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Se l'agricoltura è tra i principali responsabili degli sprechi d’acqua
Analisi
Il dibattito pubblico spesso indica l’agricoltura e l’allevamento come comparti responsabili dello spreco dell’acqua, erroneamente. Il più grande spreco di acqua nel nostro Paese è, infatti, determinato dalle perdite della rete distributiva che si attestano al 42%, secondo l'Istat. Il settore agricolo è tra i principali utilizzatori della risorsa ma bisogna sottolineare come tale utilizzo sia destinato alla produzione di cibo, il bene primario assoluto tanto che la stessa Agenda 2030 fissa tra i suoi SDGs quello della sicurezza alimentare. Un obiettivo da raggiungere che fa cadere sulle imprese agricole la doppia responsabilità di sfamare un mondo che sarà sempre più popoloso (oltre 9 miliardi di persone entro il 2050, secondo la Fao) producendo di più e meglio, avendo a che fare con suoli meno produttivi ed effetti dei cambiamenti climatici sempre più continui ed intensi. L’acqua impiegata nell’uso irriguo non fuoriesce, inoltre, dal ciclo idrologico naturale. L’indice WEI di Eurostat certifica una restituzione idrica media del 92,7%.
L’agricoltura, dunque, non spreca acqua ed è in prima linea nel combattere tale inefficienza. "Ci sono delle colture che richiedono un ingente consumo di acqua ma questo consumo viene quasi del tutto restituito al terreno. L'acqua utilizzata per irrigare i campi torna sempre in circolo". A spiegarlo è Dario Giardi, Responsabile sostenibilità ed economia circolare di Confagricoltura. Caso emblematico, continua Giardi, è la risicultura. "Nelle grandi risaie del Nord Italia, ad esempio, è certificato che l'acqua usata per irrigare viene riassorbita dal terreno e va ad alimentare la falda sottostante che viene così ricaricata continuamente. E quell'acqua diventa anche una preziosa riserva idrica nei periodi di siccità. Da tali restituzioni derivano anche altri effetti benefici. Le acque che permeano il suolo dopo aver irrigato i campi sono acque più ricche di sostanze minerali come azoto, fosforo e diversi altri elementi. Sostanze che nutrono un suolo sempre meno produttivo a causa dei cambiamenti climatici. In definitiva, dal processo irriguo agricolo ne deriva un circolo virtuoso che oltre a ricaricare le falde freatiche contribuisce ad arricchire il suolo di sostanze nutrienti".
Conclusioni
Le risaie sono certamente il caso più significativo in termini di restituzione di acqua al suolo, si parla infatti di una restituzione del 90%. Ma, evidenzia l'esperto, "tutta l'ortofrutta in genere è comunque una catena che restituisce mediamente il 50-60% dell'acqua". In definitiva, in agricoltura non c'è coltura che non restituisca al suolo l'acqua che le serve a crescere e in più rilascia al suolo sostanze nutrienti. L’uso che l’agricoltura fa dell’acqua non è spreco, ma uso indispensabile.
Fonti
- Confagricoltura: https://www.confagricoltura.it/ita/
- Fao: Water scarcity means less water for agriculture production which in turn means less food available, threatening food security and nutrition https://www.fao.org/newsroom/detail/water-scarcity-means-less-water-for- agriculture-production-which-in-turn-means-less-food-available-threatening-food-security-and-nutrition/en
- Istat: Report “LE STATISTICHE DELL’ISTAT SULL’ACQUA | ANNI 2020-2022”, Istat, marzo 2023 - https://www.istat.it/it/archivio/282387
- Eurostat: Indice WEI Eurostat - https://data.europa.eu/data/datasets/byobiw86oozdduikcwmlxg?locale=it
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