Unicorni e dove trovarli. Quali sono le startup che valgono un miliardo di dollari e 6 esempi di quelle più sostenibili
Articolo di Gloria Schiavi

Unicorni e dove trovarli. Quali sono le startup che valgono un miliardo di dollari e 6 esempi di quelle più sostenibili

Gli unicorni esistono, almeno tra le startup. Ecco cosa sono, perché sono così rari e quali sono le caratteristiche che li accomunano.

  • Gli unicorni sono molto rari ma esistono: sono startup con una valutazione da un miliardo di dollari.
  • Solo una percentuale infinitesima di startup diventa unicorno, ma individuare quella giusta e investire in essa vuol dire sbancare.
  • Non c’è una ricetta per diventare unicorni, ma le startup che ce la fanno hanno alcune caratteristiche in comune.
  • Solo una ridotta minoranza delle startup unicorno, cioè quelle che raggiungono una valutazione di un miliardo di dollari, può dirsi sostenibile.
  • Ne abbiamo scelte alcune da cui trarre ispirazione: leggi fino in fondo per scoprirle.


Quante volte siamo rimasti strabiliati dall’ascesa esplosiva di una startup innovativa, da un’idea geniale che ha sfondato? Quante volte ci siamo chiesti: “Ma come ho fatto io a non pensarci?”. In realtà la nostra attenzione cade sui casi di successo ma ignoriamo la miriade di startup che non ce l’hanno fatta, di idee poco brillanti, di intuizioni che non sono mai andate oltre lo stadio embrionale perché mancava la capacità di metterle a terra, la congiuntura non lo permetteva o erano troppo avanti per i tempi. Là fuori è una giungla in cui, per ogni startup che sopravvive, sono innumerevoli quelle che falliscono. La probabilità di scommettere su quella che sbanca, poi, è pari a quella di trovare un unicorno. Si chiamano così, unicorni, le startup che raggiungono il valore di un miliardo di dollari (poco meno di un miliardo di euro) rimanendo in mani private, cioè senza quotarsi in Borsa. Qui vogliamo guardare proprio a loro, a chi ha fatto le cose in grande.


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Il club degli unicorni

Nel momento in cui scriviamo, il numero totale di unicorni nel mondo è 1.170, con un valore cumulativo di circa 3.820 miliardi di dollari, secondo la lista che Cb Insights aggiorna costantemente. Cifre difficili da comprendere per chi ragiona con un’unità di misura che fa riferimento alla vita quotidiana. I loro founder cercano di spingere in alto la valutazione e, arrivati al massimo, puntano all’exit. Ciò significa che il percorso della startup si concude, di solito attraverso l’acquisizione da parte di un gruppo più grande o la quotazione sul mercato.

Gli Stati Uniti sono in testa alla classifica con 629 unicorni, seguiti da Cina con 173, India con 68 e Regno Unito con 44. Sempre secondo questa lista, il fintech è il settore più prolifico con 242 unicorni, seguito da quello dei software e servizi per internet con 222 startup e dalle 107 nel settore e-commerce e servizi e prodotti direct-to-consumer.

L’unico nome italiano nella lista ad oggi è Scalapay, startup fintech con sede a Milano che offre pagamenti online dilazionati, in rate senza interessi: come si dice in gergo “buy now, pay later”, ovvero acquista ora, paga poi. Fondata nel 2019, all’inizio del 2022 è entrata nel club degli unicorni.


Perché le startup da un miliardo si chiamano unicorni

Ma perché proprio “unicorni”? Il termine è comparso per la prima volta in un articolo del 2013 su TechCrunch firmato da Aileen Lee, founder di Cowboy Ventures, un fondo specializzato nei finanziamenti a startup legate al digitale in fase seed. Lee definiva così l’oggetto della sua ricerca, cioè le startup che (appunto) sono valutate più di un miliardo di dollari. Specificando che erano solo lo 0,07 per cento del totale. Nel 2022 invece, tale percentuale si è abbassata ancora, fino allo 0,00006 per cento. Insomma, è sempre più raro avvistare un unicorno. Ma bisogna dire che i valori assoluti crescono e, di conseguenza, anche le startup di successo sono sempre di più.


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Come valutare se una startup unicorno sia anche sostenibile?

Sfortunatamente non tutti gli unicorni hanno un’anima sostenibile. Se ci sono settori o servizi che hanno un inevitabile impatto negativo, come l’ultra-fast fashion, ci sono anche casi più difficili da inquadrare, perché le criticità emergono quando si supera un certa dimensione.

Pensiamo ad Airbnb, il community marketplace che mette in contatto le persone che offrono e cercano affitti brevi. Airbnb ha avvicinato milioni di persone a uno stile di vacanza diverso, più indipendente, e ha aperto agli ospiti paganti le porte di strutture prima inaccessibili, dalle dimore private ai castelli. Fino a qui nulla di male. Quando i numeri hanno iniziato a crescere, si sono innescate dinamiche inaspettate. I residenti di molti luoghi turistici si sono trasferiti altrove, perché mettere in affitto la propria casa risultava più conveniente: da qui svariate conseguenze indesiderate, come l’incremento dei prezzi immobiliari e la difficoltà, per le persone meno abbienti, di trovare un affitto a lungo termine. Al tempo stesso, Airbnb è un ottima risorsa per quei piccoli paesi che si affacciano al mercato del turismo.

È quanto mai evidente quindi, l’imporanza di bilanciare sempre pro e contro su grande e piccola scala, nel breve e nel lungo termine. A questo proposito vale la pena citare anche SpaceX, la società di esplorazione spaziale fondata da Elon Musk, tuttora nel club degli unicorni. Pur essendo questo un settore estremamente energivoro e inquinante, l’azienda porta avanti ricerche pionieristiche sull’adattamento del corpo umano a condizioni estreme, o su soluzioni innovative per risolvere problemi tutti terrestri.


Sei startup unicorno sostenibili

Fatta questa premessa, abbiamo selezionato alcune startup unicorno il cui approccio sposa il modello delle tre P: People, Planet e Profit. Abbiamo cercato di capire il motivo del loro successo e gli elementi innovativi della loro proposta, con la speranza che siano fonte di ispirazione per potenziali startupper.

  1. Zume, packaging modellato compostabile di origine vegetale.
  2. Perfect day, prodotti caseari senza componenti animali.
  3. Northvolt, batterie agli ioni di litio a basso impatto, riciclate e riciclabili.
  4. Beyond meat, alimenti proteici plant-based in tutto simili alla carne.
  5. OVHcloud, sistemi di cloud e data centre a elevata efficienza.
  6. Patreon, piattaforma online di raccolta fondi per creativi e artisti.


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