Tlemcen

città dell'Algeria

Tlemcen è una città del nord-ovest dell'Algeria, a 520 km dalla capitale Algeri e a 76 km dalla città marocchina di Oujda, situata a circa 800 m s.l.m.. Capoluogo della provincia e del distretto omonimi, ha una popolazione stimata di 140000 abitanti[1].

Tlemcen
comune
(AR) تلمسان
Tlemcen – Veduta
Tlemcen – Veduta
Localizzazione
StatoAlgeria (bandiera) Algeria
ProvinciaTlemcen
DistrettoTlemcen
Territorio
Coordinate34°52′12″N 1°18′00″W
Altitudine815 m s.l.m.
Superficie9 061 km²
Abitanti140 158 (2008)
Densità15,47 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale13 000
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Algeria
Tlemcen
Tlemcen

Il Regno di Tlemcen fu regno situato nel nord ovest dell'attuale Algeria, il cui territorio si estendeva dalla capitale Tlemcen ad ovest, al fiume Chelif ad est.

Il regnò venne fondato con l'inizio della decadenza del califfato almohade nel 1236, e durò fino a quando non passò sotto il controllo ottomano nel 1554. Fu governato da sultani della dinastia zayyanide. La capitale del regno, Tlemcen, si trovava sulla strada principale est-ovest tra il Maghreb al-Aqsa (Marocco) e l'Ifriqiya.

Si trovava in una posizione sfavorevole militarmente ma strategica economicamente, in quanto centro di passaggio delle vie commerciali trans-sahariane e disponeva di fiorenti porti per il commercio mediterraneo quali Orano. La sua prosperità economica attirò i suoi potenti vicini. In momenti diversi i Merinidi marocchini da ovest, gli Hafsidi d'Ifriqiya da est e gli aragonesi da nord, invasero e il regno.

Tra il 1299-1307 la città fu sottoposta ad un assedio condotto dal sultano merinide del Maghreb al-Aqsa Abū Yaʿqūb Yūsuf al-Nāṣr. L'assedio finì con il ritiro merinide a seguito dell'assassinio del sultano e a causa dello scoppio di pericolose rivolte nei domini Merinidi.[2]

Etimologia

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La parola Tlemcen (in arabo تلمسان?, Tilimsān) deriva dal berbero Tala Imsan (  in tifinagh) che significa "la fonte secca". Il nome viene anche trascritto Tlemsen, Tlemsan, oppure Tilimsen.

Cultura

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Tlemcen ha una ricca storia culturale, facendone un centro importante di musica e arte. Nota per i suoi tessuti, artigianato e il suo elegante intrecciarsi di cultura islamica, berbera, andalusa e francese, Tlemcen è un importante centro turistico per il suo clima gradevole e le circostanti montagne.

Tlemcen è stata nominata capitale della cultura islamica per l'anno 2011.

Monumenti e luoghi d'interesse

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I suoi monumenti più noti sono:

  • Tomba di Sidi Abu Midyan (lett. "Mio signore Abū Madyan"), dal nome del sufi Abū Madyan Shuʿayb b. al-Ḥusayn al-Andalusī. (in francese Boumedienne).
  • Grande Moschea: risale al 1136 ed è ritenuta il migliore esempio di architettura almoravide ancora esistente.[3] Per molti anni ha abitato qui il pittore orientalista Gustavo Simoni (1846-1926) che ha descritto il folklore della città in delicati acquerelli.
  • Ouled Mimoun (Walad Miʾmūn): si trova a circa 30 km ed è un'antica città romana che si chiamava Altava.
  • Zona umida protetta di Dayet El Ferd sull'altopiano di Tlemcen.[4]

Economia

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La città è ubicata al centro di una regione dove si esercita l'olivicoltura e la viticoltura. Le attività industriali interessano l'industria tessile, del cuoio e della moquette, i cui prodotti sono conferiti al porto di Rashgun per l'esportazione. Viene servita dall'Aeroporto di Tlemcen-Zenata.

Amministrazione

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Gemellaggi

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  Nanterre

Galleria d'immagini

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  1. ^ (EN) the People's Democratic Republic of Algeria - Tlemcen Administrative units (Copia archiviata), su Geohive. URL consultato l'8 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2012).
  2. ^ (EN) R. Ernest Dupuy e Trevor N. Dupuy, The Collins Encyclopedia of Military History from 3500 B.C. to the Present, London, BCA, 1993, p. 426, ISBN 0-00-470143-7.
  3. ^ (EN) Mohamed Talbi, The Spread of Civilization in the Maghrib and its Impact on Western Civilization, in Joseph Ki-Zerbo e Djibril Tamsir Niane (a cura di), Africa from the Twelfth to the Sixteenth Century, General History of Africa, vol. 4, ed. ridotta, Paris/Oxford/Berkeley, UNESCO/James Currey/University of California Press, pp. 24-33, ISBN 92-3-101710-1. URL consultato il 18 settembre 2024.
  4. ^ (EN) Dayet El Ferd, su Ramsar Sites Information Service. URL consultato il 28 luglio 2022.

Bibliografia

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  • (FR) William Marçais, Le dialecte arabe parle a Tlemcen: grammaire, textes et glossaire, Paris, Leroux, 1902, SBN PUV0601022.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN242574020 · LCCN (ENn85128040 · GND (DE4106512-8 · BNE (ESXX452104 (data) · BNF (FRcb12102210z (data) · J9U (ENHE987007562192605171
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