Cinema tridimensionale: differenze tra le versioni
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I film stereoscopici rimangono sotterranei per la prima parte degli [[Anni 1960|anni sessanta]], con l'apparizione di film di serie B in anaglifo. Un film di un certo rilievo di questo periodo è la produzione [[Warner Bros.]] ''[[La maschera e l'incubo]]'' (''The Mask'', [[1961]]). Il film viene girato in 2-D, ma, per migliorare la bizzarria del mondo onirico in cui si immerge il personaggio principale indossando una maschera tirbale, il film viene vira in anaglifo 3-D. Queste scene vengono stampate in [[Technicolor]] associando per la prima volta l'anaglifo rosso/verde.
Benché pochi film 3-D circolino durante i primi [[Anni 1960|'60]], l'inizio della seconda fase del cinema 3-D si deve allo stesso produttore che ha dato il via alla mania del cinema 3-D degli [[Anni 1950|anni cinquanta]]. Viene utilizzata una nuova tecnologia chiamata ''[[Space-Vision 3-D]]'': i film stereoscopici vengono stampati sulla stessa pellicola, le due immagini parallele una dopo l'altra, nello spazio dello stesso frames, necessitando di un solo proiettore dotato di speciali lenti. Questa tecnologia, chiamata "sopra e sotto" ({{en}} ''over and under''), elimina la necessità di due proiettori sincronizzati, producendo un [[Widescreen|immagine panoramica]], ma più scura, con colori meno vividi. A differenza del sistema con doppia pellicola, è perfettamente
[[Arch Oboler]] ancora una volta ha una visione del sistema che nessun altro ha, e lo mette in pratica con il film di fantascienza ''[[The Bubble]]'' del [[1966]], interpretato da [[Michael Cole]], [[Deborah Walley]], e [[Johnny Desmond]]. Così come accaduto per ''Bwana Devil'', anche questo film viene bocciato dalla critica, ma amato dal pubblico che riempie le sale, e produce un tale guadagno da permettere anche ad altre case produttrici, in particolare quelle indipendenti che non hanno abbastanza denaro da potersi permettere il formato in doppia pellicola, di utilizzare il sistema.
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