; il loro livello di
protezione della tensione UP non deve, in nessun caso, superare il valore della tensione nominale di
tenuta a impulso UW richiesta dell’apparecchiatura da proteggere. Questa misura dovrebbe essere
implementata insieme ad altre, come l’uso di cablaggio schermato all’interno di tutti i circuiti protetti.
534.4.10 Conduttori di collegamento degli SPD
I conduttori tra l’SPD ed il morsetto principale di messa a terra o il conduttore di protezione devono avere
una sezione non inferiore a:
– 6 mm2 se di rame o di un materiale equivalente, per gli SPD di Tipo 2 installati all’origine o in prossimità
dell’origine dell’impianto;
– 16 mm2 se di rame o di un materiale equivalente, per gli SPD di Tipo 1 installati all’origine o in prossi-
mità dell’origine dell’impianto.
Facendo riferimento a quanto indicato in 433.3 del Capitolo 43, i conduttori di collegamento degli SPD e
dei dispositivi di protezione contro le sovracorrenti ai conduttori attivi devono avere caratteristiche nomi-
nali tali da sopportare la corrente di cortocircuito prevista ed avere una sezione non inferiore a:
– 2,5 mm2 se di rame o di un materiale equivalente, per gli SPD di Tipo 2 installati all’origine o in pros-
simità dell’origine dell’impianto;
– 6 mm2 se di rame o di un materiale equivalente, per gli SPD di Tipo 1 installati all’origine o in prossimità
dell’origine dell’impianto.
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Progetto
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Allegato A
(informativo)
Installazione di SPD –
Esempi di schemi di installazione in funzione
delle configurazioni del sistema
NOTA 1 Gli OCPD possono essere dispositivi unipolari o multipolari in accordo alle prescrizioni della Norma CEI 64-8.
Conduttore N-PE
Legenda
1 Quadro di distribuzione a bassa tensione
2 Trasformatore alta-tensione/bassa-tensione
3 Apparecchiatura/impianto
4 Morsetto principale di messa a terra
5 Morsetto intermedio di messa a terra
6 SPDA
OCPD1
N-PE
Legenda
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Progetto
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Legenda
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Progetto
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OCPD1
OCPD2
Legenda
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Legenda
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Legenda
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Legenda
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Legenda
112
Progetto
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Legenda
113
Progetto
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Legenda
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
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Legenda
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Progetto
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L1 L1
L2 L2
OCPD1
L3 L3
PE
OCPD2
Circuito
aperto o alta SPD
impedenza 5a
5b
Legenda
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Progetto
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
L1 L1
L2 L2
OCPD1
L3 L3
N N
PE
OCPD2
Circuito
aperto o alta
impedenza
5b
5a
4
Legenda
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Progetto
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Allegato B
(informativo)
Parametro di riferimento
Tipo di SPD Classe di prova
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
I dispositivi per la protezione di minima tensione devono essere conformi alle relative prescrizioni del
Capitolo 45.
Per la protezione delle persone e dei beni, possono essere richiesti dispositivi di protezione a minima
tensione.
Le caratteristiche dei dispositivi per la protezione di minima tensione devono essere coordinate con le
prescrizioni delle relative norme per le operazioni di apertura chiusura (corrente di spunto) e dell’appa-
recchiatura elettrica.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
537 Vedi il Capitolo 46 della Parte 4 per le prescrizioni generali relative al sezionamento ed al co-
mando.
537.0 Introduzione
537.0.1 Campo di applicazione La presente sezione 537 riguarda le prescrizioni generali relative al
sezionamento ed al comando, insieme a quelle per la scelta e l’installazione dei dispositivi previsti per
soddisfare tali funzioni.
537.1 Generalità
537.1.1 Ogni dispositivo previsto per il sezionamento ed il comando, in accordo con le Sezioni da 462 a
465 della Parte 4, deve soddisfare le prescrizioni relative alla funzione cui è destinato. Se un dispositivo
è utilizzato per più di una funzione, esso deve soddisfare le prescrizioni previste per ognuna di queste
funzioni.
NOTA 1 In alcuni casi, possono essere necessarie prescrizioni supplementari per le funzioni combinate.
NOTA 2 La Tabella A.1 riepiloga le funzioni fornite dai dispositivi per il sezionamento ed il comando, insieme alle indicazioni delle
corrispondenti Norme di prodotto.
NOTA 3 Per alcune applicazioni, come il comando dei motori, il dispositivo di comando deve essere in grado di sopportare le
correnti di spunto.
Le funzioni di sezionamento e di comando vengono fornite attraverso lo scollegamento della spina dalla
presa o del connettore dall’ingresso, a seconda di come applicabile.
537.2.1 I dispositivi di sezionamento devono essere dispositivi tali per cui la funzione di sezionamento
sia stata esplicitamente riconosciuta dalla corrispondente Norma di prodotto.
I dispositivi di sezionamento devono interrompere in modo efficace tutti i conduttori attivi di alimentazio-
ne dal relativo circuito, tenendo conto di quanto indicato in 461.2 della Parte 4.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
537.2.1 I dispositivi che assicurano la funzione di sezionamento possono essere sia apparecchi per
i quali la funzione di sezionamento sia prevista dalle relative Norme CEI nelle quali siano specificate
le condizioni di prova quando essi si trovino in posizione di aperto, sia altri dispositivi che soddisfino
le prescrizioni di 537.2.
Gli interruttori automatici rispondenti alla Norma CEI EN 60898-1 e gli interruttori differenziali rispon-
denti alle Norme CEI EN 61008-1 e CEI EN 61009-1 assicurano anche la funzione di sezionamento.
Gli interruttori automatici rispondenti alla Norma CEI EN 60947-2 assicurano la funzione di seziona-
mento se sono scelti del tipo adatto a questo scopo.
Per il sezionamento dei montanti negli impianti alimentati attraverso organi di misura centralizzati vedi
il Commento alla Sezione 473 della Parte 4.
537.2.2 I dispositivi a semiconduttori non devono essere utilizzati come dispositivi di sezionamento.
537.2.3 I dispositivi idonei al sezionamento devono essere scelti sulla base delle prescrizioni per le cate-
gorie di sovratensione applicabili nel loro punto di installazione.
I dispositivi di sezionamento devono essere progettati per le categorie di sovratensione III o IV, ad ec-
cezione della parte spina di una combinazione presa-spina, qualora sia indicata nella Tabella A.1 come
idonea al sezionamento.
NOTA In 443 della Parte 4 sono riportati esempi delle categorie di sovratensione dai dispositivi.
I dispositivi utilizzati per il sezionamento devono essere conformi a quanto indicato da 537.2.4 a 537.2.8.
537.2.4 I dispositivi di sezionamento devono essere scelti e/o installati in modo da impedire la loro chiu-
sura involontaria o accidentale (si veda 462.3 della Parte 4).
Si devono prendere provvedimenti per evitare aperture accidentali e non autorizzate di dispositivi di se-
zionamento non previsti per effettuare manovre sotto carico.
Ciò può essere ottenuto ponendo i dispositivi in un luogo od in un involucro chiudibili a chiave o con un
lucchetto. In alternativa, il dispositivo di sezionamento può essere interbloccato con un interruttore di
manovra.
537.2.5 Devono essere adottate misure per proteggere i dispositivi di sezionamento non previsti per ef-
fettuare manovre sotto carico contro l’apertura involontaria o accidentale.
Questo è possibile, per esempio, ciò può essere ottenuto ponendo i dispositivi in uno luogo o in un invo-
lucro che possano essere chiusi a chiave o con un lucchetto. In alternativa, il dispositivo di sezionamento
può essere interbloccato con un interruttore di manovra.
Commento
537.2.5 La prescrizione del primo capoverso può essere ottenuta, in relazione alle condizioni di utiliz-
zazione, anche installando il dispositivo di sezionamento fuori dalla portata di mano oppure usando
scritte opportune.
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537.2.6 È preferibile che il sezionamento venga effettuato con un dispositivo multipolare che sezioni
tutti i poli dell’alimentazione, ma non si escludono dispositivi unipolari purché siano disposti l’uno vicino
all’altro.
NOTA Il sezionamento può essere ottenuto per es. a mezzo di:
Commento
537.2.6 Quando i dispositivi unipolari sono costituiti da cartucce di fusibili, essi non sono installati sul
conduttore di neutro di circuiti multipolari.
537.2.7 Tutti i dispositivi utilizzati per il sezionamento devono essere chiaramente identificati, per es.
mediante la marcatura, per indicare il circuito che essi sezionano.
Commento
537.2.7 L’identificazione può essere effettuata anche, per es., per mezzo di una scritta che indichi il
circuito nel quale i dispositivi usati per il sezionamento sono installati, se la loro funzione non risulta
evidente.
537.2.8 Quando nel conduttore di neutro è inserito un collegamento per il sezionamento, questo deve
soddisfare le seguenti prescrizioni:
– non può essere rimosso senza l’uso di un utensile; e
– deve essere accessibile solo al personale addestrato.
537.3 Dispositivi di manovra
537.3.1.2 I dispositivi di comando funzionale devono essere adatti a sopportare le condizioni più seve-
re in cui essi possono essere chiamati a funzionare.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
537.5.2 Per le prese a spina aventi corrente nominale superiore a 16 A occorre predisporre un disposi-
tivo di comando, che non deve necessariamente essere interbloccato con la spina. Questo interblocco
è richiesto unicamente nei locali di pubblico spettacolo e di intrattenimento per prese con corrente
nominale superiore a 16 A (Sezione 752 della Parte 7).
Le prese a spina per uso domestico e similare rispondenti alla Norma CEI 23-50 possono essere
utilizzate anche in quegli ambienti industriali dove non è previsto un servizio gravoso con forti urti e
vibrazioni.
Per il numero e la disposizione delle prese a spina destinate alle unità abitative vedi il Capitolo 37,
Tabella A, della Parte 3.
In edifici a destinazione primariamente residenziale (Commento a 314.1 della Parte 3) si raccomanda
che per le prese a spina ad installazione fissa la direzione d’inserzione delle relative spine risulti oriz-
zontale (o prossima all’orizzontale) con l’eccezione prevista nelle Note che seguono.
NOTA 1 In mancanza di Norme specifiche il costruttore deve fornire le indicazioni di montaggio necessarie a garantire il grado
di protezione IP previsto.
NOTA 2 Il grado minimo di protezione di cui sopra non si riferisce all’applicazione particolare su pavimenti sopraelevati o riportati
(a pannelli accostati) per la cui pulitura non si prevedono spargimenti di liquidi.
Nel caso di tali pavimenti si intende che le cassette affioranti atte a contenere le prese a spina assicurino, mediante chiusura
spontanea e stabile del coperchio:
– grado di protezione IP4X sul contorno del coperchio, fatta eccezione per l’entrata dei cavi per la quale è ammesso il grado
di protezione IP2X, qualora le prese in esse contenute siano installate con direzione di inserzione delle spine orizzontale (o
prossima all’orizzontale);
– grado di protezione IP5X sul contorno del coperchio, inclusa l’entrata dei cavi, qualora le prese in esse contenute siano
installate con direzione di inserzione della spina verticale (o prossima alla verticale).
– I gradi di protezione sopra indicati si intendono con spine sia inserite che disinserite.
Un pavimento di tipo tradizionale ricoperto da moquette e non sottoposto a lavaggi con liquidi, è rite-
nuto equiparabile ai casi precedenti, a condizione che, comunque, non siano previsti spargimenti di
liquidi.
NOTA 3 L’eventuale applicazione, nelle condizioni di cui sopra, di prese per comunicazione (telefoni, TV, trasmissione dei dati)
si intende soggetta alle regole specifiche di installazione dei Comitati competenti.
537.3.2.1 La scelta e l’installazione dei dispositivi di interruzione per la manutenzione meccanica devono
essere conformi ai paragrafi che seguono ed a quanto indicato in 537.2.
537.3.2.2 I dispositivi di interruzione per la manutenzione non elettrica devono essere inseriti di preferen-
za sul circuito di alimentazione principale.
Quando gli interruttori sono previsti per questa funzione, essi devono essere in grado di interrompere la
corrente di pieno carico della parte corrispondente dell’impianto. Non è necessario che essi interrompano
tutti i conduttori attivi.
È ammessa l’interruzione dei soli circuiti di comando quando sia assicurata una condizione equivalente
all’interruzione diretta dell’alimentazione, adottando per es. protezioni supplementari, quali blocchi mec-
canici, o quando le Norme specifiche lo ammettano.
NOTA L’interruzione per la manutenzione non elettrica può essere ottenuta, per es., mediante:
– interruttori di manovra;
– interruttori automatici;
– ausiliari di comando di contattori;
– prese a spina.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
537.3.2.3 I dispositivi di interruzione per la manutenzione non elettrica, od i loro ausiliari di comando,
devono richiedere un’azione manuale.
La distanza tra i contatti aperti del dispositivo deve essere visibile oppure segnalata in modo chiaro ed
affidabile. Tale indicazione deve essere evidente solo quando sia stata raggiunta la posizione di aperto
di tutti i poli.
NOTA Le segnalazioni prescritte in questo paragrafo possono essere realizzate utilizzando i simboli “O” e “I” per indicare rispetti-
vamente le posizioni di aperto e di chiuso quando l’utilizzo di questi simboli sia ammesso dalle relative Norme.
537.3.3 I dispositivi di interruzione per la manutenzione non elettrica devono essere progettati e/o instal-
lati in modo da impedire la loro chiusura accidentale.
NOTA Tale chiusura potrebbe essere causata per es. da urti e vibrazioni.
537.3.2.4 I dispositivi di interruzione per la manutenzione non elettrica devono essere disposti in modo
tale da essere chiaramente identificabili e devono essere atti all’uso previsto cui sono destinati.
Le prese a spina non devono essere utilizzate per assicurare il comando di emergenza.
Per l’arresto di emergenza, può essere necessario non interrompere l’alimentazione, per es. per la fre-
natura delle parti in movimento.
NOTA Il comando e l’arresto di emergenza possono essere ottenuti, per es., mediante:
– interruttori di manovra sul circuito principale;
– pulsanti e simili apparecchi sul circuito di comando.
537.3.3.4 I dispositivi di comando di emergenza devono assicurare l’interruzione del circuito principale.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
537.3.3.4 Tra le altre tecniche che presentino una sicurezza equivalente può per es., essere conside-
rata quella del comando a lancio di corrente, purché sia accompagnata da una opportuna segnalazio-
ne che indichi permanentemente la funzionalità del circuito di comando.
537.3.3.5 Gli organi di comando (maniglie, pulsanti, ecc.) dei dispositivi di comando di emergenza de-
vono essere identificati chiaramente, di preferenza con colore rosso su fondo di contrasto.
537.3.3.6 Gli organi di comando devono essere facilmente accessibili nei posti in cui potrebbe presen-
tarsi un pericolo e, se del caso, in qualsiasi altro posto dal quale il pericolo possa essere eliminato a
distanza.
537.3.3.7 Gli organi di comando di un dispositivo di comando di emergenza devono essere in grado di
venire bloccati o di essere immobilizzati nella posizione di “aperto” o di “fermo”, a meno che gli organi
di comando dei dispositivi di comando o di arresto di emergenza e quelli per la rialimentazione del
circuito non siano entrambi sotto il controllo della stessa persona.
537.4 vuoto
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato A
(normativo)
Idoneo al
Dispositivo Norma Interruzione e Interruzione di
Sezionamento comando fun- emergenza
zionali
Interruttori di manovra-sezionatori EN 60947–3 a Si Si Si
EN 62626–1 a Si Si Si
EN 60669–2-4 Si Si Si
EN 60669–2-6 Si No Si
Sezionatori EN 60669–2-4 b Si No No
EN 60947–3 b Si No No
Interruttori di manovra EN 60669–1 No Si No
EN 60669–2-1 No Si No
EN 60669–2-2 No Si No
EN 60669–2-3 No Si No
EN 60669–2-5 No Si No
EN 60947–3 c
No Si No
EN 60947–5-1 No Si No
Contatori EN 60947–4-1 No Si No
EN 61095 No Si No
Avviatori (Starter) EN 60947–4-1 Si b
Si Si
EN 60947–4-2 No Si No
EN 60947–4-3 No Si No
Interruttori automatici EN 60898–1 Si Si d Si
EN 60898–2 Si Si d
Si
EN 60947–2 Si b
Si d
Si b
Dispositivi a corrente differenziale EN 60947–2 Si b Si d Si b
(RCD)
EN 61008–2-1 Si Si d Si
EN 61009–2-1 Si Si d
Si
EN 62423 Si Si d
Si
Dispositivi di rilevazione di guasti EN 62606 Si No Si
da arco
Spine e prese EN 60309 (serie) Si Si e No
CEI 23-50 Si No
Si ee
continua
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Progetto
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Idoneo al
Norma
Dispositivo Sezionamento e Spegnimento di
Sezionamento comando funzio- emergenza
nali
Fusibili EN 60269 (serie) Si g No No
Unità combinate con fusibili EN 60947–3 Si b Si a Si a,b
Morsetti componibili selezionabili EN 60947–7-1 Si No No
di prova
Connettori h EN 61984 Si i No No
Si Funzione implementata.
No Funzione non implementata.
a
Quando marcato con il simbolo o con una combinazione di altri simboli indicati nella EN 60947–3 o nella EN
626261.
b
Funzione fornita solo se il dispositivo è idoneo al sezionamento ed è marcato con il simbolo che indica tale funzione (si veda
c
Quando marcato con il simbolo o con una combinazione di altri simboli indicati nella EN 60947–3.
d
Il dispositivo non è consigliato per l’uso in caso di manovre funzionali frequenti.
e
Per la manovra funzionale possono essere utilizzati solo spine e prese in corrente alternata, con caratteristiche nominali non
superiori a 16 A.
f
Questo dispositivo è idoneo per il sezionamento sotto carico.
g
Se indicato dal costruttore.
h
I collegamenti ed i terminali del cablaggio possono fornire la funzione di sezionamento, secondo quanto indicato nella docu-
mentazione fornita dal costruttore/progettista.
i
È previsto che solo un connettore con potere di interruzione (CPI) sia previsto per essere accoppiato e disaccoppiato quan-
do sotto tensione o sotto carico. Si veda quanto in 3.8 della EN 61984:2009.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato B
(vuoto)
Commento
In Italia si applica quanto previsto nella Sezione 751 di questa Norma.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
538.1.1 Generalità
I dispositivi per il controllo dell’isolamento (IMD) devono essere conformi alla Norma CEI EN 61557-8.
Gli IMD devono essere installati il più vicino possibile all’origine della parte dell’impianto da controllare.
Si devono fornire istruzioni che indichino che, quando l’IMD rivela un guasto dell’isolamento a terra, il
guasto dell’isolamento deve essere localizzato ed eliminato per ripristinare le condizioni normali di fun-
zionamento con il ritardo più breve possibile.
Quando il sistema IT è usato per la continuità di alimentazione, il primo guasto dell’isolamento deve
essere indicato in un luogo adatto in modo che sia udibile e/o visibile da parte delle persone avvertite o
delle persone esperte.
NOTA Questo allarme può essere fornito attraverso un sistema di gestione dell’edificio.
Si raccomanda di usare un IMD che segnali un’interruzione delle connessioni di misura ai conduttori del
sistema e a terra.
Commento
538.1.1 IMD Dispositivo che controlla in modo continuo la resistenza di isolamento verso terra di si-
stemi IT in c.a. non messi terra, di sistemi IT in c.a. con circuiti in c.c. collegati galvanicamente, con
tensioni nominali sino ad 1 000 V in c.a., come pure per controllare la resistenza di isolamento di
sistemi IT in c.c. non messi a terra con tensioni sino a 1 500 V in c.c., indipendentemente dal metodo
di misura adottato.
Un dispositivo per il controllo dell’isolamento (IMD) deve essere collegato in modo simmetrico o in modo
unipolare tra i conduttori attivi e la terra o tra la connessione PE o un altro punto di riferimento per il col-
legamento equipotenziale.
Quando il conduttore di neutro non è distribuito, il morsetto di “linea” dell’IMD può essere collegato:
– ad un punto neutro artificiale con le tre impedenze collegate ai conduttori di linea; oppure
– ad un conduttore di linea.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Quando, in un sistema multifase, l’IMD è collegato tra un conduttore di linea e la terra, deve essere adatto
a sopportare almeno la tensione fase-fase tra il suo morsetto di “linea” ed il suo morsetto di “terra”.
NOTA Questa tensione appare attraverso questi due morsetti nel caso di un guasto dell’isolamento singolo su un altro conduttore
di linea.
Per gli impianti in corrente continua, il o i morsetti di “linea” dell’IMD devono essere collegati direttamente
al punto di mezzo, se esiste, o ad uno o a tutti i conduttori di alimentazione.
Il circuito di alimentazione dell’IMD deve essere collegato all’impianto sullo stesso circuito del punto di
connessione del morsetto di “linea” ed il più vicino possibile all’origine del sistema oppure ad una sor-
gente ausiliaria.
Il punto di connessione all’impianto deve essere scelto in modo che l’IMD sia in grado di controllare l’iso-
lamento dell’impianto in tutte le condizioni di funzionamento.
Quando l’impianto è alimentato da più di una sorgente di alimentazione, collegata in parallelo, si deve
usare un IMD per alimentazione, a condizione che essi siano interbloccati in modo tale che solo un IMD
resti collegato al sistema. Tutti gli altri IMD controllano la sorgente di alimentazione scollegata permet-
tendo così la riconnessione di questa alimentazione senza alcun guasto dell’isolamento pre-esistente.
I dispositivi per il controllo dell’isolamento (IMD) devono anche essere in grado di misurare la resistenza
di isolamento del sistema se componenti continue causate dall’apparecchiatura elettronica, per es. rad-
drizzatori o convertitori, sono contenute nella corrente di guasto.
Quando funziona normalmente con il massimo dei carichi collegati, l’IMD deve essere regolato ad un
valore inferiore rispetto all’isolamento normale del sistema.
NOTA Un valore di 100 Ω/V (300 Ω/V per il preavviso) della tensione nominale del sistema è un esempio di valori di regolazione
tipici.
Quando gli IMD sono installati in luoghi in cui persone diverse dalle persone avvertite o dalle persone
esperte hanno accesso al loro utilizzo, essi devono essere scelti e/o installati in modo che sia impossibile
modificare le regolazioni, eccetto mediante l’uso di una chiave, un attrezzo o una password.
La regolazione dell’IMD deve essere possibile solo da parte di persone avvertite o da persone esperte.
L’accesso al dispositivo di regolazione può essere possibile mediante l’uso di una chiave, un attrezzo o
una password.
Commento
538.2 Dispositivo, o parte di un dispositivo, utilizzato per la localizzazione dei guasti d’isolamento
130
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Il controllo dell’isolamento dei circuiti spenti può essere effettuato nei sistemi TN, TT e IT con dispositivi
per il controllo dell’isolamento (IMD) purché l’IMD venga disattivato automaticamente ogni volta che l’ap-
parecchiatura di sicurezza è attivata. Un prerequisito per questo caso è che i circuiti elettrici controllati
siano isolati (separati) da tutti i poli del sistema.
NOTA Come esempio, ciò può essere applicabile per un circuito comprendente l’apparecchiatura di sicurezza che viene normal-
mente messa fuori tensione (disattivata) affinché possa funzionare senza l’intervento dell’alimentazione durante l’emergenza.
La riduzione del livello di isolamento deve essere indicata localmente mediante un segnale visivo o udi-
bile con l’opzione dell’indicazione a distanza (tele indicazione).
Un RCM controlla in modo permanente le correnti di dispersione e di guasto a terra dell’impianto a valle
o di parte di esso ed è destinato ad informare l’utilizzatore circa il livello di queste correnti in quella parte
dell’impianto controllato.
Gli RCM non sono destinati a fornire la protezione addizionale contro i contatti diretti e alla protezione
contro i contatti indiretti.
Gli RCM devono fornire un segnale udibile e/o visivo, che deve continuare finché il guasto persiste.
Commento
538.4.1 Dispositivo o associazione di dispositivi che controlla la corrente differenziale in un impianto
elettrico, e che attiva un allarme quando la corrente differenziale supera il valore di funzionamento del
dispositivo.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato A
(informativo)
Nello schema della seguente Figura A.1, sono illustrati i circuiti con le correnti di guasto più probabili in
connessione con i dispositivi a semiconduttori.
Schema di circuito con Forma della corrente di Forma della corrente di Protezione
posizione del guasto carico IL guasto a terra IF fornita dagli
RCD di tipo
3 Monofase A, F, B
(continua)
132
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Schema di circuito con Forma della corrente di Forma della corrente di Protezione
posizione del guasto carico IL guasto a terra IF fornita dagli
RCD di tipo
9 Stella trifase B
NOTA Questa visione d’insieme prende in considerazione solo i guasti al carico, cioè nell’impianto.
Figura A.1 – Correnti di guasto possibili nei sistemi con semiconduttori (fine)
133
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
541 Si raccomanda che in ogni impianto utilizzatore la messa a terra di protezione di tutte le par-
ti dell’impianto e tutte le messe a terra di funzionamento dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori
(compresi il centro stella trasformatori, gli scaricatori, i sistemi contro le scariche atmosferiche ed
elettrostatiche ed i sistemi antidisturbo) siano effettuate collegando le parti interessate ad un impianto
di terra unico.
Nell’Allegato 54A ai Commenti a questo Capitolo 54 è riportato un esempio di un impianto di terra,
avente lo scopo di mostrare i vari componenti dell’impianto di terra descritti in questo Capitolo.
Raccomandazioni per l’esecuzione degli impianti di terra negli edifici per uso residenziale e terziario
sono riportate nella Guida CEI 64-12.
Raccomandazioni per l’esecuzione degli impianti di terra negli stabilimenti industriali per sistemi di I,
II e III categoria sono riportate nella Guida CEI 99-5.
542.1.1 L’impianto di terra può essere utilizzato congiuntamente, o separatamente, per scopi di protezio-
ne e funzionali in accordo con i requisiti dell’impianto.
Commento
542.1.1 Si precisa che gli eventuali involucri e supporti metallici, che non sono da considerare masse,
contenenti i cavi citati in 413.2.4 della Parte 4, possono essere collegati a terra.
542.1.2 La scelta e l’installazione dei componenti dell’impianto di terra devono essere tali che:
– il valore della resistenza di terra sia in accordo con le esigenze di protezione e di funzionamento
dell’impianto elettrico;
– l’efficienza dell’impianto di terra si mantenga nel tempo;
– le correnti di guasto e di dispersione a terra possano essere sopportate senza danni, in particolare
dal punto di vista delle sollecitazioni di natura termica, termomeccanica ed elettromeccanica;
– i materiali abbiano adeguata solidità o adeguata protezione meccanica, tenuto conto delle influenze
esterne.
Commento
542.1.2 I componenti elettrici dell’impianto di terra realizzati in accordo con le prescrizioni di questo
Capitolo sono considerati tali da presentare adeguata solidità.
542.1.3 Devono essere inoltre prese precauzioni per ridurre i danni che, per effetto elettrolitico, l’impianto
di terra possa arrecare ad altre parti metalliche prossime al dispersore.
134
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
542.2 Dispersori
Commento
542.2 Si raccomanda che ciascun conduttore connesso al collettore principale di terra sia separabile
individualmente. Questa connessione deve essere affidabile e tale da essere disconnessa solo per
mezzo di un attrezzo.
oppure:
dette apparecchiature devono avere i requisiti di protezione previsti per la classe II di isolamento.
Commento
542.2.1 L’efficacia del dispersore dipende dalle condizioni locali del terreno.
Una delle migliori soluzioni consiste nel disporre conduttori, che assicurino una buona aderenza con
il terreno, nello scavo di fondazione degli edifici e nel collegare all’insieme dispersore-conduttori di
protezione le masse estranee ed i ferri di armatura del cemento armato (terra di fondazione).
542.2.2 Il tipo e la profondità di messa in opera dei dispersori devono essere tali che fenomeni di essic-
camento o di congelamento del terreno non aumentino la resistenza di terra del dispersore al di sopra
del valore richiesto.
542.2.3 I materiali utilizzati e la costruzione dei dispersori devono essere tali da sopportare i danni mec-
canici dovuti alla corrosione.
Le dimensioni minime per i dispersori intenzionali realizzati con i materiali comunemente usati, dal punto
di vista della resistenza meccanica e della corrosione, sono indicate nella Tabella 54.1.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
542.2.3 In genere devono essere prese precauzioni per ridurre i danni ad altre parti metalliche che
siano interrate nelle vicinanze del dispersore.
Per il dispersore è conveniente l’impiego di rame, di acciaio rivestito di rame e di materiali ferrosi zin-
cati. Si possono usare anche materiali ferrosi non zincati ed altri materiali metallici, purché compati-
bili con la natura del terreno.
I valori minimi indicati nella Tabella 54.1 sono riferiti a terreni non particolarmente aggressivi.
542.2.4 Nel progettare un impianto di terra si deve tenere conto del possibile aumento, dovuto alla corro-
sione, della resistenza dell’impianto di terra.
Tabella 54.1 – Materiale e dimensioni minime dei dispersori per garantire la resistenza meccani-
ca e alla corrosione
Dimensione minima
Corpo Rivestimento/guaina
Materiale Tipo di dispersore Diametro Sezione mm² Spessore Valori Valori
mm mm minimi μm medi μm
Piattina(b) 90 3 63 70
Tubo 25 2 47 55
Zincato a caldo
Barra tonda per 16 63 70
picchetto
Tondo per dispersore 10 50
Acciaio orizzontale
Rame Tubo 20 2
Zincato Piattina 50 2 20 40
542.2.5 I tubi metallici di un acquedotto possono essere usati come dispersori soltanto con il consenso
dell’esercente dell’acquedotto e se vengono date adeguate disposizioni in base alle quali il responsabile
degli impianti elettrici venga informato di ogni modifica che si intende apportare alle tubazioni dell’acque-
dotto.
NOTA Si raccomanda che l’affidabilità dell’impianto di terra non dipenda da responsabili di altri servizi.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
542.2.5 Vedi anche 547.1.3.
542.2.6 Le tubazioni metalliche per liquidi o gas infiammabili non devono essere usate come dispersori.
NOTA Questa disposizione non esclude il collegamento equipotenziale dell’impianto di terra con le parti metalliche di altri servizi
eseguita in accordo con quanto stabilito per la protezione contro i contatti indiretti (Capitolo 41).
542.2.7 La guaina di piombo, le armature e gli altri rivestimenti metallici di cavi non soggetti a danneg-
giamento per corrosione possono essere usati come dispersori soltanto con il consenso del proprietario
delle condutture e se vengono date adeguate disposizioni in base alle quali il responsabile degli impianti
elettrici venga informato di ogni modifica che si intenda apportare alle condutture stesse e che possa
influenzare il loro corretto uso come dispersori.
542.2.8 I conduttori posti nello scavo di fondazione che sono usati come dispersori devono essere col-
legati in modo appropriato. La connessione del conduttore di terra al dispersore deve essere realizzata
mediante saldatura o con connettori meccanici appropriati.
Il punto di connessione del conduttore di terra al collettore principale di terra deve essere accessibile.
542.2.9 Il dispersore non deve essere posizionato direttamente nelle acque di fiumi, di canali, di laghi o
del mare. Quando però ciò risultasse necessario, si raccomanda di installare il dispersore a non meno di
5 m di profondità sotto il livello dell’acqua, oppure di vietare l’accesso alla zona che risultasse pericolosa.
NOTA I dispersori posti direttamente in acqua possono comportare i seguenti rischi:
• variazioni significative della resistenza di terra in caso di prosciugamento del luogo;
542.3.1 I conduttori di terra devono essere conformi a quanto indicato in 543.1 e la loro sezione deve
essere in accordo con la Tabella 54A.
16 mm2 rame
Protetti contro la corrosione In accordo con 543.1
16 mm2 ferro zincato (*)
25 mm2 rame
Non protetti contro la corrosione
50 mm2 ferro zincato (*)
(*) Zincatura secondo la Norma CEI 7-6 oppure con rivestimento equivalente.
Commento
542.3.1 È ammesso l’uso, come conduttori di terra, di elementi strutturali metallici, purché rispondenti
alle prescrizioni di questo Capitolo e comunque inamovibili.
In ambienti non particolarmente aggressivi dal punto di vista chimico il rame e il ferro zincato, non
provvisti di guaina, si considerano protetti contro la corrosione.
542.3.2 Il collegamento di un conduttore di terra ad un dispersore deve essere effettuato in modo accu-
rato ed elettricamente soddisfacente.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Quando si usano raccordi, essi non devono danneggiare né i dispersori (per es. i tubi) né i conduttori di
terra.
Commento
542.3.2 Si raccomanda che i conduttori di terra abbiano un percorso breve e non siano sottoposti a
sforzi meccanici.
Anche le giunzioni con il dispersore non devono danneggiare né i conduttori di terra né gli elementi
del dispersore (per es. tubi); si raccomanda che esse siano eseguite con saldatura forte o autogena
o con appositi terminali o manicotti che assicurino un contatto equivalente a quello della saldatura.
Esse possono essere direttamente interrate e non ispezionabili.
542.4.1 In ogni impianto deve essere usato un terminale o una sbarra per costituire un collettore princi-
pale di terra al quale si devono collegare i seguenti conduttori:
– i conduttori di terra;
– i conduttori di protezione;
– i conduttori equipotenziali principali;
– i conduttori di terra funzionale, se richiesti.
Commento
542.4.1 In uno stesso impianto possono essere usati due o più collettori principali di terra.
Uno stesso conduttore di protezione, o uno stesso conduttore PEN, può essere collegato all’impian-
to di terra in più punti.
542.4.2 Sul conduttore di terra, in posizione accessibile, deve essere previsto un dispositivo di apertura
che permetta di misurare la resistenza di terra: tale dispositivo può essere convenientemente combi-
nato con il collettore principale di terra. Questo dispositivo deve essere apribile solo mediante attrezzo,
deve essere meccanicamente robusto e deve assicurare il mantenimento della continuità elettrica.
Commento
542.4.2 Si raccomanda che il dispositivo di apertura sia combinato con il collettore principale di terra.
Commento
542.5 Sono allo studio le prescrizioni riguardanti la coesistenza con impianti di terra di sistemi che non
rientrano nel campo di applicazione della presente Norma, quali quelli di reti pubbliche di produzione,
trasformazione e distribuzione dell’energia elettrica, di impianti di trazione elettrica, di impianti di illu-
minazione pubblica e di sale prove.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
542.5.1 Il valore e la durata della corrente di guasto a terra del sistema a tensione maggiore di 1 000
V sono comunicati dal distributore di energia elettrica.
Si applicano, per la protezione contro le fulminazioni dirette, le prescrizioni della serie di Norme CEI EN
62305.
Commento
542.5.2 In particolare devono venire rispettati i valori minimi indicati, per le dimensioni dei dispersori,
nella Tabella 54.1, nei casi in cui la Norma CEI EN 62305 (serie) richieda la protezione contro i fulmini.
Commento
543.1 Il calcolo in accordo con 543.1.1 non è in genere necessario dal momento che le sezioni scelte
in accordo con 543.1.2 sono in pratica sufficienti.
543.1.1 La sezione del conduttore di protezione non deve essere inferiore al valore determinato con la
seguente formula:
dove:
I : valore efficace della corrente di guasto che può percorrere il conduttore di protezione per un
guasto di impedenza trascurabile (A);
K : fattore il cui valore dipende dal materiale del conduttore di protezione, dell’isolamento e di
altre parti e dalle temperature iniziali e finali. Valori di K per i conduttori di protezione in diverse
applicazioni sono dati nelle Tabb. 54B, 54C, 54D e 54E, in cui ϑ0 indica la temperatura iniziale e
ϑf la temperatura finale.
139
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Se dall’applicazione della formula risulta una sezione non unificata, deve essere usato il conduttore di
sezione unificata immediatamente superiore.
NOTA 2 È necessario che la sezione così calcolata sia compatibile con le condizioni imposte dall’impedenza dell’anello di guasto.
NOTA 3 Per i limiti di temperatura da considerare nei luoghi con pericolo di esplosione si rimanda alla Norma CEI EN 60079-14.
NOTA 4 Si deve tener conto della massima temperatura ammessa per le connessioni.
NOTA 5 I valori per i cavi con isolamento minerale sono allo studio.
Tabella 54B - Valori di K per i conduttori di protezione costituiti da cavi unipolari, o per conduttori
di protezione nudi in contatto con il rivestimento esterno dei cavi
Materiale conduttore
PVC/Termoplastici EPR/HEPR - XLPE
ϑ 0
= 30 ϑf = 160 ϑ 0
= 30 ϑf = 250
Materiale conduttore
PVC/Termoplastici EPR/HEPR - XLPE
ϑ 0
= 70 ϑf = 160 ϑ 0
= 90 ϑf = 250
Tabella 54D - Valori di K per conduttori di protezione costituiti dal rivestimento metallico
o dall’armatura di un cavo
140
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Condizioni di posa
Materiale conduttore
A B C
Commento
543.1.1 La formula riportata nel primo capoverso è basata sulla assunzione di un riscaldamento
adiabatico da una temperatura iniziale nota ad una temperatura finale specificata.
Nell’Allegato 54B a questi Commenti al Capitolo 54 è riportato un metodo per ricavare il fattore K.
Con riferimento alla Nota 1 ci si deve assicurare, negli impianti TN ed IT, che l’impedenza dell’anello
di guasto che interessa il conduttore di protezione non superi il valore massimo consentito sia ai fini
della protezione contro i contatti indiretti sia ai fini della protezione contro le sovracorrenti (rispettiva-
mente Capitoli 41 e 43 della Parte 4). Vedi anche 544.1.
Nelle Tabelle da 54B a 54E le temperature sono espresse in gradi Celsius e le sigle riportate per i
materiali costituenti l’isolante o il rivestimento significano:
PVC/Termoplastici polivinilcloruro;
EPR/HEPR gomma etilenpropilenica / gomma etilenpropilenica alto modulo;
XLPE polietilene reticolato.
Nei cavi flessibili il conduttore di protezione ha la stessa sezione dei conduttori di fase. In attesa di altri
valori di K per i cavi con isolamento minerale, si possono usare, per questi cavi, i valori di K indicati
nelle Tabelle 54B per i cavi con guaina isolante e 54E per i cavi nudi.
543.1.2 Le sezioni dei conduttori di protezione non devono essere inferiori ai valori dati in Tabella 54F. In
questo caso non è necessario effettuare la verifica secondo 543.1.1.
Se dall’applicazione di questa Tabella risulta una sezione non unificata, deve essere adottata la sezione
unificata più vicina al valore calcolato.
Tabella 54F - Relazione tra le sezioni dei conduttori di protezione e dei conduttori di fase
Sezione dei conduttori di fase dell’impianto Sezione minima del corrispondente conduttore
S (mm2) di protezione Sp (mm2)
S ≤ 16 Sp = S
16 < S ≤ 35 16
S
S > 35 Sp = —
2
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
I valori della Tabella 54F sono validi soltanto se i conduttori di protezione sono costituiti dallo stesso
materiale dei conduttori di fase. In caso contrario, la sezione del conduttore di protezione deve venire
determinata in modo tale che esso abbia una conduttanza equivalente a quella risultante dall’applicazio-
ne della Tabella 54F.
Nei sistemi TT, la sezione dei conduttori di protezione può essere limitata a:
– 25 mm², se in rame;
– 35 mm², se in alluminio
543.1.3 La sezione di ogni conduttore di protezione che non faccia parte della conduttura di alimentazio-
ne non deve essere, in ogni caso, inferiore a:
543.1.4 Quando un conduttore di protezione sia comune a diversi circuiti, la sua sezione deve essere
dimensionata in funzione del conduttore di fase avente la sezione più grande.
Commento
543.1.4 Si raccomanda di non applicare la prescrizione di questo paragrafo al conduttore PEN nello
schema TN-C, essendo sconsigliabile che il conduttore di neutro possa essere comune a più circuiti.
Commento
543.2 Il conduttore di protezione (PE) non deve essere usato come conduttore per la trasmissione di
onde convogliate in modo comune.
a) la loro continuità elettrica sia realizzata in modo da assicurare la protezione contro il danneggia-
mento meccanico, chimico o elettrochimico;
b) la conduttanza sia almeno uguale a quella risultante dall’applicazione di quanto indicato in 543.1;
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
c) sia possibile la connessione di altri conduttori di protezione nei punti predisposti per la derivazione.
Commento
543.2.2 L’involucro delle condutture prefabbricate deve presentare su tutta la sua lunghezza, tenuto
conto delle giunzioni, una conduttanza almeno uguale a quella determinata in accordo con 543.1.1
per i conduttori di protezione.
Le prescrizioni di questo articolo sono applicabili anche a parti di involucri di insiemi di apparecchia-
ture prefabbricate, se utilizzate per la messa a terra di altre parti dell’involucro dello stesso insieme o
di apparecchi contenuti nello stesso insieme.
543.2.3 I rivestimenti metallici, comprese le guaine (nude o isolate) di alcune condutture, in particolare
le guaine dei cavi con isolamento minerale, ed alcuni tubi protettivi e canali metallici (tipi allo studio)
possono essere utilizzati come conduttori di protezione per i circuiti corrispondenti se soddisfano en-
trambe le prescrizioni a) e b) di 543.2.2. Se non soddisfano tali condizioni non devono essere utilizzati
come conduttori di protezione.
Commento
543.2.3 Anche se non devono essere usati come conduttori di protezione i rivestimenti metallici che
non rispondono alle condizioni citate in questo paragrafo, devono tuttavia essere messi a terra se
ricorrono le condizioni specificate nel Capitolo 41 della Parte 4.
I cavi ad isolamento minerale, conformi alla serie di Norme CEI EN 60702, soddisfano le prescrizioni
a) e b) di 543.2.2.
543.2.4 Le masse estranee possono essere usate come conduttori di protezione se soddisfano tutte e
quattro le seguenti condizioni:
a) la loro continuità elettrica sia realizzata, per costruzione o mediante adatte connessioni, in modo
b) la loro conduttanza sia almeno uguale a quella risultante dall’applicazione di quanto indicato in
543.1;
c) non possano venire rimosse se non sono previsti, in caso di rimozione, provvedimenti sostitutivi;
d) siano state appositamente previste per uso come conduttori di protezione o, se necessario, siano
state rese idonee a tale uso.
NOTA L’uso delle tubazioni metalliche dell’acqua è consentito a condizione che si ottenga l’autorizzazione di chi è responsabile
dell’impianto idraulico.
I tubi contenenti gas non devono essere usati come conduttori di protezione.
Commento
543.2.4 Le masse estranee che non soddisfano le condizioni citate non devono essere usate come
conduttori di protezione. Esse devono tuttavia essere messe a terra se ricorrono le condizioni specifi-
cate nel Capitolo 41.
Il responsabile dell’impianto idrico deve informare i responsabili degli impianti elettrici delle modifiche
che si intendono apportare alle tubazioni metalliche dell’acqua.
A questi fini anche altre parti metalliche che presentino le caratteristiche indicate in 543.2.4 possono
essere utilizzate come conduttori di protezione.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
543.2.5 Le masse estranee non devono essere usate come conduttori PEN.
Commento
543.3 Le prescrizioni di questo articolo si applicano sia ai conduttori di protezione sia ai conduttori
equipotenziali principali e supplementari.
543.3.1 I conduttori di protezione devono essere adeguatamente protetti contro il danneggiamento mecca-
nico e chimico e contro le sollecitazioni elettrodinamiche.
Ogni connessione fra conduttori di protezione o fra un conduttore di protezione e altre parti deve garantire
la continuità elettrica e avere un’adeguata resistenza meccanica. Le viti per la connessione dei conduttori
di protezione non devono servire per altri scopi.
543.3.2 Le connessioni dei conduttori di protezione devono essere accessibili per ispezioni e per prove, ad
eccezione delle giunzioni di tipo miscelato o incapsulato.
Commento
543.3.2 Le connessioni devono venire effettuate come indicato nella Sezione 526.
543.3.3 Sui conduttori di protezione non devono essere inseriti apparecchi di interruzione, ma possono
esserlo dispositivi apribili mediante attrezzo ai fini delle prove.
543.3.4 Se si usano dispositivi di controllo della continuità della messa a terra, i loro avvolgimenti non de-
vono venire inseriti nei conduttori di protezione.
543.3.5 La masse dei componenti non devono costituire tratti del conduttore di protezione di altri compo-
nenti, a meno che non siano verificate le condizioni indicate in 543.2.2 (e 543.2.3).
– il conduttore di protezione deve avere una sezione di almeno 10 mm2 in rame o 16 mm2 in alluminio,
per tutta la sua lunghezza;
NOTA 1 Il conduttore PEN conforme a 546.2 soddisfa questa prescrizione.
– oppure un secondo conduttore di protezione avente almeno la stessa sezione richiesta per la protezio-
ne contro i contatti indiretti deve essere installato nel tratto in cui il conduttore di protezione abbia una
sezione inferiore a 10 mm2 in rame o 16 mm2 in alluminio. Ciò richiede che l’apparecchio utilizzatore
abbia un morsetto separato per un secondo conduttore di protezione.
NOTA 2 Nei sistemi TN-C dove i conduttori di neutro e di protezione sono combinati in un singolo conduttore
(conduttore PEN) fino ai morsetti dell’apparecchiatura, la corrente del conduttore di protezione può essere trattata come corrente
di carico.
NOTA 3 L’apparecchio utilizzatore che ha in genere una corrente di dispersione elevata può non essere compatibile con i dispo-
sitivi di protezione a corrente differenziale. In proposito vedi la Norma CEI EN 61140 (CEI 0-13) par. 7.5.2.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
544.1 Conduttori di protezione usati congiuntamente con dispositivi di protezione contro le so-
vracorrenti
NOTA Quando i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti sono usati per la protezione contro i contatti indiretti, si raccomanda
vivamente di incorporare il conduttore di protezione nella stessa conduttura dei conduttori attivi o di disporlo nelle sue immediate
vicinanze.
544.2 Messa a terra e conduttori di protezione per dispositivi sensibili alla tensione di guasto
544.2.1 Deve essere previsto un dispersore ausiliario elettricamente indipendente da tutti gli altri elementi
metallici messi a terra, per es. carpenterie metalliche, tubi protettivi metallici o cavi con schermo metalli-
co. Questa prescrizione è considerata soddisfatta se il dispersore ausiliario è installato ad una distanza
specificata (valore allo studio) da tutti gli altri elementi metallici messi a terra.
544.2.2 Il conduttore di collegamento al dispersore ausiliario deve essere isolato per evitare contatti con
il conduttore di protezione e con qualsiasi parte connessa a questo, o con masse estranee che sono, o
potrebbero venire in contatto con tale conduttore di protezione.
NOTA Questa prescrizione è necessaria per impedire che l’elemento sensibile alla tensione sia inavvertitamente cortocircuitato.
544.2.3 Il conduttore di protezione deve essere connesso soltanto alle masse degli apparecchi elettrici
per i quali sia prevista l’interruzione dell’alimentazione per l’intervento del dispositivo di protezione sen-
sibile alla tensione di guasto.
Commento
544.3 Il ricollegamento a terra del conduttore di neutro può creare problemi nell’intervento degli
interruttori differenziali e provocare pericolo di incendio, esplosione e disturbi. Vedi in proposito
anche l’Allegato A444.2 della Parte 4.
545.1 Generalità
L’impianto di terra per scopi funzionali deve essere realizzato per assicurare il corretto funzionamento
dei componenti elettrici e per permettere il funzionamento corretto ed affidabile degli impianti.
Commento
545.1 Questa Sezione è destinata a precisare le condizioni particolari di messa a terra di certe appa-
recchiature, come per es. quelle di elaborazione dati, per le quali può essere necessaria l’utilizzazione
di impianti di terra con basso livello di disturbo.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
546.1 Generalità
Quando sia richiesta la messa a terra combinata per scopi di protezione e funzionali, devono prevalere
le prescrizioni riguardanti le misure di protezione.
546.2.1 Nei sistemi TN, un solo conduttore di protezione a posa fissa, di sezione non inferiore a 10 mm2
se in rame o a 16 mm2 se in alluminio, può assolvere alla funzione combinata di conduttore di protezio-
ne e di conduttore di neutro, a condizione che la parte dell’impianto interessata non sia posta a valle di
un dispositivo differenziale.
Se, tuttavia, il conduttore PEN è di tipo concentrico e rispondente alle relative Norme e se le connessio-
ni che assicurano la continuità sono raddoppiate in corrispondenza di tutti i morsetti e di tutte le giunzio-
ni lungo il percorso del cavo, la sezione minima di tale conduttore può essere di 4 mm2.
Commento
546.2.1 Il conduttore PEN deve avere sezione almeno uguale alla sezione più grande risultante dalla
applicazione delle condizioni imposte al conduttore di neutro e di quelle imposte al conduttore di
protezione.
L’impiego di conduttori concentrici PEN deve essere limitato a parti dell’impianto corredate da acces-
sori previsti a tale scopo.
546.2.2 Il conduttore PEN deve essere isolato per la tensione più elevata alla quale esso può essere
sottoposto per evitare correnti vaganti.
NOTA L’involucro dei condotti sbarre conformi alla Norma CEI EN 60439-2 può essere utilizzato come conduttore PEN o PEM
anche se non isolato.
Commento
546.2.2 La tensione più elevata alla quale può essere sottoposto il conduttore PEN è la tensione
fase-neutro.
546.3 Al conduttore PEM si applicano le stesse prescrizioni indicate per il conduttore PEN.
Commento
547 Non è necessario collegare gli elementi conduttori che non siano tali da introdurre un potenziale,
come per es. certi serramenti, certe griglie di ventilazione e certe scale metalliche.
Il collegamento dei ferri di armatura nel calcestruzzo può essere limitato a quelli nel calcestruzzo an-
negato nel terreno.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
547.1 Oltre al collegamento equipotenziale principale descritto in 413.1.2.1 della Parte 4, che deve
essere realizzato per ogni edificio, la presente Norma prevede, in accordo con 413.1.2.2 della stessa
Parte 4, i collegamenti equipotenziali supplementari.
Collegamenti equipotenziali supplementari sono richiesti per alcuni degli ambienti e delle applicazioni
particolari descritti nella Parte 7.
Un conduttore equipotenziale supplementare di cui in 413.1.2.2.1 che colleghi due masse deve avere
una sezione non inferiore a quella del più piccolo conduttore di protezione collegato a queste masse
(Figura 54.1).
SPE1 SPE2
Sb
M1 M2
SPE1 ≤ SPE2
Sb ≥ SPE1
Dove:
M1, M2 = Masse
SPE1, SPE2 = Sezione dei conduttori di protezione
Sb = Sezione del conduttore equipotenziale
Figura 54.1
147
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Un conduttore equipotenziale supplementare che connette una massa ad una massa estranea deve ave-
re una sezione non inferiore alla metà della sezione del corrispondente conduttore di protezione (Figura
54.2) e non superiore a quanto indicato in 547.1.1.
SPE
Sb
costruzione in acciaio
(condotto, struttura, ecc.)
Sb ≥ 0,5 SPE
Dove:
M = Massa
SPE = Sezione del conduttore di protezione Sb =
Sezione del conduttore equipotenziale
Figura 54.2
In ogni caso, la sezione di qualsiasi conduttore equipotenziale supplementare deve essere almeno:
– 2,5 mm2 Cu se i conduttori sono meccanicamente protetti,
– 4 mm2 Cu se i conduttori non sono meccanicamente protetti.
Un conduttore equipotenziale supplementare che non è parte di un cavo è considerato essere
meccanicamente protetto quando è posato in un tubo protettivo, canale o se è protetto in modo simile.
Commento
comune a 547.1.1 e 547.1.2 Vedi anche il Commento a 543.2.4
Nei casi in cui le tubazioni metalliche dell’acqua di un edificio siano usate come conduttori di terra o
come conduttori di protezione, i contatori dell’acqua devono essere cortocircuitati mediante un condut-
tore, che deve essere di sezione adeguata secondo il suo uso come conduttore di protezione o condut-
tore di terra.
(Allo studio)
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato 54A
(informativo)
149
Progetto
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato 54B
(informativo)
( + 20)
= 1+
+
dove:
Qc = capacità termica per unità di volume del materiale del conduttore (J/°C mm3);
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Progetto
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato 54C
(informativo)
Terra di fondazione
C.1 Generalità
Il cemento usato per le fondamenta degli edifici ha una certa conduttività e generalmente una vasta su-
perficie di contatto con il suolo. Pertanto, gli elettrodi metallici nudi completamente incassati nel cemento
possono essere usati ai fini della messa a terra, a meno che il cemento non sia isolato dal suolo mediante
l’uso di un isolamento speciale o di altre misure. A causa degli effetti chimici e fisici, l’acciaio nudo o gal-
vanizzato per immersione a caldo e gli altri metalli incassati nel cemento ad una profondità di più di 5 cm
sono fortemente protetti contro la corrosione, normalmente per l’intera durata di vita dell’edificio.
La realizzazione di una terra di fondazione durante la costruzione dell’edificio può essere una soluzione
economica per ottenere un buon dispersore di lunga durata perché:
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato 54D
(informativo)
Dispersori
D.1 Generalità
La resistenza di un dispersore dipende dalle sue dimensioni, dalla sua forma e dalla resistività del suolo
nel quale è interrato. Questa resistività spesso varia da un luogo all’altro e secondo la profondità.
La resistività del terreno espressa in ohm x metro, numericamente, è la resistenza in ohm di un cilindro
di terreno con una sezione di 1 m2 ed una lunghezza di 1 m.
La resistività del suolo dipende dalla sua umidità e dalla sua temperatura, che variano nel corso dell’an-
no. L’umidità stessa è influenzata dalla granulometria del suolo e dalla sua porosità. In pratica, la resi-
stività del suolo aumenta quando l’umidità diminuisce.
Il gelo aumenta considerevolmente la resistività del suolo, che può raggiungere diverse migliaia di ohm
x metro nello strato gelato. Lo spessore di questo strato gelato può essere uguale o superiore a 1 m in
alcune zone.
Anche la siccità aumenta la resistività del suolo. L’effetto di siccità si può trovare in alcune zone fino ad
una profondità di 2 m. I valori della resistività in tali circostanze possono essere dello stesso ordine di
quelli che si presentano durante i periodi di gelo.
Resistività
Natura del terreno
Ωm
Terreno paludoso Da alcune unità a 30
Alluvionale da 20 a 100
Humus da 10 a 150
Torba umida da 5 a 100
Argilla malleabile 50
Marna e argilla compatta da 100 a 200
Marna giurassica da 30 a 40
Sabbia argillosa da 50 a 500
Sabbia silicea da 200 a 3 000
Suolo pietroso nudo da 1 500 a 3 000
Suolo pietroso coperto d’erba da 300 a 500
Calcare molle da 100 a 300
Calcare compatto da 1 000 a 5 000
Calcare crepato da 500 a 1 000
Scisto
da 50 a 300
Mica-scisto
800
Granito e arenaria secondo l’alterazione superficiale da 1 500 a 10 000
Granito e arenaria molto alterati da 100 a 600
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Per ottenere in prima approssimazione la resistenza del dispersore, si può eseguire un calcolo utilizzan-
do i valori medi indicati nella Tabella D.54.2.
È ovvio che i calcoli eseguiti a partire da questi valori forniscono solo un risultato molto approssimativo
della resistenza del dispersore. Dopo aver utilizzato la formula indicata nell’art. D.3, la misura di questa
resistenza può permettere una stima del valore medio della resistività del terreno. Tale conoscenza può
essere utile per ulteriori lavori eseguiti in condizioni simili.
Lo spessore e i diametri minimi tengono conto dei rischi abituali del deterioramento chimico e
meccanico. Tuttavia, queste dimensioni possono non essere sufficienti in situazioni in cui sono presenti
rischi significativi di corrosione. Tali rischi si possono incontrare nei suoli in cui circolano correnti va-
ganti, per es. correnti continue di ritorno di trazione elettrica o in prossimità di impianti per la protezione
catodica. In tal caso, si devono prendere precauzioni speciali.
Essi devono essere tenuti lontano dalle discariche di immondizia dove l’infiltrazione, per es., letame,
concime liquido, prodotti chimici, carbon fossile, ecc. potrebbe corroderli.
La resistenza (R) del dispersore, formata da un conduttore interrato orizzontalmente (vedi 542.2.3 e
Tabella 54.1), può essere calcolata approssimativamente con la formula:
R=2
L
dove ρ è la resistività del suolo (Ωm) ed L è la lunghezza dello scavo occupato dai conduttori (m).
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La posa di conduttori con un percorso sinuoso nello scavo non riduce in modo sensibile la resistenza del
dispersore.
b) Piastre interrate
Per mantenere un buon contatto delle superfici con il suolo, le piastre complete dovrebbero
essere disposte di preferenza verticalmente.
Le piastre dovrebbero essere interrate in modo che il loro bordo superiore sia situato a circa 1 m
di profondità.
R=0,8
L
La resistenza (R) di un dispersore interrato verticalmente (vedi 542.2.3 e Tabella 54.1) può
essere calcolata approssimativamente con la formula:
R=
L
dove ρ è la resistività del suolo (Ωm) ed L è la lunghezza del picchetto o della conduttura (m).
Quando esiste il rischio di gelo o di siccità, la lunghezza dei picchetti dovrebbe essere aumentata
di 1 m o 2 m.
È possibile ridurre il valore della resistenza del dispersore disponendo più picchetti collegati in parallelo, ad
una distanza uguale almeno alla loro lunghezza e di una distanza superiore se vi sono più di due picchetti.
Picchetti molto lunghi possono raggiungere strati di terreno con resistività bassa o trascurabile.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La resistenza (R) di un pilastro metallico interrato può essere calcolata approssimativamente con la
formula:
3L
R =0,366 log 10
L d
dove:
Un gruppo di pilastri interconnessi posti attorno ad un edificio ha una resistenza dello stesso
ordine di una terra di fondazione.
Il fatto che siano inglobati nel cemento non impedisce l’utilizzo dei pilastri come dispersori e non modifica
in modo apprezzabile la resistenza del dispersore.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Questa Sezione fornisce le prescrizioni per la scelta e l’installazione dei gruppi generatori a bassa ten-
sione e a bassissima tensione destinati ad alimentare, in modo continuo od occasionale, tutto l’impian-
to o parte di esso. Sono riportate anche prescrizioni per gli impianti con le seguenti caratteristiche di
alimentazione:
Questa Sezione non si applica alle unità, costituite da componenti elettrici di bassissima tensione che
incorporino sia la sorgente di energia sia il carico utilizzatore e per le quali esiste una norma di prodotto
specifica che fornisca le prescrizioni per la sicurezza elettrica.
NOTA Si dovrebbero verificare le prescrizioni del distributore di energia prima di installare un gruppo generatore in un impianto
connesso all’alimentazione pubblica.
551.1.1 Sono presi in considerazione i gruppi generatori con le seguenti sorgenti di alimentazione:
– motori a combustione;
– turbine;
– motori elettrici;
– moduli fotovoltaici (vedi anche la Norma CEI 64-8/7 Sezione 712);
– accumulatori elettrochimici;
– altre sorgenti idonee.
551.1.2 Sono presi in considerazione i gruppi generatori con le seguenti caratteristiche elettriche:
– generatori sincroni con eccitazione principale o con eccitazione separata;
– generatori asincroni con eccitazione principale o autoeccitazione;
– convertitori statici con commutazione forzata e autocommutazione con o senza possibilità di com-
mutazione;
– gruppi generatori con altre caratteristiche elettriche idonee.
551.1.3 È preso in considerazione l’utilizzo dei gruppi generatori per i seguenti scopi:
– alimentare impianti permanenti;
– alimentare impianti temporanei;
– alimentare componenti elettrici trasportabili che non siamo connessi ad un impianto permanente e
fisso;
– alimentare unità mobili (vedi anche la Norma CEI 64-8/7 Sezione 717).
551.2 Prescrizioni generali
551.2.1 I mezzi di eccitazione e di commutazione devono essere adatti all’uso previsto del gruppo
generatore; la sicurezza ed il funzionamento corretto delle altre sorgenti di alimentazione non devono
essere compromessi dal gruppo generatore.
NOTA Vedi 551.7 per le prescrizioni particolari quando il gruppo generatore può funzionare in parallelo con un sistema di alimen-
tazione pubblica.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
551.2.2 La corrente di cortocircuito presunta e la corrente di guasto a terra presunta devono essere
valutate per ciascuna sorgente di alimentazione o combinazione di sorgenti che possono funzionare in-
dipendentemente dalle altre sorgenti o combinazioni di sorgenti. Il potere di interruzione dei dispositivi di
protezione all’interno dell’impianto connesso alla rete di alimentazione pubblica, non deve essere superato
per nessuno dei metodi previsti di funzionamento delle sorgenti.
NOTA Si raccomanda di prestare attenzione al fattore di potenza specificato per i dispositivi di protezione nell’impianto.
551.2.3 Il generatore deve avere caratteristiche di potenza e controllo tali da non creare scostamenti
della tensione o della frequenza al di fuori dal campo di funzionamento previsto, tali che nessun pericolo
o danno possa compromettere i componenti elettrici dopo la connessione o il distacco di qualsiasi carico.
Tali carichi devono essere staccati automaticamente quando la potenza nominale del gruppo generatore
venga superata.
NOTA 1 Si raccomanda di prestare attenzione alla potenza dei singoli carichi in rapporto alla potenza del gruppo generatore e alle
correnti di spunto del motore.
NOTA 2 Si raccomanda di prestare attenzione al fattore di potenza specificato per i dispositivi di protezione dell’impianto.
NOTA 3 L’installazione di un gruppo generatore all’interno di un edificio esistente o di un impianto può modificare le condizioni di
influenze esterne di un impianto (Capitolo 32), per es. con l’introduzione di parti in movimento, parti ad alta temperatura o con la
presenza di fluidi infiammabili e gas nocivi, ecc.
551.2.4 Le disposizioni per il sezionamento devono soddisfare le prescrizioni della Sezione 537 per cia-
scuna sorgente o combinazione di sorgenti di alimentazione.
551.3.1 Prescrizioni addizionali per SELV e PELV quando l’impianto è alimentato da più di una
sorgente
Quando un sistema SELV o PELV può essere alimentato da più di una sorgente, si devono applicare a
ciascuna sorgente le prescrizioni di 411.1.2 della Norma CEI 64-8/4 Capitolo 41. Quando una o più sorgenti
siano collegate a terra, si devono applicare le prescrizioni di 411.1.3 e 411.1.5 della Norma CEI 64-8/4
Capitolo 41.
Se una o più sorgenti non soddisfano le prescrizioni di 411.1.2, il sistema deve essere trattato come un
sistema FELV e si devono applicare le prescrizioni di 411.3 della Norma CEI 64-8/4 Capitolo 41.
Quando sia necessario mantenere l’alimentazione ad un sistema a bassissima tensione in caso di perdita
di una o più sorgenti di alimentazione, ciascuna sorgente di alimentazione o combinazione di sorgenti di
alimentazione che può funzionare indipendentemente dalle altre sorgenti o combinazioni di sorgenti, deve
essere in grado di alimentare il carico previsto del sistema a bassissima tensione. Si devono prendere
provvedimenti in modo che la perdita della alimentazione in bassa tensione per una sorgente a bassissima
tensione non comporti pericoli o danni per altri componenti elettrici a bassissima tensione.
NOTA Tali precauzioni possono essere necessarie nelle alimentazioni per i servizi di sicurezza (vedi Capitolo 35 della Norma CEI
64-8/3).
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
551.4.1 Deve essere assicurata la protezione contro i contatti indiretti nell’impianto tenendo conto di
ciascuna sorgente di alimentazione o combinazione di sorgenti di alimentazione che possano funzionare
indipendentemente dalle altre sorgenti o combinazioni di sorgenti.
Si devono scegliere misure di protezione oppure si devono prendere precauzioni per assicurare che,
quando queste misure siano realizzate in modi diversi all’interno dello stesso impianto, o in parte dell’im-
pianto in funzione delle diverse sorgenti di alimentazione, non ci possa essere alcuna influenza o condi-
zione che ne comprometta l’efficacia.
NOTA Ciò potrebbe, per es., richiedere l’uso di un trasformatore che fornisca una separazione elettrica tra le parti dell’impianto che
utilizzano sistemi di messa a terra diversi.
551.4.2 Il gruppo generatore deve essere collegato in modo tale che qualsiasi misura di protezione rea-
lizzata mediante dispositivi a corrente differenziale conformi alla Norma CEI 64-8/4 Capitolo 41 rimanga
efficace per ogni combinazione di sorgenti di alimentazione prevista.
NOTA La connessione delle parti attive del generatore con la terra può influenzare l’efficacia delle misure di protezione.
Generalità
La protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione deve essere prevista in accordo con
413.1 ad eccezione di quanto riportato in 551.4.3.2 o 551.4.3.3.
551.4.3.2 Prescrizioni addizionali per gli impianti in cui il gruppo generatore fornisce una alimen-
tazione alternativa all’alimentazione pubblica (sistemi di riserva)
La protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione non deve fare affidamento sulla con-
nessione al punto di terra del sistema di alimentazione pubblica quando il generatore stia funzionando
in sistema TN come sorgente di alimentazione alternativa. Deve essere previsto un adatto dispersore.
551.4.3.3 Prescrizioni addizionali per gli impianti che comprendono convertitori statici
551.4.3.3.1 Quando la protezione contro i contatti indiretti per le parti di impianto alimentato da un con-
vertitore statico faccia affidamento sulla chiusura automatica del commutatore ed il funzionamento del
dispositivo di protezione sul lato alimentazione del commutatore non avvenga entro il tempo richiesto
in 413.1 un collegamento equipotenziale supplementare deve essere previsto tra le masse e le masse
estranee simultaneamente accessibili, a valle del convertitore statico, in accordo con 413.1.2.2.
La resistenza dei conduttori del collegamento equipotenziale supplementare richiesto tra queste parti
conduttrici simultaneamente accessibili deve soddisfare la seguente condizione:
50 V
R=
Ia
dove
Iaè la massima corrente di guasto verso terra che può essere fornita dal solo convertitore per un periodo
fino a 5 s.
NOTA Quando tali componenti sono destinati a funzionare in parallelo con una alimentazione pubblica si applicano anche le pre-
scrizioni di 551.7.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
551.4.3.3.2 Devono essere prese precauzioni oppure i componenti elettrici devono essere scelti in modo
che il funzionamento corretto dei dispositivi di protezione non sia influenzato dalle correnti continue gene-
rate dal convertitore statico o dalla presenza di filtri.
551.4.3.3.3 Un dispositivo di sezionamento deve essere installato su entrambi i lati di un convertitore sta-
tico.Questa prescrizione non si applica a monte di un convertitore statico integrato nello stesso involucro
della sorgente di alimentazione.
551.5.1 Quando è richiesta la protezione contro le sovracorrenti del gruppo generatore, essa deve essere
posizionata il più vicino possibile ai terminali del generatore.
NOTA Il contributo alla corrente di cortocircuito presunta da parte del gruppo generatore può dipendere dal tempo e può essere
molto inferiore al contributo dovuto all’alimentazione pubblica.
551.5.2 Quando un gruppo generatore sia destinato a funzionare in parallelo con un’altra sorgente di
alimentazione, compresa l’alimentazione pubblica, o quando due o più gruppi generatori possono funzio-
nare in parallelo, le correnti armoniche che circolano devono essere limitate in modo che non sia superata
la sollecitazione termica sopportabile dai conduttori.
Gli effetti delle correnti armoniche di circolazione possono essere limitati mediante:
– scelta dei gruppi generatori con avvolgimenti compensati;
– un’impedenza idonea nel collegamento con il centro stella del generatore;
– interruttori che interrompano il circuito di circolazione ma siano interbloccati in modo che, in qualsi-
asi momento, la protezione contro i contatti indiretti non sia compromessa;
– apparecchiature filtranti;
– altri mezzi idonei.
NOTA 1 Si raccomanda di prendere in considerazione la tensione massima che può apparire sull’impedenza collegata, con lo scopo
di limitare la circolazione di armoniche.
NOTA 2 L’apparecchiatura di sorveglianza conforme alla Norma CEI EN 61557-12 fornisce le informazioni sul livello di disturbi de-
rivanti dalla presenza di armoniche.
551.6 Prescrizioni addizionali per impianti in cui il gruppo generatore fornisce un’alimentazione
alternativa all’alimentazione pubblica (sistemi di riserva)
551.6.1 Devono essere prese precauzioni in accordo con le prescrizioni del Capitolo 46, in modo che il
generatore non possa funzionare in parallelo con l’alimentazione pubblica. Precauzioni
idonee possono comprendere:
– un interblocco elettrico, meccanico o elettromeccanico fra il meccanismo di funzionamento o i circu-
iti di comando dei dispositivi di inversione;
– un sistema di blocco con una sola chiave di trasferimento;
– un commutatore a tre posizioni, che comandi l’apertura di un dispositivo prima della chiusura
dell’altro;
– un dispositivo automatico di commutazione con un interblocco idoneo;
– altri mezzi che forniscano una sicurezza di funzionamento equivalente.
551.6.2 Per i sistemi TN-S nei quali il neutro non sia sezionato, i dispositivi a corrente
differenziale devono essere posizionati per evitare un non corretto funzionamento dovuto
all’esistenza di un collegamento eventuale tra neutro e terra in parallelo.
NOTA 1 Nei sistemi TN può essere auspicabile scollegare il neutro dell’impianto dal neutro o dal PEN del sistema di alimentazione
pubblica per evitare disturbi quali le sovratensioni indotte causate dai fulmini.
NOTA 2 Vedi anche 461.2 della Norma CEI 64-8/4 Capitolo 46.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
551.7 Prescrizioni addizionali per impianti in cui il gruppo generatore può funzionare in
parallelo con altre sorgenti compresi i sistemi di alimentazione pubblica
551.7.1 Quando un gruppo generatore è utilizzato come sorgente addizionale di alimentazione in parallelo
con un’altra sorgente, la protezione contro gli effetti termici secondo la Norma CEI 64-8/4 Capitolo 42 e la
protezione contro le sovracorrenti secondo la Norma CEI 64-8/4 Capitolo 43 devono rimanere efficaci in
tutte le situazioni.
Eccetto il caso in cui un UPS è usato per alimentare apparecchiature specifiche all’interno del circuito ter-
minale al quale sono collegate, tale gruppo generatore deve essere installato sul lato alimentazione di tutti
i dispositivi di protezione dei circuiti terminali dell’impianto.
551.7.2 Un gruppo generatore utilizzato come sorgente addizionale di alimentazione in parallelo con un’al-
tra sorgente deve essere installato:
– sul lato alimentazione di tutti i dispositivi di protezione dei circuiti terminali dell’impianto, o
– sul lato carico di tutti i dispositivi di protezione di un circuito terminale dell’impianto, ma in questo caso
tutte le seguenti prescrizioni supplementari devono essere soddisfatte:
a) i conduttori del circuito terminale devono soddisfare la seguente prescrizione:
Iz ≥ In + Ig
dove
Iz
è la portata dei conduttori del circuito terminale;
In
è la corrente nominale del dispositivo di protezione del circuito terminale;
Ig
è la corrente di uscita nominale del gruppo generatore; e
b) un gruppo generatore non deve essere collegato ad un circuito terminale mediante una spina e una
presa; e
c) un dispositivo a corrente differenziale, che fornisce la protezione del circuito terminale deve scolle-
gare tutti i conduttori attivi compreso il conduttore di neutro; e
d) i conduttori di fase e di neutro del circuito terminale e il gruppo generatore non devono essere col-
legati a terra a valle del dispositivo di protezione del circuito terminale.
NOTA Quando il gruppo generatore è installato in un circuito terminale sul lato carico di tutti i dispositivi di protezione di quel circuito
terminale, eccetto quando i dispositivi di protezione del circuito terminale scollegano i conduttori di fase e di neutro, il tempo di interru-
zione è la combinazione del tempo di interruzione del dispositivo di protezione del circuito terminale e il tempo corrispondente affinché
la tensione di uscita del gruppo generatore si riduca a valori inferiori a 50 V.
551.7.3 Nella scelta e nell’utilizzo di un gruppo generatore previsto per funzionare in parallelo con un’al-
tra sorgente, compresa l’alimentazione pubblica, si deve curare di evitare effetti nocivi a quel sistema
ed agli altri impianti nei confronti del fattore di potenza, di cambi di tensione, della distorsione armonica,
dell’immissione di corrente continua, degli squilibri, dell’avviamento, degli effetti di sincronizzazione o della
fluttuazione della tensione. Nel caso di un sistema di alimentazione pubblica, il distributore deve essere
consultato per soddisfare le sue prescrizioni particolari. Quando sia necessaria la sincronizzazione, è pre-
feribile l’utilizzo di sistemi automatici di sincronizzazione che tengano in conto frequenza, fase e tensione.
551.7.4 Quando un gruppo generatore è previsto per funzionare in parallelo con il sistema di alimenta-
zione pubblica, deve essere prevista una protezione per staccare il gruppo generatore dall’alimentazione
pubblica in caso di perdita di tale alimentazione o di scostamento della tensione o della frequenza, ai ter-
minali dell’alimentazione, dai valori dichiarati per l’alimentazione ordinaria.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Il tipo di protezione, la sua sensibilità e il tempo di funzionamento dipendono dalla protezione del sistema
di alimentazione pubblica e dal numero di gruppi generatori collegati e devono essere concordati con il
distributore pubblico.
In caso di presenza di convertitori statici, si devono fornire mezzi di interruzione sul lato carico di questo
convertitore statico.
551.7.5 Quando un gruppo generatore è previsto per funzionare in parallelo con l’alimentazione pubblica,
devono essere previsti mezzi adatti ad impedire la connessione di un gruppo generatore al sistema di ali-
mentazione pubblica se la tensione e la frequenza dell’alimentazione pubblica sono al di fuori dei limiti di
funzionamento della protezione richiesta in 551.7.4.
551.7.6 Quando un gruppo generatore è previsto per funzionare in parallelo con il sistema di alimentazio-
ne pubblica, devono essere previsti dispositivi per permettere al gruppo generatore di essere isolato dal
sistema di alimentazione pubblica. L’accessibilità di questi dispositivi di sezionamento deve essere confor-
me alle regole nazionali ed alle prescrizioni dell’operatore del sistema di alimentazione.
551.7.7 Quando un gruppo generatore può funzionare anche come alimentazione alternativa all’alimenta-
zione pubblica, l’impianto deve essere conforme anche a 551.6.
551.8.1 Le batterie stazionarie devono essere installate in modo da essere accessibili solo a persone
esperte o avvertite.
NOTA Ciò generalmente richiede che la batteria sia installata in un posto sicuro, o, per piccole batterie, in un involucro sicuro.
551.8.2 Le connessioni delle batterie devono avere una protezione principale mediante isolamento o invo-
lucri oppure devono essere disposte in modo che due parti conduttrici nude aventi tra di loro una differenza
di potenziale superiore a 120 V non possano essere toccate contemporaneamente in maniera accidentale.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato ZC
(normativo)
ZC. 1 Generalità
Specialmente per i gruppi di generatori indipendenti, devono essere adottate provvedimenti per scolle-
gare qualsiasi gruppo generatore o combinazione di gruppi generatori, nel caso di un guasto dei cavi di
collegamento o dell’apparecchiatura alimentata. In questo caso, devono essere rispettate le prescrizioni
indicate nel Capitolo 41, con le modifiche per i casi particolari degli articoli indicate in ZC.2 e ZC.3.
Le correnti presunte di cortocircuito e di guasto a terra devono essere valutate per ciascun gruppo gene-
ratore indipendente o combinazione di gruppi di generatori indipendenti, che possono funzionare indipen-
dentemente da altre sorgenti o combinazioni. La capacità di interruzione di cortocircuito dei dispositivi di
protezione non deve essere superata per nessuno dei metodi di funzionamento previsti del o dei gruppi
di generatori indipendenti.
La capacità e le caratteristiche di funzionamento del gruppo generatore indipendente devono essere tali
per cui non si verifichino pericoli o danni alle apparecchiature dopo la connessione o la disconnessione
di qualsiasi carico previsto, a seguito dello scostamento dei valori di tensione o di frequenza dal campo
di valori di funzionamento previsti.
Devono essere previsti dispositivi di protezione per disconnettere automaticamente i gruppi di generatori,
nel caso in cui la capacità del gruppo generatore indipendente venga superata.
Dovrebbe essere tenuta in considerazione la somma di ciascun carico rispetto alle prestazioni massime
del gruppo generatore indipendente e della corrente di avvio del motore.
Sono richieste disposizioni per scollegare qualsiasi gruppo generatore indipendente o combinazione di
gruppi di generatori indipendenti e queste devono soddisfare i requisiti indicati nel Capitolo 41.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
ZC.3.1.2 Prescrizioni aggiuntive per i gruppi di generatori indipendenti che incorporano conver-
titori statici
Quando la protezione contro i contatti indiretti delle parti di un sistema di distribuzione, alimentato da un
gruppo generatore indipendente dotato di un convertitore statico, si basa sul funzionamento dei dispositivi
di protezione, il tempo richiesto per l’interruzione deve essere conforme a quanto indicato nella Tabella
41.1 del Capitolo 41. Se non è rispettato questo tempo, tra le masse, simultaneamente accessibili, e le
masse estranee deve essere previsto un collegamento equipotenziale supplementare posto sul lato cari-
co del convertitore statico, conforme a quanto indicato in 415.2 del Capitolo 41.
Nel caso della corrente alternata, la resistenza dei conduttori del collegamento equipotenziale supplemen-
tare, richiesta tra le masse simultaneamente accessibili, deve soddisfare la seguente condizione:
50
(Ω) ≤
( )
dove:
I a è la massima corrente di guasto verso terra che può essere alimentata al convertitore statico per un pe
riodo massimo di 5 s.
Devono essere adottate precauzioni o scelte apparecchiature tali per cui il corretto funzionamento dei
dispositivi di protezione, o il principio di misura dei dispositivi di monitoraggio dell’isola-mento (IMD), non
venga influenzato dalle correnti continue generate dal convertitore statico o dalla presenza di filtri.
L’alimentazione in cortocircuito del gruppo di generatori indipendenti dovrebbe essere tale per cui il dispo-
sitivo di protezione contro le sovracorrenti, o l’interruttore differenziale, siano in grado di interrompere il
circuito secondo le prescrizioni indicate in 411.4 del Capitolo 41.
Per motivi pratici, si raccomanda che le istruzioni di funzionamento dei gruppi di generatori indipendenti
riportino una raccomandazione relativa al valore della massima corrente nominale.
L’uso di un sistema IT per i gruppi di generatori indipendenti deve essere conforme alle prescrizioni indicate
in 411.6 del Capitolo 41. Inoltre si devono applicare le seguenti prescrizioni:
– tutte le parti conduttrici accessibili devono essere interconnesse attraverso un conduttore di protezione
di dimensioni adeguate a sopportare la corrente di guasto presunta. È considerata sufficiente una re-
sistenza verso terra di RA ≤ 1 000 Ω;
– nel caso di un primo guasto dell’isolamento, in cui la resistenza dell’isolamento scende al di sotto di
100 Ω/V (rispetto alla tensione tra fase e terra U0 in un sistema a prova di guasto), il dispositivo di mo-
nitoraggio dell’isolamento (IMD), deve generare un allarme conforme alla EN 61557-8;
– per le prescrizioni nel caso di un secondo guasto dell’isolamento, vedere 411.6.4 del Capitolo 41.
ZC.3.2 Utilizzo della separazione elettrica nel collegamento con i gruppi di generatori indipendenti
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
ZC.3.2.2.1 Generalità
Per la separazione elettrica, nel caso di più apparecchi utilizzatori, sono possibili le seguenti alternative.
Si raccomanda che il prodotto della tensione tra fase e terra U0 del circuito, espressa in volt, e la lunghez-
za in metri del cablaggio non superi 100 000 Vm, e che la lunghezza del cablaggio non sia superiore a
500 m.
Deve essere installato un dispositivo di monitoraggio dell’isolamento (IMD) conforme alla CEI EN 61557-
8. Se la resistenza dell’isolamento tra le masse ed il conduttore del collegamento equipotenziale non
messo a terra scende al di sotto di 100 Ω/V (rispetto alla tensione tra fase e terra U0 in un sistema a prova
di guasto), i circuiti dell’apparecchio utilizzatore devono essere aperti automaticamente entro 1 s. Il tempo
di risposta dovrebbe essere verificato conformemente alla CEI EN 61557-8.
Questa misura di protezione può essere progettata in modo che, dopo lo spegnimento del sistema, una
presa monofase continui ad essere alimentata, ad esempio per i casi di emergenza. Questa presa deve
riportare una marcatura permanente e non removibile, in modo che, sostanzialmente, ad esso sia sempre
collegato solo un apparecchio utilizzatore.
Le masse del gruppo generatore indipendente, quando presenti, devono essere collegate al conduttore
equipotenziale non messo a terra, purché il generatore di gruppo indipendente non sia un’apparecchia-
tura di classe II o non sia dotato di un isolamento equivalente.
Non è necessario limitare l’estensione del sistema elettrico e prevedere l’apertura automatica in caso di
un secondo guasto dell’isolamento su due diversi conduttori attivi, in quanto il gruppo generatore indipen-
dente viene già aperto nel caso di un primo guasto.
Per i circuiti o le prese fisse deve essere utilizzato un interruttore differenziale, in modo che solo un ap-
parecchio utilizzatore sia protetto.
NOTA In generale, un primo guasto dell’isolamento non può essere rilevato dall’ interruttore differenziale. Nel caso di un secon-
do guasto dell’isolamento su un altro conduttore attivo, uno degli interruttori differenziali scollegherà il circuito guasto.
Le caratteristiche di funzionamento degli interruttori differenziali devono essere scelte in conformità con
la Tabella 41.1 del Capitolo 41.
In questa applicazione, per i sistemi monofase e trifase devono essere utilizzati solo interruttori differen-
ziali di tipo B. Se non vi è alcun rischio di correnti continue di guasto > 6 mA in nessuna di tutte le possibili
apparecchiature alimentate da corrente collegate, possono essere utilizzati interruttori differenziali di tipo
A.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Nei gruppi di generatori indipendenti con prese monofase e trifase, alimentate dalla stessa sorgente, tutti gli
interruttori differenziali devono avere le stesse caratteristiche, ed essere di tipo B o di tipo A.
Nei gruppi di generatori indipendenti con un sistema trifase con conduttore di neutro distribuito, gli apparec-
chi monofase, collegati tra una fase e il neutro, dovrebbero essere isolati contro la tensione tra le fasi. Se
questo non può essere garantito in tutte le condizioni di funzionamento, deve essere applicata per separa-
zione elettrica conforme a ZC.3.2.2.2.
Se vengono rispettate le prescrizioni di ZC.3.2, insieme a quelle indicate nel seguito, non è richiesto perso-
nale esperto per avviare un gruppo generatore indipendente.
– Il gruppo generatore indipendente a bassa tensione viene verificato periodicamente da una per-
sona esperta abilitato, secondo quanto indicato dalla legislazione nazionale. In assenza di prescrizioni
nazionali, si raccomanda di effettuare una verifica almeno ogni 6 mesi.
– Dopo che il gruppo generatore indipendente è stato avviato, e prima che venga messo in funzione, deve
essere verificato il funzionamento dell’IMD o dell’interruttore differenziale premendo il pulsante di
prova di entrambi i dispositivi.
– I cavi di prolunga, quelli di collegamento e le spine/prese devono essere verificati regolarmente, in par-
ticolare alla ricerca di danni meccanici.
– Devono essere utilizzati solo cavi permanentemente idonei per lo scopo particolare previsto.
ZC.3.4 Gruppi di generatori indipendenti utilizzati per alimentare un impianto elettrico fisso non
connesso alla rete di alimentazione
Il gruppo generatore indipendente deve essere equipaggiato con un interruttore appropriato per modificare
il modo di funzionamento 1 o 2. La posizione dell’interruttore deve essere marcata in modo chiaro e non
removibile.
Il Modo 2 corrisponde ad una regolazione dell’alimentazione di impianti elettrici fissi scollegati, a cui si ap-
plicano le seguenti prescrizioni:
– oltre a quanto indicato in 551.4.3.2, si raccomanda di utilizzare la messa a terra dell’impianto elettrico
fisso. Se questo non fosse possibile, devono essere previsti mezzi idonei per la messa a terra;
– deve essere utilizzata una presa non compatibile per impedire che al gruppo generatore venga collegata
direttamente una spina normalizzata. Se viene utilizzata una presa conforme alla CEI EN 603092, la
posizione oraria del contatto di terra deve essere impostata a 01:00 h.
La Figura ZC.1 mostra un esempio di un gruppo generatore indipendente, i cui modi di funzionamento sono
selezionabili attraverso l’interruttore. Il collegamento tra i conduttori N e PE deve essere fornito dall’instal-
lazione fissa.
NOTA 1 Possono essere in vigore Norme o regolamenti nazionali.
NOTA 2 L’uso di un interruttore quadripolare collegato a valle del generatore, con un controllo delle sovracorrenti per i conduttori attivi,
protegge il gruppo generatore dai guasti dell’isolamento del generatore.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Figura ZC.1 – Esempio di un gruppo generatore indipendente con un interruttore per selezionare
tra il modo 1 ed il modo 2, con un collegamento tra N e PE all’interno del gruppo generatore
557 Circuiti ausiliari
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
557.2.1
circuito ausiliario
circuito per la trasmissione di segnali destinati al comando, alla rilevazione, alla supervisione o alla misu-
ra dello stato di funzionamento di un circuito principale
557.2.2
circuito principale
circuito contenente l’apparecchiatura elettrica per la generazione, la conversione, la distribuzione o la
commutazione dell’energia elettrica o dell’apparecchiatura che utilizza corrente
557.2.3
uscita di segnale di limitazione di corrente
uscita di segnale fornita da un dispositivo che serve a limitare la corrente
557.2.4
intrinsecamente protetto dai cortocircuiti e dai guasti a terra
stato di un’apparecchiatura elettrica o di un assieme protetto contro i cortocircuiti ed i guasti a terra da un
progetto appropriato e da disposizioni di installazione
557.2.5 (vuoto)
557.3.2 Alimentazione per circuiti ausiliari dipendenti dal circuito principale 557.3.2.1
Generalità
I circuiti ausiliari con un’alimentazione dipendente dal circuito principale in corrente alternata devono
essere collegati al circuito principale:
– direttamente (vedi Figura 557.1); o
– mediante un raddrizzatore (vedi Figura 557.2); o
– mediante un trasformatore (vedi Figura 557.3).
167
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Si raccomanda che i circuiti ausiliari che alimentano principalmente apparecchiature o sistemi elettronici
non siano alimentati direttamente ma almeno mediante una semplice separazione dal circuito principale
L1
L2
L3
N
Morsetti per il
circuito ausiliario
L1
L2
L3
N
Morsetti per il
circuito ausiliario
+ –
L1
L2
L3
N
Morsetti per il
circuito ausiliario
NOTA Nel caso di un circuito ausiliario alimentato dal circuito principale, direttamente o mediante il raddrizzatore, il circuito ausiliario
inizia al punto di connessione al circuito principale, vedi Figura 557.1. Quando si utilizza un raddrizzatore, vedi Figura 557.2, o un
trasformatore, vedi Figura 557.3, il circuito ausiliario inizia sul lato in corrente continua del raddrizzatore o sul lato secondario del
trasformatore.
Si raccomanda di prendere in considerazione l’utilizzo di circuiti ausiliari non messi a terra quando è
richiesta un’affidabilità elevata.
Si raccomanda di tener conto degli effetti della caduta di tensione sul funzionamento corretto dell’appa-
recchiatura elettrica del circuito ausiliario, per es.:
– per un’alimentazione in corrente alternata, i relè e le valvole a solenoide (elettrovalvole) possono
avere una corrente di spunto da 7 a 8 volte la corrente di mantenimento;
– per un’alimentazione in corrente continua, la corrente di spunto è uguale alla corrente stazionaria;
– nel caso di motori a partenza diretta in linea, la corrente di partenza potrebbe ridurre la tensione di
alimentazione di un circuito ausiliario dipendente dal circuito principale al di sotto della tensione di
funzionamento minima dell’apparecchiatura associata.
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Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Il dimensionamento della lunghezza del cavo in rapporto alle capacità dei conduttori, per es. collegamento
ad un interruttore limitatore (di fine corsa), deve essere coordinato con i relè o le valvole a solenoide scelti.
Il mantenimento dalla tensione causato dalle capacità elevate dei conduttori può compromettere la disin-
serzione del relè o della valvola a solenoide.
I circuiti ausiliari monofase in corrente alternata o in corrente continua collegati a terra, alimentati sul lato
secondario del trasformatore per un’alimentazione ausiliaria, devono essere protetti da dispositivi di pro-
tezione unipolari.
I dispositivi di protezione devono essere inseriti solo in conduttori che non sono collegati direttamente a
terra.
I circuiti ausiliari in corrente alternata o in corrente continua non collegati a terra devono essere protetti
contro la corrente di cortocircuito mediante dispositivi di protezione che interrompono tutti i conduttori di
fase. La protezione unipolare è permessa se la tensione nominale e la caratteristica tempo-corrente del
relativo dispositivo di protezione contro i cortocircuiti sono tali che il conduttore con la sezione più piccola
è protetto.
NOTA 1 L’utilizzo di dispositivi di protezione che scollegano tutte le linee di un circuito ausiliario non messo a terra forniranno un aiuto
per la diagnosi dei guasti e le attività di manutenzione.
Se il dispositivo di protezione contro i cortocircuiti sul lato primario del trasformatore per un circuito ausilia-
rio è scelto in modo da fornire anche la protezione contro la corrente di cortocircuito sul lato secondario, il
dispositivo di protezione sul lato secondario del trasformatore può essere omesso.
NOTA 2 Il valore della corrente sul primario, in caso di cortocircuito sul lato secondario, dipende anche dall’impedenza del trasfor-
matore.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Tipo di cavo
Unipolare Bipolare Multipolare
Applicazione
A filo unico Cordato Schermato Non schermato Schermato o non
schermato
Circuiti di comandoa 0,5 0,5 0,5 0,5 0,1
Trasferimento dei dati – – – – 0,1
a
Altri circuiti ausiliari possono necessitare una sezione più grande del conduttore di rame, per es. per la misura.
NOTA La sezione dei conduttori di rame è ricavata dal Capitolo 52 della presente Norma.
557.5 Prescrizioni per i circuiti ausiliari utilizzati per le misure 557.5.1 Ge-
neralità
I circuiti di misura sono circuiti ausiliari con prescrizioni dedicate che sono fornite nei paragrafi seguenti.
Per un dispositivo di misura con contatto diretto tra il circuito di misura e la sorgente ausiliario, si dovrebbe
prestare attenzione alla coincidenza (concordanza) delle fasi e alla polarità corretta.
557.5.3 Circuiti ausiliari per la misura delle grandezze elettriche mediante un trasformatore
– il lato secondario del trasformatore in un’installazione a bassa tensione non deve essere messo
– a terra, eccetto quando la misura può essere effettuata solo con una connessione a terra;
– i dispositivi di protezione che interrompono il circuito non devono essere usati sul lato secondario
del trasformatore;
– i conduttori sul lato secondario del trasformatore devono essere isolati per la tensione più elevata
di tutte le parti attive oppure devono essere installati in modo tale che il loro isolamento non possa
entrare in contatto con altre parti attive, per es. contatto con sbarre;
– devono essere forniti i morsetti per le misure temporanee.
Per ridurre l’influenza dell’impedenza dei conduttori sui risultati di misura, il trasformatore dovrebbe pre-
feribilmente avere una corrente nominale secondaria di almeno 1 A.
Le prescrizioni di cui sopra non si applicano ai trasformatori di corrente sommatori quando non si presen-
tano tensioni pericolose, per es. apparecchiatura per dispositivi di localizzazione dei guasti di isolamento
secondo la CEI EN 61557-9.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Tensione di alimentazione
Quando la perdita di tensione, cioè la fluttuazione di tensione, la sovratensione o la sottotensione, po-
trebbe rendere il circuito ausiliario non in grado di svolgere la sua funzione prevista, si devono fornire
mezzi per assicurare il funzionamento continuo del circuito ausiliario.
La capacità del cavo non deve compromettere il funzionamento corretto di un attuatore nel circuito au-
siliario. Le caratteristiche e la lunghezza del cavo devono essere prese in considerazione per la scelta
dell’apparecchiatura di manovra e di comando o per i circuiti elettronici.
a) predisposizione di cavi singoli se sono previste misure per impedire il contatto reciproco ed il con-
tatto con le masse, per es. con l’isolamento principale e quando non sono previsti cortocircuiti da
parte di influenze esterne. Ciò può essere ottenuto mediante per es.:
– l’installazione in sistemi di canali, o
– installazione in tubi;
b) predisposizione di:
– cavi unipolari, o
– cavi unipolari senza guaina metallica, o
– cavi flessibili con isolamento in gomma;
c) prescrizioni relative alla protezione contro i danneggiamenti meccanici e alla distanza di sicurezza
da materiale infiammabile per cavi senza guaina metallica;
d) predisposizione dei cavi senza guaina metallica con tensione nominale U0/U di almeno
0,6/1 kV (U0 = tensione tra conduttore di fase e terra, U = tensione tra conduttori di fase);
e) utilizzo di cavi ritardanti non propaganti la fiamma;
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
f) utilizzo di cavi che forniscono una protezione fisica mediante interramento, per es. installazione di cavi
nel suolo o nel cemento.
NOTA 1 La tenuta al cortocircuito esterno significa avere una predisposizione relativa alla protezione contro il cortocircuito di due
conduttori paralleli dell’insieme.
NOTA 2 Ciò può essere ottenuto con l’uso di cavi con schermo messo a terra. Nel caso di pizzicamento/tranciatura di un cavo, si
dovrebbe prendere in considerazione un possibile cortocircuito a terra attraverso gli schermi del cavo. Nei circuiti ausiliari messi a
terra, progettati per funzionare a circuito chiuso, un cortocircuito può condurre all’intervento del dispositivo di protezione contro i
cortocircuiti. Nei circuiti ausiliari non messi a terra, il cortocircuito è rilevato dall’IMD, vedi 557.3.4.3.
Per le uscite di segnali di limitazione di corrente o per la protezione a comando elettronico dell’uscita di
segnale, rispettivamente, la disconnessione automatica può essere omessa se non si prevede una situa-
zione pericolosa.
Dispositivo di protezione
contro le sovracorrenti Conduttore commutato
Conduttore comune
ECCEZIONE Gli elementi di commutazione dei relè di protezione, per es. relè contro le sovracorrenti,
possono essere installati tra il conduttore messo a terra o non messo a terra ed una bobina, purché:
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
b) è collegato al neutro messo a terra del circuito principale, si applicano le prescrizioni del Capitolo 43
della presente Norma.
I connettori devono essere fissati con un mezzo che impedisca la disconnessione involontaria.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Le prescrizioni supplementari per tipi specifici di impianti di illuminazione sono trattate nelle Sezioni
specifiche della Parte 7 della presente Norma.
– insegne a bassa tensione e ad alta tensione alimentate a bassa tensione (denominate tubi al neon);
NOTA 1 Le prescrizioni per le insegne ad alta tensione alimentate a bassa tensione (denominate tubi al neon) sono incluse
nella CEI EN 60598-2-14.
– impianti per insegne e tubi luminosi a scarica funzionanti ad una tensione nominale di uscita a vuoto
superiore a 1 kV ma non superiore a 10 kV (Norma CEI EN 50107);
– ghirlande luminose temporanee.
NOTA Le prescrizioni di sicurezza per apparecchi di illuminazione sono incluse nella serie di Norme CEI EN 60598.
Commento
559.1 Le catene luminose devono rispondere alla relativa norma di prodotto (CEI EN 60598-2-20) che
non specifica particolari prescrizioni riguardanti l’altezza di installazione dal suolo.
Una catena luminosa rispondente alla relativa norma di prodotto deve essere installata in modo che
non arrechi intralcio al passaggio e, se alimentata a tensione di rete, sia protetta meccanicamente,
quando a portata di mano è consigliabile sia protetta da un interruttore differenziale con corrente d’in-
tervento differenziale nominale di 30 mA. Tuttavia, trattandosi di un apparecchio utilizzatore il costrut-
tore può indicare le eventuali modalità di uso e protezione delle catene luminose.
Ai fini di questo articolo, si applicano i termini e le definizioni generali della Norma CEI 64-8/2, della serie
di Norme CEI EN 60598, della Norma CEI EN 60570 e le seguenti definizioni.
559.2.1
apparecchio di illuminazione
apparecchio che distribuisce, filtra o trasforma la luce emessa da una o più lampade e che comprende
tutti i componenti necessari al sostegno, al fissaggio e alla protezione delle lampade, ma non le lampade
stesse e, quando necessario, i circuiti ausiliari unitamente ai dispositivi per la loro connessione al circuito
di alimentazione
559.2.2
luoghi di esposizione per apparecchi di illuminazione
negozi o parti di negozi usati per la presentazione permanente degli apparecchi di illuminazione
NOTA Non sono considerati luoghi di esposizione:
− stand di fiere, nei quali gli apparecchi di illuminazione restano collegati per la durata della fiera;
− pannelli di esposizione temporanei con apparecchi di illuminazione collegati in modo permanente;
− pannelli di esposizione con apparecchi di illuminazione che possono essere collegati mediante sistema presa-spina.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
559.3 Vedi 512.1.5 per quanto riguarda la compatibilità tra lampada e dispositivi di comando.
NOTA 1 Per quanto riguarda la scelta corretta dei dispositivi di protezione e di comando, si dovrebbero fornire informazioni sulle
correnti armoniche e transitorie generate dalle lampade.
NOTA 2 Per una spiegazione dei simboli utilizzati negli apparecchi di illuminazione, nei dispositivi di comando degli apparecchi di
illuminazione e negli impianti degli apparecchi di illuminazione, vedi l’Allegato 559A.
Ai fini di questa Sezione, gli apparecchi di illuminazione senza trasformatore/convertitore, muniti di lam-
pade a bassissima tensione (ELV) collegate in serie, sono considerati come componenti elettrici a bassa
tensione e non componenti elettrici ELV. Questi apparecchi di illuminazione devono essere apparecchia-
ture di Classe I o di Classe II.
Nella scelta e nell’installazione degli apparecchi di illuminazione si deve tener conto dell’energia trasmes-
sa all’ambiente circostante prendendo in considerazione i seguenti paramenti:
Prescrizioni supplementari riguardanti la protezione contro gli effetti termici per gli apparecchi di illumina-
zione sono riportate in 422.3 and 422.4.
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Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Devono essere forniti mezzi idonei per il fissaggio dell’apparecchio di illuminazione ad un elemento sta-
bile della costruzione.
I mezzi di fissaggio possono essere accessori meccanici (per es. ganci o viti), scatole o involucri in grado
di sostenere gli apparecchi di illuminazione (Norma CEI EN 60670-21) o di sostenere i dispositivi per la
connessione di un apparecchio di illuminazione.
I mezzi di fissaggio devono essere in grado di sostenere una massa inferiore a 5 kg. Quando la massa
dell’apparecchio di illuminazione è superiore a 5 kg, l’installatore deve assicurarsi che il mezzo di fissag-
gio sia in grado di sostenere la massa dell’apparecchio di illuminazione.
L’installazione dei mezzi di fissaggio deve essere conforme alle istruzioni del costruttore.
La massa degli apparecchi di illuminazione, delle scatole, dei loro mezzi di fissaggio e degli eventuali
accessori deve essere compatibile con la tenuta meccanica della struttura di sostegno.
NOTA 1 In queste condizioni, un soffitto o un soffitto sospeso possono essere considerati come un elemento stabile della costru-
zione e di conseguenza gli apparecchi di illuminazione possono essere fissati ed essi.
Qualsiasi cavo tra i mezzi di fissaggio e l’apparecchio di illuminazione deve essere installato in modo che
qualunque sollecitazione prevista nei conduttori, nei morsetti e nelle terminazioni non comprometta la
sicurezza dell’impianto.
NOTA 2 Vedi anche 522.8 della presente Norma.
L’installazione di cavi passanti tirati in un apparecchio di illuminazione è permessa solo per gli apparecchi
progettati per tali scopi.
Quando sono richiesti dispositivi di connessione ma non sono forniti con l’apparecchio di illuminazione
progettato per il cablaggio passante, i dispositivi di connessione devono essere:
– morsetti usati per la connessione all’alimentazione secondo la Norma CEI EN 60998, o
– connettori per cavi passanti secondo la Norma CEI EN 61535, o
– altri dispositivi di connessione idonei.
I cavi passanti devono essere scelti in base alle informazioni relative alla temperatura, se disponibili, po-
ste sull’apparecchio di illuminazione o contenute nel foglio di istruzioni del costruttore:
– per gli apparecchi di illuminazione conformi alla Norma CEI EN 60598 ma con marcatura della tem-
peratura, si devono utilizzare i cavi adatti per la temperatura marcata;
– per gli apparecchi di illuminazione conformi alla Norma CEI EN 60598 ma senza marcatura della
temperatura, non sono richiesti cavi resistenti al calore se non specificato nelle istruzioni del co-
struttore;
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
– in assenza di informazioni, si devono utilizzare cavi resistenti al fuoco e/o conduttori isolati conformi
alla Norma IEC 60245-3 oppure cavi di tipo equivalente.
NOTA La marcatura della temperatura sull’apparecchio di illuminazione indica la temperatura massima secondo la
Tabella 12.2 della Norma CEI EN 60598-1:2008 ed è marcata con il segno grafico (vedi Allegato 559A).
– morsetti usati per la connessione all’alimentazione conformi alla Norma CEI EN 60998; o
– una spina di un apparecchio di illuminazione (DCL) conforme alla serie di Norme CEI EN 61995; o
– connettori usati per la connessione alla serie di Norme CEI EN 61995; o
– altri dispositivi di connessione idonei.
NOTA Per l’installazione dei cavi di alimentazione, vedi anche 522.2.
I gruppi di apparecchi di illuminazione suddivisi fra i tre conduttori di fase di un circuito trifase con solo un
conduttore di neutro in comune devono essere muniti almeno di un dispositivo per l’interruzione simulta-
nea di tutti i conduttori di fase.
NOTA Vedi anche la Sezione 537.
559.5.6 Protezione contro gli effetti del calore e della radiazione UV all’interno dell’apparecchio
di illuminazione
I cavi esterni e le anime dei cavi collegati all’interno di un apparecchio di illuminazione o che lo attraver-
sano devono essere scelti ed installati in modo da non essere danneggiati o deteriorati dal calore e dalla
radiazione UV generati dall’apparecchio di illuminazione o dalle sue lampade
(per es. schermatura).
Solo gli alimentatori indipendenti realizzati secondo la relativa norma, devono essere usati all’esterno
degli apparecchi di illuminazione.
NOTA Il simbolo generalmente riconosciuto è: alimentatore indipendente secondo la IEC 60417-5138 (2011-01).
– uno o più alimentatori/trasformatori di “classe P” protetti termicamente, marcati con il segno grafico
;o
I condensatori di rifasamento aventi una capacità totale superiore a 0,5 μF devono essere usati solo
congiuntamente a resistori di scarica conformi alle prescrizioni della Norma CEI EN 61048.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
559.8 Protezione contro i contatti diretti ed indiretti nei luoghi con esposizione di apparecchi di
illuminazione
La protezione deve essere fornita da:
Nel caso di illuminazione di luoghi in cui sono in funzione macchine con parti in movimento, si devono
prendere in considerazione gli effetti stroboscopici che possono dare l’errata impressione che le parti in
movimento siano stazionarie. Tali effetti possono essere evitati scegliendo dispositivi di comando degli
apparecchi di illuminazione appropriati (per es. unità di alimentazione di lampada elettronica ad alta
frequenza).
Le prescrizioni riportate nella Tabella A.1 della Norma CEI EN 60598-2-13:2006 devono essere soddi-
sfatte per la scelta e l’installazione degli apparecchi di illuminazione da incasso a terra.
179
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato 559 A
(informativo)
(continua)
(continua)
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto
NORMA ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche
NORMATECNICA
TECNICA CEIsostanziali
CEI 64-8/5:2023-XX
64-8;V3:2017-03
(fine)
(fine)
181
41
181
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato 559 B
(informativo)
Materiale facilmente infiammabile Materiale che ha un comportamento peggiore dei materiali normalmente infiammabili,
come il legno di spessore inferiore a 2 mm
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
I sistemi di riserva non rientrano nel campo di applicazione del presente documento, il quale non si
applica anche agli impianti installati in aree pericolose (BE3), le cui prescrizioni sono oggetto della CEI
EN 60079-14.
560.4 Classificazione
560.4.1 Un sistema di alimentazione per i servizi di sicurezza può essere:
– non automatico quando la sua messa in servizio richiede l’intervento di un operatore, oppure
– automatico quando la sua messa in servizio non richiede l’intervento di un operatore.
L’alimentazione automatica è classificata in base al tempo entro cui diviene disponibile:
– classe A: di continuità, assicura la continuità dell’alimentazione, entro condizioni specifica-
te durante il periodo di transizione, per esempio per quanto riguarda le variazioni di tensione e di
frequenza;
– classe B : ad interruzione brevissima, alimentazione disponibile entro 0,15 s;
– classe C : ad interruzione breve, alimentazione disponibile entro 0,5 s;
– classe D: ad interruzione “media”: alimentazione disponibile entro 5 s;
– classe E :ad interruzione media: alimentazione disponibile entro 15 s;
– classe F :ad interruzione lunga, alimentazione disponibile in un tempo superiore a 15 s.
560.4.2 Per mantenere il funzionamento specificato, le apparecchiature essenziali per i servizi di sicu-
rezza devono rientrare una delle classi specificate in 560.4.1.
560.5 Generalità
560.5.1 I servizi di sicurezza devono funzionare per tutto il tempo necessario, anche in caso di un
guasto dell’alimentazione principale o locale, ed in condizioni di incendio. Per soddisfare questi requi-
siti, sono necessari sorgenti, apparecchiature, circuiti e cablaggi specifici. Alcune applicazioni possono
anche richiedere prescrizioni particolari, come indicato in 560.5.2 ed in 560.5.3.
Commento
560.5.1 La necessità di dotare un sistema di sicurezza di una o più alimentazioni conformi alle pre-
scrizioni del Capitolo 56 è stabilita dalle norme di settore disciplinanti il sistema/impianto/ attrezzatura
da alimentare e/o dal progettista sulla base della valutazione del rischio e/o sulla base delle
prescrizioni dell’autorità preposte. Pertanto, le prescrizioni del Capitolo 56 si applicano a tutti i circuiti
di alimentazione di sicurezza richiesti dall’impianto.
560.5.2 I servizi di sicurezza che devono funzionare in condizioni di incendio, devono rispettare le se-
guenti condizioni aggiuntive:
– devono essere previste una o più sorgenti di energia elettrica per i servizi di sicurezza per mantenere
l’alimentazione per un periodo adeguato con una protezione antincendio che assicuri il loro ordinario
funzionamento in presenza di un incendio per una durata adeguata.
NOTA Le sorgenti elettriche per i servizi di sicurezza, normalmente, integrano le normali sorgenti di alimentazione, per esempio la
rete di alimentazione pubblica.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
560.5.2 Qualora Il punto di consegna del distributore e i circuiti preferenziali (560.3.14) siano realiz-
zati in modo da assicurare la continuità dell’alimentazione in caso di incendio, possono essere utiliz-
zati, rispettivamente, come sorgente di energia elettrica per i servizi di sicurezza (560.3.2) e circuiti
elettrici per i servizi di sicurezza (560.3.3)
560.5.3 Quando è richiesto di non utilizzare l’interruzione al primo guasto a terra è preferibile installare un
sistema IT. Nei sistemi IT per servizi di sicurezza, devono essere previsti dispositivi di monitoraggio dell’i-
solamento che, in caso di primo guasto, forniscano un’indicazione acustica e visiva.
NOTA Per i sistemi IT dopo un primo guasto si veda 411.6.4 del Capitolo 41 della Norma CEI 64-8/4.
560.5.4 Un guasto nel sistema di controllo (sistemi bus o altra tecnologia di controllo) di un impianto non
di sicurezza, non deve influire negativamente sul corretto funzionamento dei servizi di sicurezza. Questa
prescrizione si applica anche ai sistemi di controllo dei diversi servizi di sicurezza.
Commento
560.6.1 Vedasi Norma CEI 0-21
560.6.2 La sorgente elettrica per i servizi di sicurezza deve essere installata a posa fissa e in modo tale
che non possa essere influenzata negativamente da guasti dell’alimentazione ordinaria.
560.6.3 La sorgente di alimentazione dei servizi di sicurezza deve essere installata in un luogo appropria-
to ed essere accessibile solo a personale addestrato o preparato (BA5 o BA4). Le sorgenti di alimentazione
dei servizi di sicurezza dovrebbero essere tenute separate dalle altre sorgenti.
I servizi di sicurezza e le loro sorgenti di alimentazione devono essere progettati e installati in modo da
ridurre al minimo il rischio di incendio, allagamento, basse temperature, atti di vandalismo e altre condizioni
avverse che possono influire sulla disponibilità dell’alimentazione elettrica.
NOTA Si veda l’Allegato G, informativo.
560.6.4 Il locale di installazione della sorgente elettrica per i servizi di sicurezza deve essere correttamente
ed adeguatamente ventilato qualora i gas di scarico, il fumo o le emanazioni generate dalla sorgente di
alimentazione di sicurezza possano propagarsi in luoghi occupati da persone.
560.6.5 Non sono ammesse alimentazioni separate da una rete di distribuzione indipendente dalla rete
ordinaria di alimentazione, a meno che non si possa assicurare come improbabile che le due alimentazioni
possano mancare contemporaneamente.
560.6.6 La sorgente dei servizi di sicurezza deve avere una potenza sufficiente ad alimentare i corrispon-
denti servizi di sicurezza.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
560.6.7 Una sorgente dei servizi di sicurezza può, inoltre, essere utilizzata per scopi diversi dai servizi di
sicurezza, a condizione che questo non influisca sulla disponibilità dei servizi di sicurezza. Un guasto in
un circuito utilizzato per scopi diversi della sicurezza non deve provocare un’interruzione di nessun circuito
dei servizi di sicurezza.
560.6.8 Per le sorgenti di sicurezza non in grado di funzionare in parallelo sono previste prescrizioni par-
ticolari.
Per evitare il parallelismo delle sorgenti devono essere adottate precauzioni adeguate.
La protezione contro i cortocircuiti e contro i contatti indiretti in caso di guasto deve essere assicurata per
ciascuna sorgente.
560.6.9 Per i servizi di sicurezza con sorgenti in grado di funzionare in parallelo sono previste prescrizioni
speciali.
Il funzionamento in parallelo delle sorgenti indipendenti può richiedere dispositivi speciali, per esempio per
prevenire l’inversione di potenza.
NOTA Il funzionamento in parallelo delle sorgenti indipendenti insieme all’alimentazione pubblica può richiedere l’autorizzazione del
fornitore.
La protezione contro i cortocircuiti e contro i contatti indiretti deve essere assicurata sia quando l’impianto
è alimentato separatamente da una qualunque delle due sorgenti sia quando è alimentato da entrambe le
sorgenti in parallelo.
Si devono adottare precauzioni per limitare la circolazione della corrente nei collegamenti tra i punti neutri
delle sorgenti, in particolare per quanto riguarda l’effetto della terza armonica.
560.6.10 I sistemi di alimentazione centralizzati devono essere conformi alla Norma CEI EN 50171. 560.6.11
Quando viene utilizzato un UPS, questo deve essere:
a) coordinato con tutti i dispositivi di protezione posti a valle
b) in grado di avviare i servizi di sicurezza quando funziona nelle condizioni di emergenza; c) conforme
alle prescrizioni di 560.6.10
d) conforme a CEI EN IEC 62040-1, CEI EN IEC 62040-2 or CEI EN IEC 62040-3, come applicabili
e) avviabile indipendentemente dalla presenza o meno dell’alimentazione a monte.
560.6.12 Se un gruppo generatore viene utilizzato come sorgente elettrica per i servizi di sicurezza, deve
essere conforme alla ISO 8528-12.
560.6.13 Le condizioni della sorgente di alimentazione dei servizi di sicurezza (“di riserva”, “anomalia”,
“alimentazione”) devono essere monitorate.
560.7.1 I circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza devono essere indipendenti dagli altri circuiti.
Un guasto elettrico o un intervento, una modifica su un circuito non deve compromettere il corretto funzio-
namento di un altro circuito. Questo può richiedere la separazione con materiali resistenti al fuoco o circuiti
con percorsi diversi.
560.7.2 I circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza non devono attraversare luoghi con rischio di in-
cendio, a causa della natura degli inneschi e dei materiali trattati o immagazzinati, a meno che non siano
resistenti al fuoco per costruzione o per installazione. I circuiti non devono, in nessun caso, attraversare
luoghi con rischio di esplosione (BE3). Quando possibile, il passaggio di eventuali circuiti attraverso luoghi
con rischio di incendio dovrebbero essere evitati.
185
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
560.7.3 Conformemente a quanto indicato in 4.33.3.3 del Capitolo 43 della Norma CEI 64-8/4, la prote-
zione contro i sovraccarichi può essere omessa quando la mancanza dell’alimentazione può causare
un rischio maggiore. Se la protezione contro il sovraccarico è stata omessa, è necessario monitorare il
verificarsi di sovraccarichi.
560.7.4 I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere scelti ed installati in modo da
evitare che una sovracorrente in un circuito comprometta il corretto funzionamento dei circuiti dei servizi
di sicurezza.
560.7.6 Nelle apparecchiature alimentate da due differenti circuiti, il guasto in un circuito non deve influire
sulla protezione contro lo shock elettrico (23.4) né sul corretto funzionamento dell’altro. Se necessario,
queste apparecchiature devono essere collegate ai conduttori di protezione di entrambi circuiti.
560.7.7 I circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza non devono attraversare i vani di corsa degli
ascensori o altri alloggiamenti simili
560.7.8 Oltre allo schema generale dell’intero impianto, devono essere riportati tutti i dettagli relativi alle
sorgenti di alimentazione dei servizi di sicurezza. Queste informazioni devono essere conservate in pros-
simità del quadro distribuzione. È sufficiente lo schema unifilare dell’impianto.
560.7.9 Devono essere forniti gli schemi degli impianti elettrici di sicurezza che mostrino l’esatta posizio-
ne di:
– tutte le apparecchiature elettriche e dei quadri di distribuzione, riportando le designazioni delle appa-
recchiature;
– le apparecchiature di sicurezza con le designazioni dei circuiti finali ed i particolari e gli scopi di tale
apparecchiature;
– le apparecchiature speciali di manovra e monitoraggio dell’alimentazione di sicurezza (gli interruttori di
zona, le apparecchiature di segnalazione visiva ed acustica).
560.7.10 Deve essere fornito un elenco di tutte le apparecchiature collegate in modo permanente all’ali-
mentazione di sicurezza, indicando la loro potenza, le correnti nominali nonché le correnti ed i tempi di
avviamento.
NOTA Queste informazioni sono spesso incluse negli schemi dei circuiti.
560.7.12 Per gli impianti di sicurezza che devono funzionare in caso di incendio, le protezioni dei circuiti
devono essere scelte in modo da mantenere l’affidabilità dell’alimentazione anche in caso di incendio. Si
veda anche quanto in 560.6.8.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento
560.7.12 Le protezioni contro i cortocircuiti e lo shock elettrico devono intendersi obbligatorie.
Ai fini dell’omissione della protezione dai sovraccarichi, la corrente nominale (o di regolazione) dell’e-
ventuale dispositivo di protezione contro i sovraccarichi può essere scelta in accordo con la seguente
condizione:
IB ≤ IZ < In
Laddove dovesse risultare necessaria, secondo valutazione dei rischi, la protezione dai sovracca-
richi, è raccomandata l’installazione di un dispositivo di segnalazione di intervento rinviata ad un
luogo presidiato
Per prevenire il rischio di incendio in caso di guasto a terra dei circuiti si raccomandano modalità di
posa in opera a basso rischio di guasto a terra. A tal fine si faccia riferimento all’art. 751.04.2.7
560.7.13 I circuiti per i servizi di sicurezza non devono essere protetti da RCD o da AFDD.
NOTA A temperature elevate in condizioni di incendio, le correnti di dispersione che possono verificarsi tra i conduttori possono
portare ad un’attivazione involontaria ed una perdita dei servizi di sicurezza.
Commento
560.7.13 nel caso dei sistemi di distribuzione TT, laddove non fosse possibile applicare altri sistemi di
protezione di cui alla sezione 413, la protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata me-
diante interruzione automatica del circuito adottando opportune soluzioni per limitare la probabilità di
interventi intempestivi.
Gli interruttori differenziali, al fine di evitare interventi intempestivi, dovrebbero avere corrente di inter-
vento non inferiore a 300 mA, possibilmente di tipo S o ritardato.
Si raccomanda l’installazione di un dispositivo di allarme per intervento della protezione contro i con-
tatti indiretti
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento 1
560.8.1 Ai fini della continuità dell’alimentazione elettrica dei servizi di sicurezza che devono funzio-
nare in caso di incendio, i cavi non protetti dal fuoco per modalità di installazione devono soddisfare
le seguenti prestazioni di resistenza al fuoco:
– P, per i cavi resistenti al fuoco di diametro > 20 mm armonizzati secondo il Regolamento (UE)
305/2011 o per le canalizzazioni all’interno delle quali è possibile inserire cavi non resistenti al
fuoco
– PH, per i cavi resistenti al fuoco di diametro ≤ 20 mm armonizzati secondo il Regolamento (UE)
305/2011
– F, per i cavi resistenti al fuoco di diametro > 20 mm non armonizzati secondo il Regolamento
(UE) 305/2011
Allo stato dell’arte si segnalano le seguenti norme relative ai cavi:
– CEI 20-45 - Cavi per energia isolati in gomma elastomerica ad alto modulo di qualità G18, sotto
guaina termoplastica o elastomerica, con particolari caratteristiche di reazione al fuoco
rispondenti al Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR) – Cavi con caratteristiche aggiuntive
di resistenza al fuoco. Tensione nominale U0/U: 0,6/1 kV.
Esempi di cavi:
I sistemi di condutture ed il loro fissaggio devono essere montati e installati in modo tale che l’integrità
del circuito non venga compromessa in caso di incendio.
Negli impianti con un notevole sviluppo verticale dei cavi, il sistema di cablaggio deve prevedere una
protezione antincendio per i punti di fissaggio, tale da garantire che, in condizioni di incendio, tali fissaggi
non permettano ai cavi di collassare prematuramente.
NOTA 1 Esempi di sistemi che offrono la necessaria protezione meccanica e contro l’incendio potrebbero essere rappresentati da
vani che assicurano tale protezione.
NOTA 2 Possono essere in vigore Norme nazionali.
Commento 2
560.8.1 I vani devono rispondere alle prestazioni di resistenza al fuoco di cui alla norma UNI EN
1366-11
560.8.2 Il cablaggio per i sistemi di controllo dei servizi di sicurezza devono rispettare le stesse prescri-
zioni per le condutture utilizzate per i servizi di sicurezza. Questa prescrizione non si applica ai circuiti
che non possono compromettere il funzionamento dell’apparecchiatura di sicurezza.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Questa prescrizione comprende anche i sistemi di controllo degli apparecchi di illuminazione autonomi,
come pure per i sistemi di controllo.
560.8.3 I circuiti per i servizi di sicurezza che possono essere alimentati con corrente continua devono
essere dotati di dispositivi bipolari di protezione contro le sovracorrenti.
560.8.4 La maggiore resistenza dei conduttori dovuta all’elevata temperatura, quando questi sono espo-
sti al fuoco, deve essere tenuta in considerazione nel dimensionamento della loro sezione.
NOTA Le informazioni relative ai cavi con conduttori in rame sono riportate nell’Allegato F.
560.8.5 I circuiti dei servizi di sicurezza devono essere separati dagli altri circuiti tranne nel caso in cui
siano realizzati con cavi resistente al fuoco e dotati di armatura metallica, o installati in modo tale che i
servizi di sicurezza non vengano compromessi da eventuali guasti che si verificano nei servizi non di si-
curezza. Un esempio di cavi installati per i servizi di sicurezza è mostrato in uno schema dell’Allegato E.
NOTA Per i cavi delle batterie possono essere richiesti requisiti particolari.
560.8.6 Durante gli scavi devono essere adottate precauzioni per evitare danni ai circuiti elettrici per i
servizi di sicurezza interrati.
560.8.7 I dispositivi di comando e di controllo utilizzati sia per le sorgenti di alimentazione in corrente sia
alternata che continua devono essere idonei al funzionamento con entrambe le correnti.
560.9.2 i circuiti di un sistema di alimentazione centralizzato devono assicurare, in caso di incendio, l’a-
limentazione degli apparecchi di illuminazione di emergenza, per un periodo di tempo adeguato. Questa
prescrizione deve essere soddisfatta per mezzo di sistemi di cablaggio conformi a 560.8.1 e 560.8.2.
All’interno dei compartimenti antincendio, in cui sono installati gli apparecchi d’illuminazione di emergen-
za, il sistema di condutture di questi apparecchi non è soggetto a prescrizioni contro l’incendio.
Gli apparecchi lungo la via di fuga devono essere alimentati alternativamente con almeno due circuiti se-
parati, in modo da mantenere un livello adeguato di illuminamento, nel caso di guasto di uno dei circuiti.
560.9.3 Ciascun circuito finale deve alimentare non più di 20 apparecchi di illuminazione di emergenza,
per un carico totale non superiore al 60 % della corrente nominale del dispositivo di protezione contro le
sovracorrenti.
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Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
560.9.5 Il funzionamento dell’illuminazione di emergenza può essere previsto sia per il modo permanente
(sempre accesa) che non permanente (solo in emergenza). Questi modi possono anche essere combinati
tra loro.
560.9.6 Nel modo non permanente, l’alimentazione dell’illuminazione ordinaria deve essere mo-nitorata.
Commento
560.9.6 il monitoraggio ha lo scopo di comandare l’accensione dell’impianto nel locale dove si è verifi-
cato il guasto dell’alimentazione dell’illuminazione ordinaria
560.9.7 Se il modo permanente e quello non permanente vengono utilizzati in combinazione tra loro,
ciascun dispositivo di commutazione deve essere dotato di un proprio sistema monitoraggio e deve poter
essere commutato separatamente.
Il modo di funzionamento permanente degli apparecchi di emergenza può essere spento simultaneamente
all’illuminazione normale nei luoghi in cui:
560.9.10 La commutazione dal modo ordinario a quello di emergenza deve avvenire automati-amente
quando la tensione scende al di sotto di un valore pari a 0,6 volte la tensione nominale di alimentazione
per almeno 0,5 s. Il modo normale deve essere ripristinato quando la tensione di alimentazione è superiore
a 0,85 volte il suo valore nominale.
NOTA 1 La durata effettiva della commutazione può dipendere da regolamenti nazionali.
NOTA 2 Il modo di commutazione dipende dal tipo di apparecchiatura utilizzata.
560.9.11 Quando l’alimentazione normale viene ripristinata, l’illuminazione di emergenza nel modo non
permanente deve spegnersi automaticamente, tenendo conto del tempo di riaccensione delle lampade
dell’impianto di illuminazione normale.
Si deve considerare che nei locali dove l’illuminazione ordinaria è tenuta intenzionalmente spenta prima
della perdita dell’alimentazione, l’illuminazione di emergenza, al ripristino dell’alimentazione ordinaria, in
questi casi non si deve spegnere automaticamente.
Commento
560.9.11 lo spegnimento automatico deve essere evitato nei casi in cui, come la zona aperta al pubbli-
co dei locali di pubblico spettacolo, gli ambienti vengono eserciti normalmente con un basso livello di
illuminazione o al buio
190
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
560.9.12 Nei sistemi di illuminazione di emergenza il tipo di lampada deve essere compatibile con la durata
della commutazione, questo allo scopo di mantenere il livello di illuminazione specificato.
560.9.13 Gli interruttori di protezione e i dispositivi di comando per l’illuminazione di emergenza devono
essere posti in un punto designato ed essere predisposti ed installati in modo tale che non possono essere
azionati da persone non autorizzate.
560.9.15 Gli apparecchi di illuminazione di emergenza e le apparecchiature dei circuiti associati devono
essere identificati, per esempio, da una etichetta rossa con un diametro almeno di 30 mm.
560.9.16 Quando l’edificio non è occupato, può essere previsto un dispositivo di interruzione per prevenire
la scarica delle batterie della sorgente di alimentazione centralizzata o degli apparecchi autonomi.
560.9.17 Ciascun singolo circuito monofase deve essere dotato di un proprio conduttore di neutro. Non è
ammesso l’uso di un neutro comune a più circuiti.
560.10.2 Gli eventuali circuiti preferenziali devono essere collegati ad un dispositivo generale di linea de-
dicato.
560.10.4 Ad eccezione dei casi in cui si applichino i regolamenti nazionali, le prescrizioni minime per i si-
stemi di protezione antincendio dovrebbero essere conformi all’Allegato B. Si veda la Tabella B.1.
191
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato A
(informativo)
I valori indicati nella ISO 30061:2007 dovrebbero essere tenuti in considerazione, ma nella Tabella A.1
sono riportati ulteriori dettagli utili all’individuazione dei sistemi adeguati per l’illuminazione di emergenza.
L’Allegato A serve da guide informativa in quei Paesi che non prevedono regole specifiche o proprie linee
guida.
Tabella A.1 – Guida all’illuminazione di emergenza
Prescrizioni
1 2
Apparecchi di illumina- 3 4 5 6 7 8
zione per le vie di fuga
Unità motogeneratore
Sistema di alimentazione
Sistema di alimentazione
Unità motogeneratore
in modo permanente
circuito di controllo a
Durata prolungata o
senza interruzione
Esempi di applicazioni
Unità di batterie
centralizzata
(< 0,5 s)
distanza
autonome
(< 15 s)
doppio
(0 s)
Sale riunioni **
Sale di esposizione **
Teatri, cinema **
Arene sportive, stadi **
Aree di vendita **
Ristoranti **
Ospedali, centri di trattamento **
Hotel, piccoli alberghi * **
Case di cura residenziali * **
Grattacieli * **
Scuole **
Parcheggio per autovetture al
chiuso
Via di fuga nei luoghi di lavoro –
Aree con attività ad alto rischio –
Palcoscenici **
Legenda Indica i sistemi idonei. * Negli ambienti (piccoli alberghi, hotel, case di cura residenziali e grattacieli) utilizzati tutto il
giorno, la durata
nominale di funzionamento normale dell’illuminazione di emergenza dovrebbe essere di 8 h o essere commutabile per mez-
zo di pulsanti illuminati con durata fissa da parte degli occupanti. In questo caso, i pulsanti ed i loro temporizzatori dovrebbe-
ro anch’essi funzionare nel modo emergenza.
** Indica applicazioni che, per assicurare una protezione superiore a 60 min, richiedono una durata prolungata o
un circuito di tipo controllato a distanza.
192
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato B
(informativo)
L’Allegato B ha un ruolo di guida informativa in quei Paesi che non prevedono regole specifiche o pro-
prie linee guida.
1 Prescrizioni
9
Monitoraggio e commutazione nel caso di guasto
Motogeneratore con durata di interruzione breve
senza interruzione (0 s)
alimentazione doppio
Batteria autonoma
Tempo di risposta
Motogeneratore
Esempi di apparecchiature di
dalla sorgente
centralizzato
Sistema di
sicurezza
(< 0,5 s)
193
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato C
(Vuoto)
194
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato D
(informativo)
Dispositivo antincendio
Nella Figura D.1 è mostrato uno schema che illustra l’installazione di un interruttore antincendio utilizza-
to per interrompere tutti i circuiti, ad eccezione di quelli che alimentano le apparecchiature il cui funzio-
namento durante l’incendio è necessario.
Sistemi di sicurezza
(DGL1)
Quadro di distribuzione
interruttore principale
G Generatore
(facoltativo)
195
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato E
(informativo)
I servizi di sicurezza dovrebbero essere separati dagli altri servizi ed essere installati in modo tale da non
risentire di eventuali guasti che si verifichino dei servizi non di sicurezza, ed essere in grado di contenere
gli effetti di un incendio. Un esempio di cavi installati per i servizi di sicurezza è mostrato nella Figura E.1.
Servizi di sicurezza
Ordine raccomandato
di disposizione dei Cablaggio dell’alimentazione principale
compartimenti
Misura/strumentazione
Tecnologia dell’informazione
196
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato F
(informativo)
Condutture
La curva tempo-temperatura normalizzata definisce l’aumento nel tempo della temperatura dell’ambiente
della prova in condizioni di incendio, ed è definita nella ISO 834-1 come:
dove:
Commento
F.1 i cavi resistenti al fuoco CEI 20-45:2019 non sono provati secondo curva ISO 834-1; non tutte le
canalizzazioni prodotte in conformità alle norme armonizzate BT prevedono tale prova
Dovrebbe essere definita una durata adeguata per i servizi di sicurezza in condizioni di incendio.
NOTA Per definire la durata si può applicare la legislazione locale, oppure può essere utilizzata l’analisi dei rischi fatta dal proget-
tista.
Per i conduttori di rame, la variazione del valore della resistenza al variare della temperatura ambiente
può essere determinata dalla Formula (F.2):
o
R0 =R20• k• ( ,
) 116 (F.2)
293
dove:
197
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Commento 1
F.3 ad esempio, se il circuito attraversa 3 compartimenti di lunghezza pari a 15, 30 e 45 metri, si ipo-
tizza che l’incendio, e la conseguente l’esposizione termica, si verifichi nel compartimento da 45m.
Dopo aver calcolato la resistenza prevista in presenza di un incendio, i criteri per definire la caduta di ten-
sione ritenuta accettabile, indicati nella IEC 60364-5-52, e il sezionamento automatico durante un guasto
tra fase e terra, come definito nella IEC 60364-4-41, devono essere verificati in condizioni di temperatura
elevata.
dove:
UnG è la tensione nominale del generatore, (kV);
SnG è la potenza apparente nominale del generatore, (MVA);
n è un moltiplicatore della corrente nominale del generatore durante un cortocircuito sui suoi mor-
setti, ottenuti sulla base delle istruzioni di manutenzione e di funzionamento fornite dal produtto-
re del gruppo generatore, (-).
NOTA Per i conduttori con una sezione ≤ 25 mm2, il valore della reattanza necessario per calcolare impedenza di cortocircuito tra
fase e terra può essere ignorato.
Commento 2
F.3 si suggerisce in ogni caso di porre Kx=1 in quanto può essere difficile individuare in fase di
progetto il valore di lx che in fase di cantierizzazione dell’impianto potrebbe essere significativamente
diverso.
198
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
F.4 Protezione contro lo shock elettrico per mezzo della riduzione della
tensione di contatto
Se le condizioni per l’interruzione automatica indicate nell’articolo F.3, non possono essere soddisfat-
te, in quanto la corrente di guasto è troppo bassa per far intervenire il dispositivo di protezione, deve
essere applicata la protezione contro lo shock elettrico riducendo la tensione di contatto che può essere
presente sulle parti conduttrici accessibili dell’apparecchiatura protetta. Può essere utilizzato il limite
convenzionale per la tensione di contatto ridotta
UL ≤ 25 V.
In questo caso, il valore di resistenza richiesto per il calcolo del valore della tensione di contatto dovreb-
be essere ottenuto applicando il metodo descritto negli articoli da F.1 a F.3.
L’aumento della resistenza dei conduttori può essere trascurato, se i conduttori o i cavi sono posati in
canalizzazioni all’interno delle quali, durante il tempo di funzionamento in condizioni incendio, la tempe-
ratura non supera i 70 °C.
Commento
F.5 allo scopo possono essere utilizzate canalizzazioni che garantiscono la “capacità di funziona-
mento di un cavo percorso da corrente o da segnale ottico in condizioni di incendio normalizzate”
(prestazione “P”) provate secondo la norma UNI EN 1366-1.
La temperatura prevista all’interno del condotto dei cavi non dovrebbe superare la temperatura ammessa
in modo continuativo per il cavo o il conduttore.
I conduttori disposti sotto uno strato di gesso non sono considerati protetti dagli effetti delle temperature
elevate. Il calore generato durante l’incendio penetra attraverso lo spazio che separa gli elementi e causa
un aumento della resistenza dei conduttori.
Il circuito di alimentazione del quadro dei servizi di sicurezza dovrebbe essere realizzato utilizzando un
cavo resistente al fuoco almeno 90 min, resistente o protetto dall’acqua e collegato a monte dell’interrut-
tore antincendio. .
199
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Allegato G
(vuoto)
200
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La presente Sezione specifica le prescrizioni per la scelta e l’installazione dei dispositivi elettrici per la pro-
tezione, il sezionamento, la manovra ed il comando (qui di seguito chiamati dispositivi elettrici e assiemi)
in relazione al coordinamento.
Il presente Capitolo copre anche il coordinamento in caso di una condizione di guasto (per es. cortocir-
cuito, sovraccarico, correnti differenziali) e prende in considerazione anche gli aspetti della Sezione 435
relativi al coordinamento dei dispositivi elettrici come segue:
Il presente Capitolo non fornisce le prescrizioni per la scelta di un solo dispositivo elettrico,ma fornisce le
prescrizioni per la scelta dei dispositivi elettrici per assicurare il coordinamento elettrico tra di loro.
570.2 Omesso
570.3.2
sicurezza dell’impianto elettrico
sicurezza delle persone, degli animali e della proprietà contro i pericoli ed i danneggiamenti che posso-
no presentarsi durante un uso ragionevole degli impianti elettrici e che è oggetto di misure di:
201
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
570.3.3
continuità di servizio
qualità di un impianto espressa dal fatto che il funzionamento di un sistema elettrico si avvicini allo stato
ideale di assenza di interruzione, oppure dal fatto che il funzionamento del sistema elettrico riduca l’inter-
ruzione di alimentazione grazie al coordinamento dei dispositivi elettrici
570.3.4
protezione di back-up
coordinamento contro le sovracorrenti, in condizioni di cortocircuito, di un OCPD in serie con un altro
dispositivo elettrico nel quale l’OCPD, generalmente ma non necessariamente sul lato alimentazione,
effettua la protezione contro le sovracorrenti e d impedisce qualsiasi sollecitazione eccessiva sul dispo-
sitivo elettrico
NOTA 1 La protezione di back-up non copre la protezione combinata contro i cortocircuiti.
570.3.5
protezione combinata contro i cortocircuiti
coordinamento contro le sovracorrenti, in condizioni di cortocircuito, di due OCPD in serie, che dà luogo
ad una capacità combinata di corrente di cortocircuito superiore a quella del solo OCPD
Commento
570.3.5 In alcune pubblicazioni tecniche la protezione combinata contro i cortocircuiti è chiamata
protezione di sostegno oppure protezione di back-up, oppure filiazione ma con un significato diverso
da quello utilizzato in questa Norma.
570.3.6
capacità di cortocircuito combinata
corrente di cortocircuito massima che può essere gestita da due dispositivi di protezione contro i corto-
circuiti in serie
570.3.7 selet-
tività
coordinamento delle caratteristiche di funzionamento di due o più dispositivi di protezione tale che, in
presenza di sovracorrenti o correnti differenziali entro i limiti specificati, il dispositivo destinato ad opera-
re entro questi limiti interviene, mentre il o gli altri non intervengono
NOTA Si distingue la selettività di serie realizzata con dispositivi di protezione contro le sovracorrenti diversi sottoposti sostan-
zialmente alla stessa sovracorrente e la selettività di rete realizzata con dispositivi di protezione sottoposti a proporzioni diverse di
sovracorrente.
570.3.8
selettività totale
selettività nella quale solo l’OCPD sul lato di carico funzionerà fino alla massima corrente di cortocircui-
to presunta al suo punto di installazione
570.3.9
selettività parziale
selettività nella quale solo l’OCPD sul lato carico funzionerà fino alla corrente di guasto (corrente limite
di selettività) inferiore alla massima corrente di cortocircuito presunta al suo punto di installazione
570.3.10
dispositivo di protezione contro le sovracorrenti (OCPD)
dispositivo fornito per interrompere un circuito elettrico nel caso in cui la corrente del conduttore nel
circuito elettrico superi un valore predeterminato per una durata specifica
NOTA La Tabella 57.1 fornisce le informazioni riguardanti i differenti dispositivi corrispondenti alla funzione generica principale.
202
Progetto
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
570.3.11
dispositivo di protezione contro i cortocircuiti (SCPD)
dispositivo destinato a proteggere un circuito o parti di un circuito contro le correnti di cortocircuito inter-
rompendoli
NOTA La Tabella 57.1 fornisce le informazioni riguardanti i differenti dispositivi corrispondenti alla funzione generica principale.
570.3.12
interruttore automatico
dispositivo di manovra meccanico, in grado di stabilire, portare ed interrompere le correnti in condizioni
normali del circuito ed anche di stabilire, portare ed interrompere le correnti in condizioni anormali del
circuito quali quelle di cortocircuito
NOTA La Tabella 57.1 fornisce le informazioni riguardanti i differenti dispositivi corrispondenti alla funzione generica principale.
570.3.13 interruttore
dispositivo per la modifica delle connessioni elettriche tra i suoi morsetti
570.3.14
interruttore differenziale (RCD)
dispositivo di manovra meccanico progettato per stabilire, portare ed interrompere le correnti in condizio-
ni normali di servizio e per causare l’apertura dei contatti quando la corrente differenziale raggiunge un
valore dato in condizioni specificate
NOTA 1 Un interruttore differenziale può essere una combinazione di vari elementi separati, progettati per rilevare e valutare la
corrente differenziale e per stabilire ed interrompere la corrente.
NOTA 2 L’RCD comprende dispositivi quali: RCCB, RCBO, CBR e MRCD. La Tabella 57.1 fornisce le informazioni riguardanti i
differenti dispositivi corrispondenti alla funzione generica principale.
570.3.15 fusibile
dispositivo che mediante la fusione di uno o più dei suoi componenti, espressamente progettati e propor-
zionati, apre il circuito nel quale è inserito mediante l’interruzione della corrente quando questa supera
un valore dato per un tempo sufficiente. Il fusibile comprende tutte le parti che formano il dispositivo
completo
570.3.16 contattore
dispositivo di manovra meccanico avente solo una posizione di riposo, manovrato in modo diverso da
quello manuale, in grado di stabilire, portare ed interrompere le correnti in condizioni normali del circuito
comprese le condizioni di funzionamento in sovraccarico
570.3.17
relè di sovraccarico
relè o rilascio di sovracorrente destinato alla protezione contro i sovraccarichi
570.3.18
apparecchio integrato di manovra e protezione (CPS)
dispositivo (o apparecchiatura) di manovra in grado di eseguire manovre in modo diverso da quello ma-
nuale, ma con o senza dispositivi manuali di comando locale. Un dispositivo CPS fornisce entrambe le
funzioni di contattore e di OCPD
203
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
570.3.19
corrente di cortocircuito condizionata (condizionale)
corrente presunta che un circuito o un dispositivo di manovra, protetto da un dispositivo di protezione
contro i cortocircuiti specificato, può sopportare in modo soddisfacente per la durata totale di funziona-
mento di quel dispositivo in condizioni specificate di utilizzo e di comportamento
570.3.20
analisi documentale
valutazione del comportamento dei dispositivi collegati in serie, tenendo conto di tutti i relativi parametri
forniti dal costruttore quali:
– la corrente di progetto;
– la corrente di cortocircuito presunta o la corrente di guasto;
– il tempo di intervento dei dispositivi;
– la tensione del sistema;
– l’energia (valori dell’energia passante I²t);
– la corrente di picco passante.
204
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La Tabella 57.1 illustra la funzione fornita dai diversi dispositivi elettrici considerati nel presente Capitolo.
Dispositivi Funzioni
Prodotto Norma Protezione contro i Protezione Protezione con- Solo mano-
sovraccarichi contro i corto- tro le correnti vra
OCPD(2)
SCPD(2)
RCD(2)
circuiti differenziali
MRCD X X CEI EN X X X –
60947-2
Dispositivi diffe-
renziali separati (3) Allegato M
ICB X CEI EN – X – –
60947-2
Interruttori auto-
matici con sgan- Allegato O
cio istantaneo
(continua)
205
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Dispositivi Funzioni
Prodotto Norma Protezione contro i Protezione con- Protezione con- Solo mano-
sovraccarichi tro i cortocircuiti tro le correnti vra
OCPD(2)
SCPD(2)
RCD(2)
differenziali
Apparecchi inte-
grati di manovra
e protezione
(1) Le unità di combinazione di fusibili secondo la Norma CEI EN 60947-3 sono considerate in questa riga.
(2) Acronimi generici usati in questa Norma per i dispositivi.
(3) Quando associato ad un interruttore automatico.
(fine Tabella)
572.2 Parametri
I parametri per il coordinamento corretto tra gli apparecchi elettrici possono essere:
– la corrente di progetto;
– la corrente di cortocircuito presunta o la corrente di guasto;
– il tempo di intervento dei dispositivi;
– la tensione del sistema;
– l’energia (valori dell’energia passante I²t);
– corrente di picco passante.
206
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La Tabella 57.2 illustra i tipi di combinazione dei dispositivi e in che modo essi influenzano la sicurezza:
573.1.2
Tra OCPD X
573.1.3
Protezione
573.2.1 combinata contro i OCPD X
cortocircuiti
Condizioni basa- 573.2.2 Tra OCPD e contattori, relè X
te sulla corrente di sovraccarico
o sul Tra OCPD e interruttori,
tempo 573.2.3 Protezione di X
back-up TSE o relè a impulso
Per la scelta dei dispositivi elettrici trattati dai seguenti articoli, l’interazione reciproca tra quei dispositivi
deve essere considerata in modo da non influenzare negativamente la sicurezza dell’impianto.
– cortocircuito;
– sovraccarico;
– correnti di guasto a terra.
207
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
– la selettività;
– la protezione contro i cortocircuiti;
– la protezione contro i sovraccarichi.
I dispositivi elettrici devono essere scelti tenendo conto delle caratteristiche di coordinamento indicate
dai costruttori.
Generalità
La selettività tra gli OCPD è definita in 573.1.2 per le condizioni di sovraccarico e in 573.1.3 per le con-
dizioni di cortocircuito. La selettività tra gli RCD è definita in 573.1.4 e la selettività tra l’OCPD e l’RCD è
definita in 573.1.5.
Prescrizioni generali
Quando è richiesta la selettività, come illustrato nella Figura 57.1, la verifica deve essere effettuata:
– con una analisi documentale tenendo conto della relativa norma di prodotto e della documentazione
del costruttore; oppure
– attraverso software appropriati dove le informazioni sono fornite dai costruttori per questo uso spe-
cifico; oppure
– con prove conformi alla norma di prodotto applicabile (per assicurare le prestazioni e la riproducibi-
lità di prova corrette); oppure
– con la dichiarazione del costruttore.
In caso di analisi documentale, quando le caratteristiche tempo/corrente sono utilizzate per verificare
la selettività, si dovrebbe tener conto della temperatura ambiente di riferimento per la quale le curve di
intervento sono fornite e della condizione di carico prima della sovracorrente.
O
C
P
D
1
O O
C C
P P
D D
21 22
208
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La selettività in caso di sovraccarico è verificata dal confronto delle caratteristiche tempo/corrente dei di-
spositivi interessati. Il tempo di intervento massimo del dispositivo sul lato di carico deve essere inferiore al
tempo di non intervento dell’interruttore automatico per qualsiasi corrente di sovraccarico. La separazione
tra le caratteristiche sia sull’asse tempo che sull’asse corrente assicura il funzionamento selettivo in questa
zona.
La selettività in caso di sovraccarico si verifica confrontando le caratteristiche tempo/corrente dei fusibili in-
teressati. Il tempo di intervento totale del fusibile sul lato di carico deve essere inferiore al tempo di prearco
del fusibile sul lato di alimentazione. I fusibili secondo HD 60269-1, della stessa categoria di utilizzazione
(per es. tipo gG), con corrente nominale superiore o uguale a 16 A, forniranno selettività totale se il rapporto
tra le correnti nominali sarà 1,6:1 o maggiore. La separazione tra le caratteristiche sia sull’asse tempo che
sull’asse corrente assicura il funzionamento selettivo in questa zona.
Prescrizioni generali
Quando è richiesta la selettività (vedi Figura 57.1), la verifica deve essere effettuata:
– con uno studio documentale, tenendo conto della relativa norma di prodotto e della documentazione
del costruttore; oppure
– con strumenti software appropriati dove le informazioni sono fornite dai costruttori per questo uso
specifico; oppure
– con prove conformi alla norma di prodotto applicabile (per assicurare la prova corretta delle presta-
zioni e la sua riproducibilità); oppure
– con la dichiarazione del costruttore.
Nel caso di uno studio documentale, quando si utilizzano le curve di limitazione dell’energia per verificare
la selettività, si dovrebbe tener conto della tensione per la quale le curve sono fornite.
209
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Nei casi indicati in 573.1.3.2 e 573.1.3.5, la selettività sarà ottenuta per le correnti di cortocircuito fino ad
un valore specifico della corrente limite di selettività. Il valore di questo limite sarà fornito dal costruttore. In
particolare, in un impianto la selettività può essere totale o parziale.
In linea di principio, la selettività è assicurata fino al livello della corrente di guasto al quale la corrente di
picco passante attraverso l’interruttore automatico a valle è inferiore al valore di picco corrispondente al
livello di intervento istantaneo dell’interruttore automatico a monte. Nel caso in cui l’interruttore automatico
a monte abbia un comportamento selettivo dedicato, il limite di selettività potrebbe essere più elevato.
La selettività in caso di cortocircuito si verifica confrontando i valori di I²t. Il valore di I²t massimo di inter-
vento del fusibile sul lato di carico deve essere inferiore al valore di I²t minimo di prearco del fusibile sul lato
di alimentazione. I fusibili secondo l’HD 60269-1, della stessa categoria di utilizzazione (per es. tipo gG),
con corrente nominale superiore o uguale a 16 A, forniranno selettività totale se il rapporto tra le correnti
nominali sarà 1,6:1 o maggiore.
La corrente di picco passante del fusibile deve essere inferiore alla corrente istantanea minima di interven-
to dell’interruttore automatico. I dati per i valori di picco dei fusibili devono essere presi dalla relativa norma
o dalla documentazione del costruttore. Se i dati sono presi dal costruttore, ciò deve essere indicato nella
documentazione dell’impianto.
Il valore minimo di I²t di prearco del fusibile deve essere superiore al valore massimo di I²t passante
dell’interruttore automatico per qualsiasi corrente di cortocircuito fino alla corrente di cortocircuito presunta
massima da prendere in considerazione. I dati per i valori di I²t dei fusibili devono essere presi dalla relativa
norma o dalla documentazione del costruttore. Se i dati sono presi dal costruttore, ciò deve essere indica-
to nella documentazione dell’impianto. Il valore massimo di I²t passante dell’interruttore automatico deve
essere ottenuto dai dati del costruttore.
Quando è richiesta la selettività (vedi Figura 57.1), la verifica deve essere effettuata:
– con uno studio documentale, tenendo conto della relativa norma di prodotto e della documentazione del
costruttore; oppure
– con strumenti software appropriati dove le informazioni sono fornite dai costruttori per questo uso spe-
cifico; oppure
– con prove conformi alla norma di prodotto applicabile (per assicurare la prova corretta delle prestazioni
e la sua riproducibilità); oppure
– con la dichiarazione del costruttore.
210
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La selettività in caso di correnti differenziali, come illustrato nella Figura 57.2, è fornita nelle seguenti
condizioni:
– l’RCD a monte è di tipo selettivo (tipo S o tipo a tempo ritardato con regolazione del ritardo di tempo
appropriata); e
– il rapporto tra la corrente differenziale dell’RCD a monte e que lla dell’RCD a valle è almeno 3:1.
In caso di RCD a tempo ritardato con corrente differenziale nominale regolabile, si deve fare riferimento
alle istruzioni del costruttore relative alla selettività.
NOTA 1 L’RCD di tipo S è conforme alla Norma CEI EN 61008-2-1 o alla Norma CEI EN 61009-2-1 o alla Norma CEI EN 60947-2,
o alla Norma CEI EN 62423 ed è marcato con S .
NOTA 2 L’RCD di tipo a tempo ritardato è conforme alla Norma CEI EN 60947-2:2006, Allegato B o Allegato M, ed è marcato con il
simbolo ∆t seguito dal tempo di non intervento in ms.
RCD
1
RCD RCD
21 22
In caso di guasto di terra, la corrente potrebbe raggiungere un valore elevato tale da superare la cor-
rente di intervento istantaneo dell’OCPD a monte. Pertanto, quando è richiesta la selettività tra RCD e
OCPD a monte, si deve utilizzare un RCBO o un CBR, come illustrato nella Figura 57.3, e si devono
applicare le prescrizioni di selettività secondo 573.1.2.
211
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
RCD
1
RCD RCD
21 22
Nella Figura 57.3, se gli RCCB sono usati al posto degli RCBO, la selettività non può essere garantita,
In questo caso, se vi sono OCPD a valle dell’RCCB, come illustrato nella Figura 57.4, la selettività può
essere ottenuta purché le prescrizioni di 573.1.2 e 573.1.3 siano soddisfatte. Inoltre, la connessione tra
l’RCCB e l’OCPD a valle deve essere scelta e realizzata in modo da ridurre i rischi di guasti a terra.
NOTA Per ridurre i rischi di guasti tra l’RCCB e l’OCPD a valle, si possono utilizzare accessori di cablaggio specifici
(per es. barre specifiche).
O
C
P
D
1
R R
C C
C C
B B
21 22
O O O
C C C
P P P
D D D
31 32 33
In caso di guasto di terra, la corrente di guasto a terra può essere inferiore alla corrente di intervento
istantaneo dell’OCPD a valle. In questo caso, l’RCD a monte interverrà e la selettività non sarà assicura-
ta. Pertanto, quando è richiesta la selettività tra RCD e OCPD a valle, si devono utilizzare gli RCBO, come
illustrato nella Figura 57.5, e si devono applicare le prescrizioni di selettività secondo 573.1.4.
212
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
R
C
C
B
1
R R
C C
B B
O O
21 22
Questa tecnica di interruzione permette l’uso di dispositivi di protezione contro i cortocircuiti con un po-
tere di interruzione inferiore rispetto a quello richiesto nel Capitolo 43. Essa si applica solo al dispositivo
di protezione contro i cortocircuiti.
O
C
P
D
1
O
C
P
D
2
Secondo 434.3.1, in condizioni specifiche si può utilizzare un dispositivo con un potere di interruzione
nominale inferiore rispetto alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione. Nel caso
della Figura 57.6, l’OCPD1 deve avere un potere di interruzione pari alla corrente di cortocircuito pre-
sunta nel punto di installazione e la combinazione dell’OCPD1 e dell’OCPD2 deve avere la capacità di
cortocircuito combinata in caso guasto a valle dell’OCPD2.
213
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Quando si scelgono due OCPD per la protezione contro i cortocircuiti combinata, si deve fare riferimento
alle istruzioni del costruttore dell’OCPD a valle. Queste istruzioni devono basarsi su prove effettuate se-
condo le relative norme di prodotto, come applicabile (per es. Norme CEI EN 60947-2 e CEI EN 60898-1),
quando non sono disponibili informazioni dal costruttore, la protezione contro i cortocircuiti combinata degli
OCPD non deve essere usata e ciascun OCPD deve avere la capacità di cortocircuito richiesta nel punto
di installazione.
Se dichiarato dal costruttore di entrambi i dispositivi, la protezione contro i cortocircuiti combinata dell’OCPD1
e dell’OCPD2 può essere superiore al potere di interruzione di uno dei due OCPD. In questo caso, la con-
nessione tra i due dispositivi deve essere una zona priva di guasti e non devono esserci cortocircuiti da
parte di altre apparecchiature attive in parallelo all’OCPD1.
NOTA 1 Il coordinamento di un OCPD con un limitatore di corrente separata per aumentare il potere di interruzione in cortocircuito di
un OCPD può essere usato secondo le istruzioni del costruttore.
NOTA 2 La protezione contro i cortocircuiti combinata può essere usata per un avviatore manuale con motore avente una capacità
di cortocircuito in combinazione con un OCPD, quando dichiarato nella documentazione del costruttore.
I contattori conformi alla Norma CEI EN 60947-4-1 o CEI EN 61095 sono usati per comandare i carichi
(per es. motori elettrici, resistori di riscaldamento, circuiti di illuminazione). Questi dispositivi non forniscono
la protezione contro i cortocircuiti, pertanto devono essere protetti mediante un dispositivo di protezione
contro le sovracorrenti (OCPD) a monte.
NOTA 1 Gli apparecchi integrati di manovra e protezione (CPS) forniscono la protezione contro i cortocircuiti e pertanto forniscono
un coordinamento intrinseco.
La Figura 57.7 fornisce uno schema tipico per il coordinamento di un contattore con un dispositivo di pro-
tezione contro i cortocircuiti (OCPD).
O
C
P
D
Contattore
Secondo 512.1.2, gli apparecchi devono essere scelti per la corrente di progetto che devono portare in
servizio normale; essi devono anche essere in grado di portare la corrente che può passare in condizioni
anormali. In caso di cortocircuito, l’energia specifica passante e la corrente di picco possono far aprire
i contatti del contattore ad un livello di corrente al di là del suo potere di chiusura e interruzione. Il co-
ordinamento del contattore e del OCPD è necessario per assicurare il funzionamento sicuro in caso di
cortocircuito.
214
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Il coordinamento tra un contattore e un OCPD si verifica con le prove di cortocircuito obbligatorie in ac-
cordo alla Norma CEI EN 60947-4-1 o CEI EN 61095, come applicabile.
La Figura 57.8 illustra un esempio per il coordinamento tra relè di sovraccarico, contattore e OCPD (per
es. interruttore automatico) in caso di sovracorrente.
Relè di Contattore
Tempo sovraccarico OCPD
Corrente
Ic Ir Iq
Legenda
a caratteristica tempo-corrente del relè di sovraccarico dallo stato freddo
b caratteristica di tenuta alla corrente termica del contattore
tc tempo di intervento del relè di sovraccarico a Ico
Ico corrente di scambio
ir corrente presunta “r”
iQ corrente nominale di cortocircuito condizionata
I contattori devono essere scelti ed installati congiuntamente al dispositivo di protezione contro i corto-
circuiti dichiarato dal costruttore per assicurare che la corrente nominale di cortocircuito condizionata sia
superiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione.
La corrente nominale di cortocircuito condizionata può essere ottenuta solo con le prove di tipo e pertanto
i dati per la scelta dell’OCPD devono essere ottenuti dal costruttore del contattore tenendo conto della
corrente nominale di funzionamento, della tensione nominale di funzionamento e della corrispondente
categoria di utilizzazione.
NOTA 2 Queste informazioni generalmente sono fornite nelle tabelle di coordinamento che riassumono la combinazione dei dispo-
sitivi (OCPD, contattore o avviatore) in grado di assicurare un comportamento sicuro per una data corrente di cortocircuito nominale
condizionata.
Per un circuito di motore, la protezione contro la corrente di sovraccarico può essere fornita da un relè di
sovraccarico separato, collegato elettricamente al contattore. In tal caso, anche la protezione del relè di
sovraccarico deve essere assicurata, poiché il relè di sovraccarico può essere danneggiato dall’energia
specifica passante (I2t) dell’OCPD. Queste informazioni generalmente sono fornite nelle tabelle di coor-
dinamento.
215
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
573.2.3 Protezione di back-up degli interruttori, degli apparecchi di commutazione (TSE) o dei
relè a impulso
Gli interruttori conformi alla Norma CEI EN 60947-3 o CEI EN 60669-2-4, gli apparecchi di commutazione
(TSE) conformi alla Norma CEI EN 60947-6-1 e i relè a impulso conformi alla Norma CEI EN 60669-2-
2 sono usati per manovrare i carichi o i circuiti (per es. pannelli di distribuzione, circuiti di illuminazione,
carico specifico). Questi dispositivi non forniscono la protezione contro i cortocircuiti, pertanto devono
essere protetti da un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti (OCPD).
NOTA 1 Le unità combinate con fusibili conformi alla Norma CEI EN 60947-3 sono costituite da un interruttore e uno o più
fusibili integrati ed hanno una capacità di cortocircuito dichiarata dal costruttore che non richiede l’uso di un OCPD a monte.
In caso di cortocircuito sul lato di carico di un interruttore, la corrente passerà attraverso entrambi i dispo-
sitivi (OCPD e interruttore); pertanto l’energia passante e la corrente di picco limitata dall’OCPD devono
essere compatibili con la tenuta al cortocircuito dell’interruttore, dell’apparecchio di commutazione (TSE)
o del relè a impulso.
La Figura 57.9 fornisce uno schema tipico per il coordinamento di un interruttore con un dispositivo di
protezione contro i cortocircuiti (OCPD).
O
C
P
D
Interruttore S
Gli interruttori, gli apparecchi di commutazione (TSE) e i relè a impulso devono essere scelti e installati
congiuntamente al dispositivo di protezione contro i cortocircuiti dichiarato dal costruttore per assicurare
che la loro corrente nominale di cortocircuito condizionata sia uguale o superiore alla corrente di corto-
circuito presunta nel punto di installazione.
216
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La corrente nominale di cortocircuito condizionata dell’interruttore può essere ottenuta solo con le prove
di tipo e pertanto i dati per la scelta dell’OCPD devono essere ottenuti dal costruttore dell’interruttore,
tenendo conto della corrente nominale di funzionamento e della tensione nominale di funzionamento.
Per gli interruttori conformi alla Norma CEI EN 60947-3, quando l’OCPD non è scelto secondo le istruzio-
ni del costruttore dell’interruttore, un metodo alternativo per il coordinamento tra l’OCPD e l’interruttore è
il seguente:
– il potere nominale di stabilimento del cortocircuito dell’interruttore è superiore al valore di picco della
corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione, e
– la caratteristica tempo-corrente dell’OCPD rientra nei limiti della Icwdell’interruttore, come indicato dal
costruttore.
573.2.4 Protezione di sostegno degli RCCB
In questo articolo, l’OCPD potrebbe essere sostituito da un SCPD.
Gli RCCB conformi alla Norma CEI EN 61008-2-1 sono destinati a proteggere le persone contro i contatti
diretti e indiretti. Essi possono anche essere usati per fornire protezione contro i pericoli di incendio do-
vuti ad un guasto a terra persistente. Questi dispositivi hanno una limitata corrente di tenuta alla corrente
di cortocircuito, pertanto devono essere protetti da un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti
(OCPD) a monte.
In caso di cortocircuito sul lato di carico di un RCCB, la corrente passerà attraverso entrambi i dispositivi
(OCPD e RCCB); pertanto l’energia specifica passante e la corrente di picco limitata dall’OCPD devono
essere compatibili con la corrente di tenuta al cortocircuito dell’RCCB.
La Figura 57.10 fornisce uno schema tipico per il coordinamento di un RCCB con un dispositivo di prote-
zione contro i cortocircuiti (OCPD).
O
C
P
D
R
C
C
B
Gli RCCB devono essere scelti e installati congiuntamente all’OCPD dichiarato dal costruttore per assi-
curare che la loro corrente nominale di cortocircuito condizionata sia superiore alla corrente di cortocir-
cuito presunta nel punto di installazione.
217
Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
La corrente nominale di cortocircuito condizionata dell’RCCB con l’OCPD, in rapporto alla relativa corrente
nominale di funzionamento e alla tensione nominale di funzionamento, è data dal costruttore in base ai
risultati delle prove secondo Ia Norma CEI EN 61008-2-1.
L’OCPD può essere situato anche a valle dell’RCCB purché la connessione tra l’RCCB e l’OCPD a valle
sia scelta e realizzata in modo da ridurre il rischio di guasti a terra e di cortocircuiti.
I contattori conformi alla Norma CEI EN 60947-4-1 o alla Norma EN 61095 e gli SCPD senza protezione
integrale contro i sovraccarichi, quali gli ICB conformi alla Norma CEI EN 60947-2, devono essere protetti
mediante un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi.
Secondo 433.1, i dispositivi per la protezione contro i sovraccarichi sono scelti per assicurare la protezione
dei cavi. Per assicurare la protezione contro i sovraccarichi dei contattori o degli SCPD, la corrente nomi-
nale dell’OCPD deve essere scelta secondo le informazioni del costruttore.
NOTA Nel caso in cui 473.1.2 specifichi l’omissione della protezione contro i sovraccarichi, il coordinamento in caso di sovraccarico
non si applica.
573.3.2 Protezione contro i sovraccarichi degli RCCB, degli interruttori, dei TSE o dei relè a impulso
Gli RCCB conformi alla Norma CEI EN 61008-2-1 sono destinati a proteggere le persone contro i contatti
diretti e indiretti. Gli interruttori conformi alla Norma CEI EN 60947-3 o alla Norma CEI EN 60669-2-4, i
relè a impulso conformi alla Norma CEI EN 60669-2-2, i TSE conformi alla Norma CEI EN 60947-6-1 sono
utilizzati per manovra carichi o circuiti. Questi dispositivi non forniscono la protezione contro i sovraccarichi,
pertanto devono essere protetti mediante un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti (OCPD).
Secondo 433.1, i dispositivi per la protezione contro i sovraccarichi sono scelti per assicurare la protezio-
ne dei cavi. Per assicurare la protezione contro i sovraccarichi degli RCCB o degli interruttori, la corrente
nominale dell’OCPD deve essere scelta secondo le informazioni del costruttore; generalmente, l’OCPD è
installato a monte dell’RCCB o dell’interruttore.
La corrente nominale di un interruttore o di un RCCB può essere basata anche sull’uso di fattori di contem-
poraneità dei circuiti a valle (vedi 433.1 della presente Norma CEI 64-8 Parte 4 Capitolo. 43 e art. 311 della
Norma CEI 64-8 Parte 3) e la corrente nominale dell’OCPD deve essere scelta secondo le informazioni
del costruttore.
NOTA Quando si utilizza un RCBO invece di un RCCB, non è necessaria alcuna ulteriore considerazione relativa alla protezione
contro i sovraccarichi dell’RCBO.
L’art. 473.1.2 specifica le condizioni per l’omissione della protezione contro i sovraccarichi, in tali casi il
coordinamento in caso di sovraccarico non richiede alcuna verifica.
573.4 Prescrizioni per la selettività tra OCPD muniti di relè di minima di tensione
In caso di guasto (cortocircuito e guasto di terra), una corrente di guasto elevata può generare una caduta
di tensione attraverso l’impianto. La caduta di tensione può anche verificarsi nell’impianto per altri motivi
diversi dal cortocircuito (per es. manovra e richiusura del dispositivo di manovra ad alta tensione).
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Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Quando un relè di minima tensione è installato nell’OCPD sul lato di alimentazione o in qualunque parte
nell’impianto, l’eventuale funzionamento del relè di minima tensione non deve compromettere la selettivi-
tà ottenuta tra gli OCDP e/o gli RCD in serie. (Figura 57.11).
O
C
P U<
D
1
O O
C C
P P
D D
21 22
Per assicurare la selettività, il funzionamento del relè di minima tensione deve essere ritardato nel tempo
in accordo al tempo di eliminazione del cortocircuito o del guasto a terra. In tutti i casi, le istruzioni fornite
dal costruttore devono essere soddisfatte per non compromettere la sicurezza dell’impianto elettrico.
573.5 Quadri di bassa tensione conformi alla serie di Norme CEI EN 61439
Le caratteristiche di un quadro conforme alla serie di Norme CEI EN 61439 devono essere compatibili
con i valori nominali dei circuiti ai quali esso è collegato e con le condizioni di installazione. Le caratteri-
stiche dell’assemblaggio devono essere dichiarate dal costruttore tenendo conto dei criteri specificati da
5.2 a 5.6 della Norma CEI EN 61439-1.
574 Documentazione
Le informazioni citate negli articoli precedenti per il coordinamento dei dispositivi elettrici possono essere
reperite nella documentazione del costruttore (per es. catalogo, fogli di istruzioni, software di calcolo).
Quando vi siano aspetti riguardanti la sicurezza, si devono utilizzare solo la combinazione tra i dispositivi
rientrati nelle specifiche o i valori nominali forniti dal costruttore.
Quando si effettua la verifica iniziale, la documentazione riguardante la scelta dei dispositivi per il coordi-
namento deve essere aggiunta alla relativa documentazione.
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Progetto
C. 1327:2023-10 ‒ Scad. 17-12-2023
PROGETTO
Comitato Tecnico Elaboratore
CT 64-Impianti elettrici di bassa tensione (fno a 1 000 V in c.a. e a 1 500 V in c.c.)
Altre norme di possibile interesse sull’argomento