UNI PDR 107 2021
UNI PDR 107 2021
Protected environment - Guidelines for prevention of environmental damages - Technical criteria for an
effective management of environmental risks
ll presente documento definisce le linee guida per un’efficace prevenzione dei danni all’ambiente e
per la tutela delle risorse naturali relativamente a specifici scenari di rischio applicabili alle diverse
organizzazioni, oltre che per la relativa mitigazione. Gli scenari di danno all’ambiente rientranti nel
campo di applicazione del presente documento sono:
- effetti diretti e indiretti legati a incendio causati dai fumi, dalle ricadute al suolo di sostanze
chimiche e polveri, dallo scarico di acque di spegnimento e anche dalle fiamme;
- perdite da serbatoi e vasche interrate e fuori terra che possono verificarsi in fase di installazione,
di esercizio, di attività di carico e scarico e anche di disinstallazione;
- perdite da condutture di adduzione e reflui industriali (interrate e fuori terra) che possono
verificarsi in fase di installazione, di esercizio e anche di disinstallazione;
- sversamenti da aree di processo, di deposito, di movimentazione o di carico e scarico di prodotti
e/o di rifiuti;
- emissioni fuori norma, localizzate e/o diffuse;
- perdite da depuratori e/o disoleatori aziendali.
Il documento si rivolge a tutte le tipologie di organizzazioni che svolgono la propria attività in un
sito, quali impianti produttivi, depositi, magazzini, centri logistici, cantieri edili etc. a prescindere dal
settore industriale.
I contenuti possono essere riprodotti o diffusi (anche integralmente) a condizione che ne venga data
comunicazione all’editore e sia citata la fonte.
PREMESSA
La presente prassi di riferimento UNI/PdR 107:2021 non è una norma nazionale, ma è un documento
pubblicato da UNI, come previsto dal Regolamento UE n.1025/2012, che raccoglie prescrizioni
relative a prassi condivise all'interno del seguente soggetto firmatario di un accordo di collaborazione
con UNI:
Pool Ambiente
Via Pola, 9
20124 Milano
La presente prassi di riferimento è stata elaborata dal Tavolo “Manutenzione e controlli prevenzione
dei danni ambientali”, condotto da UNI, costituito dai seguenti esperti:
La presente prassi di riferimento è stata ratificata dal Presidente dell’UNI il 1 giugno 2021.
Le prassi di riferimento, adottate esclusivamente in ambito nazionale, rientrano fra i “prodotti della normazione
europea”, come previsti dal Regolamento UE n.1025/2012, e sono documenti che introducono prescrizioni
tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo ristretto ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI.
Le prassi di riferimento sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, tempo massimo dalla loro
pubblicazione entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (UNI, UNI/TS, UNI/TR)
oppure devono essere ritirate.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione della presente prassi di riferimento, di poter fornire
suggerimenti per un suo miglioramento è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano
di Unificazione, che li terrà in considerazione.
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SOMMARIO
SOMMARIO ...................................................................................................................................... 2
4 PRINCIPIO ........................................................................................................................... 12
6 LEADERSHIP ...................................................................................................................... 22
7 PIANIFICAZIONE ................................................................................................................ 24
8 SUPPORTO ......................................................................................................................... 29
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9.5 Gestione del rischio residuo: Trasferimento assicurativo dei rischi residui di danno
all’ambiente ................................................................................................................................... 44
11 MIGLIORAMENTO .............................................................................................................. 49
11.2 Incidenti, quasi incidenti, altre non conformità e azioni correttive ............................... 50
APPENDICE A ............................................................................................................................... 52
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INTRODUZIONE
L’impegno per la tutela dell’ambiente è sempre più presente sia nelle politiche aziendali sia nei criteri
d’acquisto dei consumatori. Ma quali interventi sono da considerarsi prioritari, quali sono le radici di
una solida politica ambientale?
Per questo motivo un’efficace gestione dei rischi ambientali e prevenzione dei danni alle risorse
naturali dovrebbe costituire le radici della politica ambientale dell’impresa ma anche la priorità, non
solo per l’impresa ma anche per ogni cittadino, ente e stakeholder.
Il tronco è invece costituito dalla riparazione dei danni all’ambiente. In caso di evento di danno
l’impresa deve essere in grado di limitare le conseguenze dell’evento e ottemperare ai propri obbliga
di bonifica e ripristino delle risorse naturali danneggiate.
La chioma dell’albero è invece costituita da tutti quegli interventi che permettono la misurazione e il
miglioramento delle performance ambientali. Si tratta di aspetti importanti per ridurre l’impatto
ambientale dell’impresa ma che è indispensabile che poggino su un solido tronco e radici.
Con quest’ottica la presente Prassi di Riferimento si pone l’obiettivo di fornire alle imprese di
qualunque settore e dimensione uno strumento pratico per rendere più efficace la propria politica di
tutela dell’ambiente e in particolare la prevenzione di eventuali danni a terreno, acqua, aria, specie
e habitat naturali protetti.
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Gran parte delle organizzazioni sottovaluta, sottostima e minimizza i propri rischi di danno
all’ambiente, non valuta opportunamente i possibili scenari, non mette in atto le adeguate misure di
mitigazione e facilmente si trova impreparata e priva di mezzi sufficienti qualora si verifichi un danno
all’ambiente.
Il pregiudizio che questo tipo di problematiche sia prerogativa solo di grandi “inquinatori” contribuisce
all’aggravamento della falsa illusione, nella maggior parte degli imprenditori, di essere immuni a
questo tipo di rischi. Quello che accade nella realtà è che ogni giorno in Italia si verificano numerosi
casi di danno all’ambiente; nella maggior parte dei casi l’organizzazione è impreparata a far fronte
agli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino, così come a risarcire gli ulteriori danni ai
cittadini. Capita di frequente che la mancanza di mezzi porti al fallimento delle organizzazioni stesse.
Le conseguenze dell’essere impreparati e aver sottovalutato i propri rischi si riversano sull’ambiente
e sulla comunità. I danni a terreno, acqua, specie, habitat naturali protetti e aree protette
permangono a lungo a discapito del territorio stesso con conseguenti ulteriori ripercussioni non solo
sulla salute delle persone ma anche sull’economia locale e sul turismo. Per tutte queste ragioni è
importante sensibilizzare le organizzazioni a una migliore gestione dei propri rischi ambientali e un
maggior ricorso alle polizze dedicate per i danni all’ambiente.
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e portare l’attenzione su un tema di cui si parla troppo poco, su cui non si fa sufficiente formazione,
che troppo spesso rimane in coda e a cui di solito non si presta la dovuta attenzione.
La corretta gestione dei rischi ambientali è quindi una questione di estrema importanza per le
organizzazioni visto che da una scorretta o superficiale gestione possono derivare gravi danni
all’ambiente e conseguentemente danni alla comunità, al territorio, alla salute delle persone.
Un punto debole per un’efficace prevenzione è riconducibile alle misure di mitigazione messe in atto
per ridurre il rischio di danno all’ambiente, in particolare, causato da impianti o loro parti. Le misure
di mitigazione imposte dalla normativa vigente riguardano solo alcune tipologie di attività soggette a
normative specifiche e per gran parte delle imprese mancano obblighi su controlli e manutenzioni
degli impianti. In assenza di obblighi e in un contesto di generale sottovalutazione dei rischi
ambientali e delle conseguenze in caso di danno all’ambiente è quanto mai utile fornire alle imprese
uno strumento volontario in grado di fornire indicazioni pratiche sulle fonti di rischio su cui intervenire,
cosa fare e definire correttamente le priorità d’intervento. Uno dei motivi per cui oggi la mitigazione
dei rischi ambientali è un punto debole delle imprese è anche il fatto che questo tipo di attività non
dà ritorni né economici né di immagine, se non altro non nel breve periodo. Certamente, evitare il
verificarsi di un danno all’ambiente ha importantissimi benefici economici e reputazionali ma per
gran parte delle organizzazioni questa tipologia di eventi è vista come estremamente improbabile
ed eventualmente con conseguenze molto contenute. Disporre quindi di un documento tecnico che
possa essere certificato da enti terzi accreditati e che possa quindi dare un’evidenza a enti,
consumatori, fornitori e a tutti gli stakeholder in genere permetterebbe all’organizzazione di avere
un ritorno di immagine e di conseguenza anche benefici sulle vendite e sul fatturato.
Il presente documento non intende sostituirsi a strumenti quali la UNI EN ISO 14001, il Regolamento
EMAS, la UNI ISO 31000 ma ne è complementare andando ad occuparsi e ad approfondire degli
elementi specifici in ambito di prevenzione del rischio di danno all’ambiente e pertanto fornendo requisiti
di dettaglio per poter svolgere il servizio certificato secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17065:2012.
Ragionevolmente, un’organizzazione già certificata secondo tali norme avrà il vantaggio di avere già
disponibili informazioni, documentazione e processi già implementati utili per l'applicazione del
presente documento.
Sebbene il danno ambientale (parte sesta del D. Lgs. 152/2006), la bonifica (parte quarta del
D.Lgs. 152/2006) ed i danni ai terzi (codice civile) risultino ambiti giuridicamente e tecnicamente
differenti, sia per responsabilità, bersagli e impatti, che per modalità di riparazione, nel presente
documento tali fattispecie vengono trattate in modo unitario in quanto potenzialmente derivanti dalle
stesse sorgenti di contaminazione e quindi oggetto delle stesse azioni di prevenzione e mitigazione.
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Il presente documento definisce le linee guida per un’efficace prevenzione dei danni all’ambiente e
per la tutela delle risorse naturali relativamente a specifici scenari di rischio applicabili alle diverse
organizzazioni, oltre che per la relativa mitigazione.
NOTA Tali scenari rappresentano una sintesi e semplificazione degli elementi che tipicamente costituiscono i
fattori di rischio di un’attività produttiva, incluse le attività pericolose per le risorse naturali ai fini del danno
sanitario-ambientale, di cui all’allegato 5 della parte sesta e della parte quarta del D.Lgs. 152/2006.
Gli scenari di danno all’ambiente rientranti nel campo di applicazione del presente documento sono:
− effetti diretti ed indiretti legati ad incendio causati dai fumi, dalle ricadute al suolo di sostanze
chimiche e polveri, dallo scarico di acque di spegnimento ed anche dalle fiamme;
− perdite da serbatoi e vasche interrate che possono verificarsi in fase di installazione, di
esercizio, di attività di carico e scarico ed anche di disinstallazione;
− perdite da serbatoi e vasche fuori terra che possono verificarsi in fase di installazione, di
esercizio, di attività di carico e scarico ed anche di disinstallazione;
− perdite da condutture di adduzione e reflui industriali (interrate e fuori terra) che possono
verificarsi in fase di installazione, di esercizio ed anche di disinstallazione;
− sversamenti da aree di processo, di deposito, di movimentazione o di carico e scarico di
prodotti e/o di rifiuti;
− emissioni fuori norma, localizzate e/o diffuse;
− perdite da depuratori e/o disoleatori aziendali.
Il documento si rivolge a tutte le tipologie di organizzazioni che svolgono la propria attività in un sito,
quali impianti produttivi, depositi, magazzini, centri logistici, cantieri edili ecc., a prescindere dal
settore industriale in cui operano.
− contribuire alla prevenzione dei danni e alla diminuzione di frequenza e magnitudo degli
eventi incidentali;
− fornire alle organizzazioni indicazioni di dettaglio su come devono essere eseguite le
manutenzioni ed i controlli operativi dei propri impianti, o parti di essi, che potenzialmente
possono diventare sorgente di danno all’ambiente, causando deterioramento di risorse quali
acque, terreno, specie e habitat naturali protetti, o alle persone che convivono con falde,
fiumi, acque costiere, terreni contaminati;
− fornire alle organizzazioni uno strumento per valorizzare il proprio impegno nella tutela
dell’ambiente.
Il presente documento integra quanto già previsto da prescrizioni autorizzative emanate dagli Enti
di controllo (ad es. Regione, Città Metropolitana e Comune), legislazione applicabile e norme
tecniche. Laddove per lo stesso elemento le fonti di cui sopra prevedano criteri diversi per la
conformità alla presente prassi di riferimento andrà adottato il più stringente fra di essi.
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L’organizzazione che intende essere conforme alla presente prassi di riferimento deve applicare i
requisiti ivi presenti per tutti gli scenari ad essa applicabili, in funzione delle attività e degli/delle
impianti/attrezzature presenti nel sito.
− serbatoi/vasche fuori terra e/o interrate contenenti prodotti alimentari solidi (ad es. zuccheri,
granaglie, ecc.);
− serbatoi e/o vasche interrate adibiti ad impianti di discarica e/o di impianti di stoccaggio
permanente di rifiuti;
− condutture contenenti cavi o adibite a protezione di materiali o ad altri usi, diversi dal
trasporto di sostanze liquide;
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
UNI EN ISO 14001:2015 Sistemi di gestione ambientale - Requisiti e guida per l'uso
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UNI 11226-1:2017 Impianti a rischio di incidente rilevante - Sistemi di gestione della sicurezza -
Parte 1: Linee guida per l'effettuazione degli audit
UNI CEI EN ISO/IEC 17065:2012 Valutazione della conformità: Requisiti per organismi che
certificato prodotti, processi e servizi
3 TERMINI E DEFINIZIONI
NOTA Lo scostamento dalle normali condizioni talvolta può comportare una o più non conformità.
3.2 audit: Processo sistematico, indipendente e documentato per ottenere evidenze oggettive e
valutarle con obiettività, al fine di stabilire in quale misura i criteri dell'audit sono soddisfatti.
NOTA 1 Gli elementi fondamentali di un audit comprendono la determinazione della conformità di un oggetto
secondo una procedura effettuata da personale non responsabile dell'oggetto sottoposto ad audit.
NOTA 2 Un audit può essere un audit interno (di prima parte) o un audit esterno (di seconda parte o di terza
parte) e può essere un audit combinato o un audit congiunto.
NOTA 3 Gli audit interni, a volte denominati "audit di prima parte", sono condotti per il riesame di direzione e
per altri fini interni dall'organizzazione stessa, o per conto suo, e possono costituire la base per una
dichiarazione di conformità da parte del Soggetto Gestore. L'indipendenza può essere dimostrata con
l'assenza di responsabilità per l'attività oggetto dell'audit.
NOTA 4 Gli audit esterni comprendono quegli audit che sono generalmente denominati "audit di seconda
parte" e "di terza parte". Gli audit di seconda parte sono condotti da chi ha un interesse nell'organizzazione,
quali i clienti o da altre persone per conto degli stessi. Gli audit di terza parte sono condotti da organizzazioni
di audit esterne indipendenti, quali quelle che rilasciano certificazioni/registrazioni di conformità o agenzie
governative.
NOTA 5 Il presente termine fa parte dei termini comuni e delle definizioni di base per le norme ISO di sistemi
di gestione riportati nell'Appendice SL del Supplemento consolidato alla Parte 1 delle Direttive ISO/IEC. La
definizione originale e le Note sono state modificate per rimuovere l'effetto di circolarità tra i termini "criteri
dell'audit" e "evidenza dell'audit" e le Note 3 e 4 sono state aggiunte.
3.5 danno all’ambiente: Deterioramento delle risorse naturali da cui si origina una notifica o
ordinanza da parte degli enti preposti o da cui insorge l’obbligo di autodenuncia ai sensi dell’Art 304,
con riferimento alla Parte Quarta Titolo V e alla Parte Sesta del D.Lgs. 152/2006. Il presente
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documento volutamente amplia il concetto di danno all’ambiente previsto dal TU citato estendendolo
anche ai danni causati alle matrici ambientali oggetto di obblighi di bonifica, senza danno ambientale
propriamente detto.
NOTA 1 Un evento può riguardare uno o più avvenimenti, e può avere diverse cause.
NOTA 2 Un evento può consistere in qualcosa che non accade.
NOTA 3 Un evento può coincidere con un “incidente” o un “infortunio”.
NOTA 4 Un evento senza conseguenze (3.4) può anche riguardare un “quasi-infortunio”, un “incidente” o un
“quasi-accadimento”.
3.7 fonte di rischio: Elemento che da solo o in combinazione possiede il potenziale di dare origine
al rischio.
3.9 informazione documentata: Informazione che deve essere tenuta sotto controllo e mantenuta
da parte di un’organizzazione ed il mezzo che la contiene.
NOTA 1 Le informazioni documentate possono essere in qualsiasi formato, su qualsiasi mezzo e provenire da
qualsiasi fonte.
[Fonte: ISO/IEC Directives, Part 1, Annex SL, Proposals for management system standards,
Appendix 2, High-level structure]
3.10 interrato: Elemento - serbatoio, vasca o tubazione - il cui accesso ad una o più pareti esterne
necessita di lavori di sterro o di cui non sia direttamente e visivamente ispezionabile parte della
superficie esterna.
3.11 obblighi di conformità: Requisiti che il Soggetto Gestore deve soddisfare o che sceglie di
soddisfare.
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NOTA 1 Non conformità riguardante i requisiti della presente prassi e i requisiti aggiuntivi che il Soggetto
Gestore ha stabilito per sé stesso.
3.14 processo: Insieme di attività correlate o interagenti che trasformano elementi in ingresso in
elementi in uscita.
NOTA Esempi di processi sono: processi di tecnica della saldatura; processi di trattamento termico; processi
di fabbricazione che richiedono la conferma della capacità del processo (per esempio, utilizzo o fabbricazione
di un prodotto con tolleranza specificate); processi di produzione di cibo; processi di crescita di un impianto.
3.15 prove di tenuta: Prove non distruttive e non a pressione effettuate sugli elementi interrati,
eseguite a cura di professionisti/società specializzate in accordo a metodologie internazionalmente
riconosciute ed in grado di riconoscere perdite superiori a 0.5 l/h.
3.16 requisito: Esigenza o aspettativa che può essere esplicita, generalmente implicita, oppure
obbligatoria.
NOTA 1 “Generalmente implicita” significa che è uso o prassi comune, per l’Soggetto Gestore e per le parti
interessate, che l’esigenza o l’aspettativa in esame sia implicita.
NOTA 2 Un requisito esplicito è un requisito che è specificato, per esempio, in informazioni documentate
NOTA 3 I requisiti diversi da prescrizioni legali diventano obbligatori qualora il Soggetto Gestore decida di
rispettarli.
NOTA 4 Il presente termine fa parte dei termini comuni e delle definizioni di base della HLS ISO.
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3.18 servizio: Risultato di almeno un’attività necessariamente effettuata all’interfaccia tra il fornitore
ed il cliente che è generalmente intangibile.
3.19 sistema: Insieme di elementi (es. struttura, ruoli, responsabilità, documenti e prassi operative)
correlati o interagenti del Soggetto Gestore finalizzato a garantire la conformità ai requisiti della
presente prassi di riferimento.
3.20 soggetto gestore: Qualsiasi persona fisica o giuridica che gestisce o detiene uno stabilimento
o un impianto oppure a cui è stato delegato il potere economico o decisionale determinante per
l’esercizio tecnico dello stabilimento o dell’impianto stesso.
NOTA Il concetto di soggetto gestore comprende, in termini non esaustivi, singoli operatori, società, gruppi,
organizzazioni, imprese, autorità, partnership, enti di beneficienza o istituzioni, o loro parti o combinazioni,
costituiti in persona giuridica o meno, pubblici o privati.
3.21 sorgente: Fonte di rischio presente in un sito che potrebbe rendere applicabili uno o più scenari
di danno all’ambiente considerati nel presente documento.
NOTA Esempi di sorgente sono gli impianti, le aree, le attività di una organizzazione.
3.22 sostanza pericolosa: Sostanza classificata come pericolosa in base al Regolamento CLP
(Regolamento CE n. 1272/2008) e s.m.i., con la sola esclusione delle sostanze Irritanti e/o Nocive.
3.23 vulnerabilità: Proprietà intrinseca di qualcosa che risulta nella suscettibilità ad una fonte di
rischio (3.7) che può determinare un evento con una conseguenza (3.4).
4 PRINCIPIO
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Per favorire l’integrazione di diversi sistemi di gestione coesistenti nella stessa organizzazione
garantendone la congruenza e l’uniformità di linguaggio, il presente documento è stato allineato ai
requisiti delle norme sui sistemi di gestione, che si basano sulla ISO HLS (High Level Structure), la
struttura di alto livello comune a tutti i sistemi di gestione.
− una parte descrittiva indicante le modalità per sviluppare il sistema finalizzato alla
prevenzione dei danni ambientali, alla tutela delle risorse naturali e alla protezione della
salute delle persone. Tale sistema è previsto che venga sviluppato sul concetto di Plan-Do-
Check-Act (PDCA) al fine di poter assicurare il raggiungimento del miglioramento continuo
oltre che la totale integrazione con altri sistemi di gestione (per esempio, sistemi di gestione
ambientale o della qualità conformi alle UNI EN ISO 14001 o 9001) eventualmente presenti
nel sito;
− le Appendici A e B che trattano, in particolare, gli scenari di danno all’ambiente e indicano
per ognuno di essi i requisiti tecnici minimi e aggiuntivi per una corretta gestione del relativo
rischio, oltre al metodo di calcolo della vulnerabilità dei bersagli. Tali appendici sono parte
integrante della presente prassi e pertanto obbligatorie nella loro applicazione ai fini della
conformità al presente documento;
− l'Appendice C che contiene la corrispondenza fra i punti della presente prassi e la UNI EN ISO 14001.
Il Soggetto Gestore deve identificare e catalogare le sorgenti di rischio (vedere prospetto 1), ossia
le fonti (impianti/aree/attività) presenti nel proprio sito che potrebbero rendere applicabili uno o più
scenari di danno all’ambiente considerati dal presente documento. Il Soggetto Gestore deve
mantenere informazioni documentate circa tale analisi, in apposita prospetto (vedere prospetto 1)
che deve essere periodicamente aggiornata.
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Incendio, scoppio, esplosione Sempre applicabile Identificare aree a differente livello di rischio
Depuratore e/o disoleatore aziendale Da valutare Elencare scarichi presenti, disoleatori e/o
impianti trattamento
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REQUISITO
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Planimetria e
Identificare e
caratteristiche
documentare le
delle potenziali
sorgenti di rischio
Identificazione sorgenti Identificazione
presenti nel sito
5.1-1 delle sorgenti completa ed Obbligatorio
che possono
di rischio Prospetto adeguata: SI/NO
portare ad uno
contenente le
scenario di danno
Sorgenti di
ambientale
Rischio
Il Soggetto Gestore deve identificare le sorgenti di rischio presenti nel sito e quindi predisporre un prospetto
delle proprie Sorgenti indicandone le caratteristiche principali.
La verifica è da eseguirsi per ogni sito dell’organizzazione rientrante nel campo di applicazione del sistema
certificato.
Il Soggetto Gestore, una volta definite le sorgenti di rischio presenti, deve definire quali sono i
bersagli presenti nel proprio sito, e non solo, che potrebbero essere oggetto di danno ambientale.
In questa analisi vanno considerati sia i bersagli direttamente raggiungibili dalla sorgente di rischio,
sia i bersagli che possono essere raggiunti indirettamente, per propagazione attraverso un altro
bersaglio. Non può essere quindi definita una distanza dalla sorgente entro la quale valutare la
presenza dei potenziali bersagli, ma il Soggetto Gestore deve identificare la presenza o meno di
percorsi "sorgente di rischio-bersaglio" attivi o attivabili a seguito di un incidente e
conseguentemente definire tutti i bersagli raggiungibili.
NOTA Ad esempio, in presenza di un bersaglio costituito da un corso d’acqua che sfocia in mare, lo stesso
mare deve essere considerato come un bersaglio applicabile, indipendentemente dalla distanza dal sito.
Di seguito sono indicate le tipologie di bersagli che devono essere valutate se applicabili al sito:
− terreno;
− corpi idrici superficiali, mare/laghi;
− corpi idrici sotterranei (falde);
− recettore umano;
− habitat naturali protetti, aree protette;
− specie protette.
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Si precisa che il recettore umano è stato inserito nel predetto elenco in quanto risulta determinante
nella valutazione del danno al terreno ed alle acque sotterranee, poiché CSC e CSR 1 sono di fatto
basate sul rischio di danno al recettore umano stesso.
Tale bersaglio deve quindi essere considerato nella valutazione in considerazione del fatto che il
presente documento riguarda indirettamente anche la tutela della salute umana.
All’atto della definizione dei bersagli diretti o indiretti applicabili, laddove il Soggetto Gestore voglia
escluderne alcuni, si deve procedere a motivare e documentare tale scelta da un punto di vista
tecnico (ad es. percorso inattivo, esistenza di misure di contenimento, distanza sorgente-bersaglio
eccessiva, ecc.), diversamente tali bersagli devono essere di default considerati applicabili.
NOTA Ad esempio, potrà non essere considerato come bersaglio la falda acquifera per aree prive di falda o
per quelle in cui la falda sia protetta da orizzonti argillosi continui che costituiscono uno sbarramento
permanente ai contaminanti presenti in sito e che non possono essere accidentalmente danneggiati da
eventuali interventi antropici che potrebbero costituire una via di infiltrazione (ad es. per perforazione di pozzi
o di fondazioni indirette in sito o nelle immediate vicinanze).
Per ogni sorgente di rischio devono essere prodotti quindi dei diagrammi con l’evidenza dei percorsi
potenzialmente attivi e dei bersagli potenzialmente impattati, che devono essere aggiornati
periodicamente.
Per detti bersagli infine deve essere valutata la vulnerabilità, in accordo alla metodologia riportata in
Appendice A, e se ne deve quindi mantenere una informazione documentata aggiornata.
Per i bersagli applicabili, il Soggetto Gestore deve effettuarne la valutazione dello stato di fatto
iniziale (“baseline”) sulla base di dati e informazioni disponibili per poterne effettuare negli anni
successivi una valutazione di miglioramento/peggioramento.
Tale valutazione dovrebbe essere effettuata anche per tutti gli altri bersagli che non sono stati ritenuti
oggetto di danno ambientale ma comunque presenti nel sito.
1
CSC: Concentrazione soglia di Contaminazione, CSR: Concentrazione Soglia di Rischio.
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Percorso di migrazione
dispersione e trasporto
Collegamento percolazione nel
volatilizzazione diffusione nelle mediante acque dilavamento
diretto terreno insaturi
acque di falda superficiali
Mare x
Fiume x x x
Lago x
Bersaglio
Suolo insaturo x x x
falda x x
habitat naturali e
x
specie protette
Sedimenti x
Nota: I colori delle varie celle potrebbero identificare il diverso livello di vulnerabilità del bersaglio in funzione del percorso considerato.
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− prendere conoscenza da parte del management aziendale del contesto naturale in cui è
inserito il sito;
− individuare i requisiti aggiuntivi da applicare prioritariamente per passare dal livello di
certificazione Base ai livelli superiori. Dettagli relativi a tale modalità sono indicate all’interno
del Regolamento di certificazione.
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Elaborato con
5.2-1 Identificazione dei Identificare, per Elaborato e Obbligatorio
sintetica
bersagli ogni sorgente di planimetrie presenti
descrizione
rischio, i possibili ed adeguate: SI/NO
potenziali
bersagli/ percorsi/
bersagli
vulnerabilità
Planimetria con
ubicazione
bersagli
Il Soggetto Gestore deve predisporre una relazione documentata sui potenziali bersagli (es presenza di falda,
corso d’acqua, campo pozzi ad uso idropotabile) degli scenari identificati come applicabili nel sito
descrivendone le loro caratteristiche di vulnerabilità (terreno permeabile, profondità limitata, presenza di pozzi
all’interno del sito …) in accordo con la metodologia riportata in Appendice A.
Il Soggetto Gestore deve effettuare la valutazione dello stato di fatto ambientale iniziale del sito (“baseline”)
relativamente ai bersagli oggetto di potenziale danno, attraverso uno studio di desktop review sulla base dei
dati e delle informazioni disponibili in proprio e presso gli Enti competenti (per es. caratterizzazioni ambientali
già realizzate in sito, analisi di pozzi idrici esistenti in sito, PGT, carte geologiche e idrogeologiche, database
siti Seveso, database regionali siti contaminati, database AIA, informazioni climatologiche relative alla piovosità
e venti, ecc.). Le informazioni dovranno come minimo riassumere le caratteristiche e lo stato di qualità iniziale
delle matrici ambientali e facilitare la comprensione del modello fonte di rischio-percorso di migrazione-
bersaglio.
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare la valutazione dello stato di fatto ambientale iniziale del sito (“baseline”)
relativamente ai bersagli ritenuti non oggetto di potenziali danni attraverso uno studio di desktop review sulla
base dei dati e informazioni disponibili in proprio e presso gli Enti competenti (ad es. caratterizzazioni
ambientali già realizzate in sito, analisi di pozzi idrici esistenti in sito, PGT, carte geologiche e idrogeologiche,
database siti Seveso, database regionali siti contaminati, database AIA, informazioni climatologiche relative
alla piovosità e venti, ecc.). Le informazioni dovranno come minimo riassumere le caratteristiche e lo stato di
qualità iniziale delle matrici ambientali e facilitare la comprensione del modello fonte di rischio-percorso di
migrazione-bersaglio.
© UNI 19
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Il Soggetto Gestore deve determinare il campo di applicazione del proprio Sistema per la
prevenzione dei danni all’ambiente e la tutela delle risorse naturali al fine di chiarire i confini fisici ed
organizzativi ai quali si applica il sistema.
Nel determinare il campo di applicazione, tra i vari elementi, il Soggetto Gestore deve considerare:
Prevenzione dei danni all’ambiente e risorse naturali potenzialmente derivanti dagli scenari
di rischio xxx, xxx, xxx, generati dalle attività operative di xxx, xxx, xxx svolte presso il sito di
xxx.
Tutti gli scenari applicabili riconducibili alle attività, prodotti, servizi, impianti ed attrezzature del
Soggetto Gestore che rientrano in tale campo di applicazione devono essere comprese nel Sistema
realizzato sulla base della presente prassi di riferimento.
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Sito web
Rendere disponibile
Campo di
alle parti interessate Documentazione
Campo di applicazione
5.3-2 il campo di informativa o Aggiuntivo
applicazione disponibile alle parti
applicazione del commerciale
interessate: SI/NO
Sistema
Altro
Il Soggetto Gestore deve stabilire, attuare, mantenere e migliorare in modo continuo un Sistema per
la Prevenzione dei Danni Ambientali e la Tutela delle Risorse Naturali in conformità ai requisiti della
presente prassi normativa.
Tale sistema dovrà comprendere, come minimo, quanto specificato nel presente documento in
materia di struttura organizzativa, responsabilità, prassi operative, procedure, procedimenti e risorse
per la prevenzione dei danni ambientali, la tutela delle risorse naturali e la protezione della salute
delle persone.
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Implementare un
Sistema per la Registrazioni
Implementazione Registrazioni
5.4-1 Prevenzione dei Danni presenti e Obbligatorio
del Sistema specifiche
Ambientali e la Tutela complete: SI/NO
delle Risorse Naturali
Il Soggetto Gestore deve stabilire, attuare, mantenere e migliorare continuativamente un Sistema per la
prevenzione dei danni ambientali, la tutela delle risorse naturali e la protezione della salute delle persone.
6 LEADERSHIP
Il Soggetto Gestore deve assicurare che compiti, responsabilità e autorità per i ruoli pertinenti al
Sistema siano assegnati in modo chiaro e ben definito e che siano documentati e comunicati
all’interno dell’Organizzazione.
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Organigramma
6.1-1 Ruoli e Identificare e Responsabilità Obbligatorio
Responsabilità Formalizzare le Manuale del identificate e
responsabilità Sistema documentate:
associate al Sistema SI/NO
Lettera di incarico
Il Soggetto Gestore deve garantire che i compiti e responsabilità associati al Sistema siano identificati e
comunicati all’interno dell’Organizzazione.
Organigramma
6.1-4 Ruoli e Nominare un Responsabile Obbligatorio
Responsabilità Responsabile delle Lettera di incarico delle
Comunicazioni da e comunicazioni
Procedura delle
verso l’esterno in caso nominato: SI/NO
Comunicazioni
di emergenza
Piano di Emergenza
Il Soggetto Gestore deve nominare un Responsabile delle Comunicazioni da e verso l’esterno in caso di
emergenza, che deve essere immediatamente avvisato in ogni situazione di emergenza e deve provvedere
ad avvisare gli opportuni contatti interni ed esterni al Soggetto Gestore stesso.
Il Soggetto Gestore deve identificare il personale addetto alla manutenzione che esegua direttamente le
manutenzioni oppure che gestisca la manutenzione effettuata dai fornitori esterni.
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7 PIANIFICAZIONE
Una volta individuate le potenziali sorgenti di danno all’ambiente, il Soggetto Gestore dovrebbe
analizzare e valutarne i rischi in modo tale da comprendere le priorità di intervento circa gli scenari
applicabili.
Al fine di supportare le decisioni in ambito di pianificazione delle attività, il Soggetto Gestore deve
effettuare una analisi del rischio delle sorgenti di danno ambientale identificate comprendendone la
natura e le caratteristiche del rischio presenti, incluso, il relativo livello di severità.
L’analisi del rischio dovrà essere condotta in modo qualitativo, quantitativo o attraverso una
combinazione dei due approcci e dovrebbe includere i seguenti elementi minimi:
L’esito dell’analisi del rischio deve essere riportato su un apposito documento da mantenere
aggiornato.
A fronte delle priorità emerse dall’analisi del rischio, il Soggetto Gestore deve valutare quali ulteriori
azioni sono necessarie e decidere conseguentemente di:
Gli esiti della valutazione dei rischi devono essere registrati in un apposito documento e devono
essere mantenuti aggiornati.
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REQUISITO CLASSIFICAZIONE
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Analisi
Analizzare la natura e
Analisi del Report analisi presente ed
7.1-1 le caratteristiche dei Obbligatorio
rischio del rischio adeguata:
rischi
SI/NO
Il Soggetto Gestore dovrebbe analizzare la natura e le caratteristiche dei rischi, inclusa la relativa
severità, documentandola in apposito report.
Valutazione
Valutare i rischi e Documento
Valutazione presente ed
7.1-2 prendere decisioni sulla valutazione dei Obbligatorio
del rischio adeguata:
relativa gestione rischi
SI/NO
Una volta definite le sorgenti di rischio applicabili, il Soggetto Gestore deve specificare per ogni
sorgente se la stessa è rimovibile e/o sostituibile con sorgenti a minor impatto. Tale attività deve
essere fatta anche per le sostanze e processi pericolosi presenti nel sito, in accordo alle migliori
norme tecniche e conoscenze specialistiche, valutando le alternative esistenti.
Si dovrebbe procedere quindi alla eliminazione del rischio eliminando o sostituendo del tutto le
sorgenti di rischio e/o sostanze e/o processi presente nel sito eliminabili all’origine (es: rimozione del
serbatoio interrato, sostituzione di una sostanza pericolosa con una sostanza non pericolosa).
NOTA Il trasferimento del rischio ad un fornitore (es. cromatura eseguita all’esterno del sito), non rientra nella
strategia di eliminazione del rischio.
Qualora il Soggetto Gestore non intenda o non possa procedere alla eliminazione del rischio, deve
motivarne e documentarne le ragioni e quindi deve procedere con la mitigazione dei rischi residui
applicando tutte le misure tecniche ed organizzative necessarie per ridurre la possibilità che tali
sorgenti generino un danno all’ambiente.
All’interno del Capitolo 9 del presente documento sono riportate, come “requisiti obbligatori”, tutte le
attività che vanno a ridurre la Probabilità (probabilità che si verifichi un danno) e la Magnitudo (entità
dell’eventuale danno) del danno e quindi permettono una mitigazione del rischio.
L’applicazione di tali azioni deve essere svolta in maniera integrata con gli altri processi aziendali,
tenendo conto delle opzioni tecnologiche e delle disponibilità finanziarie ed operative aziendali.
Il Soggetto Gestore deve pertanto predisporre un “piano di minimizzazione dei rischi”, idoneamente
documentato, che indichi le tempistiche e le relative responsabilità.
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Il Soggetto Gestore deve valutare nel ciclo produttivo quali sorgenti, sostanze e processi pericolosi
potrebbero essere eliminati, in accordo alle migliori norme tecniche e conoscenze specialistiche, valutando
le alternative esistenti.
Sorgente di
rischio,
Eliminare il rischio
prodotto e/o
eliminando e/o sostituendo Evidenze
Trattamento attività
7.2-2 sorgenti, prodotti, processi documentali a Aggiuntivo
del rischio pericolosa
pericolosi con elementi non supporto
eliminata o
pericolosi
sostituita:
SI/NO
Il Soggetto Gestore dovrebbe eliminare la sorgente di rischio oppure la sostanza e/o il processo pericoloso
tenendone evidenze documentate.
Il Soggetto Gestore deve documentare i motivi secondo i quali non ha proceduto ad attuare una “eliminazione
del rischio” sebbene fosse possibile farlo.
Piano di
Applicare i requisiti
mitigazione
7.2-4 Studio del obbligatori indicati all’interno piano di
rischi
rischio di un “piano di mitigazione mitigazione dei Obbligatorio
presente ed
residuo dei rischi residui” rischi
adeguato:
documentato
SI/NO
Il Soggetto Gestore deve predisporre ed applicare un idoneo “Piano di minimizzazione rischi residui” che
dettagli tempistiche, risorse e responsabilità associate all’applicazione dei requisiti obbligatori del presente
documento.
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Il Soggetto Gestore deve mantenere informazioni documentate dei propri obblighi e delle migliori
tecniche applicabili.
2
https://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/
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Identificare e avere
Newsletter
accesso ed applicare gli Accessibilità ad
obblighi di conformità e, elenco Norme e
Obblighi di Elenco leggi
7.3-1 se richiesto da BAT e relativa Obbligatorio
conformità
autorizzazioni e/o applicazione:
Accesso a
certificazioni, alle migliori SI/NO
Banche Dati
tecniche applicabili (BAT)
Determinare e avere accesso agli obblighi di conformità e migliori tecniche disponibili (BAT) relative ai
propri scenari ambientali tramite, ad esempio, newsletter, accesso a siti specializzati, Banche Dati,
supporto da parte delle associazioni di categoria, altro.
Il Soggetto Gestore deve quindi ottemperare ai requisiti indicati dagli obblighi di conformità e BAT
assicurandone una registrazione puntuale.
Nota: la verifica di conformità non è oggetto della presente certificazione, per cui il controllo si limiterà alla
verifica della presenza delle registrazioni incluse, ove presenti, le registrazioni correlate alle certificazioni
UNI EN ISO 14001 e Registrazioni EMAS.
Identificare e avere
Accessibilità ad
accesso ed applicare le Newsletter
elenco BAT e
Obblighi di migliori tecniche applicabili
7.3-2 relativa Aggiuntivo
conformità (BAT) anche se non Accesso a
applicazione:
richiesto da autorizzazioni Banche Dati
SI/NO
e/o certificazioni
Determinare e avere accesso alle migliori tecniche disponibili (BAT) relative ai propri scenari ambientali
tramite, ad esempio, newsletter, accesso a siti specializzati, Banche Dati, supporto da parte delle
associazioni di categoria, altro.
Il Soggetto Gestore deve quindi ottemperare quanto previsto dalle BAT assicurandone una registrazione
puntuale.
Nota: la verifica di conformità non è oggetto della presente certificazione, per cui il controllo si limiterà alla
verifica della presenza delle registrazioni incluse, ove presenti, le registrazioni correlate alle certificazioni
UNI EN ISO 14001 e Registrazioni EMAS.
Predisporre una
dichiarazione relativa alla Dichiarazione di
Obblighi di Dichiarazione di
7.3-3 conformità giuridica conformità Obbligatorio
conformità conformità
applicabile agli scenari presente: SI/NO
ambientali individuati
Il Soggetto Gestore deve predisporre una dichiarazione a firma dell’alta Direzione relativa alla conformità
giuridica applicabile agli scenari che dovrà essere resa disponibile alle parti interessare su richiesta. Tale
dichiarazione deve essere aggiornata periodicamente con una frequenza minima annuale.
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8 SUPPORTO
8.1 Risorse
Il Soggetto Gestore deve determinare e mettere a disposizione le risorse necessarie per l’istituzione,
l’attuazione, il mantenimento e il miglioramento continuo del Sistema nel rispetto dei requisiti della
legislazione vigente. Esse comprendono le risorse umane, incluse conoscenze e abilità
specializzate, le infrastrutture, le tecnologie e le risorse finanziarie.
Organigramma
Determinare e mettere
8.1-1 Risorse presenti
Acquisizione di a disposizione le Elenco
ed adeguate: Obbligatorio
Risorse risorse necessarie attrezzature
SI/NO
per il Sistema
Piano economico
Il Soggetto Gestore deve determinare e mettere a disposizione le risorse necessarie per l’istituzione,
l’attuazione, il mantenimento e il miglioramento continuo del Sistema. Ad esempio le persone identificate per
lo sviluppo del sistema devono essere numericamente sufficienti ed idonee a ricoprire quello specifico ruolo;
la Direzione deve mettere a disposizione risorse finanziarie sufficiente per ottemperare i requisiti del sistema,
le attrezzature devono essere adeguate rispetto a quanto richiesto dalla presente prassi.
Il Soggetto Gestore deve assicurare che tutte le risorse interne e/o esterne all’organizzazione che
svolgono attività lavorative sotto il suo controllo, alle sue dipendenze o di terzi, fisse o occasionali,
siano competenti e formate.
Deve inoltre provvedere alla redazione e/o integrazione di un Piano della Formazione che riporti gli
eventi formativi richiesti dal presente documento, sia di tipo generale che di dettaglio. In particolare:
− per il management preposto alle tematiche ambientali, devono essere effettuati dei corsi
annuali su uno o più argomenti inerenti la normativa ambientale vigente, inclusi bonifica e
ripristino e aspetti di prevenzione dei danni alle matrici ambientali;
− per il personale interno addetto alle manutenzioni devono essere effettuati dei corsi annuali
su best practice e manutenzione degli impianti presenti in sito, con particolare attenzione alle
modalità di prevenzione dei danni all’ambiente. I corsi devono essere distribuiti in trimestri;
− per il personale interno addetto alle emergenze (squadre di emergenza) devono essere
effettuati corsi periodici circa le corrette modalità di intervento immediato sui macchinari,
impianti ed aree del sito nel caso di emergenza ambientale;
− il personale esterno coinvolto nelle manutenzioni e/o nelle emergenze deve dare evidenza
di aver ricevuto formazione specifica ed idonea.
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Devono essere conservate informazioni documentate circa l’esecuzione della formazione, ma anche
sul controllo effettuato del relativo apprendimento.
Oltre alla formazione di tipo generale sopra indicata, il Soggetto Gestore deve garantire una ulteriore
formazione specifica per il personale operativo, coerentemente con i requisiti di dettaglio espressi
nell’Appendice Normativa A alla presente Prassi.
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Registro
Assicurare una formazione annuale formazione
Formazione
al management preposto alle
erogata ed
8.2-1 Formazione tematiche ambientali in merito alle Attestati Obbligatorio
adeguata:
modalità di prevenzione e
SI/NO
mitigazione del danno all’ambiente Piano di
formazione
La durata di tali corsi è di 8 h/anno (per il primo anno) e di 4 h/anno (per gli anni successivi) per il livello base,
a cura di docenti qualificati e di comprovata esperienza nella tematica specifica. I corsi dovranno vertere sulla
normativa ambientale vigente in tema di prevenzione, mitigazione e/o ripristino del danno all’ambiente, con
particolare attenzione alle implicazioni di responsabilità e gestionali, nonché sulle tecniche di risk management
applicate agli aspetti ambientali e sulle modalità di formazione di una cultura della sicurezza ambientale a livello
aziendale.
Registro
Assicurare una formazione annuale formazione
Formazione
al management preposto alle
erogata ed
8.2-2 Formazione tematiche ambientali in merito alle Attestati Aggiuntivo
adeguata:
modalità di prevenzione e
SI/NO
mitigazione del danno all’ambiente Piano di
formazione
La durata di tali corsi dovrebbe essere di 8 h/anno (per il primo anno e per gli anni successivi) per i livelli medio
ed avanzato, a cura di docenti qualificati e di comprovata esperienza nella tematica specifica. I corsi dovranno
vertere sulla normativa ambientale vigente in tema di prevenzione, mitigazione e/o ripristino del danno
all’ambiente, con particolare attenzione alle implicazioni di responsabilità e gestionali, nonché sulle tecniche di
risk management applicate agli aspetti ambientali e sulle modalità di formazione di una cultura della sicurezza
ambientale a livello aziendale.
Idonea
Assicurare una formazione annuale
Registro formazione
al personale interno addetto alle
formazione eseguita,
8.2-3 Formazione manutenzioni in merito alle modalità Obbligatorio
documentata e
di prevenzione e mitigazione del
Attestati comprovata:
danno all’ambiente
SI/NO
La durata di tali corsi è di 4 h/anno per ogni scenario di rischio applicabile (per il primo anno) ridotte a 2 h/anno
(per gli anni successivi) con un minimo di 4 ore anno. I corsi dovranno vertere sulla normativa ambientale
vigente in tema di prevenzione, mitigazione e/o ripristino del danno all’ambiente, con particolare attenzione alle
implicazioni operative, nonché sulle BAT per la prevenzione del danno all’ambiente in fase di manutenzione,
includendo le procedure per lo smaltimento dei rifiuti, per il corretto stoccaggio delle sostanze pericolose, per
il contenimento di emissioni e reflui e per la prevenzione degli incidenti di rilevanza ambientale in fase di
manutenzione.
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Attestati di Formazione-
partecipazione addestramento
Assicurare la formazione e
eseguita,
8.2-4 Formazione addestramento al personale della Obbligatorio
Verbale prova documentata e
squadra di emergenza interna
pratica comprovata:
antincendio SI/NO
La squadra di emergenza deve essere formata ed addestrata anche attraverso l’effettuazione di prove pratiche,
da personale esterno o interno adeguatamente specializzato circa le corrette modalità di intervento immediato
sui macchinari, impianti ed aree del sito nel caso di emergenza ambientale, ad esempio provocata da
sversamenti, allagamento, sommossa, terremoto, tornado, esplosione.
Le prove pratiche devono prevedere anche le prove di funzionamento e di comprensione dei vari allarmi adibiti
a tali emergenze, con la loro individuazione sul campo e la comprensione delle cause e delle eventuali ulteriori
informazioni fornite dai sistemi (tipo di problema, livello di severità dell’allarme) nonché delle corrette modalità di
intervento, inclusa l’eventuale operazione sugli impianti. Vanno inoltre verificati posizionamento, adeguatezza e
dimestichezza con l’uso degli eventuali kit, ausili e presidi (materiali assorbenti, DPI ecc.). Deve essere verificato il
funzionamento degli eventuali sistemi automatici e manuali di intervento, quali pompe, sganci tensione, luci, valvole,
evacuatori ecc. Le prove devono riguardare a rotazione in un triennio tutti i dispositivi di anomalia ed allarme per
emergenza ambientale nonché tutti i sistemi automatici e manuali di intervento.
La formazione deve avere una durata minima di 8 h/anno di formazione. La durata complessiva di
formazione/addestramento può essere dimezzata in assenza di sostanze pericolose ed ulteriormente
dimezzata per siti di solo deposito.
Idonea
Attestati di
formazione-
Assicurare idonea e periodica partecipazione
addestramento
formazione e addestramento al
8.2-5 Formazione eseguita, Aggiuntivo
personale della squadra di Verbale prova
documentata e
emergenza interna pratica
comprovata:
antincendio
SI/NO
Formazione e addestramento, anche attraverso l’effettuazione di prove pratiche, dovrebbero essere tenuti da
personale esterno o interno adeguatamente specializzato con comprovata esperienza nella tematica specifica.
La formazione dovrebbe avere una durata di almeno 32 h/anno suddivise in periodi non superiori a 4 mesi, con
verifica dell’apprendimento. La durata complessiva di formazione/addestramento può essere dimezzata in
assenza di sostanze pericolose ed ulteriormente dimezzata per siti di solo deposito. Il contenuto dei corsi è
descritto al punto precedente.
Idonea
formazione-
Utilizzare per la manutenzione degli
addestramento
impianti o per la squadra di Attestati di
8.2-6 Formazione eseguita, Obbligatorio
emergenza personale interno o partecipazione
documentata e
esterno formato e qualificato
comprovata:
SI/NO
Il Soggetto Gestore deve utilizzare personale interno o esterno formato e qualificato nell’ambito delle specifiche
attività per le attività di manutenzione e/o per la squadra di emergenza.
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8.3 Comunicazione
NOTA A titolo esemplificativo e non esaustivo, si precisa che dovrebbero essere comunicati e noti:
Ove richiesto dai propri obblighi di conformità, il Soggetto Gestore deve comunicare esternamente
le emergenze ambientali e le informazioni pertinenti al Sistema. A tale proposito il Soggetto Gestore
deve predisporre idoneo Piano di Emergenza o Procedura indicante le modalità operative correlate
alle comunicazioni esterne.
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Il Soggetto Gestore dovrebbe assicurare la comunicazione interna circa le emergenze ambientali ed anche
circa le informazioni pertinenti al sistema della prevenzione ai danni all’ambiente.
Il Soggetto Gestore dovrebbe assicurare la comunicazione esterna circa le emergenze ambientali ed anche
circa le informazioni pertinenti al Sistema della prevenzione ai danni all’ambiente.
Qualora previsto dalle disposizioni legislative il Soggetto Gestore deve comunicare le emergenze ambientali
che si verificano alle autorità competenti.
Il Soggetto Gestore deve predisporre idoneo Piano di Emergenza o Procedura di comunicazione indicante
le modalità operative correlate alle comunicazioni esterne.
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NOTA L’estensione delle informazioni documentate del sistema può variare da un’organizzazione all’altra. Le
informazioni previste dal presente documento devono comunque essere necessariamente fornite, mentre sulle
altre informazioni il Soggetto Gestore può esercitare una certa discrezionalità.
REQUISITO
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Mantenere le
Informazione Informazioni
Informazioni informazioni
8.4-1 documentate documentate Obbligatorio
documentate documentate richieste
varie presenti: SI/NO
dalla prassi
Mantenere le Informazioni
informazioni Informazione documentate
Informazioni
8.4-2 documentate documentate sufficienti per Obbligatorio
documentate
necessarie per varie l’efficacia del
l’efficacia del sistema sistema: SI/NO
9 ATTIVITÀ OPERATIVE
Il Soggetto Gestore deve adottare, tenere sotto controllo e mantenere attivi e aggiornati i processi
per soddisfare ed attuare quanto previsto all’interno del “piano di minimizzazione dei rischi” e
pertanto procedere a gestire il rischio di danno all’ambiente sulla base dei requisiti indicati all’interno
delle appendici normative al presente documento.
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REQUISITO CLASSIFICAZIONE
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Adottare,
Piano di
controllare e
minimizzazione
aggiornare quanto piano di
Gestione del dei rischi
9.1.1 definito all’interno minimizzazione dei Obbligatorio
rischio
del piano di rischi adottato: SI/NO
Informazioni
minimizzazione
documentate
dei rischi
Il Soggetto Gestore deve adottare quanto previsto all’interno del Piano di minimizzazione dei rischi e quindi
aggiornare la prospetto di identificazione delle sorgenti di rischio così come il modello sorgente-percorso-
bersaglio.
In presenza quindi di una qualifica/valutazione dei fornitori, il Soggetto Gestore deve acquistare
prodotti o servizi solamente da soggetti qualificati.
3
Ad esempio: fornitore certificato ISO14001/registrato EMAS, recupero rifiuti, mezzi elettrici, riutilizzo acque reflue ecc.
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REQUISITO CLASSIFICAZIONE
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Definire un criterio
di qualifica dei
Procedura
fornitori basato sulla
Procedura qualifica fornitori
9.2-1 Fornitori qualità del Aggiuntivo
qualifica fornitori presente ed
prodotto/servizio ed
adeguata: SI / NO
anche requisiti con
valenza Ambientale
Il Soggetto Gestore dovrebbe definire dei criteri di qualifica che prevedano specifici requisiti per tutti i
fornitori, inclusi sia la società esterna di gestione delle emergenze che la società di
consulenza/progettazione/ingegneria incaricata di valutare le eventuali misure di prevenzione e mitigazione
del danno, ove presenti.
Valutazione
periodica dei Valutazione
Elenco fornitori
9.2-2 Fornitori fornitori secondo i presente ed Aggiuntivo
qualificati
criteri definiti adeguata: SI/NO
internamente
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare una valutazione periodica dei propri fornitori secondo i criteri definiti
nelle procedure interne che tengano conto anche di eventuali misure di prevenzione e mitigazione del
danno, ove presenti.
Acquistare prodotti
Fatture acquisto Obbligatorio
e/o attrezzature e/o Fornitori coinvolti
9.2-3 Fornitori servizi solamente = presenti in lista
Elenco fornitori (se applicabile il punto
da fornitori fornitori qualificati
qualificati 9.2-1 e 9.2-2)
qualificati
In presenza di un elenco di fornitori qualificati, il Soggetto Gestore deve acquistare prodotti e/o attrezzature
e/o servizi solamente da fornitori qualificati.
L’esecuzione dei corretti interventi nelle prime fasi di un’emergenza ambientale è cruciale per
permettere di contenere il danno, per tale motivo il Soggetto Gestore deve:
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− comunicare a tutto il personale interno, ed anche alle Organizzazioni presenti nel sito, i
contenuti del piano di emergenza ambientale. il Soggetto Gestore dovrebbe comunicare i
contenuti del piano anche alle Organizzazioni esterne al sito che ne possono essere
coinvolte;
− sottoporre periodicamente a prove le azioni di risposta pianificate con tutto il personale
interno ed esterno presente in sito, ove praticabile; la pianificazione della tipologia di scenari
da sottoporre a prova dovrebbe essere predisposta coerentemente con quanto emerso dalla
valutazione dei rischi e comunque includere tutti gli scenari nell’arco del periodo di validità
della certificazione. Ove possibile il Soggetto gestore dovrebbe coinvolgere nelle prove
anche le organizzazioni esterne al sito che possono essere coinvolte delle emergenze;
− verificare gli allarmi presenti negli impianti giornalmente attraverso sopralluoghi oppure,
attraverso un sistema di remotazione degli allarmi;
− verificare che siano previsti ed attuati manutenzioni e controlli delle apparecchiature di
emergenza, degli impianti e delle attrezzature per la gestione delle emergenze ed il
contenimento delle conseguenze;
− gestire le emergenze nei tempi previsti dal Piano di Emergenza. Il Soggetto Gestore
dovrebbe poter gestire l’emergenza, con mezzi propri o con il supporto della società di
intervento, entro 30 minuti dall’accadimento della stessa.
Il Soggetto Gestore dovrebbe identificare e predisporre un accordo con una società di pronto
intervento per gestire in poche ore dalla chiamata la situazione di emergenza con reperibilità
costante. I recapiti e riferimenti di tale società devono essere noti alla squadra di emergenza.
REQUISITO CLASSIFICAZIONE
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Disporre, riesaminare
Piani di Gestione Piano di
periodicamente e
emergenza Gestione
Pianificazione mantenere aggiornati
9.3-1 presente ed Obbligatorio
emergenza Piani di Gestione
Valutazione dei adeguato:
dell’emergenza
rischi SI/NO
ambientale
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Comunicare
Evidenza Piano di
internamente il Piano
Pianificazione comunicazione Gestione
9.3-2 di Gestione Obbligatorio
dell’emergenza del Piano di comunicato:
dell’emergenza
Gestione SI/NO
ambientale
Il soggetto gestore deve comunicare i contenuti del piano al personale interno ed anche alle
Organizzazioni esterne che lavorano all’interno del sito. In questo ultimo caso devono essere acquisite
evidenze di avvenuta consegna (es: verbali controfirmati).
Comunicare
Piano di
all’esterno il Piano di
Pianificazione Evidenza invio Gestione
9.3-3 Gestione Aggiuntivo
dell’emergenza Piano di Gestione comunicato:
dell’emergenza
SI/NO
ambientale
Il soggetto gestore dovrebbe comunicare i contenuti del piano alle Organizzazioni esterne che lavorano
nei pressi del sito che ne possono essere coinvolte. Devono essere acquisite evidenze di avvenuta
consegna (es: verbali controfirmati).
Procedure
Designare una aziendali interne
Squadra di
squadra di addetti
Pianificazione Organigramma emergenza
9.3-4 all’emergenza per Obbligatorio
dell’emergenza nominata:
ciascun turno Programma turni
SI/NO
operativo.
Piano di
emergenza
Il Soggetto Gestore deve formare ed addestrare adeguatamente la squadra di emergenza interna che deve:
- essere composta da almeno 2 persone per turno di lavoro in grado di spostarsi rapidamente in sito in
caso di emergenza;
- essere in possesso delle informazioni necessarie per gestire nell’immediato le possibili situazioni di
emergenza determinate dalle varie sorgenti di danno;
Verificare lo stato
Pianificazione Sopralluoghi
Individuazione degli impianti
9.3-5 controlli, Registri effettuati: Obbligatorio
dell’emergenza attraverso
controlli SI/NO
sopralluoghi
L’individuazione dell’emergenza deve avvenire mediante sopralluoghi in campo. Tali sopralluoghi devono
essere effettuati con frequenza almeno giornaliera delle verifiche su tutti gli impianti, aree di impianto,
stoccaggio e deposito con presenza di sostanze liquide pericolose negli orari senza presenza continuativa
di personale. Il controllo deve prevedere l’ispezione visiva e la verifica dei principali parametri previsti in
apposito Piano dei controlli.
LIVELLO BASE
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Verificare lo stato
degli impianti Pianificazione Allarmi
Individuazione
9.3-6 attraverso controlli, Registri remotati: Aggiuntivo
dell’emergenza
remotazione dei controlli SI/NO
principali allarmi
L’individuazione dell’emergenza dovrebbe avvenire mediante remotazione dei principali allarmi previsti per
gli impianti considerati sorgenti di rischio (ad es. ricezione di un SMS o messaggio vocale al cellulare del
responsabile di riferimento e/o segnalazione in apposita centrale operativa presidiata).
LIVELLO MEDIO
Verificare lo stato
degli impianti Pianificazione Allarmi
Individuazione
9.3-7 attraverso controlli, Registri remotati: Aggiuntivo
dell’emergenza
remotazione di tutti gli controlli SI/NO
allarmi
L’individuazione dell’emergenza dovrebbe avvenire mediante remotazione di tutti gli allarmi previsti per gli
impianti considerati sorgenti di rischio (ad es. ricezione di un SMS o messaggio vocale al cellulare del
responsabile di riferimento e/o segnalazione in apposita centrale operativa presidiata).
LIVELLO ALTO
Il Soggetto Gestore deve effettuare prove di emergenza ambientale annuali che coinvolgano personale
interno ed esterno eventualmente presente nel sito tenendo conto dei turni di lavorazione in modo che a
rotazione ogni turno venga coinvolto nelle prove stesse.
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare prove di emergenza semestrali che coinvolgano personale interno
ed esterno eventualmente presente nel sito tenendo conto dei turni di lavorazione in modo che a rotazione
ogni turno venga coinvolto nelle prove stesse.
LIVELLO MEDIO
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Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare prove di emergenza trimestrali che coinvolgano personale interno
ed esterno eventualmente presente nel sito tenendo conto dei turni di lavorazione in modo che a rotazione
ogni turno venga coinvolto nelle prove stesse.
LIVELLO ALTO
Coinvolgiment
Coinvolgimento
o di esterni
Gestione Organizzazioni
9.3-11 Verbali prove alle prove di Aggiuntivo
dell’emergenza esterne nelle prove di
emergenza:
emergenza
SI/NO
Il Soggetto Gestore dovrebbe coinvolgere Organizzazioni esterne che potrebbero essere eventualmente
coinvolte in un’emergenza ambientale nelle prove di emergenza.
Presenza dei
Piani di Gestione
Disponibilità delle kit e delle
Pianificazione
9.3-12 opportune dotazioni dotazioni Obbligatorio
dell’emergenza Verbali consegna
di emergenza previste:
DPI
SI/NO
La Squadra di emergenza deve essere dotata degli opportuni presidi e dotazioni in funzione dei Piani di
Gestione dell’Emergenza (ad esempio panni assorbenti, granuli assorbenti, tappeti copritombino
impermeabili, DPI appositi, sacchi o contenitori per la raccolta di rifiuti speciali, ecc., in funzione della
tipologia di prodotto).
Disporre di un Presenza
Accordo scritto
Gestione accordo con una contratto-
9.3-13 con società di Aggiuntivo
dell’emergenza società di pronto accordo:
pronto intervento
intervento SI/NO
Il Soggetto Gestore dovrebbe identificare e predisporre un accordo con una società di pronto intervento
incaricata ad intervenire in poche ore dalla chiamata, con reperibilità 24/24h, 7/7gg.
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Tutto il personale della squadra di emergenza deve conoscere il nome ed i recapiti della società di Pronto
Intervento da contattare in caso di emergenza ambientale, che devono essere indicati anche in
corrispondenza delle potenziali aree di incidente.
Verbale di
emergenza
Il Soggetto Gestore dovrebbe poter intervenire, con mezzi e risorse interne e/o con l’ausilio della società di
pronto intervento esterna, entro 30 minuti dall’allarme e comunque nei tempi richiesti dal Piano di
Emergenza.
Per gli impianti che utilizzano, stoccano e/o trattano sostanze pericolose per un quantitativo minimo
di 1 ton in stoccaggio, il Soggetto Gestore dovrebbe predisporre idonee misure di prevenzione degli
atti dolosi, con sistemi di dissuasione attiva e passiva (es: sistemi di allarme antiintrusione, sistemi
di video sorveglianza, muri perimetrali, società di vigilanza).
REQUISITO
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Relazione di
Presenza di sistema
installazione
di allarme
antiintrusione
Planimetrie Impianto presente
9.4-1 Conduzione ed adeguato: Aggiuntivo
Applicabile ai siti con
Contratto/accordo SI/NO
sostanze pericolose
con vigilanza
per un quantitativo
minimo di 1 ton
Procedure interne
Il perimetro e/o le aree sensibili del sito quali stoccaggi e impianti dovrebbero essere protette da un sistema
perimetrale e/o volumetrico di allarme antiintrusione collegato alle forze dell’ordine, a vigilanza privata e/o a
personale del sito che possa allertare le forze dell’ordine.
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REQUISITO
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Relazione di
Presenza di sistema installazione
sorveglianza video
Planimetrie Sistema presente
9.4-2 Conduzione Applicabile ai siti con ed adeguato: Aggiuntivo
sostanze pericolose Contratto/accordo SI/NO
per un quantitativo con vigilanza
minimo di 1 ton
Procedure interne
Dovrebbe essere presente un sistema di sorveglianza e registrazione video 24/24 h di tutte le aree sensibili
e delle possibili zone di accesso, con registrazione su cloud o server remoto.
Presenza recinzione
di tipo industriale o
muri su tutto il
perimetro del sito Recinzione-muro
Relazione di
9.4-3 Conduzione presente ed Aggiuntivo
installazione
Applicabile ai siti con adeguato: SI/NO
sostanze pericolose
per un quantitativo
minimo di 1 ton
Il perimetro del sito dovrebbe interamente essere protetto da muri o recinzioni continue di tipo industriale di
altezza non inferiore a 2,5 m, mantenute in condizioni di efficienza e verificate integralmente con frequenza
annuale.
Presenza di personale
di vigilanza Contratto con ditta
vigilanza
Controlli effettuati:
9.4-4 Conduzione Applicabile ai siti con Aggiuntivo
SI/NO
sostanze pericolose Registro dei
per un quantitativo controlli
minimo di 1 ton
Durante i periodi di assenza di personale lavorativo dovrebbe essere garantita la presenza di personale di
vigilanza fissa o di ronde.
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9.5 Gestione del rischio residuo: Trasferimento assicurativo dei rischi residui di danno
all’ambiente
Una volta adottate le misure più rilevanti per ridurre la probabilità e/o la magnitudo di un eventuale
danno all’ambiente (risk treatment), rimane un rischio residuo (residual risk). Tale rischio non può
essere oggetto di accettazione e ritenzione presso il soggetto gestore (risk retention o risk
acceptance), ma deve essere oggetto di trasferimento a terzi (risk transfer) di tipo assicurativo.
Il Soggetto Gestore deve pertanto dotarsi di una polizza assicurativa dedicata che non deve essere
limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni, né ai soli danni a terzi a seguito di inquinamento,
ma deve salvaguardare le risorse naturali ed il patrimonio dell’impresa e la funzione sociale da essa
svolta, garantendone la solidità e continuità nel tempo.
La polizza dovrà includere tutti gli obblighi previsti dalla normativa ambientale vigente, in particolare
quelli indicati nella Parte Quarta Titolo V “Bonifiche” e quelli della Parte Sesta “Danno Ambientale
del Testo Unico Ambientale.
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REQUISITO
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Il Soggetto Gestore
deve effettuare un
Caratteristiche
trasferimento
Copertura Polizza copertura
9.5-1 assicurativo del rischio Obbligatorio
assicurativa assicurativa assicurativa
attraverso la
adeguata: SI/NO
sottoscrizione di idonea
polizza assicurativa
4
Tale copertura deve quindi includere: Messa in sicurezza d’emergenza (MISE), Misure di Prevenzione, Bonifica, Messa
in Sicurezza Operativa (MISO), Messa in Sicurezza Permanente (MISP), Ripristino primario, complementare e
compensativo, sia per quanto riguarda la progettazione che l’esecuzione degli interventi, i relativi documenti, analisi e
monitoraggi necessari.
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presente documento associati ad ogni requisito identificato. Il Soggetto Gestore può inoltre
identificare nuovi indicatori specifici.
Il Soggetto Gestore dovrebbe monitorare l’andamento delle proprie prestazioni in termini di prevenzione ai
danni all’ambiente, tutela delle risorse naturali e protezione della salute delle persone attraverso l’analisi degli
indicatori presenti nel presente documento o altri indicatori appositamente creati.
Il Soggetto Gestore deve istituire, attuare e mantenere il processo necessario per valutare
l’adempimento dei propri obblighi di conformità, incluse le migliori tecniche disponibili (BAT) ove
applicabile.
Il Soggetto Gestore deve conservare informazioni documentate come evidenza del risultato della
valutazione della conformità.
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Definizione di un
Processo
Valutazione processo di
10.2-1 Procedura interna identificato: Obbligatorio
conformità valutazione di
SI/NO
conformità
Il Soggetto Gestore deve definire il processo necessario per valutare l’adempimento dei propri obblighi di
conformità, incluse le migliori tecniche disponibili (BAT) ove applicabile. Il metodo definito deve essere
documentato.
Documenti di
Valutazione di Valutazione
Valutazione registrazione della
10.2-2 conformità presente ed Obbligatorio
conformità valutazione
legislativa/normativa idonea: SI/NO
effettuata
Il Soggetto Gestore deve eseguire e documentare la valutazione degli adempimenti relativi agli obblighi di
conformità ed alle migliori tecniche applicabili coerentemente con quanto previsto dalla propria procedura
interna.
Tale verifica deve essere eseguita da personale competente e qualificato, interno o esterno
all’Organizzazione.
Il Soggetto Gestore dovrebbe svolgere, ad intervalli pianificati (almeno annuali), degli audit interni
sul proprio Sistema per tenere sotto controllo l’efficace attuazione del presente documento, oltre che
per verificare il livello di raggiungimento di conformità ed implementazione ai requisiti applicabili. I
risultati degli audit devono essere adeguatamente documentati.
L’auditor che esegue detti audit deve avere idonea e comprovata esperienza e qualificazione come
auditor ambientale e deve assicurare obiettività e imparzialità del processo di audit; ove non presenti
figure con l’opportuna idoneità tecnica e professionale all’interno del Soggetto Gestore, tali figure
andranno selezionate all’esterno, per esempio ricorrendo a consulenti esterni in possesso di tali
requisiti.
L’audit sul presente Sistema può svolgersi in modo integrato rispetto ad eventuali altri audit interni
di schemi di certificazione diversi.
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Curriculum
Identificare un auditor
Organigramma Auditor idoneo:
10.3-1 Audit interni interno qualificato ed Aggiuntivo
SI/NO
imparziale
Attestati di
formazione
Le attività di audit interno dovrebbero essere eseguite da personale interno o esterno che abbia partecipato
ad almeno un corso per auditor di prima e seconda parte, con relativa evidenza documentale. Inoltre tale
auditor deve essere imparziale rispetto al processo/attività oggetto di verifica.
Svolgere almeno
Audit interno:
annualmente degli
Rapporto/Check- eseguito e
10.3-2 Audit interni audit interni sul Sistema Aggiuntivo
list di Audit documentato
predisposto e
SI/NO
documentarne l’esito
I risultati di tale audit (svolti almeno annualmente) dovrebbero essere trasmessi al responsabile del Sistema
ed alla Direzione del Soggetto Gestore.
L’alta direzione dovrebbe, ad intervalli pianificati, riesaminare il Sistema del Soggetto Gestore per
assicurarne la continua idoneità, adeguatezza ed efficacia.
Il riesame dovrebbe includere, come elementi in ingresso, considerazioni circa i cambiamenti relativi
alla valutazione del rischio, il grado di realizzazione degli obiettivi ambientali, le informazioni sulle
prestazioni ambientali, analisi e gestione di eventuali emergenze ambientali, esiti degli Audit interni
ed esterni.
Come output deve riportare indicazioni circa l’adeguatezza ed efficacia del sistema e decisioni
relative alle opportunità di miglioramento e decisioni relative ad ogni necessità di modifica al
Sistema.
Il Soggetto Gestore deve conservare informazioni documentate quale evidenza dei risultati del
riesame della direzione.
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Riesame della
Riesaminare
Riesame della Verbale Riesame direzione eseguito
10.4-1 periodicamente il Aggiuntivo
Direzione della Direzione e documentato:
Sistema
SI/NO
L’alta direzione deve riesaminare il Sistema almeno una volta all’anno e tenerne traccia documentata.
Valutare durante il
Riesame specifici
Obbligatorio
elementi in ingresso Elementi in
Riesame della Verbale di
10.4-2 ingresso inclusi nel
Direzione riesame (se applicabile il punto
Applicabile se riesame: SI/NO
10.4-1)
presente Riesame
della Direzione
Se eseguito un Riesame della Direzione, gli elementi in ingresso del riesame devono essere: considerazioni
circa i cambiamenti relativi alla valutazione del rischio, il grado di realizzazione degli obiettivi ambientali,
informazioni sulle prestazioni ambientali, analisi e gestione di eventuali emergenze ambientali, risultati degli
Audit effettuati.
Definire durante il
Riesame specifici
Obbligatorio
elementi in uscita Elementi in uscita
Riesame della Verbale di
10.4-3 inclusi nel riesame:
Direzione riesame (se applicabile il punto
Applicabile se SI/NO
10.4-1)
presente Riesame
della Direzione
Se eseguito un Riesame della Direzione, lo stesso deve definire i seguenti elementi in uscita: indicazioni
circa adeguatezza ed efficacia del sistema, decisioni su opportunità di miglioramento.
11 MIGLIORAMENTO
Il Soggetto Gestore deve applicare in primis tutti i requisiti definiti obbligatori, poi dovrebbe definire
ulteriori miglioramenti al proprio Sistema. Tali obiettivi di miglioramento devono essere documentati,
misurabili attraverso specifici indicatori di prestazione (se praticabile) ed essere monitorati.
Nello stabilire gli obiettivi, il Soggetto Gestore deve tenere conto delle opzioni tecnologiche
disponibili, la sostenibilità economica e la fattibilità operativa.
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Le azioni per il raggiungimento dei propri obiettivi dovrebbero essere integrate nei processi
organizzativi del Soggetto Gestore.
REQUISITO
FASE DEL DOC. DI
PUNTO PREVISTO DAL INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO RIFERIMENTO
DOCUMENTO
Piano di
Prevedere un
miglioramento
miglioramento Piani di
11.1-1 Miglioramento identificato e Aggiuntivo
continuo del miglioramento
documentato:
Sistema
SI/NO
Il Soggetto Gestore dovrebbe prevedere un miglioramento continuo del sistema che risulta applicabile,
ad esempio ottemperando, oltre ai requisiti obbligatori, ulteriori requisiti facoltativi, oppure eliminando i
rischi piuttosto che mitigarli, oppure definendo degli obiettivi di miglioramento a lunga scadenza anche
tenendo conto dell’evoluzione progressiva delle norme, applicando i requisiti di cui al presente documento
ad altri siti della propria Organizzazione.
Il Soggetto Gestore deve stabilire, attuare e mantenere attive una o più procedure per gestire gli
incidenti, i quasi incidenti, le anomalie, i guasti e le altre non conformità e per intraprendere azioni
correttive.
Quando si verifica uno degli eventi di cui sopra il Soggetto Gestore deve intraprendere azioni per
tenerlo sotto controllo e correggerlo oltre che affrontarne le conseguenze, compresa la mitigazione
di impatti ambientali negativi. Tali azioni devono essere registrate e documentate.
Il Soggetto Gestore deve identificare ed attuare, ove applicabile, le azioni per eliminare le cause
degli eventi di cui sopra, in modo che questi non si ripetano e/o non si verifichino altrove.
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Progettazione
della gestione Stabilire, attuare e Documentazione
degli mantenere attive una Procedure o istruzioni presente ed
incidenti, o più procedure per operative adeguata: SI/NO
11.2-1 quasi- gestire gli incidenti, i Obbligatorio
incidenti, quasi incidenti, le Registrazione degli Registrazioni
anomalie e anomalie i guasti e le eventi presenti e
non - non conformità conformi: SI/NO
conformità
Il Soggetto Gestore deve stabilire, attuare e mantenere attive una o più procedure per gestire gli incidenti, i
quasi incidenti, le anomalie, i guasti e le altre non conformità al fine di intraprendere le opportune azioni
correttive. Tale procedura deve prevedere azioni per tenere sotto controllo, correggere ed affrontare le
conseguenze, compresa la mitigazione di impatti ambientali negativi, di incidenti, i quasi incidenti, le anomalie
i guasti e le non conformità.
Cause degli
Azioni per eliminare le
eventi
cause degli incidenti, Registrazione delle
Eliminazione individuate ed
11.2-2 quasi-incidenti, misure di eliminazione Obbligatorio
cause eliminate in
anomalie e non - delle cause
modo
conformità
adeguato: SI/NO
Il Soggetto Gestore deve identificare ed attuare le azioni necessarie per eliminare le cause di incidenti,
anomalie e non conformità, ove applicabili.
© UNI 51
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APPENDICE A
Nella presente Appendice, per ogni requisito, sono state esplicitate le seguenti informazioni:
NOTA I requisiti richiesti per le nuove installazioni si devono intendere applicabili agli impianti installati a partire
dal momento dell’implementazione del presente documento da parte del Soggetto Gestore.
NOTA Per quanto riguarda i requisiti classificati come Aggiuntivi, qualora gli stessi richiedano delle attività già
prescritte dalle autorizzazioni rilasciate al sito e/o dalle norme vigenti eventualmente con modalità più
stringenti, NON devono essere considerati criteri aggiuntivi bensì costituiscono criteri obbligatori.
Per individuare quali requisiti siano effettivamente applicabili, compilare la seguente check list.
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Sulla base delle risultanze della check list di cui sopra, implementare i requisiti relativi agli scenari
individuati come applicabili.
A.1 INCENDIO/SCOPPIO/ESPLOSIONE
− fumi e dispersione in aria di materiali, polveri, sostanze inquinanti volatili o non volatili;
− acque di spegnimento contenenti sostanze contaminanti o potenzialmente contaminanti;
− impatto diretto delle fiamme o dello scoppio sulle risorse naturali (es. bruciando un’area
protetta, sovrasfruttando un corpo idrico per spegnere l’incendio, causando l’uccisione di
specie protette).
Oltre a potenziali sorgenti come vasche, serbatoi o condotte, analizzate in modo specifico nei
successivi paragrafi, tutto ciò che è presente all’interno del sito interessato dall’evento, in
© UNI 53
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conseguenza dell’innalzamento delle temperature e del contatto con le fiamme, può diventare una
sorgente di potenziale danno all’ambiente:
Possono contenere materiali plastici e/o gommosi e/o sostanze lubrificanti e/o di
alimentazione, che a contatto con il calore rilasciano una componente aeriforme, costituita da
sostanze pericolose che si diffondono nell’aria, ed una componente solida/liquida che
mescolata con le acque di spegnimento dell’incendio si può diffondere nelle matrici ambientali
(terreno e acque sotterranee e superficiali) provocandone la potenziale contaminazione.
Possono essere costituiti da elementi che contengono sostanze tossiche o nocive per l’essere
umano e per l’ambiente, come amianto e/o fibre di vetro. Quando interessati dall’elevato calore
derivante dall’incendio/scoppio/esplosione, tendono a rompersi con conseguente
sprigionamento di fibre che si diffondono nell’ambiente.
L’incendio può potenzialmente danneggiare direttamente le risorse naturali quali acque, specie,
habitat naturali protetti e aree protette:
− per distruzione diretta delle risorse naturali (es. un bosco che va a fuoco);
− in caso di mobilizzazione delle sostanze (liquide e solide) liberatesi, mobilizzate e/o generate
a seguito dell’incendio e delle relative operazioni di spegnimento;
− in caso di necessità di reperimento di acqua da corpi idrici per poter garantire l’attività di
spegnimento dell’incendio.
Di seguito vengono riportati i requisiti da rispettare per la presente sorgente, suddivisi in criteri
Obbligatori (tutti i criteri necessari per la certificazione di livello Base) e Aggiuntivi (criteri da
rispettare, come definito nel Regolamento di Certificazione, per il livello Medio ed Avanzato).
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Piano di Emergenza
Progettare e installare
Progettazione ed installazione
correttamente i sistemi di
A.1.1 Progettazione Progetti idonea rispetto ai documenti di Obbligatorio
prevenzione e sicurezza
riferimento: SI/NO
antincendio
Relazione fine lavori
La progettazione e l’installazione dei sistemi di prevenzione e presidio antincendio devono essere effettuati da soggetto abilitato in accordo alle migliori norme
tecniche applicabili ed in accordo ai contenuti del Piano di Emergenza ambientale.
In presenza di sostanze infiammabili deve essere effettuata la classificazione e la ventilazione delle aree in accordo alle migliori norme tecniche applicabili.
In presenza di sostanze infiammabili e/o pericolose, deve essere verificato lo stoccaggio separato ove vi sono sostanze incompatibili o interagenti tra loro. Le
sostanze infiammabili ed esplosive devono essere depositate in apposite strutture/ locali separati da setti tagliafuoco o ubicati distanti da altri fabbricati.
Non è ammesso lo stoccaggio di imballaggi vuoti infiammabili (legno, cartone, carta, plastica ecc.) nei locali dove si trovano sostanze pericolose.
© UNI 55
UNI/PdR 107:2021
Il Soggetto Gestore deve verificare annualmente a cura di soggetto abilitato e con frequenza almeno annuale (salvo maggior frequenza richiesta da norme
tecniche ed autorizzazioni):
• la messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di evitare la formazione di cariche elettrostatiche;
Progetto impianto
Controllo parafulmini: verifica
eseguita SI/NO
© UNI 56
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• la messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di evitare la formazione di cariche elettrostatiche con frequenza annuale per impianti fissi
non vibranti, altrimenti con frequenza semestrale
Il Soggetto Gestore deve far verificare a cura di soggetto abilitato la necessità di un impianto di protezione dalle scariche atmosferiche.
In caso di ampliamenti, il Soggetto Gestore deve effettuare una nuova verifica atta ad accertare la necessità di ulteriori protezioni.
Il Soggetto Gestore deve installare e far verificare con frequenza almeno biennale a cura di soggetto abilitato l’efficienza dell’impianto di protezione dalle scariche
atmosferiche.
© UNI 57
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Relazione di professionista
abilitato
Installare e mantenere in efficienza Rilevatori presenti e
A.1.8 Progettazione e conduzione Rilevatori d’incendio e/o Progetto antincendio regolarmente mantenuti: Obbligatorio
termocamere SI/NO
Documenti di installazione,
Registro manutenzione
Il Soggetto Gestore deve installare Rilevatori d’incendio, fumo e/o termocamere in particolare nelle aree di lavorazione, deposito e stoccaggio, cabine e motori
elettrici, siano esse ubicate in aree chiuse o all’aperto, in accordo a relazione di professionista abilitato alla progettazione antincendio. Tali rilevatori devono
essere mantenuti in condizioni di garanzia di corretto funzionamento.
Relazione di professionista
abilitato
Impianti presenti e
Installare e mantenere in efficienza
A.1.9 Infrastrutture/impianti/attrezzature Progetto antincendio regolarmente mantenuti: Aggiuntivo
impianti spegnimento automatici
SI/NO
Presenza impianti Registro
manutenzione
Il Soggetto Gestore, in particolare nelle aree di lavorazione, deposito e stoccaggio, cabine e motori elettrici, dovrebbe installare e mantenere in costante
efficienza un impianto di spegnimento automatico, preferibilmente di tipo sprinkler, ovunque possibile, in accordo ad apposita relazione di professionista abilitato
alla progettazione antincendio.
A.1.10 Installazione Requisito applicabile alle Progetto antincendio Evacuatori presenti: SI/NO Aggiuntivo
Organizzazioni con sostanze
Relazione fine lavori
pericolose > 1 ton o con materie
plastiche > 10 ton Planimetria
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Per le Organizzazioni con sostanze pericolose > 1 ton o con materie plastiche > 10 ton deve essere effettuata l’installazione di evacuatori automatici di fumo e di
calore in accordo ad idoneo progetto di professionista abilitato alla progettazione antincendio.
Relazione di professionista
Installare Evacuatori automatici abilitato
fumo e calore in caso di incendio
Progetto antincendio
A.1.11 Installazione Evacuatori presenti: SI/NO Aggiuntivo
Requisito applicabile a tutte le
Organizzazioni diverse da quelle di Relazione fine lavori
cui al requisito precedente
Planimetria
Per le Organizzazioni diverse da quelle di cui al requisito precedente (sostanze pericolose > 1 ton o materie plastiche > 10 ton) dovrebbe essere effettuata
l’installazione di evacuatori automatici di fumo e di calore in accordo ad idoneo progetto di professionista abilitato alla progettazione antincendio.
Deve essere effettuata almeno annualmente la manutenzione e la verifica del corretto funzionamento degli evacuatori automatici di fumo e di calore da parte di
tecnico abilitato.
© UNI 59
UNI/PdR 107:2021
Dovrebbe essere presente un sistema di raccolta delle acque di spegnimento incendi, realizzato mediante vasche apposite, linee fognarie segregabili e/o piazzali
cordonati ed impermeabilizzati. Non rientrano nel computo le vasche di prima pioggia.
Il volume disponibile per la raccolta, complessivo di tutti i sistemi sopracitati, escluse le acque di prima pioggia, deve essere almeno pari a 250 m3 ogni 1000 m2
di deposito per gli stoccaggi in scaffale e di 340 m3 ogni 1000 m2 di deposito per gli stoccaggi a cumulo. Il volume dei sistemi di raccolta delle acque va triplicato
per le aree di stoccaggio prive di sistemi sprinkler. Per la verifica delle vasche si rimanda alla successiva sezione.
Progettazione impianto
Sistema intercettazione
Sistema manuale di intercettazione
A.1.14 Installazione Piani di Emergenza scarichi manuale presente: Aggiuntivo
degli scarichi idrici
SI/NO
Intervista al personale
Le reti che scaricano le acque meteoriche e quelle che potrebbero far defluire le acque di spegnimento incendi in corpo idrico superficiale o nel sottosuolo devono
disporre di valvole di intercettazione da attivare in caso di incendio. L’ubicazione di tali valvole e dei relativi sistemi di controllo deve essere reso noto alla squadra
di emergenza e riportato nei Piani di emergenza.
Progettazione impianto
Sistema intercettazione
Sistema automatico di Piani di Emergenza
A.1.15 Installazione scarichi automatico presente: Aggiuntivo
intercettazione degli scarichi idrici
SI/NO
Intervista al personale
© UNI 60
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Le reti che scaricano le acque meteoriche e quelle che potrebbero far defluire le acque di spegnimento incendi in corpo idrico superficiale o nel sottosuolo
dovrebbero disporre di valvole di intercettazione automatiche. L’ubicazione di tali valvole e dei relativi sistemi di controllo deve essere reso nota alla squadra di
emergenza e riportato nei Piani di emergenza.
Il funzionamento di tali valvole deve essere automatico per i livelli medio ed avanzato.
Il Soggetto Gestore deve individuare e formare una squadra di pronto intervento antincendio. Il personale di detta squadra deve effettuare con frequenza annuale
delle prove pratiche di allarme e di intervento, effettuate in accordo al Piano di Emergenza ed opportunamente documentate.
Il Soggetto Gestore deve formare la squadra antincendio sugli effetti ambientali dell’incendio.
Va effettuata con frequenza almeno annuale la verifica e manutenzione dei macchinari stabilmente allacciati alla corrente elettrica come previsto dal libretto d’uso
e manutenzione dei macchinari e Manutenzione degli impianti elettrici. In particolare devono essere effettuate almeno le seguenti attività, oltre a quanto necessario
in funzione delle specificità dei macchinari presenti e delle aree e condizioni di lavoro:
© UNI 61
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− serraggio morsetti elettrici dei macchinari, dei quadri elettrici e di qualsiasi apparecchiatura elettrica di potenza superiore ai 7 kW in su con chiave
dinamometrica;
− controllo visivo semestrale e pulizia annuale delle prese d’aria e dei filtri aria di motori e quadri elettrici, nonché pulizia annuale dei quadri elettrici;
Il Soggetto Gestore deve effettuare con frequenza almeno semestrale, salvo maggior frequenza indicata da prescrizioni, norme vigenti e norme tecniche in
relazione agli impianti installati, la verifica e manutenzione delle attrezzature e presidi antincendio.
Effettuare manutenzioni
documentate sulle valvole
Registri di manutenzione
intercettazione scarichi idrici Manutenzione effettuata ed
A.1.20 Manutenzioni Obbligatorio
adeguata: SI/NO
Chek list di controllo
Applicabile se presenti valvole
intercettazione
Il Soggetto Gestore deve effettuare con frequenza almeno semestrale, salvo maggior frequenza indicata da prescrizioni, norme vigenti e norme tecniche in
relazione alle valvole di intercettazione degli scarichi idrici.
© UNI 62
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Il serbatoio interrato (di seguito anche “UST” – Underground Storage Tank) è un contenitore
destinato allo stoccaggio di sostanze o preparati liquidi per usi commerciali o per produzioni
industriali, nonché per uso riscaldamento e assimilabili, di cui non è direttamente e visivamente
ispezionabile la totalità della superficie esterna.
Una vasca interrata è una struttura, prefabbricata o posata in opera, destinata allo stoccaggio di
liquidi, di cui è direttamente visibile e ispezionabile la superficie interna, adibita al contenimento dei
liquidi, ma non tutta o parte della superficie esterna, a contatto col terreno o con la platea.
Il presente punto prende in considerazione le vasche interrate ma non serbatoi o vasche di cui sia
visibile e ispezionabile l’intera superficie esterna che sono considerate quali fonti di rischio a sè
stanti, di cui al capitolo 0.
I serbatoi e vasche a parete singola possono o meno essere alloggiati in bacini di contenimento in
calcestruzzo. Sono inoltre possibili serbatoi e vasche con doppia parete limitatamente alla parte a
contatto con il terreno (doppio fondo).
− acciaio al carbonio;
− acciaio inox;
− vetroresina;
− polietilene (PE);
− calcestruzzo.
Eventuali altri materiali costruttivi non sono accettati ai fini del presente documento.
Lo stoccaggio interrato di sostanze pericolose, in caso di perdite, può comportare un elevato rischio
per le matrici ambientali per quanto concerne la potenziale contaminazione del terreno e delle acque
superficiali e sotterranee. Vi sono inoltre sostanze che possono modificare significativamente le
caratteristiche chimico-fisiche del mezzo insaturo/saturo e/o alterare significativamente la mobilità di
sostanze potenzialmente inquinanti.
© UNI 63
UNI/PdR 107:2021
Qualora la contaminazione raggiunga la falda e/o un corpo idrico superficiale, da questi viene poi
trasportata, in fase libera o disciolta, sulla base della direzione di flusso, con il rischio di impatto sui
recettori (bersagli) a valle.
Dalla contaminazione di suolo, falda o corpo idrico superficiale possono conseguire danni a:
Il rischio è funzione, oltre ai fattori di cui sopra, della vicinanza del serbatoio/vasca al bersaglio e
della tempestività di constatazione della fuoriuscita e di intervento.
Ove indicate regole con riferimento al contenuto in sostanze pericolose, si fa riferimento alla mera
presenza delle stesse, sia pure che diluite.
Di seguito vengono riportati i requisiti da rispettare per la presente sorgente, suddivisi in criteri
Obbligatori (tutti i criteri necessari per la certificazione di livello Base) e Aggiuntivi (criteri da
rispettare, come definito nel Regolamento di Certificazione, per il livello Medio ed Avanzato)
© UNI 64
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
La progettazione, posa e verifiche devono essere eseguite in accordo alle migliori norme tecniche di settore applicabili, anche con riferimento al rivestimento
esterno di protezione dalla corrosione dei serbatoi metallici.
Progettazione e posa dovrebbero anche tener conto delle possibili interferenze con fenomeni naturali quali frane, sismi ed alluvioni.
Acquisto Il serbatoio (nuovo e preesistente) deve essere Specifiche tecniche Serbatoio conforme a
A.1.2 Obbligatorio
attrezzatura realizzato in uno dei materiali indicati dell’attrezzatura requisito: SI/NO
Il serbatoio deve essere realizzato/rivestito di materiale idoneo alla sostanza da stoccare, e realizzato in uno dei seguenti materiali:
- acciaio al carbonio;
- acciaio inox;
- vetroresina;
- polietilene (PE);
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Le vasche in calcestruzzo devono essere realizzate in modo tale e/o presentare un rivestimento impermeabilizzante che ne garantisca l’impermeabilità rispetto
alla sostanza contenuta.
Le vasche in calcestruzzo contenenti sostanze pericolose devono essere impermeabilizzate rispetto alla sostanza contenuta, oppure va verificata la tenuta
dell’impermeabilizzazione esistente, ogni 5 anni.
Le vasche in calcestruzzo contenenti sostanze pericolose dovrebbero essere impermeabilizzate rispetto alla sostanza contenuta, oppure va verificata la tenuta
dell’impermeabilizzazione esistente, ogni 2 anni.
Specifiche tecniche
Il nuovo serbatoio, se metallico, deve essere
Acquisto dell’attrezzatura fornita Specifiche presenti ed
A.1.6 provvisto di un rivestimento della parete Obbligatorio
attrezzatura adeguate: SI/NO
esterna idoneo
Test di integrità
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UNI/PdR 107:2021
Il nuovo serbatoio, se metallico, deve essere provvisto di un rivestimento della parete esterna in epossicatrame o vetroresina o endoprene o altro materiale
equivalente previsto dal progetto con funzione di protezione catodica. Tale rivestimento deve essere sottoposto ad un test di alto voltaggio per provarne
l’integrità.
Polizza assicurativa a
Il soggetto a cui viene affidata l’installazione
copertura della fase di
A.1.7 Installazione del serbatoio/vasca deve avere attiva una Polizza assicurativa Aggiuntivo
installazione presente:
polizza assicurativa sui danni all’ambiente
SI/NO
- un massimale adeguato all’entità dei possibili danni originati dall’attività eseguita in sito, con un minimo di 1 milione sinistro/annuo da aumentare
opportunamente ad esempio quando la polizza copra una pluralità di siti.
La copertura non deve essere limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni né ai soli danni a terzi a seguito di Inquinamento.
Progetto di installazione
Progetto e relazione
I nuovi serbatoi contenenti sostanze pericolose Relazione di installazione
A.1.8 Progettazione presenti ed adeguate: Obbligatorio
dovranno essere di una delle tipologie indicate
SI/NO
Scheda tecnica
5
Tale copertura deve quindi includere: Messa in sicurezza d’emergenza (MISE), Misure di Prevenzione, Bonifica, Messa in Sicurezza Operativa (MISO),
Messa in Sicurezza Permanente (MISP), Ripristino primario, complementare e compensativo, sia per quanto riguarda la progettazione che l’esecuzione degli
interventi, i relativi documenti, analisi e monitoraggi necessari.
© UNI 67
UNI/PdR 107:2021
I nuovi serbatoi dovranno essere di una delle seguenti tipologie (o sistema migliorativo dei seguenti):
- posizionamento all’interno di una cassa di contenimento rivestita con materiale impermeabile e privo di condotti fissi di scarico
Planimetria
Tutti i serbatoi devono essere adeguatamente Documentazione presente
A.1.9 Installazione Obbligatorio
mappati ed adeguata: SI/NO
Prospetto di sintesi
Deve essere predisposta una planimetria con l’ubicazione e le caratteristiche di base di tutti i serbatoi presenti in sito (età, materiale, contenuto, volumetria).
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Il Soggetto Gestore deve redigere e mantenere aggiornato periodicamente un Piano di Gestione e Manutenzione dei serbatoi e vasche e di Prevenzione dalla
Corrosione. Il Piano di prevenzione e monitoraggio della corrosione dovrà essere eseguito da società o professionisti di comprovata esperienza e tener conto
delle caratteristiche del serbatoio, del prodotto stoccato e della sua temperatura, del contesto sito-specifico, e dovrà essere verificato ed aggiornato ad ogni
modifica dei serbatoi.
Specifiche tecniche
I serbatoi (nuovi e preesistenti) utilizzati per
dell’attrezzatura fornita Specifiche presenti ed
A.1.12 Conduzione contenere sostanze pericolose devono avere Obbligatorio
adeguate: SI/NO
un sistema di protezione catodica
I serbatoi utilizzati per contenere sostanze pericolose devono avere un sistema di protezione catodica ad accoppiamento galvanico (anodi sacrificali o galvanici,
di materiale adatto e privi di vernici) o a corrente impressa (o sistema equivalente e migliorativo). Il sistema deve essere dimensionato ed installato in conformità
ad apposito studio eseguito da società o professionisti di comprovata esperienza e deve tener conto delle caratteristiche del serbatoio, del prodotto stoccato e
della sua temperatura, del contesto sito-specifico. Il progetto dovrà essere verificato ed aggiornato ad ogni modifica dei serbatoi.
Le tubazioni, comprese quelle connesse ai serbatoi collegati all’impianto di protezione catodica, devono essere provviste di giunto isolante in corrispondenza
dell’entrata od uscita dal terreno.
Specifiche tecniche
I sistemi di protezione catodica devono essere dell’attrezzatura fornita
Allarme presente e adeguato:
A.1.13 Conduzione collegati ad un sistema di allarme che ne Aggiuntivo
SI/NO
segnali le condizioni di anomalia Progetto di protezione catodica
dalla corrosione
I sistemi di protezione catodica devono essere collegati ad un sistema di allarme che ne segnali le principali condizioni di anomalia, quali interruzione
dell’alimentazione, condizioni di corto circuito ecc, in accordo ad apposito progetto di società o professionista specializzati.
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Gli impianti di protezione catodica devono essere controllati con la frequenza e le modalità stabilite da apposito progetto del costruttore ed installatore del sistema
di protezione catodica stessa, in accordo alle migliori norme tecniche. Dopo l’esecuzione di ogni controllo deve essere redatta un’apposita relazione.
Nel caso in cui la cassa non sia accessibile ed ispezionabile e sia priva di condotti di scarico al fondo, il Soggetto Gestore deve installarvi piezometri spia (o
sistema equivalente e migliorativo) e controllare il livello di prodotto eventualmente rilasciato dal serbatoio con frequenza trimestrale. Tale controllo deve
essere documentato.
Nel caso in cui la cassa sia visibile/ispezionabile, è necessario effettuare un controllo visivo dello stato di conservazione e impermeabilizzazione della stessa e
dell’eventuale presenza di materiale al suo interno, indipendente dalle caratteristiche del serbatoio.
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Il monitoraggio della cassa di contenimento-Intercapedine dei serbatoi e/o dei piezometri spia dovrebbe essere effettuato con frequenza quindicinale.
In presenza di un sistema di monitoraggio in continuo collegato ad un sistema di allarme con apposito segnalatore che trasmette l’informazione almeno al
responsabile tecnico ed all’HSE, è necessario un controllo della funzionalità di tali sistemi con frequenza annuale per i livelli superiori al Base.
In presenza di un sistema di monitoraggio in continuo collegato ad un sistema di allarme con apposito segnalatore che trasmette l’informazione almeno al
responsabile tecnico ed all’HSE, è necessario un controllo della funzionalità di tali sistemi con frequenza semestrale per i livelli superiori al Base.
Piano di Manutenzione e
Predisporre un Piano di Manutenzione e
controllo Controlli effettuati ed
A.1.20 Conduzione controllo ed effettuare le attività di Obbligatorio
adeguati: SI/NO
manutenzione
Registro manutenzione
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Il Soggetto Gestore deve eseguire almeno i seguenti interventi di manutenzione ordinaria su tutti i serbatoi e vasche (nuovi e preesistenti), eliminando
immediatamente ogni anomalia individuata:
- manutenzione dell’indicatore di livello (ad es. ingrassaggio del galleggiante, ecc.) e del dispositivo limitatore di carico;
- manutenzione e/o sostituzione, se usurati, dei raccordi, delle valvole di intercettazione e della pompa in dotazione per il carico;
Tali manutenzioni devono essere eseguite con la frequenza e modalità indicate dal costruttore/installatore dell’impianto ed in accordo alle migliori norme
tecniche applicabili.
Documentazione formazione
Assicurare una adeguata formazione e erogata Formazione erogata ed
A.1.21 Formazione Obbligatorio
addestramento dei lavoratori addetti adeguata: SI/NO
Piano di formazione
Il Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento del Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti e/o deputati
alla attività di carico/scarico mediante corsi effettuati da soggetti di comprovata esperienza ed incentrati sul corretto uso e manutenzione degli impianti ed
attrezzature, con attenzione sulle modalità di prevenzione e mitigazione del rischio di danno all’ambiente e della gestione delle emergenze ambientali.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 4 h/y, e comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività di
manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore di formazione può essere ridotto del 50%.
Il Soggetto Gestore deve predisporre una procedura operativa per il carico dei serbatoi e vasche volta a prevenire sovra-riempimenti ed in generale perdite ed
incidenti, nonché a contenere le conseguenze di eventuali sversamenti, che preveda il presidio dell’area ed il controllo delle attività nelle fasi preparative, di
carico ed al termine del carico, tenendo conto delle specificità e peculiarità del sito e delle sostanze utilizzate.
© UNI 72
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La verifica di integrità strutturale per serbatoi e vasche interrate consiste nell’accertamento dello stato di conservazione delle varie membrature, incluso lo
spessore e la corrosione delle lamiere e la qualità delle saldature.
Le verifiche vanno eseguite da un fornitore qualificato con una metodologia internazionalmente riconosciuta in accordo alle migliori tecniche applicabili.
Ogni verifica di integrità deve concludersi con un esplicito riferimento al periodo di tempo per il quale mantiene la sua validità e alla data entro cui eseguire la
verifica successiva. Le attività richieste dall’esito del test di integrità e riportate nelle conclusioni del test stesso vanno tassativamente eseguite entro un mese
dalla conclusione del test (es. messa fuori servizio, vetrificazione, esecuzione test di tenuta).
La verifica dell’integrità strutturale deve essere effettuata secondo la frequenza temporale di cui al prospetto sottostante, salvo:
- minor frequenza indicata dal professionista incaricato di valutare l’integrità dei serbatoi rispetto alla corrosione.
© UNI 73
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FREQUENZA DEL
STRUTTURA MATERIALE ETÀ TEST DI
INTEGRITA’
Controlli effettuati ed
Accertare periodicamente l’integrità strutturale Relazione sulle verifiche
adeguati: SI/NO
del serbatoio o della vasca interrata (nuova e effettuate
A.1.24 Conduzione Aggiuntivo
preesistente) contenente sostanze pericolose
Raccomandazioni
doppia parete o in vasca di contenimento Registro dei controlli
rispettate: SI/NO
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La verifica di integrità strutturale per serbatoi e vasche interrate dovrebbe consistere nell’accertamento dello stato di conservazione delle varie membrature,
incluso lo spessore e la corrosione delle lamiere e la qualità delle saldature.
Le verifiche vanno eseguite da un fornitore qualificato con una metodologia internazionalmente riconosciuta in accordo alle migliori tecniche applicabili.
Ogni verifica di integrità deve concludersi con un esplicito riferimento al periodo di tempo per il quale mantiene la sua validità e alla data entro cui eseguire la
verifica successiva. Le attività richieste dall’esito del del test di integrità e riportate nelle conclusioni del test stesso vanno tassativamente eseguite entro un mese
dalla conclusione del test (es. messa fuori servizio, vetrificazione, esecuzione test di tenuta).
La verifica dell’integrità strutturale deve essere effettuata secondo la frequenza temporale di cui al prospetto sottostante, salvo:
- minor frequenza indicata dal professionista incaricato di valutare l’integrità dei serbatoi rispetto alla corrosione.
FREQUENZA DEL
STRUTTURA MATERIALE ETÀ TEST DI
INTEGRITA’
Piano di Manutenzione
Corrosione
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Le prove di tenuta devono essere eseguite a seguito del test di integrità ed entro un mese da esso, nel caso in cui questo abbia mostrato carenze nell’integrità
del serbatoio e a meno che non si proceda a vetrificazione/dismissione, oltre che nei casi previsti dalle autorizzazioni in essere.
I test andranno inoltre eseguiti in presenza di falda subaffiorante, in condizioni idrogeologiche aggravanti del rischio corrosione (ad es. falda superficiale a
contatto col serbatoio) ed in ogni caso in cui si rilevi un rischio di corrosione elevato, in accordo a specifica relazione di professionista/società di comprovata
specializzazione.
I test devono essere eseguiti da fornitori specializzati ed in accordo alle migliori tecniche applicabili, e permettere l’individuazione di perdite di almeno 0,4 l/h.
Non vanno adottate prove in pressione.
Nel caso di individuazione di perdite vanno attivate le procedure e le misure previste dalla normativa vigente.
Il Soggetto Gestore dovrebbe installare una rete di monitoraggio della qualità dell’acqua di falda del sito costituita da almeno 3 piezometri, dei quali uno a
monte e due a valle idrogeologico del sito con riferimento alla posizione delle vasche/serbatoi interrati
Ove sia presente una rete di monitoraggio delle acque sotterranee nei pressi del serbatoio interrato, dovrebbero essere effettuate analisi chimiche su campioni
d’acqua sotterranea con frequenza almeno annuale per la determinazione analitica delle concentrazioni in acqua delle medesime sostanze chimiche contenute
nel serbatoio o nella vasca. Nel caso di più serbatoi/vasche contenenti sostanze diverse, l’analisi potrà essere riferita a parametri indice di eventuali perdite, in
accordo ad apposito parere di specialista.
Le concentrazioni rilevate andranno confrontate con i valori di riferimento opportuni definiti dalla normativa e/o dagli Enti di Controllo nazionali o esteri.
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Gli interventi devono essere eseguiti in accordo alle migliori norme tecniche applicabili. Ogni tipologia di dismissione deve prevedere interventi di bonifica interna
e pulizia, ossia di completo svuotamento dei serbatoi e delle tubazioni.
− Dismissione temporanea: Se è previsto il riutilizzo, redigendo un piano degli interventi propedeutici ed eseguendo accertamenti sull’integrità del
serbatoio e delle relative strutture impiantistiche (ad es. tubazioni, valvole, ecc.).
− Se da dismettere permanentemente, ma ne è impossibile la rimozione: Messa in sicurezza permanente e relativa relazione di fine lavori nonché una
perizia che attesti l’impraticabilità della rimozione, campionamento del terreno in accordo con gli enti locali.
− Se da dismettere permanentemente e ne è possibile la rimozione: Rimozione, effettuando apposito piano di rimozione e campionamento in accordo
con gli enti locali ed infine effettuando un ripristino dell’area di scavo.
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Condutture di diversi materiali e dimensioni sono utilizzate per il trasporto di sostanze liquide in
ambito civile, industriale, commerciale, domestico, nonché per uso riscaldamento e assimilabili. Tali
condutture possono essere interrate per l’intera estensione, fuori terra o a tratti interrate e a tratti
fuori terra.
Conformemente ai principali standard tecnici vigenti, le tubazioni possono essere mono o multistrato
e realizzate a parete singola o doppia.
− acciaio al carbonio;
− acciaio inox;
− ghisa;
− gres;
− vetroresina (PRFV);
− polietilene;
− plastica (PVC);
− fibrocemento;
− calcestruzzo.
Il trasporto di sostanze pericolose mediante tubazioni interrate o fuori terra comporta, in caso di
perdite, un elevato rischio per le matrici ambientali, per quanto concerne in particolare la potenziale
contaminazione del terreno e delle acque superficiali e sotterranee. Il rischio per terreno e acque
sotterranee è funzione delle caratteristiche geologiche e idrogeologiche sito-specifiche (ad es.
permeabilità, percorsi preferenziali, soggiacenza e direzione della falda, ecc.), delle caratteristiche
fisiche e chimiche della sostanza rilasciata (ad es. viscosità, solubilità, persistenza ecc.), nonché
dell’entità, della durata e della frequenza dello sversamento. Statisticamente gli scenari di danno
ambientale più frequenti sono riconducibili a perdite non individuate prontamente e protratte nel
tempo, dovuti a perdite da tubazioni o tratti di tubazioni interrate.
Qualora la contaminazione raggiunga la falda o un corpo idrico superficiale, da questi viene poi
trasportata, in fase libera o disciolta, in base alla direzione di flusso, con il rischio di impatto sui
recettori (bersagli) a valle.
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Dalla contaminazione di suolo, falda e/o corpo idrico superficiale possono conseguire danni a:
Il rischio è funzione, oltre ai fattori di cui sopra, della vicinanza della conduttura al bersaglio e della
tempestività di individuazione della fuoriuscita e di intervento.
Ove indicate regole con riferimento al contenuto in sostanze pericolose, si fa riferimento alla mera
presenza delle stesse, sia pure che diluite.
Di seguito vengono riportati i requisiti da rispettare per la presente sorgente, suddivisi in criteri
Obbligatori (tutti i criteri necessari per la certificazione di livello Base) e Aggiuntivi (criteri da
rispettare, come definito nel Regolamento di Certificazione, per il livello Medio ed Avanzato).
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
Elaborato di Progetto
Il progetto dovrà essere eseguito in accordo alle migliori norme tecniche di settore applicabili e tener conto delle interazioni tra tubazione e terreno di posa, anche
con riferimento a quanto segue:
- risultati delle indagini, studi e calcoli geologici e geotecnici dei terreni interessati dal tracciato delle tubazioni e dell’eventuale trincea di posa;
- soluzioni tecnicamente più adeguate in funzione della classificazione sismica dell’area interessata dal tracciato delle tubazioni;
- soluzioni tecnicamente idonee nelle scelte dei tubi, dei giunti e dei pezzi speciali da impiegare per la difesa dall'aggressività dei terreni attraversati dalle
tubazioni, anche per quanto attiene le correnti vaganti, e delle acque delle falde eventualmente interferite;
- studio approfondito della stabilità e della conservazione delle sedi di appoggio delle tubazioni e delle opere nel tempo in relazione all’eventuale presenza di
falde e/o di acque superficiali;
- minimizzare le possibili interferenze con fenomeni naturali quali frane, sismi ed alluvioni.
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Studio geotecnico
Studio idraulico
Progetto presente e
Progettazione Elaborato progettuale della condotta fuori terra di
A.3.2. completo della condotta: Obbligatorio
condotta nuova installazione Ev. studio di impatto
SI/NO
ambientale/
Elaborato Progetto
Il Soggetto Gestore deve definire un elaborato progettuale della condotta fuori terra in accordo alle migliori norme tecniche di settore applicabili che tenga conto
delle specificità dell’area di posa, ed in particolare almeno:
- la tenuta strutturale delle aree interessate dal tracciato delle tubazioni e dalle selle o altre strutture di sostegno, verificata da indagini, studi e calcoli
geotecnici;
- la vicinanza a infrastrutture varie e la protezione da eventuali urti dovuti a veicoli in movimento o attività industriali;
- minimizzare le possibili interferenze con fenomeni naturali quali frane, sismi ed alluvioni.
Elaborato di Progetto
Progettazione Elaborato progettuale della condotta interrata e/o Progetto della condotta
A.3.3. Altra documentazione utile: Aggiuntivo
condotta fuori terra esistente presente: SI/NO
es. Studio geotecnico, Studio
idraulico ecc.
Il Soggetto Gestore dovrebbe possedere ed archiviare l’elaborato progettuale della condotta interrata e/o fuori terra esistente.
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Le nuove tubazioni nelle quali il trasferimento del prodotto non avviene per pressione negativa devono essere del seguente tipo:
In entrambi i casi devono essere presenti lungo il percorso della tubazione pozzetti di ispezione per il controllo delle eventuali perdite, convogliate
dall’intercapedine della tubazione o dalla canaletta.
Nel caso di installazione di nuove tubazioni per il trasporto di sostanze pericolose, dovranno essere previsti di sistemi automatici di monitoraggio in continuo e
allarme nell’intercapedine tra le due pareti della tubazione o tra la parete e la canaletta impermeabilizzata.
Progetto
Presenza di Sistemi di svuotamento delle tubazioni Valvole presenti ed adeguate:
A.3.5. Posa in opera Aggiuntivo
operanti con pressione negativa SI/NO
Relazione finale lavori
Nelle tubazioni (nuove e preesistenti) operanti con pressione negativa dovrebbe essere posizionata una valvola di non ritorno nel tratto fuori terra, in modo da
mantenere vuoto il tratto di tubazione interrato quando non è in corso trasferimento di prodotto.
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La condotta, se metallica o dotata di armatura metallica, deve essere provvista di un rivestimento della parete esterno con funzione di protezione catodica. Se la
tubazione è di tipo interrato, tale rivestimento dovrà essere in epossicatrame, vetroresina o endoprene (o sistema equivalente e migliorativo) e dovrà essere
abbinato ad un sistema ad anodi sacrificali o a corrente impressa.
Specifiche tecniche
I sistemi di protezione catodica devono essere
dell’attrezzatura fornita Controlli semestrali effettuati
A.3.7. Conduzione controllati con frequenza almeno semestrale al fine Obbligatorio
ed adeguati: SI/NO
di escludere condizioni di anomalia
Registrazione del controllo
I sistemi di protezione catodica devono essere controllati con frequenza almeno semestrale al fine di escludere condizioni di anomalia, quali interruzione
dell’alimentazione, condizioni di corto circuito ecc, in accordo ad apposite specifiche del costruttore/installatore. I controlli devono essere documentati.
I sistemi di protezione catodica dovrebbero essere collegati ad un sistema di allarme che ne segnali le condizioni di anomalia, quali interruzione
dell’alimentazione, condizioni di corto circuito ecc, in accordo ad apposito progetto di società o professionista specializzati.
Rapporto di lavoro
Test su rivestimento esterno per le tubazioni di
A.3.9. Posa in opera Test effettuato: SI/NO Obbligatorio
nuova installazione
Certificato di test
Il rivestimento protettivo esterno di ogni condotta deve essere stato sottoposto ad un test di alto voltaggio per provarne l’integrità.
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Deve essere rilasciata ed archiviata una certificazione di collaudo prima della messa in esercizio in accordo alle migliori norme tecniche applicabili.
- un massimale adeguato all’entità dei possibili danni originati dall’attività eseguita in sito, con un minimo di 1 milione sinistro/annuo da aumentare
opportunamente e.g. quando la polizza copra una pluralità di siti.
La copertura non deve essere limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni né ai soli danni a terzi a seguito di Inquinamento.
Il Soggetto Gestore deve mappare tutte le reti interrate e fuori terra, indicando per ogni rete almeno: la data di installazione, materiali e caratteristiche costruttive,
diametri, fluidi trasportati, profondità di posa, verifiche ed interventi di manutenzione effettuati e predisporre un piano di Gestione e manutenzione della corrosione.
Tale Piano, predisposto a cura di professionista/società di comprovata specializzazione, deve tener conto di tutte le condizioni sito-specifiche, individuando anche
tutti i punti deboli (ad es. saldature, appoggi, sacche di umidità, che possono formarsi ad es. all’interno di eventuali rivestimenti termoisolanti).
6
Tale copertura deve quindi includere: Messa in sicurezza d’emergenza (MISE), Misure di Prevenzione, Bonifica, Messa in Sicurezza Operativa (MISO),
Messa in Sicurezza Permanente (MISP), Ripristino primario, complementare e compensativo, sia per quanto riguarda la progettazione che l’esecuzione degli
interventi, i relativi documenti, analisi e monitoraggi necessari.
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Deve essere apposta una segnaletica dedicata, ben visibile, che indichi il contenuto delle tubazioni almeno in corrispondenza delle valvole di carico, scarico e
comando.
La verifica di integrità strutturale per condotte interrate e fuori terra consiste nell’accertamento dello stato di conservazione delle varie membrature, includendo lo
stato della corrosione, lo stato di invecchiamento dei materiali e la perdita dei parametri iniziali di progetto, fra i quali lo spessore delle tubazioni.
La verifica di integrità è obbligatoria e deve essere eseguita da un soggetto terzo specializzato con le seguenti tempistiche, salvo criteri più restrittivi specificati
dalle autorizzazioni in essere:
• per le tubazioni interrate monoparete e prive di canaletta di contenimento di ispezione contenenti reflui o sostanze pericolose ogni 5 anni;
• per le tubazioni non contenenti sostanze pericolose e per le tubazioni fuori terra ogni 15 anni.
Ogni verifica di integrità deve includere un esplicito riferimento al periodo di tempo per il quale mantiene la sua validità e alla data entro cui eseguire la verifica
successiva.
Le raccomandazioni derivanti dal test di integrità strutturale andranno eseguite con la tempistica indicata dallo specialista e, salvo necessità di maggior urgenza,
comunque entro 1 anno dal test, ed in particolare non è ammesso l’esercizio di tubazioni con ERF (Estimated Repair Factor) superiore ad 1 e/o Fattore di Sicurezza
inferiore ad 1.
© UNI 85
UNI/PdR 107:2021
Le tubazioni interrate contenenti sostanze pericolose e/o che possano contenerle anche in condizioni di anomalia e/o emergenza, e che non siano doppia parete
o poste in canalette ispezionabili, devono essere verificate a cura di soggetto terzo specializzato con prove di tenuta eseguite con frequenza annuale a partire dal
5 anno di età. La risoluzione minima garantita deve essere non inferiore a 0,4 l/h o 0,2% della portata.
Nel caso di tubazioni doppia parete o poste in canalette ispezionabili, deve essere eseguita con frequenza annuale il controllo delle camerette di ispezione del
drenaggio delle tubazioni a doppia parete e delle canalette ispezionabili, con adeguata e documentata relazione, anche fotografica.
Le tubazioni interrate contenenti sostanze pericolose e/o che possano contenerle anche in condizioni di anomalia e/o emergenza, e che non siano doppia parete
o poste in canalette ispezionabili, dovrebbero presentare sistemi automatici di individuazione delle perdite in continuo con una risoluzione minima garantita non
inferiore a 0,4 l/h o 0,2% della portata.
© UNI 86
UNI/PdR 107:2021
Le tubazioni interrate contenenti sostanze pericolose e/o che possano contenerle anche in condizioni di anomalia e/o emergenza e che siano doppia parete o
poste in canalette ispezionabili dovrebbero presentare sistemi automatici di individuazione delle perdite in continuo collegati a sistema di allarme.
Il Soggetto Gestore deve effettuare un piano di manutenzione e controllo di valvole e sensori posti lungo le condutture, prevedendo almeno quanto segue con
frequenza annuale:
• apertura e chiusura delle valvole, verificandone il corretto funzionamento, ingrassando lo stelo ove presente, effettuando la pulizia degli organi di controllo
e tenuta;
Progetto di protezione
Manutenzione programmata dei sistemi protezione catodica dalla corrosione Controllo effettuato ed
A.3.20. Conduzione Obbligatorio
dalla corrosione adeguato: SI/NO
Relazione controllo
Gli impianti ed i sistemi di protezione catodica devono essere controllati con la frequenza e le modalità stabilite da apposito progetto del costruttore ed installatore
del sistema di protezione catodica stessa, in accordo alle migliori norme tecniche. Dopo l’esecuzione di ogni controllo deve essere redatta un’apposita relazione
illustrante l’esito dei controlli e lo stato del sistema di protezione.
Deve essere fornita adeguata formazione e addestramento dei lavoratori che utilizzano le condotte, che includa: tipologia di tubazioni presenti, tipologia dei reflui
e liquidi ammessi e non ammessi nelle varie tipologie di tubazione (es. chimismo o temperatura non idonei), posizione delle camerette e dei cunicoli di ispezione,
delle valvole di comando e di emergenza.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 2 h/y, e comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività di
manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore di formazione può essere ridotto del 50%.
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Il Soggetto Gestore dovrebbe installare una rete di monitoraggio della qualità dell’acqua di falda del sito costituita da almeno 3 piezometri, dei quali uno a monte
e due a valle idrogeologico del sito con riferimento alla posizione delle tubazioni interrate.
Planimetria punti di
Analizzare annualmente la qualità delle acque
campionamento
superficiali e/o sotterranee
Analisi effettuate ed adeguate:
A.3.23. Conduzione Risultati delle analisi Aggiuntivo
SI/NO
Applicabile a tubazioni interrate (nuove ed
esistenti) Valutazione professionale sui
risultati
Ove sia presente una rete di monitoraggio delle acque sotterranee e/o corpi idrici superficiali nei pressi delle condotte interrate dovrebbero essere prelevati campioni
ed effettuate analisi chimiche sui campioni d’acqua con frequenza almeno annuale, o superiore se previsto dalle autorizzazioni o procedure ambientali vigenti, per
la determinazione analitica delle concentrazioni in acqua delle medesime sostanze chimiche trasportate dalle condotte o di analiti indice delle sostanze stesse.
L’attività va eseguita in accordo alle norme vigenti ed alle migliori norme tecniche applicabili 7. Le concentrazioni rilevate andranno confrontate con i valori di
riferimento opportuni definiti dalla normativa e/o dagli Enti di Controllo nazionali o esteri.
Piano di dismissione
7
Tale obbligo non si applica alle acque superficiali poiché le reti fisse di monitoraggio di questo tipo sono molto rare e generalmente legate a situazioni di
inquinamento già esistente.
© UNI 88
UNI/PdR 107:2021
Ogni intervento di dismissione dovrebbe essere eseguito in accordo ad apposito piano di dismissione, che preveda il completo svuotamento delle tubazioni, la
verifica dell’integrità della tubazione stessa e la bonifica interna della tubazione, il campionamento del terreno in accordo con gli enti locali in corrispondenza di
alcuni punti rappresentativi lungo la condotta. Gli interventi devono essere eseguiti in accordo alle migliori norme tecniche applicabili. La tubazione dismessa
deve essere riportata nel documento di mappatura delle reti interrate
© UNI 89
UNI/PdR 107:2021
Il serbatoio fuori terra (di seguito anche “AST” – Above-ground Storage Tank) è un contenitore
destinato allo stoccaggio di sostanze o preparati liquidi per usi commerciali o per produzioni
industriali, nonché per uso riscaldamento e assimilabili, o rifiuti o acque reflue, la cui superficie
esterna è direttamente e visivamente ispezionabile, ad eccezione eventualmente del solo fondo,
qualora direttamente poggiante sul terreno.
Similarmente, una vasca fuori terra è una struttura, prefabbricata o posata in opera, destinata allo
stoccaggio di liquidi, di cui è direttamente visibile e ispezionabile sia la superficie interna, adibita al
contenimento dei liquidi, sia quella esterna.
Sono esclusi dalla presente trattazione i serbatoi di stoccaggio dei gas, in quanto tale tematica è
maggiormente inerente al tema degli incendi ed esplosioni, per il quale si rimanda al relativo
scenario, nonché degli incidenti rilevanti ed emergenze (ad es. nube tossica, ecc.).
− acciaio al carbonio;
− acciaio inox;
− vetroresina;
− polietilene (PE);
− calcestruzzo.
Lo stoccaggio fuori terra di sostanze pericolose, sebbene sia in linea di massima più monitorabile
rispetto allo stoccaggio interrato, in caso di perdite può comunque comportare un elevato rischio per
le matrici ambientali per quanto concerne in particolare la potenziale contaminazione del terreno e
delle acque superficiali e sotterranee. Il rischio per terreno ed acque sotterranee è funzione delle
caratteristiche geologiche e idrogeologiche sito-specifiche (ad es. permeabilità, percorsi
preferenziali, superficialità e direzione della falda, ecc.), delle caratteristiche fisiche e chimiche della
sostanza rilasciata (ad es. viscosità, solubilità, persistenza ecc.), nonché dell’entità, della durata e
della frequenza dello sversamento. Statisticamente gli scenari di danno ambientale più frequenti
sono riconducibili a fenomeni di perdite non individuate prontamente e protratte nel tempo.
Qualora la contaminazione raggiunga la falda o un corpo idrico superficiale, da questi viene poi
trasportata, in fase libera o disciolta, sulla base alla direzione di flusso, con il rischio di impatto sui
recettori a valle.
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Dalla contaminazione di suolo, falda e/o corpi idrici superficiali possono conseguire danni a:
Il rischio è funzione, oltre ai fattori di cui sopra, della vicinanza del serbatoio/vasca al bersaglio e
della tempestività di individuazione della fuoriuscita e di intervento.
Ove indicate regole con riferimento al contenuto in sostanze pericolose, si fa riferimento alla mera
presenza delle stesse, sia pure che diluite.
Di seguito vengono riportati i requisiti da rispettare per la presente sorgente, suddivisi in criteri
Obbligatori (tutti i criteri necessari per la certificazione di livello Base) e Aggiuntivi (criteri da
rispettare, come definito nel Regolamento di Certificazione, per il livello Medio ed Avanzato).
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La progettazione, posa e verifiche dovranno essere eseguite in accordo alle migliori norme tecniche di settore applicabili, e dovranno tener conto e minimizzare
le possibili interferenze con fenomeni naturali quali frane, sismi ed alluvioni.
- acciaio al carbonio;
- acciaio inox;
- vetroresina;
- polietilene (PE);
- calcestruzzo.
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- un massimale adeguato all’entità dei possibili danni originati dall’attività eseguita in sito, con un minimo di 1 milione sinistro/annuo da aumentare
opportunamente e.g. quando la polizza copra una pluralità di siti.
La copertura non deve essere limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni né ai soli danni a terzi a seguito di Inquinamento.
8
Tale copertura deve quindi includere: Messa in sicurezza d’emergenza (MISE), Misure di Prevenzione, Bonifica, Messa in Sicurezza Operativa (MISO),
Messa in Sicurezza Permanente (MISP), Ripristino primario, complementare e compensativo, sia per quanto riguarda la progettazione che l’esecuzione degli
interventi, i relativi documenti, analisi e monitoraggi necessari.
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I serbatoi contenenti sostanze pericolose con il fondo appoggiato a terra dovranno avere le seguenti caratteristiche:
− essere posizionati all’interno e poggianti interamente su un bacino di contenimento in acciaio o calcestruzzo, impermeabile e non attaccabile
chimicamente rispetto alla sostanza contenuta nel serbatoio, di volume libero pari ad almeno il 110% di quella del serbatoio. Nel caso di più serbatoi, la
capacità del bacino deve essere pari ad almeno il 30% del volume totale dei serbatoi e non inferiore al volume del serbatoio di maggiore capacità
aumentato del 10%. Nel bacino non ci devono essere scarichi, oppure gli scarichi devono essere normalmente chiusi. Il volume del bacino va calcolato
al netto dello sfioro di eventuali cunicoli, condotti e tubazioni che potrebbero comportare la fuoriuscita di prodotto.
I serbatoi contenenti sostanze pericolose con il fondo appoggiato a terra dovranno avere le seguenti caratteristiche:
− essere posizionati all’interno e poggianti su un bacino di contenimento in acciaio o calcestruzzo, impermeabile e non attaccabile chimicamente rispetto
alla sostanza contenuta nel serbatoio, di volume libero pari ad almeno il 110% di quella del serbatoio. Nel caso di più serbatoi, la capacità del bacino
deve essere pari ad almeno il 30% del volume totale dei serbatoi e non inferiore al volume del serbatoio di maggiore capacità aumentato del 10%. Nel
bacino non ci devono essere scarichi, oppure gli scarichi devono essere normalmente chiusi. Il volume del bacino va calcolato al netto dello sfioro di
eventuali cunicoli, condotti e tubazioni che potrebbero comportare la fuoriuscita di prodotto.
Le caratteristiche sono da considerarsi alternative per i serbatoi esistenti, per i quali il bacino può non essere continuo al di sotto del serbatoio
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I serbatoi contenenti sostanze pericolose con il fondo non appoggiato a terra dovranno essere posizionati all’interno di un bacino di contenimento in acciaio o
calcestruzzo, impermeabile e non attaccabile chimicamente rispetto alla sostanza contenuta nel serbatoio, di volume libero pari ad almeno il 110% di quella del
serbatoio. Nel caso di più serbatoi, la capacità del bacino deve essere pari ad almeno il 30% del volume totale dei serbatoi e non inferiore al volume del
serbatoio di maggiore capacità aumentato del 10%. Nel bacino non ci devono essere scarichi, oppure gli scarichi devono essere normalmente chiusi. Il volume
del bacino va calcolato al netto dello sfioro di eventuali cunicoli, condotti e tubazioni che potrebbero comportare la fuoriuscita di prodotto.
Installazione effettuata
I bacini di contenimento dei serbatoi Relazione di installazione secondo requisito: SI/NO
(nuovi e preesistenti) contenenti sostanze
A.4.7. Installazione Procedura operativa Controlli effettuati: SI/NO Obbligatorio
pericolose devono essere protetti dalle
acque meteoriche Registro dei controlli Verifica in campo conforma:
SI/NO
Il bacino di contenimento dei serbatoi (nuovi e preesistenti) contenenti sostanze pericolose deve essere coperto per evitare di saturarne la capacità con le acque
di pioggia.
in alternativa deve essere effettuato il controllo settimanale del livello nel bacino, giornaliero durante e/o a seguito di eventi di pioggia; nel caso di presenza di
acqua piovana con battente massimo superiore ai 3-4 cm va effettuato lo svuotamento manuale previa verifica dell’assenza di prodotto nelle acque stesse.
In nessun caso è ammessa la presenza di pompe ad avviamento automatico in funzione del livello, a meno che non rilancino ad apposita vasca di stoccaggio
e/o ad impianto di trattamento.
In nessun caso è ammessa la presenza di valvole di scarico tenute in posizione aperta in assenza di operatore umano.
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Deve essere predisposta una planimetria con l’ubicazione e le caratteristiche di base di tutti i serbatoi presenti in sito (età, materiale, contenuto, volumetria).
Planimetrie
Predisporre un Piano di Gestione e
Piano presente ed adeguato:
A.4.10. Conduzione Manutenzione e Prevenzione dalla Obbligatorio
Piano di Manutenzione SI/NO
Corrosione (serbatoi nuovi ed esistenti)
Corrosione
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Esecuzione ed aggiornamento periodico di un Piano di Gestione e Manutenzione dei serbatoi e vasche e di Prevenzione dalla Corrosione. Il Piano di prevenzione
e monitoraggio della corrosione dovrà essere eseguito da società o professionisti di comprovata esperienza e tener conto delle caratteristiche del serbatoio, del
prodotto stoccato e della sua temperatura, del contesto sito-specifico, e dovrà essere verificato ed aggiornato ad ogni modifica dei serbatoi.
I serbatoi utilizzati per contenere sostanze pericolose devono avere un sistema di protezione catodica ad accoppiamento galvanico (anodi sacrificali o galvanici,
di materiale adatto e privi di vernici) o a corrente impressa. Il sistema deve essere dimensionato sulla base di un apposito studio eseguito da società o professionisti
di comprovata esperienza, e deve tener conto delle caratteristiche del serbatoio, del prodotto stoccato e della sua temperatura, del contesto sito-specifico. Il
progetto dovrà essere verificato ed aggiornato ad ogni modifica dei serbatoi.
Le tubazioni, comprese quelle connesse ai serbatoi collegati all’impianto di protezione catodica, devono essere provviste di giunto isolante in corrispondenza
dell’entrata od uscita dal terreno.
Specifiche tecniche
I sistemi di protezione catodica devono dell’attrezzatura fornita
Sistema di allarme presente
A.4.12. Conduzione essere collegati ad un sistema di allarme Aggiuntivo
ed adeguato: SI/NO
che ne segnali le condizioni di anomalia Progetto di protezione
catodica dalla corrosione
I sistemi di protezione catodica devono essere collegati ad un sistema di allarme che ne segnali le principali condizioni di anomalia, quali interruzione
dell’alimentazione, condizioni di corto circuito ecc, in accordo ad apposito progetto di società o professionista specializzati.
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Progetto sistema
Monitoraggio periodico dei sistemi protezione catodica Controlli effettuati ed adeguati:
A.4.13. Conduzione Obbligatorio
protezione dalla corrosione SI/NO
Registro dei controlli
Gli impianti di protezione catodica devono essere controllati con la frequenza e le modalità stabilite da apposito progetto del costruttore ed installatore del sistema
di protezione catodica stessa, in accordo alle migliori norme tecniche. Dopo l’esecuzione di ogni controllo deve essere redatta un’apposita relazione.
L’intercapedine dei serbatoi doppia parete/fondo e/o il bacino di contenimento dovranno essere verificati con frequenza mensile per accertare l’assenza di
eventuali perdite.
Relazione tecnica
Sistema di Monitoraggio automatico in Sistemi presenti e
A.4.15. Conduzione installazione sistemi di Aggiuntivo
continuo di eventuali perdite funzionanti: SI/NO
monitoraggio
L’intercapedine dei serbatoi doppia parete/doppio fondo ed i bacini di contenimento dovrebbe essere collegata ad un sistema di monitoraggio in continuo delle
perdite collegato a sistemi di allarmi visivi e sonori. Per i Livelli Medio ed Alto di Certificazione.
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REQUISITO FREQUENZA
Controllo della chiusura di eventuali scarichi presenti nel bacino e dell’assenza di materiale stoccato nel bacino stesso Giornaliera
Controllo visivo dello stato di conservazione e impermeabilizzazione del bacino di contenimento Mensile
Piano di Manutenzione e
Predisporre un Piano di Manutenzione e
controllo Controlli e manutenzione
A.4.17. Conduzione controllo ed effettuare le attività di Obbligatorio
effettuata ed adeguata: SI/NO
manutenzione
Registro manutenzione
Il Soggetto Gestore deve eseguire almeno i seguenti interventi di manutenzione ordinaria, eliminando immediatamente ogni anomalia individuata:
- manutenzione dell’indicatore di livello (ad es. ingrassaggio del galleggiante, ecc.) e del dispositivo limitatore di carico;
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- manutenzione e/o sostituzione, se usurati, dei raccordi, delle valvole di intercettazione e della pompa in dotazione per il carico;
- apertura e chiusura delle valvole, verificandone il corretto funzionamento, ingrassando lo stelo ove presente, effettuando la pulizia degli organi di controllo e
tenuta;
Tali manutenzioni devono essere eseguite con la frequenza indicata dal costruttore/installatore dell’impianto ed in accordo alle migliori norme tecniche
applicabili.
Il Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento del Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti e/o deputati
alla attività di carico/scarico mediante corsi effettuati da soggetti di comprovata esperienza ed incentrati sul corretto uso e manutenzione degli impianti ed
attrezzature, con attenzione sulle modalità di prevenzione e mitigazione del rischio di danno all’ambiente e della gestione delle emergenze ambientali.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 4 h/y, e comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività di
manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore di formazione può essere ridotto del 50%.
Procedura/istruzione operativa
Disporre di una procedura operativa per il
A.4.19. Conduzione Procedure aziendali interne presente, completa ed Obbligatorio
carico dei serbatoi
aggiornata: SI/NO
Il Soggetto Gestore deve predisporre una procedura operativa per il carico dei serbatoi e vasche volta a prevenire sovra-riempimenti ed in generale perdite ed
incidenti, nonché a contenere le conseguenze di eventuali sversamenti, che preveda il presidio dell’area ed il controllo delle attività nelle fasi preparativa, di
carico ed al termine del carico, tenendo conto delle specificità e peculiarità del sito e delle sostanze utilizzate.
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Il Soggetto Gestore deve effettuare la verifica periodica dell’integrità strutturale di serbatoi e vasche fuori terra con fondo direttamente poggiato al terreno. Tale
verifica consiste nell’accertamento dello stato di conservazione e di stress delle varie membrature, incluso lo spessore e la corrosione delle pareti e la qualità e
stato delle saldature.
Le verifiche vanno eseguite da un fornitore qualificato con una metodologia internazionalmente riconosciuta 9.
Le conclusioni del test di integrità vanno tassativamente seguite (es. fuori servizio, vetrificazione).
Ogni verifica di integrità deve inoltre concludersi con un esplicito riferimento al periodo di tempo per il quale mantiene la sua validità e alla data entro cui eseguire
la verifica successiva.
La verifica dell’integrità strutturale deve essere effettuata secondo la frequenza temporale di cui alla prospetto sottostante, salvo:
− minor frequenza indicata dal professionista incaricato di valutare l’integrità dei serbatoi rispetto alla corrosione.
Per i serbatoi monoparete con doppio fondo si adotterà la frequenza relativa ai serbatoi monoparete per le pareti laterali ed ai serbatoi con doppiaparete per il
fondo.
9
Es. Onda guidata, ultrasuoni UNI EN 14127:2011, emissione acustica UNI EN 12819:2010, radiografia, addensamento magnetico UNI EN 1290:2003.
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FREQUENZA DEL
STRUTTURA MATERIALE ETÀ
TEST DI INTEGRITA’
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Il Soggetto Gestore deve effettuare la verifica periodica dell’integrità strutturale di serbatoi e vasche fuori terra con fondo direttamente poggiato al terreno. Tale
verifica consiste nell’accertamento dello stato di conservazione e di stress delle varie membrature, incluso lo spessore e la corrosione delle pareti e la qualità e
stato delle saldature.
Le verifiche vanno eseguite da un fornitore qualificato con una metodologia internazionalmente riconosciuta 10.
Le conclusioni del test di integrità vanno tassativamente seguite (es. fuori servizio, vetrificazione). Ogni verifica di integrità deve inoltre concludersi con un esplicito
riferimento al periodo di tempo per il quale mantiene la sua validità e alla data entro cui eseguire la verifica successiva.
La verifica dell’integrità strutturale deve essere effettuata secondo la frequenza temporale di cui al prospetto sottostante, salvo:
- eventuale maggiore frequenza richiesta dalle autorizzazioni in essere o da normativa specifica;
- minor frequenza indicata dal professionista incaricato di valutare l’integrità dei serbatoi rispetto alla corrosione.
Per i serbatoi monoparete con doppio fondo si adotterà la frequenza relativa ai serbatoi monoparete per le pareti laterali ed ai serbatoi con doppiaparete per il fondo.
10
Es. Onda guidata, ultrasuoni UNI EN 14127:2011, emissione acustica UNI EN 12819:2010, radiografia, addensamento magnetico UNI EN 1290:2003.
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Le prove di tenuta devono essere eseguite a seguito del test di integrità ed entro un mese da esso, nel caso in cui questo abbia mostrato carenze nell’integrità
del serbatoio e a meno che non si proceda a vetrificazione, oltre che nei casi previsti dalle autorizzazioni in essere.
I test devono essere eseguiti da fornitori specializzati ed in accordo a metodologie riconosciute dall’US EPA e/o descritte nel manuale UNICHIM 195/3 o
successivi, e permettere l’individuazione di perdite di almeno 0,4 l/h. Non vanno adottate prove in pressione.
I test andranno inoltre eseguiti in ogni caso in cui si rilevi un rischio di corrosione elevato, in accordo a specifica relazione di professionista o società di
comprovata specializzazione.
Nel caso di individuazione di perdite vanno attivate le procedure e le misure previste dalla normativa vigente.
Il Soggetto Gestore dovrebbe installare una rete di monitoraggio della qualità dell’acqua di falda del sito costituita da almeno 3 piezometri, dei quali uno a monte
e due a valle idrogeologico del sito con riferimento alla posizione delle vasche/serbatoi
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Ove sia presente una rete di monitoraggio delle acque sotterranee nei pressi del serbatoio o vasca, vanno effettuate analisi chimiche su campioni d’acqua
sotterranea con frequenza almeno annuale, o più frequentemente se richiesto dalle autorizzazioni o procedure ambientali vigenti, per la determinazione analitica
delle concentrazioni in acqua delle medesime sostanze chimiche contenute nel serbatoio o nella vasca. Nel caso di più serbatoi/vasche contenenti sostanze
diverse, l’analisi potrà essere riferita a parametri indice di eventuali perdite, in accordo ad apposito parere di specialista.
Le concentrazioni rilevate andranno confrontate con i valori di riferimento opportuni definiti dalla normativa e/o dagli Enti di Controllo nazionali o esteri.
Gli interventi devono essere eseguiti in accordo alle migliori norme tecniche applicabili. Ogni tipologia di dismissione deve prevedere interventi di bonifica interna
e pulizia, ossia di completo svuotamento dei serbatoi e delle tubazioni.
Dismissione temporanea: Se è previsto il riutilizzo, redigendo un piano degli interventi propedeutici al riutilizzo. Esecuzione di accertamenti sull’integrità del
serbatoio e delle relative strutture impiantistiche (ad es. tubazioni, valvole, ecc.).
Dismissione definitiva: Rimozione, effettuando apposito piano di rimozione e campionamento del terreno in accordo con gli enti locali ed infine effettuando un
ripristino dell’area di scavo.
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La distinzione di tali aree fra di loro è spesso sottile e artificiosa, in quanto nelle aree di deposito
sopra descritte avvengono normalmente delle operazioni di carico e scarico, che possono tuttavia
avvenire anche in aree separate per la ricezione e spedizione di materiali e sostanze (si pensi al
trasferimento di cisternette dal piazzale di deposito alla zona di carico su un camion, ove le
operazioni di carico e scarico avvengono sia sul piazzale che in prossimità del camion).
In entrambe le aree vi è comunque una forte influenza del fattore umano nella determinazione dei
possibili incidenti, oltre alla possibile influenza di difetti meccanici, fenomeni naturali, senescenza ed
obsolescenza dei contenitori.
Dal punto di vista delle attività che vengono svolte in tali aree, i rischi sono prevalentemente da
ricondurre alle seguenti cause:
I danni all’ambiente legati a questo tipo di sorgenti sono nella maggior parte dei casi legati ad eventi
improvvisi.
L’impatto può comunque essere molto rilevante, sia nei confronti del terreno che delle acque
superficiali e sotterranee. Il rischio per terreno ed acque sotterranee è funzione delle caratteristiche
geologiche e idrogeologiche sito-specifiche (ad es. permeabilità, percorsi preferenziali, superficialità
e direzione della falda, ecc.), delle caratteristiche fisiche e chimiche della sostanza rilasciata (ad es.
viscosità, solubilità, persistenza ecc.), nonché dell’entità e della durata dello sversamento.
Qualora la contaminazione raggiunga la falda e/o un corpo idrico superficiale, da questi viene poi
trasportata, in fase libera o disciolta, sulla base alla direzione di flusso, con il rischio di impatto sui
recettori (bersagli) a valle.
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Dalla contaminazione di suolo, falda o corpo idrico superficiale possono conseguire danni a:
Il rischio è funzione, oltre ai fattori di cui sopra, della vicinanza del serbatoio/vasca al bersaglio.
All’interno di uno stabilimento potranno essere presenti una o più aree adibite a deposito ed al carico
e scarico di prodotti. I criteri di seguito indicati vanno rispettati da ciascuna di esse.
Detti requisiti sono da integrare ove opportuno con i requisiti previsti per i serbatoi, vasche e
tubazioni eventualmente presenti.
Ove indicate regole con riferimento al contenuto in sostanze pericolose, si fa riferimento alla mera
presenza delle stesse, sia pure che diluite.
Di seguito vengono riportati i requisiti da rispettare per la presente sorgente, suddivisi in criteri
Obbligatori (tutti i criteri necessari per la certificazione di livello Base) e Aggiuntivi (criteri da
rispettare, come definito nel Regolamento di Certificazione, per il livello Medio ed Avanzato).
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Prospetto A.5 - Check-list Sversamento da aree di impianto e stoccaggio, movimentazione e carico e scarico
La progettazione dovrà essere eseguita in accordo alle migliori norme tecniche di settore applicabili, tenendo conto e minimizzando le possibili interferenze con
fenomeni naturali quali frane, sismi, alluvioni ed esondazioni.
E’ inoltre necessario tener conto anche del carico indotto dal deposito di materiali e dall’eventuale passaggio di veicoli. La progettazione degli stoccaggi, degli edifici e
delle attrezzature deve considerare anche la resistenza al vento, rispetto alle caratteristiche sito-specifiche, considerando un tempo di ritorno di 50 anni, e del carico di
neve.
Le nuove aree di impianto, stoccaggio e carico/scarico devono essere Certificazione di Collaudo presente
A.5.2. Collaudo Obbligatorio
collaudate collaudo ed adeguato: SI/NO
Le nuove aree di impianto, stoccaggio e carico/scarico devono essere collaudate per la verifica della rispondenza agli elaborati progettuali.
Protezione da piene e alluvioni delle nuove aree impianto, stoccaggio e Relazione Relazione presente
A.5.3. Installazione Obbligatorio
carico/scarico idrogeologica ed adeguata: SI/NO
Le aree di deposito contenenti sostanze pericolose/rifiuti devono essere realizzate in modo tale da essere protette dalle piene con un periodo di ritorno inferiore ai 50
anni.
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Protezione da piene e alluvioni delle aree impianto, stoccaggio e Relazione Relazione presente
A.5.4. Installazione Aggiuntivo
carico/scarico esistenti idrogeologica ed adeguata: SI/NO
Le aree di deposito contenenti sostanze pericolose/rifiuti dovrebbero essere realizzate in modo tale da essere protette dalle piene con un periodo di ritorno inferiore ai
50 anni.
Relazione
Protezione da agenti atmosferici delle nuove aree impianto, stoccaggio e Relazione presente
A.5.5. Installazione protezione agenti Obbligatorio
carico/scarico ed adeguata: SI/NO
atmosferici
Gli stoccaggi, in particolare quelli in cumulo, devono essere protetti dall’azione del vento, soprattutto nel caso di sostanze allo stato fisico solido polverulento, mediante
teli, barriere frangivento, tettoie o soluzioni idonee a garantire tale funzione, in modo da limitarne la diffusione in atmosfera.
Relazione
Protezione da agenti atmosferici delle aree impianto, stoccaggio e - Relazione presente
A.5.6. Installazione protezione agenti Aggiuntivo
carico/scarico esistenti ed adeguata: SI/NO
atmosferici
Gli stoccaggi, in particolare quelli in cumulo, dovrebbero essere protetti dall’azione del vento, soprattutto nel caso di sostanze allo stato fisico solido polverulento, mediante
teli, barriere frangivento, tettoie o soluzioni idonee a garantire tale funzione, in modo da limitarne la diffusione in atmosfera.
Relazione fine
lavori Documentazione e
Impermeabilizzazione e drenaggio delle nuove aree impianto, stoccaggio e
A.5.7. Installazione materiali presenti ed Obbligatorio
carico/scarico
Procedura adeguati: SI/NO
operativa
© UNI 109
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Le aree di carico e scarico e di stoccaggio di liquidi contenenti sostanze pericolose devono essere impermeabilizzate e dotate di sistemi di contenimento di eventuali
perdite (Kit antisversamento). Le opere di convogliamento e smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio devono inviare a vasche impermeabilizzate e
separate rispetto alle acque provenienti da altre aree e non possono andare a scarico diretto.
In alternativa, per le sole aree di carico e scarico e durante le fasi operative, le linee devono essere intercettate da apposite valvole oppure deve essere impedito
l’ingresso di eventuali fluidi mediante gli appositi tappetini di chiusura temporanea delle caditoie.
Relazione fine
lavori Documentazione e
Impermeabilizzazione e drenaggio delle aree impianto, stoccaggio e
A.5.8. Installazione materiali presenti ed Aggiuntivo
carico/scarico esistenti
Procedura adeguati: SI/NO
operativa
Le aree di carico e scarico e di stoccaggio di liquidi contenenti sostanze pericolose dovrebbero essere impermeabilizzate e dotate di sistemi di contenimento di eventuali
perdite. Le opere di convogliamento e smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio devono inviare a vasche impermeabilizzate e separate rispetto alle acque
provenienti da altre aree e non possono andare a scarico diretto.
In alternativa, per le sole aree di carico e scarico e durante le fasi operative, le linee devono essere intercettate da apposite valvole oppure deve essere impedito
l’ingresso di eventuali fluidi mediante gli appositi tappetini di chiusura temporanea delle caditoie.
- Planimetria
Documentazione
A.5.9. Installazione Tutte le aree (nuove e preesistenti) devono essere adeguatamente mappate presente ed Obbligatorio
- Prospetto di
adeguata: SI/NO
sintesi
Deve essere predisposta una planimetria con l’ubicazione e le caratteristiche di base di tutte le aree adibite al carico e scarico ed al deposito materiali (almeno età,
materiale, tipologia sostanze trattate, volume utile di raccolta di eventuali sversamenti, linee di raccolta eventuali sversamenti e punto di recapito).
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Devono essere realizzati gli opportuni accorgimenti per evitare la dispersione di prodotto eventualmente sversato in fase di carico e scarico, in particolare cordonatura
ed impermeabilizzazione con funzione di bacino di raccolta di eventuali sversamenti.
Deve essere presente un sistema di connessione sicuro e correttamente funzionante per le tubazioni di carico e scarico, in posizione accessibile in sicurezza.
Presenza di dispositivi di messa a terra manuali, qualora necessari in funzione delle caratteristiche delle sostanze da travasare.
Sulle linee di drenaggio delle aree di carico/scarico in presenza di sostanze pericolose devono essere presenti valvole di intercettazione a chiusura rapida manuale in
caso di allarme.
Valvole di intercettazione di sicurezza a chiusura rapida manuale sulle linee di Documentazione Documentazione e
A.5.12. Installazione drenaggio delle aree di carico/scarico, di deposito e di impianto (nuove e tecnica, procedura materiali presenti ed Aggiuntivo
preesistenti) interna adeguati: SI/NO
Sulle linee di drenaggio non segregate delle aree di carico/scarico anche in assenza di sostanze pericolose dovrebbero essere presenti valvole di intercettazione a
chiusura rapida manuale in caso di allarme.
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Valvole di intercettazione di sicurezza a chiusura rapida automatica sulle linee Documentazione Documentazione e
A.5.13. Installazione di drenaggio delle aree di carico/scarico, di deposito e di impianto (nuove e tecnica, procedura materiali presenti ed Aggiuntivo
preesistenti) interna adeguati: SI/NO
Sulle linee di drenaggio non segregate delle aree di carico/scarico, di deposito e di impianto (nuove ed esistenti) con presenza di sostanze pericolose dovrebbero
essere presenti valvole di intercettazione a chiusura rapida automatica in caso di allarme e/o valvole normalmente chiuse con presidio umano obbligatorio per l’apertura
(tipo uomo morto). Tale requisito è per i livelli Medio ed Alto di Certificazione.
Segnaletica
Identificazione chiara delle sostanze e delle tipologie di sostanze nelle aree di
A.5.14. Installazione Segnaletica in sito presente ed Obbligatorio
carico/scarico, di deposito e di impianto (nuove e preesistenti)
adeguata: SI/NO
Nelle aree di carico/scarico, di deposito e di impianto (nuove ed esistenti) deve essere presente una segnaletica dedicata, ben visibile, che indichi in modo chiaro ed
univoco la sostanza presente in corrispondenza di contenitori, aree di stoccaggio, bocche di carico e scarico.
Devono inoltre essere chiaramente identificate le zone con le diverse tipologie di prodotti: infiammabili, acidi (non infiammabili), basi (non infiammabili), tossici (non
infiammabili).
Cartellonistica
Cartellonistica aree e misure di controllo ingressi nelle aree di carico/scarico, Cartellonistica in
A.5.15. Installazione presente ed Obbligatorio
di deposito e di impianto (nuove e preesistenti) sito
adeguata: SI/NO
Appositi cartelli fissi, ben visibili, devono indicare le norme di comportamento e i recapiti telefonici dei vigili del fuoco, da contattare in caso di emergenza, nonché il
recapito telefonico della società di pronto intervento. Devono essere inoltre presenti misure di sicurezza e cartellonistica atta ad evitare l'accesso, da parte di estranei, ai
dispositivi di sicurezza e controllo.
Procedura presente
ed adeguata: SI/NO
Devono essere previste ed applicate idonee modalità di stoccaggio nelle aree Procedura interna
A.5.16. Conduzione Obbligatorio
di deposito nuove e preesistenti stoccaggio Applicazione
verificata in sito:
SI/NO
© UNI 112
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Il Soggetto Gestore deve predisporre una procedura operativa per le operazioni di stoccaggio che definisca modalità e ubicazione degli stoccaggi, tenendo conto anche
delle caratteristiche delle sostanze stoccate, inclusa la loro compatibilità e pericolosità, nonché delle caratteristiche specificità dei contenitori, delle aree/locali e del sito.
Procedura presente
ed adeguata: SI/NO
Procedure
A.5.17. Conduzione Procedura per il carico/scarico mediante tubazioni mobili o fisse Obbligatorio
aziendali interne Applicazione
verificata in sito:
SI/NO
Il Soggetto Gestore deve predisporre una procedura operativa per le operazioni di carico-scarico volta a prevenire perdite ed incidenti, nonché a contenere le
conseguenze di eventuali sversamenti, che preveda il presidio dell’area ed il controllo delle attività nelle fasi preparativa, di carico ed al termine del carico, tenendo
conto delle specificità e peculiarità del sito e delle sostanze utilizzate.
Piano di
manutenzione Controlli presenti
Monitoraggio trimestrale delle condizioni della pavimentazione dell’area e
A.5.18. Manutenzione ed adeguati: Aggiuntivo
della rete di raccolta acque (aree nuove e preesistenti)
Registro dei SI/NO
controlli
- stato di conservazione e impermeabilizzazione della pavimentazione delle aree di carico e scarico e di stoccaggio;
- pulizia generale e assenza di liquidi riconducibili agli stoccaggi nei pozzetti della rete di raccolta;
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Piano di
manutenzione Manutenzioni
Predisporre un Piano di Manutenzione e controllo ed effettuare le attività di
A.5.19. Manutenzione effettuate ed Obbligatorio
manutenzione
Registro adeguate: SI/NO
manutenzioni
Il piano di manutenzione deve riguardare sia le aree di carico/scarico e stoccaggio che macchinari, attrezzature ed equipaggiamento utilizzati. Il Soggetto Gestore deve
garantire una costante attività manutentiva, sia ordinaria che straordinaria, seguendo le indicazioni fornite dai fornitori/installatori dei macchinari, attrezzature ed impianti.
Documentazione
Formazione erogata
A.5.20. Formazione Assicurare una adeguata formazione e addestramento dei lavoratori addetti formazione Obbligatorio
ed adeguata: SI/NO
erogata
Il Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento del Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti e/o deputati alla
attività di carico/scarico mediante corsi effettuati da soggetti di comprovata esperienza ed incentrati sul corretto uso e manutenzione degli impianti ed attrezzature, con
attenzione sulle modalità di prevenzione e mitigazione del rischio di danno all’ambiente e della gestione delle emergenze ambientali. I corsi, teorici o teorico-pratici,
devono avere durata minima di 4 h/y, e comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività di manutenzione a personale esterno
adeguatamente qualificato, il numero di ore di formazione può essere ridotto del 50%.
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Per emissioni in atmosfera si intende l’immissione in atmosfera di qualsiasi sostanza solida, liquida
o gassosa che possa causare inquinamento atmosferico, ovvero peggioramento delle caratteristiche
chimiche dell’aria e/o effetto avverso sulle matrici e/o i recettori ambientali per il tramite dell’aria.
Si distinguono:
− sistemi di estrazione, per garantire la salubrità dei luoghi di lavoro ed evitare che le emissioni
ristagnino nei e/o avvengano in maniera diffusa dai luoghi di lavoro;
− sistemi di trattamento, per abbattere il contenuto di inquinanti nei fumi, garantendo il rispetto
dei limiti allo scarico;
− sistemi di convogliamento, per garantire l’efficace dispersione dei fumi in atmosfera.
Emissione diffusa è l’emissione non effettuata attraverso uno o più camini (cioè non convogliata) e
include tutte le emissioni non puntiformi, incluse le emissioni di composti volatili da scarichi idrici,
vasche e bacini non coperti, da valvole e sfiati di attrezzature e serbatoi e le emissioni di materiali
pulverulenti da piazzali ed aree di stoccaggio.
− guarnizioni a tenuta delle pompe, dei raccordi e delle valvole utilizzate per la
movimentazione di sostanze organiche liquide;
− sistemi di aspirazione e convogliamento ad impianti di abbattimento delle emissioni, in
particolare legate al carico e scarico di sostanze (ad es. caricamento da silos, benne,
autocisterne ecc.), piuttosto che all’utilizzo delle sostanze stesse (per es. lavaggi,
rivestimenti superficiali, verniciatura ecc.);
− il degasaggio del liquido residuo conseguente all'arresto dei compressori utilizzati per i gas;
− copertura di contenitori, vasche, bacini contenenti sostanze pericolose volatili e/o
pulverulente;
− filtri degli sfiati dei serbatoi di sostanze volatili.
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Le emissioni comportano un elevato rischio sia per la salute dei recettori umani, legata alla
dispersione per via aerea di inquinanti inalabili, che alla qualità dei terreni circostanti il punto di
emissione, nei quali possono ricadere sostanze chimiche e polveri pericolose per la salute umana e
per l’ambiente.
Il rischio, oltre che delle caratteristiche della sostanza chimica rilasciata (volatilità, peso specifico,
dimensione delle eventuali particelle, tossicità) è funzione delle caratteristiche del punto di emissione
(diffusa o convogliata, altezza e diametro del camino, temperatura e portata dei fumi), delle
condizioni meteoclimatiche dell’area (direzione, costanza e intensità dei venti, umidità, temperatura
media, precipitazioni) e dell’entità, durata e frequenza delle emissioni. I composti inquinanti non
volatili frequentemente mostrano una bassa solubilità in acqua ed una maggior affinità per la matrice
suolo (es. diossine, metalli pesanti, PCB, IPA, idrocarburi), che li porta a concentrarsi nei livelli più
superficiali di terreno all’interno dell’area di ricaduta al suolo.
Statisticamente gli scenari più frequenti sono legati a emissioni di breve durata dovute ad incidenti,
anche se emissioni discontinue ma frequenti e protratte negli anni possono ugualmente comportare
danni rilevanti.
I danni legati ad emissioni incidentali di breve durata frequentemente possono avere un impatto
diretto sulla salute umana e sulle specie animali e vegetali, con ricadute al suolo che normalmente
interessano i primi centimetri di terreno superficiale e la vegetazione, oltre ai beni eventualmente
presenti.
Emissioni di lunga durata e non riconosciute tempestivamente possono comportare danni anche
legati all’ingestione di prodotti alimentari provenienti da coltivazioni e allevamenti ubicati nelle aree
impattate ed al bioaccumulo di contaminanti.
Il rischio è quindi funzione, oltre che dei fattori di cui sopra, della vicinanza del punto di emissione ai
bersagli e della tempestività di individuazione della fuoriuscita e di intervento.
Ove indicate regole con riferimento al contenuto in sostanze pericolose, si fa riferimento alla mera
presenza delle stesse, sia pure che diluite.
Di seguito vengono riportati i requisiti da rispettare per la presente sorgente, suddivisi in criteri
Obbligatori (tutti i criteri necessari per la certificazione di livello Base) e Aggiuntivi (criteri da
rispettare, come definito nel Regolamento di Certificazione, per il livello Medio ed Avanzato).
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
Sistemi di Trattamento:
progettazione e dimensionamento
adeguata e conforme: SI/NO
Progettazione e dimensionamento degli impianti devono essere correlate a portata di aria da depurare, concentrazione e chimismo delle sostante da trattare,
caratteristiche dei punti di emissione e dei locali, caratteristiche meteoclimatiche ed urbanistiche, in accordo alle migliori norme tecniche applicabili ed alle
specifiche autorizzazioni.
Deve essere rilasciata una certificazione di Progetto, relazione di Collaudo presente: SI/NO
A.6.2. Collaudo Obbligatorio
collaudo (impianti nuovi e preesistenti) installazione e collaudo
Deve essere rilasciata una certificazione di collaudo dei sistemi di estrazione, trattamento ed emissione, inclusi camini, prima della messa in esercizio ed in
accordo alle migliori norme tecniche applicabili.
A.6.3. Installazione Realizzazione di idonei Punti di campionamento Dichiarazione di conformità Dichiarazione presente: SI/NO Obbligatorio
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
I punti di misura devono essere conformi a quanto previsto da autorizzazioni e norme tecniche applicabili, ed in particolare:
− essere chiaramente identificati e etichettati in modo univoco con scritta indelebile in prossimità del punto di prelievo;
− essere posizionati in corrispondenza di piattaforme di lavoro accessibili e sicure che consentano adeguati spazi di lavoro per la persona, l’attrezzatura
e l’eventuale manipolazione del campione;
− permettere l’accesso delle sonde di campionamento nelle varie posizioni previste dalla tipologia di campionamento;
Deve essere realizzata una planimetria indicante l’ubicazione e le caratteristiche delle aree sottoposte ad estrazione vapori e l’ubicazione dei punti di emissione.
11
In genere tali condizioni sono rispettate (a) se la sezione è 5 diametri idraulici a monte e 2 a valle di un tratto rettilineo di condotto; nel caso di sbocco diretto in atmosfera, a 5 diametri, in condotti
di forma e superficie trasversale costanti.
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
- la copertura di tutte le spese e dei danni a terzi per gli interventi che l’organizzazione deve sostenere in caso di Danno all’Ambiente o sua minaccia
imminente, come previsti dal D.Lgs.152/06 12; tale copertura deve valere anche in caso di Danno all’ambiente non causato da inquinamento come il
deterioramento diretto di specie e habitat e acque;
- un massimale adeguato all’entità dei possibili danni originati dall’attività eseguita in sito, con un minimo di 1 milione sinistro/annuo da aumentare
opportunamente e.g. quando la polizza copra una pluralità di siti.
La copertura non deve essere limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni né ai soli danni a terzi a seguito di Inquinamento.
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare il controllo periodico dell’efficienza dei sistemi di estrazione di polveri e vapori pericolosi per la salute umana effettuando
campionamenti in aria ambiente nei luoghi di lavoro in cui queste sostanze si possono liberare. Il confronto va eseguito con riferimento ai valori ammessi
dall’analisi di rischio per un soggetto adulto con permanenza nell’ambiente pari a quella massima teorica prevista dai turni e programmi di lavoro.
Sono esclusi dal confronto i valori relativi a locali nei quali l’accesso è consentito solo con mezzi di protezione delle vie respiratorie.
12
Tale copertura deve quindi includere: Messa in sicurezza d’emergenza (MISE), Misure di Prevenzione, Bonifica, Messa in Sicurezza Operativa (MISO), Messa in Sicurezza Permanente (MISP),
Ripristino primario, complementare e compensativo, sia per quanto riguarda la progettazione che l’esecuzione degli interventi, i relativi documenti, analisi e monitoraggi necessari.
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare il controllo periodico dell’efficienza dei sistemi di estrazione di polveri e vapori pericolosi per la salute umana effettuando
campionamenti in aria ambiente nei luoghi di lavoro in cui queste sostanze si possono liberare. Il confronto va eseguito con riferimento ai valori ammessi
dall’analisi di rischio per un soggetto adulto con permanenza nell’ambiente pari a quella massima teorica prevista dai turni e programmi di lavoro.
Sono esclusi dal confronto i valori relativi a locali nei quali l’accesso è consentito solo con mezzi di protezione delle vie respiratorie.
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare il monitoraggio periodico delle emissioni convogliate, sulla base delle norme tecniche applicabili, delle migliori tecniche
disponibili (BAT) e dei requisiti dell’autorizzazione, documentando i metodi di campionamento e di analisi, i criteri per la valutazione della conformità dei valori
misurati ai valori limite e la periodicità dei controlli, il minimo tecnico per gli impianti soggetti a tale condizione e le portate di progetto tali da consentire che le
emissioni siano diluite solo nella misura inevitabile dal punto di vista tecnologico e dell'esercizio.
Nel caso di analisi in continuo (valide per la certificazione livello medio ed avanzato), le stesse dovranno essere eseguite sulla base di sistemi e protocolli
conformi a UNI 14181 e norme tecniche applicabili.
Tutta la documentazione dovrà essere archiviata in modo completo ed idoneo su apposito registro.
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
Il Soggetto Gestore deve effettuare il monitoraggio periodico delle emissioni convogliate, sulla base delle norme tecniche applicabili, delle migliori tecniche
disponibili (BAT) e dei requisiti dell’autorizzazione, documentando i metodi di campionamento e di analisi, i criteri per la valutazione della conformità dei valori
misurati ai valori limite e la periodicità dei controlli, il minimo tecnico per gli impianti soggetti a tale condizione e le portate di progetto tali da consentire che le
emissioni siano diluite solo nella misura inevitabile dal punto di vista tecnologico e dell'esercizio.
Nel caso di analisi in continuo (valide per la certificazione livello medio ed avanzato), le stesse dovranno essere eseguite sulla base di sistemi e protocolli
conformi a UNI 14181 e norme tecniche applicabili.
Tutta la documentazione dovrà essere archiviata in modo completo ed idoneo su apposito registro.
Piano di manutenzione e
controllo
Calibrazione e taratura apparecchi di misura e Calibrazione e taratura effettuate ed
A.6.10. Manutenzione Obbligatorio
controllo emissioni, sensori e allarmi adeguate: SI/NO
Registro calibrazioni e
tarature
Il Soggetto Gestore deve effettuare e documentare la calibrazione e taratura delle apparecchiature di misura e controllo emissioni, sensori e allarmi con la
frequenza e modalità indicate dal costruttore nel libretto d’uso/ manutenzione.
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
Piano di monitoraggio
Monitoraggio biennale delle emissioni diffuse Monitoraggi effettuati ed adeguati:
A.6.11. Conduzione Aggiuntivo
pulverulente SI/NO
Relazione di monitoraggio
Nel caso di produzione, utilizzo e/o stoccaggio di sostanze pulverulente e/o particellari pericolose (es. metalli pesanti, fitofarmaci, diossine ecc) in quantità
superiore a 1000 kg/anno, il Soggetto Gestore dovrebbe provvedere al campionamento e monitoraggio con frequenza biennale nella zona sottovento a detti
stoccaggi rispetto ai venti prevalenti in accordo alle migliori norme tecniche, salvo maggior frequenza imposta da norme ed autorizzazioni vigenti.
Il campionamento deve essere eseguito sui primi 10 cm di terreno ed andrà confrontato con idoneo campione di bianco e con le CSC di riferimento per uso
residenziale del suolo per i soli parametri relativi alle sostanze stoccate.
In alternativa andrà effettuato il campionamento con deposimetri standard in accordo alle migliori norme tecniche per un periodo di esposizione di un mese,
espresso in ug/m2 x giorno, che andrà confrontato con i valori limite per le deposizioni atmosferiche disponibili in letteratura a livello internazionale o, in loro
assenza, con il valore pari a 10 volte il rateo giornaliero massimo ammesso per un soggetto adulto ai fini del non superamento del rischio tossico e/o
cancerogeno, inteso come incremento di 1x10-6 casi.
Piano di monitoraggio
Monitoraggio semestrale emissioni diffuse Monitoraggi effettuati ed adeguati:
A.6.12. Conduzione Aggiuntivo
pulverulente SI/NO
Relazione di monitoraggio
Nel caso di produzione, utilizzo e/o stoccaggio di sostanze pulverulente e/o particellari pericolose (es. metalli pesanti, fitofarmaci, diossine ecc) in quantità
superiore a 1000 kg/anno, il Soggetto Gestore dovrebbe provvedere al campionamento e monitoraggio con frequenza semestrale nella zona sottovento a detti
stoccaggi rispetto ai venti prevalenti in accordo alle migliori norme tecniche.
Il campionamento deve essere eseguito sui primi 10 cm di terreno ed andrà confrontato con idoneo campione di bianco e con le CSC di riferimento per uso
residenziale del suolo per i soli parametri relativi alle sostanze stoccate.
In alternativa andrà effettuato il campionamento con deposimetri standard in accordo alle migliori norme tecniche per un periodo di esposizione di un mese,
espresso in ug/m2 x giorno, che andrà confrontato con i valori limite per le deposizioni atmosferiche disponibili in letteratura a livello internazionale o, in loro
assenza, con il valore pari a 10 volte il rateo giornaliero massimo ammesso per un soggetto adulto ai fini del non superamento del rischio tossico e/o
cancerogeno, inteso come incremento di 1x10-6 casi.
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
Il Soggetto Gestore, nel caso di utilizzo e/o stoccaggio di sostanze organiche volatili pericolose per la saluta umana e/o per l’ambiente in quantitativo superiore
a 1000 kg/anno, dovrebbe provvedere alla misura delle perdite dalle apparecchiature di processo (quali valvole, flange e altre connessioni, limitatori di
pressione, sistemi di drenaggio, valvole di carico, guarnizioni e sistemi di tenuta di pompe e compressori, agitatori e passi-d’uomo) mediante l’adozione di
idonea norma tecnica 13. Nel caso in cui le potenziali sorgenti siano di dimensioni tali da non permettere l’adozione di tali tecniche, andranno utilizzati dispositivi
a lungo cammino ottico con tecnologie idonee 14.
Tale misura va riportata in apposito documento indicante la metodologia adottata ed i risultati ottenuti ed effettuata con frequenza biennale.
Il Soggetto Gestore, nel caso di utilizzo e/o stoccaggio di sostanze organiche volatili pericolose per la saluta umana e/o per l’ambiente in quantitativo superiore a
1000 kg/anno, dovrebbe provvedere alla misura delle perdite dalle apparecchiature di processo (quali valvole, flange e altre connessioni, limitatori di pressione,
sistemi di drenaggio, valvole di carico, guarnizioni e sistemi di tenuta di pompe e compressori, agitatori e passi-d’uomo) mediante l’adozione di idonea norma
tecnica 15. Nel caso in cui le potenziali sorgenti siano di dimensioni tali da non permettere l’adozione di tali tecniche, andranno utilizzati dispositivi a lungo
cammino ottico con tecnologie idonee 16.
Tale misura va riportata in apposito documento indicante la metodologia adottata ed i risultati ottenuti, ed effettuata con frequenza semestrale per il livello medio
ed avanzato.
13
Ad es: quale UNI EN 15446:2008, EPA-453:1995 o VDI 4285.
14
Ad esempio: DOAS (Differential Optical Absorption SpecTrometry (possibilmente in accordo alla metodica UNI EN 16253:2013), DIAL (Infrared Differential Absorption LIDAR) o SOF (Solar
Occultation Flux).
15
Per esempio UNI EN 15446:2008.
16
Per esempio: DOAS (Differential Optical Absorption SpecTrometry (possibilmente in accordo alla metodica UNI EN 16253:2013), DIAL (Infrared Differential Absorption LIDAR) o SOF (Solar
Occultation Flux).
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
Nel caso in cui l’esito complessivo del monitoraggio delle emissioni diffuse di cui ai requisiti precedenti superi il 25% della somma delle emissioni autorizzate,
dovrebbe essere effettuato un modello di dispersione degli inquinanti in atmosfera, anche semplificato, ed un’analisi di rischio per valutare l’effetto di tali
dispersioni su un ipotetico recettore umano al confine di valle del sito lungo la direzione dei venti prevalenti.
L’analisi del rischio deve essere ripetuta qualora il livello di emissione diffusa rilevato sia superiore a quello da esso contemplato.
Nel caso di misure alle emissioni eseguite automaticamente deve essere presente un sistema di allarme che segnali il superamento delle soglie di accettabilità.
I valori di soglia di allarme devono essere impostati al 70% del valore limite di emissione, a meno che l’incertezza di misura non giustifichi valori soglia di allarme
superiori.
Deve essere predisposto un Piano di manutenzione di tutte le apparecchiature e macchinari legati ai sistemi di estrazione, convogliamento, trattamento ed
emissione, nonché ai macchinari ed impianti che possono causare emissioni durante il loro funzionamento e/o per un malfunzionamento, sulla base delle istruzioni
del produttore/Installatore e delle migliori norme tecniche e degli eventuali requisiti dell’autorizzazione. Il Piano di manutenzione deve individuare tempistica e
tipologia dei controlli ed interventi, modalità di intervento, responsabilità, e deve includere anche:
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FASE DEL
PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO DOC. DI RIFERIMENTO INDICATORE CLASSIFICAZIONE
PROCESSO
Il Soggetto Gestore deve effettuare la regolare manutenzione e verifica di strumentazione, apparecchiature ed impianti in accordo al Piano di manutenzione. Tutti
gli interventi ed i controlli effettuati dovranno essere archiviati in modo completo ed idoneo su apposito registro.
Il Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento del Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti mediante
corsi effettuati da soggetti di comprovata esperienza ed incentrati sul corretto uso e manutenzione degli impianti ed attrezzature, con attenzione sulle modalità di
prevenzione e mitigazione del rischio di danno all’ambiente e della gestione delle emergenze ambientali.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 8 h/y, e comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività di
manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore di formazione può essere ridotto del 50%.
Il Soggetto Gestore dovrebbe disporre di una procedura di prevenzione dell’inquinamento in fase di dismissione, in conformità agli eventuali requisiti dell’atto
autorizzativo inerenti il fine vita dell’impianto.
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Con l’eccezione dei reflui civili, domestici ed assimilati come definiti dalla normativa vigente, che non
sono coperti dal presente documento, gli altri reflui possono contenere sostanze chimiche inerenti i
processi industriali eseguiti in sito e le sostanze chimiche eventualmente dilavate.
I reflui provenienti da aree di stabilimento in cui non sono ubicati gli impianti produttivi e gli stoccaggi
e non sono potenzialmente inquinate possono generalmente essere inviati ad infiltrazione nel
terreno anziché a scarico, al fine di preservare l’equilibrio idrogeologico; gli altri reflui frequentemente
prevedono il trattamento mediante depuratori aziendali o disoleatori prima dello scarico in un
collettore fognario o in corpo idrico.
I depuratori sono impianti destinati al trattamento delle acque reflue attraverso un processo che
permette di abbattere la concentrazione degli inquinanti presenti attraverso una o più metodologie
biologiche e/o chimico-fisiche, che portano alla formazione di un refluo trattato e di uno scarto, solido
e/o liquido/fangoso. Lo scarico può essere conferito ad un impianto fognario e quindi ad un ulteriore
impianto, o direttamente ad un corpo idrico superficiale. Esempi di trattamenti sono le vasche di
prima pioggia, i disoleatori, i reattori biologici, le torri di ossidazione/strippaggio, i trattamenti con
carboni attivi, la disinfezione, la fitodepurazione, impianti per le acque di falda inquinate, ecc.
Gli scarichi di processo ed i relativi trattamenti di depurazione devono essere conformi alle
prescrizioni stabilite dai provvedimenti di autorizzazione.
Gli scarichi idrici comportano un rischio importante sia per gli ecosistemi acquatici, le specie e gli
habitat protetti, le aree protette e le falde idriche, i corpi idrici superficiali e il mare. Le falde idriche
possono venire impattate sia direttamente che per infiltrazione dai corpi d’acqua superficiali, anche
ad alcuni km dal punto di scarico. Gli scarichi idrici possono inoltre causare un impatto sui terreni
circostanti il corpo recettore e sui sedimenti, che a loro volta possono costituire una fonte a lungo
termine di contaminazione delle acque e favorire il bioaccumulo.
Il rischio, oltre che delle caratteristiche della sostanza chimica rilasciata (solubilità, peso specifico,
dimensione delle eventuali particelle, tossicità) e dello scarico (durata e frequenza, portata e
concentrazione) è funzione delle caratteristiche di portata, velocità, turbolenza del corpo idrico
recettore e delle caratteristiche dell’ecosistema.
Statisticamente gli scenari più frequenti sono legati a emissioni di breve durata dovute ad incidenti,
anche se emissioni discontinue ma frequenti e protratte negli anni possono ugualmente comportare
danni rilevanti.
Di seguito vengono riportati i requisiti da rispettare per la presente sorgente, suddivisi in criteri
Obbligatori (tutti i criteri necessari per la certificazione di livello Base) e Aggiuntivi (criteri da
rispettare, come definito nel Regolamento di Certificazione, per il livello Medio ed Avanzato).
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Progetto
Adeguata progettazione dei nuovi sistemi di Progettazione presente e
A.7.1. Progettazione Obbligatorio
trattamento Specifiche tecniche conforme: SI/NO
dell’impianto
Gli impianti di trattamento devono progettati in conformità alle migliori norme tecniche applicabili, alle migliori tecniche disponibili (BAT) e agli eventuali requisiti
dell’autorizzazione allo scarico, al fine di garantire il rispetto dei parametri allo scarico tenuto conto di portata media e massima, concentrazione media e massima
degli inquinanti, adeguato margine di sicurezza e della tipologia di ricettore.
Gli impianti di trattamento devono collaudati in conformità alle migliori norme tecniche applicabili, alle migliori tecniche disponibili (BAT) e agli eventuali requisiti
dell’autorizzazione allo scarico, al fine di garantire il rispetto dei parametri allo scarico tenuto conto di portata media e massima, concentrazione media e massima
degli inquinanti, adeguato margine di sicurezza e della tipologia di ricettore.
Le eventuali vasche, serbatoi e condutture interrate e fuori terra devono essere installate, verificate e manutenute in accordo ai relativi requisiti nelle precedenti
sezioni.
© UNI 127
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Gli eventuali pozzetti di ispezione lungo le linee di collettamento delle acque meteoriche e/o in corrispondenza delle linee/pozzi di infiltrazione dovrebbero essere
adeguatamente protetti dall’infiltrazione di acque superficiali meteoriche e/o di scorrimento, ove questa sia possibile, mediante chiusini a tenuta stagna. La tenuta
delle guarnizioni deve essere costantemente mantenuta in buone condizioni.
A monte dei pozzi/linee disperdenti nel sottosuolo deve essere installato un pozzetto fiscale di ispezione che consenta il campionamento delle acque di infiltrazione,
subito prima dell’infiltrazione stessa; tale pozzetto deve essere realizzato in accordo alle migliori norme tecniche applicabili 17.
17
Indicativamente si raccomandano dimensioni minime 60 x 60 cm, con un dislivello tra la condotta d' ingresso e quella di uscita di almeno 20 cm ed il pelo libero dell'acqua nel pozzetto posto a
una quota minima di 20 cm dal fondo.
© UNI 128
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Deve essere presente un sistema di allarme in tempo reale che allerti la squadra di emergenza nel caso di malfunzionamenti dell’impianto che possano causare
un valore in uscita fuori norma.
Sistema di monitoraggio
Presenza di un sistema di monitoraggio ed presente ed adeguato: SI/NO
Relazione funzionamento
A.7.7. Installazione allarme in continuo delle acque trattate Aggiuntivo
impianto
(impianti nuovi e preesistenti) Allarme presente ed adeguato:
SI/NO
Dovrebbe essere presente un sistema di analisi in continuo delle acque trattate in tempo reale e di allarme per parametri fuori norma. Tale requisito è per i livelli
Medio ed Alto di certificazione.
L’impianto di trattamento acque dovrebbe presentare un sistema di sicurezza che consenta di evitare la fuoriuscita di liquidi con valori fuori norma in caso di
interruzione elettrica.
I sistemi di allarme (trattamento acque reflue, monitoraggio acque trattate) devono avere un sistema di alimentazione di back-up che gli consenta comunque di
inviare gli allarmi al personale di reperibilità, anche in caso di interruzione dell’energia elettrica.
© UNI 129
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In corrispondenza dello scarico dovrebbe essere presente un dispositivo di sicurezza che consenta l'arresto del flusso del liquido allo scarico in caso di
malfunzionamenti o cali di efficienza e/o valori fuori norma.
In corrispondenza dello scarico dovrebbe essere presente un dispositivo di sicurezza che consenta l'arresto del flusso del liquido allo scarico in caso di
malfunzionamenti o cali di efficienza e/o valori fuori norma.
Autocontrollo analitico annuale sugli scarichi Scadenziario per autocontrollo Controllo annuale eseguito e
A.7.12. Conduzione Obbligatorio
reflui industriali documentato: SI/NO
Bollettini analitici
Salvo maggior frequenza e parametri aggiuntivi previsti nell’autorizzazione allo scarico, devono essere eseguite analisi annuali sulle acque di scarico reflue per i
parametri potenzialmente presenti nelle acque reflue, a cura di laboratorio e prove accreditati ISO 17025.
Tale controllo deve prevedere con la stessa frequenza anche i principali parametri non prescritti in autorizzazione ma potenzialmente presenti nel refluo in
funzione della provenienza delle acque da trattare e delle sostanze chimiche utilizzate, stoccate e/o generate in sito. Ove alcuni di tali composti possano essere
utilizzati come indicatore dell’efficienza dei processi di abbattimento, potranno essere analizzati soltanto detti parametri, sulla base di idonea relazione tecnica
da parte di professionista/società specializzata che valuti anche il tasso di efficienza indirettamente applicabile per i parametri non analizzati.
Le analisi devono essere relative a campioni rappresentativi, in accordo alle migliori tecniche applicabili.
Nel caso in cui la normativa non preveda limiti di riferimento per i parametri presenti nelle acque di trattamento, gli stessi andranno confrontati con quelli
reperibili in letteratura.
Le analisi andranno raccolte in appositi registri ai quali devono essere allegati i certificati analitici emessi.
© UNI 130
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Dovrebbe essere eseguito con frequenza annuale, salvo maggior frequenza prevista in autorizzazione, il campionamento delle acque inviate ad infiltrazione
dall’apposito pozzetto ed analisi per le principali sostanze depositate, utilizzate e/o prodotte-generate in sito, da laboratorio e prove accreditati ISO 17025. Tutta
la documentazione dovrà essere archiviata in modo completo ed idoneo su apposito registro.
Deve essere predisposto un Piano di manutenzione di tutte le apparecchiature, macchinari, valvole, sensori ed allarmi sulla base delle istruzioni del
produttore/Installatore e delle migliori norme tecniche nonché degli eventuali requisiti dell’autorizzazione. Il Piano di manutenzione deve individuare tempistica e
tipologia dei controlli ed interventi, modalità di intervento, responsabilità.
I controlli devono essere effettuati con le tempistiche e modalità previste ed essere opportunamente registrati.
Programma di controllo,
Verifica corretto funzionamento e
Verifica di corretto funzionamento, taratura taratura e calibrazione
A.7.15. Conduzione calibrazione eseguita e Obbligatorio
e calibrazione
documentata: SI/NO
Documenti di Registrazione
Il Soggetto Gestore deve predisporre un programma di verifica di corretto funzionamento, taratura e calibrazione di strumentazione, apparecchiature ed impianti,
incluse valvole, sensori ed allarmi, sulla base delle indicazioni fornite dal costruttore e delle migliori norme tecniche. Deve inoltre effettuare e registrare gli interventi
ed i controlli effettuati in modo completo ed idoneo su apposito registro.
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Il Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento del Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti trattamento
acque mediante corsi effettuati da soggetti di comprovata esperienza ed incentrati sul corretto uso e manutenzione degli impianti ed attrezzature, con attenzione
sulle modalità di prevenzione e mitigazione del rischio di danno all’ambiente e della gestione delle emergenze ambientali.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 8 h/y, e comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività di
manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore di formazione può essere ridotto del 50%.
Il Soggetto Gestore dovrebbe disporre di una procedura di prevenzione dell’inquinamento in fase di dismissione in conformità agli eventuali requisiti dell’atto
autorizzativo inerenti il fine vita dell’impianto; tale procedura deve prevedere anche il prelievo di campioni di terreno.
Documentazione presente ed
A.7.18. Disinstallazione Disinstallazione impianti Relazione di fine lavori Aggiuntivo
adeguata: SI/NO
Il Soggetto Gestore dovrebbe attuare l’apposita procedura di prevenzione dell’inquinamento in fase di dismissione in conformità agli eventuali requisiti dell’atto
autorizzativo inerenti il fine vita dell’impianto.
© UNI 132
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APPENDICE B
La vulnerabilità dei bersagli si calcola dalla somma delle singole vulnerabilità. Il valore massimo è
pari a XX, il minimo è pari a YY.
0-5 m 4
5-15 m 3
15-30 m 2
> 30 m 1
Sabbie 4
© UNI 133
UNI/PdR 107:2021
Media: sabbie fini e sabbie limose, anche come matrice di ghiaie e ciottoli 3
Presenza in sito di pozzi che pescano da falde sottostanti quella superficiale ed antecedenti
1985 o comunque realizzati senza rispettare l’isolamento fra gli acquiferi 3
Punteggio massimo: 32
© UNI 134
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Presenza di fossi, canali, rogge, scoli, collettori con recapito in acque superficiali entro 25 m
dal confine del sito 12
Laghi con larghezza massima più di 6 volte superiore alla larghezza massima dell’immissario 2
Acque superficiali collegate a falda entro 500 m a valle idrogeologica del sito 6
Punteggio massimo: 18
Presenza di asili, scuole, ospedali, residenze per anziani entro 1 km dal sito 7
Punteggio massimo: 16
© UNI 135
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Aree protette/ habitat naturali protetti entro 200 m dal sito se collegate solo via aerea 8
Aree protette/ habitat naturali protetti fra 200 m e 2 km dal sito se collegate solo via aerea 2
Aree protette/ habitat naturali protetti entro 2 km dal sito se collegate via acqua 5
Aree protette/ habitat naturali protetti fra 2 km e 10 km dal sito se collegate via acqua 2
Punteggio massimo: 13
© UNI 136
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APPENDICE C
La presente prassi di riferimento può essere utilizzata come strumento di verifica e certificazione di
terza parte (es. organismo di certificazione di seguito denominato CAB).
Regole di certificazione
c. Criteri di competenza del gruppo di verifica Nel gruppo di verifica i requisiti di competenza si
ritengono soddisfatti quando, tenendo conto delle
competenze complessive del gruppo di verifica
(auditor ed eventuali Esperti Tecnici) sia presente:
d. Criteri di competenza del decision maker e Lead auditor qualificato per UNI EN ISO 14001:2015
del contract reviewer nei settori IAF di pertinenza dell’organizzazione da
certificare.
e. Tipologie di soggetti che possono richiedere La certificazione alla presente prassi può essere
la certificazione e possibili esclusioni richiesta da qualunque organizzazione,
indipendentemente dal settore di appartenenza.
© UNI 137
UNI/PdR 107:2021
© UNI 138
UNI/PdR 107:2021
n. Gestione non conformità provvisoria Qualora in corso di audit si rilevino delle non
conformità, queste dovranno essere distinte in:
© UNI 139
UNI/PdR 107:2021
p. Revoca della certificazione LIVELLO BASE Se allo scadere dei 6 mesi di sospensione non
o dei livelli MEDIO e AVANZATO saranno presenti le condizioni utili alla riattivazione
del certificato, il CAB procederà con la Revoca della
certificazione, ritirando l’autorizzazione all’utilizzo
del marchio “Ambiente Protetto”.
© UNI 140
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t. Modalità di verifica – Più impianti In caso di Organizzazioni che, all’interno dello stesso
sito, contengano più impianti analoghi, sarà possibile
effettuare una verifica a campione di 1/10 degli
impianti per ogni gruppo omogeneo (con
arrotondamento per eccesso).
© UNI 141
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APPENDICE D
La presente check-list dovrebbe essere usata durante gli audit di parte terza diretti a verificare il
grado di applicazione della presente prassi di riferimento da parte dei soggetti richiedenti.
La check-list deve prevedere elementi specifici applicabili ai programmi scelti, come descritti nella
presente prassi di riferimento.
Di seguito, per ogni requisito, sono stati esplicitati i criteri di verifica da parte dell’Organismo di
Certificazione.
− Livello BASE
− Livello MEDIO
− Livello AVANZATO.
© UNI 142
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Flag se N AREA DI COMPETENZA PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO CRITERIO DI MODALITA' CLASSIFI- NOTE E
applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
bile
CRITERI GENERALI
1 Identificazione delle sorgenti di 5.1-1 Identificare e documentare le sorgenti di rischio presenti nel sito che possono Identificazione Verifica BASE
rischio portare ad uno scenario di danno ambientale. completa ed documentale
Il Soggetto Gestore deve identificare le sorgenti di rischio presenti nel sito e quindi adeguata: SI/NO
predisporre un prospetto delle proprie Sorgenti indicandone le caratteristiche
principali.
La verifica è da eseguirsi per ogni sito dell’organizzazione rientrante nel campo di
applicazione del sistema certificato.
2 Identificazione dei bersagli 5.2-1 Identificare, per ogni sorgente di rischio, i possibili bersagli/ percorsi/ vulnerabilità. Elaborato e Verifica BASE
Il Soggetto Gestore deve predisporre una relazione documentata sui potenziali planimetrie presenti documentale
bersagli (es presenza di falda, corso d’acqua, campo pozzi ad uso idropotabile) ed adeguate: SI/NO
degli scenari identificati come applicabili nel sito descrivendone le loro
caratteristiche di vulnerabilità (terreno permeabile, profondità limitata, presenza di
pozzi all’interno del sito …) in accordo con la metodologia riportata in Appendice A.
3 Valutazione dello stato di fatto 5.2-2 Documentare lo stato di qualità dei bersagli ritenuti applicabili. Report di Verifica BASE
Il Soggetto Gestore deve effettuare la valutazione dello stato di fatto ambientale valutazione documentale
iniziale del sito (“baseline”) relativamente ai bersagli oggetto di potenziale danno, presente ed
attraverso uno studio di desktop review sulla base dei dati e delle informazioni adeguato: SI/NO
disponibili in proprio e presso gli Enti competenti (per es. caratterizzazioni
ambientali già realizzate in sito, analisi di pozzi idrici esistenti in sito, PGT, carte
geologiche e idrogeologiche, database siti Seveso, database regionali siti
contaminati, database AIA, informazioni climatologiche relative alla piovosità e
venti, ecc.). Le informazioni dovranno come minimo riassumere le caratteristiche
e lo stato di qualità iniziale delle matrici ambientali e facilitare la comprensione del
modello fonte di rischio-percorso di migrazione-bersaglio.
4 Valutazione dello stato di fatto 5.2-3 Documentare lo stato di qualità dei bersagli non oggetto di potenziali danni. Report di Verifica MEDIO
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare la valutazione dello stato di fatto valutazione documentale
ambientale iniziale del sito (“baseline”) relativamente ai bersagli ritenuti non presente ed
oggetto di potenziali danni attraverso uno studio di desktop review sulla base dei adeguato: SI/NO
dati e informazioni disponibili in proprio e presso gli Enti competenti (ad es.
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Flag se N AREA DI COMPETENZA PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO CRITERIO DI MODALITA' CLASSIFI- NOTE E
applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
bile
5 Campo di applicazione 5.3-1 Identificare e formalizzare il campo di applicazione del Sistema. Campo di Verifica BASE
applicazione documentale
identificato e
documentato: SI/NO
6 Campo di applicazione 5.3-2 Rendere disponibile alle parti interessate il campo di applicazione del Sistema. Campo di Verifica MEDIO
applicazione documentale
disponibile alle parti
interessate: SI/NO
7 Implementazione del Sistema 5.4-1 Implementare un Sistema per la Prevenzione dei Danni Ambientali e la Tutela Registrazioni Verifica BASE
delle Risorse Naturali. presenti e complete: documentale
Il Soggetto Gestore deve stabilire, attuare, mantenere e migliorare SI/NO
continuativamente un Sistema per la prevenzione dei danni ambientali, la tutela
delle risorse naturali e la protezione della salute delle persone.
8 Ruoli e Responsabilità 6.1-1 Identificare e Formalizzare le responsabilità associate al Sistema. Responsabilità Verifica BASE
Il Soggetto Gestore deve garantire che i compiti e responsabilità associati al identificate e documentale
Sistema siano identificati e comunicati all’interno dell’Organizzazione. documentate: SI/NO
9 Ruoli e Responsabilità 6.1-2 Nominare un Responsabile del Sistema. Responsabile del Verifica BASE
Sistema nominato: documentale
SI/NO
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Flag se N AREA DI COMPETENZA PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO CRITERIO DI MODALITA' CLASSIFI- NOTE E
applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
bile
10 Ruoli e Responsabilità 6.1-2 Nominare una squadra di emergenza ambientale. Responsabile delle Verifica BASE
Vedere requisiti al punto 9.3-4. comunicazioni documentale
nominato: SI/NO
11 Ruoli e Responsabilità 6.1-3 Nominare un Responsabile delle Comunicazioni da e verso l’esterno in caso di Squadra di Verifica BASE
emergenza. emergenza documentale
Il Soggetto Gestore deve nominare un Responsabile delle Comunicazioni da e nominata: SI/NO
verso l’esterno in caso di emergenza, che deve essere immediatamente avvisato
in ogni situazione di emergenza e deve provvedere ad avvisare gli opportuni
contatti interni ed esterni al Soggetto Gestore stesso.
12 Ruoli e Responsabilità 6.1-5 Identificare personale addetto alla manutenzione. Personale addetto Verifica BASE
Il Soggetto Gestore deve identificare il personale addetto alla manutenzione che alla manutenzione documentale
esegua direttamente le manutenzioni oppure che gestisca la manutenzione identificato: SI/NO
effettuata dai fornitori esterni.
13 Analisi del rischio 7.1-1 Analizzare la natura e le caratteristiche dei rischi. Analisi presente ed Verifica BASE
Il Soggetto Gestore dovrebbe analizzare la natura e le caratteristiche dei rischi, adeguata: SI/NO documentale
inclusa la relativa severità, documentandola in apposito report.
14 Valutazione del rischio 7.1-2 Valutare i rischi e prendere decisioni sulla relativa gestione. Valutazione Verifica BASE
presente ed documentale
adeguata: SI/NO
15 Trattamento del rischio 7.2-1 Valutare e documentare quali sorgenti di danno, quali sostanze e quali attività Valutazione Verifica BASE
potenzialmente dannose possono essere eliminate. presente ed documentale
Il Soggetto Gestore deve valutare nel ciclo produttivo quali sorgenti, sostanze e adeguata: SI/NO
processi pericolosi potrebbero essere eliminati, in accordo alle migliori norme
tecniche e conoscenze specialistiche, valutando le alternative esistenti.
© UNI 145
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Flag se N AREA DI COMPETENZA PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO CRITERIO DI MODALITA' CLASSIFI- NOTE E
applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
bile
16 Trattamento del rischio 7.2-2 Eliminare il rischio eliminando e/o sostituendo sorgenti, prodotti, processi Sorgente di rischio, Verifica AVANZATO
pericolosi con elementi non pericolosi. prodotto e/o attività documentale
Il Soggetto Gestore dovrebbe eliminare la sorgente di rischio oppure la sostanza pericolosa eliminata
e/o il processo pericoloso tenendone evidenze documentate. o sostituita: SI/NO
17 Trattamento del rischio 7.2-3 Documentare il motivo per cui un rischio eliminabile e/o sostituibile non viene Report presente e Verifica BASE
eliminato e/o sostituito. idoneo: SI/NO documentale
Il Soggetto Gestore deve documentare i motivi secondo i quali non ha proceduto
ad attuare una “eliminazione del rischio” sebbene fosse possibile farlo.
18 Studio del rischio residuo 7.2-4 Applicare i requisiti obbligatori indicati all’interno di un “piano di mitigazione dei Piano di mitigazione Verifica BASE
rischi residui” documentato. rischi presente ed documentale
Il Soggetto Gestore deve predisporre ed applicare un idoneo “Piano di adeguato: SI/NO
minimizzazione rischi residui” che dettagli tempistiche, risorse e responsabilità
associate all’applicazione dei requisiti obbligatori del presente documento.
19 Obblighi di conformità 7.3-1 Identificare e avere accesso ed applicare gli obblighi di conformità e, se richiesto Accessibilità ad Verifica BASE
da autorizzazioni e/o certificazioni, alle migliori tecniche applicabili (BAT). elenco Norme e documentale
Determinare e avere accesso agli obblighi di conformità e migliori tecniche BAT e relativa
disponibili (BAT) relative ai propri scenari ambientali tramite, ad esempio, applicazione: SI/NO
newsletter, accesso a siti specializzati, Banche Dati, supporto da parte delle
associazioni di categoria, altro.
Il Soggetto Gestore deve quindi ottemperare ai requisiti indicati dagli obblighi di
conformità e BAT assicurandone una registrazione puntuale.
Nota: la verifica di conformità non è oggetto della presente certificazione, per cui il
controllo si limiterà alla verifica della presenza delle registrazioni incluse, ove
presenti, le registrazioni correlate alle certificazioni UNI EN ISO 14001 e
Registrazioni EMAS.
20 Obblighi di conformità 7.3-2 Identificare e avere accesso ed applicare le migliori tecniche applicabili (BAT) Accessibilità ad Verifica AVANZATO
anche se non richiesto da autorizzazioni e/o certificazioni. elenco BAT e documentale
Determinare e avere accesso alle migliori tecniche disponibili (BAT) relative ai relativa
propri scenari ambientali tramite, ad esempio, newsletter, accesso a siti applicazione: SI/NO
specializzati, Banche Dati, supporto da parte delle associazioni di categoria, altro.
© UNI 146
UNI/PdR 107:2021
Flag se N AREA DI COMPETENZA PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO CRITERIO DI MODALITA' CLASSIFI- NOTE E
applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
bile
21 Obblighi di conformità 7.3-3 Predisporre una dichiarazione relativa alla conformità giuridica applicabile agli Dichiarazione di Verifica BASE
scenari ambientali individuati. conformità documentale
Il Soggetto Gestore deve predisporre una dichiarazione a firma dell’alta Direzione presente: SI/NO
relativa alla conformità giuridica applicabile agli scenari che dovrà essere resa
disponibile alle parti interessare su richiesta. Tale dichiarazione deve essere
aggiornata periodicamente con una frequenza minima annuale.
22 Acquisizione di Risorse 8.1-1 Determinare e mettere a disposizione le risorse necessarie per il Sistema. Risorse presenti ed Verifica BASE
Il Soggetto Gestore deve determinare e mettere a disposizione le risorse adeguate: SI/NO documentale
necessarie per l’istituzione, l’attuazione, il mantenimento e il miglioramento
continuo del Sistema. Ad esempio le persone identificate per lo sviluppo del
sistema devono essere numericamente sufficienti ed idonee a ricoprire quello
specifico ruolo; la Direzione deve mettere a disposizione risorse finanziarie
sufficiente per ottemperare i requisiti del sistema, le attrezzature devono essere
adeguate rispetto a quanto richiesto dalla presente prassi.
23 Formazione 8.2-1 Assicurare una formazione annuale al management preposto alle tematiche Formazione erogata Verifica BASE
ambientali in merito alle modalità di prevenzione e mitigazione del danno ed adeguata: SI/NO documentale
all’ambiente.
La durata di tali corsi è di 8 h/anno (per il primo anno) e di 4 h/anno (per gli anni
successivi) per il livello base, a cura di docenti qualificati e di comprovata
esperienza nella tematica specifica. I corsi dovranno vertere sulla normativa
ambientale vigente in tema di prevenzione, mitigazione e/o ripristino del danno
all’ambiente, con particolare attenzione alle implicazioni di responsabilità e
gestionali, nonché sulle tecniche di risk management applicate agli aspetti
ambientali e sulle modalità di formazione di una cultura della sicurezza ambientale
a livello aziendale.
© UNI 147
UNI/PdR 107:2021
Flag se N AREA DI COMPETENZA PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO CRITERIO DI MODALITA' CLASSIFI- NOTE E
applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
bile
24 Formazione 8.2-2 Assicurare una formazione annuale al management preposto alle tematiche Formazione erogata Verifica AVANZATO
ambientali in merito alle modalità di prevenzione e mitigazione del danno ed adeguata: SI/NO documentale
all’ambiente.
La durata di tali corsi dovrebbe essere di 8 h/anno (per il primo anno e per gli anni
successivi) per i livelli medio ed avanzato, a cura di docenti qualificati e di
comprovata esperienza nella tematica specifica. I corsi dovranno vertere sulla
normativa ambientale vigente in tema di prevenzione, mitigazione e/o ripristino del
danno all’ambiente, con particolare attenzione alle implicazioni di responsabilità e
gestionali, nonché sulle tecniche di risk management applicate agli aspetti
ambientali e sulle modalità di formazione di una cultura della sicurezza ambientale
a livello aziendale.
25 Formazione 8.2-3 Assicurare una formazione annuale al personale interno addetto alle Idonea formazione Verifica BASE
manutenzioni in merito alle modalità di prevenzione e mitigazione del danno eseguita, documentale
all’ambiente. documentata e
La durata di tali corsi è di 4 h/anno per ogni scenario di rischio applicabile (per il comprovata: SI/NO
primo anno) ridotte a 2 h/anno (per gli anni successivi) con un minimo di 4 ore
anno. I corsi dovranno vertere sulla normativa ambientale vigente in tema di
prevenzione, mitigazione e/o ripristino del danno all’ambiente, con particolare
attenzione alle implicazioni operative, nonché sulle BAT per la prevenzione del
danno all’ambiente in fase di manutenzione, includendo le procedure per lo
smaltimento dei rifiuti, per il corretto stoccaggio delle sostanze pericolose, per il
contenimento di emissioni e reflui e per la prevenzione degli incidenti di rilevanza
ambientale in fase di manutenzione.
26 Formazione 8.2-4 Assicurare la formazione e addestramento al personale della squadra di Formazione- Verifica BASE
emergenza interna. addestramento documentale
La squadra di emergenza deve essere formata ed addestrata anche attraverso eseguita,
l’effettuazione di prove pratiche, da personale esterno o interno adeguatamente documentata e
specializzato circa le corrette modalità di intervento immediato sui macchinari, comprovata: SI/NO
impianti ed aree del sito nel caso di emergenza ambientale, ad esempio
provocata da sversamenti, allagamento, sommossa, terremoto, tornado,
esplosione.
Le prove pratiche devono prevedere anche le prove di funzionamento e di
comprensione dei vari allarmi adibiti a tali emergenze, con la loro individuazione
sul campo e la comprensione delle cause e delle eventuali ulteriori informazioni
fornite dai sistemi (tipo di problema, livello di severità dell’allarme) nonché delle
© UNI 148
UNI/PdR 107:2021
Flag se N AREA DI COMPETENZA PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO CRITERIO DI MODALITA' CLASSIFI- NOTE E
applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
bile
Formazione 8.2-5 Assicurare idonea e periodica formazione e addestramento al personale della Idonea formazione- Verifica AVANZATO
27
squadra di emergenza interna – 32 h/y. addestramento documentale
Formazione e addestramento, anche attraverso l’effettuazione di prove pratiche, eseguita,
dovrebbero essere tenuti da personale esterno o interno adeguatamente documentata e
specializzato con comprovata esperienza nella tematica specifica. La formazione comprovata: SI/NO
dovrebbe avere una durata di almeno 32 h/anno suddivise in periodi non superiori
a 4 mesi, con verifica dell’apprendimento. La durata complessiva di
formazione/addestramento può essere dimezzata in assenza di sostanze
pericolose ed ulteriormente dimezzata per siti di solo deposito. Il contenuto dei
corsi è descritto al punto precedente.
Formazione 8.2-6 Utilizzare per la manutenzione degli impianti o per la squadra di emergenza Idonea formazione- Verifica BASE
28
personale interno o esterno formato e qualificato. addestramento documentale
Il Soggetto Gestore deve utilizzare personale interno o esterno formato e eseguita,
qualificato nell’ambito delle specifiche attività per le attività di manutenzione e/o documentata e
per la squadra di emergenza. comprovata: SI/NO
Comunicazione 8.3-1 Garantire comunicazione interna all’Organizzazione sul Sistema. Presenza di Verifica MEDIO
29
Il Soggetto Gestore dovrebbe assicurare la comunicazione interna circa le comunicazioni documentale
emergenze ambientali ed anche circa le informazioni pertinenti al sistema della interni efficaci:
prevenzione ai danni all’ambiente. SI/NO
© UNI 149
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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32 Comunicazione 8.3-4 Prassi operative di comunicazione esterna delle emergenze. Presenza Piano di Verifica BASE
Il Soggetto Gestore deve predisporre idoneo Piano di Emergenza o Procedura di Emergenza o documentale
comunicazione indicante le modalità operative correlate alle comunicazioni Procedura: SI/NO
esterne.
33 Comunicazione 8.3-5 Comunicazione esterna di informazioni chiare e non fraintendibili rispetto alla Informazioni chiare: Verifica MEDIO
certificazione relativa all’applicazione della presente Prassi di Riferimento. SI/NO documentale
Il Soggetto Gestore può comunicare esternamente le informazioni relative
all’eventuale certificazione acquisita grazie alla corretta applicazione del presente
documento, con informazioni chiare e non fraintendibili rispetto al campo di
applicazione certificato. Tali comunicazioni dovranno comunque essere conformi
agli eventuali regolamenti sul corretto uso del certificato e del marchio.
34 Informazioni documentate 8.4-1 Mantenere le informazioni documentate richieste dalla prassi. Informazioni Verifica BASE
documentate documentale
presenti: SI/NO
35 Informazioni documentate 8.4-2 Mantenere le informazioni documentate necessarie per l’efficacia del sistema. Informazioni Verifica BASE
documentate documentale
sufficienti per
l’efficacia del
sistema: SI/NO
36 Gestione del rischio 9.1.1 Adottare, controllare e aggiornare quanto definito all’interno del piano di Piano di Verifica BASE
minimizzazione dei rischi. minimizzazione dei documentale
Il Soggetto Gestore deve adottare quanto previsto all’interno del Piano di rischi adottato:
minimizzazione dei rischi e quindi aggiornare la prospetto di identificazione delle SI/NO
sorgenti di rischio così come il modello sorgente-percorso-bersaglio.
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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37 Fornitori 9.2-1 Definire un criterio di qualifica dei fornitori basato sulla qualità del prodotto/servizio Procedura qualifica Verifica MEDIO
ed anche requisiti con valenza Ambientale. fornitori presente ed documentale
Il Soggetto Gestore dovrebbe definire dei criteri di qualifica che prevedano adeguata: SI / NO
specifici requisiti per tutti i fornitori, inclusi sia la società esterna di gestione delle
emergenze che la società di consulenza/progettazione/ingegneria incaricata di
valutare le eventuali misure di prevenzione e mitigazione del danno, ove presenti.
38 Fornitori 9.2-2 Valutazione periodica dei fornitori secondo i criteri definiti internamente. Valutazione Verifica MEDIO
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare una valutazione periodica dei propri presente ed documentale
fornitori secondo i criteri definiti nelle procedure interne che tengano conto anche adeguata: SI/NO
di eventuali misure di prevenzione e mitigazione del danno, ove presenti.
39 Fornitori 9.2-3 Acquistare prodotti e/o attrezzature e/o servizi solamente da fornitori qualificati. Fornitori coinvolti = Verifica MEDIO
presenti in lista documentale
In presenza di un elenco di fornitori qualificati, il Soggetto Gestore deve fornitori qualificati
acquistare prodotti e/o attrezzature e/o servizi solamente da fornitori qualificati.
Tale documento deve tener conto anche delle schede di sicurezza delle sostanze
utilizzate nel ciclo produttivo e considerare i DPI opportuni ed i presidi di
emergenza più indicati, da tenere a disposizione della squadra di pronto
intervento, del Piano di Emergenza generale e della valutazione dei rischi.
© UNI 151
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
bile
Pianificazione dell’emergenza 9.3-2 Comunicare internamente il Piano di Gestione dell’emergenza ambientale. Piano di Gestione Verifica BASE
41
Il soggetto gestore deve comunicare i contenuti del piano al personale interno ed comunicato: SI/NO documentale
anche alle Organizzazioni esterne che lavorano all’interno del sito. In questo
ultimo caso devono essere acquisite evidenze di avvenuta consegna (es: verbali
controfirmati).
Pianificazione dell’emergenza 9.3-3 Comunicare all’esterno il Piano di Gestione dell’emergenza ambientale. Piano di Gestione Verifica AVANZATO
42
Il soggetto gestore dovrebbe comunicare i contenuti del piano alle Organizzazioni comunicato: SI/NO documentale
esterne che lavorano nei pressi del sito che ne possono essere coinvolte. Devono
essere acquisite evidenze di avvenuta consegna (es: verbali controfirmati).
Pianificazione dell’emergenza 9.3-4 Designare una squadra di addetti all’emergenza per ciascun turno operativo. Squadra di Verifica BASE
43
Il Soggetto Gestore deve formare ed addestrare adeguatamente la squadra di emergenza documentale
emergenza interna che deve: nominata: SI/NO
- essere composta da almeno 2 persone per turno di lavoro in grado di spostarsi
rapidamente in sito in caso di emergenza
- essere dotata dei mezzi necessari per le prime misure di emergenza
- essere in possesso delle informazioni necessarie per gestire nell’immediato le
possibili situazioni di emergenza determinate dalle varie sorgenti di danno
- eseguire prove pratiche periodiche.
44 Individuazione dell’emergenza 9.3-5 Verificare lo stato degli impianti attraverso sopralluoghi. Sopralluoghi Verifica BASE
L’individuazione dell’emergenza deve avvenire mediante sopralluoghi in campo. effettuati: SI/NO documentale
Tali sopralluoghi devono essere effettuati con frequenza almeno giornaliera delle
verifiche su tutti gli impianti, aree di impianto, stoccaggio e deposito con presenza
di sostanze liquide pericolose negli orari senza presenza continuativa di
personale. Il controllo deve prevedere l’ispezione visiva e la verifica dei principali
parametri previsti in apposito Piano dei controlli.
45 Individuazione dell’emergenza 9.3-6 Verificare lo stato degli impianti attraverso remotazione dei principali allarmi. Allarmi remotati: Verifica MEDIO
L’individuazione dell’emergenza dovrebbe avvenire mediante remotazione dei SI/NO documentale
principali allarmi previsti per gli impianti considerati sorgenti di rischio (ad es.
ricezione di un SMS o messaggio vocale al cellulare del responsabile di
riferimento e/o segnalazione in apposita centrale operativa presidiata).
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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46 Individuazione dell’emergenza 9.3-7 Verificare lo stato degli impianti attraverso remotazione di tutti gli allarmi. Allarmi remotati: Verifica AVANZATO
L’individuazione dell’emergenza dovrebbe avvenire mediante remotazione di tutti SI/NO documentale
gli allarmi previsti per gli impianti considerati sorgenti di rischio (ad es. ricezione di
un SMS o messaggio vocale al cellulare del responsabile di riferimento e/o
segnalazione in apposita centrale operativa presidiata).
47 Gestione dell’emergenza 9.3-8 Effettuare prove di emergenza ambientale annuali. Prove effettuate : Verifica BASE
Il Soggetto Gestore deve effettuare prove di emergenza ambientale annuali che SI/NO documentale
coinvolgano personale interno ed esterno eventualmente presente nel sito
tenendo conto dei turni di lavorazione in modo che a rotazione ogni turno venga
coinvolto nelle prove stesse.
La pianificazione della tipologia di scenari da sottoporre a prova dovrebbe essere
predisposta coerentemente con quanto emerso dalla valutazione dei rischi e
comunque includere tutti gli scenari nell’arco del periodo di validità della
certificazione.
48 Gestione dell’emergenza 9.3-9 Effettuare prove di emergenza semestrali. Prove effettuate: Verifica MEDIO
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare prove di emergenza semestrali che SI/NO documentale
coinvolgano personale interno ed esterno eventualmente presente nel sito
tenendo conto dei turni di lavorazione in modo che a rotazione ogni turno venga
coinvolto nelle prove stesse.
La pianificazione della tipologia di scenari da sottoporre a prova dovrebbe essere
predisposta coerentemente con quanto emerso dalla valutazione dei rischi e
comunque includere tutti gli scenari nell’arco del periodo di validità della
certificazione.
49 Gestione dell’emergenza 9.3-10 Effettuare prove di emergenza trimestrali. Prove effettuate: Verifica AVANZATO
Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare prove di emergenza trimestrali che SI/NO documentale
coinvolgano personale interno ed esterno eventualmente presente nel sito
tenendo conto dei turni di lavorazione in modo che a rotazione ogni turno venga
coinvolto nelle prove stesse.
La pianificazione della tipologia di scenari da sottoporre a prova dovrebbe essere
predisposta coerentemente con quanto emerso dalla valutazione dei rischi e
comunque includere tutti gli scenari nell’arco del periodo di validità della
certificazione.
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bile
50 Gestione dell’emergenza 9.3-11 Coinvolgimento Organizzazioni esterne nelle prove di emergenza. Coinvolgimento di Verifica AVANZATO
Il Soggetto Gestore dovrebbe coinvolgere Organizzazioni esterne che potrebbero esterni alle prove di documentale
essere eventualmente coinvolte in un’emergenza ambientale nelle prove di emergenza: SI/NO
emergenza.
51 Pianificazione dell’emergenza 9.3-12 Disponibilità delle opportune dotazioni di emergenza. Presenza dei kit e Verifica BASE
La Squadra di emergenza deve essere dotata degli opportuni presidi e dotazioni delle dotazioni documentale
in funzione dei Piani di Gestione dell’Emergenza (ad esempio panni assorbenti, previste: SI/NO
granuli assorbenti, tappeti copritombino impermeabili, DPI appositi, sacchi o
contenitori per la raccolta di rifiuti speciali, ecc., in funzione della tipologia di
prodotto).
52 Gestione dell’emergenza 9.3-13 Disporre di un accordo con una società di pronto intervento. Presenza contratto- Verifica MEDIO
Il Soggetto Gestore dovrebbe identificare e predisporre un accordo con una accordo: SI/NO documentale
società di pronto intervento incaricata ad intervenire in poche ore dalla chiamata,
con reperibilità 24/24h, 7/7gg.
53 Gestione dell’emergenza 9.3-14 Rendere noto il contatto della società di pronto intervento a tutta la squadra di Riferimenti Verifica MEDIO
emergenza. conosciuti: SI/NO documentale
Tutto il personale della squadra di emergenza deve conoscere il nome ed i
recapiti della società di Pronto Intervento da contattare in caso di emergenza
ambientale, che devono essere indicati anche in corrispondenza delle potenziali
aree di incidente.
54 Gestione dell’emergenza 9.3-15 Gestire l’emergenza entro 30 minuti dall’allarme. Tempo intervento Verifica AVANZATO
Il Soggetto Gestore dovrebbe poter intervenire, con mezzi e risorse interne e/o rispettato: SI/NO documentale
con l’ausilio della società di pronto intervento esterna, entro 30 minuti dall’allarme
e comunque nei tempi richiesti dal Piano di Emergenza.
55 Conduzione 9.4-1 Presenza di sistema di allarme antiintrusione. Impianto presente Sopralluogo MEDIO
Il perimetro e/o le aree sensibili del sito quali stoccaggi e impianti dovrebbero ed adeguato: SI/NO
essere protette da un sistema perimetrale e/o volumetrico di allarme antiintrusione
collegato alle forze dell’ordine, a vigilanza privata e/o a personale del sito che
possa allertare le forze dell’ordine.
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Conduzione 9.4-2 Presenza di sistema sorveglianza video. Sistema presente Sopralluogo AVANZATO
56 Dovrebbe essere presente un sistema di sorveglianza e registrazione video 24/24 ed adeguato: SI/NO
h di tutte le aree sensibili e delle possibili zone di accesso, con registrazione su
cloud o server remoto.
Conduzione 9.4-3 Presenza recinzione di tipo industriale o muri su tutto il perimetro del sito. Recinzione-muro Sopralluogo MEDIO
57 Il perimetro del sito dovrebbe interamente essere protetto da muri o recinzioni presente ed
continue di tipo industriale di altezza non inferiore a 2,5 m, mantenute in adeguato: SI/NO
condizioni di efficienza e verificate integralmente con frequenza annuale.
La copertura non deve essere limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni né
ai soli danni a terzi a seguito di Inquinamento.
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60 Valutazione delle prestazioni 10.1-1 Monitorare, misurare, analizzare e valutare la propria prestazione ambientale. Presenza di un Verifica MEDIO
Il Soggetto Gestore dovrebbe monitorare l’andamento delle proprie prestazioni in trend di prestazione: documentale
termini di prevenzione ai danni all’ambiente, tutela delle risorse naturali e SI/NO
protezione della salute delle persone attraverso l’analisi degli indicatori presenti
nel presente documento o altri indicatori appositamente creati.
61 Valutazione conformità 10.2-1 Definizione di un processo di valutazione di conformità. Processo Verifica BASE
Il Soggetto Gestore deve definire il processo necessario per valutare identificato: SI/NO documentale
l’adempimento dei propri obblighi di conformità, incluse le migliori tecniche
disponibili (BAT) ove applicabile. Il metodo definito deve essere documentato.
63 Audit interni 10.3-1 Identificare un auditor interno qualificato ed imparziale. Auditor idoneo: Verifica MEDIO
Le attività di audit interno dovrebbero essere eseguite da personale interno o SI/NO documentale
esterno che abbia partecipato ad almeno un corso per auditor di prima e seconda
parte, con relativa evidenza documentale. Inoltre tale auditor deve essere
imparziale rispetto al processo/attività oggetto di verifica.
64 Audit interni 10.3-2 Svolgere almeno annualmente degli audit interni sul Sistema predisposto e Audit interno: Verifica MEDIO
documentarne l’esito. eseguito e documentale
I risultati di tale audit (svolti almeno annualmente) dovrebbero essere trasmessi al documentato SI/NO
responsabile del Sistema ed alla Direzione del Soggetto Gestore.
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65 Riesame della Direzione 10.4-1 Riesaminare periodicamente il Sistema. Riesame della Verifica AVANZATO
L’alta direzione deve riesaminare il Sistema almeno una volta all’anno e tenerne direzione eseguito e documentale
traccia documentata. documentato: SI/NO
66 Riesame della Direzione 10.4-2 Valutare durante il Riesame specifici elementi in ingresso. Elementi in ingresso Verifica AVANZATO
Se eseguito un Riesame della Direzione, gli elementi in ingresso del riesame inclusi nel riesame: documentale
devono essere: considerazioni circa i cambiamenti relativi alla valutazione del SI/NO
rischio, il grado di realizzazione degli obiettivi ambientali, informazioni sulle
prestazioni ambientali, analisi e gestione di eventuali emergenze ambientali,
risultati degli Audit effettuati.
67 Riesame della Direzione 10.4-3 Definire durante il Riesame specifici elementi in uscita. Elementi in uscita Verifica AVANZATO
Se eseguito un Riesame della Direzione, lo stesso deve definire i seguenti inclusi nel riesame: documentale
elementi in uscita: indicazioni circa adeguatezza ed efficacia del sistema, SI/NO
decisioni su opportunità di miglioramento.
68 Miglioramento 11.1-1 Prevedere un miglioramento continuo del Sistema. Piano di Verifica MEDIO
Il Soggetto Gestore dovrebbe prevedere un miglioramento continuo del sistema miglioramento documentale
che risulta applicabile, ad esempio ottemperando, oltre ai requisiti obbligatori, identificato e
ulteriori requisiti facoltativi, oppure eliminando i rischi piuttosto che mitigarli, documentato: SI/NO
oppure definendo degli obiettivi di miglioramento a lunga scadenza anche
tenendo conto dell’evoluzione progressiva delle norme, applicando i requisiti di cui
al presente documento ad altri siti della propria Organizzazione.
69 Progettazione della gestione degli 11.2-1 Stabilire, attuare e mantenere attive una o più procedure per gestire gli incidenti, i Documentazione Verifica BASE
incidenti, quasi-incidenti, quasi incidenti, le anomalie i guasti e le non conformità. presente ed documentale
anomalie e non -conformità Il Soggetto Gestore deve stabilire, attuare e mantenere attive una o più procedure adeguata: SI/NO
per gestire gli incidenti, i quasi incidenti, le anomalie, i guasti e le altre non
conformità al fine di intraprendere le opportune azioni correttive. Tale procedura
deve prevedere azioni per tenere sotto controllo, correggere ed affrontare le
conseguenze, compresa la mitigazione di impatti ambientali negativi, di incidenti, i
quasi incidenti, le anomalie i guasti e le non conformità.
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70 Eliminazione cause 11.2-2 Azioni per eliminare le cause degli incidenti, quasi-incidenti, anomalie e non – Cause degli eventi Verifica BASE
conformità. individuate ed documentale
Il Soggetto Gestore deve identificare ed attuare le azioni necessarie per eliminare eliminate in modo
le cause di incidenti, anomalie e non conformità, ove applicabili. adeguato: SI/NO
71 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.1 Progettare e installare correttamente i sistemi di prevenzione e sicurezza Progettazione ed Verifica BASE
ESPLOSIONE antincendio. installazione idonea documentale
La progettazione e l’installazione dei sistemi di prevenzione e presidio antincendio rispetto ai
devono essere effettuati da soggetto abilitato in accordo alle migliori norme documenti di
tecniche applicabili ed in accordo ai contenuti del Piano di Emergenza ambientale. riferimento: SI/NO
72 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.2 Prevedere una ventilazione adeguata degli ambienti in presenza di sostanze Ventilazione Sopralluogo BASE
ESPLOSIONE infiammabili. presente ed
In presenza di sostanze infiammabili deve essere effettuata la classificazione e la adeguata: SI/NO
ventilazione delle aree in accordo alle migliori norme tecniche applicabili.
73 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.3 Garantire la separazione di sostanze incompatibili. Aree di deposito Sopralluogo BASE
ESPLOSIONE In presenza di sostanze infiammabili e/o pericolose, deve essere verificato lo segregate: SI/NO
stoccaggio separato ove vi sono sostanze incompatibili o interagenti tra loro. Le
sostanze infiammabili ed esplosive devono essere depositate in apposite
strutture/ locali separati da setti tagliafuoco o ubicati distanti da altri fabbricati.
Non è ammesso lo stoccaggio di imballaggi vuoti infiammabili (legno, cartone,
carta, plastica ecc.) nei locali dove si trovano sostanze pericolose.
La valutazione deve essere effettuata da un esperto in materia.
74 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.4 Verificare annualmente i sistemi di prevenzione scariche elettriche Messa a terra: Verifica BASE
ESPLOSIONE Il Soggetto Gestore deve verificare annualmente a cura di soggetto abilitato e con Verifica eseguita documentale
frequenza almeno annuale (salvo maggior frequenza richiesta da norme tecniche SI/NO - Continuità
ed autorizzazioni): equipotenziale:
• la messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di evitare la verifica eseguita
formazione di cariche elettrostatiche, SI/NO - Controllo
• i controlli su continuità equipotenziale parafulmini: verifica
• ove presenti, il controllo dei parafulmini eseguita SI/NO
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75 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.5 Verificare mensilmente i sistemi di prevenzione scariche elettriche Messa a terra: Verifica MEDIO
ESPLOSIONE Il Soggetto Gestore dovrebbe verificare a cura di soggetto abilitato: Verifica eseguita documentale
• la messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di evitare la SI/NO - Continuità
formazione di cariche elettrostatiche con frequenza annuale per impianti fissi non equipotenziale:
vibranti, altrimenti con frequenza semestrale verifica eseguita
• i controlli su continuità equipotenziale con frequenza annuale SI/NO - Controllo
• ove presenti, il controllo dei parafulmini con frequenza annuale parafulmini: verifica
eseguita SI/NO
76 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.6 Accertare la necessità di impianti di protezione contro le scariche atmosferiche. Controllo effettuato: Verifica BASE
ESPLOSIONE Il Soggetto Gestore deve far verificare a cura di soggetto abilitato la necessità di SI/NO documentale
un impianto di protezione dalle scariche atmosferiche.
In caso di ampliamenti, il Soggetto Gestore deve effettuare una nuova verifica atta
ad accertare la necessità di ulteriori protezioni.
77 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.7 Installazione e Verifica biennale efficienza di impianti di protezione contro le Verifica effettuata: Verifica BASE
ESPLOSIONE scariche atmosferiche. SI/NO documentale
Il Soggetto Gestore deve installare e far verificare con frequenza almeno biennale
a cura di soggetto abilitato l’efficienza dell’impianto di protezione dalle scariche
atmosferiche.
78 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.8 Installare e mantenere in efficienza Rilevatori d’incendio e/o termocamere.. Rilevatori presenti e Verifica BASE
ESPLOSIONE Il Soggetto Gestore deve installare Rilevatori d’incendio, fumo e/o termocamere in regolarmente documentale
particolare nelle aree di lavorazione, deposito e stoccaggio, cabine e motori mantenuti: SI/NO
elettrici, siano esse ubicate in aree chiuse o all’aperto, in accordo a relazione di
professionista abilitato alla progettazione antincendio. Tali rilevatori devono
essere mantenuti in condizioni di garanzia di corretto funzionamento.
79 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.9 Installare e mantenere in efficienza impianti spegnimento automatici. Impianti presenti e Verifica MEDIO
ESPLOSIONE Il Soggetto Gestore, in particolare nelle aree di lavorazione, deposito e regolarmente documentale
stoccaggio, cabine e motori elettrici, dovrebbe installare e mantenere in costante mantenuti: SI/NO
efficienza un impianto di spegnimento automatico, preferibilmente di tipo sprinkler,
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80 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.10 Installare Evacuatori automatici fumo e calore in caso di incendio. Evacuatori presenti: Verifica MEDIO
ESPLOSIONE Per le Organizzazioni con sostanze pericolose > 1 ton o con materie plastiche > SI/NO documentale
10 ton deve essere effettuata l’installazione di evacuatori automatici di fumo e di
calore in accordo ad idoneo progetto di professionista abilitato alla progettazione
antincendio.
82 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.12 Manutenere e verificare almeno annualmente il funzionamento di Evacuatori Evacuatori Verifica MEDIO
ESPLOSIONE automatici fumo e calore in caso di incendio. manutenuti e documentale
Deve essere effettuata almeno annualmente la manutenzione e la verifica del verificati
corretto funzionamento degli evacuatori automatici di fumo e di calore da parte di correttamente:
tecnico abilitato. SI/NO
A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.13 Sistema di raccolta delle acque di spegnimento incendi.
83 Dovrebbe essere presente un sistema di raccolta delle acque di spegnimento Sistema presente Sopralluogo MEDIO
ESPLOSIONE
incendi, realizzato mediante vasche apposite, linee fognarie segregabili e/o ed adeguato: SI/NO
piazzali cordonati ed impermeabilizzati. Non rientrano nel computo le vasche di
prima pioggia.
Il volume disponibile per la raccolta, complessivo di tutti i sistemi sopracitati,
escluse le acque di prima pioggia, deve essere almeno pari a 250 m3 ogni 1000
m2 di deposito per gli stoccaggi in scaffale e di 340 m3 ogni 1000 m2 di deposito
per gli stoccaggi a cumulo. Il volume dei sistemi di raccolta delle acque va
triplicato per le aree di stoccaggio prive di sistemi sprinkler. Per la verifica delle
vasche si rimanda alla successiva sezione.
84 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.14 Sistema manuale di intercettazione degli scarichi idrici. Sistema Sopralluogo MEDIO
ESPLOSIONE Le reti che scaricano le acque meteoriche e quelle che potrebbero far defluire le intercettazione
acque di spegnimento incendi in corpo idrico superficiale o nel sottosuolo devono scarichi manuale
disporre di valvole di intercettazione da attivare in caso di incendio. L’ubicazione presente: SI/NO
di tali valvole e dei relativi sistemi di controllo deve essere reso noto alla squadra
di emergenza e riportato nei Piani di emergenza.
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85 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.15 Sistema automatico di intercettazione degli scarichi idrici. Sistema Sopralluogo AVANZATO
ESPLOSIONE Le reti che scaricano le acque meteoriche e quelle che potrebbero far defluire le intercettazione
acque di spegnimento incendi in corpo idrico superficiale o nel sottosuolo scarichi automatico
dovrebbero disporre di valvole di intercettazione automatiche. L’ubicazione di tali presente: SI/NO
valvole e dei relativi sistemi di controllo deve essere reso nota alla squadra di
emergenza e riportato nei Piani di emergenza.
Il funzionamento di tali valvole deve essere automatico per i livelli medio ed
avanzato.
86 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.16 Addestrare squadra antincendio mediante prove pratiche. Verbale presente: Verifica MEDIO
ESPLOSIONE Il Soggetto Gestore deve individuare e formare una squadra di pronto intervento SI/NO documentale
antincendio. Il personale di detta squadra deve effettuare con frequenza annuale
delle prove pratiche di allarme e di intervento, effettuate in accordo al Piano di
Emergenza ed opportunamente documentate.
87 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.17 Effettuare una formazione specifica alla squadra di emergenza sugli effetti Formazione Verifica BASE
ESPLOSIONE ambientali dell’incendio. effettuata: SI/NO documentale
Il Soggetto Gestore deve formare la squadra antincendio sugli effetti ambientali
dell’incendio.
A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.18 Effettuare manutenzioni periodiche documentate sui macchinari ed impianti.
88 ESPLOSIONE Va effettuata con frequenza almeno annuale la verifica e manutenzione dei Manutenzione Verifica BASE
macchinari stabilmente allacciati alla corrente elettrica come previsto dal libretto effettuata ed documentale
d’uso e manutenzione dei macchinari e Manutenzione degli impianti elettrici. In adeguata: SI/NO
particolare devono essere effettuate almeno le seguenti attività, oltre a quanto
necessario in funzione delle specificità dei macchinari presenti e delle aree e
condizioni di lavoro:
- serraggio morsetti elettrici dei macchinari, dei quadri elettrici e di qualsiasi
apparecchiatura elettrica di potenza superiore ai 7 kW in su con chiave
dinamometrica;
- controllo visivo semestrale e pulizia annuale delle prese d’aria e dei filtri aria di
motori e quadri elettrici, nonché pulizia annuale dei quadri elettrici;
- ingrassaggio organi meccanici e cuscinetti;
- verifica/regolazione tensione ed eventuale sostituzione cinghie trasmissione
motori;
- controllo semestrale assorbimento elettrico motori.
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90 A.1 INCENDIO / SCOPPIO / A.1.20 Effettuare manutenzioni documentate sulle valvole intercettazione scarichi idrici. Manutenzione Verifica MEDIO
ESPLOSIONE Il Soggetto Gestore deve effettuare con frequenza almeno semestrale, salvo effettuata ed documentale
maggior frequenza indicata da prescrizioni, norme vigenti e norme tecniche in adeguata: SI/NO
relazione alle valvole di intercettazione degli scarichi idrici.
91 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.1 Progettare e mettere in posa i nuovi serbatoi e vasche in accordo alle migliori Progetto presente Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA norme tecniche di settore. ed adeguato: SI/NO documentale
INTERRATA La progettazione, posa e verifiche devono essere eseguite in accordo alle migliori
norme tecniche di settore applicabili, anche con riferimento al rivestimento esterno
di protezione dalla corrosione dei serbatoi metallici.
Progettazione e posa dovrebbero anche tener conto delle possibili interferenze
con fenomeni naturali quali frane, sismi ed alluvioni.
93 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.3 Tutte le nuove vasche in calcestruzzo devono essere impermeabili rispetto alla Specifiche presenti Sopralluogo BASE
SERBATOIO O VASCA sostanza da stoccare. ed adeguate: SI/NO
INTERRATA Le vasche in calcestruzzo devono essere realizzate in modo tale e/o presentare
un rivestimento impermeabilizzante che ne garantisca l’impermeabilità rispetto
alla sostanza contenuta.
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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94 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.4 Tutte le vasche in calcestruzzo (nuove e preesistenti) contenenti sostanze Relazione e Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA pericolose devono essere impermeabilizzate o verificate ogni 5 anni. garanzia presenti ed documentale
INTERRATA Le vasche in calcestruzzo contenenti sostanze pericolose devono essere adeguate: SI/NO
impermeabilizzate rispetto alla sostanza contenuta, oppure va verificata la tenuta
dell’impermeabilizzazione esistente, ogni 5 anni.
95 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.5 Tutte le vasche in calcestruzzo (nuove e preesistenti) contenenti sostanze Relazione e Verifica MEDIO
SERBATOIO O VASCA pericolose devono essere impermeabilizzate o verificate ogni 2 anni. garanzia presenti ed documentale
INTERRATA Le vasche in calcestruzzo contenenti sostanze pericolose dovrebbero essere adeguate: SI/NO
impermeabilizzate rispetto alla sostanza contenuta, oppure va verificata la tenuta
dell’impermeabilizzazione esistente, ogni 2 anni.
96 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.6 Il nuovo serbatoio, se metallico, deve essere provvisto di un rivestimento della Specifiche presenti Sopralluogo BASE
SERBATOIO O VASCA parete esterna idoneo. ed adeguate: SI/NO
INTERRATA Il nuovo serbatoio, se metallico, deve essere provvisto di un rivestimento della
parete esterna in epossicatrame o vetroresina o endoprene o altro materiale
equivalente previsto dal progetto con funzione di protezione catodica. Tale
rivestimento deve essere sottoposto ad un test di alto voltaggio per provarne
l’integrità.
97 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.7 Il soggetto a cui viene affidata l’installazione del serbatoio/vasca deve avere attiva Polizza assicurativa Verifica AVANZATO
SERBATOIO O VASCA una polizza assicurativa sui danni all’ambiente. a copertura della documentale
INTERRATA La polizza dovrebbe prevedere: fase di installazione
- la copertura di tutte le spese e dei danni a terzi per gli interventi che presente: SI/NO
l’organizzazione deve sostenere in caso di Danno all’Ambiente o sua minaccia
imminente, come previsti dal D.Lgs.152/06 ; tale copertura deve valere anche in
caso di Danno all’ambiente non causato da inquinamento come il deterioramento
diretto di specie e habitat e acque;
- un massimale adeguato all’entità dei possibili danni originati dall’attività eseguita
in sito, con un minimo di 1 milione sinistro/annuo da aumentare opportunamente
ad esempio quando la polizza copra una pluralità di siti.
La copertura non deve essere limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni né
ai soli danni a terzi a seguito di Inquinamento.
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98 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.8 I nuovi serbatoi contenenti sostanze pericolose dovranno essere di una delle Progetto e relazione Sopralluogo BASE
SERBATOIO O VASCA tipologie indicate (v. PdR punto A.2.8). presenti ed
INTERRATA I nuovi serbatoi dovranno essere di una delle seguenti tipologie (o sistema adeguate: SI/NO
migliorativo dei seguenti):
a) serbatoi a doppia parete con sistema di monitoraggio in continuo
nell’intercapedine;
b) serbatoi a parete singola con le seguenti caratteristiche:
- posizionamento all’interno di una cassa di contenimento rivestita con materiale
impermeabile e privo di condotti fissi di scarico,
- sistema di monitoraggio in continuo delle perdite nella cassa di contenimento.
99 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.9 Tutti i serbatoi devono essere adeguatamente mappati. Documentazione Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA Deve essere predisposta una planimetria con l’ubicazione e le caratteristiche di presente ed documentale
INTERRATA base di tutti i serbatoi presenti in sito (età, materiale, contenuto, volumetria). adeguata: SI/NO
100 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.10 I serbatoi (nuovi e preesistenti) devono avere almeno le dotazioni di base indicate. Documentazione Sopralluogo BASE
SERBATOIO O VASCA Elenco delle dotazioni di base dei serbatoi e vasche: presente ed
INTERRATA - segnaletica dedicata, ben visibile, riportante l’identificativo ed il contenuto, sia in adeguata: SI/NO
corrispondenza del serbatoio che dei punti di carico e scarico;
- pozzetto impermeabilizzato di alloggiamento del boccaporto di carico che arrivi
fino al piano campagna e impedisca la dispersione di eventuali sversamenti;
- secchi o soluzioni equivalenti per raccogliere il gocciolamento delle tubazioni
flessibili di carico/scarico prodotto;
- indicatore e/o misuratore di livello;
- valvola limitatrice di carico al 90%;
- dispositivo di compensazione della pressione atto ad evitare condizioni di
sovrappressione e/o di vuoto nelle fasi di trasferimento.
101 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.11 Predisporre un Piano di Gestione e Manutenzione di serbatoi e vasche con Documentazione Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA riferimento alla corrosione. presente ed documentale
INTERRATA Il Soggetto Gestore deve redigere e mantenere aggiornato periodicamente un adeguata: SI/NO
Piano di Gestione e Manutenzione dei serbatoi e vasche e di Prevenzione dalla
Corrosione. Il Piano di prevenzione e monitoraggio della corrosione dovrà essere
eseguito da società o professionisti di comprovata esperienza e tener conto delle
caratteristiche del serbatoio, del prodotto stoccato e della sua temperatura, del
contesto sito-specifico, e dovrà essere verificato ed aggiornato ad ogni modifica
dei serbatoi.
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102 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.12 I serbatoi (nuovi e preesistenti) utilizzati per contenere sostanze pericolose Specifiche presenti Sopralluogo BASE
SERBATOIO O VASCA devono avere un sistema di protezione catodica. ed adeguate: SI/NO
INTERRATA I serbatoi utilizzati per contenere sostanze pericolose devono avere un sistema di
protezione catodica ad accoppiamento galvanico (anodi sacrificali o galvanici, di
materiale adatto e privi di vernici) o a corrente impressa (o sistema equivalente e
migliorativo). Il sistema deve essere dimensionato ed installato in conformità ad
apposito studio eseguito da società o professionisti di comprovata esperienza e
deve tener conto delle caratteristiche del serbatoio, del prodotto stoccato e della
sua temperatura, del contesto sito-specifico. Il progetto dovrà essere verificato ed
aggiornato ad ogni modifica dei serbatoi.
Le tubazioni, comprese quelle connesse ai serbatoi collegati all’impianto di
protezione catodica, devono essere provviste di giunto isolante in corrispondenza
dell’entrata od uscita dal terreno.
103 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.13 I sistemi di protezione catodica devono essere collegati ad un sistema di allarme Allarme presente e Sopralluogo MEDIO
SERBATOIO O VASCA che ne segnali le condizioni di anomalia. adeguato: SI/NO
INTERRATA I sistemi di protezione catodica devono essere collegati ad un sistema di allarme
che ne segnali le principali condizioni di anomalia, quali interruzione
dell’alimentazione, condizioni di corto circuito ecc, in accordo ad apposito progetto
di società o professionista specializzati.
104 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.14 Effettuare il monitoraggio periodico dei sistemi di protezione dalla corrosione. Controlli effettuati Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA Gli impianti di protezione catodica devono essere controllati con la frequenza e le ed adeguati: SI/NO documentale
INTERRATA modalità stabilite da apposito progetto del costruttore ed installatore del sistema di
protezione catodica stessa, in accordo alle migliori norme tecniche. Dopo
l’esecuzione di ogni controllo deve essere redatta un’apposita relazione.
105 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.15 Installare e monitorare trimestralmente piezometri spia nella vasca di Piezometri presenti Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA contenimento per il controllo di eventuali perdite. e monitorati documentale
INTERRATA Nel caso in cui la cassa non sia accessibile ed ispezionabile e sia priva di condotti trimestralmente:
di scarico al fondo, il Soggetto Gestore deve installarvi piezometri spia (o sistema SI/NO
equivalente e migliorativo) e controllare il livello di prodotto eventualmente
rilasciato dal serbatoio con frequenza trimestrale. Tale controllo deve essere
documentato.
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106 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.16 Effettuare il monitoraggio trimestrale della cassa di contenimento-Intercapedine Controlli effettuati Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA dei serbatoi. trimestralmente: documentale
INTERRATA Nel caso in cui la cassa sia visibile/ispezionabile, è necessario effettuare un SI/NO
controllo visivo dello stato di conservazione e impermeabilizzazione della stessa e
dell’eventuale presenza di materiale al suo interno, indipendente dalle
caratteristiche del serbatoio.
107 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.17 Effettuare con frequenza quindicinale il monitoraggio della cassa di contenimento- Controlli quindicinali Verifica AVANZATO
SERBATOIO O VASCA Intercapedine dei serbatoi e/o dei piezometri spia. effettuati: SI/NO documentale
INTERRATA Il monitoraggio della cassa di contenimento-Intercapedine dei serbatoi e/o dei
piezometri spia dovrebbe essere effettuato con frequenza quindicinale.
108 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.18 Verificare la funzionalità con frequenza annuale del sistema di monitoraggio in Controlli trimestrali Verifica MEDIO
SERBATOIO O VASCA continuo collegato ad un sistema di allarme con apposito segnalatore effettuati: SI/NO documentale
INTERRATA dell’intercapedine dei serbatoi.
In presenza di un sistema di monitoraggio in continuo collegato ad un sistema di
allarme con apposito segnalatore che trasmette l’informazione almeno al
responsabile tecnico ed all’HSE, è necessario un controllo della funzionalità di tali
sistemi con frequenza annuale per i livelli superiori al Base.
109 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.19 Verificare la funzionalità con frequenza trimestrale del sistema di monitoraggio in Controlli trimestrali Verifica AVANZATO
SERBATOIO O VASCA continuo collegato ad un sistema di allarme con apposito segnalatore effettuati: SI/NO documentale
INTERRATA dell’intercapedine dei serbatoi.
In presenza di un sistema di monitoraggio in continuo collegato ad un sistema di
allarme con apposito segnalatore che trasmette l’informazione almeno al
responsabile tecnico ed all’HSE, è necessario un controllo della funzionalità di tali
sistemi con frequenza semestrale per i livelli superiori al Base.
110 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.20 Predisporre un Piano di Manutenzione e controllo ed effettuare le attività di Controlli effettuati Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA manutenzione. ed adeguati: SI/NO documentale
INTERRATA Il Soggetto Gestore deve eseguire almeno i seguenti interventi di manutenzione
ordinaria su tutti i serbatoi e vasche (nuovi e preesistenti), eliminando
immediatamente ogni anomalia individuata:
- manutenzione dell’indicatore di livello (ad es. ingrassaggio del galleggiante, ecc.)
e del dispositivo limitatore di carico;
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111 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.21 Assicurare una adeguata formazione e addestramento dei lavoratori addetti. Formazione erogata Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA Il Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento ed adeguata: SI/NO documentale
INTERRATA del Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti e/o deputati alla
attività di carico/scarico mediante corsi effettuati da soggetti di comprovata
esperienza ed incentrati sul corretto uso e manutenzione degli impianti ed
attrezzature, con attenzione sulle modalità di prevenzione e mitigazione del
rischio di danno all’ambiente e della gestione delle emergenze ambientali.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 4 h/y, e
comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività
di manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore
di formazione può essere ridotto del 50%.
112 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.22 Disporre di una procedura operativa per il carico dei serbatoi (prima, durante e Procedura/istruzion Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA dopo). e operativa documentale
INTERRATA Il Soggetto Gestore deve predisporre una procedura operativa per il carico dei presente ed
serbatoi e vasche volta a prevenire sovra-riempimenti ed in generale perdite ed adeguata: SI/NO
incidenti, nonché a contenere le conseguenze di eventuali sversamenti, che
preveda il presidio dell’area ed il controllo delle attività nelle fasi preparative, di
carico ed al termine del carico, tenendo conto delle specificità e peculiarità del sito
e delle sostanze utilizzate.
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114 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.24 Accertare periodicamente l’integrità strutturale del serbatoio o della vasca Controlli effettuati Verifica MEDIO
SERBATOIO O VASCA interrata (nuova e preesistente) contenente sostanze pericolose doppia parete o ed adeguati: SI/NO documentale
INTERRATA in vasca di contenimento. Raccomandazioni
La verifica di integrità strutturale per serbatoi e vasche interrate dovrebbe rispettate: SI/NO
consistere nell’accertamento dello stato di conservazione delle varie membrature,
incluso lo spessore e la corrosione delle lamiere e la qualità delle saldature.
Le verifiche vanno eseguite da un fornitore qualificato con una metodologia
internazionalmente riconosciuta in accordo alle migliori tecniche applicabili.
Ogni verifica di integrità deve concludersi con un esplicito riferimento al periodo di
tempo per il quale mantiene la sua validità e alla data entro cui eseguire la verifica
successiva. Le attività richieste dall’esito del del test di integrità e riportate nelle
conclusioni del test stesso vanno tassativamente eseguite entro un mese dalla
conclusione del test (es. messa fuori servizio, vetrificazione, esecuzione test di
tenuta).
La verifica dell’integrità strutturale deve essere effettuata secondo la frequenza
temporale di cui al prospetto sottostante, salvo:
- eventuale maggiore frequenza richiesta dalle autorizzazioni in essere o da
normativa specifica;
- minor frequenza indicata dal professionista incaricato di valutare l’integrità dei
serbatoi rispetto alla corrosione.
Serbatoio a doppia parete o a parete singola con cassa di contenimento
impermeabilizzata ed ispezionabile in Acciaio carbonio età >20 anni: Ogni 5 anni.
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115 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.25 Accertare periodicamente la tenuta di vasche e serbatoi (nuovi e preesistenti). Controlli effettuati Verifica BASE
SERBATOIO O VASCA Le prove di tenuta devono essere eseguite a seguito del test di integrità ed entro ed adeguati: SI/NO documentale
INTERRATA un mese da esso, nel caso in cui questo abbia mostrato carenze nell’integrità del
serbatoio e a meno che non si proceda a vetrificazione/dismissione, oltre che nei
casi previsti dalle autorizzazioni in essere.
I test andranno inoltre eseguiti in presenza di falda subaffiorante, in condizioni
idrogeologiche aggravanti del rischio corrosione (ad es. falda superficiale a
contatto col serbatoio) ed in ogni caso in cui si rilevi un rischio di corrosione
elevato, in accordo a specifica relazione di professionista/società di comprovata
specializzazione.
I test devono essere eseguiti da fornitori specializzati ed in accordo alle migliori
tecniche applicabili, e permettere l’individuazione di perdite di almeno 0,4 l/h. Non
vanno adottate prove in pressione.
Nel caso di individuazione di perdite vanno attivate le procedure e le misure
previste dalla normativa vigente.
117 A.2 FUORIUSCITA DA A.2.26 Installare una rete di monitoraggio della qualità dell’acqua di falda in Rete di Sopralluogo AVANZATO
SERBATOIO O VASCA corrispondenza di vasche/serbatoi interrati. monitoraggio
INTERRATA Il Soggetto Gestore dovrebbe installare una rete di monitoraggio della qualità installata ed
dell’acqua di falda del sito costituita da almeno 3 piezometri, dei quali uno a adeguata: SI/NO
monte e due a valle idrogeologico del sito con riferimento alla posizione delle
vasche/serbatoi interrati.
118 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.1. Elaborato progettuale della condotta interrata di nuova installazione. Il progetto Progetto della Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE dovrà essere eseguito in accordo alle migliori norme tecniche di settore applicabili condotta presente e documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) e tener conto delle interazioni tra tubazione e terreno di posa, anche con completo: SI/NO
riferimento a quanto segue:
- risultati delle indagini, studi e calcoli geologici e geotecnici dei terreni interessati
dal tracciato delle tubazioni e dell’eventuale trincea di posa;
- soluzioni tecnicamente più adeguate in funzione della classificazione sismica
dell’area interessata dal tracciato delle tubazioni;
- soluzioni tecnicamente idonee nelle scelte dei tubi, dei giunti e dei pezzi speciali
da impiegare per la difesa dall'aggressività dei terreni attraversati dalle tubazioni,
anche per quanto attiene le correnti vaganti, e delle acque delle falde
eventualmente interferite;
- studio approfondito della stabilità e della conservazione delle sedi di appoggio
delle tubazioni e delle opere nel tempo in relazione all’eventuale presenza di falde
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119 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.2. Elaborato progettuale della condotta fuori terra di nuova installazione. Il Soggetto Progetto presente e Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE Gestore deve definire un elaborato progettuale della condotta fuori terra in completo della documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) accordo alle migliori norme tecniche di settore applicabili che tenga conto delle condotta: SI/NO
specificità dell’area di posa, ed in particolare almeno:
- la tenuta strutturale delle aree interessate dal tracciato delle tubazioni e dalle
selle o altre strutture di sostegno, verificata da indagini, studi e calcoli geotecnici;
- la vulnerabilità sismica delle aree interessate dal tracciato delle tubazioni;
- la vicinanza a infrastrutture varie e la protezione da eventuali urti dovuti a veicoli
in movimento o attività industriali;
- l’accessibilità alla condotta per manutenzione e verificare ed intervenire su
eventuali perdite;
- minimizzare le possibili interferenze con fenomeni naturali quali frane, sismi ed
alluvioni.
120 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.3. Elaborato progettuale della condotta interrata e/o fuori terra esistente. Progetto della Verifica MEDIO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE condotta presente: documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) SI/NO
121 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.4. Le nuove condotte interrate contenenti sostanze pericolose devono essere a Presenza doppia Sopralluogo BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE doppia parete o in canalette impermeabilizzate. Le nuove tubazioni nelle quali il parete o cunicolo in
(INTERRATE E FUORI TERRA) trasferimento del prodotto non avviene per pressione negativa devono essere del pendenza verso
seguente tipo: pozzetto spia: SI
- a doppia parete, oppure /NO
- a parete singola poste in canalette impermeabilizzate con idonea pendenza.
In entrambi i casi devono essere presenti lungo il percorso della tubazione
pozzetti di ispezione per il controllo delle eventuali perdite, convogliate
dall’intercapedine della tubazione o dalla canaletta.
Nel caso di installazione di nuove tubazioni per il trasporto di sostanze pericolose,
dovranno essere previsti di sistemi automatici di monitoraggio in continuo e
allarme nell’intercapedine tra le due pareti della tubazione o tra la parete e la
canaletta impermeabilizzata.
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122 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.5. Presenza di sistemi di svuotamento delle tubazioni operanti con pressione Valvole presenti ed Sopralluogo AVANZATO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE negativa. Nelle tubazioni (nuove e preesistenti) operanti con pressione negativa adeguate: SI/NO
(INTERRATE E FUORI TERRA) dovrebbe essere posizionata una valvola di non ritorno nel tratto fuori terra, in
modo da mantenere vuoto il tratto di tubazione interrato quando non è in corso
trasferimento di prodotto.
123 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.6. La condotta (preesistente o di nuova installazione), se metallica o dotata di Protezione catodica Sopralluogo BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE armatura metallica, deve essere provvista di un sistema di protezione catodica. presente ed
(INTERRATE E FUORI TERRA) Se la tubazione è di tipo interrato, tale rivestimento dovrà essere in adeguata: SI/NO
epossicatrame, vetroresina o endoprene (o sistema equivalente e migliorativo) e
dovrà essere abbinato ad un sistema ad anodi sacrificali o a corrente impressa.
124 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.7. I sistemi di protezione catodica devono essere controllati con frequenza almeno Controlli semestrali Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE semestrale al fine di escludere condizioni di anomalia, quali interruzione effettuati ed documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) dell’alimentazione, condizioni di corto circuito ecc, in accordo ad apposite adeguati: SI/NO
specifiche del costruttore/installatore. I controlli devono essere documentati.
125 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.8. Collegare i sistemi di protezione catodica ad un sistema di allarme che ne segnali Sistema di allarme Verifica MEDIO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE le condizioni di anomalia. I sistemi di protezione catodica dovrebbero essere presente ed documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) collegati ad un sistema di allarme che ne segnali le condizioni di anomalia, quali adeguato: SI/NO
interruzione dell’alimentazione, condizioni di corto circuito ecc, in accordo ad
apposito progetto di società o professionista specializzati.
126 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.9. Test su rivestimento esterno per le tubazioni di nuova installazione. Il rivestimento Test effettuato: Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE protettivo esterno di ogni condotta deve essere stato sottoposto ad un test di alto SI/NO documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) voltaggio per provarne l’integrità.
127 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.10. Certificazione di collaudo per le condutture di nuova installazione. Deve essere Certificazione di Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE rilasciata ed archiviata una certificazione di collaudo prima della messa in collaudo presente: documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) esercizio in accordo alle migliori norme tecniche applicabili. SI/NO
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128 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.11. Attivare una polizza assicurativa sui danni all’ambiente a carico del soggetto a cui Polizza assicurativa Verifica AVANZATO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE viene affidata l’installazione delle condutture. La polizza dovrebbe prevedere: per installazione documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) - la copertura di tutte le spese e dei danni a terzi per gli interventi che presente ed
l’organizzazione deve sostenere in caso di Danno all’Ambiente o sua minaccia adeguata: SI/NO
imminente, come previsti dal D.Lgs.152/06 ; tale copertura deve valere anche in
caso di Danno all’ambiente non causato da inquinamento come il deterioramento
diretto di specie e habitat e acque;
- un massimale adeguato all’entità dei possibili danni originati dall’attività eseguita
in sito, con un minimo di 1 milione sinistro/annuo da aumentare opportunamente
e.g. quando la polizza copra una pluralità di siti.
La copertura non deve essere limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni né
ai soli danni a terzi a seguito di Inquinamento.
129 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.12. Mappare tutte le reti interrate e fuori terra (esistenti e nuova installazione) e Mappatura presente Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE predisporre un piano di gestione e manutenzione e prevenzione dalla corrosione. ed adeguata: SI/NO documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) Il Soggetto Gestore deve mappare tutte le reti interrate e fuori terra, indicando per
ogni rete almeno: la data di installazione, materiali e caratteristiche costruttive,
diametri, fluidi trasportati, profondità di posa, verifiche ed interventi di
manutenzione effettuati e predisporre un piano di Gestione e manutenzione della
corrosione. Tale Piano, predisposto a cura di professionista/società di comprovata
specializzazione, deve tener conto di tutte le condizioni sito-specifiche,
individuando anche tutti i punti deboli (ad es. saldature, appoggi, sacche di
umidità, che possono formarsi ad es. all’interno di eventuali rivestimenti
termoisolanti).
130 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.13. Le tubazioni (esistenti e nuova installazione) devono essere etichettate Etichette presenti Sopralluogo BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE chiaramente nei punti di manovra. Deve essere apposta una segnaletica dedicata, ed idonee: SI/NO
(INTERRATE E FUORI TERRA) ben visibile, che indichi il contenuto delle tubazioni almeno in corrispondenza delle
valvole di carico, scarico e comando.
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132 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.15. Effettuare test di tenuta annuali della condotta preesistente. Le tubazioni interrate Test effettuato ed Verifica MEDIO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE contenenti sostanze pericolose e/o che possano contenerle anche in condizioni di adeguato: SI/NO documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) anomalia e/o emergenza, e che non siano doppia parete o poste in canalette
ispezionabili, devono essere verificate a cura di soggetto terzo specializzato con
prove di tenuta eseguite con frequenza annuale a partire dal 5 anno di età. La
risoluzione minima garantita deve essere non inferiore a 0,4 l/h o 0,2% della
portata.
133 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.16. Effettuare ispezioni sulle camerette e canalette di ispezione della condotta Ispezione effettuata Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE (esistenti e nuova installazione) annualmente. Nel caso di tubazioni doppia parete ed adeguata: SI/NO documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) o poste in canalette ispezionabili, deve essere eseguita con frequenza annuale il
controllo delle camerette di ispezione del drenaggio delle tubazioni a doppia
parete e delle canalette ispezionabili, con adeguata e documentata relazione,
anche fotografica.
134 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.17. Installare sistemi automatici di individuazione delle perdite dalla condotta interrata Sistema presente Verifica AVANZATO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE esistente. Le tubazioni interrate contenenti sostanze pericolose e/o che possano ed adeguato: SI/NO documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) contenerle anche in condizioni di anomalia e/o emergenza, e che non siano
doppia parete o poste in canalette ispezionabili, dovrebbero presentare sistemi
automatici di individuazione delle perdite in continuo con una risoluzione minima
garantita non inferiore a 0,4 l/h o 0,2% della portata.
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135 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.18. Installare sistemi automatici di individuazione delle perdite dalla condotta interrata Sistema presente Sopralluogo AVANZATO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE doppia parete o in canaletta ispezionabile (preesistente e di nuova installazione). ed adeguato: SI/NO
(INTERRATE E FUORI TERRA) Le tubazioni interrate contenenti sostanze pericolose e/o che possano contenerle
anche in condizioni di anomalia e/o emergenza e che siano doppia parete o poste
in canalette ispezionabili dovrebbero presentare sistemi automatici di
individuazione delle perdite in continuo collegati a sistema di allarme.
136 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.19 Manutenzione programmata di valvole e sensori. Il Soggetto Gestore deve Manutenzione Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE effettuare un piano di manutenzione e controllo di valvole e sensori posti lungo le effettuata ed documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) condutture, prevedendo almeno quanto segue con frequenza annuale: adeguata: SI/NO
- apertura e chiusura delle valvole, verificandone il corretto funzionamento,
ingrassando lo stelo ove presente, effettuando la pulizia degli organi di controllo e
tenuta;
- controllo corretto funzionamento e calibrazione dei sensori.
137 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.20 Manutenzione programmata dei sistemi protezione dalla corrosione. Gli impianti Controllo effettuato Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE ed i sistemi di protezione catodica devono essere controllati con la frequenza e le ed adeguato: SI/NO documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) modalità stabilite da apposito progetto del costruttore ed installatore del sistema di
protezione catodica stessa, in accordo alle migliori norme tecniche. Dopo
l’esecuzione di ogni controllo deve essere redatta un’apposita relazione illustrante
l’esito dei controlli e lo stato del sistema di protezione.
138 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.21 Deve essere fornita adeguata formazione e addestramento dei lavoratori che Formazione erogata Verifica BASE
CONDUTTURE DI ADDUZIONE utilizzano le condotte o deputati alla attività. Deve essere fornita adeguata ed adeguata: SI/NO documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) formazione e addestramento dei lavoratori che utilizzano le condotte, che includa:
tipologia di tubazioni presenti, tipologia dei reflui e liquidi ammessi e non ammessi
nelle varie tipologie di tubazione (es. chimismo o temperatura non idonei),
posizione delle camerette e dei cunicoli di ispezione, delle valvole di comando e di
emergenza.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 2 h/y, e
comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività
di manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore
di formazione può essere ridotto del 50%.
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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139 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.22 Installare una rete di monitoraggio della qualità dell’acqua di falda in Rete di Verifica AVANZATO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE corrispondenza delle tubazioni interrate. Il Soggetto Gestore dovrebbe installare monitoraggio documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) una rete di monitoraggio della qualità dell’acqua di falda del sito costituita da installata ed
almeno 3 piezometri, dei quali uno a monte e due a valle idrogeologico del sito adeguata: SI/NO
con riferimento alla posizione delle tubazioni interrate.
140 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.23 Analizzare annualmente la qualità delle acque superficiali e/o sotterranee. Ove sia Analisi effettuate ed Verifica MEDIO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE presente una rete di monitoraggio delle acque sotterranee e/o corpi idrici adeguate: SI/NO documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) superficiali nei pressi delle condotte interrate dovrebbero essere prelevati
campioni ed effettuate analisi chimiche sui campioni d’acqua con frequenza
almeno annuale, o superiore se previsto dalle autorizzazioni o procedure
ambientali vigenti, per la determinazione analitica delle concentrazioni in acqua
delle medesime sostanze chimiche trasportate dalle condotte o di analiti indice
delle sostanze stesse.
L’attività va eseguita in accordo alle norme vigenti ed alle migliori norme tecniche
applicabili . Le concentrazioni rilevate andranno confrontate con i valori di
riferimento opportuni definiti dalla normativa e/o dagli Enti di Controllo nazionali o
esteri.
141 A.3 FUORIUSCITA DA A.3.24 Ogni intervento di dismissione deve essere eseguito in accordo ad apposito Piano Documentazione Verifica MEDIO
CONDUTTURE DI ADDUZIONE di dismissione. Ogni intervento di dismissione dovrebbe essere eseguito in presente ed documentale
(INTERRATE E FUORI TERRA) accordo ad apposito piano di dismissione, che preveda il completo svuotamento adeguata: SI/NO
delle tubazioni, la verifica dell’integrità della tubazione stessa e la bonifica interna
della tubazione, il campionamento del terreno in accordo con gli enti locali in
corrispondenza di alcuni punti rappresentativi lungo la condotta. Gli interventi
devono essere eseguiti in accordo alle migliori norme tecniche applicabili. La
tubazione dismessa deve essere riportata nel documento di mappatura delle reti
interrate.
142 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.1. Progettazione e posa dei nuovi serbatoi devono avvenire in accordo alle migliori Progetto presente Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI norme tecniche di settore. La progettazione, posa e verifiche dovranno essere ed adeguato: SI/NO documentale
TERRA eseguite in accordo alle migliori norme tecniche di settore applicabili, e dovranno
tener conto e minimizzare le possibili interferenze con fenomeni naturali quali
frane, sismi ed alluvioni.
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143 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.2. La parete del serbatoio (nuovo e preesistente) deve essere di materiali idonei alle Specifiche presenti Sopralluogo BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI caratteristiche chimico-fisiche della sostanza da stoccare. I materiali accettati ed adeguate: SI/NO
TERRA sono i seguenti:
- acciaio al carbonio;
- acciaio inox;
- vetroresina;
- polietilene (PE);
- calcestruzzo.
144 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.3. Attivare/richiedere una polizza assicurativa sui danni all’ambiente a carico del Polizza assicurativa Verifica AVANZATO
SERBATOI O VASCHE FUORI soggetto a cui viene affidata l’installazione del nuovo serbatoio/vasca. La polizza per installazione documentale
TERRA dovrebbe prevedere: presente ed
- la copertura di tutte le spese e dei danni a terzi per gli interventi che adeguata: SI/NO
l’organizzazione deve sostenere in caso di Danno all’Ambiente o sua minaccia
imminente, come previsti dal D.Lgs.152/06 ; tale copertura deve valere anche in
caso di Danno all’ambiente non causato da inquinamento come il deterioramento
diretto di specie e habitat e acque;
- un massimale adeguato all’entità dei possibili danni originati dall’attività eseguita
in sito, con un minimo di 1 milione sinistro/annuo da aumentare opportunamente
e.g. quando la polizza copra una pluralità di siti.
La copertura non deve essere limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni né
ai soli danni a terzi a seguito di Inquinamento.
145 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.4. I nuovi serbatoi contenenti sostanze pericolose dovranno essere delle seguenti Installazione Sopralluogo BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI tipologie Applicabile ai serbatoi col fondo appoggiato al terreno. I serbatoi effettuata secondo
TERRA contenenti sostanze pericolose con il fondo appoggiato a terra dovranno avere le requisito: SI/NO
seguenti caratteristiche:
- doppia parete oppure, per i serbatoi appoggiati al terreno, doppio fondo;
- essere posizionati all’interno e poggianti interamente su un bacino di
contenimento in acciaio o calcestruzzo, impermeabile e non attaccabile
chimicamente rispetto alla sostanza contenuta nel serbatoio, di volume libero pari
ad almeno il 110% di quella del serbatoio. Nel caso di più serbatoi, la capacità del
bacino deve essere pari ad almeno il 30% del volume totale dei serbatoi e non
inferiore al volume del serbatoio di maggiore capacità aumentato del 10%. Nel
bacino non ci devono essere scarichi, oppure gli scarichi devono essere
normalmente chiusi. Il volume del bacino va calcolato al netto dello sfioro di
eventuali cunicoli, condotti e tubazioni che potrebbero comportare la fuoriuscita di
prodotto.
Le caratteristiche sono da considerarsi entrambe obbligatorie per i nuovi serbatoi.
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146 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.5. I serbatoi esistenti contenenti sostanze pericolose dovranno essere delle seguenti Installazione Sopralluogo MEDIO
SERBATOI O VASCHE FUORI tipologie Applicabile ai serbatoi col fondo appoggiato al terreno. I serbatoi effettuata secondo
TERRA contenenti sostanze pericolose con il fondo appoggiato a terra dovranno avere le requisito: SI/NO
seguenti caratteristiche:
- doppia parete ovvero doppio fondo
- essere posizionati all’interno e poggianti su un bacino di contenimento in acciaio
o calcestruzzo, impermeabile e non attaccabile chimicamente rispetto alla
sostanza contenuta nel serbatoio, di volume libero pari ad almeno il 110% di
quella del serbatoio. Nel caso di più serbatoi, la capacità del bacino deve essere
pari ad almeno il 30% del volume totale dei serbatoi e non inferiore al volume del
serbatoio di maggiore capacità aumentato del 10%. Nel bacino non ci devono
essere scarichi, oppure gli scarichi devono essere normalmente chiusi. Il volume
del bacino va calcolato al netto dello sfioro di eventuali cunicoli, condotti e
tubazioni che potrebbero comportare la fuoriuscita di prodotto.
Le caratteristiche sono da considerarsi alternative per i serbatoi esistenti, per i
quali il bacino può non essere continuo al di sotto del serbatoio.
147 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.6. I nuovi serbatoi contenenti sostanze pericolose dovranno essere delle seguenti Installazione Sopralluogo BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI tipologie Applicabile ai serbatoi col fondo non appoggiato al terreno. I serbatoi effettuata secondo
TERRA contenenti sostanze pericolose con il fondo non appoggiato a terra dovranno requisito: SI/NO
essere posizionati all’interno di un bacino di contenimento in acciaio o
calcestruzzo, impermeabile e non attaccabile chimicamente rispetto alla sostanza
contenuta nel serbatoio, di volume libero pari ad almeno il 110% di quella del
serbatoio. Nel caso di più serbatoi, la capacità del bacino deve essere pari ad
almeno il 30% del volume totale dei serbatoi e non inferiore al volume del
serbatoio di maggiore capacità aumentato del 10%. Nel bacino non ci devono
essere scarichi, oppure gli scarichi devono essere normalmente chiusi. Il volume
del bacino va calcolato al netto dello sfioro di eventuali cunicoli, condotti e
tubazioni che potrebbero comportare la fuoriuscita di prodotto.
148 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.7. I bacini di contenimento dei serbatoi (nuovi e preesistenti) contenenti sostanze Installazione Sopralluogo BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI pericolose devono essere protetti dalle acque meteoriche. Il bacino di effettuata secondo
TERRA contenimento dei serbatoi (nuovi e preesistenti) contenenti sostanze pericolose requisito: SI/NO -
deve essere coperto per evitare di saturarne la capacità con le acque di pioggia; Controlli effettuati:
in alternativa deve essere effettuato il controllo settimanale del livello nel bacino, SI/NO - Verifica in
giornaliero durante e/o a seguito di eventi di pioggia; nel caso di presenza di campo conforma:
acqua piovana con battente massimo superiore ai 3-4 cm va effettuato lo SI/NO
svuotamento manuale previa verifica dell’assenza di prodotto nelle acque stesse.
In nessun caso è ammessa la presenza di pompe ad avviamento automatico in
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funzione del livello, a meno che non rilancino ad apposita vasca di stoccaggio e/o
ad impianto di trattamento.
In nessun caso è ammessa la presenza di valvole di scarico tenute in posizione
aperta in assenza di operatore umano.
149 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.8. Tutti i serbatoi (nuovi e preesistenti) devono essere adeguatamente mappati. Mappatura Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI Deve essere predisposta una planimetria con l’ubicazione e le caratteristiche di presente: SI/NO documentale
TERRA base di tutti i serbatoi presenti in sito (età, materiale, contenuto, volumetria).
150 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.9. I serbatoi (nuovi e preesistenti) devono avere almeno le dotazioni di base indicate. Specifiche Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI Elenco minimo delle dotazioni di base dei serbatoi e vasche: adeguate: SI/NO documentale
TERRA - segnaletica dedicata, ben visibile, che indichi l’identificativo ed il contenuto, sia in
corrispondenza del serbatoio che dei punti di carico e scarico;
- flangia o attacco filettato (o sistema equivalente e migliorativo) per la valvola di
carico e scarico, etichettata in modo chiaro con l’indicazione del prodotto
contenuto e posta nel bacino di contenimento o in pozzetto ad esso collegato;
- pozzetto impermeabilizzato di alloggiamento del boccaporto di carico o
soluzione equivalente che impedisca la dispersione di eventuali sversamenti;
- contenitori o soluzioni equivalenti per raccogliere il gocciolamento delle tubazioni
flessibili di carico/scarico prodotto;
- indicatore e/o misuratore di livello;
- una valvola limitatrice di carico al 90%;
- un dispositivo di compensazione della pressione atto ad evitare condizioni di
sovrappressione o di vuoto nelle fasi di trasferimento.
151 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.10. Predisporre un Piano di Gestione e Manutenzione e Prevenzione dalla Corrosione Piano presente ed Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI (serbatoi nuovi ed esistenti). Esecuzione ed aggiornamento periodico di un Piano adeguato: SI/NO documentale
TERRA di Gestione e Manutenzione dei serbatoi e vasche e di Prevenzione dalla
Corrosione. Il Piano di prevenzione e monitoraggio della corrosione dovrà essere
eseguito da società o professionisti di comprovata esperienza e tener conto delle
caratteristiche del serbatoio, del prodotto stoccato e della sua temperatura, del
contesto sito-specifico, e dovrà essere verificato ed aggiornato ad ogni modifica
dei serbatoi.
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152 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.11. I serbatoi utilizzati (nuovi ed esistenti) per contenere sostanze pericolose devono Sistema presente Sopralluogo BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI avere un sistema di protezione catodica. I serbatoi utilizzati per contenere ed adeguato: SI/NO
TERRA sostanze pericolose devono avere un sistema di protezione catodica ad
accoppiamento galvanico (anodi sacrificali o galvanici, di materiale adatto e privi
di vernici) o a corrente impressa. Il sistema deve essere dimensionato sulla base
di un apposito studio eseguito da società o professionisti di comprovata
esperienza, e deve tener conto delle caratteristiche del serbatoio, del prodotto
stoccato e della sua temperatura, del contesto sito-specifico. Il progetto dovrà
essere verificato ed aggiornato ad ogni modifica dei serbatoi.
Le tubazioni, comprese quelle connesse ai serbatoi collegati all’impianto di
protezione catodica, devono essere provviste di giunto isolante in corrispondenza
dell’entrata od uscita dal terreno.
153 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.12. I sistemi di protezione catodica devono essere collegati ad un sistema di allarme Sistema di allarme Sopralluogo MEDIO
SERBATOI O VASCHE FUORI che ne segnali le condizioni di anomalia. I sistemi di protezione catodica devono presente ed
TERRA essere collegati ad un sistema di allarme che ne segnali le principali condizioni di adeguato: SI/NO
anomalia, quali interruzione dell’alimentazione, condizioni di corto circuito ecc, in
accordo ad apposito progetto di società o professionista specializzati.
154 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.13. Monitoraggio periodico dei sistemi protezione dalla corrosione. Gli impianti di Controlli effettuati Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI protezione catodica devono essere controllati con la frequenza e le modalità ed adeguati: SI/NO documentale
TERRA stabilite da apposito progetto del costruttore ed installatore del sistema di
protezione catodica stessa, in accordo alle migliori norme tecniche. Dopo
l’esecuzione di ogni controllo deve essere redatta un’apposita relazione.
155 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.14. Verifica mensile dell’intercapedine dei serbatoi e/o dei bacini di contenimento Monitoraggi Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI Applicabile ai serbatoi (nuovi ed esistenti) con doppia parete-doppio fondo e/o effettuati: SI/NO documentale
TERRA bacino di contenimento. L’intercapedine dei serbatoi doppia parete/fondo e/o il
bacino di contenimento dovranno essere verificati con frequenza mensile per
accertare l’assenza di eventuali perdite.
156 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.15. Sistema di Monitoraggio automatico in continuo di eventuali perdite. Sistemi presenti e Sopralluogo AVANZATO
SERBATOI O VASCHE FUORI L’intercapedine dei serbatoi doppia parete/doppio fondo ed i bacini di funzionanti: SI/NO
TERRA contenimento dovrebbe essere collegata ad un sistema di monitoraggio in
continuo delle perdite collegato a sistemi di allarmi visivi e sonori. Per i Livelli
Medio ed Alto di Certificazione.
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157 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.16. Effettuare il controllo delle condizioni e tenuta del bacino di contenimento dei Controlli effettuati Sopralluogo MEDIO
SERBATOI O VASCHE FUORI serbatoi (nuovi ed esistenti). Devono essere effettuate le seguenti attività con le ed adeguati: SI/NO
TERRA frequenze indicate.
REQUISITO/FREQUENZA
- Controllo della chiusura di eventuali scarichi presenti nel bacino e dell’assenza di
materiale stoccato nel bacino stesso : Giornaliera.
- Controllo visivo dello stato di conservazione e impermeabilizzazione del bacino
di contenimento: Mensile.
- Prove di tenuta dei bacini di contenimento: Quinquennale.
158 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.17. Predisporre un Piano di Manutenzione e controllo ed effettuare le attività di Controlli e Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI manutenzione. Il Soggetto Gestore deve eseguire almeno i seguenti interventi di manutenzione documentale
TERRA manutenzione ordinaria, eliminando immediatamente ogni anomalia individuata: effettuata ed
- manutenzione dell’indicatore di livello (ad es. ingrassaggio del galleggiante, ecc.) adeguata: SI/NO
e del dispositivo limitatore di carico;
- manutenzione e/o sostituzione, se usurati, dei raccordi, delle valvole di
intercettazione e della pompa in dotazione per il carico;
- verifica dell’integrità ed eventuale sostituzione della tubazione flessibile di
carico/scarico, se utilizzata;
- apertura e chiusura delle valvole, verificandone il corretto funzionamento,
ingrassando lo stelo ove presente, effettuando la pulizia degli organi di controllo e
tenuta;
- controllo corretto funzionamento e calibrazione dei sensori.
Tali manutenzioni devono essere eseguite con la frequenza indicata dal
costruttore/installatore dell’impianto ed in accordo alle migliori norme tecniche
applicabili.
159 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.18. Assicurare una adeguata formazione e addestramento dei lavoratori addetti. Il Formazione erogata Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento del ed adeguata: SI/NO documentale
TERRA Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti e/o deputati alla
attività di carico/scarico mediante corsi effettuati da soggetti di comprovata
esperienza ed incentrati sul corretto uso e manutenzione degli impianti ed
attrezzature, con attenzione sulle modalità di prevenzione e mitigazione del
rischio di danno all’ambiente e della gestione delle emergenze ambientali.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 4 h/y, e
comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività
di manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore
di formazione può essere ridotto del 50%.
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160 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.19. Disporre di una procedura operativa per il carico dei serbatoi. Il Soggetto Gestore Procedura/istruzion Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI deve predisporre una procedura operativa per il carico dei serbatoi e vasche volta e operativa documentale
TERRA a prevenire sovra-riempimenti ed in generale perdite ed incidenti, nonché a presente, completa
contenere le conseguenze di eventuali sversamenti, che preveda il presidio ed aggiornata:
dell’area ed il controllo delle attività nelle fasi preparativa, di carico ed al termine SI/NO
del carico, tenendo conto delle specificità e peculiarità del sito e delle sostanze
utilizzate.
161 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.20. Accertare periodicamente l’integrità strutturale del serbatoio o della vasca Controlli effettuati e Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI preesistente Applicabile ai serbatoi monoparete con fondo poggiato a terra. Il conformi: SI/NO documentale
TERRA Soggetto Gestore deve effettuare la verifica periodica dell’integrità strutturale di
serbatoi e vasche fuori terra con fondo direttamente poggiato al terreno. Tale
verifica consiste nell’accertamento dello stato di conservazione e di stress delle
varie membrature, incluso lo spessore e la corrosione delle pareti e la qualità e
stato delle saldature.
Le verifiche vanno eseguite da un fornitore qualificato con una metodologia
internazionalmente riconosciuta .
Le conclusioni del test di integrità vanno tassativamente seguite (es. fuori servizio,
vetrificazione).
Ogni verifica di integrità deve inoltre concludersi con un esplicito riferimento al
periodo di tempo per il quale mantiene la sua validità e alla data entro cui
eseguire la verifica successiva.
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162 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.21. Accertare l’integrità strutturale del serbatoio o della vasca nuova e preesistente Controlli effettuati e Verifica MEDIO
SERBATOI O VASCHE FUORI Applicabile ai serbatoi con doppio fondo-parete o fondo non poggiato a terra. Il conformi: SI/NO documentale
TERRA Soggetto Gestore deve effettuare la verifica periodica dell’integrità strutturale di
serbatoi e vasche fuori terra con fondo direttamente poggiato al terreno. Tale
verifica consiste nell’accertamento dello stato di conservazione e di stress delle
varie membrature, incluso lo spessore e la corrosione delle pareti e la qualità e
stato delle saldature.
Le verifiche vanno eseguite da un fornitore qualificato con una metodologia
internazionalmente riconosciuta.
Le conclusioni del test di integrità vanno tassativamente seguite (es. fuori servizio,
vetrificazione). Ogni verifica di integrità deve inoltre concludersi con un esplicito
riferimento al periodo di tempo per il quale mantiene la sua validità e alla data
entro cui eseguire la verifica successiva.
163 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.22. Accertare la tenuta del serbatoio o della vasca (nuova e preesistente) Applicabile Controlli effettuati Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI ai serbatoi indicati in funzione degli esiti delle prove di integrità e del Piano di ed adeguati: SI/NO documentale
TERRA Prevenzione Corrosione. Le prove di tenuta devono essere eseguite a seguito del
test di integrità ed entro un mese da esso, nel caso in cui questo abbia mostrato
carenze nell’integrità del serbatoio e a meno che non si proceda a vetrificazione,
oltre che nei casi previsti dalle autorizzazioni in essere.
I test devono essere eseguiti da fornitori specializzati ed in accordo a metodologie
riconosciute dall’US EPA e/o descritte nel manuale UNICHIM 195/3 o successivi,
e permettere l’individuazione di perdite di almeno 0,4 l/h. Non vanno adottate
prove in pressione.
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I test andranno inoltre eseguiti in ogni caso in cui si rilevi un rischio di corrosione
elevato, in accordo a specifica relazione di professionista o società di comprovata
specializzazione.
Nel caso di individuazione di perdite vanno attivate le procedure e le misure
previste dalla normativa vigente.
164 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.23. Installare una rete di monitoraggio della qualità dell’acqua di falda in Rete di Sopralluogo AVANZATO
SERBATOI O VASCHE FUORI corrispondenza di vasche/serbatoi fuori terra. Il Soggetto Gestore dovrebbe monitoraggio
TERRA installare una rete di monitoraggio della qualità dell’acqua di falda del sito installata ed
costituita da almeno 3 piezometri, dei quali uno a monte e due a valle adeguata: SI/NO
idrogeologico del sito con riferimento alla posizione delle vasche/serbatoi.
165 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.24. Analizzare la qualità dell’acqua dei piezometri eventualmente già presenti in sito. Analisi presenti e Verifica MEDIO
SERBATOI O VASCHE FUORI Ove sia presente una rete di monitoraggio delle acque sotterranee nei pressi del conformi: SI/NO documentale
TERRA serbatoio o vasca, vanno effettuate analisi chimiche su campioni d’acqua
sotterranea con frequenza almeno annuale, o più frequentemente se richiesto
dalle autorizzazioni o procedure ambientali vigenti, per la determinazione analitica
delle concentrazioni in acqua delle medesime sostanze chimiche contenute nel
serbatoio o nella vasca. Nel caso di più serbatoi/vasche contenenti sostanze
diverse, l’analisi potrà essere riferita a parametri indice di eventuali perdite, in
accordo ad apposito parere di specialista.
Le concentrazioni rilevate andranno confrontate con i valori di riferimento
opportuni definiti dalla normativa e/o dagli Enti di Controllo nazionali o esteri.
166 A.4 FUORIUSCITA DA A.4.25. L’intervento di dismissione o la modifica della sostanza stoccata devono essere Relazione presente Verifica BASE
SERBATOI O VASCHE FUORI eseguiti con una delle metodologie indicate. Gli interventi devono essere eseguiti ed adeguata: SI/NO documentale
TERRA in accordo alle migliori norme tecniche applicabili. Ogni tipologia di dismissione
deve prevedere interventi di bonifica interna e pulizia, ossia di completo
svuotamento dei serbatoi e delle tubazioni.
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167 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.1. La progettazione delle nuove aree di impianto, stoccaggio e carico/scarico deve Progetto presente Verifica BASE
CARICO E SCARICO avvenire in accordo alle migliori norme tecniche di settore. La progettazione ed adeguato: SI/NO documentale
dovrà essere eseguita in accordo alle migliori norme tecniche di settore
applicabili, tenendo conto e minimizzando le possibili interferenze con fenomeni
naturali quali frane, sismi, alluvioni ed esondazioni.
E’ inoltre necessario tener conto anche del carico indotto dal deposito di materiali
e dall’eventuale passaggio di veicoli. La progettazione degli stoccaggi, degli edifici
e delle attrezzature deve considerare anche la resistenza al vento, rispetto alle
caratteristiche sito-specifiche, considerando un tempo di ritorno di 50 anni, e del
carico di neve.
168 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.2. Le nuove aree di impianto, stoccaggio e carico/scarico devono essere collaudate. Collaudo presente Verifica BASE
CARICO E SCARICO ed adeguato: SI/NO documentale
169 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.3. Protezione da piene e alluvioni delle nuove aree impianto, stoccaggio e Relazione presente Verifica BASE
CARICO E SCARICO carico/scarico. Le aree di deposito contenenti sostanze pericolose/rifiuti devono ed adeguata: SI/NO documentale
essere realizzate in modo tale da essere protette dalle piene con un periodo di
ritorno inferiore ai 50 anni.
170 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.4. Protezione da piene e alluvioni delle aree impianto, stoccaggio e carico/scarico Relazione presente Verifica MEDIO
CARICO E SCARICO esistenti. Le aree di deposito contenenti sostanze pericolose/rifiuti dovrebbero ed adeguata: SI/NO documentale
essere realizzate in modo tale da essere protette dalle piene con un periodo di
ritorno inferiore ai 50 anni.
171 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.5. Protezione da agenti atmosferici delle nuove aree impianto, stoccaggio e Relazione presente Verifica BASE
CARICO E SCARICO carico/scarico. Gli stoccaggi, in particolare quelli in cumulo, devono essere protetti ed adeguata: SI/NO documentale
dall’azione del vento, soprattutto nel caso di sostanze allo stato fisico solido
polverulento, mediante teli, barriere frangivento, tettoie o soluzioni idonee a
garantire tale funzione, in modo da limitarne la diffusione in atmosfera.
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172 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.6. Protezione da agenti atmosferici delle aree impianto, stoccaggio e carico/scarico Relazione presente Verifica MEDIO
CARICO E SCARICO esistenti. Gli stoccaggi, in particolare quelli in cumulo, dovrebbero essere protetti ed adeguata: SI/NO documentale
dall’azione del vento, soprattutto nel caso di sostanze allo stato fisico solido
polverulento, mediante teli, barriere frangivento, tettoie o soluzioni idonee a
garantire tale funzione, in modo da limitarne la diffusione in atmosfera.
173 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.7. Impermeabilizzazione e drenaggio delle nuove aree impianto, stoccaggio e Documentazione e Verifica BASE
CARICO E SCARICO carico/scarico. Le aree di carico e scarico e di stoccaggio di liquidi contenenti materiali presenti ed documentale
sostanze pericolose devono essere impermeabilizzate e dotate di sistemi di adeguati: SI/NO
contenimento di eventuali perdite (Kit antisversamento). Le opere di
convogliamento e smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio devono
inviare a vasche impermeabilizzate e separate rispetto alle acque provenienti da
altre aree e non possono andare a scarico diretto.
In alternativa, per le sole aree di carico e scarico e durante le fasi operative, le
linee devono essere intercettate da apposite valvole oppure deve essere impedito
l’ingresso di eventuali fluidi mediante gli appositi tappetini di chiusura temporanea
delle caditoie.
174 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.8. Impermeabilizzazione e drenaggio delle aree impianto, stoccaggio e Documentazione e Verifica AVANZATO
CARICO E SCARICO carico/scarico esistenti. Le aree di carico e scarico e di stoccaggio di liquidi materiali presenti ed documentale
contenenti sostanze pericolose dovrebbero essere impermeabilizzate e dotate di adeguati: SI/NO
sistemi di contenimento di eventuali perdite. Le opere di convogliamento e
smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio devono inviare a vasche
impermeabilizzate e separate rispetto alle acque provenienti da altre aree e non
possono andare a scarico diretto.
In alternativa, per le sole aree di carico e scarico e durante le fasi operative, le
linee devono essere intercettate da apposite valvole oppure deve essere impedito
l’ingresso di eventuali fluidi mediante gli appositi tappetini di chiusura temporanea
delle caditoie.
175 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.9. Tutte le aree (nuove e preesistenti) devono essere adeguatamente mappate. Documentazione Verifica BASE
CARICO E SCARICO Deve essere predisposta una planimetria con l’ubicazione e le caratteristiche di presente ed documentale
base di tutte le aree adibite al carico e scarico ed al deposito materiali (almeno adeguata: SI/NO
età, materiale, tipologia sostanze trattate, volume utile di raccolta di eventuali
sversamenti, linee di raccolta eventuali sversamenti e punto di recapito).
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176 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.10. Le aree di carico e scarico (nuove e preesistenti) devono avere almeno i requisiti Documentazione Sopralluogo BASE
CARICO E SCARICO indicati: presente ed
- devono essere realizzati gli opportuni accorgimenti per evitare la dispersione di adeguata: SI/NO
prodotto eventualmente sversato in fase di carico e scarico, in particolare
cordonatura ed impermeabilizzazione con funzione di bacino di raccolta di
eventuali sversamenti. Imbocchi delle tubazioni/valvole di carico e scarico
alloggiati in appositi pozzetti impermeabilizzati.
- deve essere presente un sistema di connessione sicuro e correttamente
funzionante per le tubazioni di carico e scarico, in posizione accessibile in
sicurezza;
- presenza di dispositivi di messa a terra manuali, qualora necessari in funzione
delle caratteristiche delle sostanze da travasare.
177 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.11. Valvole di intercettazione di sicurezza a chiusura rapida manuale sulle linee di Documentazione e Verifica BASE
CARICO E SCARICO drenaggio delle aree di carico/scarico, di deposito e di impianto (nuove e materiali presenti ed documentale
preesistenti) Applicabile ad aree con sostanze pericolose, per linee di drenaggio adeguati: SI/NO
non segregate. Sulle linee di drenaggio delle aree di carico/scarico in presenza di
sostanze pericolose devono essere presenti valvole di intercettazione a chiusura
rapida manuale in caso di allarme.
178 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.12. Sulle linee di drenaggio delle aree di carico/scarico, di deposito e di impianto Documentazione e Verifica MEDIO
CARICO E SCARICO (nuove e preesistenti) anche in assenza di sostanze pericolose devono essere materiali presenti ed documentale
presenti valvole di intercettazione a chiusura rapida manuale in caso di allarme. adeguati: SI/NO
Sulle linee di drenaggio non segregate delle aree di carico/scarico anche in
assenza di sostanze pericolose dovrebbero essere presenti valvole di
intercettazione a chiusura rapida manuale in caso di allarme.
179 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.13. Sulle linee di drenaggio non segregate delle aree di carico/scarico, di deposito e Documentazione e Verifica AVANZATO
CARICO E SCARICO di impianto (nuove e preesistenti) dovrebbero essere presenti valvole di materiali presenti ed documentale
intercettazione a chiusura rapida automatica in caso di allarme. Sulle linee di adeguati: SI/NO
drenaggio non segregate delle aree di carico/scarico, di deposito e di impianto
(nuove ed esistenti) con presenza di sostanze pericolose dovrebbero essere
presenti valvole di intercettazione a chiusura rapida automatica in caso di allarme
e/o valvole normalmente chiuse con presidio umano obbligatorio per l’apertura
(tipo uomo morto). Tale requisito è per i livelli Medio ed Alto di Certificazione.
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180 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.14. Identificazione chiara delle sostanze e delle tipologie di sostanze nelle aree di Segnaletica Sopralluogo BASE
CARICO E SCARICO carico/scarico, di deposito e di impianto (nuove e preesistenti). Nelle aree di presente ed
carico/scarico, di deposito e di impianto (nuove ed esistenti) deve essere presente adeguata: SI/NO
una segnaletica dedicata, ben visibile, che indichi in modo chiaro ed univoco la
sostanza presente in corrispondenza di contenitori, aree di stoccaggio, bocche di
carico e scarico.
Devono inoltre essere chiaramente identificate le zone con le diverse tipologie di
prodotti: infiammabili, acidi (non infiammabili), basi (non infiammabili), tossici (non
infiammabili).
181 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.15. Cartellonistica aree e misure di controllo ingressi nelle aree di carico/scarico, di Cartellonistica Sopralluogo BASE
CARICO E SCARICO deposito e di impianto (nuove e preesistenti). Appositi cartelli fissi, ben visibili, presente ed
devono indicare le norme di comportamento e i recapiti telefonici dei vigili del adeguata: SI/NO
fuoco, da contattare in caso di emergenza, nonché il recapito telefonico della
società di pronto intervento. Devono essere inoltre presenti misure di sicurezza e
cartellonistica atta ad evitare l'accesso, da parte di estranei, ai dispositivi di
sicurezza e controllo.
182 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.16. Devono essere previste ed applicate idonee modalità di stoccaggio nelle aree di Procedura presente Verifica BASE
CARICO E SCARICO deposito nuove e preesistenti. Il Soggetto Gestore deve predisporre una ed adeguata: SI/NO documentale
procedura operativa per le operazioni di stoccaggio che definisca modalità e Applicazione
ubicazione degli stoccaggi, tenendo conto anche delle caratteristiche delle verificata in sito:
sostanze stoccate, inclusa la loro compatibilità e pericolosità, nonché delle SI/NO
caratteristiche specificità dei contenitori, delle aree/locali e del sito.
183 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.17. Procedura per il carico/scarico mediante tubazioni mobili o fisse. Il Soggetto Procedura presente Verifica BASE
CARICO E SCARICO Gestore deve predisporre una procedura operativa per le operazioni di carico- ed adeguata: SI/NO documentale
scarico volta a prevenire perdite ed incidenti, nonché a contenere le conseguenze
di eventuali sversamenti, che preveda il presidio dell’area ed il controllo delle
attività nelle fasi preparativa, di carico ed al termine del carico, tenendo conto
delle specificità e peculiarità del sito e delle sostanze utilizzate.
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184 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.18. Monitoraggio trimestrale delle condizioni della pavimentazione dell’area e della Controlli presenti ed Verifica MEDIO
CARICO E SCARICO rete di raccolta acque (aree nuove e preesistenti). È necessario effettuare un adeguati: SI/NO documentale
controllo periodico, con frequenza minima trimestrale, di:
- stato di conservazione e impermeabilizzazione della pavimentazione delle aree
di carico e scarico e di stoccaggio;
- pulizia generale e assenza di liquidi riconducibili agli stoccaggi nei pozzetti della
rete di raccolta;
- assenza di materiali stoccati anche temporaneamente nei bacini di
contenimento.
185 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.19. Predisporre un Piano di Manutenzione e controllo ed effettuare le attività di Manutenzioni Verifica BASE
CARICO E SCARICO manutenzione. Il piano di manutenzione deve riguardare sia le aree di effettuate ed documentale
carico/scarico e stoccaggio che macchinari, attrezzature ed equipaggiamento adeguate: SI/NO
utilizzati. Il Soggetto Gestore deve garantire una costante attività manutentiva, sia
ordinaria che straordinaria, seguendo le indicazioni fornite dai fornitori/installatori
dei macchinari, attrezzature ed impianti.
186 A.5 MOVIMENTAZIONE E A.5.20. Assicurare una adeguata formazione e addestramento dei lavoratori addetti. Il Formazione erogata Verifica BASE
CARICO E SCARICO Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento del ed adeguata: SI/NO documentale
Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti e/o deputati alla
attività di carico/scarico mediante corsi effettuati da soggetti di comprovata
esperienza ed incentrati sul corretto uso e manutenzione degli impianti ed
attrezzature, con attenzione sulle modalità di prevenzione e mitigazione del
rischio di danno all’ambiente e della gestione delle emergenze ambientali. I corsi,
teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 4 h/y, e comprendere un
esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività di manutenzione
a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore di formazione
può essere ridotto del 50%.
187 A.6 EMISSIONI IN A.6.1. Adeguata progettazione dei sistemi di estrazione, convogliamento, trattamento ed Sistemi di Verifica BASE
ATMOSFERA emissione (nuovi e preesistenti). Progettazione e dimensionamento degli impianti estrazione: documentale
devono essere correlate a portata di aria da depurare, concentrazione e chimismo progettazione e
delle sostante da trattare, caratteristiche dei punti di emissione e dei locali, dimensionamento
caratteristiche meteoclimatiche ed urbanistiche, in accordo alle migliori norme adeguata e
tecniche applicabili ed alle specifiche autorizzazioni conforme: SI/NO -
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
bile
Sistemi di
Convogliamento:
progettazione e
dimensionamento
adeguata e
conforme: SI/NO -
Sistemi di
Trattamento:
progettazione e
dimensionamento
adeguata e
conforme: SI/NO
188 A.6 EMISSIONI IN A.6.2. Deve essere rilasciata una certificazione di collaudo (impianti nuovi e Collaudo presente: Verifica BASE
ATMOSFERA preesistenti). Deve essere rilasciata una certificazione di collaudo dei sistemi di SI/NO documentale
estrazione, trattamento ed emissione, inclusi camini, prima della messa in
esercizio ed in accordo alle migliori norme tecniche applicabili.
189 A.6 EMISSIONI IN A.6.3. Realizzazione di idonei Punti di campionamento. I punti di misura devono essere Dichiarazione Verifica BASE
ATMOSFERA conformi a quanto previsto da autorizzazioni e norme tecniche applicabili, ed in presente: SI/NO documentale
particolare:
- essere chiaramente identificati e etichettati in modo univoco con scritta indelebile
in prossimità del punto di prelievo;
- essere posizionati in corrispondenza di piattaforme di lavoro accessibili e sicure
che consentano adeguati spazi di lavoro per la persona, l’attrezzatura e
l’eventuale manipolazione del campione;
- permettere l’accesso delle sonde di campionamento nelle varie posizioni
previste dalla tipologia di campionamento;
- consentire il campionamento e l’esecuzione di misure in una sezione
rappresentativa del camino;
- consentire condizioni di omogeneità di flusso e concentrazioni.
190 A.6 EMISSIONI IN A.6.4. Mappatura aree di estrazione e punti di emissione (impianti nuovi e preesistenti). Planimetria Verifica BASE
ATMOSFERA Deve essere realizzata una planimetria indicante l’ubicazione e le caratteristiche presente: SI/NO documentale
delle aree sottoposte ad estrazione vapori e l’ubicazione dei punti di emissione.
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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191 A.6 EMISSIONI IN A.6.5. Il soggetto a cui viene affidata l’installazione degli impianti deve avere attiva una Polizza presente ed Verifica AVANZATO
ATMOSFERA polizza assicurativa sui danni all’ambiente. La polizza dovrebbe prevedere: adeguata: SI/NO documentale
- la copertura di tutte le spese e dei danni a terzi per gli interventi che
l’organizzazione deve sostenere in caso di Danno all’Ambiente o sua minaccia
imminente, come previsti dal D.Lgs.152/06 ; tale copertura deve valere anche in
caso di Danno all’ambiente non causato da inquinamento come il deterioramento
diretto di specie e habitat e acque;
- un massimale adeguato all’entità dei possibili danni originati dall’attività eseguita
in sito, con un minimo di 1 milione sinistro/annuo da aumentare opportunamente
e.g. quando la polizza copra una pluralità di siti.
La copertura non deve essere limitata alla sola rottura di impianti e/o tubazioni né
ai soli danni a terzi a seguito di Inquinamento.
192 A.6 EMISSIONI IN A.6.6. Monitoraggio annuale efficienza dei sistemi di estrazione e qualità aria ambiente Monitoraggio Verifica MEDIO
ATMOSFERA interna. Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare il controllo periodico eseguito documentale
dell’efficienza dei sistemi di estrazione di polveri e vapori pericolosi per la salute annualmente: SI/NO
umana effettuando campionamenti in aria ambiente nei luoghi di lavoro in cui
queste sostanze si possono liberare. Il confronto va eseguito con riferimento ai
valori ammessi dall’analisi di rischio per un soggetto adulto con permanenza
nell’ambiente pari a quella massima teorica prevista dai turni e programmi di
lavoro.
Sono esclusi dal confronto i valori relativi a locali nei quali l’accesso è consentito
solo con mezzi di protezione delle vie respiratorie.
193 A.6 EMISSIONI IN A.6.7. Monitoraggio quadrimestrale efficienza dei sistemi di estrazione e qualità aria Monitoraggio Verifica AVANZATO
ATMOSFERA ambiente interna. Il Soggetto Gestore dovrebbe effettuare il controllo periodico eseguito documentale
dell’efficienza dei sistemi di estrazione di polveri e vapori pericolosi per la salute quadrimestralmente
umana effettuando campionamenti in aria ambiente nei luoghi di lavoro in cui : SI/NO
queste sostanze si possono liberare. Il confronto va eseguito con riferimento ai
valori ammessi dall’analisi di rischio per un soggetto adulto con permanenza
nell’ambiente pari a quella massima teorica prevista dai turni e programmi di
lavoro.
Sono esclusi dal confronto i valori relativi a locali nei quali l’accesso è consentito
solo con mezzi di protezione delle vie respiratorie.
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Flag se N AREA DI COMPETENZA PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO CRITERIO DI MODALITA' CLASSIFI- NOTE E
applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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194 A.6 EMISSIONI IN A.6.8. Monitoraggio semestrale efficienza sistemi di trattamento emissioni - Salvo criteri Monitoraggio Verifica MEDIO
ATMOSFERA più stringenti stabiliti da autorizzazione e/o norme cogenti. Il Soggetto Gestore semestrale eseguito documentale
dovrebbe effettuare il monitoraggio periodico delle emissioni convogliate, sulla e adeguato: SI/NO
base delle norme tecniche applicabili, delle migliori tecniche disponibili (BAT) e
dei requisiti dell’autorizzazione, documentando i metodi di campionamento e di
analisi, i criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati ai valori limite
e la periodicità dei controlli, il minimo tecnico per gli impianti soggetti a tale
condizione e le portate di progetto tali da consentire che le emissioni siano diluite
solo nella misura inevitabile dal punto di vista tecnologico e dell'esercizio.
Nel caso di analisi in continuo (valide per la certificazione livello medio ed
avanzato), le stesse dovranno essere eseguite sulla base di sistemi e protocolli
conformi a UNI 14181 e norme tecniche applicabili.
Tutta la documentazione dovrà essere archiviata in modo completo ed idoneo su
apposito registro.
Il controllo deve essere fatto da laboratorio e prove accreditati ISO 17025.
195 A.6 EMISSIONI IN A.6.9. Monitoraggio mensile efficienza sistemi di trattamento emissioni. Il Soggetto Monitoraggio Verifica AVANZATO
ATMOSFERA Gestore deve effettuare il monitoraggio periodico delle emissioni convogliate, sulla mensile eseguito: documentale
base delle norme tecniche applicabili, delle migliori tecniche disponibili (BAT) e SI/NO
dei requisiti dell’autorizzazione, documentando i metodi di campionamento e di
analisi, i criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati ai valori limite
e la periodicità dei controlli, il minimo tecnico per gli impianti soggetti a tale
condizione e le portate di progetto tali da consentire che le emissioni siano diluite
solo nella misura inevitabile dal punto di vista tecnologico e dell'esercizio.
Nel caso di analisi in continuo (valide per la certificazione livello medio ed
avanzato), le stesse dovranno essere eseguite sulla base di sistemi e protocolli
conformi a UNI 14181 e norme tecniche applicabili.
Tutta la documentazione dovrà essere archiviata in modo completo ed idoneo su
apposito registro.
Il controllo deve essere fatto da laboratorio e prove accreditati ISO 17025.
196 A.6 EMISSIONI IN A.6.10. Calibrazione e taratura apparecchi di misura e controllo emissioni, sensori e Calibrazione e Verifica BASE
ATMOSFERA allarmi. Il Soggetto Gestore deve effettuare e documentare la calibrazione e taratura effettuate documentale
taratura delle apparecchiature di misura e controllo emissioni, sensori e allarmi ed adeguate: SI/NO
con la frequenza e modalità indicate dal costruttore nel libretto d’uso/
manutenzione.
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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197 A.6 EMISSIONI IN A.6.11. Monitoraggio biennale delle emissioni diffuse pulverulente. Nel caso di Monitoraggi Verifica MEDIO
ATMOSFERA produzione, utilizzo e/o stoccaggio di sostanze pulverulente e/o particellari effettuati ed documentale
pericolose (es. metalli pesanti, fitofarmaci, diossine ecc) in quantità superiore a adeguati: SI/NO
1000 kg/anno, il Soggetto Gestore dovrebbe provvedere al campionamento e
monitoraggio con frequenza biennale nella zona sottovento a detti stoccaggi
rispetto ai venti prevalenti in accordo alle migliori norme tecniche, salvo maggior
frequenza imposta da norme ed autorizzazioni vigenti.
Il campionamento deve essere eseguito sui primi 10 cm di terreno ed andrà
confrontato con idoneo campione di bianco e con le CSC di riferimento per uso
residenziale del suolo per i soli parametri relativi alle sostanze stoccate.
198 A.6 EMISSIONI IN A.6.12. Monitoraggio semestrale emissioni diffuse pulverulente. Nel caso di produzione, Monitoraggi Verifica AVANZATO
ATMOSFERA utilizzo e/o stoccaggio di sostanze pulverulente e/o particellari pericolose (es. effettuati ed documentale
metalli pesanti, fitofarmaci, diossine ecc) in quantità superiore a 1000 kg/anno, il adeguati: SI/NO
Soggetto Gestore dovrebbe provvedere al campionamento e monitoraggio con
frequenza semestrale nella zona sottovento a detti stoccaggi rispetto ai venti
prevalenti in accordo alle migliori norme tecniche.
Il campionamento deve essere eseguito sui primi 10 cm di terreno ed andrà
confrontato con idoneo campione di bianco e con le CSC di riferimento per uso
residenziale del suolo per i soli parametri relativi alle sostanze stoccate.
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Flag se N AREA DI COMPETENZA PUNTO REQUISITO PREVISTO DAL DOCUMENTO CRITERIO DI MODALITA' CLASSIFI- NOTE E
applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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199 A.6 EMISSIONI IN A.6.13. Monitoraggio biennale emissioni diffuse gassose. Il Soggetto Gestore, nel caso di Relazione biennale Verifica MEDIO
ATMOSFERA utilizzo e/o stoccaggio di sostanze organiche volatili pericolose per la saluta presente e documentale
umana e/o per l’ambiente in quantitativo superiore a 1000 kg/anno, dovrebbe completa: SI/NO
provvedere alla misura delle perdite dalle apparecchiature di processo (quali
valvole, flange e altre connessioni, limitatori di pressione, sistemi di drenaggio,
valvole di carico, guarnizioni e sistemi di tenuta di pompe e compressori, agitatori
e passi-d’uomo) mediante l’adozione di idonea norma tecnica . Nel caso in cui le
potenziali sorgenti siano di dimensioni tali da non permettere l’adozione di tali
tecniche, andranno utilizzati dispositivi a lungo cammino ottico con tecnologie
idonee.
Tale misura va riportata in apposito documento indicante la metodologia adottata
ed i risultati ottenuti ed effettuata con frequenza biennale.
200 A.6 EMISSIONI IN A.6.14. Monitoraggio semestrale emissioni diffuse gassose. Il Soggetto Gestore, nel caso Relazione Verifica AVANZATO
ATMOSFERA di utilizzo e/o stoccaggio di sostanze organiche volatili pericolose per la saluta semestrale presente documentale
umana e/o per l’ambiente in quantitativo superiore a 1000 kg/anno, dovrebbe e completa: SI/NO
provvedere alla misura delle perdite dalle apparecchiature di processo (quali
valvole, flange e altre connessioni, limitatori di pressione, sistemi di drenaggio,
valvole di carico, guarnizioni e sistemi di tenuta di pompe e compressori, agitatori
e passi-d’uomo) mediante l’adozione di idonea norma tecnica. Nel caso in cui le
potenziali sorgenti siano di dimensioni tali da non permettere l’adozione di tali
tecniche, andranno utilizzati dispositivi a lungo cammino ottico con tecnologie
idonee.
Tale misura va riportata in apposito documento indicante la metodologia adottata
ed i risultati ottenuti, ed effettuata con frequenza semestrale per il livello medio ed
avanzato.
201 A.6 EMISSIONI IN A.6.15. Modello dispersione e Analisi del rischio emissioni diffuse gassose per valori Modello ed analisi Verifica AVANZATO
ATMOSFERA >25% emissioni autorizzate. Nel caso in cui l’esito complessivo del monitoraggio del rischio presenti documentale
delle emissioni diffuse di cui ai requisiti precedenti superi il 25% della somma e completi: SI/NO
delle emissioni autorizzate, dovrebbe essere effettuato un modello di dispersione
degli inquinanti in atmosfera, anche semplificato, ed un’analisi di rischio per
valutare l’effetto di tali dispersioni su un ipotetico recettore umano al confine di
valle del sito lungo la direzione dei venti prevalenti.
L’analisi del rischio deve essere ripetuta qualora il livello di emissione diffusa
rilevato sia superiore a quello da esso contemplato.
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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202 A.6 EMISSIONI IN A.6.16. Installazione allarme per possibile malfunzionamento sistemi trattamento (nuovi e Presenza e corretta Sopralluogo BASE
ATMOSFERA preesistenti). Nel caso di misure alle emissioni eseguite automaticamente deve impostazione
essere presente un sistema di allarme che segnali il superamento delle soglie di allarme: SI/NO
accettabilità.
I valori di soglia di allarme devono essere impostati al 70% del valore limite di
emissione, a meno che l’incertezza di misura non giustifichi valori soglia di allarme
superiori.
203 A.6 EMISSIONI IN A.6.17. Predisporre un Piano di Manutenzione e controllo ed effettuare le attività di Piano presente ed Verifica BASE
ATMOSFERA manutenzione dei sistemi di convogliamento, trattamento ed emissione. Deve adeguato: SI/NO - documentale
essere predisposto un Piano di manutenzione di tutte le apparecchiature e Controlli effettuati
macchinari legati ai sistemi di estrazione, convogliamento, trattamento ed ed adeguati: SI/NO
emissione, nonché ai macchinari ed impianti che possono causare emissioni
durante il loro funzionamento e/o per un malfunzionamento, sulla base delle
istruzioni del produttore/Installatore e delle migliori norme tecniche e degli
eventuali requisiti dell’autorizzazione. Il Piano di manutenzione deve individuare
tempistica e tipologia dei controlli ed interventi, modalità di intervento,
responsabilità, e deve includere anche:
- i sistemi di prevenzione e mitigazione delle emissioni diffuse;
- il controllo del corretto funzionamento e calibrazione dei sensori ed allarmi.
Il Soggetto Gestore deve effettuare la regolare manutenzione e verifica di
strumentazione, apparecchiature ed impianti in accordo al Piano di manutenzione.
Tutti gli interventi ed i controlli effettuati dovranno essere archiviati in modo
completo ed idoneo su apposito registro.
204 A.6 EMISSIONI IN A.6.18. Assicurare una adeguata formazione e addestramento dei lavoratori addetti. Il Formazione erogata Verifica BASE
ATMOSFERA Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento del ed adeguata: SI/NO documentale
Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti mediante corsi
effettuati da soggetti di comprovata esperienza ed incentrati sul corretto uso e
manutenzione degli impianti ed attrezzature, con attenzione sulle modalità di
prevenzione e mitigazione del rischio di danno all’ambiente e della gestione delle
emergenze ambientali.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 8 h/y, e
comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività
di manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore
di formazione può essere ridotto del 50%.
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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205 A.6 EMISSIONI IN A.6.19. Predisposizione di un piano per disinstallare attrezzatura. Il Soggetto Gestore Procedura presente Verifica MEDIO
ATMOSFERA dovrebbe disporre di una procedura di prevenzione dell’inquinamento in fase di ed adeguata: SI/NO documentale
dismissione, in conformità agli eventuali requisiti dell’atto autorizzativo inerenti il
fine vita dell’impianto.
206 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.1. Adeguata progettazione dei nuovi sistemi di trattamento. Gli impianti di Progettazione Verifica BASE
INDUSTRIALI trattamento devono progettati in conformità alle migliori norme tecniche applicabili, presente e documentale
alle migliori tecniche disponibili (BAT) e agli eventuali requisiti dell’autorizzazione conforme: SI/NO
allo scarico, al fine di garantire il rispetto dei parametri allo scarico tenuto conto di
portata media e massima, concentrazione media e massima degli inquinanti,
adeguato margine di sicurezza e della tipologia di ricettore.
207 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.2. Adeguato collaudo dei nuovi sistemi di trattamento. Gli impianti di trattamento Collaudo presente e Verifica BASE
INDUSTRIALI devono collaudati in conformità alle migliori norme tecniche applicabili, alle migliori conforme: SI/NO documentale
tecniche disponibili (BAT) e agli eventuali requisiti dell’autorizzazione allo scarico,
al fine di garantire il rispetto dei parametri allo scarico tenuto conto di portata
media e massima, concentrazione media e massima degli inquinanti, adeguato
margine di sicurezza e della tipologia di ricettore.
208 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.3. Verifica e Manutenzione Vasche di trattamento e tubazioni (impianti nuovi e v. sezione A.2 Verifica BASE
INDUSTRIALI preesistenti. Le eventuali vasche, serbatoi e condutture interrate e fuori terra documentale
devono essere installate, verificate e manutenute in accordo ai relativi requisiti
nelle precedenti sezioni.
209 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.4. Pozzetti di ispezione a tenuta stagna a monte dei pozzi/linee di infiltrazione nel Pozzetti di Sopralluogo MEDIO
INDUSTRIALI terreno delle acque meteoriche (nuove e preesistenti). Gli eventuali pozzetti di ispezione presenti
ispezione lungo le linee di collettamento delle acque meteoriche e/o in ed adeguati: SI/NO
corrispondenza delle linee/pozzi di infiltrazione dovrebbero essere
adeguatamente protetti dall’infiltrazione di acque superficiali meteoriche e/o di
scorrimento, ove questa sia possibile, mediante chiusini a tenuta stagna. La
tenuta delle guarnizioni deve essere costantemente mantenuta in buone
condizioni.
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210 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.5. Pozzetto di campionamento delle linee di infiltrazione nel terreno delle acque Pozzetto di Sopralluogo MEDIO
INDUSTRIALI meteoriche (nuove e preesistenti). A monte dei pozzi/linee disperdenti nel campionamento
sottosuolo deve essere installato un pozzetto fiscale di ispezione che consenta il presente ed
campionamento delle acque di infiltrazione, subito prima dell’infiltrazione stessa; adeguato: SI/NO
tale pozzetto deve essere realizzato in accordo alle migliori norme tecniche
applicabili.
211 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.6. L’impianto di trattamento acque reflue deve comunicare un allarme in caso di Allarme presente ed Sopralluogo BASE
INDUSTRIALI blocco-anomalia (impianti nuovi e preesistenti). Deve essere presente un sistema adeguato: SI/NO
di allarme in tempo reale che allerti la squadra di emergenza nel caso di
malfunzionamenti dell’impianto che possano causare un valore in uscita fuori
norma.
212 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.7. Presenza di un sistema di monitoraggio ed allarme in continuo delle acque trattate Sistema di Verifica AVANZATO
INDUSTRIALI (impianti nuovi e preesistenti). Dovrebbe essere presente un sistema di analisi in monitoraggio documentale
continuo delle acque trattate in tempo reale e di allarme per parametri fuori presente ed
norma. Tale requisito è per i livelli Medio ed Alto di certificazione. adeguato: SI/NO -
Allarme presente ed
adeguato: SI/NO
213 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.8. Presenza di sistema di blocco di sicurezza in caso di black-out (impianti nuovi e Blocco di sicurezza Sopralluogo MEDIO
INDUSTRIALI preesistenti). L’impianto di trattamento acque dovrebbe presentare un sistema di presente ed
sicurezza che consenta di evitare la fuoriuscita di liquidi con valori fuori norma in adeguato: SI/NO
caso di interruzione elettrica.
214 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.9. Alimentazione di back-up per allarmi in caso di black-out (impianti nuovi e Sistema di Sopralluogo BASE
INDUSTRIALI preesistenti). I sistemi di allarme (trattamento acque reflue, monitoraggio acque alimentazione di
trattate) devono avere un sistema di alimentazione di back-up che gli consenta back-up presente:
comunque di inviare gli allarmi al personale di reperibilità, anche in caso di SI/NO
interruzione dell’energia elettrica.
© UNI 196
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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215 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.10. Blocco manuale dello scarico (impianti nuovi e preesistenti). In corrispondenza Blocco presente: Sopralluogo MEDIO
INDUSTRIALI dello scarico dovrebbe essere presente un dispositivo di sicurezza che consenta SI/NO
l'arresto del flusso del liquido allo scarico in caso di malfunzionamenti o cali di
efficienza e/o valori fuori norma.
216 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.11. Blocco automatico dello scarico (impianti nuovi e preesistenti). In corrispondenza Blocco presente: Sopralluogo AVANZATO
INDUSTRIALI dello scarico dovrebbe essere presente un dispositivo di sicurezza che consenta SI/NO
l'arresto del flusso del liquido allo scarico in caso di malfunzionamenti o cali di
efficienza e/o valori fuori norma.
Il sistema deve essere automatico per i livelli Medio ed Avanzato.
217 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.12. Autocontrollo analitico annuale sugli scarichi reflui industriali. Salvo maggior Controllo annuale Verifica BASE
INDUSTRIALI frequenza e parametri aggiuntivi previsti nell’autorizzazione allo scarico, devono eseguito e documentale
essere eseguite analisi annuali sulle acque di scarico reflue per i parametri documentato: SI/NO
potenzialmente presenti nelle acque reflue, a cura di laboratorio e prove
accreditati ISO 17025.
Tale controllo deve prevedere con la stessa frequenza anche i principali parametri
non prescritti in autorizzazione ma potenzialmente presenti nel refluo in funzione
della provenienza delle acque da trattare e delle sostanze chimiche utilizzate,
stoccate e/o generate in sito. Ove alcuni di tali composti possano essere utilizzati
come indicatore dell’efficienza dei processi di abbattimento, potranno essere
analizzati soltanto detti parametri, sulla base di idonea relazione tecnica da parte
di professionista/società specializzata che valuti anche il tasso di efficienza
indirettamente applicabile per i parametri non analizzati.
Le analisi devono essere relative a campioni rappresentativi, in accordo alle
migliori tecniche applicabili.
Nel caso in cui la normativa non preveda limiti di riferimento per i parametri
presenti nelle acque di trattamento, gli stessi andranno confrontati con quelli
reperibili in letteratura.
Le analisi andranno raccolte in appositi registri ai quali devono essere allegati i
certificati analitici emessi.
A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.13. Autocontrollo analitico annuale sulle acque inviate ad infiltrazione. Dovrebbe Controllo annuale Verifica MEDIO
218
INDUSTRIALI essere eseguito con frequenza annuale, salvo maggior frequenza prevista in eseguito e documentale
autorizzazione, il campionamento delle acque inviate ad infiltrazione dall’apposito documentato: SI/NO
pozzetto ed analisi per le principali sostanze depositate, utilizzate e/o prodotte-
generate in sito, da laboratorio e prove accreditati ISO 17025. Tutta la
documentazione dovrà essere archiviata in modo completo ed idoneo su apposito
registro.
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219 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.14. Predisporre un Piano di Manutenzione ed effettuare le attività di manutenzione. Manutenzioni Verifica BASE
INDUSTRIALI Deve essere predisposto un Piano di manutenzione di tutte le apparecchiature, effettuate ed documentale
macchinari, valvole, sensori ed allarmi sulla base delle istruzioni del adeguate: SI/NO
produttore/Installatore e delle migliori norme tecniche nonché degli eventuali
requisiti dell’autorizzazione. Il Piano di manutenzione deve individuare tempistica
e tipologia dei controlli ed interventi, modalità di intervento, responsabilità.
I controlli devono essere effettuati con le tempistiche e modalità previste ed
essere opportunamente registrati.
220 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.15. Verifica di corretto funzionamento, taratura e calibrazione. Il Soggetto Gestore Verifica corretto Verifica BASE
INDUSTRIALI deve predisporre un programma di verifica di corretto funzionamento, taratura e funzionamento e documentale
calibrazione di strumentazione, apparecchiature ed impianti, incluse valvole, calibrazione
sensori ed allarmi, sulla base delle indicazioni fornite dal costruttore e delle eseguita e
migliori norme tecniche. Deve inoltre effettuare e registrare gli interventi ed i documentata: SI/NO
controlli effettuati in modo completo ed idoneo su apposito registro.
221 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.16. Assicurare una adeguata formazione e addestramento dei lavoratori addetti. Il Formazione erogata Verifica BASE
INDUSTRIALI Soggetto Gestore deve assicurare una adeguata formazione e addestramento del ed adeguata: SI/NO documentale
Personale addetto all’esercizio e manutenzione degli impianti trattamento acque
mediante corsi effettuati da soggetti di comprovata esperienza ed incentrati sul
corretto uso e manutenzione degli impianti ed attrezzature, con attenzione sulle
modalità di prevenzione e mitigazione del rischio di danno all’ambiente e della
gestione delle emergenze ambientali.
I corsi, teorici o teorico-pratici, devono avere durata minima di 8 h/y, e
comprendere un esame dell’apprendimento. Nel caso di affidamento delle attività
di manutenzione a personale esterno adeguatamente qualificato, il numero di ore
di formazione può essere ridotto del 50%.
222 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.17. Predisposizione di un piano per la disinstallazione. Il Soggetto Gestore dovrebbe Documentazione Verifica AVANZATO
INDUSTRIALI disporre di una procedura di prevenzione dell’inquinamento in fase di dismissione presente ed documentale
in conformità agli eventuali requisiti dell’atto autorizzativo inerenti il fine vita adeguata: SI/NO
dell’impianto; tale procedura deve prevedere anche il prelievo di campioni di
terreno.
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applica- /SCENARIO VERIFICA VERIFICA CAZIONE COMMENTI
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223 A.7 EMISSIONE REFLUI A.7.18. Disinstallazione impianti. Il Soggetto Gestore dovrebbe attuare l’apposita Documentazione Verifica AVANZATO
INDUSTRIALI procedura di prevenzione dell’inquinamento in fase di dismissione in conformità presente ed documentale
agli eventuali requisiti dell’atto autorizzativo inerenti il fine vita dell’impianto. adeguata: SI/NO
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APPENDICE E
PREMESSA - - PREMESSA
INTRODUZIONE - - INTRODUZIONE
PRINCIPI - 1 PRINCIPI
RIFERIMENTI
2 3 RIFERIMENTI NORMATIVI
NORMATIVI
TERMINI E
3 4 TERMINI E DEFINIZIONI
DEFINIZIONI
CONTESTO
CONTESTO
DELL’ORGANIZZA 4 5
DELL’ORGANIZZAZIONE
ZIONE
Comprendere il
Comprendere il Soggetto
Soggetto Gestore 4.1 5.1
Gestore ed il suo contesto
ed il suo contesto
Comprendere le
esigenze e le
4.2 -
aspettative delle
parti interessate
Determinare il
campo di
Determinare il campo di
applicazione del 4.3 5.3
applicazione del sistema
sistema di gestione
ambientale
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LEADERSHIP 5 6 LEADERSHIP
Leadership e
5.1 -
impegno
Ruoli e
responsabilità e Ruoli e responsabilità e
5.3 6.1
autorità autorità nell’Organizzazione
nell’Organizzazione
PIANIFICAZIONE 6 7 PIANIFICAZIONE
Obiettivi ambientali
e pianificazione per Obiettivi e programmi per il
6.2 7.3
il loro loro raggiungimento
raggiungimento
SUPPORTO 7 8 SUPPORTO
Consapevolezza
7.3 - -
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Informazioni
7.5 8.4 Informazioni documentate
documentate
ATTIVITA’
8 9 ATTIVITA’ OPERATIVE
OPERATIVE
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE DELLE
DELLE 9 10
PRESTAZIONI
PRESTAZIONI
Monitoraggio
Monitoraggio misurazione
misurazione analisi 9.1 10.1
analisi e valutazione
e valutazione
Riesame della
9.3 10.3 Riesame della Direzione
Direzione
MIGLIORAMENTO 10 11 MIGLIORAMENTO
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Generalità 10.1 -
Miglioramento
10.3 - -
continuo
APPENDICI
NORMATIVE
APPENDICI
INFORMATIVE
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BIBLIOGRAFIA
[1] CEI UNI EN IEC 31010:2019 Gestione del rischio - Tecniche di valutazione del rischio
[2] UNI 10617:2019 Stabilimenti a rischio di incidente rilevante - Sistemi di gestione della sicurezza
- Requisiti essenziali
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