Sentenza n. 817/2019 pubbl.
il 20/09/2019
RG n. 608/2018
Firmato Da: PELOSI FABRIZIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 696f747b5ec4798c6ec4c98283bedee8 - Firmato Da: VITIELLO CARMELA Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 108f66ddf5dcc33a93c26bfcdc2fdac7
Repert. n. 1221/2019 del 20/09/2019
608/18
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE DI SAVONA
In persona del giudice unico dott. Fabrizio Pelosi
ha pronunciato la seguente
sentenza
nella causa tra:
Antonino Cona, rappresentato dall'avv.to Stefano Mazza per delega in
calce alla citazione.
ATTORE OPPONENTE
CONTRO
B.R.M. srl in persona del legale rappresentante pro tempore, difeso
dall’avv. Amedeo caratti per procura a margine del ricorso
CONVENUTO OPPOSTO
CONCLUSIONI
Per parte attrice: “Piaccia al Tribunale Ill. mo
ogni contraria is tanza, deduzione ed eccezione disattesa,
previe le pronunce più opportune,
NEL MERITO:
IN VIA PRINCIPALE , revocare e/o annullare e/o dichiarare nullo ed
illeg ittimo con ogni mig lior f or mula, in ogni sua parte, il decreto ing iuntiv o
numero 1338/2017 del 20 dice mbre 2017 – R.G. n. 3502/2017 emesso dal
Tribunale di Savo na, in persona del Giudice, dott. Luig i Acquarone, q ui
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opposto in quan to inammiss ibile, improponibile, improcedibile nonché de l
tu tto inf ondato in f atto ed in diritto per tu tti motivi di cui alla narrativ a
dell’atto di o ppos izione a decre to ing iuntivo e quivi in tegralmen te richiamati
e, in ogni caso, respingere ogni pretesa e/o domanda a qualunque tito lo
avanzata ex adverso in quanto inammissibile e, in ogni caso, inf ondata in
f atto e in diritto ;
IN VIA RICONVENZIONALE, accer tare e dichiarare il grave inadempimento
di B. R.M. S.r.l. co n conseguente risoluzione del contratto e, per l’eff etto,
revocare e/o annullare e/o dichiarar e nullo ed illeg ittimo con ogni mig lior
f ormula, in ogni sua par te, l’opposto decreto ing iuntivo numero 1338/2017
del 20 dicembre 2017 – R.G. n. 3502/2017 emesso dal T ribunale di Savona,
in persona de l Giudice, do tt. Luig i Acquarone e, in ogni caso, respin gere ogni
pretesa e/o do manda a qualunque titolo avanzata ex adverso in quan to
inammissibile e, in ogni caso, inf ondata in f atto e in diritto;
IN VIA SUBORDINATA , e con espressa riserva di gravame, nella denegata e
non creduta ipo te s i in cui codesto l’ Ill . mo Tribunale dovesse ritenere
inf ondata la do manda principale sopra svolta, disporre la riduzione del
prezzo e/o dis porre che i v izi e i dif etti siano eliminati a spese di B.R.M
S.r.l. e/o co me meglio v is to e ritenuto per il con tratto di cui è causa;
SEMPRE E COMUNQUE IN VIA RICONVENZIONALE parimen ti per le rag ioni
tu tte espos te ne lla parte mo tiva del presente atto, dichiarare tenu ta e
condannare la B.R. M. S.r.l. in persona del leg ale rappresentante pro - tempore
al risarcimen to di tutti i danni, nessuno es cluso, patiti e patiendi dal sig nor
Cona An tonino, oltre in teressi maturati e maturandi e rivalutazio ne
monetaria, in rag ione degli inadempimenti con trattuali e/o dei vizi/dif etti
delle cose, nonché per la v io lazione da tale ditta perpetrata del canone di
buona f ede e per le conseguenze che ne sono derivate e meg lio esposte in
narrativa, danni tutti da liquidarsi, occorrendo, anche in via equitativa, e
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comunque in misura non superiore ad € 26.000,00;
IN OGNI CASO
con la vittoria in teg rale de i co mpensi e d elle spese tutti del presente g iudizio
e del procedimen to monitorio, anche peritali di parte e d’uff icio, oltre spese
generali, oneri prev idenziali e f iscali di legge;
con condanna di B.R.M. S.r.l. al risarcimento dai danni a f avore del
Signor CONA Antonino per temerarietà della lite ai sensi dell’art. 96, 1°
e 3° comma c.p.c., secondo l’importo meglio ritenuto dal Giudice e
liquidato ove del caso in via equitativa.
Per parte convenuta: “ Voglia l’ Ill. mo Giudice del Tribunale Civile di Savo na
SV, ogni con tr aria do manda e/o eccezione respinta, così g iudicare:
- IN V IA PREL IM INARE:
concedere la provv isoria esecu torietà del decreto ing iun tivo oppos to n.
1338/2017 de l 20/12/2017, R.G. 3502/2017, non essendo l’opposizione
f ondata su prov a s critta, né di pron t a soluzione.
- NEL MER ITO:
respin ta ogni av versaria do manda ed eccezione, in quanto inammissibile
e/o improcedibile per intervenu ta decadenza della denuncia dei vizi ed, in
subordine, s tan te la f ondatezza d’esse, nonché la richiesta di risarcimen to
dei danni.
conf ermare il decre to ing iun tivo oggetto di causa, n. 1338/2017, R.G.
3502/2017, e messo in data 20.12.2017 dall’intes tato Tribunale di Savona in
ogni sua par te.
- IN V IA SUBORD INATA:
nella deneg ata e non creduta e inverosimile ipotesi in cui il decre to non
f osse conf ermato:
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a) accertare e dichiarare che il credito di parte oppos ta nei conf ronti di parte
opponente, per le rag ioni ogge tto di causa meglio specif icate negli atti, è pari
ad € 5.124,00 e/o della magg iore o minore somma emergenda in corso di
causa, oltre ag li interess i dal g iorno del dovuto al saldo ef f ettivo ed in
conseguenza:
b) condannare il Sig. Cona An tonio, al pag amen to in f avore della B.R.M. s.r.l.
della sudde tta so mma, ovvero della diversa magg ior e o minore so ma
emergenda in corso di caus a, da liquidarsi all’occorrenza anche in v ia
equitativa, magg iorata di in teressi e rivalu tazione monetaria.
- IN OGNI CASO:
vin te tutte le spese del presen te g iudizio, sia relative alla f ase monitoria
che di me rito, I.V.A. e C.P.A. co mprese”.
MOTIVI
Antonino Cona incaricò la B.R.M. di sostituire gli infissi in legno della
propria abitazione.
Le parti si accordarono, quindi, per l’acquisto di infissi in metallo al
prezzo di euro 4.530,00 oltre Iva, come da prev entivo sub doc. 3 di
parte opponente.
Tale importo non è stato pagato.
B.R.M. ha chiesto ed ottenuto il decreto ingiuntivo 1338/17, con il
quale ha intimato all’opponente di pagare la somma di euro 5.124,00,
pari al prezzo per l’acquisto di cui sopra.
Il sig. Cona ha proposto opposizione, evidenziando:
che gli infissi consegnati non erano stati posati a regola d’arte, tanto
che non era possibile procedere alla chiusura delle serrande;
che non era stata consegnata l’apertura a ribalta della porta finestra
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e neppure la zanzariera;
che, inoltre, un vetro consegnato si era da subito rotto.
Per queste ragioni ha chiesto:
di dichiarare l’incompetenza per valore del Tribunale, dal momento
che, per effetto di un errore compiuto da parte opposta nel calcolo
dell’Iva, l’importo dovuto ai sensi del preventivo azionato era inferiore
ad euro 5.000,00;
di revocare il decreto ingiuntivo;
di risolvere il contratto di acquisto o, in subordine, di ridurre il
prezzo o condannare l’opponente ad eliminare i difetti riscontrati;
di condannare la controparte al risarcimento dei danni.
La B.R.M. si è costituita in giudizio, chiedendo di confermare il
decreto ingiuntivo opposto ed eccependo la decadenza dalla denuncia
dei vizi.
La causa è stata istruita a mezzo di ctu e poi mandata a precisazione
delle conclusioni.
Successivamente, la stessa è stata rimessa in istruttoria onde invitare
le parti a discutere in punto applicabilità codice del consumo.
All’esito, le parti hanno precisato le conclusioni come riportate in
epigrafe.
Preliminarmente, deve essere respinta l’eccezione di incompetenza per
valore proposta dall’opponente.
Ai sensi dell’art. 10 c.p.c., il valore della causa, ai fini della
determinazione della competenza, si determina dalla domanda
proposta.
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La determinazione della competenza deve essere f atta in base al
contenuto della domanda giudiziale, salvo che nei casi in cui la
prospettazione ivi contenuta appaia "prima f acie" artif iciosa e
f inalizzata soltanto a sottrarre la cognizione della causa al giud ice
predeterminato per legge (Cass. 11415/07)
Preliminarmente, si deve valutare se, nel caso di specie, è applicabile
la disciplina prevista per la vendita di beni di consumo.
La questione è stata sollevata d’ufficio.
Tuttavia, ad una miglior valutazione d egli atti, si deve escludere che
tale disciplina sia applicabile.
Infatti, se non c’è contestazione in ordine al fatto che sussistano i
presupposti soggettivi della normativa, essendo pacificamente
l’acquirente consumatore ed il venditore impresa, non altr ettanto può
dirsi per quanto riguarda il presupposto oggettivo, ovvero se l’oggetto
della vendita sono beni di consumo, circostanza messa in dubbio da
parte opposta.
Ai sensi dell’art. 128, co. 2 TU consumatori, bene di consumo è
“qualsiasi bene mobile”.
La nozione di beni mobili è contenuta nell’art. 812 c.c.
Beni mobili sono i beni diversi dagli immobili, definiti dai primi 2
commi della disposizione in esame. Sono beni immobili, in
particolare, tutti quelli che naturalmente o artificialmente sono uniti
al suolo.
La giurisprudenza ha evidenziato che tutto quanto è parte integrante
di un edificio è esso stesso immobile, per quanto in astratto
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asportabile. Così, ad es., la Cass. 22690/09 ha sostenuto che le
turbine installate in una centrale elettrica sono beni immobili in
quanto componente di quest’ultima, una volta che esse vengano
“incorporato” in un bene immobile, per quanto queste siano, in
astratto, beni mobili,
In sostanza, sono immobili quei beni che offrono utilità proprio in
relazione alla propria condizione di staticità.
Per queste ragioni, quindi, gli infissi, in quanto destinati ad essere
incorporati nell’abitazione e in quanto privi di utilità in sè e per sé
considerati, essendo la loro funzione correlata a quella complessiva
ed unitaria dell’a bitazione sono da considerare immobili.
Del resto, l’art. 812 c.c., nel definire i beni immobili, non dà rilievo al
fatto che questi siano scorporabili e che, una volta avvenuta la
scorporazione, il bene scorporato sia, o meno (e facilmente, o meno),
trasportabile o utilizzabile altrove.
Ciò comporta che, esclusa l’applicazione del TU consumatori, la
materia è disciplinata dal codice civile.
Parte convenuta ha eccepito la decadenza dalle azioni promosse, per
non essere stata fatta tempestiva denuncia.
Risulta decisivo capire se in materia si applica la disciplina sulla
vendita, quella sul contratto di opera o quella sull’appalto.
Infatti, se si applicano l’art. 1495 o l’art. 2226 c.c. la denuncia deve
essere fatta nel termine di 8 giorni dalla scoperta.
Se si applica la disciplina sull’appalto, invece, il termine è di 60 gg.,
ai sensi dell’art. 1668 c.c.
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Sappiamo che B.R.M. ha eseguito certamente una prestazione di dare,
a cui si sono associate prestazioni di misurazione, consulenza e
progettazione oltre ch e di posa in opera (citazione, pag. 2).
Non è stato chiarito chi ha, poi, prodotto materialmente gli infissi.
Non è, però, capire possibile, a fronte del silenzio serbato dalle parti
sul punto, quale sia il rilievo di tali prestazione nell’economia del
contratto.
Si deve, quindi, concludere che tali prestazioni sono accessorie
rispetto a quella principale di dare.
In ogni caso, la giurisprudenza ha affermato più volte che
l’esecuzione di prestazioni di fare non sono automaticamente
sintomatiche di un contra tto di appalto, in quanto “ai f ini della
distinzione tra contratto di appalto e contratto di vendita, allorché la
prestazione consista tanto in un dare quanto in un f are, occorre avere
riguardo alla volontà dei contraenti; per cui si ha appalto quando la
prestazione della materia costituisce un mezzo per la produzione
dell’opera ed il lavoro è lo scopo essenziale del negozio, mentre si ha
vendita quando la f ornitura riguarda manuf atti che rientrano nella
normale attività produttiva dell’imprenditore, anche se è necessario
apportare modif iche di f orma, misura e qualità espressamente richieste
dalla controparte, sicché ciò che discrimina è la prevalenza o meno del
lavoro sulla materia (Cass. S.U. 7073/92).
In particolare, si è in presenza di vendita se la cosa prodotta rientri
nell’ordinaria produzione del fornitore, anche in presenza di
variazioni o adattamenti richiesti dal cliente (sul punto, Cass.
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8445/00).
La Cassazione ha, poi, affermato: “Il contratto con cui un imprenditore
si obbliga a f ornire ad un al tro soggetto manuf atti che rientrano nella
propria normale attività produttiva, apportando ad essi le modif iche di
Forma, misura e qualità richieste specif icamente dalla controparte,
costituisce vendita di cosa f utura se dette modif iche non snaturano le
caratteristiche essenziali del prodotto, ma consistano in accorgimenti
marginali e secondari diretti ad adattarlo alle specif iche esigenze
dell'acquirente, mentre è da qualif icarsi contratto d'appalto allorché le
modif iche siano tali da dar luogo ad un prodo tto diverso, nella sua
essenza, da quello realizzato normalmente dal f ornitore e richiedente
altresì un cambiamento dei mezzi di produzione predisposti per la
lavorazione di serie. (nella specie, l'impugnata sentenza -conf ermata
dalla S.C.- aveva qualif icato come compravendita il contratto
concernente la fornitura di inf issi metallici, sul rilievo che essi
rientravano nella normale produzione di serie e che la loro
realizzazione, pur avendo essi le misure e le caratteristiche adatte alla
loro collocazione nello edif icio per il quale erano stati richiesti, non
aveva comportato alcuna modif ica nell'organizzazione produttiva ne' la
creazione di appositi stampi o altri accorgimenti particolari, ad
eccezione di una marginale modif ica adottata in Sede di montaggio per
ovviare ad una imperf ezione della base di appoggio delle f inestre)
(Cass. 3375/88).
Quand’anche, quindi, gli infissi furono realizzati da B.R.M., si
sarebbe egualmente in presenza di una compravendita o, al più, di un
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contratto misto appalto e vendit a, in cui la causa di quest’ultimo è
prevalente, con conseguente applicazione della disciplina prevista per
tale ultima tipologia contrattuale.
Il termine per la denuncia è, quindi, quello di cui all’art. 1495 c.c. di
8 giorni dalla scoperta dei vizi.
Non è contestato ex art. 115 c.p.c. che gli infissi furono consegnati in
data 24 e 25 ottobre 2016.
Con mail del 9 novembre del 2016, la B.R.M. evidenziò che il sig.
Cona aveva considerato il rapporto intercorso tra le parti
“insoddisfacente” (prod. 10 di p arte attrice).
Il 22 novembre 2016, il sig. Cona denunciò specificamente i vizi agli
infissi.
Si deve, quindi, capire quando vi fu la scoperta, come dies a quo per
la denuncia.
L’orientamento giurisprudenziale che richiede una perizia per poter
ritenere intervenuta la scoperta non può essere applicata al caso di
specie in quanto:
La tipologia dei vizi denunciati non può che far decorrere la
scoperta dalla consegna, dal momento che, sin da subito, parte
attrice avrebbe dovuto ac corgersi che gli infissi non erano
adeguati in quanto non si chiudevano bene e le stesse persiane
non si aprivano agevolmente.
Prima della perizia di parte, già in data 22 novembre 2016 parte
attrice potè denunciare i vizi (prod. 10 di parte attrice);
È lo stesso attore ad ammettere di aver scoperto i vizi in epoca
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immediatamente successiva alla consegna (cap. 2 della memoria
ex art. 183 n. 2 c.p.c.: “ 2) Vero che nei g iorni immediatamente
success iv i all’ins tallazione degli inf issi, avvenu ta verso la f ine del
mese di o ttobre 2016, il Signor Cona An tonino e i di Lui f amig liari
scopriv ano v izi e dif e tti di conf ormità dei prodotti sia progettuali, che
di asse mblagg io/cos truzione e di ins tallazione tra i quali:
incompatib ilità con le persiane preesisten ti (che non si possono più
chiudere), eccess iv i spazi tra i diversi elemen ti del serramento
(percepibili al tatto e visibili), presenza di sig illature este ticamen te
inacce ttabili (il s ilicone non è unif orme) errata installazione de lle
guarnizioni ne i ve tri (non u nif ormi), delle ante e delle serrature (co me
da f o tograf ie, prod. 4 atto di citazione in opposizione a decre to
ing iun tivo che s i rammos tra al tes te e prod. 13);
In ogni caso, l’onere della prova della tempestività dell’azione è a
carico dell’attore (Cass. 2394/94).
Non c’è prova del fatto che negli 8 giorni successivi alla consegna fu
fatta alcuna denuncia.
In particolare, sappiamo che, al 9 novembre 2016, con ogni
probabilità, parte attrice si era già lamentata dei vizi riscontrati
(tant’è che la convenut a parlò di “un rapporto giudicato da Lei
insoddisf acente”; prod. 9 di parte convenuta), ma non è possibile, per
ciò solo, ritenere rispettato il termine di 8 gg. posto dal codice civile.
Tale mail contiene sì una offerta di sconto, ma solo nell’ottica di
porre fine al rapporto di lavoro senza, quindi, alcun riconoscimento di
vizi.
Il capitolo di prova formulato da parte attrice (memoria ex art. 183 n.
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2 c.p.c.: “ 3) Vero che ne i g iorni immediatamente successivi all’installazio ne
degli inf issi, avvenuta verso la f ine del mese di ottobre 2016, il Signor Cona
Antonino e i di Lui f amig liari più volte con tattavano la B. R.M. S.r.l. per
denunciare i prede tti v izi tu tti di progettazione/assemblagg io/posa in opera
e rif initure deg li inf issi”) è generico e, quindi, ina mmissibile: sul punto,
Cass. 20682/05: “ In materia di prova per testimoni della tempestività
della denunzia dei vizi della cosa venduta, è esente da vizi logici ed
errori giuridici la valutazione del giudice di merito circa
l'inammissibilità, in quanto gen erico, di un capitolo di prova
testimoniale che indichi i tempi in cui la denuncia sia stata operata con
l'avverbio "immediatamente", atteso che trattasi di espressione recante,
anche in considerazione della brevità del termine di decadenza di otto
giorni dalla scoperta dei vizi, un elevato margine di relatività”.
Ne discende che le domande proposte da parte attrice devono essere
respinte.
La attuale formulazione degli artt. 91 e 92 c.p.c. non consente altra
soluzione che di condannare la parte soccombente alle spese di lite.
PQM
Respinge le domande attoree e conferma il decreto ingiuntivo
1338/17;
condanna Antonino Cona a rifondere a B.R.M. srl le spese di lite,
spese che liquida in euro 1.378,00 per compensi, oltre spese generali
al 15% e accessori di legg e.
pone le spese di ctu a carico di parte opponente;
Savona 19 settembre 2018 .