L'acqua � fonte di vita, depura l'organismo dalle scorie, regola la temperatura del corpo, idrata, veicola le sostanze vitali, favorisce processi essenziali come la digestione e ci dona enorme sollievo quando siamo assetati.
Dovremmo berne in abbondanza per il nostro benessere, avendo anche l'accortezza di scegliere l'acqua pi� adatta, sia dal punto di vista del gusto che delle propriet�.
Le acque in bottiglia non sono infatti tutti uguali, come possiamo constatare facilmente osservando le etichette delle decine e decine di bottiglie vendute nei supermercati.
Il motivo � semplice: l'acqua porta con se' traccia del percorso che ha compiuto dalla fonte all'imbottigliamento, trattiene i residui delle rocce sulle quali � passata arrivando alla sorgente dalla quale sgorga e leggendo l'etichetta possiamo sapere quale sia la fonte e la zona di provenienza e quali gli elementi che la compongono.
Sull'etichetta della bottiglia d'acqua minerale possiamo leggere il PH (l'acidit�), i nitrati (le sostanze inquinanti), la temperatura d'imbottigliamento, le sostanze disciolte in un litro d'acqua e il residuo fisso, ovvero i sali minerali che restano depositati dopo averla fatta bollire a 180� (avendo come riferimento un litro d'acqua).
I sali minerali sono noti ai pi�, spesso citati nelle pubblicit� delle acque minerali e dai medici che consigliano l'acqua migliore per le condizioni di ciascuno, e pertanto meritano particolare attenzione.
Le acque pi� povere di sali minerali sono quelle minimamente mineralizzate con un residuo fisso inferiore a 50 mg su 1 litro; hanno un sapore molto delicato, sono le pi� leggere e le migliori nel favorire la diuresi.
Le acque oligominerali hanno un residuo fisso inferiore a 500 mg/l e sono molto diffuse sulle nostre tavole, garantendo un basso apporto di sodio e favorendo anch'esse la diuresi.
Le acque minerali hanno un residuo fisso compreso tra i 500 e i 1000 mg su litro e di conseguenza apportano una significativa quantit� di sali minerali al nostro organismo.
Le acque ricche di sali minerali presentano un residuo fisso superiore a 1000 mg/l e vanno consumate con attenzione, rivelandosi utili nella cura di alcune malattie ma sempre senza eccedere.