Alessandro Sforza

nobile e condottiero italiano

Alessandro Sforza (Cotignola, 21 ottobre 1409Ferrara, 3 aprile 1473) è stato un condottiero italiano, signore di Castelnuovo, Gradara e Pesaro e gran connestabile del Regno di Napoli.

Alessandro Sforza
Medaglia di Alessandro Sforza
Signore di Pesaro
Stemma
Stemma
In carica1445 –
3 aprile 1473
PredecessoreGaleazzo Malatesta
SuccessoreCostanzo I Sforza
TrattamentoSignore
Altri titoliGran Connestabile del Regno di Napoli[1]
NascitaCotignola, 21 ottobre 1409
MorteFerrara, 3 aprile 1473 (63 anni)
Luogo di sepolturaPesaro
DinastiaSforza
PadreMuzio Attendolo Sforza
MadreLucia Terzani
ConiugiCostanza da Varano
Sveva da Montefeltro
FigliBattista
Costanzo I
Ginevra (naturale)
Antonia (naturale)
Ercole (naturale)
Carlo (naturale)
ReligioneCattolicesimo
Alessandro Sforza
NascitaCotignola, 21 ottobre 1409
MorteFerrara, 3 aprile 1473
Cause della morteapoplessia
Luogo di sepolturaPesaro
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Forza armataMercenari
GradoCondottiero
Battaglie
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Biografia

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Alessandro Sforza era figlio illegittimo di Muzio Attendolo Sforza e di Lucia Terzani da Torgiano.[2] Fu sempre al fianco ed agli ordini del fratello Francesco Sforza[2] per la conquista di nuove signorie, da Milano a Venezia, da Alessandria a Pesaro. Venne eletto da Francesco governatore della Marca di Ancona.[2]

Nel 1442 ad Assisi[2] fu al comando degli assediati dalle truppe di Papa Eugenio IV comandate dal perugino Niccolò Piccinino, uno dei più grandi capitani di ventura del tempo, e dal cardinale Cusano. Alessandro Sforza fu costretto a ritirarsi[2] nella Rocca Maggiore, lasciando la città ai saccheggiatori, che non risparmiarono nemmeno la Basilica di San Francesco e quella di Santa Chiara.

Nel 1445 gli fu consegnata la signoria di Pesaro[2] da Galeazzo Malatesta.[2] Alessandro Sforza per primo (signore dal 1445 al 1473[2]) ampliò la dimora del signore[2] per adeguarla alle esigenze di una moderna corte rinascimentale. Gli impegni militari lo chiamarono nella guerra di Lombardia a sostenere il fratello Francesco;[2] nel 1448 prese parte alla battaglia di Caravaggio.[2] Presidiò Parma[2] e nel febbraio dell'anno successivo si proclamò padrone della città. Combatté con il fratello nella conquista del Ducato di Milano,[2] possesso poi riconosciutogli con la pace di Lodi del 1454.

Nel 1462 era nelle file degli Aragonesi[2] a Canosa, Troia ed Accadia contro la fazione degli Angioini guidata da Giovanni d'Angiò-Valois e dal principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo.

Nel 1464 Papa Pio II gli cedette la signoria di Gradara,[3] nonostante i numerosi tentativi dei Malatesta, rimasti signori di Rimini, di impadronirsi nuovamente del castello.

Morì nel 1473[2] per una crisi respiratoria a Torre della Fossa, a pochi chilometri da Ferrara.[2] Gli succedette il figlio Costanzo[2] ed a lui la moglie Camilla Marzano d'Aragona con il figlio Giovanni, che sposò nel 1493 Lucrezia Borgia.

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni
Giovanni Attendolo Muzio Attendolo  
 
 
Muzio Attendolo Sforza  
Elisa Petraccini  
 
 
Alessandro Sforza  
 
 
 
Lucia Terzani  
 
 
 
 

Discendenza

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L'8 dicembre 1444 sposò Costanza da Varano (1428-1447),[2] figlia di Piergentile da Varano. Da Costanza ebbe:

Il 9 gennaio 1448 si sposò per procura con la contessa Sveva da Montefeltro (1434-1478): si incontrarono solo il 1º settembre successivo. Da Sveva non ebbe figli. Data l'assenza prolungata per le guerre, Sveva dovette occuparsi dello Stato a Pesaro ed all'educazione dei figliastri Battista e Costanzo, figli della prima unione. Alessandro Sforza, lontano da casa per lungo tempo, credette alle voci di una possibile congiura da parte della moglie per affidare di nuovo la signoria di Pesaro ai Malatesta. Costrinse quindi Sveva ad entrare fra le Clarisse del monastero Corpus Christi di Pesaro, dove dopo aver ottenuta la necessaria dispensa da Papa Callisto III, fece la sua professione religiosa alla fine di agosto del 1457, prendendo il nome di Suor Serafina (venne santificata da Papa Benedetto XIV il 17 luglio 1754).

Alessandro ebbe inoltre quattro figli naturali:[2]

Onorificenze

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  1. ^ Camillo Tutini, Discorsi de' Sette Officii overo de' Sette Grandi del Regno di Napoli, vol. 1, Roma, 1666, pp. 151-152.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y Litta, Tav. IV.
  3. ^ Treccani.it. Sforza Alessandro.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN79076318 · ISNI (EN0000 0000 6144 6453 · BAV 495/246665 · CERL cnp00403318 · LCCN (ENnb2003047298 · GND (DE119039346 · BNF (FRcb121977692 (data)