Volo Itavia 897
Il volo Itavia IH897 era un volo effettuato dalla compagnia aerea italiana Itavia con un jet Fokker F28-1000, marche I-TIDE, che il 1º gennaio 1974 precipitò durante la fase di avvicinamento finale alla pista 36 dell'aeroporto di Torino-Caselle, causando 35 vittime tra i 38 passeggeri e 3 vittime tra i 4 membri dell'equipaggio.[1]
Disastro aereo di Caselle Torinese | |
---|---|
Il Fokker F28-1000 I-TIDE in una foto del 1972 | |
Tipo di evento | Incidente |
Data | 1º gennaio 1974 |
Ora | 13.38 CET |
Tipo | Volo controllato contro il suolo causato da errore del pilota e pessime condizioni meteorologiche |
Luogo | Caselle Torinese |
Stato | Italia |
Coordinate | 45°10′11.878″N 7°38′50.59″E |
Tipo di aeromobile | Fokker F28-1000 Fellowship |
Operatore | Itavia |
Numero di registrazione | I-TIDE |
Partenza | Aeroporto di Cagliari-Elmas, Cagliari, Italia |
Scali intermedi | Aeroporto di Bologna-Guglielmo Marconi, Aeroporto di Torino-Caselle |
Scalo prima dell'evento | Aeroporto di Bologna-Guglielmo Marconi, Bologna, Italia |
Destinazione | Aeroporto Internazionale di Ginevra, Ginevra, Svizzera |
Occupanti | 42 |
Passeggeri | 38 |
Equipaggio | 4 |
Vittime | 38 |
Feriti | 4 |
Sopravvissuti | 4 |
Mappa di localizzazione | |
Dati estratti da Aviation Safety Network[1] | |
voci di incidenti aerei presenti su Wikipedia |
Dinamica
modificaL'aereo dell'Itavia era decollato poco dopo le 10.30 dall'aeroporto di Cagliari-Elmas per fare scalo a Bologna e a Torino con destinazione finale a Ginevra.
Dall'aeroporto di Bologna era ripartito alle 12.40 alla volta di Caselle. Durante l'avvicinamento finale all'aeroporto, poco dopo le 13.30, il velivolo stava volando nella nebbia e in condizioni meteo sfavorevoli sotto il controllo radar GCA.[2] La visibilità in pista, sulla pista 36, era di 900 metri.
L'aereo prima toccò la cima di un pioppo, a circa 15 metri di altezza, poi entrò in collisione con la parte superiore di un capannone in costruzione che provocò il distacco del flap dal bordo d'uscita dell'ala destra e la rottura della superficie alare inferiore. L'aereo iniziò quindi una rotazione a destra fino a quando l'ala destra e i piani di coda colpirono il suolo e si staccarono dall'aereo. Mentre il velivolo continuava a ruotare anche l'ala sinistra colpì il terreno e si staccò dalla fusoliera che a sua volta si schiantò a terra e rovesciata, si fermò contro una cascina agricola tra via Venaria e via Accossato, periferia di Caselle Torinese, a circa 3.700 metri a sud dalla pista di atterraggio.[1][3][4]
Le inchieste, avviate successivamente, analizzarono il Flight Data Recorder, che risultò danneggiato, e il Cockpit Voice Recorder per capire le cause dell'incidente,[5] oltre alla testimonianza dell'assistente tecnico superstite Gianpaolo Sciarra.
Nel giugno 1978, il magistrato pervenne alla conclusione che la responsabilità era da individuare in un duplice errore dei piloti, Domenico Romeo e Giulio Montanari, che trascurarono di verificare l'altimetro e uscirono dal "sentiero di discesa" perdendo il riscontro del radar cercando l'approccio visivo con la pista. La somma delle due situazioni causò l'impatto dell'aereo con il suolo.[6]
Elenco delle persone coinvolte
modificaLe vittime furono 36 e 6 i feriti di cui 2 morirono successivamente all'ospedale.[7][8]
Vittime
modifica- Equipaggio
- Bruno Chiti (assistente di volo)
- Giulio Montanari (secondo pilota)
- Domenico Romeo, 42 anni (comandante pilota)
- Passeggeri
- Signor Breckheimer
- Signora Breckheimer
- Signor B. Breckheimer
- Signor S. Breckheimer
- Signorina Y. Breckheimer
- Antonio Cambarau, 39 anni
- Rosa Cambarau, 36 anni
- Giorgio Carta, 18 anni
- Romualdo Colosimo
- Efisio Cotza, 47 anni (marito di Eliana Ruggiu padre di Piero Cotza)
- Rosalba Cotza, 17 anni (figlia di Eliana ed Efisio Cotza sorella di Piero Cotza)
- Sandro Cotza, 15 anni (figlio di Eliana ed Efisio Cotza fratello di Piero Cotza)
- Tiziana Cotza, 13 anni (figlia di Eliana ed Efisio Cotza sorella di Piero Cotza)
- Antonio Gussio
- Luigi Isoni (fratello di Enrico Isoni)
- Rosa Isoni (moglie di Enrico Isoni)
- Carmelo Lovoi, 44 anni
- Vittoria Lovoi, 36 anni
- Salvatore Lovoi, 9 anni
- Signor Masia
- Aldo Massidda, 49 anni
- Gerlando Maugeri
- Cecilia Melis
- Signor Melis, 19 anni
- Mario Pau
- Carmen Porru
- Marco Porru
- Signor Ronconi
- Sanginisi Bruno, 33 anni
- Maria Luisa Serafini
- Stefano Setzu
- Signor Taormina
- Patrizia Trovato, 11 anni
- Giuseppina Trovato, 19 anni
- Giancarlo Vecchi
Feriti
modifica- Equipaggio
- Giampaolo Sciarra, 28 anni (assistente tecnico)
- Passeggeri
- Piero Cotza, 19 anni (figlio di Eliana ed Efisio Cotza)
- Eliana Ruggiu in Cotza, 37 anni (moglie di Efisio Cotza mamma di Piero Cotza)
- Enrico Isoni, 35 anni (marito di Rosa Isoni e fratello di Luigi Isoni)
Soccorsi
modifica-
La prua dell'aereo e il carrello anteriore.
-
Soccorsi.
-
Vigili del Fuoco estraggono i corpi delle vittime.
-
I corpi delle vittime recuperati.
Note
modifica- ^ a b c ASN Aircraft accident description Fokker F-28 Fellowship 1000 Itavia I-TIDE, su aviation-safety.net. URL consultato il 5 dicembre 2011.
- ^ Aldo Vité, L'aereo scendeva a Caselle sotto la guida del "radar", in La Stampa, Torino, 2 gennaio 1974, p. 4. URL consultato il 5 dicembre 2011.
- ^ Clemente Granata, Il jet di linea Cagliari-Torino precipita a Caselle: 38 morti, in La Stampa, Torino, 2 gennaio 1974, p. 1. URL consultato il 5 dicembre 2011.
- ^ Renato Rizzo, Una famiglia sull'aia ha visto l'aereo e i passeggeri bruciare, in La Stampa, Torino, 2 gennaio 1974, p. 1. URL consultato il 5 dicembre 2011.
- ^ Il nastro che registrò le voci dei due piloti potrà rivelare la tragedia del ""Fokker"?, in La Stampa, Torino, 12 gennaio 1974, p. 5. URL consultato il 5 dicembre 2011.
- ^ Fu la disattenzione dei piloti a provocare la sciagura aerea, in La Stampa, Torino, 30 giugno 1978, p. 4. URL consultato l'8 dicembre 2011.
- ^ Clemente Granata, Ora un'angosciosa domanda sulla sciagura:era inevitabile?, in La Stampa, Torino, 3 gennaio 1974, p. 1. URL consultato il 5 dicembre 2011.
- ^ Viaggiavano sul Fokker, in La Stampa, Torino, 2 gennaio 1974, p. 4. URL consultato il 5 dicembre 2011.