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Salvatore Quasimodo

Il documento riassume la vita e l'opera del poeta Salvatore Quasimodo. Descrive il suo periodo ermetico e l'evoluzione stilistica e tematica nel dopoguerra. Analizza brevemente la sua lirica più nota 'Ed è subito sera' che esprime i tratti dell'Ermetismo in modo conciso.

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Il documento riassume la vita e l'opera del poeta Salvatore Quasimodo. Descrive il suo periodo ermetico e l'evoluzione stilistica e tematica nel dopoguerra. Analizza brevemente la sua lirica più nota 'Ed è subito sera' che esprime i tratti dell'Ermetismo in modo conciso.

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SALVATORE QUASIMODO

Il periodo ermetico. Nato a Modica, nel 1901, trascorre l'infanzia e la giovinezza in Sicilia,
trasferendosi in vari paesi a causa dei frequenti spostamenti del padre. Dopo essersi diplomato alle
scuole tecniche, a diciannove anni si stabilisce a Roma. Durante un soggiorno a Firenze, Elio
Vittorini, suo cognato, lo presenta ad Eugenio Montale e ad Alessandro Bonsanti, il quale gli pubblica
le prime poesie su "Solaria". Presso le edizioni della rivista esce anche la raccolta dell'esordio, Acque
e terre (1930), alla quale seguiranno Oboe sommerso (1932) ed Erato e Apollion (1936). Nel 1934
si trasferisce a Milano, dove otterrà la cattedra di Letteratura italiana al Conservatorio: Le Nuove
Poesie (1942) confluiranno nel medesimo anno nel volume complessivo Ed è subito sera, che
prende il titolo dalla lirica più nota di Quasimodo. Queste raccolte segnano una precisa linea di
ricerca, facendo di lui uno dei più significativi esponenti dell'Ermetismo. Sul piano stilistico, si assiste
ad un radicale divorzio con la lingua parlata; la parola assume un valore assoluto, che tende all'
astrazione. È facile notare la frequenza delle analogie, la confusione dei rapporti logici tra i vari
elementi del periodo, la sintassi nominale, i sostantivi non determinati dall'articolo e utilizzati al
plurale, per aumentare gli effetti di indeterminatezza. La nostalgia della terra siciliana, la casa, la
madre e l'infanzia sono temi ricorrenti in Acque e terre. Nell'esprimere il rapporto tra il dato reale e
la condizione privata del poeta, la parola assume, oltre che un valore simbolico, un timbro magico
ed evocativo. I motivi di fondo, legati alla trasfigurazione favolosa del proprio passato e
all'insoddisfazione del presente, si ritrovano in Oboe sommerso. Raffinatezza estetizzante e classica
limpidezza si compongono anche nei versi di Erato e Apollion, in cui la trasposizione della mitologia
individuale sul piano dell'idea vive nel tentativo di recuperare il valore di una parola vergine ed
assoluta.
L'evoluzione stilistica e tematica del dopoguerra. Con la sezione delle Nuove Poesie comincia
però a verificarsi un graduale mutamento, che si renderà più evidente nelle raccolte del dopoguerra.
Il verso si allunga e diventa più lineare, i temi si ampliano e si arricchiscono di elementi tratti da una
realtà più concreta. Non manca una ricerca di soluzioni epiche e corali, opposte all'individualismo
della produzione precedente; dal piano metafisico-esistenziale il discorso si trasferisce su quello più
propriamente storico; la poesia può così diventare anche uno strumento di testimonianza politica e
di polemica sociale. A favorire questa conversione sono i tragici avvenimenti della guerra e
dell'immediato dopoguerra, che sollecitano una nuova forma di partecipazione e di impegno. Nel
1959 a Quasimodo venne conferito il premio Nobel per la Letteratura. Morì a Napoli nel 1968.

TX ED È SUBITO SERA
In questa lirica sono presenti i tratti salienti della poetica dell'Ermetismo: la concisione estrema
dell'espressione; il significato profondo della parola che tesse una fitta rete di rimandi analogici, la
problematica interiore ed esistenziale. Il primo verso esprime la solitudine dell'uomo, che pure si
trova «sul cuor della terra», nel cuore e quindi al centro delle cose (il termine indica in più il pulsare
della vita). Da questa antitesi deriva una contraddizione che si ripercuote sul participio passato
«trafitto», il cui significato racchiude in sé una profonda ambivalenza: il «raggio di sole» che colpisce
l'uomo è simbolo di luce e di calore, e quindi della stessa vita; ma «trafitto» implica soprattutto il
significato di "ferito", trasformando il «raggio» in una specie di dardo, portatore di dolore e di morte.
È questa l'impressione destinata a prevalere dopo la lettura dell'ultimo verso, che registra
l'improvviso («subito») sopraggiungere della «sera», metafora della morte o comunque della fine dei
momenti felici. Sul piano delle soluzioni foniche non mancano le allitterazioni, compresa la
consonanza a contrasto «solo» - «sole», con un calando del tono nel «subito» dell'ultimo verso, a
cui corrisponde la misura decrescente della lunghezza dei versi.
Nel brevissimo giro del discorso poetico sono condensati i motivi di una desolata solitudine, della
precarietà della vita e dello sfiorire delle illusioni, dell'infinito e della morte, del rapporto tra l'uomo e
ciò che lo circonda. Ogni prospettiva di tipo realistico è abolita: al dilatarsi dello spazio corrisponde
la contrazione del tempo. È evidente l'influsso della lezione ungarettiana e non c'è dubbio che il
precedente più diretto di questi versi è costituito da Mattina. Ma al tentativo di cogliere un frammento
di verità attraverso una folgorante illuminazione, Quasimodo sostituisce qui una sintetica riflessione
sulla condizione umana, offrendo, per così dire, una definizione poetico-filosofica.

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