Cappella di San Galgano a Montesiepi
Eremo di Montesiepi | |
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Esterno | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Chiusdino |
Coordinate | 43°09′08.66″N 11°09′19.72″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Galgano Guidotti |
Arcidiocesi | Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino |
Consacrazione | 1185 |
Stile architettonico | romanico, gotico |
La cappella di San Galgano a Montesiepi è un luogo di culto cattolico che si trova in località Montesiepi nel territorio del comune di Chiusdino, in provincia di Siena.
Vi è conservata la spada che, secondo la tradizione, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia in segno di rinuncia alla vita mondana.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fu costruita sul luogo dove il nobile cavaliere Galgano Guidotti si ritirò e visse da eremita fino alla morte, nel 1181. Il primitivo edificio era già completato nel 1185[1]. Nel XIV secolo la cappella fu ingrandita aggiungendo l'atrio e la cappella laterale[1]. Nello stesso periodo furono costruiti la parte superiore esterna del tamburo e il campanile a vela, formato da due monofore sovrapposte.
Nel XVII secolo sul tetto fu realizzata la lanterna cieca[1]; alla fine del XVIII secolo, a destra della cappella, furono costruiti la casa canonica e gli edifici a uso agricolo.
Nel 1924 venne restaurata e nel 1974 il restauro si estese agli edifici attigui[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Esterno
[modifica | modifica wikitesto]Possiede una singolare forma cilindrica.
L'esterno della cappella presenta nella parte inferiore un paramento murario realizzato con bozze di travertino disposte a filaretto, nella parte superiore un paramento murario bicromo a fasce bianche (travertino) e rosse (mattoni), motivo che si ritrova anche nelle cornici delle monofore. La facciata del pronao è dominata da un'apertura con arco a tutto sesto, nel quale viene ripetuto il motivo della bicromia; al di sopra è collocato uno stemma mediceo. Al culmine della facciata, il cornicione è decorato con sculture antropomorfe (3 teste umane), zoomorfe (una testa bovina) e fitomorfe (una foglia), appartenenti al primo nucleo dell'edificio[2].
È presente una piccola abside semicircolare.
Interno
[modifica | modifica wikitesto]L'interno presenta un basamento circolare in pietra. La copertura è stata realizzata mediante una volta emisferica ad anelli concentrici in bicromia (cotto e travertino), caratteristica riferibile allo stile romanico pisano-lucchese[2], che qui mostra una delle prime manifestazioni in terra senese. La copertura ricorda quella delle tombe etrusche a Tholos[2].
Nella parete circolare si aprono quattro monofore asimmetriche a doppia strombatura. Dalla parte opposta all'ingresso è il volume semicircolare dell'abside.
Al centro si trova il celebre masso nel quale è inserita la spada di san Galgano.
Cappella
[modifica | modifica wikitesto]Sulla parte sinistra, rispetto all'ingresso, si trova una cappella dalla pianta rettangolare coperta con una volta a crociera; tale cappella è stata realizzata all'inizio del Trecento e affrescata tra il 1334 e il 1336 da Ambrogio Lorenzetti. Gli affreschi si presentano molto deteriorati, anche se nel 1967[3] sono stati prima staccati per restaurarli e poi ricollocati nella loro sede, insieme alle rispettive sinopie venute in luce durante i lavori.
Alla parete di fondo è rappresentata la Maestà. In tale raffigurazione si vede in basso Eva, che porta sulle spalle una pelle di capra (a simboleggiare la lussuria), mentre con una mano sorregge un fico (simbolo del peccato) e con l'altra mostra un cartiglio, dove viene spiegata la morale della scena. La Madonna nella prima raffigurazione aveva nella mano sinistra uno scettro e sulla destra, invece del bambino, un globo (simbolo di potere generalmente riferito a uomini)[4]. Grazie ai restauri si è potuto appurare che questa primitiva e audace versione venne cancellata dal Lorenzetti e sostituita dall'attuale, più tradizionale.
Sulla stessa parete, in basso, un affresco rappresenta l'Annuncio a Maria della morte; la finestra vera della cappella fu usata dal Lorenzetti quale elemento della raffigurazione. Nella parete sinistra sono affrescati in alto Galgano circondato da santi e angeli offre un modello della roccia dov'è infissa la spada, in basso una Veduta di città con figure alate. Nella parete di destra, in alto è la sinopia di Santi e angeli (l'affresco è andato parzialmente perduto). Nella volta sono dei tondi raffiguranti dei Profeti.
Galleria d'immagini
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Epigrafe in marmo: «A.D. MCLXXX Galgan[us] venit in Montem Sepi»
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L'ingresso
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Interno verso l'ingresso
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Interno della cupola
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Spada di san Galgano
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Abside e altare
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Cappella trecentesca
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Chiusdino e il suo territorio, pag.98.
- ^ a b c Chiusdino e il suo territorio, pag. 100.
- ^ Chiusdino e il suo territorio, pag.101.
- ^ Chiusdino e il suo territorio, pag.102.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
- Emanuele Repetti, Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo stato italiano, Milano, Editore Civelli, 1855.
- Attilio Zuccagni-Orlandini, Indicatore topografico della Toscana Granducale, Firenze, Tipografia Polverini, 1857.
- Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1893 al 30 giugno 1894. relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1895.
- Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1894 al 30 giugno 1895. relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1896.
- Pietro Guidi, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1274-1280, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1932.
- AA. VV., Toscana paese per paese, Firenze, Bonechi, 1980.
- AA. VV., La Splendida storia dell'Eremo e dell'Abbazia di San Galgano, Firenze, 1985.
- Massimo Marini, Chiusdino. Il suo territorio e l'abbazia di San Galgano, Siena, Nuova Immagine editrice, 1995.
- Franco Cardini, San Galgano e la spada nella roccia, Siena, Cantagalli, 1999.
- Paul Pfister, La rotonda sul Montesiepi. San Galgano un santo insolito, Siena, Cantagalli, 2001.
- Rosanna Rossi, Vita di San Galgano e origini di Montesiepi, Siena, Cantagalli, 2001.
- Ivan Rainini, L'Abbazia di San Galgano. Studi di architettura monastica cistercense del territorio senese, Milano, Sinai edizioni, 2001.
- Goffredo Viti, L'Abbazia cistercense di San Galgano, Firenze, Certosa Cultura, 2002.
- AA. VV., Siena e San Galgano percorsi magici fra arte mito e scienza, Bologna, Hermatena, 2004.
- AA. VV., La spada nella roccia. San Galgano e l'epopea eremitica di Montesiepi, Mandragora, 2004.
- Mario Moiraghi, L'enigma di san Galgano. La spada nella roccia tra storia e mito, Milano, Editore Ancora, 2005.
- AA. VV., Da Montesiepi a San Galgano, Nuovi Autori, 2005.
- AA. VV., Toscana, Milano, Touring Club, 2005.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla cappella di San Galgano a Montesiepi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La scheda su toscana.it, su web.rete.toscana.it.
- Sito sulla vita, i luoghi, le memorie di San Galgano di Chiusdino, su sangalgano.eu. URL consultato il 27 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2020).
- Il sito della Confraternita di San Galgano di Chiusdino, su confraternita-sangalgano.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 234335924 · LCCN (EN) n2017019586 |
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