Ducato di Amalfi: differenze tra le versioni

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|stato successivo = {{simbolo|Coat of Arms of the House of Hauteville (according to Agostino Inveges).svg}} [[Regno di Sicilia]]
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La '''Repubblica di Amalfi''', successivamente '''Ducato di Amalfi''', fu un antico stato governato, tra il [[IX secolo|IX]] e il [[XII secolo]], da una serie di ''duchi'' (in [[lingua latina|latino]]: ''duces''), a volte chiamati ''dogi'' analogamente alla rivale [[Repubblica di Venezia]]. Insieme a [[Repubblica di Pisa|Pisa]], [[Repubblica di Genova|Genova]], la summenzionata Venezia e [[Repubblica di Ragusa|Ragusa]], è una delle [[repubbliche marinare]] più note ed è presente con il proprio stemma nella bandiera della [[Marina militare italiana]]. Fu la più antica e, per due secoli, la più potente fra le repubbliche marinare.
 
== Storia ==
{{Vedivedi anche|Storia di Amalfi}}
 
== Dall'egemonia di Napoli all'autonomia ==
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=== Duchi (''Duces'') o Dogi del Ducato di Amalfi ===
[[File:Stati presenti in Campania intorno all'anno 1000.svg|upright=1.2|thumb|Stati presenti in Campania<br />([[1000]] circa)]]
 
Cronotassi secondo: [[Trojano Spinelli]], [https://play.google.com/books/reader?id=GkymRzX72tIC&printsec=frontcover&output=reader&hl=it&pg=GBS.PA82 ''Saggio di tavola cronologica de' principi e più raguardevoli ufficiali che anno signoreggiato, e retto le Provincie, che ora compongono il Regno di Napoli, dalla seconda venuta de' Longobardi in Italia fino, che quelle Terre furono da' Normanni della Puglia conquistate''], Giuseppe Bisogni, [[Napoli]], [[1762]];
[[Matteo Camera]], [https://play.google.com/books/reader?id=LJcVIp1ggxoC&printsec=frontcover&output=reader&hl=it&pg=GBS.PA424 ''Istoria della Città costiera di Amalfi in due parti divisa''], Stamperia e Cartiera del Fibreno, [[Napoli]], [[1836]].
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=== Il duca o doge ===
All'inizio dell'anno civile, il 1º settembre, avveniva l'elezione dei Duchi, da cui venne retta la Repubblica di Amalfi e nello stesso giorno il Duca aveva la facoltà di promulgare leggi e decreti con la formula ''per hoc nostrum preceptum''.
La Repubblica di Amalfi, costituitasi nell'839, venne dapprima retta da conti (''comites'') eletti annualmente il 1º settembre e poi, a partire dal 957, da duchi (''duces''), che associarono al potere il figlio primogenito, trasformando la repubblica in un ducato ereditario; infine, dopo la conquista normanna (1131) da magistrati di nomina regia (strategoti).
 
L'investitura del Duca aveva luogo nell'atrio della chiesa palatina di San Salvatore de Birecto di Atrani con la consegna della clamide e del berretto, simbolo del potere ducale. Nel cortile del San Salvatore avveniva anche, nel periodo preducale, l'investitura dei ''comites'' e successivamente, in età angioina, si riunivano i Parlamenti costituiti dal 1266 dai sindaci delle città costiere annualmente eletti. L'investitura era proclamata dall'Arcivescovo di Amalfi.
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=== Tavole amalfitane ===
{{Vedivedi anche|Tavole amalfitane}}
 
medievaleLe (delTavole Xamalfitane erano un codice marittimo, redatto ad Amalfi attorno all'XI secolo). eSi unatratta del più antico statuto marittimo italiano, adoperato in volgaretutta (probabilmentel'area del XIIImar Mediterraneo fino al XVI secolo);. inIn esse sono delineati i diritti e i doveri dell'equipaggio di una imbarcazione, si affronta il problema dell'assistenza dei marinai infortunati o ammalati e quello di come agire in situazioni di emergenza, come gli assalti di pirati; si affrontano inoltre le questioni relative ai noli e si stabiliscono i diritti e i doveri degli armatori. Il successo e la diffusione delle Tavole Amalfitane sono dovuti al loro equilibrio e alla loro capacità di prevenire le frodi e rendere difficili le interpretazioni capziose<ref>[https://web.archive.org/web/20071217094506/http://www.librerianeapolis.it/pages/Schede/Tabula_de_Amalpha.html Introduzione ad una recente edizione delle Tavole Amalfitane]</ref>. Il testo delle Tavole è giunto sino ai giorni nostri tramite copie manoscritte. Nel 1929 il governo italiano comprò dall'Austria una di queste copie (in passato di proprietà del doge veneziano Marco Foscarini), per poi consegnarla ad Amalfi; il documento è tuttora conservato nel museo civico all'interno del palazzo comunale della città.
Il testo delle Tavole è giunto sino ai giorni nostri tramite copie manoscritte. Nel 1929 il governo italiano comprò dall'Austria una di queste copie (in passato di proprietà del doge veneziano Marco Foscarini), per poi consegnarla ad Amalfi; il documento è tuttora conservato nel museo civico all'interno del palazzo comunale della città.
 
== La moneta: il tarì di Amalfi ==
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== Le rotte commerciali ==
[[File:Arsenale medievale di Amalfi.jpg|thumb|upright=1.4|destra|Interno dell'[[Arsenale della Repubblica (Amalfi)|arsenale di Amalfi]] (XI secolo), il cantiere navale dell’Antica Repubblica, ora sede dell'omonimo museo]]
 
In meno di due secoli il Ducato di Amalfi diviene la maggiore potenza commerciale e militare dell'alto Tirreno, ed Amalfi «la più prospera, nobile ed illustre città della Longobardia» come ebbe a dire il viaggiatore arabo [[Ibn Hawqal]] nel 977, importantissimo centro cosmopolita ove secondo [[Guglielmo di Puglia]] (fine [[XI secolo|XI sec.]]) «… abitavano i migliori navigatori del tempo ed in cui giungevano mercanti provenienti da tutte le parti del mondo allora conosciuto…». Alla base delle sue fortune il legname di cui all'epoca erano ricchissime le [[Monti Lattari|montagne costiere]].
 
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La principale risorsa del ducato era il legname. Produzioni di rilievo erano, come oggi, la [[Carta di Amalfi]] e il [[Limone Costa d'Amalfi]].
 
| [[File:Espansione di Amalfi.png|thumb|upright=3.2|Espansione di Amalfi al momento del suo apogeo]]
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| [[File:Espansione di Amalfi.png|thumb|upright=3.2|Espansione di Amalfi al momento del suo apogeo]]
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== Note ==
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* Jules Gay, ''L'Italie méridionale et l'empire Byzantin: Livre II''. Burt Franklin: New York, 1904.
* Patricia Skinner, ''Family Power in Southern Italy: The Duchy of Gaeta and its Neighbours, 850-1139''. Cambridge University Press: 1995.
* Thierry Stasser, ''Où sont les femmes?'', in "[[Prosopon]]: The Journal of Prosopography", 2006.
* Mario Del Treppo e Alfonso Leone, Amalfi medioevale, Giannini, Napoli 1977.
* Vera von Falkenhausen, Il Ducato di Amalfi, in AA.VV., Il Mezzogiorno dai Bizantini a Federico II, vol. III della Storia d'Italia diretta da Giuseppe Galasso, UTET, Torino 1983, pp.&nbsp;339–346.